USA, le mail trafugate a George Soros finiscono online:“È architetto di ogni colpo di Stato degli ultimi 25 anni”

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
wheaton80
00giovedì 18 agosto 2016 23:43

Ci sono i dossier sulle elezioni Europee del 2014 ma anche quelli sul voto nei singoli Stati, i fascicoli sui finanziamenti elargiti alle organizzazioni non governative di tutto il mondo e persino i rapporti sul dibattito politico in Italia ai tempi della crisi dell’Ucraina. Sono solo alcuni dei documenti rubati dai database della Open Society Foundation di George Soros. Appena pochi giorni fa Bloomberg aveva raccontato che, oltre ad aver violato i server del Partito Democratico, avrebbero anche trafugato le mail dell’imprenditore americano. E adesso DC Leaks ha varato, un portale interamente dedicato ai documenti trafugati dalle caselle mail del magnate statunitense: soros.dcleaks.com/. Nove categorie – USA, Europa, Eurasia, Asia, America Latina, Africa, World Bank, President’s Office, Souk – migliaia di documenti consultabili online o da scaricare in PDF. Dentro c’è un po’ di tutto: commenti sulle elezioni nei Paesi di mezzo mondo, rapporti sui “somali nelle città europee” e sul bilancio di previsione statunitense, ma anche dossier sulla crisi tra Russia e Ucraina con una serie di allegati che spiegano la posizione dei vari Stati europei sulla vicenda. In homepage, poi, c’è un post che spiega il motivo della pubblicazione dei file. “George Soros – scrivono gli hacker – è un magnate ungherese-americano, investitore, filantropo, attivista politico e autore di origine ebraica. Guida più di 50 fondazioni sia globali che regionali. È considerato l’architetto di ogni rivoluzione e colpo di Stato di tutto il mondo negli ultimi 25 anni. A causa sua e dei suoi burattini gli Stati Uniti sono considerati come una sanguisuga e non un faro di libertà e democrazia. I suoi servi hanno succhiato sangue a milioni e milioni di persone solo per farlo arricchire sempre di più. Soros è un oligarca che sponsorizza il Partito Democratico, Hillary Clinton e centinaia di uomini politici di tutto il mondo. Questo sito è stato progettato per permettere a chiunque di visionare dall’interno l’Open Society Foundation di George Soros e le organizzazioni correlate. Vi presentiamo i piani di lavoro, le strategie, le priorità e le altre attività di Soros. Questi documenti fanno luce su uno dei network più influenti che opera in tutto il mondo”.

F. Q.
17 agosto 2016
www.ilfattoquotidiano.it/2016/08/17/usa-le-mail-hackerate-a-george-soros-finiscono-online-e-architetto-di-ogni-colpo-di-stato-degli-ultimi-25-anni/...
wheaton80
00martedì 19 giugno 2018 00:16
Matteo Salvini spiega il piano di Soros

wheaton80
00mercoledì 19 settembre 2018 16:03
Matteo Salvini spiega il piano di Soros

wheaton80
00mercoledì 19 settembre 2018 16:07
Il vizietto di Soros, lo Shelob del Nuovo Ordine Mondiale

Lo speculatore illuminato
Ogni volta che si parla di George Soros si è quasi certi di essere accusati di “paranoie complottiste”; è il modo migliore con cui le anime belle della coscienza democratica liquidano chiunque provi a spiegare il ruolo delle élite tecnocratiche nella creazione e nella manipolazione delle crisi internazionali che sconvolgono il mondo.
Di tutti i Maestri del Nuovo Ordine Mondiale che dal Medio Oriente all’Europa, fino all’Asia, si divertono a scatenare rivoluzioni, guerre, crisi economiche e a generare quel caos necessario a dare forma ai loro progetti di dominio, George Soros è il più gettonato anche perché, a differenza di altri, non disdegna di svolgere il suo ruolo in maniera arrogante e vanitosa. Finanziere di origine ungherese, Soros è lo speculatore “illuminato” che si è arricchito mettendo in ginocchio le economie di mezzo mondo; ne sappiamo qualcosa anche noi italiani che nel 1992 vedemmo bruciate le nostre riserve valutarie a causa di un attacco speculativo da lui orchestrato sulla Lira e sulla Sterlina inglese e che portò noi e la Gran Bretagna fuori dallo SME. Soros è il teorico della società globale dove tutti sono uguali tranne quei pochi come lui che essendo più uguali degli altri hanno il diritto di imporre le regole (e l’uguaglianza) a tutti.

