Tra Fede e Scienza

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00mercoledì 24 marzo 2010 22:23



La Hack alle prese con il Vescovo di Verona, mons. Giuseppe Zenti [SM=g27829]



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00giovedì 25 marzo 2010 18:16



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LiviaGloria
00domenica 1 agosto 2010 12:09
Il fisico Zichichi: «grazie alla scienza mi sono convinto di Dio».
In Contraddizioni, assurdità atei, Famosi credenti, cristiani, cattolici, Scienza e Fede on 31 luglio 2010 at 16:42

Uno dei fisici italiani più importanti si chiama Antonino Zichichi. Conosciuto in ambito internazionale, è stato presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare per 5 anni. Attualmente è docente emerito di Fisica superiore all’Università di Bologna. Ha spesso sottolineato la sua assoluta certezza nell’assenza di contrasti tra la scienza e la fede. Due libri sono assolutamente da leggere: Perché io credo in Colui che ha fatto il mondo (Il Saggiatore 1999) e Tra fede e scienza. Da Giovanni Paolo II a Benedetto XVI (Il saggiatore 2005).

Intervistato ieri da Il Sussidiario, ha dimostrato ancora una volta la sua infinita passione per la scienza e ha trattato l’argomento dello spazio-tempo. Infine ha dichiarato: «Tutti i giganti della scienza sono sempre stati credenti [vedi il nostro elenco]. La fisica studia la componente immanente della nostra esistenza, mentre la fede riguarda l’aspetto trascendente. L’ateismo dice che quest’ultimo non esiste, ma non lo sa dimostrare. Che la scienza non possa essere in contrasto con la fede, lo rivela il modo in cui è nata la fisica. Cioè dal pensiero di Galileo Galilei, che ha lasciato scritto: «Colui che ha fatto il mondo è più intelligente di tutti, filosofi, matematici e fisici messi insieme. E l’unico modo per sapere come ha fatto a crearlo è porgli delle domande». Ma come mai oggi noi non riusciamo a vedere Dio? «Perché Dio non esiste, dicono gli atei. Ma la sfera trascendente non può obbedire alle stesse leggi della materia. Quando tra cinque miliardi di anni il sole si spegnerà, il trascendente sarà ancora tutto lì e rimarrà invariato, perché si trova al di fuori del tempo». Ma questo è un argomento scientifico? Assolutamente si. Il celebre fisico continua: «Io posso affermare tutto questo proprio grazie alla scienza. Se non fosse per la fisica, io non riuscirei a convincere il mio amico ateo che esiste una logica che regge il mondo. Se c’è qualcosa che può mettere in crisi l’ateismo è l’esistenza di questa logica. Chi la nega, contraddice la scienza. Se non esistesse questa logica io sarei disoccupato. E invece no, sono occupatissimo, nel tentativo di comprendere le conseguenze di questa logica. Mentre se fossimo figli del caos allora avrebbero ragione i miei amici atei. Il messaggio della scienza è che c’è una logica, e se c’è allora ci deve essere anche un Autore. Coloro che negano l’esistenza dell’Autore sono in contraddizione logica. L’ateismo quindi è atto di fede nel nulla, non è un atto di ragione».

Chi è Zichichi. Questo scienziato ha lavorato nell’ambito della fisica subnucleare presso i laboratori Fermilab di Chicago e CERN di Ginevra, dove ha coordinato il gruppo di ricerca che ha scoperto un antinucleo di deuterio. Tra le sue altre scoperte l’energia effettiva nelle interazioni tra quark e gluoni, la struttura tipo-tempo del protone, l’effetto leading nella produzione di barioni con quark della seconda e terza famiglia. Suoi i progetti di un circuito elettronico per la misura ad alta precisione (il più preciso al mondo attualmente) dei tempi di volo delle particelle subnucleari, e del Laboratorio del Gran Sasso. Ha istituito la Fondazione e Centro di Cultura Scientifica «Ettore Majorana», comprendente centodiciotto Scuole postuniversitarie in tutti i campi della ricerca scientifica moderna, che distribuisce anche borse di studio a studenti meritevoli. È stato presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare per 5 anni consecutivi e dal 1986 è presidente del World Lab, un’associazione che sostiene progetti scientifici in paesi del terzo mondo. Attualmente è docente emerito di Fisica superiore all’Università di Bologna. Gli è stato dedicato un asteroide, 3951 Zichichi.





antiuaar.wordpress.com/2010/07/31/il-fisico-zichichi-%C2%ABgrazie-alla-scienza-mi-sono-convinto-di-di...
LiviaGloria
00lunedì 30 agosto 2010 19:14
antiuaar.wordpress.com/2010/08/19/ultime-pubblicazioni-la-fisica-contribuisce-a-creder...

prove dio, scienza dio, scienza fede, ultimi libri
Ultime pubblicazioni: la fisica contribuisce a credere a Dio.
In Famosi credenti, cristiani, cattolici, Libri consigliati e letteratura e fede, Scienza e Fede on 19 agosto 2010 at 12:02

