miracolo del sole

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oraminutosecondo
00martedì 28 novembre 2006 11:40
)Iniziato(
00martedì 28 novembre 2006 11:58
Padre sole
A meno che a Medjugorje non abbiano un sole personale...
direi zero credito.

A tal proposito pongo una domanda come mai per esempio le apparizioni Mariane avvengono sempre e solo in italia, spagna, francia ecc.. come mai la Madonna non appare ai bambini del sud africa o della nuova zelanda? [SM=g27818]
La Madonna non dovrebbe essere una per tutti? [SM=x268931]
Fa Preferenze? [SM=x268921]
O forse.... sono tutte "semplici" alterazioni mentali ....... [SM=g27816] [SM=g27827]:
LiviaGloria
00martedì 28 novembre 2006 12:18
www.atorinoinfo.it

prima apparizione, mentre lA vErginE era ancora vivA suLLA terra

El Pilar Saragozza ( Spagna 39 DC)






1061 Walsingham, Inghilterra - Walsingham
1208 Rosary, St. Dominic Francia
1218 Mercy, P.Nolasco, Barcellona, Portogallo
1251 Scapolare Londra Inghilterra
1384 Czestochowa, Polonia
1531 Guadalupe Messico
1600 Altagracia, Merced, Dom. Rep. Spagna
1798 Lavang, Vietnam
1830 Saint Catherine Laboure Parigi, Francia
1842 Ratisbonne (a Jew-Atheist), Roma
1846 La Salette Francia
1858 Lourdes Francia
1871 Pontmain, Francia
1876 Pellevoisin, Francia
1879 Knock, Irlanda
1900 O. L. of Peking
1917 Fatima Portogallo
1932 Beauraing, Belgio
1933 Banneux, Belgio
1945 The Lady of All Nations, Amsterdam
1947 Mystical Rose, Fontanelle, Italia
1947 Tre Fontane (a Protestant), Roma
1948 Lipa, Filippine
1953 Siracusa, Sicilia
1961 Garabandal Santander,Spagna
1964 San Damiano, Italia
1968 Zeitoun, Cairo, Egitto
1969 Umbe, Spagna
1970 Josyp Terelya, Hrushiv, Ucraina
1972 Dozulé, Francia - Bishop
1973 Akita, Giappone
1976 Betania, Venezuela
1980 Cuapa, Nicaragua
1980 El Escorial, Amparo, Spagna
1981 Kibeho, Rwanda, Africa
1981 Medjugorje Bosnia-Herzegovina
1982 Myrna, Damasco, Siria
1983 Little Pebble, Australia
1983 San Nicolas, Argentina
1985 Vassula, Svizzera
1986 Soldiers, Manila
1987 Naju, Corea
1990 Litmanova, Slovacchia
1991 Petals Carmelo, Filippine
1992 Conyers, Georgia, USA
1994 Alan Ames, Australia
1994 Cochabamba, Bolivia
1995 Mother of the Eucharist, Roma
2000 Assiut, Egitto
2002 Omrania, Giza, Egitto
Latin-America
Russia and China
USA-Canada


[SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828]
)Iniziato(
00martedì 28 novembre 2006 12:35
aahah grandissima!!
[SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828]
bella questa! tempismo perfetto sembrava che avessi la lista in tasca!
vedrai che stasera ti apparirà anche te!! per forza non può essere altrimenti!!

Tornado seri, quante di queste apparizioni non sono allucinazioni?
rpp
00martedì 28 novembre 2006 13:04
e se..
..e se le allucinazioni o le alterazioni mentali non fossero altro che un momentaneo stato di "allargamento sensoriale" dove è possibile vedere ciò che normalmente non vediamo nel nostro perpetuo "matrix"?
oraminutosecondo
00martedì 28 novembre 2006 13:13
Iniziato
purtroppo non sono esperto in medicina....ma guardando in tv qualche reportage, o facendo delle semplici ricerche in internet gli stessi medici che seguivano durante le apparizioni i veggenti parlavano di cose allucinanti, del tipo assenza totale di dolore infilzando spilli sul corpo del veggente durante la fase estatica, o ancora impossibilità a sollevare un bimbo di 7 anni inginocchiato o ancora flash di luce fortissimi puntati sui loro occhi spalancati senza notare un minimo battito di ciglia...e tanto altro ancora.
E se non sono state modificate magistralmente,le immagini e le foto le ho viste con i miei occhi.
Cosa dire...sti bimbi sono più in gamba di Copperfhield!! [SM=x268933]
LiviaGloria
00martedì 28 novembre 2006 13:13
Scienza
Il dottor Luciano Cappello segnala anche tre inspiegabili sincronismi provocati dall’apparizione: «I ragazzi dopo aver iniziata la preghiera del Padre Nostro, senza alcun comando percepibile dall’esterno», nell’istante in cui accade l’apparizione, «tutti contemporaneamente cadono in ginocchio. Inizia così la fase del black-out sonoro: mentre infatti prima le loro preghiere erano percepibili acusticamente, da quel momento non si odono più, benché i ragazzi continuino a pregare» (cioè continuano a muovere le labbra ad ascoltare se stessi, ma nessuno — fuori da loro sei — sente suono). E’ il primo sincronismo.

Ed ecco il secondo: «Contemporaneamente e senza nessun comando che derivi dall’esterno, i ragazzi riprendono t’effetto sonoro della parlata sempre con le parole: “...che sei nei Cieli”. Essi infatti spiegano che, quando la Madonna inizia da sola la recita del Padre Nostro, essi lo continuano con Lei, dicendo: che sei nei Cieli». Infine il terzo sincronismo: si ha quando, alla fine, i ragazzi «tutti insieme salutano la Madonna... In quel momento tutti e sei, con assoluto parallelismo dello sguardo, innalzano contemporaneamente gli occhi al cielo, come se seguissero un punto visibile solo a loro che si leva in alto. Ripeto: non c’è uno sguardo che si innalza prima e uno che si innalza dopo, ma come si vede anche da videoregistrazioni — la contemporaneità e il parallelismo di questo gesto sono assoluti».

Se per il primo sincronismo potrebbe — teoricamente — essere possibile prendere un accordo in precedenza, «gli altri non sono spiegabili naturalmente e rimandano a cause da noi non percepibili» (va detto che i ragazzi, durante le apparizioni comuni, stavano su una stessa linea, quindi non si vedevano fra di loro e non potevano farsi alcun cenno d’intesa).

Ma l’équipe più attrezzata è quella coordinata dal professor Henri Joyeux dell’Università di Montpellier che si reca a Medjugorje il 24-25 marzo, il 9-10 giugno, il 6-7 ottobre e il 28-29 dicembre dell’anno 1984. Si tratta di applicare dei macchinari che tengano sotto controllo i dati fisiologici dei veggenti durante l’apparizione. La conclusione di queste elaborate analisi — come viene riassunta dal dottor Giacomo Mattalia — è che «non si tratta di sonno, sogno, né di epilessia (lo dimostrano gli elettroencefalogrammi); non si tratta di allucinazione nel senso patologico del termine. Non è un’allucinazione uditiva o visiva legata a un’anomalia a livello dei recettori sensoriali periferici (poiché le vie uditive e visive sono normali). Non è un’allucinazione parossistica: lo dimostrano gli elettroencefalogrammi. Non è un’allucinazione di tipo onirico come possono essere osservate nelle confusioni mentali acute o nel corso della evoluzione delle demenze atrofiche. Non si tratta di isteria, di nevrosi o di estasi patologica perché i veggenti non hanno alcun sintomo di queste affezioni (...), non si tratta di catalessi, perché durante l’estasi i muscoli della mimica non sono inibiti, ma funzionano normalmente».

Insomma, durante l’apparizione non c’è nessuna modificazione dei parametri fisiologici precedenti o successivi l’apparizione, ma in quel lasso di tempo accade qualcosa di eccezionale all’esterno dei ragazzi che viene recepito dai sei veggenti i quali ne sono totalmente assorbiti, perché «i movimenti di attenzione del globo oculare dei ragazzi cessano simultaneamente all’inizio dell’estasi e riprendono immediatamente alla fine. Durante il fenomeno estatico gli sguardi convergono e c’è come un faccia a faccia tra i veggenti e la persona che è oggetto delle loro visioni».

Da tutto questo gli studiosi concludono che «a Medjugorje le estasi non sono patologiche e non c’è imbroglio» dal momento che le modificazioni fisiologiche che si proucono durante le apparizioni non possono essere volontarie). Perciò l’équipe del professor Joyeux dichiara che «il fenomeno delle apparizioni di Medjugorje si rivela scientificamente inspiegabile», infatti «nessuna denominazione scientifica pare adatta a designare questi fenomeni. Si potrebbero definire come uno stato di preghiera intensa, parata dal mondo esterno, uno stato di contemplazione e di comunicazione coerente e sana, con una persona distinta che essi solo vedono, odono e possono toccare».

Una nuova missione — stavolta italiana — è a Medjugorie dall’8 al 1O marzo 1985, coordinata dal dottor Luigi Frigerio dal dottor Giacomo Mattalia. E poi di nuovo nel settembre 1983. I dati raccolti dalla strumentazione dell’équipe italiana confermano le conclusioni dell’équipe francese. Interessanti però sono alcuni particolari nuovi come quelli messi dallo studio pupillometrico dei veggenti. Il dottor Frigerio e il dottor Farina premettono che «la pupilla di un oggetto normale si dilata quando si verifica una riduzione della luce ambientale e si restringe quando la lux-metria aumenta». Dunque — a condizioni immutate di luce — non dovrebbe verificarsi alcuna variazione dei diametri pupillari. Ebbene, il 7 settembre 1985 viene sottoposta a esame la pupilla di Marija Pavlovic e si scopre che poco prima dell’estasi «presentava un diametro pari al 36 per cento del diametro totale dell’iride. Durante l’estasi invece la pupilla appariva dilatata con un diametro pari al 55 per cento del diametro totale dell’iride. Subito dopo l’estasi la pupillometria si riduceva e, a condizioni invariate di luce, risultava del 32 per cento rispetto al diametro dell’iride». Lo stesso fenomeno si verificherà il giorno successivo con Jakov Colo.

Come si spiega un fenomeno simile? Ovviamente nessuno può produrre volontariamente simili modificazioni nella propria pupilla e — siccome le condizioni esterne di luminosità sono rimaste immutate prima, durante e dopo l’estasi — si tratta di una variazione che viene prodotta da un evento esterno, da una «presenza» che viene percepita solo da loro e che quindi provoca quei cambiamenti rilevabili con i macchinari nella fisiologia dei sei giovani. Una presenza la cui permanenza — percepita dai sensi dei veggenti — dura esattamente la durata dell’estasi.