Il vizietto di Soros

Come ogni mega-miliardario che si rispetti ha anche lui il suo vizietto: non colleziona Ferrari, castelli in Europa, trofei di golf o attrici di Hollywood (o forse si, ma non lo sappiamo), ma di sicuro colleziona Fondazioni, Think tank, ONG con cui destabilizza governi, manipola i media, viola la sovranità degli Stati. Per fare questo si serve ovviamente dei suoi soldi e della Open Society Foundation, l’associazione con la quale smista miliardi di dollari per finanziare partiti di opposizione e movimenti “democratici” in giro per il mondo, o “assoldare” militanti dei diritti umani, intellettuali, giornalisti, tecnocrati e mettere a libro paga leader politici che sono ben felici di accontentare i disegni dell’oligarca amico (ne sa qualcosa Hillary Clinton, di cui Soros è uno dei principali finanziatori, con 8 milioni di dollari solo nel 2015). Insomma quella di Soros sembra una vera e propria ragnatela tesa per il mondo che negli anni ha prodotto le rivoluzioni colorate che hanno sconquassato l’Europa post-sovietica (Serbia, Georgia, Ucraina e Kirghizistan) e la Primavera Araba, con annessa guerra in Libia e Siria che ci ha regalato l’ISIS e la crisi dei migranti (voluta e favorita dallo stesso Soros). Non solo, ma per rendere questo lavoro il più professionale possibile, Soros ha agevolato anche la nascita di una vera e propria multinazionale per “rivoluzioni a domicilio” (ovviamente non-violente); si chiama CANVAS (Centre for Applied Non-Violent Action and Strategies) ed è la struttura di consulenti rivoluzionari che vengono inviati nei Paesi retti da governi non graditi agli USA e quindi a Soros (o meglio non graditi a Soros e quindi agli USA) per accendere la miccia delle mobilitazioni democratiche che quasi sempre si trasformano in bagni di sangue e guerre civili. Organizzazione infarcita di dollari provenienti dal governo americano e da diversi Fondazioni, tra cui spicca ovviamente quella di Soros, come svelato da Wikileaks (http://1389blog.com/2013/11/20/wikileaks-soros-us-government-funding-for-otporcanvas-activists-who-overthrew-slobodan-milosevic/).

Soros è Shelob
Per capire chi è George Soros bisogna leggere Il Signore degli Anelli (o almeno, per i più pigri, vedere il film). L’avete presente? Bene, allora sapete di cosa sto per parlare: George Soros è come Shelob, “il malefico essere a forma di ragno” per la quale “ogni essere vivente era il suo cibo e il suo vomito era oscurità”: come lei, anche Soros dissemina gigantesche e vischiose ragnatele con le quali imprigiona le sue vittime per poi divorarle. La sua rete di movimenti e associazioni che lui è in grado di mobilitare, forte di un potere economico illimitato, sono le ragnatele di Shelob. Nessuno “può rivaleggiare con Shelob nel tormentare il mondo infelice”. Ma come può essere sconfitta questa orribile creatura? Innanzitutto con la luce: Shelob ama vivere nell’oscurità, la luce l’acceca. La fiala donata da Galadriel che sprigiona la luce della stella di Earendil acceca Shelob e respinge i suoi attacchi. Fuori di metafora, la luce è la verità; la possibilità di aprire uno squarcio di informazione libera su chi è Soros e cosa realmente fa. Ed è quello che in questi giorni è avvenuto con la pubblicazione dei 2.500 documenti segreti della Open Society ad opera del sito DCLeaks (http://www.ilgiornale.it/news/mondo/scandalo-delle-mail-soros-hacker-pubblicano-i-documenti-open-1297283.html), che gettano la luce su come opera la struttura tentacolare di Soros, come manipola e interagisce all’interno delle crisi internazionali, come condiziona le scelte dei governi e dei media.

Il filantropo che odia Putin
Ma tutto questo a Soros/Shelob è perdonato perché lui è anche un filantropo, letteralmente un amico dell’umanità: la sua. E come tutti i filantropi che amano l’umanità (astratta), lui odia gli uomini, soprattutto quelli che non la pensano come lui. Il suo nemico numero uno è il leader russo Vladimir Putin; contro di lui Soros nutre una vera e propria ossessione: lo vuole distrutto, sconfitto. La colpa di Putin è di non volere sottomettere la Russia ai dettami del Nuovo Ordine Mondiale preconizzato da Soros. E quindi, da oltre 10 anni, Soros prova a fare a casa di Putin quello che gli è riuscito di fare in molti altri Paesi; alimentare finte opposizioni democratiche, sobillare piazze, infiltrare ONG finanziate direttamente da lui o da Washington, costruire manipolazioni mediatiche e ingaggiare pressioni internazionali. Non dimentichiamoci che Soros/Shelob è uno dei finanziatori dell’operazione Panama Papers, la più farlocca inchiesta giornalistica della storia dell’informazione occidentale, ed è il principale sponsor delle sanzioni a Mosca che, in realtà, stanno mettendo in ginocchio le imprese europee. Ma spesso succede ai più convinti Illuminati di rimanere abbagliati della loro stessa luce. Soros si è dimenticato di una basilare lezione di storia: mai andare a rompere le balle ai russi in casa propria; bastava chiedere a Napoleone e a Hitler. E così, prima Putin ha espulso dalla Russia una serie di ONG occidentali di diretta emanazione di Soros, tra cui la sua Open Society, per attività anti-costituzionali e anti-nazionali. Poi i russi, primi al mondo nella cyberwar, si sono scatenati. Già un anno fa un gruppo di hacker ucraini filo-Mosca ha reso pubbliche le mail segrete tra Soros e il Presidente ucraino Poroshenko. Noi fummo tra i pochi a parlarne in Italia; è una lettura utile che vi invito a fare (http://blog.ilgiornale.it/rossi/2015/07/02/le-lettere-di-soros-e-il-manovratore-della-crisi-ucraina/), perché sono notizie CLAMOROSE che invano troverete nella libera informazione democratica del nostro Paese. Mail che dimostrano chi è il manovratore della crisi in Ucraina, il destabilizzatore di quell’area, il criminale che fomenta una guerra civile che sta causando migliaia di morti e chi sta lavorando per gettare l’Europa in una nuova Guerra Fredda con la Russia che, grazie ai maggiordomi di Washington e di Londra, rischia presto di diventare assai calda. Ora, secondo molti, ci sarebbero settori d’Intelligence vicini a Mosca nel “Soros hack” che ha reso pubbliche le migliaia di documenti della Open Society.