L’ex rettore della Gonzaga University, J. Robert J. Spitze, ha annunciato l’uscita del suo ultimo libro dal titolo molto accativante: Nuove prove dell’esistenza di Dio: contributi di fisica contemporanea e filosofia. Dall’assimetria dello spazio-tempo universale alle incredibili coincidenze cosmiche, l’autore -prendendo in esame gli sviluppi della fisica e della filosofia degli ultimi 40 anni- presenta, a detta della GlobeNewswire, un’abbondanza di prove scientifiche convincenti per l’esistenza di Dio. Mike Robinson afferma: «Spitze presenta le prove costruite sui concetti quali la teoria delle stringhe, la cosmologia quantistica e il concetto di infinito matematico, per citarne alcuni. Questo intrigante assortimento di elementi di prova fornisce al lettore forti ragioni per sapere che Dio è la sorgente trascendentale del cosmo e dell’umanità». Il libro è stato presentato in varie università e anche al Discovery Istitute. Spitze ha presentato il suo testo dicendo: «La mia speranza è che questo libro possa aprire gli occhi e aiutare a ragionare come fecero i grandi geni scientifici come Einstein, Eddington e altri grandi fisici, i quali erano animati da una profonda fede nell’esistenza di Dio». Spitzer è stato professore accademico alla Georgetown e alla Seattle Universiity, ha pubblicato cinque libri e numerosi articoli accademici, ha fondato sei istituti nazionali e ha una buona conoscenza della filosofia, della scienza e dell’etica. E’ anche direttore del Magis Center of Reason and Faith, ente non-profit dedicato ad esplorare e presentare la stretta connessione tra ragione e fede, appellandosi alle recenti scoperte in campo astrofisico e filosofico.
LiviaGloria
00martedì 31 agosto 2010 10:22
antiuaar.wordpress.com/2010/08/17/nicola-cabibbo-il-cattolico-che-fece-progredire-la-fisica-m...


Nicola Cabibbo: il cattolico che fece progredire la fisica mondiale.
In Famosi credenti, cristiani, cattolici, Scienza e Fede on 17 agosto 2010 at 19:13

In Italia i maggiori fisici sono tre: Carlo Rubbia, Antonino Zichichi e Nicola Cabibbo. Purtroppo quest’ultimo ci ha lasciato il 16 agosto scorso. Le sue teorie sulle particelle elementari sono presenti in tutti i libri di fisica. Membro attivo del Cern di Ginevra, ha insegnato nelle università di Roma La Sapienza e Tor Vergata, capo dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare dal 1985 al 1993 e dell’Enea dal 1993 al 1998. Ha avuto anche il merito di inaugurare, a partire dal 1984, il filone di ricerca che ha portato alla costruzione dei supercomputer capaci di fare fino a 100 miliardi di operazioni al secondo. Dal 1993 era presidente della Pontificia Accademia delle Scienze, della quale faceva parte dal 1986. Fu anche padre delle idee sviluppate da due fisici giapponesi premiati con il Nobel. Il comitato decise però incredibilmente di escluderlo, nonostante anni prima avesse assegnato scandalosamente a Dario Fo il premio Nobel per la letteratura… Repubblica titola: «Addio a Nicola Cabibbo, che meritava il Nobel». Tutti erano infatti convinti non soltanto che le ricerche inaugurate da Cabibbo sarebbero state premiate, ma che il premio Nobel sarebbe stato condiviso dai tre ricercatori. Il quotidiano di sinistra continua: «Capitolo Nobel a parte, la sua fama mondiale di fisico teorico gli ha portato premi e onorificenze, la nomina a membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei e quella, ancora più ambita per un italiano, a membro della National Academy of Sciences, di cui fanno parte soltanto Rita Levi Montalcini, Carlo Rubbia e Giorgio Parisi.». Nel 1963 pubblicava sulla rivista Physical Review Letters l’articolo che lo avrebbe reso famoso nel mondo, quello in cui introduceva il teorema dell«’angolo di Cabibbo»: è la pubblicazione scientifica più citata di tutti i tempi.

Scienza e fede. Come gli altri due maggiori fisici italiani era profondamente credente e devoto cattolico. Ha affrontato con grande equilibrio il rapporto tra scienza e fede. Evoluzionismo e cosmologia sono i stati i temi sui quali è intervenuto più volte, così come il rapporto fra conoscenza scientifica e testo biblico e fra scienza e persona umana. Egli sottolineava spesso che la teoria dell’evoluzione non è in contrasto con l’opera della Creazione e le due non si contraddicono affatto. Sono gli ‘-ismi’, ovvero il creazionismo che pretende di negare l’evoluzione e l’evoluzionismo che pretende di negare la Creazione, che entrano in contrapposizione, proprio perché si fa confusione tra i due piani. Su Avvenire Franco Gaboli, fisico direttore del planetario ravennese lo ricorda con molto affetto. Altri articoli si trovano su Il Corriere della sera, Avvenire, Il Giornale, Il Sole 24 ore, Radio Vaticana e La Stampa.

Alcune citazioni
«La scienza non può porre difficoltà alla fede, perché quello che scopre è vero e non può essere in contrasto con la creazione» (da Il Sole 24 ore).

