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Anno liturgico

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    00 05/01/2008 17:32
    5 gennai 2008
    FERIA DEL TEMPO DI NATALE
    MESSALE



    Antifona d'Ingresso Cf Gv 1,1
    In principio prima del tempo
    il Verbo era Dio;
    ed egli si degnò di nascere
    Salvatore del mondo.


    LITURGIA DELLA PAROLA

    Prima Lettura 1 Gv 3, 11-21
    Noi siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli.

    Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
    Carissimi, questo è il messaggio che avete udito fin da principio: che ci amiamo gli uni gli altri. Non come Caino, che era dal maligno e uccise il suo fratello. E per qual motivo l'uccise? Perché le opere sue erano malvage, mentre quelle di suo fratello eran giuste.
    Non vi meravigliate, fratelli, se il mondo vi odia. Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte. Chiunque odia il proprio fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida possiede in se stesso la vita eterna.
    Da questo abbiamo conosciuto l'amore: Egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli. Ma se uno ha ricchezze di questo mondo e vedendo il suo fratello in necessità gli chiude il proprio cuore, come dimora in lui l'amore di Dio?
    Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma coi fatti e nella verità. Da questo conosceremo che siamo nati dalla verità e davanti a lui rassicureremo il nostro cuore qualunque cosa esso ci rimproveri. Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa. Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio.

    Salmo Responsoriale Dal Salmo 99
    Il nostro Dio è grande nell'amore.

    Acclamate al Signore, voi tutti della terra,
    servite il Signore nella gioia,
    presentatevi a lui con esultanza.

    Riconoscete che il Signore è Dio;
    egli ci ha fatti e noi siamo suoi,
    suo popolo e gregge del suo pascolo.

    Varcate le sue porte con inni di grazie,
    i suoi atri con canti di lode,
    lodatelo, benedite il suo nome.

    Buono è il Signore,
    eterna la sua misericordia,
    la sua fedeltà per ogni generazione.


    Vangelo Gv 1, 43-51
    Tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele.

    Dal vangelo secondo Giovanni
    In quel tempo, Gesù aveva stabilito di partire per la Galilea; incontrò Filippo e gli disse: «Séguimi». Filippo era di Betsaida, la città di Andrea e di Pietro.
    Filippo incontrò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazaret». Natanaèle esclamò: «Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi».
    Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, credi? Vedrai cose maggiori di queste!».
    Poi gli disse: «In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo».




    Comunione Gv 3,16
    Dio ha tanto amato il mondo,
    da donare il suo unico figlio,
    perché chiunque crede in lui non perisca,
    ma abbia la vita eterna.


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    [Modificato da LiviaGloria 06/01/2008 12:14]
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    00 06/01/2008 10:20
    "Ciascuno deve salvare non solamente la propria anima ma anche tutte le anime che Dio ha posto sul suo cammino.

    Suor Lucia Dos Santos



    TURRIS EBURNEA



    LIBRI CATTOLICI













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    00 06/01/2008 12:12
    6 GENNAIO
    EPIFANIA DEL SIGNORE
    Solennità

    MISSALE ROMANUM VETUS ORDO

    LETTURE: Is 60,1-6; Sal 71; Ef 3,2-3a.5-6; Mt 2,1-12


    Nella Chiesa Cristo si rivela a i popoli

    Uno degli elementi più significativi che ha caratterizzato gli interventi del Concilio Vaticano II è indubbiamente il richiamo alla fondamentale unità della famiglia umana (cf ad es. GS, cap. II).

    Verso quale universalismo?
    «La presente generazione... ha visto crollare o restringersi gli ostacoli e le distanze che separano uomini e nazioni, grazie ad un accresciuto senso universalistico, ad una più chiara coscienza dell’unità del genere umano e all’accettazione della reciproca dipendenza in un’autentica solidarietà e grazie, infine, al desiderio — e alla possibilità — di venire a contatto con i propri fratelli e sorelle al di là delle divisioni artificialmente create dalla geografia o dalle frontiere nazionali o razziali» (Dives in misericordia, n. 10).

    Alle soglie del terzo millennio, l’umanità si adopera per un universalismo culturale, ideologico, tecnologico... mai raggiunto finora. Ma quali mezzi ha a sua disposizione per raggiungere questo sogno? Si sperimentano molti metodi che hanno una parte più o meno grande di verità e di efficacia, ma che sollevano non pochi problemi. Si deve ricorrere alla forza? Ma l’esperienza di grandi imperi basati sulla violenza ci mette in guardia contro di essa. Occorre affidarsi alla coscienza universale del lavoro e della tecnica? Ma i principi di diritto, di cultura, ecc. su cui ci si fonda per realizzare l’unificazione del mondo, sono veramente i più profondi? Non trascurano deliberatamente un elemento irriducibile, cioè la persona? E il cristiano? Non ha la sua parola da dire? Il primo uomo che ha creduto nell’universalismo è secondo la Scrittura, Abramo, il padre delle nazioni. Dio gli promise che queste un giorno sarebbero state riunite nella sua discendenza, e il patriarca gli credette; fu il primo atto di fede fatto da un uomo.

    Cammineranno i popoli alla tua luce
    Ad Israele fu affidata la missione di riunire tutti i popoli nella discendenza di Abramo per realizzare così la promessa dell’universalismo. Israele credette di formare questa unità con l’attuazione di un certo numero di pratiche particolari: la legge, il sabato, la circoncisione... Al contrario, solo la fede di Abramo sarebbe stata capace di dare unità a tutti i popoli.

    L’annuncio di un nuovo popolo di Dio, a dimensioni universali, prefigurato e preparato nel popolo eletto, si realizza in Gesù Cristo nel quale converge e si ricapitola tutto il piano di Dio (Ef 1,9-10). In lui tutto ciò che era diviso ritrova l’unità (seconda lettura).
    La venuta dei Magi dall’Oriente segna l’inizio dell’unità della grande famiglia umana, che sarà realizzata perfettamente quando la fede in Gesù Cristo farà cadere le barriere esistenti fra gli uomini, e nell’unità della fede tutti si sentiranno figli di Dio, ugualmente redenti e fratelli tra loro (vangelo).
    Questo nuovo popolo è la Chiesa, comunità dei credenti; attraverso i secoli essa realizza e testimonia la chiamata universale di tutti gli uomini alla salvezza per l’opera unificatrice di Cristo. E’ significativa la visione finale del Nuovo Testamento (Ap 7,4-12; 15, 3-4; 21,24-26): una moltitudine di razze, di popoli e di lingue, che salutano in Dio il re delle nazioni, e che abiteranno nella nuova Gerusalemme, dove l’umanità ritroverà la propria e definitiva unità.

    C’è sempre una stella in cielo
    Facilmente ogni discorso sull’ «unità», in qualsiasi campo, rischia di essere frainteso. Spesso si pretende per unità una piatta uniformità: l’annullamento di ogni differenza individuale, un totale livellamento. Si inaugura così un sistema di facili etichette e di facili ostracismi. Chi non si adegua alla media viene bollato come estremista o come reazionario o come eretico. Eppure la diversità e la varietà dei caratteri delle nazioni sono la ricchezza dell’umanità. Anche il fatto che la Chiesa sia una ed universale non esclude che nel suo ambito possano coesistere «diversi modi» di vivere l’unica fede. Per troppo tempo la Chiesa è stata legata al mondo culturale occidentale e all’uomo bianco per calare il cristianesimo in stampi e categorie mentali tipicamente europei, ma la Chiesa di Cristo non può essere bianca o nera o gialla come non può essere proletaria o borghese o capitalista: le sue porte sono aperte a tutti. Il cristiano non può rifiutare aprioristicamente la novità o l’originalità per se stesse; deve prima verificare se esse non siano magari una nuova dimensione della fede nell’Unico Cristo. Molte esperienze attuali, che qualche volta scandalizzano i tutori dell’uniformità (non dell’unità), sono il segno del rigoglio della vita della Chiesa. Cristo ci dà la misura di ogni cosa: Ama Dio con tutto il tuo cuore, amatevi come io vi ho amato (cf Mc 12,30; Gv 13,34). Questa è la stella da seguire, per giungere al nostro autentico e unico centro di unità: «il mistero di cui (il Padre) ci ha fatti partecipi» (orazione dopo la comunione).


