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La TAV tra Francia e Spagna dichiara fallimento, stessa sorte per la Torino-Lione?

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    wheaton80
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    00 16/08/2015 03:03

    La notizia è rimbalzata sui media spagnoli e francesi: la TP Ferro, società che gestisce la ferrovia – e il tunnel sotto i Pirenei – che collega Parigi a Barcellona, è costretta a portare i bilanci in tribunale. Conseguenza inevitabile dopo che non ha trovato l’accordo con i suoi creditori per rinegoziare il debito che la affligge. Debito causato dalla “insostenibilità del suo modello economico” che ha costretto la società a fare istanza di fallimento volontario. La linea è ampiamente sottoutilizzata, solamente 70 treni passeggeri e 32 merci a settimana, ben al di sotto delle previsioni. Il costo della sezione transfrontaliera fra Perpignan e Figueras, comprendente il traforo, è stato di 1,2 miliardi di Euro, e ora il debito della TP Ferro supera i 400 milioni. Il tratto di linea in questione fa parte del fantasioso Corridoio Mediterraneo e la sua costruzione era stata finanziata dall’Unione Europea. Lo stesso corridoio della Torino-Lione, e la società ora in fallimento ci teneva a sottolinearlo:

    “The S.I. [International Section] makes part of freight corridor 6 according to (UE) rule 913/2010. This corridor connects Spain to Hungary passing through France, Italy and Slovenia at the following cities: Almería – Valencia – Barcelona – Marseille – Lyon – Turin – Milan – Trieste – Koper – Liubliana – Budapest – Zahony (border Hungary – Ukraine”.

    La sezione transfrontaliera della Torino-Lione costa oltre sette volte la Figueras-Perpignan (8,6 miliardi di euro a preventivo a cui però bisogna aggiungerne 1,6 per studi e progettazione). Ma nulla lascia intravedere un futuro più roseo per la linea francoitaliana rispetto a quella francospagnola. A maggior ragione se si considera che fra Italia e Francia già esiste una ferrovia, che passa per la Val di Susa, in grado di trasportare le merci e su cui transitano regolarmente i TGV. Linea anch’essa sottoutilizzata. A quando il fallimento della NLTL, che ricadrà inevitabilmente sulle casse di Francia, Italia ed Europa?

    Fonti
    economia.elpais.com/economia/2015/07/17/actualidad/1437154215_504...
    www.lesechos.fr/journal20150721/lec2_industrie_et_services/021217814133-la-lgv-entre-la-france-et-lespagne-depose-le-bilan-1138...
    www.lemonde.fr/economie/article/2015/07/20/le-concessionnaire-de-la-ligne-tgv-barcelone-paris-depose-le-bilan_4690502_3...

    24 luglio 2015
    www.autistici.org/spintadalbass/?p=5993
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    wheaton80
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    00 22/07/2017 02:14
    Macron molla la TAV:"Ci prendiamo una pausa di riflessione"

    Emmanuel Macron veste i panni del capostazione, fischia, alza la paletta e fa scattare il semaforo rosso. Solo che, anziché fermare un treno, il Presidente ferma un'intera linea ferroviaria. E per la precisione la TAV Torino-Lione, che tante polemiche ha suscitato nel nostro Paese negli ultimi anni. Il nuovo governo, formato dal più giovane Presidente nella storia della Repubblica Francese, ha infatti annunciato di essere intenzionato a prendersi una "pausa di riflessione" nella costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità fra la terza città di Francia dopo Parigi e Marsiglia e il capoluogo piemontese. Il Ministro dei Trasporti Elisabeth Borne ha spiegato che "occorre riesaminare le spese e le risorse per non fare più promesse che non siano coperte da finanziamenti: quindi - ha concluso - anche la Torino-Lione è in pausa". Il progetto della TAV più contestata d'Italia è così congelato fino al primo semestre del 2018, quando il Parlamento di Parigi esaminerà la "grande legge di orientamento" nell'ambito delle "Assisi della mobilità" che interessano anche quel cantiere. Lo stop arriva a pochi mesi dalla decisione di segno opposto presa dall'ex Presidente François Hollande, che appena a gennaio aveva ottenuto dal parlamento il nulla osta alla ratifica dell'accordo internazionale con l'Italia per lo scavo dei 57 km di galleria fra Susa e Saint-Jean-de-Maurienne. Gli 8,3 miliardi necessari dovrebbero essere forniti per il 40% dalla UE, per il 35% dall'Italia e per il 25% dalla Francia. Ora però, nonostante la società Tunnel Euralpin Lyon-Turin abbia già bandito gare d'appalto per ben 5 miliardi e mezzo, i francesi hanno preferito congelare tutto.