«Oggi tra gli scienziati cattolici è chiarissimo che si può benissimo credere nell’evoluzionismo e nella Creazione (non nel creazionismo). Dire il contrario è come sostenere che la Terra è piatta o il Sole si muove perché così diceva la Bibbia» (Nicola Cabibbo in Darwin bersaglio della destra di Romeo Bassoli)

«La teoria dell’evoluzione può essere fastidiosa per i cristiani perché sembra entrare in conflitto con l’idea della creazione divina. Questa paura è, tuttavia, infondata. Ciò che entra in contrasto con la creazione divina è la possibile estensione della teoria dell’evoluzione in una direzione materialistica, il cosiddetto evoluzionismo. Ciò che l’evoluzionismo sembra dire, e sto pensando ad autori come Dawkins, è che non c’è necessità di Dio. Ma questa estensione della teoria di Darwin non è parte di ciò che è stato scoperto dalla scienza» (da National Catholic Reporter, 08-10-2008).
LiviaGloria
00martedì 31 agosto 2010 10:40
antiuaar.wordpress.com/2010/08/25/lastrofisico-linder-%C2%ABil-teismo-e-la-visione-del-cosmo-piu-razional...

L’astrofisico Linder: «il teismo è la visione del cosmo più razionale»
In Contro positivismo, neodarwinisti e dawkins, Famosi credenti, cristiani, cattolici, Scienza e Fede on 25 agosto 2010 at 13:54

«La fede in Dio è la visione del mondo più razionale». A dirlo è l’astronomo John Linder, professore del College of Wooster, riconosciuto come un’autorità nella dinamica non lineare. Lo scienziato, in un discorso presso l’Università di Portland, ha continuato: «La scienza può essere più feconda se incorporata in una visione teistica piuttosto che in un contesto naturalistico». Per Linder, il naturalismo può spiegare il “come” del mondo, ma non è all’altezza del compito di riconoscere idee più grandi, come ad esempio il “perché”. « Dio ha creato l’universo con un apertura tale da permettere il libero arbitrio umano. L’universo non è irrazionale. Mi piace sempre chiedermi il “perché” delle cose: perché dovrebbe esserci qualcosa, anzichè il nulla? Anche completato totalmente lo studio della fisica, non saremmo comunque in grado di spiegare l’universo. Il teismo, invece, completa ottimamente la grande storia della scienza. Scienza e teismo sono più efficenti di scienza e ateismo». L’astronomo si sofferma poi sulla questione della eccezionalità della mente umana e del male nel mondo in presunta contrapposizione alla presenza di Dio. Chiude il suo intervento dicendo: «Dio come creatore e sostenitore immanente dell’universo sembra avere sempre più credibilità nel mondo scientifico». Ampie parti del discorso sono comunque leggibili su The Beacon.net
LiviaGloria
00martedì 31 agosto 2010 10:54
antiuaar.wordpress.com/2010/08/26/levoluzionista-ayala-%C2%ABscienza-e-religione-non-possono-essere-in-contraddizion...


L’evoluzionista Ayala: «scienza e religione non possono essere in contraddizione».
In Contro positivismo, neodarwinisti e dawkins, Evoluzione, darwinismo e creazione, Famosi credenti, cristiani, cattolici, Scienza e Fede on 26 agosto 2010 at 12:55

Il Premio Templeton 2010 è stato assegnato al biologo evoluzionista cattolico Francisco J. Ayala. Durante una recente intervista a Reason.tv, lo scienziato ha dichiarato: «Scienza e religione non sono in contraddizione, non hanno bisogno di esserlo. Sono come due finestre attraverso cui guardiamo il mondo». Il sito reason.com traccia una breve biografia del biologo: «ha l’esperienza unica di aver studiato sia la scienza alla Columbia University che la teologia in un seminario in Spagna. Da quando ha lasciato i suoi studi, è diventato un leader nel mondo della genetica e dell’evoluzione. Attualmente insegna e svolge attività di ricerca in biologia evoluzionistica presso l’Università della California». Ayala è membro dell’Accademia delle Scienze statunitense e di molte tra le più rinomate accademie scientifiche internazionali (vedi qui). Su Youtube potete guardare l’intervista in lingua inglese. Per chi volesse approfondire le tematiche evolutive tra scienza e fede, consigliamo uno dei suoi libri più recenti: Il dono di Darwin alla scienza e alla religione (San Paolo 2009). Ayala ha spesso criticato la posizione ideologica dell’ateo più famoso del mondo, lo zoologo Richard Dawkins, sostenendo: «Dawkins è stato un amico per più di 20 anni, ma sfortunatamente va oltre i confini della scienza nel fare dichiarazioni con cui antagonizza i credenti. Quello di Dawkins fondamentalismo scientifico, perché implica una visione materialistica del mondo. Ma una volta che la scienza ha detto la sua, resta ancora molto di interessante da dire sulla realtà. E il senso comune ci dice che la scienza non può dirci tutto».
LiviaGloria
00lunedì 11 ottobre 2010 17:28
L’astrofisico Penrose, ex collega di Hawking: «il multiverso non ha superato Dio».
antiuaar.wordpress.com/2010/10/11/lastrofisico-penrose-ex-collega-di-hawking-%C2%ABil-multiverso-non-ha-superato-di...
GMU
00martedì 12 ottobre 2010 23:06
interessante... Grazie!
[SM=g27822]
LiviaGloria
00sabato 23 ottobre 2010 18:32
Quando Kurt Godel dimostrò logicamente la necessaria esistenza di Dio.
antiuaar.wordpress.com/2010/10/15/quando-kurt-godel-dimostro-logicamente-la-necessaria-esistenza...
LiviaGloria
00martedì 23 novembre 2010 10:11
Scienza e Religione all’Università di Oxford: parola a Andrew Pinsent.
antiuaar.wordpress.com/2010/11/17/scienza-e-religione-alluniversita-di-oxford-parola-a-andrew-...