    Il Signore ha manifestato in tutto il mondo la sua salvezza

    Dai «Discorsi» di san Leone Magno, papa
    (Disc. 3 per l'Epifania, 1-3. 5; Pl 54, 240-244)
    La Provvidenza misericordiosa, avendo deciso di soccorrere negli ultimi tempi il mondo che andava in rovina, stabilì che la salvezza di tutti i popoli si compisse nel Cristo.
    Un tempo era stata promessa ad Abramo una innumerevole discendenza che sarebbe stata generata non secondo la carne, ma nella fecondità della fede: essa era stata paragonata alla moltitudine delle stelle perché il padre di tutte le genti si attendesse non una stirpe terrena, ma celeste.
    Entri, entri dunque nella famiglia dei patriarchi la grande massa delle genti, e i figli della promessa ricevano la benedizione come stirpe di Abramo, mentre a questa rinunziano i figli del suo sangue. Tutti i popoli, rappresentati dai tre magi, adorino il Creatore dell'universo, e Dio sia conosciuto non nella Giudea soltanto, ma in tutta la terra, perché ovunque in Israele sia grande il suo nome (cfr. Sal 75, 2).
    Figli carissimi, ammaestrati da questi misteri della grazia divina, celebriamo nella gioia dello spirito il giorno della nostra nascita e l'inizio della chiamata alla fede di tutte le genti. Ringraziamo Dio misericordioso che, come afferma l'Apostolo, «ci ha messo in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce. E' lui che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto» (Col 1, 12-13). L'aveva annunziato Isaia: Il popolo dei Gentili, che sedeva nelle tenebre, vide una grande luce e su quanti abitavano nella terra tenebrosa una luce rifulse (cfr. Is 9, 1). Di essi ancora Isaia dice al Signore: Popoli che non ti conoscono ti invocheremo, e popoli che ti ignorano accorreranno a te (cfr. Is 55, 5).
    «Abramo vide questo giorno e gioì » (cfr. Gv 8, 56). Gioì quando conobbe che i figli della sua fede sarebbero stati benedetti nella sua discendenza, cioè nel Cristo, e quando intravide che per la sua fede sarebbe diventato padre di tutti i popoli. Diede gloria a Dio, pienamente convinto che quanto il Signore aveva promesso lo avrebbe attuato (Rm 4, 20-21). Questo giorno cantava nei salmi David dicendo: «Tutti i popoli che hai creato verranno e si prostreranno davanti a te, o Signore, per dare gloria al tuo nome» (Sal 85, 9); e ancora: «Il Signore ha manifestato la sua salvezza, agli occhi dei popoli ha rivelato la sua giustizia» (Sal 97, 2).
    Tutto questo, lo sappiamo, si è realizzato quando i tre magi, chiamati dai loro lontani paesi, furono condotti da una stella a conoscere e adorare il Re del cielo e della terra. Questa stella ci esorta particolarmente a imitare il servizio che essa prestò, nel senso che dobbiamo seguire, con tutte le nostre forze, la grazia che invita tutti al Cristo. In questo impegno, miei cari, dovete tutti aiutarvi l'un l'altro. Risplendete così come figli della luce nel regno di Dio, dove conducono la retta fede e le buone opere. Per il nostro Signore Gesù Cristo che con Dio Padre e con lo Spirito Santo vive e regna per tutti i secoli dei secoli. Amen.


    MESSALE

    Antifona d'Ingresso Cf Ml 3,1; 1 Cr 19,12
    E' venuto il Signore nostro re:
    nelle sue mani è il regno, la potenza e la gloria.

    Colletta
    O Dio, che in questo giorno, con la guida della stella, hai rivelato alle genti il tuo unico Figlio, conduci benigno anche noi, che già ti abbiamo conosciuto per la fede, a contemplare la grandezza della tua gloria. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

    LITURGIA DELLA PAROLA

    Prima Lettura Is 60,1-6
    La gloria del Signore brilla sopra di te.

    Dal libro del profeta Isaia
    Alzati, rivèstiti di luce, perché viene la tua luce,
    la gloria del Signore brilla sopra di te.
    Poiché, ecco, le tenebre ricoprono la terra,
    nebbia fitta avvolge le nazioni;
    ma su di te risplende il Signore, la sua gloria appare su di te.
    Cammineranno i popoli alla tua luce,
    i re allo splendore del tuo sorgere.
    Alza gli occhi intorno e guarda:
    tutti costoro si sono radunati, vengono a te.
    I tuoi figli vengono da lontano,
    le tue figlie sono portate in braccio.
    A quella vista sarai raggiante, palpiterà e si dilaterà il tuo cuore,
    perché le ricchezze del mare si riverseranno su di te,
    verranno a te i beni dei popoli.
    Uno stuolo di cammelli ti invaderà,
    dromedari di Madian e di Efa,
    tutti verranno da Saba, portando oro e incenso
    e proclamando le glorie del Signore.

    Salmo Responsoriale Dal Salmo 71
    Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.

    Dio, da' al re il tuo giudizio,
    al figlio del re la tua giustizia;
    regga con giustizia il tuo popolo
    e i tuoi poveri con rettitudine.

    Nei suoi giorni fiorirà la giustizia
    e abbonderà la pace,
    finché non si spenga la luna.
    E dominerà da mare a mare,
    dal fiume sino ai confini della terra.

    Il re di Tarsis e delle isole porteranno offerte,
    i re degli Arabi e di Saba offriranno tributi.
    A lui tutti i re si prostreranno,
    lo serviranno tutte le nazioni.

    Egli libererà il povero che grida
    e il misero che non trova aiuto,
    avrà pietà del debole e del povero
    e salverà la vita dei suoi miseri.

    Seconda Lettura Ef 3,2-3a.5-6
    Tutti i popoli sono chiamati, in Cristo Gesù, a partecipare alla stessa eredità.

    Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini
    Fratelli, penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio, a me affidato a vostro beneficio: come per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero.
    Questo mistero non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come al presente è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito: che i Gentili cioè sono chiamati, in Cristo Gesù, a partecipare alla stessa eredità, a formare lo stesso corpo, e ad essere partecipi della promessa per mezzo del vangelo.

    Canto al Vangelo Cf Mt 2,2
    Alleluia, alleluia.
    Abbiamo visto la tua stella in oriente
    e siamo venuti per adorare il Signore
    Alleluia.





    Vangelo Mt 2,1-12
    Siamo venuti dall'oriente per adorare il re.

    Dal vangelo secondo Matteo
    Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: «Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo». All'udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s'informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: "E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo, Israele" ».
    Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme esortandoli: «Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo».
    Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese.


    Dopo la lettura del Vangelo, il diacono o il sacerdote, o anche un cantore, può dare l'annunzio del giorno della Pasqua.


    Fratelli carissimi, la gloria del Signore si è manifestata e sempre si manifesterà in mezzo a noi fino al suo ritorno.
    Nei ritmi e nelle vicende del tempo ricordiamo e viviamo i misteri della salvezza.
    Centro di tutto l'anno liturgico è il Triduo del Signore crocifisso, sepolto e risorto, che culminerà nella domenica di Pasqua il 23 marzo 2008.
    In ogni domenica, Pasqua della settimana, la santa Chiesa rende presente questo grande evento nel quale Cristo ha vinto il peccato e la morte.

    Dalla Pasqua scaturiscono tutti i giorni santi:
    Le Ceneri, inizio della Quaresima, il 6 febbraio 2008.
    L'Ascensione del Signore, il 4 maggio 2008.
    La Pentecoste, l'11 maggio 2008.
    La prima domenica di Avvento, il 30 novembre 2008.

    Anche nelle feste della santa Madre di Dio, degli Apostoli, dei Santi e nella commemorazione dei fedeli defunti, la Chiesa pellegrina sulla terra proclama la Pasqua del suo Signore.
    A Cristo che era, che è e che viene, Signore del tempo e della storia, lode perenne nei secoli dei secoli. Amen.

    Sulle Offerte
    Guarda, o Padre, i doni della tua Chiesa, che ti offre non oro, incenso e mirra, ma colui che in questi santi doni è significato, immolato e ricevuto: Gesù Cristo nostro Signore, Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

    Prefazio
    E’ veramente cosa buona e giusta,
    nostro dovere e fonte di salvezza,
    rendere grazie sempre e in ogni luogo
    a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.

    Oggi in Cristo luce del mondo
    tu hai rivelato ai popoli il mistero della salvezza,
    e in lui apparso nella nostra carne mortale
    ci hai rinnovati con la gloria dell’immortalità divina.

    E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli,
    ai Troni e alle Dominazioni
    e alla moltitudine dei Cori celesti,
    cantiamo con voce incessante
    l’inno della tua gloria:

    Santo, Santo, Santo il Signore...

    Antifona alla Comunione Cf Mt 2,2
    Noi abbiamo visto la sua stella in oriente
    e siamo venuti con doni per adorare il Signore.

    Dopo la Comunione
    La tua luce, o Dio, ci accompagni sempre e in ogni luogo, perché contempliamo con purezza di fede e gustiamo con fervente amore il mistero di cui ci hai fatti partecipi. Per Cristo nostro Signore.



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    [Modificato da LiviaGloria 06/01/2008 12:14]
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    FERIA DEL TEMPO DI NATALE DOPO L'EPIFANIA
    MESSALE



    Antifona d'Ingresso
    Un giorno santo risplende per noi:
    venite, nazioni, e adorate il Signore,
    perché una grande luce è discesa sulla terra.