    Ivan Francese
    20/07/2017
    www.ilgiornale.it/news/mondo/macron-molla-tav-ci-prendiamopausariflessione1422...
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    wheaton80
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    00 01/03/2018 03:36
    TAV? Scusate tanto, ci eravamo sbagliati

    Scusate, ci eravamo sbagliati. La TAV Torino-Lione non è più l’anello strategico mancante all’Europa e non trasporterà più i quindici milioni di tonnellate di merci su ferro previsti per il 2035. Le previsioni erano un tantino gonfiate vero, ma immaginate “in assoluta buona fede”. C’è stata la crisi economica (e chi mai la poteva prevedere?) e insomma, dovremmo ripensare, rivalutare, ridefinire il progetto. Leggere il documento dell’Osservatorio della Presidenza del Consiglio sulla montagna di balle che ha permesso lo spreco della montagna di soldi destinati a bucare le montagne piemontesi è assai istruttivo. Definisce in modo inconfutabile l’estremismo dei cosiddetti moderati e la ragionevolezza, il buon senso di chi si opponeva, con le armi della verità, a un’opera inutile, costosa e, come si vede, del tutto fuori tempo e fuori luogo. “Ce lo chiede l’Europa”. Ricordate il leit motiv col quale vari ministri facinorosi, di centrodestra e di centrosinistra, hanno confermato oltre ogni ragionevole dubbio la necessità di fare e basta, in nome della modernità. E adesso? Adesso si va avanti, nella certezza che l’opera è sì inutile e costosa ma va portata a termine. Faremo dopo (tra qualche anno) il conto dello spreco. Di quel che si è tolto dalle tasche di coloro che forse avrebbero avuto diritto a qualche soldo e di ciò che si è messo nelle tasche di coloro che non lo meritavano. Del resto è questo l’abc del buongoverno.

    Antonello Caporale
    28 febbraio 2018
    www.ilfattoquotidiano.it/2018/02/28/tav-scusate-tanto-ci-eravamo-sbagliati-listantanea-di-antonello-caporale/...
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    wheaton80
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    00 17/11/2018 19:45
    Torino dice no al TAV, cosa vuol dire per il progetto e i fondi stanziati finora

    Torino dice no al tanto discusso progetto per il treno ad alta velocità, TAV, che vorrebbe collegare il capoluogo piemontese con la città francese di Lione. È stata infatti approvata in consiglio comunale con 23 voti favorevoli e 2 contrari la proposta di mozione del Movimento Cinquestelle, che ha chiesto di fermare i lavori della linea oltre che le dimissioni dei vertici di TELT (l’ente responsabile della realizzazione dell’opera) e del commissario straordinario di governo Paolo Foietta, e la conversione dei fondi a iniziative di mobilità sostenibile. Le critiche non sono mancate né dentro né fuori il palazzo comunale: mentre gli industriali inscenavano una manifestazione a sostegno del “sì” al TAV, in aula venivano espulsi tutti i consiglieri del centrosinistra, compreso l’ex sindaco Piero Fassino, a seguito delle forti proteste. La città di Torino, che aveva formalizzato la sua contrarietà all’opera già nel 2016, chiede ora al governo di bloccare qualsiasi operazione indirizzata al suo avanzamento, almeno fino al termine delle valutazioni dell’analisi costi-benefici in corso e di cui si attendono i risultati a fine anno.