L’8 ottobre 1985 gli studiosi che hanno raccolto dati a Medjugorje si riuniscono per fare il punto dell’indagine e dai verbali della riunione emergono una serie di altri dati assai significativi. Innanzitutto le misurazioni relative alla sensibilità al dolore che confermano la precedente indagine: «Risultato di tutto questo studio» ha dichiarato il professor Maurizio Santini «è stato di rilevare una anestesia completa e transitoria limitata al periodo dell’estasi. Nella letteratura medica non sono descritti casi di questo genere».

Ulteriori ricerche scientifiche realizzate più di recente, nel 1998, non hanno apportato novità di rilievo. Quali conclusioni si devono trarre da anni di indagini scientifiche dai risultati univoci? Sarà il lettore che mi segue in questa indagine a trarre le conclusioni alla fine dell’inchiesta. Il mio compito è la narrazione veritiera e leale dei fatti”. Tuttavia a me sembra più razionale e realistico ritenere — da questo momento — che i sei giovani di Medjugorje si trovino davvero di fronte a una presenza soprannaturale, piuttosto che no. Perché una quantità di dati fattuali induce a dar loro credito, mentre non sono riuscito, per ora, a trovare dati concreti e significativi che dimostrino o anche solo facciano sospettare il contrario’.

«Chi crede ai miracoli» scriveva Gilbert K. Chesterton «lo fa perché ha delle prove a loro favore. Chi li nega lo fa perché ha una teoria contraria ad essi». Mi sembra esattamente il nostro caso. Al momento.





Tratto da: Socci Antonio, Mistero Medjugorje, Piemme2005


LiviaGloria
00martedì 28 novembre 2006 13:15
Ancora...un po di storia



Mistero Medjugorje



Ecco qualche stralcio di «Mistero Medjugorje» il volume che Antonio Socci ha deciso di dedicare al mistero di Medjugorje. 'Ho fatto circa 2.000 chilometri fra terra e mare sulle tracce di una donna. È una donna di 'una bellezza indescrivibile', assicura chi l'ha incontrata.' Così Antonio Socci racconta il suo primo viaggio a Medjugorje, sui luoghi dove, il 24 giugno 1981, alcuni adolescenti videro su una collinetta, nei pressi del villaggio bosniaco, una giovane ragazza, splendida, dolce, che si sarebbe presentata come la 'Beata Vergine Maria' e che tuttora appare loro quotidianamente. A oltre vent'anni di distanza, oggi che Medjugorje è diventata meta di milioni e milioni di pellegrini, Socci ricostruisce la storia e il mistero di questi fatti: visita i luoghi, incontra i protagonisti, ascolta sacerdoti, teologi, scienziati.


Erzegovina, mercoledì 24 giugno 1981



Bijakovici, frazione di Medjugorje, comune di Citluk, provincia di Mostar. Ore 17,40. «Sveglia! Svegliati Vicka, corri dormigliona, o farai tardi a scuola!». Grida così Zdenka verso sua sorella che apre gli occhi di soprassalto. Ma è un caldo pomeriggio di giugno e le scuole sono chiuse. Zdenka se la spassa, divertita dal suo scherzo e anche la sedicenne Vicka, il bersaglio della burlona, scoppia a ridere. Protesta di non essere una dormigliona: il fatto è che le ripetizioni di matematica del mattino e poi il viaggio di ritorno da Mostar, in quel pullman affollato e caldissimo, l’hanno spossata. E comunque meno male che Zdenka l’ha svegliata perché deve andare a fare una passeggiata con Ivanka e Mirjana ed è in gran ritardo. Le hanno lasciato un messaggio: «Quando ti svegli vieni da Jakov. Siamo lì».

Vicka esce di corsa, con la sua solita allegria addosso e vola verso quella casa, ma la madre di Jakov, la signora Jaka Colo, zia di Mirjana, le dice: «No, Vicka, non sono più qui, si sono già incamminate. Mi hanno detto che devi raggiungerle: hanno preso la strada sterrata che va verso le case dei Cilici». «Grazie, le seguo subito», risponde Vicka.

Lei è di questo piccolo villaggio. Le sue due amiche hanno qui a Bijakovici le radici familiari, ma finora hanno vissuto altrove. Mirjana, sedici anni, bionda, occhi azzurri, è di Sarajevo, dove frequenta il liceo e abita con i genitori e un fratello: viene qua in campagna dai nonni per trascorrere le vacanze estive. Ivanka, quindici anni, alta, un volto bello e dolce, capelli lunghi, abitava a Mostar fino a due mesi fa, quando è morta all’improvviso la sua giovane madre Jagoda, cosicché lei è dovuta venire a vivere dalla nonna, con il fratello più grande e la sorella più piccola, perché il padre Ivan, operaio, è emigrante in Germania.

Dunque Vicka — un sorriso solare e un temperamento ilare — fatti 200-300 metri a passo svelto scorge subito, un po’ più avanti, le sue amiche. Sono con la piccola Milka, la figlia di Filippo Pavlovic. Ma — che strano — stanno ferme sul ciglio della strada. Tutte e tre fissano intensamente qualcosa e sembrano fortemente impaurite. Arrivata ad alcuni metri di distanza Vicka sta per chiedere loro: «Ma che state guardando?». Non fa in tempo a pronunciare queste parole che realizza: devono aver visto una vipera (li sul Podbrdo è sempre pieno). Milka però la scorge e le grida: «Sbrigati! Vieni a vedere: c’è la Madonna!».

In poche frazioni di secondo, Vicka terrorizzata schizza via e per scappare più velocemente lascia pure le scarpe. Però, mentre corre a tutta velocità per la paura, si rende conto di ciò che le tre amiche le hanno detto. «La Madonna?». Si ferma, scoppia a piangere, un po’ frastornata, chiedendosi perché mai si sono messe a scherzare così, con quella battuta stupida sulla Vergine, per prendere in giro la povera Vicka. E arrabbiata e confusa. Non sa che fare. Riflette:

«Non dicono mai cose blasfeme, non sarebbero nemmeno capaci di essere così volgari».

In quel momento stanno passando due ragazzi, Ivan Ivankovic e Ivan Dragicevic. Portano dei sacchetti pieni di mele: «Vicka, vuoi una mela? Sono buone, assaggiale». Vicka appena li vede — infischiandosene delle mele — urla:

«Venite a vedere: la Madonna!». Il più giovane dei due Ivan dice all’altro: «Lascia stare, questa è pazza, non sa neanche cosa dice...».

Ma la ragazza li implora, con le lacrime agli occhi, di accompagnarla lassù dalle sue amiche. Si raccomanda: «Ivan

accompagnami, ti prego. Non la vedremo, ma andiamo lo stesso».

Si mettono a camminare tutti e tre a passo spedito. I due ragazzi sono un po’ interdetti da questa storia, ma vogliono mostrarsi sicuri di sé e tranquilli. Trovano le ragazze ancora incantate che appena si accorgono che Vicka è tornata con i due accompagnatori indicano loro dove guardare.

Adesso tutti la vedono, è proprio all’inizio della collina, saranno duecento metri: è una giovane donna, ha un bimbo in braccio e una corona sulla testa e fa cenno di avvicinarsi. I due ragazzi terrorizzati buttano i sacchetti con le mele, scavalcano il recinto e fuggono via di gran carriera. Le ragazze, stavolta con Vicka sbalordita ed estasiata, restano lì a guardare una meravigliosa giovinetta che continuamente copre e scopre il bimbo che ha in braccio, facendo cenno di avvicinarsi. «Ci chiama.., chi va da Lei?», sussurra qualcuna delle ragazze. Ma nessuno ha il coraggio di fare un passo avanti. Non sanno che fare, che pensare. Così, dopo qualche minuto, la giovane donna scompare’.

Le quattro studentesse sgomente e piene di meraviglia si voltano l’una verso l’altra. Ivanka è certa che si sia trattato della Madonna.

In effetti quel velo sulla testa, la corona, il bambino, i piedi su quella nuvoletta, sollevata da terra... Ma sono tutte sbalordite. Nessuno di loro ha mai sentito dire che la Madonna appaia sulla terra e che appaia così (sono cresciute sotto un regime comunista e non hanno mai sentito parlare nemmeno in casa, dove pure si prega, di Lourdes o di Fatima). Lo stupore e il terrore tuttavia convivono con un incontenibile entusiasmo.

Sono circa le 18. Vicka di nuovo scappa via di corsa seguita da Milka. Mirjana dice a Ivanka: «Chissà che cosa succede. Forse è meglio che scappiamo anche noi». Non ha neanche finito di pronunciare queste parole che già stanno correndo verso il paese. Tutte col fiatone e il cuore che scoppia per l’emozione.

Vicka e Milka entrano di corsa in casa di quest’ultima e investono la madre con il racconto di quello che hanno visto sul Podbrdo. Poi Vicka va a casa sua e scarica la sua fortissima emozione con un pianto liberatorio, distesa sul divano. Anche Mirjana, di solito molto seria e controllata, ha il cuore in subbuglio, non riesce a contenersi, ha bisogno di dire a tutti quello che le è capitato. Corre verso la casa dei nonni e degli zii, entra dai vicini. Trova due ragazzette davanti alla televisione e le investe: «Abbiamo visto la Madonna! Era sul Podbrdo, noi eravamo per la strada che va verso il monte Crnica e l’abbiamo vista!».

Le due ragazze ammutolite spengono la tv, ascoltano il racconto di Mirjana, una di loro, Jela, corre a chiamare la madre.

Poi Mirjana arriva a casa dei suoi. E qui ripete ancora alla zia ciò che è accaduto pochi minuti fa sulla collina. La donna è perplessa davanti alle sue parole. Le sembra tutto incredibile, ma d’altra parte conosce Mirjana. Sa che è sempre stata una ragazza particolarmente seria, matura, razionale, affidabile. Non sa che dirle. Così prende il telefono a chiama sua sorella, la madre di Mirjana, a Sarajevo. «Milena, ti devo dire una cosa, ma non so come spiegarti». La donna, all’altro capo del filo, si sente piegare le gambe temendo qualche disgrazia; afferra una sedia e si mette a sedere. La zia riprende: «Mirjana è qui e dice di aver visto la Madonna. Sul Podbrdo».

La donna, dall’altro capo del filo, ha qualche attimo di esitazione. Poi chiede alla sorella: «Ma in che stato è Mirjana? Ti sembra normale oppure dà segni di squilibrio?». La zia risponde: «Beh, mi sembra normale, come sempre». «Allora», riprende la madre, «dev’essere accaduto veramente qualcosa. Io conosco mia figlia e lei non è una che s’inventa delle bugie: specialmente su queste cose non scherza»

Questa sera a Bijakovici non si parlerà d’altro. Decine di volte le ragazze ripetono cosa e come è accaduto. A casa di Milka torna anche sua sorella maggiore, Marija, che nel pomeriggio è andata a una festa di amici, in un paese vicino.