    Colletta
    Lo splendore della tua gloria illumini, Signore, i nostri cuori, perché attraverso le tenebre di questo mondo possiamo giungere alla luce della tua dimora. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

    LITURGIA DELLA PAROLA

    Prima Lettura 1 Gv 3,22 - 4,6
    Mettete alla prova le ispirazioni, per saggiare se provengono da Dio.

    Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo.
    Carissimi, qualunque cosa chiediamo la riceviamo dal Padre, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quel che è gradito a lui.
    Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato. Chi osserva i suoi comandamenti dimora in Dio ed egli in lui. E da questo conosciamo che dimora in noi: dallo Spirito che ci ha dato.
    Carissimi, non prestate fede a ogni ispirazione, ma mettete alla prova le ispirazioni, per saggiare se provengono veramente da Dio, perché molti falsi profeti sono comparsi nel mondo. Da questo potete riconoscere lo spirito di Dio: ogni spirito che riconosce che Gesù Cristo è venuto nella carne, è da Dio; ogni spirito che non riconosce Gesù, non è da Dio. Questo è lo spirito dell'anticristo che, come avete udito, viene, anzi è già nel mondo.
    Voi siete da Dio, figlioli, e avete vinto questi falsi profeti, perché colui che è in voi è più grande di colui che è nel mondo. Costoro sono del mondo, perciò insegnano cose del mondo e il mondo li ascolta. Noi siamo da Dio. Chi conosce Dio ascolta noi; chi non è da Dio non ci ascolta. Da ciò noi distinguiamo lo spirito della verità e lo spirito dell'errore.

    Salmo Responsoriale Dal Salmo 2
    Il Padre ha dato al Figlio il regno di tutti i popoli.

    Annunzierò il decreto del Signore.
    Egli mi ha detto: «Tu sei mio figlio,
    io oggi ti ho generato.
    Chiedi a me, ti darò in possesso le genti
    e in dominio i confini della terra».

    E ora, sovrani, siate saggi
    istruitevi, giudici della terra;
    servite Dio con timore
    e con tremore esultate davanti a lui.

    Canto al Vangelo Cf Mt 4,23
    Alleluia, alleluia.
    Gesù predicava la buona novella del Regno,
    e guariva ogni sorta di infermità nel popolo.
    Alleluia.

    Vangelo Mt 4, 12-17. 23-25
    Il regno dei cieli è vicino.

    Dal vangelo secondo Matteo
    In quel tempo, avendo saputo che Giovanni era stato arrestato, Gesù si ritirò nella Galilea e, lasciata Nazaret, venne ad abitare a Cafàrnao, presso il mare, nel territorio di Zabulon e di Neftali, perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: "Il paese di Zabulon e il paese di Neftali, sulla via del mare, al di là del Giordano, Galilea delle genti; il popolo immerso nelle tenebre ha visto una grande luce; su quelli che dimoravano in terra e ombra di morte una luce si è levata".
    Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».
    Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe e predicando la buona novella del Regno e curando ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.
    La sua fama si sparse per tutta la Siria e così condussero a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guariva. E grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano.

    Sulle Offerte
    Accogli, Signore, i nostri doni in questo misterioso incontro tra la nostra povertà e la tua grandezza: noi ti offriamo le cose che ci hai dato, e tu donaci in cambio te stesso. Per Cristo nostro Signore.

    Prefazio
    E’ veramente cosa buona e giusta,
    nostro dovere e fonte di salvezza,
    rendere grazie sempre e in ogni luogo
    a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.

    Oggi in Cristo luce del mondo
    tu hai rivelato ai popoli il mistero della salvezza,
    e in lui apparso nella nostra carne mortale
    ci hai rinnovati con la gloria dell’immortalità divina.

    E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli,
    ai Troni e alle Dominazioni
    e alla moltitudine dei Cori celesti,
    cantiamo con voce incessante
    l’inno della tua gloria:

    Santo, Santo, Santo il Signore...

    Comunione Gv 1,14
    Noi abbiamo visto la sua gloria,
    gloria che il Verbo ha dal Padre
    come Figlio Unigenito, pieno di grazia e di verità.

    Dopo la Comunione
    Dio onnipotente e misericordioso fa' che la forza inesauribile di questi santi misteri ci sostenga in ogni momento della nostra vita. Per Cristo nostro Signore.

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    Prima Lettura 1 Gv 4, 7-10

    Dio è amore.

    Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo.

    Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio: chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.
    In questo si è manifestato l'amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui.
    In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.

    Salmo Responsoriale Dal Salmo 71

    Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.

    Dio, da' al re il tuo giudizio,
    al figlio del re la tua giustizia;
    regga con giustizia il tuo popolo
    e i tuoi poveri con rettitudine.

    Le montagne portino pace al popolo
    e le colline giustizia.
    Ai miseri del suo popolo renderà giustizia,
    salverà i figli dei poveri.

    Nei suoi giorni fiorirà la giustizia
    e abbonderà la pace,
    finché non si spenga la luna.
    E dominerà da mare a mare,
    dal fiume sino ai confini della terra.

    Canto al Vangelo Cf Lc 4,18

    Alleluia, alleluia.
    Il Signore mi ha mandato
    ad annunziare ai poveri il lieto messaggio,
    a proclamare ai prigionieri la liberazione.
    Alleluia.

    Vangelo Mc 6, 34-44

    Moltiplicando i pani, Gesù si manifesta profeta.

    Dal vangelo secondo Marco
    In quel tempo, Gesù vide molta folla e si commosse per loro, perché erano come pecore senza pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i discepoli dicendo: «Questo luogo è solitario ed è ormai tardi; congedali perciò, in modo che, andando per le campagne e i villaggi vicini, possano comprarsi da mangiare». Ma egli rispose: «Voi stessi date loro da mangiare». Gli dissero: «Dobbiamo andar noi a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?». Ma egli replicò loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». E accertatisi, riferirono: «Cinque pani e due pesci».
    Allora ordinò loro di farli mettere tutti a sedere, a gruppi, sull'erba verde. E sedettero tutti a gruppi e gruppetti di cento e di cinquanta. Presi i cinque pani e i due pesci, levò gli occhi al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai discepoli perché li distribuissero; e divise i due pesci fra tutti.
    Tutti mangiarono e si sfamarono, e portarono via dodici ceste piene di pezzi di pane e anche dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini.



    Comunione Ef 2,4; Rm 8,3

    Dio ci ha amati con infinito amore;
    per questo ha mandato il suo Figlio
    in una carne simile a quella di noi peccatori.
    "Ciascuno deve salvare non solamente la propria anima ma anche tutte le anime che Dio ha posto sul suo cammino.

    Suor Lucia Dos Santos



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    00 09/01/2008 10:21
    9 GENNAIO
    FERIA DEL TEMPO DI NATALE DOPO L'EPIFANIA
    MESSALE



    Antifona d'Ingresso Is 9,2
    Il popolo che camminava nelle tenebre
    vide una grande luce:
    su coloro che abitavano una terra tenebrosa
    sfolgorò il sole della vita.

    Colletta
    O Dio, luce del mondo, concedi a tutte le genti il bene di una pace sicura e fa' risplendere nei nostri cuori quella luce radiosa che illuminò la mente dei nostri padri. Per il nostro Signore...

    LITURGIA DELLA PAROLA

    Prima Lettura 1 Gv 4, 11-18
    Se ci amiamo gli uni agli altri, Dio rimane in noi.

    Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
    Carissimi, se Dio ci ha amato, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l'amore di lui è perfetto in noi.
    Da questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha fatto dono del suo Spirito. E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio come salvatore del mondo. Chiunque riconosce che Gesù è il Figlio di Dio, Dio dimora in lui ed egli in Dio.
    Noi abbiamo riconosciuto e creduto all'amore che Dio ha per noi. Dio è amore; chi sta nell'amore dimora in Dio e Dio dimora in lui. Per questo l'amore ha raggiunto in noi la sua perfezione, perché abbiamo fiducia nel giorno del giudizio; perché come è lui, così siamo anche noi, in questo mondo.
    Nell'amore non c'è timore, al contrario l'amore perfetto scaccia il timore, perché il timore suppone un castigo e chi teme non è perfetto nell'amore.

    Salmo Responsoriale Dal Salmo 71
    Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.

    Dio, da' al re il tuo giudizio,
    al figlio del re la tua giustizia;
    regga con giustizia il tuo popolo
    e i tuoi poveri con rettitudine.

    Il re di Tarsis e delle isole porteranno offerte,
    i re degli Arabi e di Saba offriranno tributi.
    A lui tutti i re si prostreranno,
    lo serviranno tutte le nazioni.

    Egli libererà il povero che grida
    e il misero che non trova aiuto,
    avrà pietà del debole e del povero
    e salverà la vita dei suoi miseri.