    Previsioni di spesa fatte su dati smentiti
    L’analisi costi-benefici è una tecnica di valutazione utilizzata per prevedere gli effetti di un progetto, verificando se dall’impatto della sua realizzazione la società ottenga un beneficio o un costo netto. Viene considerato dagli economisti un supporto alla decisione pubblica poiché, attraverso la monetizzazione dei benefici e dei costi associati alla sua realizzazione, esso evidenzia la proposta migliore fra più alternative progettuali. Quella che si attende sul TAV Torino-Lione a fine anno è la seconda analisi fatta sul progetto. La prima è stata realizzata nel 2012 direttamente dall’osservatorio del collegamento ferroviario Torino-Lione, organo istituito nel 2006 con decreto ministeriale proprio per seguire i lavori di progettazione dell’opera. Non proprio un “ente terzo”, come si direbbe, ma anzi un soggetto che tra le proprie finalità ha quella di “esaminare, valutare e rispondere alle preoccupazioni espresse dalle popolazioni della Valle di Susa”, come riportato in un documento di sintesi:

    presidenza.governo.it/osservatorio_torino_lione/PDF/20180525_OSSERV_SIN...

    Diversi comuni della Val di Susa però hanno scelto di sfilarsi dall’osservatorio, non condividendo il fatto che la realizzazione dell’opera non fosse messa in discussione. Tra questi anche il comune di Torino guidato dai Cinque Stelle. L’analisi del 2012, oltre a essere arrivata in fase di progettazione già avviata (sei anni dopo l’istituzione dell’osservatorio), non è riuscita a tenere il passo dell’evoluzione negli anni successivi: alla decisione di ridimensionare il progetto iniziale, cioè a un TAV low cost, non è seguita una revisione dell’analisi costi-benefici, le cui previsioni di traffico sono state peraltro Largamente smentite dal governo nel 2017:“Non c’è dubbio che molte previsioni fatte quasi dieci anni fa, in assoluta buona fede, anche appoggiandosi a previsioni ufficiali dell’Unione europea, siano state smentite dai fatti… Lo scenario attuale è, quindi, molto diverso da quello in cui sono state prese a suo tempo le decisioni”, ha scritto nero su bianco il consiglio dei ministri. Intanto però, sulla base del “vecchio” progetto, sono stati spesi almeno 1,2 miliardi di euro per la fase di progettazione dell’opera e l’avvio dei lavori di scavo.

    A che punto siamo con il TAV, i lavori realizzati finora
    Dopo la fase di progettazione dell’opera, il CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica), con delibera pubblicata il 24 gennaio 2018, ha ordinato la realizzazione di due lotti costruttivi del tunnel transfrontaliero di base. Si tratta di un incarico con una spesa di 5,57 miliardi, dalla parte italiana, disposto in assenza di effettiva disponibilità di finanziamento. Infatti, né la Francia né l’Europa hanno ancora stanziato tutti i fondi, nonostante l’accordo tra Italia e Francia del 2012 preveda espressamente che i cantieri per la costruzione del tunnel di base non possano essere avviati senza la disponibilità di tutti i fondi per la realizzazione del progetto. La Francia non solo non ha iscritto nel suo bilancio la previsione di spesa del tunnel di base transfrontaliero ma, come si legge nella mozione presentata in comune a Torino, “ha rinviato a dopo il 2038 ogni decisione in merito alle opere della tratta di sua competenza da realizzare sul suo territorio (ad esempio i tre tunnel di Belledonne, Glandon, Chartreuse)”.

    Inoltre i lotti costruttivi, come spiegato in un esposto alla Corte dei Conti presentato dal Controsservatorio sulla Torino-Lione, non sono opere funzionali, quindi risultano inutilizzabili fino a opera finita. “Non c’è una definizione giuridica di cosa sia un lotto costruttivo”, spiega il Controsservatorio nel suo esposto, “ma, in sostanza, si tratta, dato un progetto complessivo di un’opera pubblica, di una parte dell’opera che corrisponde allo stanziamento disponibile in quel momento e di per sé non sufficiente a realizzare l’intera opera. Il lotto così costruito non serve di per sé né può essere utilizzato”. Quindi l’opera procede ma senza la sicurezza di poter finire i lavori. E il tutto, come già visto, sulla base di un’analisi costi-benefici non aggiornata.