Trova un’incredibile confusione. Tutti parlano di questa faccenda Molti ne ridono, altri ci credono e chiedono perché mai le ragazze dovrebbero inventarsi una cosa simile. Marija resta molto impressionata dal racconto della sua sorellina che non ritiene una capace di mentire così spudoratamente (e poi su cose simili).

I fatti vengono riferiti per filo e per segno. Tutto è cominciato poco prima che Mirjana e Ivanka fossero raggiunte da Vicka. Ecco cosa era accaduto. Le due amiche camminavano parlando delle piccole cose delle adolescenti. A un certo punto Ivanka si volta verso la collina: vede qualcosa che brilla e — mentre Mirjana continua a camminare — si sofferma un attimo per fissare meglio lo sguardo, così si accorge di quella figura. Sorpresa e incantata dice, quasi fra sé: «Ma quella è la Madonna!». La studentessa di Sarajevo segue piuttosto i suoi pensieri e tira diritto: «Eh sì, figurati, ora la Madonna non ha altro da fare che venire a vedere cosa facciamo noi».

Razionale e seria, Mirjana neanche si è voltata: pensa che Ivanka abbia scorto in lontananza una abitante di Bijakovici che magari sta pascolando delle capre, e l’abbia scambiata, chissà perché, per la Madonna. E poi trova quasi irrispettoso parlar così della Madonna. Non le passa neanche per la mente che lei, che sta in cielo, possa apparire sulla terra, oltretutto lì, a loro. Nessuno mai le ha parlato di apparizioni della Vergine. Per lei è semplicemente assurdo. Neanche ammette l’idea.

Ivanka riprende a camminare dietro a Mirjana, la segue silenziosa, ma ancora piena di meraviglia e di interrogativi. Pensa di essersi sbagliata o immaginata tutto, ma non riesce a togliersi dalla testa quella figura. Scendendo verso le case le due adolescenti si imbattono in una ragazzina del paese, Milka Pavlovic, che chiede il loro aiuto: «Venite, per favore, ad aiutarmi a riprendere le pecore?». A questo punto Ivanka implora le due ragazze di tornare con lei in quel punto della strada, a vedere se c’è ancora quella che lei ha chiamato «la Madonna». Arrivate lì Ivanka dice concitata:

«Guardate! In quel punto, lassù sulla collina. E veramente la Madonna!». Ora tutte e tre vedono quella giovane donna e restano lì imbambolate. Mirjana si accorge che c’è qualcosa di strano: la ragazza indossa un abito lungo non della nostra epoca, ha un velo in testa e poi sta, con un bimbo piccolo, su una collinetta piena di sassi, spine e vipere dove non sale mai nessuno. E infine il suo aspetto. Sembra sospesa nell’aria, ha una corona sulla testa. Restano ammutolite. E tacciono le ragazze col cuore in tumulto, pieno di emozioni contraddittorie che vanno dall’entusiasmo alla paura. Finché — come abbiamo detto — arriva Vicka (abbiamo già visto cosa è accaduto dal momento del suo arrivo).

Tutta questa storia la sera del mercoledì 24 giugno a Bijakovici passa di bocca in bocca, viene raccontata e ripetuta decine di volte: nelle case, sulla strettissima stradina che corre in mezzo alle abitazioni, nei cortili, nelle stalle, negli orti. E tutti dicono la loro. I familiari dei ragazzi, un po’ sgomenti e disorientati, cercano di calmarli e convincerli a non pensarci più, ritenendo quasi irrispettosa verso la religione questa vicenda. Qualcuno pensa che i ragazzi non mentano e, sia pure con molta meraviglia, crede alloro racconto. Ma la maggior parte ironizza: sarà stato un ufo («perché non l’avete acchiappato?»), sarà stato un fantasma, sarà stato qualcuno che voleva fare uno scherzo. Anche fra i parenti le reazioni sono queste.

Quando Ivanka torna a casa e dice alla nonna di aver visto la Madonna, l’anziana contadina le risponde: «Va là, che cosa dici? Sarà qualcuno che custodiva le pecore sui colle e che si è messo una pila elettrica sulla testa». Anche Mirjana, in mancanza dei genitori, ne parla con la nonna che ha un buon consiglio: «Ma prendi il rosario e prega e lascia la Madonna in paradiso». E proprio così farà la ragazza, anche perché avverte un gran bisogno di starsene sola. Si chiude in camera — dove il sonno, quella notte, non la raggiungerà — e prega tutta la notte. L’unico modo per calmare un po’ il cuore e avere pace. Ivan arriva a casa e non dice niente a nessuno. Si chiude in se stesso, com’è nel suo carattere, a rimuginare sulle mille domande che gli passano per la testa: «Ma è impossibile!», continua a ripetersi. Però è accaduto. E gli viene la paura: «Se venisse ora nella mia stanza? Dove scapperei?».

Per tutti i ragazzi sarà una nottata in bianco. Ma questa notte sono tanti a Bijakovici che si rigirano nel letto.





Giovedì 25 giugno 1981



Di buon mattino Ivanka, Mirjana e Vicka vanno ad aiutare i loro familiari nel lavoro dei campi: è la raccolta del tabacco. Più tardi, avvicinandosi l’ora nella quale ieri è accaduto tutto, si fa forte in loro il desiderio di tornare sul luogo. Così si mettono d’accordo e si preparano. Per capire. Per vedere se accade di nuovo: «Se ieri era davvero la Madonna, forse oggi verrà ancora», si dicono l’una con l’altra. Oppure per rendersi conto se davvero si è trattato di qualche minuto di misteriosa autosuggestione, o di uno scherzo o di uno strano miraggio da dimenticare, come molti dicono da ieri sera.

Le ragazze non hanno pensato ad altro per tutta la notte e in effetti tutti, al mattino di questo giovedì, nei campi e per la strada, non parlano che di questa storia. Le tre adolescenti, che tornano verso casa stanche dai campi, devono prendersi qualche prevedibile lazzo di alcuni coetanei: «Ehi, guarda: la Madonna!». Ma non pensano che a tornare lassù.

L’appuntamento è verso le 17,45. Vicka passa a chiamare anche Milka Pavlovic, la più piccola del gruppo, quella che ieri doveva radunare le pecore: ha visto anche lei la figura luminosa. Ma la madre — timorosa di ciò che potrebbe accadere (Milka ha solo 12 anni) — si è inventata una scusa e l’ha portata con sé a fare un lavoro. Così Vicka non la trova a casa, dove c’è la sua sorella più grande, sua coetanea: «Vieni tu, Marija». Lei è esitante: «Ora non posso, ma se vedete qualcosa, venite a chiamarmi».

Vicka glielo garantisce: «Contaci». E si avvia, accompagnata dal cugino Marinko Ivankovic, e da un altro vicino, a cui la madre ha chiesto il favore di star vicino alla figlia (dal momento che suo marito, emigrante, non è a casa, ma è in Germania per lavorare): «Per favore accompagnatela, caso- mai accadesse qualcosa di brutto...». Anche Mirjana ha con sé dei parenti a cui ha chiesto di poter tornare in quel luogo e così pure Ivanka. Arrivando sul posto le ragazze scoprono che già alcuni curiosi sono venuti a vedere, dal paese, se per caso capita qualcosa o se c’è qualche traccia, sulla collina, delle cose raccontate dalle ragazze.

Inoltre da un’altra strada è tornato anche uno dei due Ivan che ieri sono scappati via: Ivan Dragicevic, il più giovane (ha 16 anni). E venuto insieme con una decina di amici, ma senza l’altro Ivan, ventenne, che probabilmente teme di finire nei guai con la polizia per questa storia.

Dunque Mirjana, Ivanka e Vicka si incamminano chiacchierando per la strada sterrata, con il piccolo corteo di accompagnatori al seguito. Fanno un breve tratto e vedono come un lampo silenzioso. Molte delle persone presenti si accorgono di questi lampi. Ancora una volta è Ivanka che la vede per prima, si volta di scatto e dice alle amiche: «Guardate, la Madonna!». Anche Ivan la vede e quasi si sente mancare: vuole scappare di nuovo, ma qualcosa lo blocca. Vicka si ricorda d’improvviso della promessa fatta a Marija, così corre a chiamarla: «Presto, Marija, vieni subito, la Madonna ci aspetta!». Corre con lei anche il piccolo Jakov (cugino di Mirjana) che in quel momento stava in casa con Marija. E quando raggiungono le ragazze Vicka indica lassù, sul colle.

Ecco la giovane donna, bellissima e dolce: i ragazzi la vedono lontana e la sentono vicina, sono rapiti dalla sua incantevole figura. Ora fa cenno con la mano di avvicinarsi a lei. Ma nessuno dei ragazzi si muove, sono impauriti. Dopo un po’ ripete il suo gesto di invito. E stavolta Mirjana, Ivanka, Vicka, Marija eJakov, insieme a Ivan, che è in un altro punto della collina, partono di corsa, come fulmini, incuranti dei sassi e dei rovi. Corrono per avvicinarsi: sembra che tutti e sei abbiano le ali ai piedi. Racconterà poi Mate Sego, uno del posto: «Noi abbiamo cominciato a correre dietro a loro, ma non riuscivamo a stargli dietro».

Arrivati davanti a lei, i ragazzi cadono tutti inginocchiati e restano come incantati dalla bellezza della giovinetta che oggi si presenta loro senza il bambino e — diranno poi — con un sorriso dolce e un aspetto semplicissimo (una tunica grigia e un velo bianco sulla testa che fa intravedere i capelli neri). E felice ed è di una bellezza indescrivibile, mai vista su questa terra, secondo il resoconto successivo dei ragazzi.

Deliziati, ma anche confusi e impauriti, cominciano a farfugliare qualche preghiera. E lei allora prega con loro, eccetto nella recita dell’Ave Maria, durante la quale tace, sorridendo ai ragazzi. Poi Ivanka, timidamente, le rivolge una domanda. Sua madre Jagoda è morta proprio in maggio, poche settimane fa, improvvisamente, mentre era ricoverata in ospedale. E la figlia ha ancora il cuore a pezzi per il dolore:

un’adolescente di fronte a una tragedia improvvisa come questa si sente crollare il mondo addosso. Sussurra: «Kako moja mama?» («Come sta la mia mamma?»). La giovane Signora dolcemente la rassicura: «Dobro je majka, dobro je!» («Sta bene la tua mamma, sta bene»). Ancora più confortante per Ivanka è sentirle dire: «E con me, è felice, non preoccuparti».