Il burattinaio dell’immigrazione

Dalle prime analisi dei documenti pubblicati emerge come Soros stia cercando di influenzare le politiche d’immigrazione su scala globale, manipolando l’opinione pubblica e premendo sui governi occidentali per considerare la “crisi dei rifugiati in Europa una nuova normalità” portatrice di “nuove opportunità”. Più volte abbiamo dimostrato come l’esodo di immigrati (frutto delle guerre e del caos generato dall’Occidente) che sta scardinando il sistema sociale e l’identità dell’Europa non sia un accidente della storia ma un preciso disegno delle élite mondialiste di costruire un nuovo modello di società funzionale al progetto di dominio economico e finanziario. Ora ne abbiamo ulteriori prove.

La Luce di Galadriel?
Dai 2.500 documenti trafugati forse c’è materiale che consentirà di scoprire veramente non solo il volto di Soros/Shelob ma anche quello dei suoi innumerevoli fiancheggiatori che risiedono nei media, nei parlamenti, nelle università, nei centri di potere di Europa e USA. Il materiale di DCLeaks non è certo la fiala di Galadriel ma almeno uno squarcio di luce su uno dei più oscuri e nefasti sistemi di potere del nostro tempo.

Giampaolo Rossi
22 agosto 2016
blog.ilgiornale.it/rossi/2016/08/22/il-vizietto-di-soros-lo-shelob-del-nuovo-ordine-m...
wheaton80
00giovedì 20 settembre 2018 18:09
Le lettere di Soros e il “manovratore” della crisi ucraina

Tre lettere hackerate
Si chiamano CyberBerkut e sono un gruppo di “hacker” ucraini filo-russi. Negli ultimi tempi ne hanno combinate di tutti i colori: sono stati loro a rendere pubblica su You Tube la famosa telefonata tra Victoria Nuland (responsabile per l’Eurasia della Casa Bianca) e l’ambasciatore americano a Kiev; e sempre loro hanno hackerato siti NATO, violato la mail dell’ambasciata USA e di molti ministeri ucraini, bloccato telefonini di esponenti del governo di Kiev, danneggiato sistemi informatici. Un mese fa sono penetrati nel server del Presidente ucraino Poroshenko e hanno tirato fuori tre documenti firmati da George Soros, il multimiliardario finanziere e filantropo espressione della tecnocrazia illuminata. Sono tre file importanti che fanno capire chi tiene le fila della strategia occidentalista a Kiev:

1. Una lettera, datata dicembre 2014, indirizzata a Poroshenko e al Primo Ministro Yatsenyuk:

cyber-berkut.org/docs/Poroshenko,_Petro_and_Yatsenyuk,_Arseniy_23D...

2. Un documento, datato marzo 2015, nel quale Soros, che si firma ironicamente “autoproclamato difensore della nuova Ucraina”, delinea la “strategia globale a breve e medio termine”:

cyber-berkut.org/docs/Soros_Ukraine_March_non-paper%20_2015...

3. Un documento non datato di analisi militare:

cyber-berkut.org/docs/ukraine_letter_to_potus_draft.pdf

Nella lettera a Poroshenko, Soros racconta delle pressioni da lui fatte sull’Unione Europea (Juncker e Tusk) e sull'FMI (Lagarde) per concedere ulteriori aiuti all’Ucraina, “che ha bisogno di un pacchetto finanziario più grande dei 15 miliardi di dollari attualmente previsto per mantenere il tenore di vita a un livello tollerabile”; ma perché il prestito arrivi occorrono segnali più sostanziosi “nell’intraprendere riforme radicali”. Per fortuna i tre ministri della “nuova Ucraina” (cioè vale a dire i tre tecnocrati stranieri che Soros e Washington hanno messo al governo di Kiev) sono pronti a metterle in campo. In attesa della decisione del Consiglio d’Europa d’impegnarsi con l'FMI, Soros preannuncia che interverrà personalmente sul Ministro del Tesoro americano Jack Law affinché la Fed attui un accordo di currency swap di tre mesi con la Banca Nazionale Ucraina. Sui tre ministri stranieri e su altre verità interessanti della crisi Ucraina che i media non vi raccontano, vi invito a perdere quattro dei vostri minuti per questo docu-video realizzato per Il Giornale.it; un viaggio senza ritorno dalle vostre certezze:

www.youtube.com/watch?v=-_FIAF2h4XA&list=PLuf_UIeHJbCu2gcmFAUXkOfIA...

Un’analisi delirante
Gli altri due documenti chiariscono chi sta alimentando il rischio di una guerra dell’Occidente contro la Russia. Nel documento di strategia, Soros analizza lo scenario complessivo e spiega come intende intervenire. Secondo il finanziere, a Putin non interesserebbe una vittoria militare, che gli consegnerebbe solo una parte dell’Ucraina, ma preferirebbe il crollo finanziario (con conseguente caos politico) che destabilizzi tutta l’Ucraina. Lo scenario che Soros dipinge è delirante: se l’Ucraina crollasse, Putin diventerebbe un pericolo per l’intera Europa. Quindi occorre fare tutto il possibile per aiutare la “nuova Ucraina” (cioè la sua) attraverso una doppia strategia: militare (in carico agli Stati Uniti) ed economica (in carico all’Europa). Da un punto di vista militare gli USA devono:

- Dare all’Ucraina “assistenza militare letale (…) per resistere alla forza schiacciante di Russia”
- Rifornire l’Ucraina di armi difensive di sofisticazione pari per contrastare quelle avversarie; “nel linguaggio del poker l’America deve andare al vedo, ma senza rilanciare”
- Addestrare personale ucraino in Paesi esteri (per esempio in Romania), in modo da dissimulare l’attività NATO in Ucraina

Da un punto di vista economico l’Europa deve:

- Mantenere e rafforzare le sanzioni occidentali contro Mosca (sanzioni che, ricordiamo, secondo l’Istat nei soli primi quattro mesi del 2015 sono costate alle imprese italiane due miliardi di euro)
- Ripristinare “una minima stabilità monetaria e il funzionamento del sistema bancario” preservando l’integrità e l’autonomia della National Bank of Ukraine
- Firmare un accordo quadro “per destinare 1 miliardo di euro all’anno all’Ucraina” da parte della Commissione Europea

In altre parole gli USA dovrebbero impegnarsi militarmente in Ucraina più di quanto s’impegnano contro l’ISIS; e l’Europa dovrebbe fare economicamente per Kiev quello che non fa per Atene.