    Penali da pagare? Non c’è scritto da nessuna parte
    I sostenitori del “no” al TAV considerano “sproporzionata” la ripartizione dei costi: come stabilito dall’accordo tra Italia e Francia del 2012, la tratta transfrontaliera è infatti per il 57,9 per cento a carico dell’Italia, sul cui territorio si trovano 12 chilometri su 57,5 totali, cioè solo il 21 per cento del tracciato, e per il 42,1 per cento a carico della Francia, sul cui territorio insistono gli altri 45,5 chilometri. E qui si arriva alla voce sui cui i sostenitori dell’opera insistono: il rischio di pagare delle penali. Che, secondo il Controsservatorio, si tratta di una bufala. “Non esiste alcun accordo internazionale sottoscritto dall’Italia nei confronti della Francia o dell’Europa che preveda l’esborso di penali in caso di ritiro unilaterale italiano”, si legge sul sito dell’associazione (http://controsservatoriovalsusa.org/164-fake-news). “Gli accordi bilaterali tra Francia e Italia non prevedono alcuna clausola che accolli a una delle parti, in caso di recesso, forme di compensazione per lavori fatti dall’altra parte sul proprio territorio… Pronti a fare ammenda se qualcuno fosse in grado di dimostrare il contrario”.

    Dal lato dei Sì TAV, Sergio Chiamparino, Presidente della regione Piemonte, invoca il referendum, mentre Paolo Foietta, commissario di governo per l’alta velocità, più che di penali parla di costi da sostenere in caso di abbandono: secondo Foietta la stima ammonterebbe a oltre 2 miliardi, oltre al rischio di un contenzioso legale. I costi riguardano, sempre secondo il commissario, la smobilitazione dei cantieri e delle attrezzature, i costi per la messa in sicurezza delle opere fin qui realizzate e la restituzione dei finanziamenti comunitari erogati per mancata realizzazione delle opere a venire. Ma il Controsservatorio ha ribadito che, “al fine di evitare ogni contenzioso con l’Unione Europea e le imprese”, è sufficiente che “TELT non lanci gare di appalto e non contragga qualsivoglia impegno con chicchessia fino al momento in cui, nel rispetto dell’Articolo 16 dell’Accordo di Roma, i tre soci finanziatori del progetto Torino-Lione (UE, Francia e Italia) non abbiano garantito con atti formali (leggi dello Stato) tutti i fondi necessari all’intera realizzazione dell’opera”. Atti che al momento non sono ancora pervenuti.

    Maurizio Bongioanni
    31 ottobre 2018
    www.lifegate.it/persone/news/torino-no-tav
    [Modificato da wheaton80 17/11/2018 19:49]
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    wheaton80
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    00 09/03/2019 12:15
    TAV occulto: Val Susa, attentato al “chakra sacro” europeo



    “Nessuno ne parla, ma questa aggressione è in corso da anni”. Non si tratta di missili, veleni e cemento. “Vengono colpiti luoghi sacri naturali”. In altre parole, è in pieno svolgimento una crociata, segreta, contro la geografia “invisibile” dei cosiddetti luoghi santi. E la prima linea del fronte sarebbe proprio la valle di Susa, investita dal progetto TAV. Che non sarebbe solo il consueto maxi-affare all’italiana. Molto peggio: un sortilegio malefico, per colpire a morte quello che è forse il più importante “chakra” terrestre europeo, il maggiore nodo energetico del continente. Per giunta situato sulla rotta che unisce, in linea retta, l’abbazia francese di Mont Saint-Michel al santuario di Monte Sant’Angelo, sul Gargano.