Allora Mirjana le dice: «Lasciaci un segno, altrimenti penseranno che siamo pazze». Lei sorride e resta in silenzio. Proprio in quell’istante Vicka chiede: «Che ore sono?». A Mirjana, date le circostanze, sembra una domanda bizzarra, tuttavia, quasi inavvertitamente, getta un’occhiata all’orologio e si accorge che si è capovolto. Strabiliata capisce che quello è il segno personale lasciatole dalla Madonna per fissare un momento che cambierà per sempre la sua vita’. «Tornerai ancora?», le chiedono i ragazzi. Lei fa cenno di sì con la testa e poi li saluta: «Zbogomte andjeli moji ! » («Addio, angeli miei»).

Alla sua sparizione i ragazzi si scuotono e ognuno reagisce in un modo diverso a quella intensissima emozione. Il più piccolo, Jakov, 10 anni, che prima correndo era caduto in un cespuglio di spine senza riportare neanche un graffio, con un incontenibile entusiasmo dice a tutti: «Ho visto la Madonna! Io ho visto la Madonna!». E poi aggiunge: «Com’era bella! Non ho mai visto una donna più bella di lei. Ora che ho visto la Madonna non mi dispiacerebbe nemmeno morire!». Invece Ivanka per la commozione e la tensione di ciò che le è stato detto della madre scoppia in un pianto dirotto e corre giù dalla collina per buttarsi a casa fra le braccia della nonna.

I ragazzi sono sommersi dalle domande della gente, gran parte della quale è impressionata sia per i lampi di luce che ha visto, sia per la scena di quei sei ragazzi inginocchiati, i loro volti rapiti, i loro occhi luminosi e fissi, una cosa incredibile. I sei adolescenti ripetono ciò che è accaduto, assicurano di essere certi di averla vista davvero e di averle parlato, descrivono la giovane donna, il suo volto, la sua voce, il suo sguardo, ripetono le cose che lei ha detto.

In paese fa molta impressione ciò che viene riferito della madre di Ivanka. Tutti conoscevano Jagoda. Era una brava donna, una brava madre, andava in chiesa normalmente, come tutti, non sembrava una cattolica speciale, non si distingueva per nulla. Venire a sapere adesso, addirittura dalla Madonna in persona — secondo l’attestazione dei ragazzi — che è in paradiso, tocca profondamente il cuore di tutti in paese, conforta, dà speranza.

C’è forte emozione e molta felicità. Colpisce molto anche l’episodio dell’orologio di Mirjana. In tanti chiedono di vederlo. Non si capisce come sia stato stravolto così e come possa funzionare. Questa sera il paese di Bijakovici è ancor più scosso di ieri. Alcuni fra gli anziani, soprattutto fra le nonne, esprimono timori che impauriscono i ragazzi: «Chissà che non sia il diavolo ad apparire!». «Ricordo di aver letto nelle vite dei santi che il diavolo è apparso loro sotto l’aspetto di donne bellissime». Vicka in particolare è visibilmente scossa. La nonna allora le consiglia di pregare come da sempre è tradizione, dicendo un Credo e sette Pater, Ave e Gloria in onore della Santa Vergine. «E poi», aggiunge la nonna — con le altre anziane contadine, abituate a cacciare ogni timore con l’acqua santa, tenuta sempre nelle case — «porta con te dell’acqua santa e domani, se ti apparirà ancora, aspergila con l’acqua benedetta: se è la Madonna resterà, se è il diavolo sparirà».

Vicka ascolta attentamente e decide di fare proprio così, armandosi di una bottiglietta contenente il liquido benedetto. Intanto fra gli adulti — specialmente quelli che sono stati sul Podbrdo — qualcuno fa presente che bisogna avvertire il parroco di quello che sta accadendo. «Ci penso io», dice premurosamente Marinko Ivankovic, il cugino di Vicka, che fa il meccanico a Citluk e che ha accompagnato i ragazzi.

In pochi minuti arriva alla chiesa parrocchiale, quella bianca costruzione solitaria, nella campagna, con i suoi due campanili. Cerca padre Jozo Zovko, il francescano che da otto mesi è il nuovo parroco, ma trova solo il cappellano, fra Zrinko Cuvalo, il quale dice che padre Jozo si trova a Klostar Ivanic, vicino a Zagabria, a predicare gli esercizi spirituali alle suore francescane. Marinko è visibilmente agitato e allora racconta tutto d’un fiato a fra Zrinko i fatti di quel pomeriggio e del giorno precedente. Il cappellano ascolta con la sua tipica flemma e poi tranquillamente (ma forse è una tranquillità solo apparente) dà il suo responso, un po’ ironico, per sdrammatizzare: «Beh, allora chi vede guardi e chi non vede non guardi». Non sa che pesci prendere, in realtà, e aspetta il parroco, che doveva tornare già mercoledì 24 e che sta tardando.





Venerdì 26 giugno 1981



Stamani gli abitanti di Medjugorje che vanno a lavorare a Mostar e a Citluk portano notizie clamorose. E così pure alcuni informatori del partito e della polizia. Anche il piccolo bus che — di primo mattino — da Bijakovici e Medjugorje va a Miletina, Vionica, Surmanci e Citluk: oggi non porta solo i ragazzi delle scuole medie, ma pure sorprendenti novità. A ogni fermata l’autista diffonde la notizia:

«Avete saputo cosa sta accadendo a Bijakovici? Dei ragazzi hanno visto la Madonna. Sì, sulla collina, sul Podbrdo e chi va lassù verso le 18 la può vedere».

Una cosa simile non si era mai sentita. Sono tutti increduli e meravigliati. Ma intanto la voce corre di bocca in bocca, di casa in casa, di villaggio in villaggio e presto arriva fino a Mostar. Mentre la notizia dilaga, ad insaputa dei sei ragazzi, loro sbrigano più velocemente del solito il lavoro in campagna, dove aiutano le famiglie. Aspettano ansiosamente il pomeriggio. All’ora convenuta, verso le 17, si radunano dalle loro case e si avviano verso la collina: anzi, per la verità non sono sei, ma sette, perché oggi è presente anche Milka, la sorella minore di Marija, che era all’apparizione del primo giorno. Potrà «vedere» di nuovo? E, soprattutto, la Bella Ragazza apparirà ancora?

Mentre si avviano ponendosi queste domande, i fanciulli si rendono conto che è arrivata un’enorme quantità di persone. Saranno 1500-2.000. «Ma chi sono? Chi li ha portati qui? Come hanno saputo?». Il Podbrdo, per quanto sia pieno di sassi e di rovi, è affollato. Altra gente sta arrivando dal paese, dice di aver visto dei lampi, sebbene il cielo sia sereno e il sole sia molto alto. Il caldo è asfissiante, la folla preme da ogni parte, ma poco dopo i lampi i ragazzi la vedono: stavolta è in un punto della collina posto molto più in alto.

I presenti assistono a una scena concitata. A un certo punto fra i ragazzi corre un fremito e poche parole: «Eccola lassù!». Quindi scattano via a una velocità incredibile, per i sassi e i rovi, sebbene sia piovuto e il terreno fangoso renda viscide le pietre. Nessuno riesce a tenere loro dietro. Neanche i robusti giovanotti del paese. I primi ad arrivare nel punto e a buttarsi in ginocchio sono Ivan e Jakov. Arrivano poi anche le ragazze. Iniziano a recitare i sette Pater, Ave e Gloria con il Credo, come hanno consigliato le nonne. A causa della folla chiassosa che li stringe sempre più, dell’afa soffocante e della fatica di quella corsa a perdifiato, Mirjana e Ivanka — arrivate per ultime, stremate — hanno quasi uno svenimento, mentre la gente sempre più accalcata calpesta il manto della Madonna che scompare.

Giungono frattanto anche i familiari e gli amici dei veggenti che fanno largo attorno ai ragazzi, cosicché Ivanka e Mirjana possono riprendersi. I ragazzi (ma solo i sei di ieri, perché Milka ha visto i lampi, ma non l’apparizione: che non vedrà più), ricominciano a pregare. La Madonna riappare. Gli sguardi di tutti e sei sono concentrati in quell’unico punto, l’espressione dei loro volti è indescrivibile. Vicka, a questo punto, prende la sua bottiglia di acqua santa che la mamma Zlata le ha preparato, si fa il segno della croce e getta abbondantemente l’acqua sulla Madonna: «Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Se sei la Madonna resta con noi, se non lo sei vattene!».

Colei che appare, che quest’oggi ha un’espressione ancora più radiosa di ieri, risponde a Vicka con uno straordinario sorriso’. Sembra felice di questo rito campestre. I ragazzi pregano e cantano insieme a lei. Sono passati circa dieci minuti dall’inizio dell’apparizione. La Madonna premurosamente dice ai ragazzi, ancora inginocchiati sulle pietre, di alzarsi in piedi per stare meglio.

A questo punto Mirjana si fa forza e le chiede: «Come ti chiami?». La giovane donna risponde lentamente: «Ja sam Blazena Djevica Marija» («Io sono la Beata Vergine Maria»). Un prevedibile brivido di emozione attraversa il cuore dei ragazzi di fronte a quell’esplicita dichiarazione. Mirjana allora osa chiedere, anche lei come — ieri — Ivanka, di una persona che le sta particolarmente a cuore: suo nonno, morto nel 1980. «Sta bene», le viene risposto dolcemente.

Ivanka torna a domandare ancora di sua madre. E morta improvvisamente, da sola, in ospedale, a Mostar: nessuno se l’aspettava e lei (come i suoi fratelli) non ha potuto vederla per l’ultima volta, questo è ciò che più l’addolora, così la ragazza chiede se la mamma ha un messaggio da darle. La Vergine, con la consueta tenerezza, risponde: «Dice che obbediate alla nonna e siate bravi con lei perché è anziana. Aiutatela perché non può lavorare».

I ragazzi prendono coraggio. Le chiedono: «Perché hai scelto proprio noi che non abbiamo niente di speciale?».

E lei sorridendo: «Non scelgo i migliori».

Ivanka esprime allora l’interrogativo che i ragazzi si erano posti, fra di loro: «Perché sei venuta proprio qui?».

La giovane donna guarda la gente convenuta lassù e poi guarda uno per uno i ragazzi: «Perché qui ci sono buoni credenti».

A questo punto Marinko dice ai ragazzi: «Chiedete alla Madonna che faccia un segno anche per noi». Lo chiedono. Dopo pochi secondi tutti insieme si voltano verso Marinko per riferire la risposta: «Beati quelli che non videro, ma credettero». I presenti stupiti si dicono l’un con l’altro che i ragazzi non possono essersi inventata questa cosa da soli, tutti insieme.

«Cosa ti aspetti da noi?», chiedono ancora.