Che ci sia un atteggiamento sempre più positivo tra scienza e fede lo indica la recente istituzione di un corso sull’argomento alla Cambridge University, di cui il titolare è Fraser Watts. Nell’altra illustre università europea, Oxford, c’è invece Andrew Pinsent, direttore per la ricerca del centro Iam Ramsey per la scienza e la religione, situato proprio nel cuore dell’università. «Un segno evidente che i cattolici sono tornati qui, nel cuore dell’establishment inglese, dopo i quattrocento anni seguiti alla Riforma, a pieno titolo. Oggi anche i gesuiti e i benedettini gestiscono college all’interno dell’università dove gli studenti possono alloggiare e studiare», spiega Pinsent ad Avvenire. Scienziato e sacerdote, filosofo, teologo e fisico, è responsabile di uno dei centri della facoltà di teologia di Oxford. Proprio in questo ateneo Pinsent si laureò in fisica delle particelle per poi andare a lavorare nel centro svizzero Cern insieme a Carlo Rubbia. Ebbe poi la vocazione alla vita religiosa e arrivò all’Università Gregoriana di Roma. Dopo un dottorato in filosofia all’Università americana di Saint Louis, in Mississippi, Pinsent è arrivato a Oxford un anno fa. Nella celebre università «stiamo scoprendo -spiega Prinsent- che nei bambini il concetto di un Dio come essere onnipotente e onnisciente è innato. Già all’età di sette anni un bambino dice che la sua mamma può fare degli errori, ma Dio non può fare errori. Per dimostrare questa ipotesi stiamo studiando alcune tribù in Africa. È sorprendente come alcuni tratti di Dio tipici del cristianesimo ritornino in altre culture e religioni. È significativo anche che regimi che si proclamavano atei e hanno voluto abolire Dio, come quello sovietico, hanno poi riempito questo vuoto con il culto di una personalità umana come Stalin. Come il culto delle celebrità televisive o del mondo dello spettacolo rivela il vuoto lasciato da Dio nella nostra società. Quasi che l’uomo non possa fare a meno di Dio». Più avanti lo scienziato afferma: «Ciò di cui il Papa ha parlato, proprio qui in Inghilterra, cioè del rischio di separare fede e ragione, è molto vero nella nostra epoca, che tende ad avere un freddo razionalismo da una parte e il fanatismo dall’altra. Il problema oggi non è se Dio esiste, ma che cosa è Dio. È evidente che la mancanza di Dio viene sempre sostituita da qualcosa. Nelle librerie inglesi, per esempio, c’è un aumento di libri dedicati all’occulto, ai vampiri, alla magia e allo spiritualismo, segno evidente che c’è una ricerca di spiritualità che è stata privata della ragione».



LiviaGloria
00domenica 5 dicembre 2010 19:45
Scienza e fede: i più grandi scienziati membri della Pontificia Accademia delle Scienze.
antiuaar.wordpress.com/2010/12/01/scienza-e-fede-i-piu-grandi-scienziati-membri-della-pontificia-accademia-delle-...

E’ molto difficile ancora oggi sostenere l’avversità tra scienza e religione, quando i migliori scienziati del mondo sono membri della Pontificia Accademia delle Scienze. Lo ricorda Edwin Cartlidge su FoxNews. Cartlidge è l’ex caporedattore della rivista ingelse Physics World, che ora collabora regolarmente con argomenti di fisica e questioni connesse (i suoi lavori appaiono regolarmente su New Scientist). Ricorda: «Tutti i membri della Pontificia Accademia delle Scienze concordano ampiamente sul fatto che la scienza moderna non sia assolutamente in contrasto con la fede religiosa». Nel mese scorso, durante l’annuale Sessione Plenaria dell’Accademia delle Scienze, Benedetto XVI ha affrontato il tema: “L’eredità scientifica del XX secolo” (qui parti del suo discorso). Lo ha fatto di fronte a celebri uomini di scienza, lodando le conquiste più recenti. Cartlidge dice: «Il Papa ha ricordato che la Chiesa cattolica incoraggia la ricerca scientifica e, rivolgendosi al pubblico ha ricordato che non bisogna né temere la scienza, né trattarla come una panacea in grado di rispondere a tutte le nostre più profonde domande esistenziali». Sono poi intervenuti vari membri dell’Accademia, tra i quali il premio Nobel Charles Townes che ha descritto la storia della sua invenzione del laser. Il biologo Werner Arber ha invece apprezzato il fatto che i lavori dell’accademia influenzino realmente il pensiero del Papa sul mondo scientifico. Cartlidge ricorda anche che «l’evento scatenante del conflitto tra scienza e religione fu la condanna di Galileo Galilei per il suo supporto all’eliocentrismo di Copernico. Il divario è poi aumentato a causa di incompresioni sulla teoria darwiniana. Tuttavia l’esistenza della Pontificia Accademia delle Scienze consente alla Chiesa cattolica di interfacciarsi con la scienza moderna». L’accademia è stata creata nella sua forma attuale nel 1936 da Papa Pio XI, lo scopo fu proprio per assicurare che la Chiesa Cattolica fosse tenuta al passo con le attuali scoperte scientifiche. La qualità scientifica non è l’unico criterio per l’adesione all’Accademia, e nemmeno la posizione esistenziale (sono presenti infatti anche alcuni “non credenti” e agnostici). Il Papa accetta o rifiuta nomine basandosi anche sulla base di un “elevato profilo morale”. Ad esempio, il biologo Edward De Robertis ha dichiarato che il suo recente ingresso nella Pontificia Accademia della scienza è stato concesso soltanto a seguito di un dialogo con un cardinale di Los Angeles. Il fisico ricorda pure che «Albert Einstein non superò questo criterio perché aveva una relazione extraconiugale».

