come affrontare il nuovo ordine mondiale

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hhh.
00domenica 7 giugno 2009 16:16
prendo spunto dal film 300,dove narra la storia di un governo mondiale persiano guidato dall'imperatore serse,questo impero conquistava tutte le popolazioni libere tranne che nel momento che un popolo(gli spartani)si oppose.
il film e ' romanzato quindi anche i miei commenti ,il film vedetelo anche a livello di battaglia dell'animo ,quindi ogni tanto non guardate solo le spade.
ps visto che tratta di film da guerra le immaggini sono violente
postero qualche pezzettino del film gni settimana.
buona visione


La battaglia delle Termopili ebbe luogo nell'agosto del 480 a.C. tra una alleanza di città-stato greche e l'Impero persiano degli Achemenidi.

Secondo Erodoto, la spedizione di Serse era formata da circa quattro milioni e settecentomila uomini: 1.800.000 combattenti asiatici, 300.000 di altra nazionalità comandati da 6 generali di corpo d'armata, di cui 2 di cavalleria con 29 generali subalterni (1 per nazione) e 2.600.000 uomini che non facevano parte dell'esercito. La flotta contava 1.200 triremi e 3.000 navi da trasporto con 250.000 uomini di nazionalità persiana meda e sacia; lo storico conta: i 300 vascelli di Sidone, i 200 provenienti dall'Egitto, i 150 di Cipro, i 100 della Cilicia, i 5 sotto il comando della regina Artemisia di Alicarnasso, il resto provenienti da Panfilia, Licia e Caria. Mentre il poeta Simonide lo stimava in circa tre milioni. Erodoto scrive anche che l'esercito bevve fiumi interi prosciugandoli e mangiò provviste destinate ad intere città


it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_delle_Termopili_(480_a.C.)





1 parte

www.youtube.com/watch?v=nNL1fil_O7M


2 parte


www.youtube.com/watch?v=lUzpBIJu2R8



(Marcello86)
00lunedì 8 giugno 2009 12:55
l'ho visto in tutte le salse il film 300
un sacco di parodie.... [SM=x268952]
come affrontare il nuovo ordine mondiale?
io ho una pistola semiautomatica GLOCK 9x21mm con 17 colpi per caricatore è un inizio....
=Foxtrott=
00lunedì 8 giugno 2009 20:08
bellissimo film e bellissima storia..

onore ai 300 spartani e al loro Re





hhh.
00giovedì 11 giugno 2009 12:27
Re:
=Foxtrott=, 08/06/2009 20:08:

bellissimo film e bellissima storia..

onore ai 300 spartani e al loro Re




ho studiato che la storia presa dal film e' molto reale.la celebre frasi :persiani venite a prenderle,cosi come il tradimento di efialte.
si sa che nel mondo antico la persia rappresentava un grande impero (si parla di cento nazioni)con la volonta' di sottomettere le popolazioni libere .si puo' dire che molto volte nel passato altri imperi nel corso della storia volevano creare un nuovo ordine mondiale ma almeno prima cerano chi si ribbellava anche solo 300 persone ,adesso io nnon ne vedo neanche una.a te cosa e' piaciuto del film?


ps la storia non lo studiata su wikipedia [SM=g27828]

Nel frattempo la flotta e l'esercito persiano si congiunsero nei pressi del golfo Termaico, poi sulla penisola di Pallene, mentre l'esercito attraversata la Tessaglia giunge in Trachide (presso la città di Trachis), regione posta tra i fiumi Asopo e Melas. Nelle successive due settimane ciò che avvenne sul passo delle Termopili e all'Artemisio è da considerarsi parte di un'unica battaglia, dove un fronte condiziona l'altro, ma la successione degli eventi è talmente confusa nei 3 giorni di scontro terrestre, che la seguente è solo una delle possibili ricostruzioni.

Sullo stretto Leonida sceglie di attestarsi sulla porta centrale, dove fa ricostruire l'antico muro focese, mentre viene avvertito dai Malii della presenza del sentiero detto dell'Anopaia e dove vi stacca un contingente di mille uomini, in gran parte Focesi.