La Fondazione per la Rinascita Internazionale

L’interesse di Soros per l’Ucraina non è cosa recente. Furono i suoi soldi (sotto forma di Fondazioni umanitarie e controllo sui media) a finanziare la rivoluzione arancione del 2004 che spinse al potere il suo amico banchiere Juščenko. L’ingerenza di Soros sugli eventi ucraini è ammessa da lui stesso; in questa intervista alla Cnn del 2014 conferma di aver “creato una Fondazione in Ucraina prima che il Paese diventasse indipendente dalla Russia”:

cnnpressroom.blogs.cnn.com/2014/05/25/soros-on-russian-ethnic-nati...

La Fondazione “è tuttora attiva; e ha svolto un ruolo importante negli eventi attuali”. La Fondazione di cui parla Soros è la International Renaissance Foundation, da lui stesso definita“ramo ucraino della Fondazione Soros”, citata nei documenti pubblicati come finanziatore unico del Consiglio Nazionale delle Riforme (NRC), organismo governativo composto da Parlamento, Presidente e società civile e che ora sarà inserita nel Project Management Office, l’ente che dovrà gestire i progetti economici ucraini e le attività di riforme statali. Appare sempre più chiaro che il conflitto in atto tra Occidente e Russia è voluto e alimentato da circoli finanziari di cui Soros è il referente principale. Liquidare tutto questo come “complottismo” è solo un modo stupido per non ammettere il deficit democratico e il controllo sempre maggiore che una tecnocrazia illegittima esercita sulla sovranità popolare e sui destini delle Nazioni; è questo il vero pericolo per l’Europa.

Giampolo Rossi
02 luglio 2015
blog.ilgiornale.it/rossi/2015/07/02/le-lettere-di-soros-e-il-manovratore-della-crisi-...
wheaton80
00martedì 21 gennaio 2020 19:45
Soros, pioggia di soldi all’Islam radicale in Francia

George Soros finanzia l’Islam radicale in Francia. Come riporta Panorama, Soros ha finanziato Alliance Citoyenne, un’associazione francese collegata alla Fratellanza Musulmana: ossia la più grande organizzazione islamica al mondo che predica l’antisemitismo e auspica il ritorno al Califfato:

www.panorama.it/news/soros-miliardario-islam-musulmani-isis

La scoperta è avvenuta poche settimane fa grazie all’Observatoire du Journalisme Français, e Panorama conferma la notizia. Ma che cos’è Alliance Citoyenne? Formata prevalentemente da attiviste, spiega Panorama, si batte per i «pari diritti» delle donne musulmane nella società francese ed europea. Per esempio, il «diritto» di poter continuare a portare il burkini nonostante i divieti di molte municipalità francesi dopo la stagione di attentati terroristici. Il burkini è un costume da bagno femminile che copre interamente il corpo lasciando intravedere solo viso, mani e piedi e, per questo, rispettoso della dottrina islamica. Lo scorso 23 giugno attiviste di Alliance hanno fatto irruzione nella piscina comunale Jean-Bron di Grenoble e messo in piedi un’azione dimostrativa, che ha avuto grande eco tra i media francesi. Un islam radicale, dunque.

Soros finanzia gli islamisti in Francia
L’associazione Alliance Citoyenne in Francia risulta anche partner, oltre che di Soros, degli Étudiants Musulmans de France (EMF), considerati la branca studentesca della Fratellanza Musulmana francese al pari dei Jeunes Musulmans de France (JMF). Entrambe le sigle riuniscono i giovani attivisti dell’UOIF, l’Unione delle Organizzazioni Islamiche di Francia: un’organizzazione mantello a sua volta nell’orbita dei Fratelli Musulmani, di stampo islamista radicale. Alliance Citoyenne gode del sostegno finanziario della città di Grenoble, amministrata da un’alleanza composta da Europe-Ecologie Les Verts (i verdi francesi), il Parti de Gauche (Partito della Sinistra), la Sinistra Anticapitalista e due associazioni locali. Ed è stata anche denunciata dal Consigliere Municipale Matthieu Chamussy e dalla polizia di Grenoble, che accusa le sue attiviste di «aver commesso o tentato di commettere il reato di raccolta di dati personali con un mezzo fraudolento, ingiusto o illegale». In Francia George Soros è con l’Islam radicale.

Chi è George Soros
Piaccia o meno, George Soros è indiscutibilmente una delle personalità più influenti dei nostri giorni. Il magnate ungherese naturalizzato americano, che con un patrimonio personale di 24,9 miliardi di dollari risulta essere tra le trenta persone più ricche del pianeta, divenne famoso in Italia durante il cosiddetto “mercoledì nero” del 16 settembre 1992, quando la lira italiana e la sterlina inglese furono costrette ad uscire dal Sistema Monetario Europeo (SME) a seguito di una speculazione finanziaria da lui condotta attraverso il fondo Quantum: operazione che lo stesso Soros non ha mai rinnegato e di cui non si è mai pentito. Quel giorno lo “squalo” della finanza vendette lire allo scoperto comprando dollari, e ciò costrinse la Banca d’Italia a vendere 48 miliardi di dollari di riserve per sostenere il cambio, portando a una svalutazione della nostra moneta del 30%. Come dichiarò all’Huffington Post nel 2013, “gli speculatori fanno il loro lavoro, non hanno colpe. Queste semmai competono ai legislatori che permettono che le speculazioni avvengano. Gli speculatori sono solo i messaggeri di cattive notizie”.