Tra gli attuali membri più illustri della Pontificia Accademia delle Scienze troviamo: il biologo premio Nobel David Baltimore, il chimico premio Nobel Paul Berg, il biologo premio Nobel Gunter Blobel, il fisico premio Nobel Claude Cohen-Tannoudji, il chimico premio Nobel Paul Jozef Crutzen, il biochimico premio Nobel Christian de Duve, il chimico premio Nobel Mafred Eigen, il fisico premio Nobel Gerhard Ertl, il fisico premio Nobel Theodor Wolfgang Hänsch, il fisico premio Nobel Klaus von Klitzing, il fisico premio Nobel Tsung- Dao Lee, il chimico premio Nobel Jean-Marie Lehn, il chimico premio Nobel Mario Molina, il chirurgo premio Nobel Joseph E. Murray, il chimico premio Nobel Ryoji Noyori, il fisico premio Nobel William D. Phillips, il chimico premio Nobel John Charles Polanyi, il fisico premio Nobel Carlo Rubbia e tanti altri. In passato altri celebri scienziati membri sono stati: Marconi, Carrel, Planck, Bohr, Heisenberg, Dirac, Schrodinger, Fleming e Lemaitre.

P.S.: non ne fanno parte invece celebri Premi Nobel come Richard Dawkins e Pierciccio Odifreddi.
Heleneadmin
00lunedì 6 dicembre 2010 18:12
Ordine e razionalità del cosmo: una delle prove filosofiche di Dio.
antiuaar.wordpress.com/2010/12/06/ordine-e-razionalita-del-cosmo-una-delle-prove-filosofiche...


Le parole rivolte recentemente da Benedetto XVI alla Pontificia Accademia delle Scienze ricalcano perfettamente il punto di vista di molti scienziati. Infatti, lo scienziato investiga la natura «percependo una costante, una legge, un logos [cioè una razionalità nella natura] che egli non ha creato, ma che ha invece osservato». Questa constatazione -continua il filosofo Lodovici su Avvenire- può portare a svolgere un ragionamento (filosofico o prefilosofico) che arriva ad affermare l’esistenza di Dio. È un argomento su cui l’attuale Pontefice ha insistito varie volte, fin da quando era professore universitario, per esempio in quel capolavoro che è la sua Introduzione al cristianesimo (1968), e poi, da Papa, per esempio nel discorso di Ratisbona (2006).

Una delle prove di Dio che la tradizione filosofica ha elaborato parte proprio dall’ordine e dal finalismo del mondo. In altri termini -continua il filosofo-, la natura manifesta delle leggi e queste reclamano un Legislatore come condizione di possibilità, perché, per vari motivi, il caso non le può spiegare. La natura manifesta una razionalità che rinvia a una Ragione creatrice, cioè ad un Logos che la crea comprensibile alla nostra ragione umana e perciò la ragione scientifica può cimentarsi a indagarla. Per questo, mentre non rientra nel campo scientifico affermare l’esistenza dell’Architetto, lo è il ricercare ed individuare il suo progetto. È anche per questo motivo -ricorda Lodovici- che la maggior parte degli scienziati di tutti i tempi è composta da credenti (assai spesso cristiani), tra cui molti ecclesiastici: Galileo, Newton, Galvani, Volta, Heisenberg, Einstein, Maxwell, Fermi, Eccles e Carrel, e gli ecclesiastici Mendel, Stenone, Spallanzani, Mercalli e Florenskij….

