L'ex trader dell'UBS a Londra, accusato di avere provocato alla banca perdite valutate a 2,3 miliardi di dollari, è stato condannato a sette anni di carcere per frode. La vicenda aveva portato alle dimissioni del presidente della direzione dell'UBS, Oswald Grübel.
La sentenza è stata emessa martedì dalla Corte londinese di Southwark, al termine di un processo durato quasi dieci settimane. La giuria composta di 11 membri ha riconosciuto Kweku Adoboli, un ghanese di 32 anni, colpevole di frode per abuso di fiducia in due casi
L'ex trader dell'UBS, che con le sue operazioni ha causato la più grossa perdita della storia bancaria britannica, è stato condannato a sette anni di carcere. La corte l'ha invece assolto dal capo di imputazione di falso contabile in quattro casi.
«Siete stato arrogante al punto di pensare che le regole che si applicano ai traders non vi concernevano», ha affermato il giudice al momento della sentenza.
In un comunicato, UBS si dice «felice che la procedura penale si sia conclusa». La banca saluta poi la «professionalità» della polizia e delle autorità britanniche.
I fatti risalgono al 2011. Qualche giorno prima dell'arresto, avvenuto il 15 settembre dell'anno scorso, in seguito a sue operazioni non autorizzate, effettuate per mezzo di conti segreti, l'esposizione sui mercati aveva raggiunto la cifra astronomica di 10 miliardi di dollari. "Ho bisogno di un miracolo", aveva scritto l'ex trader sulla sua pagina Facebook, cosciente di essersi incamminato su una strada pericolosa.
Pressioni e perdita di controllo
L'uomo era alle dipendenze dell'UBS dal 2006 e lavorava presso il dipartimento ETF (Exchange Traded Funds), prodotti finanziari complessi agganciati a indici di borsa. Al processo ha sempre negato di avere avuto un comportamento fraudolento. Pur ammettendo di essere andato oltre i limiti di rischio, in aula ha sostenuto che il suo comportamento era stato influenzato dai colleghi e dallo stesso capo dell'unità di investment banking.
Quest'ultimo, in uno scambio di vedute sui mercati con il trader africano, il 12 luglio 2011, avrebbe parlato di mercati sul punto di ripartire al rialzo, menzionando in proposito una conversazione avuta con l'ex presidente della Bundesbank ed ex membro del consiglio direttivo della Banca centrale europea Axel Weber, in procinto di passare all'UBS: "Sarebbe stato grossolano da parte di un trader relativamente inesperto ignorare le parole del capo dell'investment banking", ha affermato l'imputato.
"Non c'erano segreti, non c'era nulla di nascosto", ha dichiarato il 32enne, interrogato dal suo avvocato: "Ci dicevano vai, noi andavamo. Ci dicevano di spingere i limiti oltre, noi lo facevamo". Uno dei suoi superiori gli avrebbe scritto in una e-mail: "Non saprai dov'è il limite prima che non ti abbiano bacchettato sulle dita", ha riferito Adoboli. "Abbiamo trovato quel limite, siamo caduti e io sono stato arrestato".
I colleghi avrebbero fatto pressione su di lui affinché cambiasse la sua strategia sui mercati e partisse dal principio che i corsi sarebbero presto saliti. Sarebbe stato proprio questo cambiamento di strategia a generare le enormi perdite subite dall'UBS.
"Ho perso completamente il controllo. Non controllavo più le decisioni riguardo alle operazioni che stavamo effettuando", ha dichiarato, assicurando che se avesse tenuto duro nella sua strategia "queste perdite non sarebbero mai avvenute".
Queste pressioni avrebbero raggiunto l'apogeo quando un collega avrebbe inviato a diverse persone una caricatura del trader ghanese con le fattezze di un orso, animale che simbolizza i mercati al ribasso. "A questo momento sono crollato, sono semplicemente crollato", ha detto l'imputato rivolto ai giudici. L'ex trader ha aggiunto di avere allora modificato le sue posizioni, ma i corsi invece di salire sono crollati.
Sconsideratezza e arroganza
Tutte affermazioni che la procuratrice Sasha Wass ha definito assurde. Nella propria difesa l'ex trader "ha puntato sull'antipatia che molta gente ha per banche e banchieri", ha dichiarato la pubblica accusa, rivolgendosi alla giuria. "Ci piace disprezzare l'avidità, la sconsideratezza, l'arroganza dei banchieri. L'imputato ha tentato di puntare su questo pubblico stato d'animo", ha affermato la procuratrice.
Durante gli otto giorni in cui si è difeso in aula, l'africano aveva citato vari scandali in cui l'UBS e altri istituti sono rimasti coinvolti, quale prova che le banche non sono un modello nel seguire regole e standard etici.
"Non sono qui per difendere i banchieri, sono qui per perseguire uno di loro", ha detto Sasha Wass ai giurati, aggiungendo che nessuno dei testimoni chiamati a deporre ha dato credito alla versione dell'imputato, secondo cui alla banca interessavano soltanto i profitti, non il modo in cui erano conseguiti.
"Nessuno di loro corrisponde all'immagine del banchiere sconsiderato e arrogante", ha aggiunto. "Durante questo processo abbiamo visto soltanto una persona che corrisponde a questo cliché, lo stesso" imputato, ha esclamato la procuratrice.
Concludendo la sua requisitoria, la procuratrice ha esortato la giuria a mettere da parte i possibili sentimenti suscitati dalle recenti peripezie del settore bancario e a concentrarsi invece sul comportamento dell'imputato.
Indice puntato contro le banche
Al contrario, l'avvocato difensore Charles Sherrard ha calcato la mano proprio sull'ostilità verso le banche. Nell'arringa difensiva, il legale è partito all'assalto contro quella che ha chiamato una "galleria dei furfanti" fra le banche.
L'avvocato ha menzionato i caso della Lehman Brothers, il salvataggio dell'UBS da parte del governo svizzero, i problemi delle banche britanniche Northern Rock e RBS e lo scandalo del Libor che ha inguaiato diverse banche.
Tutti casi – ha sostenuto – che hanno in comune "la bramosia dei soldi". Sherrard ha poi ripetuto l'argomento difensivo di Adoboli secondo cui sarebbero stati i suoi superiori ad incoraggiarlo oltre i limiti del rischio.
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