Serse non credeva che un esercito di poche migliaia di uomini gli si potesse opporre, e diede ai Greci cinque giorni per ritirarsi. Vista l'ostinazione promise a Leonida la carica di satrapo dell'Ellade, qualora si fosse arreso e per tutta risposta si senti dire che era già re e non intendeva diventare satrapo.

Nel frattempo la flotta non riusciva ad avanzare, bloccata dalle veloci navi ateniesi a capo Artemisio dove lo stratega era Temistocle.

È celebre un piccolo aneddoto: alcuni disertori dell'esercito persiano (per lo più Greci arruolati con la forza) avevano dichiarato che i Persiani erano così tanti da oscurare il sole con le loro frecce; gli spartani risposero Bene, allora combatteremo nell'ombra. Questa frase venne attribuita da Erodoto a un soldato spartano di nome Dienece, del quale ricorda il coraggio nel pronunciare tali parole.

Informato degli intoppi via mare, Serse si concentra sull'avanzata via terra e attacca con due contingenti, scelti in gran parte tra coloro che avevano perso dei parenti a Maratona. I Persiani attaccavano la postazione greca a gruppi di 10.000 soldati per volta tentando assalti frontali con frecce e corte lance, ma non riuscivano a rompere le formazioni degli opliti Greci, armati di lunghe lance. La prima ondata ad arrivare sui Greci fu quella dei Medi comandata da Tigranes, che assaltarono con entusiasmo ma furono respinti. Gli spartani infatti, posti in prima linea, formavano tutti uniti un muro di scudi e picche impenetrabile e respinsero con violenza gli assalitori, che arretrarono subendo gravi perdite. La seconda ondata fu dei Cissi provenienti da Susa equipaggiati con un grande scudo ma anche loro fallirono miseramente. Tentarono anche di aggirare il nemico dal lato della costa, coprendo lo sbarco con un massiccio lancio di frecce lungo la costa, ma molti caddero a causa delle zone paludose, che non permettevano di approdare con facilità. Così dovettero abbandonare anche questa tattica.

I Persiani avrebbero potuto tentare di colpire i Greci con giavellotti e frecce, ma la carica frontale sembrò la soluzione più rapida e, forse, l'unica che potesse essere adottata, in quanto i Greci avrebbero potuto avanzare per colmare la distanza con un eventuale schieramento di arcieri, tornando ad una situazione di lotta corpo a corpo.

Il giorno successivo Serse schierò in campo le sue truppe migliori, i diecimila immortali, comandati da Idarne, che non ebbero maggior fortuna. I Greci combattevano a turno, concedendosi un po' di riposo da quel massacro, si accasciavano a terra sudati e sporchi di sangue per poi rialzarsi e tornare a combattere.

Resosi conto delle difficoltà dell'avanzata, Serse che era convinto di sfondare via mare, si decise ad usare il sentiero dell'Anopaia, che sicuramente già conosceva, ma che non voleva usare ben sapendo delle difficoltà di un manovra notturna. Fu un pastore di nome Efialte che guidò i Persiani sul sentiero (venne ucciso in seguito da un sicario dopo che ebbero messo una taglia sulla sua testa). La strada era difesa dai Focesi che erano stati distaccati su quel passo due giorni prima. Essi però non si aspettavano un attacco dei Persiani per cui, quando furono attaccati dagli Immortali di Serse, offrirono una ben debole resistenza, preferendo difendere la strada per la Focide, consentendo ai Persiani di avanzare incontrastati (si può anche pensare che abbiano preso degli accordi con i Persiani, ritirandosi).[senza fonte]

Leonida riunì il consiglio di guerra, del quale a noi è giunta questa versione:

Il re ordinò agli alleati greci di ritirarsi dato che lo scacchiere sulle Termopili era perduto decidendo di limitare il sacrificio agli spartani, i quali non si ritirano mai; con loro i tebani, di cui Leonida non sapeva se fidarsi o meno, i quali non potevano certo tornare nella loro città alleata dei Persiani e di utilizzare nella retroguardia i tespiesi che vollero rimanere per scelta. C'era poi la profezia dell'oracolo di Delfi, il quale aveva presagito che per salvare Sparta e quindi tutta la Grecia si doveva piangere un re Lacedemone.