Lo speculatore finanzia anche i gruppi “green” vicino Greta
George Soros è con Greta Thunberg. Almeno 22 dei gruppi di attivisti di sinistra partner nel Global Climate Strike hanno ricevuto $ 24.854.592 in finanziamenti dal miliardario liberista George Soros tra il 2000-2017 attraverso la sua Open Society Network, ha riferito Joseph Vazquez giovedì per il Media Research Center. A darne notizia è Breitbart. Sebbene apparentemente innescato dalle proteste della sedicenne Greta Thunberg, il Global Climate Strike porta fin dall’inizio le impronte indelebili di attivisti e finanzieri come il liberal George Soros.

6 ottobre 2019
oltrelalinea.news/2019/10/06/soros-pioggia-di-soldi-allislam-radicale-in-...
wheaton80
00mercoledì 10 maggio 2023 11:55
Le manovre di Soros per monopolizzare i giudici

George Soros ha speso 40 milioni di dollari nell'ultimo decennio per eleggere 75 procuratori progressisti: è l'accusa dell’ultimo rapporto del Law Enforcement Legal Defense Fund (LELDF) nei confronti del "filantropo" della "società aperta liberale". Secondo lo studio pubblicato lo scorso mese di giugno, questi cosiddetti "procuratori progressisti" presiedono «le giurisdizioni in cui vive più di un americano su cinque (circa il 22% della popolazione, pari a 72 milioni di abitanti) e tra le loro giurisdizioni di competenza si trovano 25 dei 50 comuni più popolosi d'America».

www.policedefense.org/wp-content/uploads/2022/06/Justice_For_Sale_LELDF_re...

Dal 2018 al 2021, Soros ha speso 13 milioni di dollari solo per l’elezione di 10 procuratori ed in alcuni casi i suoi finanziamenti sono stati pari al 90% del totale delle spese elettorali. A giugno 2022, quando venne pubblicato il rapporto di LELDF, Soros aveva speso più di 40 milioni di dollari in campagne elettorali dirette per l'elezione dei procuratori nell'ultimo decennio. Tra questi ci sono George Gascon, il controverso procuratore distrettuale di Los Angeles, Larry Krasner, il procuratore distrettuale di Filadelfia, ma anche quell’Alvin Bragg di New York che da qualche settimana è impegnato "casualmente" nell’accusa al processo per reati fiscali contro Donald Trump, dopo che un anno fa l’indagine appariva conclusa con un nulla di fatto. L'influenza di questi procuratori sul sistema giudiziario e sulla sicurezza pubblica è ancora maggiore se si tiene conto del volume dei crimini, infatti nel 2021 più del 40% (oltre 9.000) dei circa 22.500 omicidi negli Stati Uniti si è verificato in aree supervisionate da questi procuratori. Queste giurisdizioni hanno registrato più di un terzo di tutti i crimini violenti e dei reati contro la proprietà nel 2021. Tradizionalmente, le elezioni per la carica di procuratore distrettuale erano state un «affare tranquillo», scrivono gli autori:«I candidati spendevano pochissimo per le loro campagne, cercando invece di accaparrarsi i consensi locali e di migliorare le loro qualifiche legali», ma con la discesa in campo del "liberale" Soros e della sua corrente per la "giustizia sociale" la situazione è cambiata e milioni di dollari per le campagne elettorali sono confluiti in queste competizioni al ballottaggio.

La scandalosa ed illiberale "presa di Soros" sulla giustizia americana, balzata nuovamente alla luce nelle scorse settimane, quando Soros è stato uno dei milionari sponsor che hanno portato alla vittoria elettorale di Janet Protasiewicz, la candidata pro-aborto ed LGBT, alla Corte Suprema del Wisconsin, è riemersa nei giorni scorsi. Un'organizzazione no-profit di estrema sinistra, accusata di schierarsi con i criminali e operare all'interno delle procure locali, è quasi interamente finanziata da agenzie governative federali, tra cui il Dipartimento di Giustizia. Il Vera Institute of Justice, un'organizzazione no-profit legata a Soros, ha ricevuto 290 milioni di dollari dal governo federale solo negli ultimi 12 mesi per il suo lavoro nel campo dell'immigrazione illegale e del sistema giudiziario penale. Se i contratti in corso saranno prorogati per i prossimi quattro anni, gli esborsi potranno superare il miliardo di dollari. L’organizzazione, secondo le indagini giornalistiche di Fox News, da un lato vuole ridurre i sistemi di controllo nel sistema ‘penale e migratorio’, dall’altro sostiene il disarmo della polizia, collaborando con gli uffici dei procuratori distrettuali "amici" o "sensibili alla giustizia sociale" per addomesticare artificialmente le "disparità razziali" nelle decisioni di perseguire i criminali, pur di demolire un sistema giudiziario “razzista”.

www.foxnews.com/media/doj-federal-agencies-pour-hundreds-millions-soros-linked-group-accused-trying-nul...