    La Sacra di San Michele in Val di Susa

    Ombelico del “canale energetico”, l’abbazia medievale valsusina della Sacra di San Michele, monumento simbolo del Piemonte. Gli architetti occulti dell’operazione-TAV? “Sono innanzitutto esoteristi”. A fare una simile affermazione, decisamente fuori ordinanza, è Fausto Carotenuto: non esattamente un visionario, ma un veterano dei Servizi Segreti italiani, per i quali ha lavorato come analista internazionale. Non ha dubbi: quella che è cominciata in valle di Susa è un’operazione “magica”, destinata a farci del male. Un atto di guerra, deliberato, contro il “drago” di uranio e amianto che dorme nel sottosuolo alpino. Un lavoro da stregoni, più che da gangster della politica. Parole che richiamano il coro di sgomento suscitato dall’imbarazzante cerimonia di inaugurazione del traforo del Gottardo, in Svizzera, celebrata il 1° giugno 2016 con uno strano rito di sapore tribale e sacrificale, in onore di un misterioso dio-caprone, forse simbolo dell’ancestrale paura della selva, “domata” oggi dalla tecnologia che perfora le Alpi?

    www.maurizioblondet.it/gottardo-consacrato-satana/

    No, dice Carotenuto: quei tunnel sono un attentato contro le forze “spirituali” della Terra, per compromettere volontariamente la nostra possibilità di felicità. Ma l’intervento sulla valle di Susa, pubblicato su “Disinformazione”, risale a 5 anni prima della sinistra carnevalata del Gottardo.

    www.disinformazione.it/valdisusa.htm

    Quelle cose, Carotenuto, oggi apprezzato autore di saggi sulla spiritualità contemporanea, le scriveva nel 2011, quando sulla lotta contro il TAV Torino-Lione si stava affacciando anche il fantasma della violenza, “una trappola appositamente congegnata proprio dai fautori del progetto”.

    Forze spirituali invisibili? Soprannaturale? “Il soprannaturale non esiste, è solo il “naturale” che non conosciamo ancora», sostiene un iniziato come il massone Gianfranco Carpeoro, esperto di simbologia. Quanto all’esoterismo, “che c’azzecca” col TAV? Se uno legge Gioele Magaldi, scopre che il vertice del potere mondiale è interamente massonico, iniziato al sapere esoterico (anche se ovviamente non lo ammetterebbe mai). E il TAV è la classica operazione di potere. Anche “magica”? Carotenuto non ha incertezze: al di là del fatto che “i valligiani hanno ragioni da vendere”, perché la maxi-ferrovia “non porterà “progresso” ma distruzione, devastazione e malattie”, sostiene che “ad una indagine attenta dei valori spirituali in gioco emerge tuttavia un quadro ancora più fosco, di grande emergenza: non sono in gioco solamente i soldi degli ingordi, e l’ambiente e la salute degli abitanti della val di Susa”. La posta, quella vera, è un’altra ancora:“Qualcuno sta cercando di portare avanti una operazione tendente a colpire direttamente le forze interiori di una grande fetta della popolazione europea: non solo quelle dei cari e simpatici valligiani, ma quelle di tutti i piemontesi, degli abitanti di un vasto arco delle Alpi, e delle regioni che si protendono attraverso tutta la Francia verso nord, e tutta l’Italia verso sud». Una operazione “che parte da molto in alto nelle gerarchie delle piramidi che portano avanti le strategie oscure”. All’esistenza reale di “piramidi oscure”, in cui opererebbero “Maghi Neri”, Carotenuto ha dedicato il saggio “Il mistero della situazione internazionale” (Uno Editori), che offre una spiegazione in chiave “spirituale” del malessere che sta colpendo il pianeta.