    Canto al Vangelo Cf 1 Tm 3,16
    Alleluia, alleluia.
    Gloria a te, o Cristo, annunziato a tutte le genti,
    gloria a te, o Cristo, creduto nel mondo.
    Alleluia.

    Vangelo Mc 6, 45-52
    Videro Gesù camminare sul mare.

    Dal vangelo secondo Marco
    Dopo che furono saziati i cinquemila uomini, Gesù ordinò poi ai discepoli di salire sulla barca e precederlo sull'altra riva, verso Betsaida, mentre egli avrebbe licenziato la folla. Appena li ebbe congedati, salì sul monte a pregare.
    Venuta la sera, la barca era in mezzo al mare ed egli solo a terra.
    Vedendoli però tutti affaticati nel remare, poiché avevano il vento contrario, già verso l'ultima parte della notte andò verso di loro camminando sul mare, e voleva oltrepassarli.
    Essi, vedendolo camminare sul mare, pensarono: «E' un fantasma», e cominciarono a gridare, perché tutti lo avevano visto ed erano rimasti turbati. Ma egli subito rivolse loro la parola e disse: «Coraggio, sono io, non temete!».
    Quindi salì con loro sulla barca e il vento cessò.
    Ed erano enormemente stupiti in se stessi, perché non avevano capito il fatto dei pani, essendo il loro cuore indurito.

    Sulle Offerte
    O Dio, sorgente della vera pietà e della pace, salga a te nella celebrazione di questi misteri la giusta adorazione per la tua grandezza, e si rafforzi la fedeltà e la concordia dei tuoi figli. Per Cristo nostro Signore.

    Prefazio
    E’ veramente cosa buona e giusta,
    nostro dovere e fonte di salvezza,
    rendere grazie sempre e in ogni luogo
    a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.

    Oggi in Cristo luce del mondo
    tu hai rivelato ai popoli il mistero della salvezza,
    e in lui apparso nella nostra carne mortale
    ci hai rinnovati con la gloria dell’immortalità divina.

    E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli,
    ai Troni e alle Dominazioni
    e alla moltitudine dei Cori celesti,
    cantiamo con voce incessante
    l’inno della tua gloria:

    Santo, Santo, Santo il Signore...

    Comunione 1 Gv 1,2
    La vita che era presso il Padre si è manifestata a noi,
    e noi l'abbiamo veduta.

    Dopo la Comunione
    Sostieni, Signore, con la tua provvidenza questo popolo nel presente e nel futuro, perché con le semplici gioie che disponi sul suo cammino aspiri con serena fiducia alla gioia che non ha fine. Per Cristo nostro Signore.





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    Ghergon
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    00 12/01/2008 13:35
    10 Gennaio
    Prima Lettura 1 Gv 4,19 - 5,4
    Chi ama Dio, ami anche il suo fratello.


    Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
    Carissimi, noi amiamo Dio, perché egli ci ha amati per primo. Se uno dicesse: «Io amo Dio», e odiasse il suo fratello, è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. Questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche il suo fratello.
    Chiunque crede che Gesù è il Cristo, è nato da Dio; e chi ama colui che ha generato, ama anche chi da lui è stato generato.
    Da questo conosciamo di amare i figli di Dio: se amiamo Dio e ne osserviamo i comandamenti, perché in questo consiste l'amore di Dio, nell'osservare i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi.
    Tutto ciò che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha sconfitto il mondo: la nostra fede.

    Salmo Responsoriale Dal Salmo 71
    Benedetto il Signore che regna nella pace.

    Dio, da' al re il tuo giudizio,
    al figlio del re la tua giustizia;
    regga con giustizia il tuo popolo
    e i tuoi poveri con rettitudine.

    Li riscatterà dalla violenza e dal sopruso,
    sarà prezioso ai suoi occhi il loro sangue.
    Si pregherà per lui ogni giorno,
    sarà benedetto per sempre.

    Il suo nome duri in eterno,
    davanti al sole persista il suo nome.
    In lui saranno benedette tutte le stirpi della terra
    e tutti i popoli lo diranno beato.

    Canto al Vangelo Cf Lc 4,18
    Alleluia, alleluia.
    Il Signore mi ha mandato
    ad annunziare ai poveri il lieto messaggio,
    a proclamare ai prigionieri la liberazione.
    Alleluia.

    Vangelo Lc 4, 14-22
    Oggi si è adempiuta questa Scrittura.

    Dal vangelo secondo Luca
    In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito Santo e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e tutti ne facevano grandi lodi.
    Si recò a Nazaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: "Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore".
    Poi arrotolò il volume, lo consegnò all'inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui.
    Allora cominciò a dire: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi».
    Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca.
    "Ciascuno deve salvare non solamente la propria anima ma anche tutte le anime che Dio ha posto sul suo cammino.

    Suor Lucia Dos Santos



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    00 12/01/2008 13:36
    11 Gennaio
    Prima Lettura 1 Gv 5, 5-13
    Lo Spirito, l'acqua e il sangue.


    Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
    Carissimi, chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio? Questi è colui che è venuto con acqua e sangue, Gesù Cristo; non con acqua soltanto, ma con l'acqua e con il sangue. Ed è lo Spirito che rende testimonianza, perché lo Spirito è la verità. Poiché tre sono quelli che rendono testimonianza: lo Spirito, l'acqua e il sangue, e questi tre sono concordi.
    Se accettiamo la testimonianza degli uomini, la testimonianza di Dio è maggiore; e la testimonianza di Dio è quella che ha dato al suo Figlio.
    Chi crede nel Figlio di Dio, ha questa testimonianza in sé. Chi non crede a Dio, fa di lui un bugiardo, perché non crede alla testimonianza che Dio ha reso a suo Figlio.
    E la testimonianza è questa: Dio ci ha dato la vita eterna e questa vita è nel suo Figlio. Chi ha il Figlio ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita.
    Questo vi ho scritto perché sappiate che possedete la vita eterna, voi che credete nel nome del Figlio di Dio.

    Salmo Responsoriale Dal Salmo 147

    Benedetto il Signore in mezzo al suo popolo.

    Glorifica il Signore, Gerusalemme,
    loda il tuo Dio, Sion.
    Perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,
    in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli.

    Egli ha messo pace nei tuoi confini
    e ti sazia con fior di frumento.
    Manda sulla terra la sua parola,
    il suo messaggio corre veloce.

    Annunzia a Giacobbe la sua parola,
    le sue leggi e i suoi decreti a Israele.
    Così non ha fatto con nessun altro popolo,
    non ha manifestato ad altri i suoi precetti.

    Canto al Vangelo Cf Mt 4,23
    Alleluia, alleluia.
    Gesù predicava la buona novella del Regno,
    e guariva ogni sorta di infermità nel popolo.
    Alleluia.

    Vangelo Lc 5, 12-16
    Subito la lebbra scompare.

    Dal vangelo secondo Luca
    Un giorno Gesù si trovava in una città e un uomo coperto di lebbra lo vide e gli si gettò ai piedi pregandolo: «Signore, se vuoi, puoi sanarmi».
    Gesù stese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio, sii risanato!». E subito la lebbra scomparve da lui. Gli ingiunse di non dirlo a nessuno: «Va', mostrati al sacerdote e fa' l'offerta per la tua purificazione, come ha ordinato Mosè, perché serva di testimonianza per essi».
    La sua fama si diffondeva ancor più; folle numerose venivano per ascoltarlo e farsi guarire dalle loro infermità. Ma Gesù si ritirava in luoghi solitari a pregare.
    "Ciascuno deve salvare non solamente la propria anima ma anche tutte le anime che Dio ha posto sul suo cammino.

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    00 12/01/2008 13:37
    Prima Lettura 1 Gv 5, 14-21
    Se chiediamo secondo la sua volontà, Dio ci ascolta.

    Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
    Carissimi, questa è la fiducia che abbiamo in lui: qualunque cosa gli chiediamo secondo la sua volontà, egli ci ascolta. E se sappiamo che ci ascolta in quello che gli chiediamo, sappiamo di avere già quello che gli abbiamo chiesto.
    Se uno vede il proprio fratello commettere un peccato che non conduce alla morte, preghi, e Dio gli darà la vita; s'intende a coloro che commettono un peccato che non conduce alla morte: c'è infatti un peccato che conduce alla morte; per questo dico di non pregare. Ogni iniquità è peccato, ma c'è il peccato che non conduce alla morte.
    Sappiamo che chiunque è nato da Dio non pecca: chi è nato da Dio preserva se stesso e il maligno non lo tocca. Noi sappiamo che siamo da Dio, mentre tutto il mondo giace sotto il potere del maligno. Sappiamo anche che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato l'intelligenza per conoscere il vero Dio. E noi siamo nel vero Dio e nel Figlio suo Gesù Cristo: egli è il vero Dio e la vita eterna.
    Figlioli, guardatevi dai falsi dèi!

    Salmo Responsoriale Dal Salmo 149
    Il Signore ama il suo popolo.