«Il sistema giudiziario penale è stato uno strumento di oppressione razziale e di controllo sociale... In quanto attori tra i più potenti del sistema, i pubblici ministeri hanno la responsabilità di lavorare per correggere questo impatto», ha affermato recentemente il Vera Institute. Vi pare di legger qualcosa di simile alla missione moralizzatrice dei magistrati così frequente nell’Europa continentale? Già, proprio lo stesso spirito anima molti giudici del supremo tribunale a difesa dei diritti umani cui qualunque cittadino europeo dovrebbe poter guardare con speranza e desiderio di giustizia. Ricorderete tre anni orsono la nostra descrizione su La Bussola dell’inchiesta sui conflitti di interessi e la mole impressionante di decisioni ‘farlocche’ emerse dalla commistione tra almeno 18 giudici e ONG sostenute da Soros.

lanuovabq.it/it/la-corte-europea-dei-diritti-umani-e-...

Ebbene, grazie ad una nuova indagine dell’ECLJ di Gregor Puppinck, recentemente pubblicata e ripresa da diversi organi di stampa internazionale, si è potuto verificare che le decisioni della Corte per evitare i conflitti di interesse, come era già evidente negli anni scorsi, sono state fallimentari e «negli ultimi tre anni si sono verificate almeno altre 54 situazioni di conflitto di interessi, 18 delle quali hanno riguardato sentenze della Grande Camera (ultima istanza), oltre a casi di nepotismo, seri dubbi sulla sincerità dei curricula di alcuni giudici, la mancanza di trasparenza della cancelleria… tutto frutto dell'indebita e permanente influenza che la Open Society di Soros e le sue organizzazioni hanno sulla Corte Europea», in particolare su «12 dei 46 giudici della CEDU».

static.eclj.org/pdf/Rapport%20ECLJ%20L%20impartialite%20de%20la%20CEDH%20Pr%20oblemes%20et%20recommandations%20avril%202...

È bene chiedersi, davanti a queste sconcertanti evidenze, se i filantropi e i movimenti liberal-progressisti che si battono per una società più inclusiva e aperta, non vogliano in realtà controllare tutti i poteri dello Stato democratico, a partire da quello della giustizia, con giudici armati per colpire gli avversari e amnistiare gli amici.

Luca Volontè
03 maggio 2023
lanuovabq.it/it/le-manovre-di-soros-per-monopolizzare-i...
wheaton80
00giovedì 17 agosto 2023 18:11
"L'Europa sta troppo bene": i soldi di Soros finiscono altrove

La "Open Society Foundations" (OSF) di George Soros sta abbandonando l'Europa. La società del 93enne magnate americano di origine ungherese, molto attiva nel sociale, ha deciso di ridurre al minimo il proprio budget europeo. Il motivo? L'Unione Europea e gli stessi Stati membri investono già molto denaro a favore dei diritti umani e contro discriminazione e diversità sociali, per cui l'ente benefico di Soros ha deciso che può dedicarsi ad altre zone del mondo più bisognose. Il Consiglio di Amministrazione di OSF (fondata da Soros nel 1979 e che dal 2018 ha trasferito la sede europea da Budapest e Berlino) ha inviato venerdì scorso una lettera alle tante ONG con cui collabora per spiegare la decisione del proprio disimpegno. Ma non tutte le associazioni l'hanno presa bene. Ad esempio l'Associazione LMBT ungherese, di cui Peter Hanzli è il portavoce:"Per me, la motivazione è un pò contraddittoria. Una cosa è che l'Unione Europea faccia dichiarazioni, progetti e investimenti, un'altra è come vengono attuati. Si riferiscono alle azioni dei governi: ebbene, il governo ungherese, ad esempio, non fa molto per le persone LGBTQ, anzi, in realtà è contro di loro. E per quanto riguarda la democrazia stessa, non solo in Ungheria, ma anche in altri Stati membri dell'UE, non gode di ottima salute". Le risorse della "Open Society Foundations" destinate all'UE saranno spese in altre parti del mondo già a partire dal prossimo anno. Questo sarebbe il primo passo di Alex Soros, 37 anni, l'erede designato dal padre a guidare un impero da 25 miliardi di dollari. La tempistica di questo cambiamento alla guida non è ancora chiara e non ci sono informazioni certe neppure sul futuro dei fondi OSF in quei Paesi dell'Unione Europea (come la stessa Ungheria di cui Soros è originario) dove i governi non prestano molta attenzione né denaro alla costruzione di una "Open Society".

Cristiano Tassinari
15/08/2023
it.euronews.com/2023/08/15/leuropa-sta-troppo-bene-gli-investimenti-umanitari-di-george-soros-finiscono...
wheaton80
00martedì 5 settembre 2023 14:03
Il crollo della rete eversiva di George Soros: la fine dell’epoca del mondialismo

