scetticismo dagli astronomi della Santa Sede sull'esperimento del 'Big Bang': “E’ Dio il creatore del mondo”

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Ghergon
00venerdì 12 settembre 2008 18:57
Fisica, scetticismo dagli astronomi della Santa Sede sull'esperimento del 'Big Bang': “E’ Dio il creatore del mondo”

CITTA’ DEL VATICANO - Puo' la simulazione di Big Bang avviata da piu' di tremila scienziati di tutto il mondo, riuniti nelle scorse ore nel Cern di Ginevra, rimettere in discussione il principio della creazione divina? ''Macchè'', e' la secca e un po' divertita risposta che arriva dai gesuiti scienziati della Specola vaticana, uno dei piu' antichi osservatori astronomici del mondo, tuttora in piena attivita' con le due sedi: quella storica di Castelgandolfo, nei pressi di Roma, e quella ultramoderna di Tucson, in Arizona. Gli astrofisici del Papa sono impegnati a indagare ''l'infinitamente grande, l'universo'', spiega all'ANSA padre Giuseppe Koch, gesuita astronomo della Specola, e verso gli esperimenti di Ginevra, su cui sono puntati i riflettori di mezzo mondo, non cela un certo snobbismo: '''Non dico che non ci interessano, pero' noi ci occupiamo di altro, e poi quella del Big Bang e' e rimane una teoria'. La ''particella di Dio'', obiettivo della ricerca del superacceleratore del Cern, ''e' solo - ricorda padre Koch - il nome con cui il premio Nobel Leon Lederman ha soprannominato per la sua importanza il 'bosone di Higgs', ma si tratta di una metafora, non ha nulla a che fare con Dio!''. Il bosone di Higgs, che secondo i fisici raccolti a Ginevra potrebbe spiegare l'esistenza della massa, e' cosi' importante - osserva l'astronomo gesuita - perche' ''costituisce quel tassello mancante alla teoria del Big Bang'' che, sottolinea, e' appunto ''una teoria con delle falle''. Per questo la teoria ''esige'' il 'bosone', la particella in grado di spiegare l'esistenza della massa, per invalidarsi. La materializzazione del bosone ''andrebbe a colmare questa falla'' ma ''se ci riuscira' accadra' semplicemente che i fisici avranno un ulteriore forte indizio che il loro modo di interpretare le cose e' giusto, ma sempre rimane la loro interpretazione''. C'e' tuttavia un aspetto della teoria sottostante alla ''particella di Dio'' che gli astrofisici del Papa ''sposano''. La metafora di Lederman, dice padre Koch, ''puo' essere letta come un tentativo di avvicinarsi al pensiero creante e questo certo caratterizza anche noi''. Inoltre l'astronomo della Specola sottolinea, a proposito degli esperimenti che verranno condotti nel super acceleratore Large Hadron Collider (Lhc, nella foto), che ''si tratta solo di tecniche di particelle elementari''. E, infine, cita lo scienziato Stephen Hawkings, di cui condivide il pensiero riportato dai giornali in questi giorni: ''E' molto piu' interessante non sapere e continuare a cercare''.
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