    Fausto Carotenuto

    Non si parla solo di generiche “energie”, di stampo new age: l’ex stratega dell’Intelligence italiana allude specificamente a vere e proprie ritualità di tipo magico, innominabili e inconfessabili, che sarebbero praticate in segreto da esponenti del massimo potere. Obiettivo: sabotare il “risveglio” della coscienza dell’umanità. A questo, dice, servirebbe anche la sgangherata progettazione della linea Torino-Lione, l’infrastruttura più incoerente e ridicola del pianeta. Ma in realtà c’è ben poco da ridere, visto che si tratta di “un qualcosa di così importante che il fronte del potere politico, finanziario, economico, dei mass media, largamente influenzato e diretto dai vertici “oscuri”, sostiene in modo insolitamente compatto e granitico, senza apprezzabili sbavature”. Il che è verissimo. A nulla è valsa, finora, la sacrosanta protesta dei valsusini contro “menti oscure, schiere di mercenari del potere e del denaro, centurie di coscienze spente e freddamente calcolatrici”. Anni di appelli, firmati da centinaia di tecnici universitari, per svelare che l’opera sarebbe devastante, costosissima e soprattutto inutile; e mai nessuna risposta, né da Palazzo Chigi né dal Quirinale. Come se quella futuribile infrastruttura fosse, semplicemente, un tabù. Un dogma intoccabile. Un mistero, appunto: forse per noi, ma non per “loro”, sostiene Carotenuto.

    Da alcuni anni, scrive l’autore, una enorme “operazione risvegli” è in corso sulla Terra, sulla quale ovviamente i “poteri oscuri” hanno fatto calare una vera e propria congiura del silenzio. “Le forze del Male, o per meglio dire dell’Ostacolo, sono quelle, sia spirituali che terrene, che fanno di tutto per bloccare i risvegli appena iniziati», cioè l’esplosione di consapevolezza che conduce alla riscoperta dei valori umani, la solidarietà, l’amore (non come “buonismo”, ma come necessità vitale razionale). “Questo è lo sfondo della grande battaglia in corso sulla Terra: guerre, distruzioni, genocidi, terrorismo, operazioni finanziarie, aggressioni farmacologiche e alimentari, tecnologie antiumane. Sono alcune delle manifestazioni di questa lotta”. E uno dei tanti scenari sui quali si svolge sarebbe quello dei “luoghi santi”, sorti, non a caso, proprio sui “nodi vitali” del pianeta, che secondo Carotenuto “funziona” come il corpo umano, che “è attraversato da una rete di invisibili centri vitali uniti da infiniti canali di energie: quelli che le medicine orientali usano da millenni”. Canali che la medicina occidentale aveva dimenticato, “ma è ora costretta a riscoprire un pò alla volta, se vuole smetterla di combinare disastri”. Nelle tradizioni orientali, questi centri si chiamano “chakra” e sono i vortici vitali, mentre i “nadi” sono i canali energetici che li uniscono. La Terra funziona allo stesso modo, scrive Carotenuto:“La crosta terrestre è costellata di importantissimi “chakra” e “nadi””. E aggiunge:“Gli spiriti più avanzati dell’umanità, gli “iniziati” di tutti i tempi, hanno sempre avuto la conoscenza, e spesso la visione, di questa geografia sottile, ma fondamentale, della Terra. Grotte sacre, montagne sacre, foreste sacre, laghi e fiumi sacri. E poi vari tipi di energie: positive, negative, ambivalenti”.