Fine di un’epoca e di un impero. Potrebbe essere questa la sintesi per descrivere quanto sta accadendo alla rete delle ONG di George Soros. Il famoso, o forse sarebbe più appropriato dire famigerato, magnate di origini ungheresi ed ebraiche ha annunciato che verrà licenziato il 40% del personale che lavora per la sua altrettanto famigerata Open Society. La rete di questa ONG negli ultimi quattro decenni è arrivata pressoché ovunque nel globo e si è posta uno scopo preciso. Non soltanto quello della mera promozione del culto dei diritti umani ma soprattutto quello di infiltrare le istituzioni di quei governi che sono riluttanti ad aderire a tale culto. Questo spiega perché in passato sono sorti problemi tra alcuni governi e le ONG di Soros, alle quali è stata mostrata la porta. I casi più celebri sono quelli della Russia di Putin e dell’Ungheria di Orban, che hanno stabilito che la Open Society è soggetto indesiderato nei rispettivi Paesi. Dietro l’acronimo di ONG si cela il nome di organizzazione non governativa, che è una delle principali forme associative scelte delle élite liberali per imporre ai governi l’agenda del mondialismo. George Soros in questo senso ha assunto un ruolo di assoluto rilievo. È stato l’uomo che nel bene, poco o inesistente, e nel male, molto e abbondante, ha cambiato la storia dell’Occidente negli ultimi 40 anni. A Soros è stato assegnato un compito molto specifico. Quello di promuovere un’idea di società che rifiutasse qualsiasi legame con il passato dell’Occidente cristiano e che sostituisse le sue tradizioni religiose e la sua identità etnica con un feticcio secolare composto dal famigerato “melting pot”, nel quale i migranti afro-asiatici diventano i nuovi cittadini “eletti” di questa società. I popoli nativi dell’Europa Occidentale in tale visione sono considerati un intralcio in quanto custodi della vecchia identità da sopprimere ed è per questo che il fiume di denaro di Soros è giunto soprattutto nelle ONG che praticano il traffico di esseri umani. L’immigrazione di massa è indispensabile per giungere a quella sostituzione etnica di cui parlava un precursore di Soros, il conte Kalergi, che ha molto in comune con il magnate americano. L’abbattimento di ogni barriera e confine è indispensabile per consentire tale invasione e mettere fine all’idea stessa di Nazione.

Le origini di George Soros: l’uomo dei Rothschild
Occorre però interrogarsi su com’è nato George Soros e la sua rilevanza pubblica per comprendere quali forze abbiano costruito il suo personaggio. Per risalire alla genesi di Soros è necessario dunque tornare indietro ai primi anni della carriera del finanziere, che risale alla fondazione nel 1973 del suo celebre fondo di investimenti Quantum Fund. Il Quantum Fund viene stabilito nelle Antille Olandesi e questa scelta non è certo dettata dalla casualità. Le Antille Olandesi sono un vero e proprio paradiso fiscale e la trasparenza sui soci che versano i capitali alle società registrate lì è praticamente minima. La genesi di George Soros come finanziere internazionale non viene da un suo presunto genio speculativo, quanto dall’essere stato scelto da determinati soggetti molto potenti in tale ambiente come quello che nel mondo finanziario è noto con il nome di “front man”, ovvero figurante o prestanome di altri personaggi ben più potenti. Se si guarda infatti ai nomi dei direttori del suo fondo di investimenti si incappa in personaggi quali Richard Katz e Nils Taube. Probabilmente tali nomi non diranno molto al lettore, ma questi due personaggi vantano degli strettissimi legami con la famiglia principe della finanza internazionale, i Rothschild, in particolare il ramo britannico. Katz infatti è stato direttore della N. M. Rothschild & Sons LTD di Londra nel 1988 ed era molto vicino ad un noto personaggio della famiglia in questione, Evelyn de Rothschild, scomparso recentemente. Evelyn è stato tra l’altro per anni il proprietario esclusivo della celebre rivista britannica “The Economist”, nota per le sue copertine alquanto simboliche tra le alte sfere dei poteri mondiali. Taube invece era socio nel 1993 della banca d’affari Saint James Place Capital, di un altro noto esponente dei Rothschild, Jacob. Ovunque si guardi intorno al personaggio Soros si trovano uomini e agenti di questa potentissima famiglia di banchieri. I Rothschild utilizzano da molto tempo una rete di prestanome ai quali intestano varie società e nelle quali sono depositati tutti i loro immensi capitali. Il modus operandi di questa famiglia è praticamente immutato sin dalle origini della dinastia. Sono diversi gli storici, ovviamente non quelli eletti dalla storiografia liberale, che hanno documentato come già nel 1800 la famiglia Rothschild si servisse di agenti in altri Paesi per occultare le sue attività finanziarie.

Il ricercatore americano Eustace Mullins, nel suo libro “I segreti della Federal Reserve”, riporta come il fondatore della nota banca JP Morgan, John Pierpont Morgan, non fosse altro che un rappresentante dei banchieri di Londra. L’enorme impero bancario di Morgan che sussiste tuttora ai giorni nostri non sarebbe altro quindi che una emanazione di quello londinese dei Rothschild. Di generazione in generazione, i membri di questa famiglia hanno tenuto fede all’insegnamento del loro fondatore e capostipite, Mayer Amschel de Rothschild. Amschel era un cambiavalute di Francoforte che si era fatto strada alla fine del '700 diventando il consigliere finanziario di diversi principi e nobili dell’epoca. Alla sua morte, avvenuta nel 1812, trasmise una massima ai suoi cinque figli che ancora oggi è una regola ferrea della famiglia. La vera entità del patrimonio non avrebbe mai dovuto essere rivelata al mondo esterno, e certamente il modo migliore per farlo era quello di costruire una infinita rete di scatole cinesi e di prestanome sotto i quali nascondere il patrimonio di famiglia. Attraverso questo meccanismo, i Rothschild sono rimasti pressoché sconosciuti all’opinione pubblica ed è stato questo probabilmente il loro potere più grande. Quello di agire nell’ombra e di conquistare a poco a poco tutte le ricchezze delle nazioni fino a diventare i padroni di un vasto impero mondiale. C’è uno storico aneddoto che dimostra la spregiudicatezza di questi banchieri. Nel 1815, quando Napoleone perse la battaglia di Waterloo, Nathan Rothschild fu responsabile di quello che si può definire come il primo aggiotaggio della storia. Il banchiere sapeva già in anticipo rispetto agli altri concorrenti che Napoleone aveva perduto, ma ingannò i mercati. Iniziò a vendere i titoli inglesi e tutti lo seguirono, credendo che avesse ricevuto informazione della sconfitta della corona britannica. In realtà, già sapeva della vittoria inglese e ordinò di ricomprare i titoli quando giunsero al minimo possibile e un attimo prima che si diffondesse la notizia della sconfitta di Napoleone. In un colpo solo, Nathan de Rothschild accumulò una cifra pari a 1 milione di sterline quando il salario annuale era pari allora a 50 sterline all’anno. La famiglia di banchieri di origini askenazite attraverso il suo impero finanziario divenne la vera padrona della corona britannica e dei suoi successivi governi. Soros si colloca pienamente in questa fitta tela fatta di società offshore e altri fondi di investimento quali Vanguard e BlackRock, i cui azionisti di maggioranza non vengono resi noti al pubblico. Non si tratta altro infatti che dell’ennesimo agente dei Rothschild che ha ricevuto per le mani un’enorme liquidità che gli è stata data per raggiungere determinati scopi.