    Cantate al Signore un canto nuovo;
    la sua lode nell'assemblea dei fedeli.
    Gioisca Israele nel suo Creatore,
    esultino nel loro Re i figli di Sion.

    Lodino il suo nome con danze,
    con timpani e cetre gli cantino inni.
    Il Signore ama il suo popolo,
    incorona gli umili di vittoria.

    Esultino i fedeli nella gloria,
    sorgano lieti dai loro giacigli.
    Le lodi di Dio sulla loro bocca:
    questa è la gloria per tutti i suoi fedeli.

    Canto al Vangelo Lc 7,16
    Alleluia, alleluia.
    Un grande profeta è sorto tra noi:
    Dio ha visitato il suo popolo.
    Alleluia.

    Vangelo Gv 3, 22-30
    L'amico dello sposo, esulta di gioia alla voce dello sposo.

    Dal vangelo secondo Giovanni
    In quel tempo, Gesù andò con i suoi discepoli nella regione della Giudea; e là si trattenne con loro, e battezzava. Anche Giovanni battezzava a Ennon, vicino a Salim, perché c'era là molta acqua; e la gente andava a farsi battezzare. Giovanni, infatti, non era stato ancora imprigionato.
    Nacque allora una discussione tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo riguardo la purificazione. Andarono perciò da Giovanni e gli dissero: «Rabbì, colui che era con te dall'altra parte del Giordano, e al quale hai reso testimonianza, ecco sta battezzando e tutti accorrono a lui».
    Giovanni rispose: «Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stato dato dal cielo. Voi stessi mi siete testimoni che ho detto: Non sono io il Cristo, ma io sono stato mandato innanzi a lui. Chi possiede la sposa è lo sposo; ma l'amico dello sposo, che è presente e l'ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è compiuta. Egli deve crescere e io invece diminuire».
    "Ciascuno deve salvare non solamente la propria anima ma anche tutte le anime che Dio ha posto sul suo cammino.

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    00 13/01/2008 22:52
    Il Padre manifesta la missione del Figlio

    Sulle rive del Giordano, Giovanni Battista predica la conversione dai peccati per accogliere il regno di Dio che è vicino. Gesù scende con la folla nell’acqua per farsi battezzare. Il battesimo per i Giudei era un rito penitenziale, perciò vi si accostavano riconoscendo i propri peccati. Ma il battesimo che Gesù riceve non è solo un battesimo di penitenza: la manifestazione del Padre e la discesa dello Spirito Santo gli danno un significato preciso. Gesù è proclamato «figlio diletto» e su di lui si posa lo Spirito che lo investe della missione di profeta (annuncio del messaggio della salvezza), sacerdote (l’unico sacrificio accetto al Padre), re (messia atteso come salvatore) (cf prefazio).

    Il battesimo di Cristo è il «nostro battesimo»
    La redazione degli evangelisti tende a presentare il battesimo di Gesù come il battesimo del «nuovo popolo di Dio», il battesimo della Chiesa. Nel libro dell’Esodo, Israele è il figlio primogenito che viene liberato dall’Egitto per servire a Dio e offrirgli il sacrificio (Es 4,22); è il popolo che passa tra la muraglia d’acqua del Mar Rosso e nel sentiero asciutto attraverso il fiume Giordano. Cristo è il «figlio diletto» che offre l’unico sacrificio accetto al Padre; Cristo che «esce dall’acqua» è il nuovo popolo che viene definitivamente liberato: lo Spirito non solo scende su Cristo, ma rimane su di lui «perché gli uomini riconoscessero in lui il Messia, inviato a portare ai poveri il lieto annunzio» (prefazio). Lo Spirito che non aveva più dimora permanente fra gli uomini (Gn 6,3) ora rimane sempre, per Cristo, nella Chiesa.
    La missione di Cristo è prefigurata in quella del Servo sofferente di Isaia. Il «Servo di Iahvè» è colui che porta su di se i peccati del popolo. In Cristo che si sottopone ad un atto pubblico di penitenza, vediamo la solidarietà del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo con la nostra storia. Gesù non prende le distanze da un’umanità peccatrice: al contrario, vi si immedesima per meglio «manifestare il mistero del nuovo lavacro» (pref.) e i conseguenti impegni di azione apostolica che ne derivano per il discepolo.

    Alla riscoperta del proprio battesimo
    Nati e vissuti nella fede della Chiesa, i cristiani hanno bisogno di riscoprire la grandezza e le esigenze della vocazione battesimale. E’ paradossale che il battesimo, il quale fa dell’uomo un membro vivo del Corpo di Cristo, non abbia molto posto nella coscienza esplicita del cristiano e che la maggior parte dei fedeli non sentano l’ingresso nella Chiesa attraverso l’iniziazione battesimale come il momento decisivo della loro vita.
    Il battesimo dato a noi nel nome di Cristo è manifestazione del preveniente amore del Padre, partecipazione al mistero pasquale del Figlio, comunicazione di una nuova vita nello Spirito; esso ci pone dunque in comunione con Dio, ci integra nella sua Famiglia; è un passaggio dalla solidarietà nel peccato alla solidarietà nell’amore. Una nuova sensibilità per il battesimo è stata suscitata nella Chiesa dallo Spirito: oggi più che mai, nelle comunità cristiane, si presenta la vita cristiana come «vivere il proprio battesimo»; e maggiormente si manifesta negli adulti il bisogno di ripercorrere le tappe del proprio battesimo attraverso un «cammino catecumenale» fatto di profonda vita di fede vissuta comunitariamente, legata ad una seria conoscenza della Scrittura.

    Il battesimo di nostro figlio
    E’ un problema assai dibattuto non tanto per il valore e l’efficacia del battesimo dato al bambino quanto per la sua opportunità nella società attuale. Siamo entrati in un’epoca caratterizzata dal pluralismo e dai valori della fraternità e responsabilità personale. La famiglia non ha più l’influsso determinante di una volta; i genitori non sono in grado di fare opzioni definitive per i loro figli; e la rapida trasformazione della società rende ancor più difficile l’educazione della fede. Ancor peggio, le statistiche e l’esperienza dicono che una grande quantità dei bambini battezzati non vengono poi di fatto sufficientemente istruiti ed educati nella fede cristiana. I motivi che portano certi genitori a chiedere il battesimo dei loro figli possono essere la convenienza sociale, la tradizione familiare e le paure di natura superstiziosa.
    La soluzione al problema non è facile e le sperimentazioni in corso possono dar origine a disagio, meraviglia, rifiuto. Occorre inserire il problema nel quadro di una «pastorale d’insieme» che tenda al rinnovamento della catechesi battesimale e che accompagni il cammino catecumenale dell’intera famiglia del battezzando. Ciò che conta non è fissare la data del battesimo, ma percorrere un cammino di fede.


    Il battesimo di Gesù

    Dai «Discorsi» di san Gregorio Nazianzeno, vescovo
    (Disc. 39 per il Battesimo del Signore, 14-16. 20; PG 36, 350-351. 354. 358-359)
    Cristo nel Battesimo si fa luce, entriamo anche noi nel suo splendore; Cristo riceve il battesimo, inabissiamoci con lui per poter con lui salire alla gloria.
    Giovanni dà il battesimo, Gesù si accosta a lui, forse per santificare colui dal quale viene battezzato nell'acqua, ma anche di certo per seppellire totalmente nelle acque il vecchio uomo. Santifica il Giordano prima di santificare noi e lo santifica per noi. E poiché era spirito e carne santifica nello Spirito e nell'acqua.
    Il Battista non accetta la richiesta, ma Gesù insiste.
    «Sono io che devo ricevere da te il battesimo» (cfr. Mt 3, 14), così dice la lucerna al sole, la voce alla Parola, l'amico allo Sposo, colui che è il più grande tra i nati di donna a colui che è il primogenito di ogni creatura, colui che nel ventre della madre sussultò di gioia a colui che, ancora nascosto nel grembo materno, ricevette la sua adorazione, colui che percorreva e che avrebbe ancora precorso, a colui che era già apparso e sarebbe nuovamente apparso a suo tempo.
    «Io devo ricevere il battesimo da te» e, aggiungi pure, «in nome tuo». Sapeva infatti che avrebbe ricevuto il battesimo del martirio o che, come Pietro, sarebbe stato lavato non solo ai piedi.
    Gesù sale dalle acque e porta con sé in alto tutto intero il cosmo. Vede scindersi e aprirsi i cieli, quei cieli che Adamo aveva chiuso per sé e per tutta la sua discendenza, quei cieli preclusi e sbarrati come il paradiso lo era per la spada fiammeggiante.
    E lo Spirito testimonia la divinità del Cristo: si presenta simbolicamente sopra Colui che gli è del tutto uguale. Una voce proviene dalle profondità
    dei cieli, da quelle stesse profondità dalle quali proveniva Chi in quel momento riceveva la testimonianza.
    Lo Spirito appare visibilmente come colomba e, in questo modo, onora anche il corpo divinizzato e quindi Dio. Non va dimenticato che molto tempo prima era stata pure una colomba quella che aveva annunziato la fine del diluvio.
    Onoriamo dunque in questo giorno il battesimo di Cristo, e celebriamo come è giusto questa festa.
    Purificatevi totalmente e progredite in questa purezza. Dio di nessuna cosa tanto si rallegra, come della conversione e della salvezza dell'uomo. Per l'uomo, infatti, sono state pronunziate tutte le parole divine e per lui sono stati compiuti i misteri della rivelazione.
    Tutto è stato fatto perché voi diveniate come altrettanti soli cioè forza vitale per gli altri uomini. Siate luci perfette dinanzi a quella luce immensa. Sarete inondati del suo splendore soprannaturale. Giungerà a voi, limpidissima e diretta, la luce della Trinità, della quale finora non avete ricevuto che un solo raggio, proveniente dal Dio unico, attraverso Cristo Gesù nostro Signore, al quale vadano gloria e potenza nei secoli dei secoli. Amen.