E’ lo stesso ragionamento, fra i tanti, di Roger Trigg, epistemologo dell’Università di Warwick: «La ricerca scientifica assume che il mondo sia ordinato. Si dà per scontanto che esistano delle regolarità da osservare. Ma in un certo senso è eccezionale che il mondo fisico sia tanto ordinato. E’ solo questione di caso? L’ordine che la scienza scopre nella natura riflette in qualche modo la mente del creatore dietro le cose. In altre parole, l’ordine ha una base religiosa. In qualche modo Dio ha creato un mondo che ci mosta qualcosa della sua mente e dellla sua razionalità» (da Stannard, La scienza e i miracoli, TEA 2006, pag. 230-231). Il fisico Angelo Tartaglia, membro della Società Italiana di Relatività Generale e Fisica della Gravitazione, ha affermato qualcosa di molto simile nel suo recentissimo libro, “La luna e il dito“ (Lindau 2009): «Considerando l’evoluzione delle specie viventi e dell’universo inanimato, è facile la sensazione che ciò che accade sia, bene o male, inquadrato in un disegno finalistico. Nasce il sospetto che alla base ci sia un progetto intelligente. E’ una sensazione percepita e menzionata sotto tutti i cieli e in tutte le culture»
Heleneadmin
00sabato 15 gennaio 2011 19:16
L’astrofisico Sandage: «non è credibile un universo privo di architetto. Senza Dio, niente ha senso».
antiuaar.wordpress.com/2011/01/10/lastrofisico-sandage-%C2%ABnon-e-credibile-ununiverso-privo-di-architetto-senza-dio-niente-ha-sens...


Uno dei più importanti astrofisici del XX secolo è morto poche settimane fa. Si tratta di Allan Sandage, assistente di Edwin Hubble, di cui ne proseguì il lavoro. Da devoto cristiano, ha spesso accettato di parlare su rapporto tra scienza e fede (le citazioni sono prese da M. Bersanelli, M. Gargantini; Solo lo stupore conosce: l’avventura nella ricerca scientifica, BUR 2003, pag. 336-338 e da un articolo apparso in questi giorni su La Bussola Quotidiana): «E’ chiaro che ciascuna tratta un aspetto differente della realtà. La Bibbia non è certo un libro di scienza: uno non la studia per trovarci le intensità e le lunghezze d’onda delle linee di Balmer per l’idrogeno, né la scienza ha a che fare con le proprietà ultime spirituali del mondo, che sono anch’esse reali. La scienza può rispondere solo a un tipo fissato di domande, che concernono il “cosa”, il “dove” e il “come”. Con il suo metodo, potente quanto esso sia, non risponde (e in verità non può) al “perché”. Perché gli elettroni hanno tutti la stessa carica e massa? Perché c’è qualcosa invece che niente? Perché così tanti processi sono così profondamente interconnessi? Io credo che ci sia una chiara responsabilità per la Chiesa di capire e di credere nei risultati straordinari e nelle pretese della scienza: il suo successo è semplicemente troppo evidente e visibile per essere ignorato. E’ altresì incombente per gli scienziati di capire che la scienza è incapace, a causa delle limitazioni del suo metodo, di spiegare e capire ogni cosa della realtà»».

Riferendosi probabilmente a qualche suo collega: «Gli scienziati che sono contenti di vivere come riduzionisti materialisti non ammetteranno mai un mistero nelle cose che vedono, sempre rinviando di volta in volta, aspettando una spiegazione riduzionista per ciò che è ancora ignoto. Ma portare questo credo riduzionista al livello più profondo (e indefinito sempre rimarrà), quando «la scienza conoscerà ogni cosa», è esso stesso un atto di fede, che nega che ci possa essere qualcosa di sconosciuto alla scienza, almeno per principio. Ma le cose dello spirito non sono cose della scienza. Se Dio non esistesse, la scienza dovrebbe inventare il concetto che spieghi ciò che sta scoprendo al suo nocciolo. Suona ancora vero il detto di Abelardo del XII secolo: “La verità non può essere contraria alla verità. Le scoperte della ragione devono accordarsi con le verità della Scrittura, altrimenti il Dio che ci ha date entrambe ci ha ingannati, con l’una o con l’altra”. Se non c’è Dio, niente ha senso. La casualità, promossa dagli atei, è basata su un inganno, che segue già dalle loro premesse iniziali, che esse vogliono fare su se stessi».

Parlando delle recenti scoperte astronomiche: «La scoperta dell’espansione dell’universo con le sue conseguenze riguardanti la possibilità che astronomi abbiano identificato l’evento della creazione, mette veramente la cosmologia astronomica vicino al tipo di teologia naturale medievale che ha cercato di trovare Dio identificando la causa prima. Gli astronomi possono aver trovato il primo effetto, ma non quindi, necessariamente, la causa prima cercata da Anselmo e Tommaso. Nessuna scoperta astronomica ci dice perché l’evento è successo. Ma la natura di Dio non deve essere trovata dentro ciascuna parte di queste scoperte della scienza».

E ancora: «Il mondo è troppo complesso in tutte le sue parti e interconnessioni per essere dovuto solamente al caso. Sono personalmente convinto che l’eistenza della vita con tutto il suo ordine in ognuno dei suoi organismi è semplicemente messa insieme troppo bene. Ciò diventa più stupefancete ogni anno, via via che i risultati scientifici diventano più dettagliati. Ogni parte di un corpo vivente dipende da tutte le altre parti (del corpo) per poter funzionare. Come fa ogni parte a saperlo? Come ogni parte si differenzia al concepimento? Più si studia la biochimica, più diventa incredibile senza che ci sia una qualche sorta di principio organizzatore -un architetto per chi crede. A causa di ciò, molti scienziati sono portati alla fede dal loro lavoro. Lo scienziato, detto con Anselmo, può «credere per capire» quello che vede, piuttosto che «capire per credere».