«Sono venuta per convertire e riconciliare il mondo intero. Dite a tutti di convertirsi finché si è ancora in tempo».

«Tornerai ancora?».

«Sì, allo stesso posto di ieri». La Vergine conclude l’incontro con i ragazzi con un suo congedo semplice e toccante: «Andate nella Pace di Dio».

Finita l’apparizione la folla si accalca attorno ai ragazzi. Tutti vogliono sapere. I ragazzi sono assediati, devono ripetere innumerevoli volte le parole della Madonna. Molti sono impressionati, altri fanno pettegole considerazioni sull’abbigliamento dei ragazzi che sarebbe troppo «alla moda», altri ancora suggeriscono malignamente che si siano drogati.





L’estate di Medjugorje



Per dieci giorni il regime ha cercato di soffocare sul nascere e sul posto i fatti di Medjugorje, per evitare che epidemia» si allargasse e per scongiurare il trapelare della notizia all’esterno. Non essendoci riuscito, sabato 4 luglio, festa nazionale, lancia il primo pesante attacco pubblico.

Un dirigente della Federazione comunista jugoslava, a manifestazione di vecchi partigiani titini, lancia un’invettiva contro gli abitanti di Medjugorje accusandoli di nazionalismo e clericalismo. Il giorno dopo i giornali — per evidente ordine ricevuto dall’alto — rilanciano questo attacco e rincarano la dose contro tutti i protagonisti, rei di complottare contro lo Stato (ad essi ovviamente non viene data alcuna possibilità di difendersi). E’ l’inizio ufficiale della campagna per schiacciare ciò che sta nascendo a Medjugorje. Intimidazioni e minacce vengono rivolte perfino al vescovo di Mostar, monsignor Zanic, che per aver difeso i ragazzi (Medjugorje è nella sua diocesi) viene convocato autorità del regime e minacciato di arresto’.

Date queste penose condizioni, le apparizioni ogni giorno si verificano in luoghi diversi. La polizia registra le prediche dei frati e ne analizza le parole per trovarne qualcuna che fornisca il pretesto di usare il pugno di ferro contro di loro. Viene reso sempre più difficoltoso l’accesso al Podbrdo. Bijakovici pullula di poliziotti, camionette, cani. Il giorno dopo, nel pomeriggio, Jakov è in casa e riceve qui la sua apparizione quotidiana. La Madonna gli chiede però di andare in chiesa a comunicare ai parrocchiani il suo desiderio: che recitino insieme il rosario. Il ragazzo obietta: «Non posso portare il tuo messaggio. E pieno di poliziotti». E la Madonna di rimando: «Tu prega!». Il ragazzo fa così, per curiosità, per vedere cosa succederà. E quando si affaccia si accorge che il poliziotto di guardia si è addormentato. Jakov allora, scalzo, salta dalla finestra e inizia a correre per i campi o a nascondersi nei bagagliai delle auto. Finché riesce ad arrivare avventurosamente in chiesa. Quella sera la chiesa è molto affollata. Ma padre Jozo è ancora sconfortato. Nella folla che arriva gli sembra di vedere solo curiosità, non desiderio di conversione e gli stessi credenti — sebbene elettrizzati dagli eventi — non avvertono la necessità di cambiare vita, non si sentono personalmente chiamati a un radicale cambiamento dall’eccezionalità dei fatti. Il parroco dunque vive questa liturgia con stanchezza e sfiducia. Appena finita la celebrazione si sente tirare il camice: è Jakov. Si china per sapere cosa vuole: «Padre, ho un messaggio da dare a tutto il popolo».

Padre Jozo, considerato che il piccolo non arriva al microfono, lo prende e lo mette sull’altare, in piedi: ha i piedi scalzi e le sue orme restano proprio lì dove, poco prima, stava il calice. Gli occhi di centinaia di persone si fissano sul bambino che con la semplicità e la voce di un fanciullo di dieci anni dice: «La Madonna ha detto: Pregate il rosario ogni giorno. Pregate insieme».

Mentre parla, il frate lo guarda con simpatia, ma non è particolarmente colpito dalle sue parole. Ricorda che Jakov con gli altri bambini della parrocchia ha partecipato al catechismo imparando a pregare il «rosario vivo» e dunque ascolta quelle parole come una sua fanciullesca esortazione che gli viene da quell’esperienza, non le sente un messaggio della Vergine. Sono parole così semplici, quasi banali, dice fra sé il parroco. Ma quando si gira verso la navata, invece di vedere — come si aspettava — volti normali e gente che defluisce verso l’uscita, si accorge di centinaia di occhi che piangono, fissi su Jakov.

Padre Jozo stupito si chiede: «Ma che succede? Signore, non capisco niente! Perché in chiesa tutti piangono?». Le omelie dei giorni scorsi, particolarmente ispirate e ben più profonde di quelle tre parole dette da Jakov, non hanno mai suscitato quella reazione. Dunque cos’è accaduto tre minuti fa per provocare una simile ondata emotiva? Il parroco interdetto si avvia verso la sacrestia, pian piano per vedere se la gente si alza dalle panche o no.

Passano due minuti, padre Jozo torna in chiesa e scopre che sono ancora tutti li, con il rosario in mano. Nessuno si muove, vogliono pregare e finalmente il loro desiderio stavolta coincide con quello del parroco. Dunque tutti insieme cominciano a pregare.

La gente del paese scopre in questi giorni un fervore straordinario. La chiesa resta illuminata e piena di cristiani in preghiera ogni sera fino a notte fonda. Tutti s’impegnano a dare il massimo del tempo alla preghiera, quasi con un eccesso di attenzione «quantitativa». Finché la Madonna chiede alla «sua» parrocchia di fare un altro passo: «Non pregate così, ma col cuore. Questa sera, prima di cominciare a pregare, ognuno deve perdonare il suo prossimo».

Ancora una volta le sue parole illuminano e dolcemente chiedono di abbattere l’ultima resistenza, la più intima e inconfessata. Tutti a Medjugorje hanno riscoperto la fede, tutti frequentano quotidianamente la chiesa e recitano continuamente il rosario. Medjugorje è diventata in poche settimane, in questa estate del 1981, una parrocchia unica sulla terra (peraltro oltrecortina), non ce ne sono di così mistiche e fervorose, eppure persiste sempre un groviglio di occulti rancori, di ataviche inimicizie, di antiche ostilità: sono quelle che da sempre dividono duramente i singoli o le famiglie, e restano alloro posto, nelle profondità dei cuori, innominabili e intoccabili. Tocca a padre Jozo spiegare che le parole della Madonna si riferiscono proprio a quel groviglio che ciascuno ha dentro: il parroco dice che veramente lei ha visto dentro i cuori e chiede di purificarli fino in fondo, fino ai risentimenti che nessuno aveva mai pensato di dover confessare e cancellare, tanto li si ritiene motivati.

«Abbiamo capito, lo faremo», è la risposta. Ma nessuno si muove. In realtà un imbarazzante silenzio domina fra le navate. C’è tensione. Il frate vede con evidenza quanto difficile e titanico sia spostare quei macigni dai cuori. Tutti sono come paralizzati e rattristati. «Adesso» interviene padre Jozo «reciteremo il rosario per poter perdonare». Si inizia con i salmi, poi i misteri del rosario: minuti di intensa preghiera. Dopo un po’ si sente una voce nella chiesa: “Signore, io ho perdonato. Ti prego, perdonami!». Si rompono le dighe. Tutti si commuovono, così come si scioglie i ghiacciaio millenario fra singhiozzi e lacrime, tutti cerano persone da abbracciare, mani da stringere, occhi a cui sorridere per poter dire: «Abbiamo perdonato di cuore, ora preghiamo: perdonaci anche Tu!». Non si è mai vista una cosa simile. La chiesetta di Medjugorje è inondata di lacrime e sorrisi.



I segni e la persecuzione



La popolazione ha la sensazione di ricevere, proprio per la sua risposta entusiasta, delle grazie e dei segni straordinari che renderanno indimenticabile questa estate nella vita di ciascuno. Già da giorni circolano notizie di guarigioni che impressionano tutti. Il caso che dopo qualche settimana finisce addirittura sui giornali jugoslavi — provocando grande pubblicità involontaria a Medjugorje e la reazione dura del regime — è quello del vecchio Jozo Vasilj. L’anziano contadino (è del 1896), che vive nelle case dei , sotto il Krizevac, è cieco da quattro anni con una grave malattia alla pelle che copre le sue braccia di piaghe.

E’ uno dei primi giorni delle apparizioni, verso le 17,30, chiede a una nipotina che sta preparandosi ad andare sul Podbrdo per vedere ciò di cui tutto il paese parla, di portargli — visto che lui non può salire lassù — un po’ di terra quella collina. La ragazzina, Vida, fa così e dopo due ore è di ritorno con un po’ di terra e alcune pianticelle del luogo Ove appare la Madonna. Il vecchio dice alla moglie di bollire quell’erba, ma senza dirle perché. Poi quella sera si applica tutto sugli occhi e prega intensamente nel silenzio.

Al mattino chiede alla donna di portargli dell’acqua, si lava, recitando il Credo, si asciuga con un panno e in quel preciso momento scopre di aver ritrovato la vista: «Dio mio! Ma io ci vedo!». La moglie, scettica, non considera neanche la possibilità: «Via, Jozo, non dire sciocchezze!».

«Sì, ci vedo. Vedo che oggi non hai le calze».

La donna è stupita: «Ma su, hai tirato a indovinare...».

«No, ci vedo. Vedo i due vasi che sono sul tavolo». La signora si volta sconcertata, guarda in faccia il marito e scopre che anche le piaghe alle braccia sono sparite. Ha un tuffo al cuore, esce di casa correndo: «Jozo è guarito! Jozo è guarito!». Accorrono i vicini di casa, il vecchio contadino racconta come è successo, lo ripete a tutti; c’è grande meraviglia ed entusiasmo. Jozo e la moglie subito vanno alla chiesa per ringraziare la Madonna della grazia che hanno ricevuto e la notizia come un fulmine attraversa tutto il paese e arriva ai villaggi vicini.

Raggiunge anche qualche giornalista, perciò — dopo alcuni giorni — finisce sui quotidiani. Immediatamente la polizia si precipita nelle redazioni a minacciare i cronisti di licenziamento: è un complotto clerico-nazionalista, va smontato, non pubblicizzato. Arrivano allora dei giornalisti che provano a far confessare al vecchio contadino che non è mai stato cieco e si è inventato tutto. Ma lui, imperterrito, ripete i fatti come sono accaduti. E i poliziotti cominciano a minacciarlo: «Tu non devi dire queste sciocchezze! Devi smettere di blaterare». E il vecchio Jozo ribatte: «Ma come posso tacere quando mi fanno delle domande? E se poi, tacendo, mi torna la malattia? Chi me la ridarà la vista, voi?».