    Prima Lettura Is 42, 1-4. 6-7
    Ecco il mio servo nel quale mi sono compiaciuto.

    Dal libro del profeta Isaia
    Così dice il Signore: «Ecco il mio servo che io sostengo,
    il mio eletto di cui mi compiaccio.
    Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni.
    Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce,
    non spezzerà una canna incrinata,
    non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta.
    Proclamerà il diritto con fermezza;
    non verrà meno e non si abbatterà,
    finché non avrà stabilito il diritto sulla terra;
    e per la sua dottrina saranno in attesa le isole.
    «Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia
    e ti ho preso per mano;
    ti ho formato e stabilito come alleanza del popolo
    e luce delle nazioni, perché tu apra gli occhi ai ciechi
    e faccia uscire dal carcere i prigionieri,
    dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre» .

    Salmo Responsoriale Dal Salmo 28
    Gloria e lode al tuo nome, o Signore.

    Date al Signore, figli di Dio,
    date al Signore gloria e potenza.
    Date al Signore la gloria del suo nome,
    prostratevi al Signore in santi ornamenti.

    Il Signore tuona sulle acque,
    il Signore, sull'immensità delle acque.
    Il Signore tuona con forza,
    tuona il Signore con potenza.

    Il Dio della gloria scatena il tuono.
    Nel suo tempio tutti dicono: «Gloria!».
    Il Signore è assiso sulla tempesta,
    il Signore siede re per sempre.

    Seconda Lettura At 10, 34-38
    Dio consacrò in Spirito Santo Gesù di Nazaret.

    Dagli Atti degli Apostoli
    In quei giorni, Pietro prese la parola e disse: «In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto.
    Questa è la parola che egli ha inviato ai figli d'Israele, recando la buona novella della pace, per mezzo di Gesù Cristo, che è il Signore di tutti.
    Voi conoscete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, incominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui».

    Canto al Vangelo Cf Mc 9,7
    Alleluia, alleluia.
    Si aprirono i cieli e la voce del Padre disse:
    «Questi è il mio Figlio diletto: ascoltatelo».
    Alleluia.






    Appena battezzato, Gesù vide lo Spirito di Dio venire su di lui.

    Dal vangelo secondo Matteo
    In quel tempo Gesù dalla Galilea andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui.
    Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?». Ma Gesù gli disse: «Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia».
    Allora Giovanni acconsentì.
    Appena battezzato, Gesù uscì dall'acqua: ed ecco, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui. Ed una voce dal cielo disse: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto».


    Antifona alla Comunione Gv 1,32.34
    Questa è la testimonianza di Giovanni:
    «Io l'ho visto, e ho attestato che egli è il Figlio di Dio».

    Oppure: Mt 3,14-15
    Giovanni disse:
    «Io ho bisogno di esser battezzato da te e tu vieni da me?».
    «Lascia fare per ora» gli rispose Gesù,
    «Poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia».


    "Ciascuno deve salvare non solamente la propria anima ma anche tutte le anime che Dio ha posto sul suo cammino.

    Suor Lucia Dos Santos



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    I SETTIMANA DEL T.O. ANNO PARI - LUNEDÌ
    MESSALE



    Antifona d'Ingresso
    Vidi il Signore su di un trono altissimo:
    lo adorava una schiera di angeli e cantavano insieme:
    «Ecco colui che regna per sempre».

    Colletta
    Ispira nella tua paterna bontà, o Signore, i pensieri e i propositi del tuo popolo in preghiera, perché veda ciò che deve fare e abbia la forza di compiere ciò che ha veduto. Per il nostro Signore ...

    LITURGIA DELLA PAROLA

    Prima Lettura 1 Sam 1, 1-8
    Peninna affliggeva Anna perché il Signore aveva reso sterile il suo grembo

    Dal primo libro di Samuele
    C'era un uomo di Ramataim, uno Zufìta delle montagne di Efraim, chiamato Elkana. Egli aveva due mogli, l'una chiamata Anna, l'altra Peninna. Peninna aveva figli mentre Anna non ne aveva.
    Quest'uomo andava ogni anno dalla sua città per prostrarsi e sacrificare al Signore degli eserciti in Silo, dove stavano i due figli di Eli, Cofni e Pincas, sacerdoti del Signore.
    Un giorno Elkana offrì il sacrificio. Ora egli aveva l'abitudine di dare alla moglie Peninna e a tutti i figli e le figlie di lei le loro parti. Ad Anna invece dava una parte sola; ma egli amava Anna, sebbene il Signore ne avesse reso sterile il grembo. La sua rivale per giunta l'affliggeva con durezza a causa della sua umiliazione, perché il Signore aveva reso sterile il suo grembo. Così succedeva ogni anno: tutte le volte che salivano alla casa del Signore, quella la mortificava.
    Anna dunque si mise a piangere e non voleva prendere cibo. Elkana suo marito le disse: «Anna, perché piangi? Perché non mangi? Perché è triste il tuo cuore? Non sono forse io per te meglio di dieci figli?».

    Salmo Responsoriale Dal Salmo 115
    Accogli, Signore, il sacrificio della nostra lode.

    Che cosa renderò al Signore
    per quanto mi ha dato?
    Alzerò il calice della salvezza
    e invocherò il nome del Signore.

    Adempirò i miei voti al Signore,
    davanti a tutto il suo popolo.
    Offrirò sacrifici di lode
    e invocherò il nome del Signore.

    Adempirò i miei voti al Signore
    e davanti a tutto il suo popolo,
    negli atri della casa del Signore,
    in mezzo a te, Gerusalemme.

    Canto al Vangelo Mc 1,15
    Alleluia, alleluia.
    Il regno di Dio è vicino, dice il Signore:
    convertitevi e credete al vangelo.
    Alleluia.

    Vangelo Mc 1, 14-20
    Convertitevi e credete al vangelo.

    Dal vangelo secondo Marco
    Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo».
    Passando lungo il mare della Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito, lasciate le reti, lo seguirono.
    Andando un poco oltre, vide sulla barca anche Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello mentre riassettavano le reti. Li chiamò. Ed essi, lasciato il loro padre Zebedèo sulla barca con i garzoni, lo seguirono.

    Sulle Offerte
    Accogli, Signore, l'offerta che ti presentiamo, esaudisci la nostra fiduciosa preghiera e santifica tutta la nostra vita. Per Cristo nostro Signore.

    Comunione Sal 35,10
    Presso di te, Signore, è la sorgente della vita,
    nella tua luce noi vedremo la luce.

    Oppure: Gv 10,10
    «Io sono venuto perché abbiano la vita,
    e l'abbiano in abbondanza», dice il Signore.

    Dopo la Comunione
    Dio onnipotente, che ci hai nutriti alla tua mensa, donaci di esprimere in un fedele servizio la forza rinnovatrice di questi santi misteri. Per Cristo nostro Signore.

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    00 15/01/2008 17:52
    I SETTIMANA DEL T.O. ANNO PARI - MARTEDÌ
    MESSALE


    Antifona d'Ingresso
    Vidi il Signore su di un trono altissimo:
    lo adorava una schiera di angeli e cantavano insieme:
    «Ecco colui che regna per sempre».

    Colletta
    Ispira nella tua paterna bontà, o Signore, i pensieri e i propositi del tuo popolo in preghiera, perché veda ciò che deve fare e abbia la forza di compiere ciò che ha veduto. Per il nostro Signore ...

    LITURGIA DELLA PAROLA

    Prima Lettura 1 Sam 1, 9-20
    Il Signore si ricordò di Anna ed ella partorì Samuele.