I fondi di Soros hanno rovesciato governi ostili ai Rothschild
Un’associazione americana, la Media Research Center, ha calcolato che il finanziere ha versato nelle casse Open Society dal 1984 ad oggi la enorme cifra di 32 miliardi di dollari. E questo fiume di denaro ha certamente ingerito e cambiato il destino di molti Paesi. Sono innumerevoli gli esempi che si potrebbero fare a questo proposito e si può citare il caso dell’Ucraina solamente perché esso è il più vivo e presente nelle cronache attuali. Se oggi l’Ucraina si trova in mano ad un manipolo di sanguinari nazisti lo si deve a uomini come Soros. Nel 2014 fu lui ad attivare la sezione locale della sua Open Society e a ordinare il cambio di potere ai vertici della presidenza ucraina allora nelle mani di Viktor Yanukovich. Yanukovich era considerato troppo vicino a Mosca e non abbastanza all’Unione Europea e quindi era necessario attuare un golpe che nel gergo sorosiano è noto come “rivoluzione colorata”. Quando ciò accade vediamo le strade di un determinato Paese pullulare di manifestanti che spesso non sono nemmeno locali ma stranieri reclutati e assoldati per l’occasione per chiedere con forza la fine di un governo. Quando ciò non basta si ricorre anche a metodi più violenti, come visto con l’Euromaidan, quando cecchini non appartenenti al governo di Yanukovich aprirono il fuoco sui manifestanti radunatisi nel febbraio 2014 nella piazza Maidan di Kiev. Una successiva telefonata intercettata tra Catherine Ashton, allora capo della diplomazia dell’UE, e Urmas Paet, ex Ministro degli Esteri estone, ha rivelato come furono i leader della opposizione nazista protetti dall’Amministrazione Obama e dalla Open Society a compiere il massacro di 95 persone. I nazisti avevano necessità di radicalizzare il più possibile le proteste e decisero di perpetrare la strage per arrivare al rovesciamento di Yanukovich e consegnare il potere alla loro frangia nazista. A permettere tale passaggio di consegne è stato George Soros, che si vantò anche pubblicamente della sua attività da eversore internazionale. Qui si vede anche il corto circuito del liberalismo della società aperta, che da un lato predica i cosiddetti diritti umani e dall’altro non si fa particolari scrupoli a reclutare assassini e personaggi con la svastica tatuata sul petto pur di raggiungere i propri scopi. La società aperta di Soros dunque serve a questo. Serve a rovesciare quei governi ostili e in opposizione al disegno del governo globale voluto dalle “grandi” famiglie della finanza quali i Rothschild, i Rockefeller e i Warburg.

La fine della globalizzazione e del potere finanziario
Ciò che sta cambiando adesso è la struttura del potere economico e finanziario che ha consentito a tali famiglie di avere un monopolio assoluto sull’economia mondiale negli ultimi 30 anni. La globalizzazione che ha trasferito tutte le ricchezze nell’1% della popolazione mondiale sta volgendo al termine. Non si contano i licenziamenti delle “grandi” corporation e gruppi bancari, quali Amazon, Facebook, Goldman Sachs e Morgan Stanley. Il fondo di investimenti citato in precedenza e che possiede una sterminata rete di società, BlackRock, stavolta ha avuto gli onori delle cronache per le ragioni che non avrebbe voluto. È il fondo che ha perduto il più alto ammontare di capitali lo scorso anno, quando ha visto andare in fumo la cifra da capogiro di 1,7 trilioni di dollari. Se dunque stiamo per entrare nell’epoca della de-globalizzazione e della fine dell’assolutismo dell’alta finanza è del tutto naturale che uno degli agenti di tale sistema inizi ad uscire di scena. I licenziamenti della Open Society sono la conseguenza della crisi di tale sistema. A questo si aggiunga che Soros ha lasciato il suo impero in declino al figlio Alexander, che viene giudicato debole e privo della necessaria spregiudicatezza del padre. È la fine di un’epoca. È la fine dell’epoca della rivoluzione permanente che ha seminato caos e violenza nel mondo in nome delle ambizioni mondialiste. Sarà un’epoca diversa quella che arriverà, dove le nazioni avranno un ruolo da protagoniste e non da comprimarie come è stato negli anni dell’interzionalismo globale. In questa epoca che sta per iniziare, non ci sarà posto per uomini come George Soros.

Cesare Sacchetti
07 luglio 2023
www.lacrunadellago.net/il-crollo-dellimpero-eversivo-di-george-soros-la-fine-dellepoca-del-mond...
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 07:27.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com