La versione è poco verosimile per diversi motivi: le maldicenze nei confronti dei tebani di Leonziade, furono smentite dal fatto che essi vennero trucidati finita la battaglia o resi schiavi; l'obbligo di non retrocedere degli Spartani viene smentito dai comandanti Euribiade e Pausania; in Grecia era finita da tempo l'età eroica, tipica dei popoli primitivi.[senza fonte]

Quindi probabilmente fece un errore di valutazione, credendo non percorribile dalle forze di Idarne il sentiero dell'Anopaia, pensò ad un percorso di accerchiamento più a sud dove inviò gli alleati ad intercettarlo, tenendo le truppe migliori a presidiare il passo.[senza fonte]

Quando Serse intimò agli ultimi oppositori greci di arrendersi e consegnare le armi, re Leonida rispose sprezzante con una sola frase: "Venite a prendervele!" [1]. Al rifiuto della resa dei Greci, i Persiani risposero sferrando loro l'ultimo decisivo assalto, sicuri che Idarne avrebbe attaccato alle spalle. Lo scontro fu più deciso e costò la vita a Leonida che si trovava naturalmente in prima linea e a due fratelli del "re dei re". Gli spartani e i tespiesi superstiti si rifugiarono sul colle Kolonos, che sovrastava le Termopili dove tentarono di resistere proteggendo il corpo del loro re caduto. Verso mezzogiorno giunse anche Idarne e Serse ordinò che i superstiti fossero finiti con le frecce per non perdere altri uomini.

Secondo Erodoto la testa di Leonida venne affissa ad una picca, per vendetta nei suoi confronti e come atto intimidatorio per i Greci, secondo altri il corpo del re spartano venne recuperato e sepolto a Sparta con tutti gli onori.

Sorte non migliore ebbero i tebani che rimasti intrappolati sul muro focese, dopo aver combattuto isolati, si arresero per venir marchiati a fuoco e resi schiavi.

I cronisti greci stimano che complessivamente più di ventimila furono i morti tra i Persiani, compresi due fratelli di Serse (Habrocomes e Hyperanthes). Erodoto ci tramanda che tra i guerrieri greci due sopravvissero al massacro delle Termopili. Uno dei due, Pantite, si suicidò per la vergogna e il disonore, mentre l'altro di nome Aristodemo tornò a Sparta. In patria però il sopravvissuto venne disprezzato e rinnegato da tutti, e fu anche accusato di codardia. Nonostante ciò Erodoto ci dice che Aristodemo riuscì a riscattarsi un anno dopo, morendo nella vittoriosa battaglia di Platea.

Il sacrificio dei 300 Spartani e dei 700 Tespiesi presso le Termopili non fu vano. Esso consentì ai Greci di riorganizzare le difese e di sconfiggere durante quell'autunno e la primavera successiva l'esercito persiano presso Salamina e Platea.

Oggi sul luogo della battaglia esiste un monumento moderno dedicato al re Leonida ed ai suoi guerrieri. Su di esso vi sono incise le parole che il Re Leonida pronunciò in risposta ai Persiani che intimavano la consegna delle armi: "Venite a prendervele!".

Mentre allora venne eretta una statua raffigurante un leone, nel luogo dove morì Leonida, per commemorare il suo sacrificio e quello dei suoi uomini.

Inoltre nello stesso sito fu posta una stele di pietra con dei versi attribuiti al poeta Simonide che riportava le seguenti parole:

(GRC)
« ὦ ξεῖν', ἀγγέλλειν Λακεδαιμονίοις ὅτι τῇδε
κείμεθα τοῖς κείνων ῥήμασι πειθόμενοι » (IT)
« O viandante, annuncia agli Spartani che qui
noi morimmo obbedienti al loro comando. »
(Erodoto, Storie, vii.228)

Questi versi li possiamo leggere ancora oggi, incisi su di una lapide moderna posta sulla cima della collina di Kolonos, dove avvenne l'ultima disperata resistenza
it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_delle_Termopili_(480_a.C.)




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