    Dal primo libro di Samuele
    In quei giorni, dopo che fu consumato il pasto sacrificale in Silo, Anna si alzò e andò a presentarsi al Signore. In quel momento il sacerdote Eli stava sul sedile davanti a uno stipite del tempio del Signore. Essa era afflitta e innalzò la preghiera al Signore, piangendo amaramente. Poi fece questo voto: «Signore degli eserciti, se vorrai considerare la miseria della tua schiava e ricordarti di me, se non dimenticherai la tua schiava e darai alla tua schiava un figlio maschio, io lo offrirò al Signore per tutti i giorni della sua vita e il rasoio non passerà sul suo capo».
    Mentre essa prolungava la preghiera davanti al Signore, Eli stava osservando la sua bocca. Anna pregava in cuor suo e si muovevano soltanto le labbra, ma la voce non si udiva; perciò Eli la ritenne ubriaca. Le disse Eli: «Fino a quando rimarrai ubriaca? Liberati dal vino che hai bevuto!».
    Anna rispose: «No, mio signore, io sono una donna affranta e non ho bevuto né vino né altra bevanda inebriante, ma sto solo sfogandomi davanti al Signore. Non considerare la tua serva una donna iniqua, poiché finora mi ha fatto parlare l'eccesso del mio dolore e della mia amarezza».
    Allora Eli le rispose: «Va' in pace e il Dio d'Israele ascolti la domanda che gli hai fatto». Essa replicò: «Possa la tua serva trovare grazia ai tuoi occhi». Poi la donna se ne andò per la sua via e il suo volto non fu più come prima.
    Il mattino dopo si alzarono e dopo essersi prostràti davanti al Signore tornarono a casa in Rama. Elkana si unì a sua moglie e il Signore si ricordò di lei.
    Così al finir dell'anno Anna concepì e partorì un figlio e lo chiamò Samuele. «Perché — diceva — dal Signore l'ho impetrato».

    Salmo Responsoriale 1 Sam 2,1.4-8
    Esulto nel Signore: è lui la mia salvezza.

    Il mio cuore esulta nel Signore,
    la mia fronte s'innalza, grazie al mio Dio.
    Si apre la mia bocca contro i miei nemici,
    perché io godo del beneficio che mi hai concesso.

    L'arco dei forti s'è spezzato,
    ma i deboli sono rivestiti di vigore.
    I sazi sono andati a giornata per un pane,
    mentre gli affamati han cessato di faticare.
    La sterile ha partorito sette volte
    e la ricca di figli è sfiorita.

    Il Signore fa morire e fa vivere,
    scendere agli inferi e risalire.
    Il Signore rende povero e arricchisce,
    abbassa ed esalta.

    Solleva dalla polvere il misero,
    innalza il povero dalle immondizie,
    per farli sedere insieme con i capi del popolo
    e assegnar loro un seggio di gloria.

    Canto al Vangelo Cf 1 Ts 2,13
    Alleluia, alleluia.
    Accogliete la parola di Dio non come parola di uomini,
    ma qual è veramente: parola di Dio.
    Alleluia.

    Vangelo Mc 1, 21-28
    Gesù insegnava come uno che ha autorità.

    Dal vangelo secondo Marco
    In quel tempo, nella città di Cafàrnao Gesù, entrato proprio di sabato nella sinagoga, si mise ad insegnare. Ed erano stupiti del suo insegnamento, perché insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi.
    Allora un uomo che era nella sinagòga, posseduto da uno spirito immondo, si mise a gridare: «Che c'entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci! Io so chi tu sei: il santo di Dio».
    E Gesù lo sgridò: «Taci! Esci da quell'uomo». E lo spirito immondo, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
    Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Una dottrina nuova insegnata con autorità. Comanda persino agli spiriti immondi e gli obbediscono!».
    La sua fama si diffuse subito dovunque nei dintorni della Galilea.

    Sulle Offerte
    Accogli, Signore, l'offerta che ti presentiamo, esaudisci la nostra fiduciosa preghiera e santifica tutta la nostra vita. Per Cristo nostro Signore.

    Comunione Sal 35,10
    Presso di te, Signore, è la sorgente della vita,
    nella tua luce noi vedremo la luce.

    Oppure: Gv 10,10
    «Io sono venuto perché abbiano la vita,
    e l'abbiano in abbondanza», dice il Signore.

    Dopo la Comunione
    Dio onnipotente, che ci hai nutriti alla tua mensa, donaci di esprimere in un fedele servizio la forza rinnovatrice di questi santi misteri. Per Cristo nostro Signore.

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    00 19/01/2008 22:42
    Prima Lettura 1 Sam 9, 1-4.10b.17-19: 10,1a
    Ecco l'uomo di cui il Signore aveva detto: Saul avrà potere sul mio popolo.

    Dal primo libro di Samuèle
    C'era un uomo della tribù di Beniamino, chiamato Kis — figlio di Abiel, figlio di Zeror, figlio di Becorat, figlio di Afiach, figlio di un Beniaminita —, un prode. Costui aveva un figlio chiamato Saul, alto e bello: non c'era nessuno più bello di lui tra gli Israeliti; superava dalla spalla in su chiunque altro del popolo.
    Ora le asine di Kis, padre di Saul, si smarrirono e Kis disse al figlio Saul: «Su, prendi con te uno dei servi e parti subito in cerca delle asine».
    I due attraversarono le montagne di Efraim, passarono al paese di Salisa, ma non le trovarono. Si recarono allora nel paese di Saalim, ma non c'erano; poi percorsero il territorio di Beniamino e anche qui non le trovarono. Allora si diressero alla città dove era Samuèle, l'uomo di Dio.
    Quando Samuèle vide Saul, il Signore gli rivelò: «Ecco l'uomo di cui ti ho parlato; costui avrà potere sul mio popolo».
    Saul si accostò a Samuèle in mezzo alla porta e gli chiese: «Vuoi indicarmi la casa del veggente?». Samuèle rispose a Saul: «Sono io il veggente. Precedimi su all'altura. Oggi voi due mangerete con me. Ti congederò domani mattina e ti manifesterò quanto pensi».
    Il mattino seguente Samuèle prese l'ampolla dell'olio e la versò sulla testa di Saul, poi lo baciò dicendo: «Ecco: il Signore ti ha unto capo sopra Israele suo popolo. Tu avrai potere sul popolo del Signore e tu lo libererai dalle mani dei nemici che gli stanno intorno».




    Vangelo Mc 2,13-17
    Non sono venuto per chiamare i sani, ma i peccatori.

    Dal vangelo secondo Marco
    In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli li ammaestrava. Nel passare, vide Levi, il figlio di Alfèo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Séguimi». Egli, alzatosi, lo seguì.
    Mentre Gesù stava a mensa in casa di lui, molti pubblicani e peccatori si misero a mensa insieme con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi della setta dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Come mai egli mangia e beve in compagnia dei pubblicani e dei peccatori?». Avendo udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori».



    Comunione Sal 35,10
    Presso di te, Signore, è la sorgente della vita,
    nella tua luce noi vedremo la luce.

    Oppure: Gv 10,10
    «Io sono venuto perché abbiano la vita,
    e l'abbiano in abbondanza», dice il Signore.
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    00 21/01/2008 15:40
    LITURGIA DELLA PAROLA

    Prima Lettura 1 Sam 15, 16-23
    L'obbedire è meglio del sacrificio. Perché hai rigettato la parola del Signore, egli ti ha rigettato come re.

    Dal primo libro di Samuèle
    In quei giorni, Samuèle disse a Saul: «Basta! Lascia che ti annunzi ciò che il Signore mi ha rivelato questa notte». E Saul gli disse: «Parla!».
    Samuèle cominciò: «Non sei tu capo delle tribù d'Israele, benché piccolo ai tuoi stessi occhi? Non ti ha forse il Signore consacrato re d'Israele? Il Signore ti aveva mandato per una spedizione e aveva detto: Và, vota allo sterminio quei peccatori di Amalecìti, combattili finché non li avrai distrutti. Perché dunque non hai ascoltato la voce del Signore e ti sei attaccato al bottino e hai fatto il male agli occhi del Signore?».
    Saul insisté con Samuèle: «Ma io ho obbedito alla parola del Signore, ho fatto la spedizione che il Signore mi ha ordinato, ho condotto Agag re di Amalek e ho sterminato gli Amaleciti. Il popolo poi ha preso dal bottino pecore e armenti, primizie di ciò che è votato allo sterminio per sacrificare al Signore tuo Dio in Galgala».
    Samuèle esclamò:
    «Il Signore forse gradisce gli olocàusti e i sacrifici
    come obbedire alla voce del Signore?
    Ecco, obbedire è meglio del sacrificio,
    essere docili è più del grasso degli arieti.
    Poiché peccato di divinazione è la ribellione,
    e iniquità e idolatria l'insubordinazione.
    Perché hai rigettato la parola del Signore,
    egli ti ha rigettato come re».

    Salmo Responsoriale Dal Salmo 49
    Accogli, Signore, il sacrificio della nostra lode.