Anche altri casi simili vengono narrati e poi riferiti e documentati presso la parrocchia. Ma in questa straordinaria estate luminosa e profumata di tabacco a Medjugorje si verificano anche segni di altro tipo, del tutto inspiegabili e testimoniati da decine di persone («una pioggia di grazie», secondo il parroco). Nei giorni 2, 3 e 4 agosto (e poi sui finire del mese) decine di persone dai campi e dalle case testimoniano di aver visto sbalorditivi fenomeni nel sole che si concentrano sulle due colline di Medjugorje e attorno alla chiesa parrocchiale. Molti testimoni affermano di averli visti anche dai paesi vicini di Miletina, Citluk e Gradina.

Il 6 agosto — proprio lo stesso giorno in cui la Madonna, apparizione che precede la messa pomeridiana, rivela ai genti il titolo con cui appare a Medjugorje: «Io sono la regina della Pace» — poco più tardi, tutti gli abitanti che sono fuori casa (fra gli altri anche padre Jozo) riferiscono ‘Di aver visto la scritta nel cielo «mir» (che significa pace), in lettere color oro, che dal monte Krizevac si spostava verso chiesa e che il fenomeno è durato alcuni minuti. E il fatto che più colpisce insieme a quello che si verifica una mattina verso le 11, quando la grande croce eretta nel 1933 sul monte Sipovac’ scompare e in tutta la vallata, dai campi e [alle case, al suo posto scorgono una figura femminile. Tanta gente nei campi e per le strade si inginocchia e spontaneamente, commossa o spaventata, inizia a pregare. Anche questo fenomeno è stato osservato da alcuni villaggi della zona.

In questi primi dieci giorni di agosto Medjugorje è piena li giovani, venuti da ogni parte. Ogni notte vanno con i veggenti in pellegrinaggio sul Podbrdo. E uno spettacolo stupefacente per un paese d’oltrecortina. Notte e giorno si vedono arrivare — anche a piedi — gruppi di persone e da ogni parte si sentono cantare inni e recitare preghiere. Tutti accolti con cordialità e fraternità dalla gente che mette gratuitamente a disposizione quello che ha, a cominciare dalle proprie case e i propri letti per dormire. «Qui è il paradiso», si dicono in questi giorni, pieni di entusiasmo, gli abitanti di Bijakovici. Intanto però arrivano anche le contromisure del regime. La televisione bombarda i frati, i «sedicenti veggenti» e gli abitanti di Medjugorje considerata in blocco un covo di nazionalisti croati che complottano contro lo Stato. I giornali lanciano scoop dove provano a dimostrare che è tutta una montatura truffaldina dei frati. Il partito comunista di Citluk convoca iscritti e militanti a una riunione per condannare l’evento ed enunciare una serie di misure disciplinari per quelli — iscritti e militanti — che sono stati o vanno sul Podbrdo o partecipano alle apparizioni. A Medjugorje, nei locali scolastici, vengono riuniti i contadini a cui si spiega che si stanno facendo imbrogliare dai frati e a causa delle preghiere trascurano i campi e se ne pentiranno. Poi viene organizzata anche una conferenza di un docente di Economia dell’università il quale spiega agli abitanti che i fenomeni che hanno osservato nel cielo e sui Krizevac non sono attendibili, ma sono allucinazioni collettive. Qualche coraggioso che si alza per obiettare viene fermato dalla polizia. Il 12 agosto si proibisce definitivamente l’accesso al Podbrdo e tutto il paese viene militarizzato.

In questi giorni i ragazzi sono guardati a vista dai poliziotti. Un giorno padre Jozo si vede arrivare in canonica genitori, nonni e fratelli. Tutti affranti vengono a dirgli che hanno portato via di nuovo i ragazzi. Il parroco cerca di consolarli chiedendo loro di pregare insieme a lui: «E l’unica cosa che possiamo fare». Così passano le ore, passa tutto il pomeriggio, arriva il tramonto e l’agitazione si fa più forte. A mezzanotte è l’angoscia. Finché all’una e mezza della notte un ragazzo dice di sentire delle voci. Tutti fanno silenzio e sentono un canto lontano. Sono loro: entrano in canonica cantando con i volti raggianti mentre i genitori scoppiano a piangere. Vicka si stupisce di quelle lacrime: «Ma non vedi che ora è?», dice sua madre. E la ragazza: «Non soffrire così. Se questo è un tempo di prova, mettiamolo a frutto: chiediamoci che cosa possiamo soffrire per la Madonna, se possiamo offrirle quello che ci accade».

È ormai evidente che qualcosa di straordinario e «conta» è accaduto a quei ragazzi e nemmeno la repressione può fermarli. Per la festa dell’Assunta, il 15 agosto, con buona della campagna diffamatoria orchestrata da tv e giornali, un mare di pellegrini, curiosi, ammalati — circa 25 mila — inonda Medjugorje. Arrivano con tutti i mezzi, in auto, in pullman, a piedi, in bicicletta, in motorino, da ogni parte della Jugoslavia, incuranti dei confronti di polizia e della diffida delle autorità. E all’indomani, per la precisione il 17 agosto, scatta operazione che — secondo le intenzioni — metterà fine a tutto: l’arresto di padre Jozo. Arrivano con elicotteri, blindati, camionette, cani ammaestrati. Centinaia di soldati bloccano l’accesso al paese a chiunque non sia residente, poi circondano la chiesa e impediscono a tutti di avvicinarsi. Cercano il parroco e gli intimano: «Lei adesso viene con noi». Lo ammanettano e lo caricano su una camionetta. Pallido e teso fa appena tempo a dire ad alcuni parrocchiani che, in lacrime, assistono all’arresto: «Addio. Dio sia con voi. Non temete per me. Madonna è con me e con voi...».

La chiesa viene sbarrata con delle tavole di legno. Rovistano negli uffici parrocchiali a caccia di prove del complotto nazionalista, libri e riviste vengono buttati dalla finestra, sequestrano documenti (fra cui molti materiali sulle apparizioni dei primi giorni che non saranno più recuperati), le offerte dei fedeli, perfino delle candele sopra le quali c’è lo stemma della bandiera croata, ma non i simboli socialisti: evidente prova della cospirazione. Anche le suore e gli altri frati subiscono umiliazioni e violenze e vengono minacciati di arresto: per questo giorno resteranno segregati in una stanza (mentre altri frati sono stati presi per essere interrogati).

La federazione del partito di Citluk emana il suo proclama: «Dichiariamo che è necessario spiegare ancor più chiaramente alla gente che ciò che progettano e vogliono i preti Jozo Zovko, di Medjugorje, il suo collega Ferdo Vlasic, il vescovo di Mostar, Zanic e altri estremisti, non è nient’altro che fare ciò che sogna e vuole l’organizzazione terrorista degli Ustascia. I clerico-nazionalisti si sono levati contro le conquiste della rivoluzione, contro il sistema in vigore, contro l’autogestione socialista. Tutto questo costituisce un grave abuso dei sentimenti religiosi».

Lo choc per quegli arresti, a Medjugorje, è molto forte. Gli abitanti sono angosciati per la sorte del parroco, altri sono spaventati, altri ancora si sentono ribollire il sangue di fronte a questi soprusi e alle violenze del regime, molti piangono. Tutti si ritrovano prima a pregare attorno alla chiesa parrocchiale, poi — una volta che si riesce a far togliere il blocco — dentro per la messa. Durante la celebrazione, carica di tensione e di singhiozzi, i ragazzi si alzano, vanno nella stanzetta attigua dove hanno l’apparizione.

Alla fine della messa il cappellano fra Zrinko, che intanto è riuscito a farsi liberare (è stato bloccato a lungo in canonica dalla polizia), va all’altare e dice che questo è il giorno più triste della sua vita, poi scoppia a piangere. Ma mentre una forte ondata emotiva attraversa la gente che gremisce la chiesa, viene portato al microfono Jakov che sorprende e placa tutti gli animi. Dice che la Madonna è appena apparsa nella stanzetta, che era radiosa e gioiosa, e ha detto di dire al popolo: «Non abbiate paura. Desidero che siate colmi di gioia e che la gioia si legga sui vostro volto. Io proteggerà fra Jozo ! ».

Ora resta solo la commozione e la preghiera che va avanti per tutta la notte. Ogni giorno gli abitanti di Medjugorje pregano per il loro parroco arrestato. Padre Jozo è stato chiuso in una cella di rigore, totalmente buia. Perde completamente la percezione del giorno e della notte. Viene torturato, con un pugno di ferro viene colpito sulla bocca durante un interrogatorio perdendo così alcuni denti. In una settimana viene ridotto a uno straccio d’uomo.

Il 25 agosto Mladen Bulic, un abitante di Medjugorje che da qualche giorno è in ospedale per dei problemi alla gola, è alla finestra della sua camera, quando vede arrivare un’auto della milizia da cui scendono due poliziotti che sorreggono padre Jozo, vestito in abiti civili. Il buon Mladen, sapendo che il frate è stato arrestato la settimana scorsa, scende velocemente le scale per salutare il suo parroco e proprio sulle scale lo incontra. Fa per stringergli la mano, ma i poliziotti lo allontanano con modi bruschi. Si accorge però che padre Jozo sanguina dalle orecchie ed è praticamente incapace di camminare. Mladen rabbrividisce pensando a tutto quello che devono avergli fatto per ridurlo così. Riesce ad avvicinarsi, approfittando del capannello di gente ferma nel corridoio in attesa del dottore, e a sussurrargli: «Come stai?».

Padre Jozo si volta lentamente, gli fa un sorriso e gli dice: «Lo vedi...». Mladen, potendolo ora vedere in faccia da vicino, si rende conto meglio: lo hanno picchiato selvaggiamente anche nel volto, perché ha tutta la guancia destra gonfia e gli hanno buttato giù dei denti. Ma arriva urlando un poliziotto e lo allontana: «Se continui a far domande bastoniamo anche te!».

Miaden ribatte coraggiosamente: «Voi non potete farmi niente. Io sono un ammalato e ho il diritto di stare qui!». Intanto è arrivato il turno di padre Jozo che viene fatto entrare nell’ ambulatorio.

All’uscita Miaden è ancora lì e allora il frate gli chiede:

«Come va a Medjugorje?». «Va tutto bene, non preoccuparti», lo tranquillizza il suo parrocchiano. Interviene sghignazzando uno dei poliziotti che lo stanno portando via: «Ah, di certo non si dovrà preoccupare di nulla, perché questa notte gli taglieremo la gola». Mladen, di rimando, gli grida: «Voi non potete fargli nulla! Avete potuto bastonano, ma non lo potrete uccidere!». A questo punto padre Jozo, preoccupato che Mladen si stia cacciando nei guai, si gira verso di lui e gli fa cenno di tacere.