Sandage ha determinato l’età degli ammassi globulari e ha contribuito alla calibrazione delle «candele standard» (per misurare distanza delle galassie più lontane). Si è dedicato particolarmente al calcolo dell’eta dell’universo ed è stato il primo a riconoscere l’esistenza di quasar privi di intensa emissione radio. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti in ambito scientifico: tra gli altri, la Eddington Medal della Royal Astronomical Society nel 1963, la medaglia d’oro di Papa Pio IX nel 1966 e la medaglia Elliot Cresson del Franklin Institute nel 1973. Nel 1971 ha ricevuto la National Medal of Science, il maggiore riconoscimento scientifico negli Stati Uniti. Più recentemente ha vinto il Premio Crafoord dell’Accademia Reale svedese delle Scienze nel 1991 e il Cosmology Prize della Fondazione Peter Gruber nel 2000.
Heleneadmin
00mercoledì 26 gennaio 2011 16:23
antiuaar.wordpress.com/2011/01/24/lastrofisico-bersanelli-plaude-al-discorso-di-benedetto-xvi-s...

L’astrofisico Bersanelli plaude al discorso di Benedetto XVI sui Magi
InFamosi credenti, cristiani, cattolici, Scienza e Fede su 24 gennaio 2011 a 18:02

«La figura dei Magi che da lontano giungono a Betlemme seguendo la luce di una stella è un’immagine magnifica dell’uomo che cerca la verità attraverso l’osservazione della natura». Così inizia un articolo di Marco Bersanelli, docente di Astrofisica all’Università degli Studi di Milano e collaboratore presso IASF, Istituto Nazionale di Astrofisica e l’Agenzia Spaziale Europea, su Il Sussidiario. Bersanelli si occupa di cosmologia osservativa, in particolare dell’osservazione dell’universo primordiale attraverso il Fondo Cosmico di Microonde. Attualmente è a capo della progettazione e sviluppo del Low Frequency Instrument utilizzato dal satellite Planck. Continua l’astrofisico: «Ancora una volta, in occasione della festa dell’Epifania, Benedetto XVI ci ha regalato un intervento con spunti di straordinaria bellezza che interrogano l’esperienza non solo dell’uomo di fede, ma di chiunque sia impegnato in una seria ricerca. Un ricercatore, in effetti, non inizia la sua indagine se non assumendo che la realtà fisica nasconda in sé un senso, sia costruita secondo una razionalità o un ordine che lui è in grado di decifrare attraverso segni accessibili alla sua esperienza. Può non chiamarlo “Dio” come fa Benedetto ma, più o meno consapevolmente, ogni ricercatore nella tenacia del suo agire esprime una fede incrollabile in questa “misteriosa” razionalità impressa nel reale». Tutto il contrario della «presunzione razionalistica moderna, della quale un po’ tutti siamo vittime, per cui l’uomo pretende di rinchiudere nella propria corta misura il criterio di ciò che esiste e di ciò che non esiste, e in cui la libertà è come bloccata e incapace di lasciarsi commuovere da qualunque cosa. Così, al di là dell’interessante dibattito sull’interpretazione astronomica della “stella” dei Magi (molto probabilmente la congiunzione dei tre pianeti Marte, Giove e Saturno, fenomeno rarissimo datato nell’anno 7 A.C. del nostro calendario), la questione che il papa pone è quale sia lo scopo ultimo del ricercare e del conoscere. «L’universo», commenta, «non è il risultato del caso, come alcuni vogliono farci credere». Conclude il ricercatore: «La conoscenza scientifica non è «in concorrenza con la fede»: essa mette in luce nuovi e straordinari aspetti del reale, ma non è in grado di rispondere alle questioni che all’uomo maggiormente stanno a cuore: il senso della suo vivere e soffrire, il significato delle cose, il valore della singola persona, il suo desiderio di felicità, la sua esperienza di tradimento e di perdono. Così la scienza, meraviglioso e potente metodo conoscitivo, diventa una «limitazione della mente» se pretende di assorbire tutta la capacità conoscitiva dell’uomo»
Heleneadmin
00sabato 25 giugno 2011 20:53
www.uccronline.it/2011/06/16/la-rivista-nature-e-la-nascita-della-scienza-dal-cristi...

Sul sito web di Nature, una delle riviste scientifiche più importanti del mondo, è apparso un articolo che recensisce l’ultimo lavoro di James Hannam, dottore in Storia e Filosofia della Scienza presso l’Università di Cambridge, intitolato “La genesi della scienza: come il cristianesimo medioevale ha lanciato la rivoluzione scientifica“. Il libro è stato selezionato per l’assegnazione del Royal Society Science Book Prize.