    Non a caso, “lungo i canali e sui centri vitali sono sorti dolmen, menhir, cerchi di pietre, piramidi, templi, cattedrali: erano e sono luoghi speciali, che favoriscono il contatto tra gli uomini e le dimensioni superiori”. Questa rete, “in gran parte dimenticata negli ultimi secoli di materialismo”, si starebbe ora “riattivando”, man mano che gli uomini, “risvegliandosi”, riscoprono le particolarità di certi luoghi. “Sta già avvenendo in embrione, ma ben di più avverrà in futuro, quando sempre più uomini capiranno di avere a disposizione delle importanti reti di luoghi energetici di cui avvalersi per supportare la propria crescita spirituale”. E allora le “forze oscure”, quelle che “vogliono ostacolare l’evoluzione interiore dell’umanità”, cosa hanno deciso di fare? “Sono partite per tempo a cercare in tutti i modi di “spegnere”, di devitalizzare i chakra, di sclerotizzare le arterie delle energie vitali per lo spirito”. Anche così Carotenuto spiega gli “interventi di tutti i tipi” a cui stiamo assistendo, “con tonnellate di metallo, colate di cemento, prodotti sintetici “morti” e ostili, gallerie, deforestazioni, selve di antenne, viadotti, perforazioni petrolifere, spesso appositamente indirizzate per depotenziare e deformare la geografia sacra”. E aggiunge:“Vengono effettuati interventi per “spegnere” cattedrali, come Chartres o Santa Maria di Collemaggio, per annullare antichi luoghi di iniziazione. Vengono colpiti luoghi sacri naturali o costruiti dagli antichi iniziati. Viene persino usato il “martello” del turismo di massa per abbattere con folle inconsce e disattente il livello vibrazionale di certi luoghi, come le piramidi, le cattedrali gotiche, o i grandi templi”. Si tratterebbe di “una strategia composita e ben studiata”. E la valle di Susa? Nella “geografia sacra del mondo”, rappresenterebbe “un punto fondamentale degli equilibri energetici europei”. Un “chakra” importantissimo, scrive l’autore, è situato all’ingresso della valle, da cui si dipartono diversi “nadi”, canali energetici che vanno a creare un asse importantissimo verso nord-ovest e verso sud-est. “Quali sono i punti “noti” di questo asse? I tre meravigliosi santuari dedicati a San Michele. In un allineamento pressoché perfetto, la Sacra di San Michele, lo splendido edificio sacro medioevale all’imboccatura della val di Susa, è al centro di una precisa direttrice che va dal santuario dedicato a Michele di Monte Sant’Angelo, sul Gargano, fino a quello sull’isola incantata di Mont Saint Michel, nel nordest della Francia».

    Sono tutti «luoghi sacri, luoghi di energie fortissime, che gli antichi conoscevano e usavano, e che gli uomini del “risveglio” torneranno ad usare”. Non è casuale la ricorrenza del nome Michele, personificato in “arcangelo” con la cristianizzazione: il Michele della tradizione ebraico-cristiana, spiega Carotenuto, prima si chiamava Mercurio nell’antica Roma, Hermes in Grecia, Toth in Egitto. “E’ lo spirito guida dell’operazione “risvegli””, sostiene Carotenuto. Ed è ultra-presente nella fatidica valle di Susa, già bucherellata da mille infrastrutture e ora terrorizzata dallo spettro-TAV. “La crosta terrestre ha nelle sue profondità delle forze enormi, concentrate in certi luoghi, che gli antichi conoscevano bene e chiamavano forze della Dea Madre, della Madre Terra”, argomenta l’analista. “Statue femminili nere, adorate in caverne o cripte, la rappresentavano: raffigurazioni sacre di tante divinità, tra cui l’egizia Iside, e poi le madonne nere cristiane, a sancire l’alleanza positiva tra uomini e queste forze”. Ma gli antichi, continua lo studioso, le chiamavano anche forze del “drago”, facendo riferimento al fatto che erano forze enormi, ma “selvagge”, utilizzabili sia per il bene che per il male, a seconda delle intenzioni umane. “In epoche antiche, gruppi di iniziati ispirati dal mondo spirituale decisero che per un lungo tratto dell’evoluzione umana bisognava che certe “forze del drago” di un importante asse energetico europeo fossero equilibrate, tenute sotto controllo e rivolte al bene. E che di questo equilibrio positivo si giovassero le popolazioni europee. Questo il motivo per cui degli edifici speciali, costruiti e “attivati” in modo del tutto particolare, furono eretti sopra montagne sacre piene di “forze del drago”, talvolta oscure. Santuari di Michele, che nella sua funzione tipica, “tiene a bada le forze del drago”, per usarle in positivo e per lasciare liberi gli uomini di evolversi. Questo illustrano i quadri e le statue di San Michele”.