Il frate in galera è privato di tutto, anche del breviario, finché un giorno — neanche lui sa spiegarsi come — si ritrova in tasca il suo rosario. Per lui è la felicità: «Proprio quando pensavo di non avere più nulla» ripete a se stesso «ho ritrovato tutto». Ora si sente fortissimo, inespugnabile.

Cercano di inchiodarlo con la registrazione di una sua omelia, quella dell’11 luglio. Gliela fanno riascoltare: «l’unico uomo che è venuto a dirci la verità è un Dio-Uomo, Gesù Cristo, che non è venuto a dire: “Io ho scoperto la verità”, ma: “Io sono la Verità”... E venuto tra i figli perduti e ha detto: “Lo Spirito del Signore è sopra di me: per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato ad annunziare ai poveri un lieto messaggio, a proclamare ai prigionieri la liberazione, per restituire la vista ai ciechi, l’udito ai sordi, per ridare la parola ai muti e far camminare con le proprie gambe gli storpi; per rimettere in libertà gli oppressi. Lo Spirito del Signore Dio è su di me, mi ha mandato a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri e ad annunciare l’anno della misericordia del Signore”. Egli è venuto solo per liberare me schiavo, te schiavo che hai vissuto 40 anni di schiavitù, affinché tu possa oggi e domani inginocchiarti davanti a Lui e dire: “Apri queste catene, sciogli questi nodi, apri queste catene che imprigionano la mia vita, perché io sono da tempo incatenato, schiavo del mio terribile peccato, Tu solo hai la chiave”. Anche questa sera Lui apre gli occhi al cieco ed è pronto a fare con te la stessa cosa quando ti dice: “Ti tolgo il velo affinché tu creda; qui mi puoi vedere, qui mi puoi scoprire; qui non ci sono solo due o tre nel nome mio, qui in tanti mi pregate. Io sono con voi. Io sono qui sull’altare, nell’offerta tua e mia. Non temere. Non sei solo nella vita! “. E questo il grande dono della Misericordia!».

Gli interrogatori mettono l’accento su quell’allusione ai 40 anni di schiavitù, perché cadono in quei mesi proprio i 40 anni dalla salita al potere di Tito e dei comunisti in Jugoslavia e si prende spunto da quella frase per accusare il frate di «sovversione», anche se — ove si trattasse davvero di un riferimento politico — sarebbe semmai un reato d’opinione, cioè la criminalizzazione del dissenso. Ma padre Jozo spiega e rispiega che il riferimento ai 40 anni non è politico: si tratta di una celeberrima metafora d’origine biblica, tipica del linguaggio cristiano, usata sempre per designare il tempo della prova a cui è sottoposto il popolo di Dio a causa dei suoi peccati, per significare il viaggio verso la Terra Promessa, verso la rinascita.

Non c’è niente da fare. Serve un pretesto per strappare parroco da Medjugorje e chiuderlo in galera, e si usa quella frase. Tolto di mezzo padre Jozo, pensa il regime, tutto l’imbroglio di Medjugorje si dissolverà in un baleno. Così il 22 ottobre 1981 il tribunale condanna padre Jozo Zovko a tre anni di carcere: colpevole di «attentato alla sicurezza e all’unità dello Stato» (per aver pronunciato le parole: «Quarant’anni di schiavitù»). Subito dopo la con venne aggravata perché padre Jozo in carcere battezza un musulmano che, conoscendolo, si è convertito. Insieme a lui sono stati arrestati anche altri due francescani: fra Ferdo Vlasic redattore della rivista cattolica «Nasa Ognijsta», che viene condannato anche lui per i suoi articoli su Medjugorje (fra Ferdo, già molto anziano e malandato, si era già fatto otto anni di carcere comunista dal 1932 al 1960) e fra Jozo Krizic, segretario della rivista, che si prende un’analoga condanna.

Tutti e tre la sconteranno nel carcere di Foca, molto duro, pieno di delinquenti comuni, assassini, trafficanti di droga, dove anche le condizioni igieniche erano terribili (tutti i detenuti, fra l’altro, erano infestati da pidocchi). Durante questa prova, vissuta con fede e umiltà francescana, alcuni carcerieri furono molto colpiti, fino alla conversione.





LiviaGloria
00martedì 28 novembre 2006 13:17
Re: aahah grandissima!!

Scritto da: )Iniziato( 28/11/2006 12.35
[SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828]
bella questa! tempismo perfetto sembrava che avessi la lista in tasca!
vedrai che stasera ti apparirà anche te!! per forza non può essere altrimenti!!

Tornado seri, quante di queste apparizioni non sono allucinazioni?



...a me mi appare ogni volta che prego...nel cuore! [SM=g27828]

Per le allucinazioni ti ho giá mandato il post precedente...vedi che mi appare giá...prevedo le tue domande.... [SM=g27828]
oraminutosecondo
00martedì 28 novembre 2006 13:19
..ovviamente
...i medici sconsolati non riuscivano a formulare la benchè minima spiegazione a fatti da loro stessi definiti soprannaturali. [SM=x268943]

p.s. tra le apparizioni Livia ha scordato quella di Aokpe (Nigeria) che riporto qui sotto:


La Madonna apparve nell’ottobre 1992 a una ragazza di dodici anni di nome Christiana Agbo nel piccolo villaggio di Aokpe situato in una sperduta zona della Nigeria.

La prima apparizione avvenne di mattina, mentre Christiana era al lavoro nei campi. Verso le 10, mentre faceva una pausa, alzò gli occhi e vide improvvisamente dei lampi di luce. Christiana chiese alle sorelle se anche loro vedessero quegli strani lampi ma queste dissero di non vederli e che probabilmente si trattava di un effetto dovuto ai raggi del sole.

Più tardi la madre mandò Christiana nella vicina fattoria per raccogliere delle erbe. Mentre era intenta alla raccolta la ragazza alzò gli occhi e con sua grande sorpresa vide una donna bellissima sospesa nel cielo, era la Madonna. La Vergine la guardava e le sorrideva senza dire una parola. Christiana scappò spaventata.

Nello stesso mese di ottobre si verificò anche la seconda apparizione. Alle 3 del pomeriggio, mentre si trovava nella sua stanza, le apparvero degli angeli che cantavano; la ragazza spaventata da quella visione scappò fuori di casa. Gli angeli rimasero lì per alcune ore e prima di scomparire uno di loro le disse: "Io sono l’Angelo della Pace". Di lì a poco apparve la Madre di Dio. Quando Christiana vide la Madonna crollò a terra; i parenti la credettero morta: era rigida come la pietra, dissero. La ragazza rimase incosciente per circa tre ore e quando rinvenne descrisse ai genitori la sua visione raccontando di aver visto una donna bellissima: "E’ troppo bella per poterla descrivere. La Signora era in piedi sulle nuvole, aveva una veste risplendente con un velo di un colore blu cielo che le copriva la testa e le scendeva sulle spalle giù fino alla schiena. Mi guardò intensamente, radiosa nei suoi sorrisi e nella sua bellezza. Fra le mani giunte sul petto teneva il Rosario…Ella mi disse: ‘Sono la Mediatrice di tutte le Grazie’".

Le apparizioni, che a detta degli esperti sembrerebbero avere molto in comune con la maggior parte delle apparizioni mariane del passato e del presente, col passare del tempo divennero sempre più frequenti, soprattutto fra il 1994 e il 1995.

Le apparizioni pubbliche richiamavano ad Aokpe un grande numero di persone. Tanti fra coloro che vi si recavano era attratti soprattutto dai miracoli solari che nel periodo delle apparizioni pubbliche avvenivano con una certa frequenza. Le apparizioni private furono numerose, durante il 1994 in certi periodi avvenivano quasi quotidianamente. Dopo l’ultima apparizione pubblica, avvenuta alla fine di maggio del 1996, le apparizioni continuano in forma privata ancora oggi anche se con minor frequenza.

Nel primo messaggio ricevuto da Christiana la Madonna le disse: "Vengo dal Cielo. Sono il rifugio dei peccatori. Vengo dal Cielo per ottenere anime per Cristo e per dare rifugio ai miei figli nel mio Cuore Immacolato. Quello che voglio da te è che preghi per le anime del Purgatorio, per il mondo e per consolare Gesù. Vuoi accettare?" – Christiana rispose senza esitazione: "Si".

"…Offri tutte le piccole sofferenze che incontrerai per consolare Gesù. Io vengo dal Cielo per purificare i miei figli e attraverso la penitenza ci sarà la purificazione".

In un messaggio del 1 marzo 1995 la Madonna ha detto: "Coloro fra i miei figli che pregano il Rosario con frequenza e impegno riceveranno molte grazie, tanto che Satana non riuscirà ad avvicinarsi a loro. Figli miei, quando siete assaliti da grandi tentazioni e problemi prendete il vostro Rosario e venite da me e i vostri problemi saranno risolti. Ogni volta che direte "Ave Maria piena di Grazia" riceverete da me molte grazie. Quelli che recitano il Rosario non potranno mai essere dannati".

In un apparizione del 21 luglio 1993 la Madonna disse a Christiana: "Prega con fervore per il mondo. Il mondo è corrotto dal peccato".

Christiana afferma senza esitazione che il più importante messaggio della Madonna è quello che ci chiede di convertirci a Dio. Invece le profezie più importanti sono quelle che parlano del Castigo che Dio sta per mandare sul mondo. Nei suoi messaggi ci sono stati diversi riferimenti ai tre giorni di buio e sembrerebbe che questo evento si verificherà quando Dio manderà il Suo Castigo sulla terra.

Per ora la Madonna vuole che Christiana continui i suoi studi per prepararsi per il compito che dovrà svolgere dopo i tre giorni di buio.

La Madonna a volte appariva a Christiana con le lacrime agli occhi, le diceva che piangeva a causa delle tante anime che vanno all’inferno e le chiedeva di pregare per loro.

La veggente, dopo aver avuto una visione di Santa Teresa di Lisieux, decise di diventare suora Carmelitana. La Madonna acconsentì alla decisione della ragazza di assumere il nome di "Christiana di Maria Bambina", scelto proprio in onore di Santa Teresa di Gesù Bambino.

La Chiesa locale si è dimostrata fin dall’inizio piuttosto favorevole alle apparizioni anche se, come l’Arcivescovo John Onaiyekan ha tenuto a precisare durante una sua visita al sito delle apparizioni, la Chiesa in questi casi è piuttosto cauta: è molto raro che approvi delle apparizioni mentre queste sono ancora in corso. Un segno importante della buona propensione delle autorità diocesane verso le apparizioni è il parere positivo alla costruzione del santuario chiesto dalla Madonna. Inoltre il vescovo Orgah ha dato il suo permesso ai pellegrinaggi.