Pochi sono i temi rischiano di essere fraintesi come il rapporto tra fede e ragione, introduce il ricercatore. «Lo scontro in corso tra l’evoluzione e il creazionismo oscura il fatto che il cristianesimo ha effettivamente avuto un ruolo molto più positivo nella storia della scienza di quanto comunemente si creda. Infatti, molti degli esempi sul fatto che la religione ostacoli il progresso scientifico si sono rivelati falsi». Il docente di Cambridge spiega che, per esempio, «la Chiesa non ha mai insegnato che la Terra fosse piatta e, nel Medioevo, nessuno la pensava così, comunque. I Pontefici non hanno cercato di vietare nulla, né hanno scomunicato qualcuno per la cometa di Halley. Nessuno, sono lieto di dirlo, è stato mai bruciato sul rogo per le sue idee scientifiche. Eppure, tutte queste storie sono ancora regolarmente tirate fuori come esempio di intransigenza clericale nei confronti del progresso scientifico».

Hannam cita ovviamente Galileo, che fu processato per essersi voluto intromettere in fatti religiosi senza avere alcuna prova, come la Chiesa cattolica chiedeva, ma solo con una semplice ipotesi. Tuttavia questo caso, «mette a malapena in ombra tutto il sostegno che la Chiesa ha dato alla ricerca scientifica nel corso dei secoli». La Chiesa ha sostenuto lo studio delle scienze anche dal punto di vista finanziario, ad esempio. Fino alla Rivoluzione francese, infatti, «la Chiesa cattolica è stata lo sponsor principale della ricerca scientifica. La chiesa anche insistito sul fatto che la scienza e la matematica avrebbero dovuto essere obbligatoria nei programmi universitari. Nel XVII secolo, l’ordine dei Gesuiti era diventata la principale organizzazione scientifica in Europa, con la pubblicazione di migliaia di documenti e la diffusione di nuove scoperte in tutto il mondo. Le cattedrali sono state progettate anche come osservatori astronomici per la determinazione sempre più precisa del calendario». Senza poi dimenticare che la sincera e devota fede di tutti i grandi scienziati della storia, i quali hanno fondato le discipline scientifiche come la geologia e la genetica.

Il sostegno alla ricerca scientifica è stato giustificato dal fatto che «i cristiani hanno sempre creduto che Dio ha creato l’universo e ordinato le leggi della natura. Studiare il mondo naturale significava ammirare l’opera di Dio. Questo “dovere religioso” ha ispirato la scienza quando c’erano pochi altri motivi per preoccuparsi di essa. È stata la fede che ha portato Copernico a respingere l’universo tolemaico, a spingere Keplero a scoprire la costituzione del sistema solare, e che convinse Maxwell dell’elettromagnetismo». Il Medioevo, l’epoca più dominata dalla fede cristiana, è stato un periodo di innovazione e progresso. L’autore cita l’invenzione dell’orologio meccanico, dei bicchieri, della stampa e la contabilità. Nel campo della fisica, gli studiosi hanno trovato oggi le teorie medievali sul moto accelerato, la rotazione della terra e l’inerzia.

Il ricercatore di Cambridge accusa il secolo illuminista e Voltaire della genesi della leggenda nera sull’opposizione del cristianesimo alla scienza. I filosofi francesi hanno attaccato la Chiesa per motivi politici, poi ci ha pensato l’ingelse TH Huxley, il “mastino di Darwin”, a prolungare questa falsità, per foraggiare la sua lotta di liberazione della scienza britannica da ogni sorta di influenza clericale. «Tuttavia, oggi, la scienza e la religione sono le due forze più potenti intellettuali del pianeta. Entrambi sono capaci di fare enormi bene, ma le loro possibilità di farlo sono molto maggiori se esse possono lavorare insieme», ha concluso lo storico della scienza.


Heleneadmin
00venerdì 1 luglio 2011 23:31
www.uccronline.it/2011/06/13/il-genetista-george-church-%C2%ABil-rapporto-tra-scienza-e-fede-e-vasto-e-fertil...

Il genetista molecolare americano George Church, docente di Genetica presso la Harvard Medical School e uno dei migliori scienziati americani, noto anche per aver contribuito a progettare il primo “metodo” diretto di sequenziamento del DNA, è intervenuto dando la sua opinione sul tema “scienza e fede”.

Ha risposto infatti ad una domanda diretta di un suo lettore, su www.reddit.com, circa l’evidenza dell’esistenza di Dio dal punto di vista scientifico.

Non ha preso direttamente in considerazione l’assurda domanda, ma ha parlato del rapporto tra “scienza e fede”: «Alcune persone pensano che la scienza e la fede non abbiano nulla in comune. Ma una notevole quantità di fede guida la scienza tutti i giorni -e spesso la religione affronta anche tematiche scientifiche (ad esempio, la fisica / biologia dei miracoli, antiche divinità, Galileo). Se la fede non avesse incidenza sul nostro cervello fisico, allora attraverso quali meccanismi essa ha impatto sulle nostre conversazioni? Miliardi di esseri umani (in senso molto realmente scientifico), hanno fede. La sovrapposizione è vasta e fertile. Come impariamo molte informazioni circa la natura, per molti di noi, questo rafforza notevolmente, e non diminuisce, il nostro timore».
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