    Il chakra centrale della valle di Susa, prosegue Carotenuto, non è fatto solamente dal monte Pirchiriano, su cui svetta la Sacra, ma di una serie di altri rilievi “carichi di forze importanti”, e tra questi “uno in particolare assume un ruolo centrale nella geografia sacra: il monte Musinè”, che è “un luogo dalle energie fortissime, uno dei principali in Europa”. Lassù, le “forze spirituali del drago” hanno originato “un sottosuolo pieno di energie enormi, selvagge, che si manifestano in conformazioni rocciose insolite e piene di materiali “forti”, nocivi se liberati”, che per l’analista “sono la manifestazione di forze spirituali altrettanto nocive su altri piani”. Ma il Musinè, aggiunge, “è anche un’antenna volta verso incredibili energie positive cosmiche”. Da sempre il monte è teatro di apparizioni continue di “luminescenze colorate, globi luminosi”, custodisce “leggende di maghi e di draghi d’oro, di riti e di graffiti misteriosi fin dall’antichità più remota”. Ed è un notissimo luogo di avvistamenti “UFO” tra i più citati, fin dai tempi pionieristici di Peter Kolosimo. Persino la vegetazione che vi cresce è differente. “E’ il punto focale che probabilmente più di ogni altro ha creato quella base energetico-spirituale che ha fatto di Torino la città esoterica per eccellenza, nel bene e nel male. Come è tipico delle “forze del drago””. Per Carotenuto, la valle di Susa è dunque “una zona fortissima, al centro di un asse europeo spirituale fondamentale, forse il principale”. Ed è stata “tenuta in equilibrio per secoli dalla spiritualità rappresentata da Michele, con le “forze del drago” domate e sepolte nel sottosuolo, in attesa della grande epoca dei “risvegli””. Da qui, secondo questa particolarissima visione, l’offensiva occulta delle “piramidi del Male”, attivate “dai livelli locali fino a quelli centrali europei”.


    La strana colorazione del Musinè all'imbocco della Val di Susa

    Una operazione strategica, “mirante ad alterare antichi equilibri per renderli inutilizzabili a fini positivi: scavare una enorme galleria nelle viscere della montagna sacra, per sconvolgere il “chakra” Musinè, portando alla luce forze oscure e potenti dalle profondità della Terra”. Obiettivo segreto: “Liberarle dall’influsso positivo delle correnti cosmiche e della vicina presenza benefica della Sacra di San Michele. E poi affondare ulteriormente il bisturi di morte scavando un percorso di distruzione sul “nadi” che punta a Mont Saint Michel”. In altre parole, in valle di Susa sarebbe in corso “il tentativo di portare un colpo al cuore alla geografia sacra europea”. Un vero e proprio attentato, stando a Carotenuto, “tale da appesantire le atmosfere psichiche, creare una cappa di piombo in una vasta zona del nostro continente: il tentativo di creare un vero e proprio “infarto” nella circolazione delle energie a disposizione di tutti noi per i nostri risvegli”. Questo, conclude lo studioso, spiega la volontà granitica di “tutti i terminali politici, economici, finanziari e mediatici dei “poteri oscuri”, compatti nel sostenere l’operazione, anche se la popolazione locale è solidale nel respingerla”.

    I valsusini lo fanno “per la propria salute, messa a rischio dall’uranio e dall’amianto che verranno portati in superficie, e per salvare una natura già tanto colpita nel passato”. Ma forse anche perché “il cuore dei valligiani, che è inconsciamente in contatto con la realtà spirituale delle cose, sa molto meglio della mente che bisogna resistere, opporsi con fermezza ed energia all’aggressione spirituale. E che bisogna farlo in modo consono alla nuova coscienza che si risveglia e si sviluppa: con la verità e la nonviolenza. Rispondere con la verità e la nonviolenza alla menzogna manipolatoria e alla violenza del fronte compatto che vuole sacrificarli: un fronte di poveri schiavi dei “poteri oscuri”, che hanno venduto pezzi della propria coscienza in cambio di tanti o pochi spiccioli; di grandi, ma anche di piccolissime poltrone”.

    Fausto Carotenuto
    2 settembre 2016
    www.libreidee.org/2016/10/tav-occulto-val-susa-attentato-al-chakra-sacro-europeo/?fbclid=IwAR1cTQZSZN1bYfvo_IgQcBUlanuvxg-A5c1gk7baXeLqNVIy0yE...