)Iniziato(
00martedì 28 novembre 2006 16:17
Re: e se..

Scritto da: rpp 28/11/2006 13.04
..e se le allucinazioni o le alterazioni mentali non fossero altro che un momentaneo stato di "allargamento sensoriale" dove è possibile vedere ciò che normalmente non vediamo nel nostro perpetuo "matrix"?



Grandissimo rpp penso anche io lo stesso.
Ci fu un periodo in cui ero solito avere allucinazioni e un giorno il mio Maestro mi disse di provare a dare un pugno contro il muro la prossima volta che ne avessi avuta una (mai + successo), certo sempre che si abbia ancora un minimo di presenza con se stessi che non è facile, mi spiegò che avrei sfondato il muro....
Vedi il mio maestro è una persona molto anziana che non ha la tv e matrix non sa neppure cosa sia.

Il punto però è un altro. Questo tipo di alterazioni non sono coscienti e qui sta l'inghippo. Una capicità come questa dovrebbe essere sotto controllo , cioè ho sonno e mi addormento, no che sto guidando e così inconsciamente mi addormento... forse non è il migliore esempio ma mi è venuto questo.

Se ne era già parlato nella sezione dedicata agli ufo diversi mesi fa...

Quello che ho chiaramente capito è che questo tipo di alterazioni possono essere una forma di disintossicazione del piano mentale se capitano così all'improvviso...




LiviaGloria
00martedì 28 novembre 2006 16:30
...e dire che ho postato i resoconti scientifici...se poi si parla di opinioni...tutto é valido.

Le persone che hanno alterato le percezioni...o quant altro...cioé allucinazioni...ecc...quando gli scienziati vanno ad analizzarli queste persone hanno alterazioni fisiche riscontrabili con i vari esami....
Nei casi dei miracoli...quello qui esposto é solo uno....tutte le nozioni scentifiche non valgono...perché non riscontrano i "risultati" che invece riscontrano nei vari soggetti con allucinazioni,catarsi,...e via dicendo.
Se poi uno vuole dire che é piu bravo della scienza...libero arbitrio.

Ma tengo a precisare che la scienza é la prima che se potesse troverebbe le prove di questi fatti.... [SM=g27828]
)Iniziato(
00martedì 28 novembre 2006 16:39
livia e i miracoli
Livia io non sono uno scettico nel vero senso della parola, figurati con tutto quello che mi è capitato, però faccio un distinguo tra appunto alterazioni mentali che comunque possono essere anche collettive e non volute da vere e proprie capacità acquisite e naturali presenti in ognuno di noi che in alcuni sono "risvegliate" "coscienti"...

Volevo andare oltre i soliti dibattiti e proporre la tesi della disintossicazione del piano mentale come possibile causa di molti dei suddetti miracoli, apparizioni ecc... e ci metto anche le ...come si scrive..."stigmati" di Padre Pio fenomeno creato a mio avviso dalla sua mente e non da qualcosa a lui esterno.
LiviaGloria
00martedì 28 novembre 2006 17:00
Re: livia e i miracoli

Scritto da: )Iniziato( 28/11/2006 16.39
Livia io non sono uno scettico nel vero senso della parola, figurati con tutto quello che mi è capitato, però faccio un distinguo tra appunto alterazioni mentali che comunque possono essere anche collettive e non volute da vere e proprie capacità acquisite e naturali presenti in ognuno di noi che in alcuni sono "risvegliate" "coscienti"...

Volevo andare oltre i soliti dibattiti e proporre la tesi della disintossicazione del piano mentale come possibile causa di molti dei suddetti miracoli, apparizioni ecc... e ci metto anche le ...come si scrive..."stigmati" di Padre Pio fenomeno creato a mio avviso dalla sua mente e non da qualcosa a lui esterno.




Questo post che hai scritto é "tremendo" detto da parte tua.. [SM=g27823]

Se sei scettico dei miracoli...dovresti essere scettico dell "illuminazione"......

Adesso ti dico...prova a rileggere il post che hai scritto e invece di mettere miracolo...metti "illuminazione"...vedrai che la cosa é perfettamente uguale... [SM=g27823]
Pero ,nella scienza...c é una differenza...le persone che praticano il trascendente...hanno prove fisiche...cioé corrispondenze di reazione dell organismo...come che la mente umana puo con la volontá e l esercizio...cambiare certi aspetti corporali e raggiungere certi risultati.
Ma nei miracoli tali riscontri non vi sono...e in piu non sono persone preparate da uno stile di vita di meditazioni,digiuni o altro.

Quindi,anche voler uguagliare la domanda "miracoli e illuminazione esistono o no"....le risposte della scienza non sono uguali. [SM=g27823]
)Iniziato(
00martedì 28 novembre 2006 17:27
Re: Re: livia e i miracoli

Ma livia, tu mi interpreti, [SM=g27823] ho scritto che nel calderone dei miracoli, dobbiamo si essere sciettici perchè in questi rientrano molti fenomeni di alterazioni mentali. Ho scritto anche che distinguo da quello che è conscio e consapevole da quello che non lo è.
Chiaramente parliamo di miracoli e illuminazioni , mica di pizza e patatine!

Poi un' apparizione è un fenomeno che a prescindere dalla sua natura dura quel che dura, l'illuminazione ha altre caratteristiche.
E poi ascolta se ci pensi un po' o le apparizioni sono fenomeni a noi esterni e allora ti posso dare tutte le ragioni del mondo o se sono fenomeni a noi interni, mettici tutti i test scientifici che vuoi ma restano nostre proiezioni.

Tu non mi vuoi capire [SM=g27824] , i punti sono molteplici , sono io che genero l'apparizione, o è l'apparizione che mi si presenta dall'esterno?
Se sono io, la generazione è sotto il mio controllo o non lo è?
se non lo è, è causa di una mia alterazione mentale?
é come dici tu una conseguenza di una catarsi?
o è successo qualcos'altro sempre dentro di me che fa si che le mie percezioni cambino?
L'effetto è apparentemente simile ma la natura che lo determina completamente diversa.

Io non posso che essere critico rispetto tutto quello che è dovuto ad un gesto non consapevole e controllato, tutt'altra questione è la consapevolezza di queste o altre facoltà.

Una cosa è dominare la propria mente, un'altra è esserne in balia.

La mente,....mente. [SM=x268918]
LiviaGloria
00martedì 28 novembre 2006 17:32
AAAAA...be,se ti riferisci in generale...certamente ci sono casi provocati da "se stessi"....pensavo si parlasse piu specificatamente di questo. [SM=x268926]


La mente,mente...lo spirito no. [SM=x268918] [SM=g27823]
Ghergon
00martedì 28 novembre 2006 18:07
Il filmato è una bufala ridicola probabilmente è l'esposimetro delle telecamera che puntato verso il sole(cosa che non va mai assolutamente fatta) salta...

Per quanto riguarda Medj si sa che li non vi sono apparizioni.
Si tratta di un falso dei carismatici.
Il Vaticano non ha mai approvato le apparizioni e mai lo farà, non per cautela ma proprio perchè sa che li c'è puzza di zolfo.
Anzi nella Santa Sede c'è molto imbarazzo per questa cosa...
Sembrerebbe che Papa Ratzinger voglia una volta per tutte chiudere questa storiaccia.
Sperem...
rpp
00martedì 28 novembre 2006 20:46
è interessante questo discorso della mente che si disintossica, e sono pienamente daccordo, anch'essa a volte ha bisogno di farlo. alcuni scienziati pazzi credono che pure i sogni siano l'effetto della disintossicazione della mente, che scarica la tensione giornaliera. ma tu stesso dici che queste visioni dovrebbero essere sotto controllo, allora mi viene da pensare che la gente che fà pellegrinaggi o và in certe chiese, spesso desidera avere delle visioni, e allora, secondo me è un pò come se essi controllassero questa capacità, in un certo senso. no?
che la madonna non appare ad altri popoli, beh, suppongo che a volte gli spiriti che stanno di là -o di quà- o chiunque siano, assumano una forma a noi familiare per non spaventarci. secondo alcune altre persone invece, e precisamente i raeliani, noi siamo stati creati dagli alieni, ed abbiamo degli interruttori, che questi alieni schiacciano quando più gli fà comodo per farsi vedere o meno. quindi, quando decidono di apparirci schiacciano un interruttore ed abbiamo una visione, detta in modo grossolano la storia più o meno è questa, sembra ridicola però no? e allora a stò punto fà bene il tuo maestro a dirti di dare un cazzotto al muro, così rimani concentrato e non ci pensi, però se ti appare una bella figa voglio vedere se ci riesci...
)Iniziato(
00mercoledì 29 novembre 2006 09:24
uhm!
ero molto concentrato sulle tue parole fino a quando ho letto della bella figa!! [SM=g27824]
A tal propsito mancano delle discussioni sul sesso...

Comunque volevo dirti che l'associazione con i sogni è azzeccatissima, [SM=g27811] ritengo che siano anch'essi una forma di "disintossicazione".
A tal riprova ci sono le parole di George Oshawa che spiegava proprio che una mente in salute non sogna, perchè non ha nulla "da smaltire"...




rpp
00mercoledì 29 novembre 2006 13:23
allora mi sà che ciamo tutti un bel pò malati eh! [SM=g27828]
GEBURAH
00mercoledì 29 novembre 2006 13:53
Re:

Scritto da: oraminutosecondo 28/11/2006 11.40
http://video.google.it/videoplay?docid=-5407732111060701619&q=miracolo


Cosa ne pensate? [SM=g27829]

Ciao Ora come va?
Tutto bene?
Rguardo il filmato penso che si dovrebbe capire prima di tutto se è effettivamente il sole od un lampione che flessciava. [SM=g27833]
oraminutosecondo
00mercoledì 29 novembre 2006 14:15
ciao..
ciao! tutto bene grazie! [SM=g27828]

Si effettivamente io non ho postato il video identificandolo come autentico.
Cercavo in qualcuno di voi una risposta di tipo tecnico per chi ne capisse qualcosa più del sottoscritto [SM=g27811]
Qualcuno riesce ad associare quelle luci a qualche genere di disturbo di ripresa?

Io ho una videocamera e puntando l' obiettivo contro una forte luce noto disturbi diversi da quelli del filmato...anche se bisogna dire che la videocamera utilizzata ha come minimo una dozzina d'anni!
Non prendo assolutamente per oro colato il video...sono semplicemente curioso [SM=g27828]
GEBURAH
00mercoledì 29 novembre 2006 14:29
Re: ciao..
Infatti ho pensato al lampione per la sua forma rettangolare, il sole non è tondo? [SM=g27828]
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