    Non ti rimprovero per i tuoi sacrifici;
    i tuoi olocausti mi stanno sempre davanti.
    Non prenderò giovenchi dalla tua casa,
    né capri dai tuoi recinti.

    Perché vai ripetendo i miei decreti
    e hai sempre in bocca la mia alleanza,
    tu che detesti la disciplina
    e le mie parole te le getti alle spalle?

    Hai fatto questo e dovrei tacere?
    Forse credevi ch'io fossi come te!
    Ti rimprovero: ti pongo innanzi i tuoi peccati.
    Chi offre il sacrificio di lode, questi mi onora,
    a chi cammina per la retta via
    mostrerò la salvezza di Dio.

    Canto al Vangelo Mc 1,15
    Alleluia, alleluia.
    Il regno dei cieli è vicino, dice il Signore:
    convertitevi e credete al vangelo.
    Alleluia.

    Vangelo Mc 2, 18-22
    Lo sposo é con loro.

    Dal vangelo secondo Marco.
    In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Si recarono allora da Gesù e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
    Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno i giorni in cui sarà loro tolto lo sposo e allora digiuneranno.
    Nessuno cuce una toppa di panno grezzo su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo squarcia il vecchio e si forma uno strappo peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri e si perdono vino e otri, ma vino nuovo in otri nuovi».







    Antifona alla Comunione Mt 25, 4.6

    Le cinque vergini sagge presero l'olio

    in piccoli vasi insieme con le lampade.

    A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo che

    viene, andate incontro a Cristo Signore.
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    00 29/01/2008 18:25
    Prima Lettura 2 Sam 6, 12-15. 17-19


    Davide e tutta la casa d'Israele trasportarono l'arca del Signore con gioia.

    Dal secondo libro di Samuèle


    In quei giorni, Davide andò e trasportò l'arca di Dio dalla casa di Obed-Edom nella città di Davide, con gioia. Quando quelli che portavano l'arca del Signore ebbero fatto sei passi, egli immolò un bue e un ariete grasso.
    Davide danzava con tutte le forze davanti al Signore. Davide era cinto di un efod di lino. Così Davide e tutta la casa d'Israele trasportavano l'arca del Signore con tripudi e a suon di tromba.
    Introdussero dunque l'arca del Signore e la collocarono al suo posto, in mezzo alla tenda che Davide aveva piantata per essa; Davide offrì olocàusti e sacrifici di comunione davanti al Signore. Quando ebbe finito di offrire gli olocàusti e i sacrifici di comunione, Davide benedisse il popolo nel nome del Signore degli eserciti e distribuì a tutto il popolo, a tutta la moltitudine d'Israele, uomini e donne, una focaccia di pane per ognuno, una porzione di carne e una schiacciata di uva passa. Poi tutto il popolo se ne andò, ciascuno a casa sua.

    Salmo Responsoriale Dal Salmo 23
    E' grande in mezzo a noi il re della gloria.

    Sollevate, porte, i vostri frontali,
    alzatevi, porte antiche,
    ed entri il re della gloria.

    Chi è questo re della gloria?
    Il Signore forte e potente,
    il Signore potente in battaglia.

    Sollevate, porte, i vostri frontali,
    alzatevi, porte antiche,
    ed entri il re della gloria.

    Chi è questo re della gloria?
    Il Signore degli eserciti,
    è il re della gloria.

    Canto al Vangelo Gv 15,15
    Alleluia, alleluia.
    Vi ho chiamati amici, dice il Signore,
    perché tutto ciò che ho udito dal Padre ve l’ho fatto conoscere.
    Alleluia.

    Vangelo Mc 3,31-35
    Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre.

    Dal Vangelo secondo Marco
    In quel tempo, giunsero la madre di Gesù e i suoi fratelli e, stando fuori, lo mandarono a chiamare.
    Tutto attorno era seduta la folla e gli dissero: «Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle sono fuori e ti cercano».
    Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre».



    Gv 8,12
    «Io sono la luce del mondo», dice il Signore;
    «chi segue me, non cammina nelle tenebre,
    ma avrà la luce della vita».
    "Ciascuno deve salvare non solamente la propria anima ma anche tutte le anime che Dio ha posto sul suo cammino.

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    00 30/01/2008 20:42
    LITURGIA DELLA PAROLA

    Prima Lettura 2 Sam 7, 4-17
    Assicurerò dopo di te la discendenza uscita dalle tue viscere, e renderò stabile il suo regno.

    Dal secondo libro di Samuele
    In quei giorni, questa parola del Signore fu rivolta a Natan: «Và e riferisci al mio servo Davide: Dice il Signore: Forse tu mi costruirai una casa, perché io vi abiti? Ma io non ho abitato in una casa da quando ho fatto uscire gli Israeliti dall'Egitto fino ad oggi; sono andato vagando sotto una tenda, in un padiglione. Finché ho camminato, ora qua, ora là, in mezzo a tutti gli Israeliti, ho forse mai detto ad alcuno dei Giudici, a cui avevo comandato di pascere il mio popolo Israele: Perché non mi edificate una casa di cedro?
    Ora dunque riferirai al mio servo Davide: Così dice il Signore degli eserciti: Io ti presi dai pascoli, mentre seguivi il gregge, perché tu fossi il capo d'Israele mio popolo; sono stato con te dovunque sei andato; anche per il futuro distruggerò davanti a te tutti i tuoi nemici e renderò il tuo nome grande come quello dei grandi che sono sulla terra.
    Fisserò un luogo a Israele mio popolo e ve lo pianterò perché abiti in casa sua e non sia più agitato e gli iniqui non lo opprimano come in passato, al tempo in cui avevo stabilito i Giudici sul mio popolo Israele e gli darò riposo liberandolo da tutti i suoi nemici. Il Signore ti farà grande, poiché ti farà una casa.
    Quando i tuoi giorni saranno compiuti e tu giacerai con i tuoi padri, io assicurerò dopo di te la discendenza uscita dalle tue viscere, e renderò stabile il suo regno. Egli edificherà una casa al mio nome e io renderò stabile per sempre il trono del suo regno. Io gli sarò padre ed egli mi sarà figlio. Se farà il male, lo castigherò con verga d'uomo e con i colpi che danno i figli d'uomo, ma non ritirerò da lui il mio favore, come l'ho ritirato da Saul, che ho rimosso dal trono dinanzi a te. La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a me e il tuo trono sarà reso stabile per sempre».
    Natan parlò a Davide con tutte queste parole e secondo questa visione.

    Salmo Responsoriale Dal Salmo 88
    Il Signore è fedele al suo patto.

    Tu hai detto, Signore:
    «Ho stretto un'alleanza con il mio eletto,
    ho giurato a Davide mio servo:
    stabilirò per sempre la tua discendenza,
    ti darò un trono che duri nei secoli».

    Egli mi invocherà: Tu sei mio padre,
    mio Dio e roccia della mia salvezza.
    Io lo costituirò mio primogenito
    il più alto tra i re della terra.

    Gli conserverò sempre la mia grazia,
    la mia alleanza gli sarà fedele.
    Stabilirò per sempre la sua discendenza,
    il suo trono come i giorni del cielo».

    Canto al Vangelo At 16,14
    Alleluia, alleluia.
    Apri, Signore, il nostro cuore
    e comprenderemo le parole del Figlio tuo.
    Alleluia.

    Vangelo Mc 4,1-20
    Uscì il seminatore a seminare.


    Dal Vangelo secondo Marco
    In quel tempo, Gesù si mise di nuovo a insegnare lungo il mare. E si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli salì su una barca e là restò seduto, stando in mare, mentre la folla era a terra lungo la riva. Insegnava loro molte cose in parabole e diceva loro nel suo insegnamento: «Ascoltate. Ecco, uscì il seminatore a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e vennero gli uccelli e la divorarono. Un’altra cadde fra i sassi, dove non c’era molta terra, e subito spuntò perché non c’era un terreno profondo; ma quando si levò il sole, restò bruciata e, non avendo radice, si seccò. Un’altra cadde tra le spine; le spine crebbero, la soffocarono e non diede frutto. E un’altra cadde sulla terra buona, diede frutto che spuntò e crebbe, e rese ora il trenta, ora il sessanta e ora il cento per uno». E diceva: «Chi ha orecchi per intendere, intenda!».
    Quando poi fu solo, i circostanti insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli disse loro: «A voi è stato confidato il mistero del regno di Dio; a quelli di fuori invece tutto viene esposto in parabole, perché “guardino, ma non vedano, ascoltino, ma non intendano, perché non si convertano e venga loro perdonato”».
    Continuò dicendo loro: «Se non comprendete questa parabola, come potrete capire tutte le altre parabole? Il seminatore semina la parola. Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la parola; ma quando l’ascoltano, subito viene satana, e porta via la parola seminata in loro.
    Similmente quelli che ricevono il seme sulle pietre sono coloro che, quando ascoltano la parola, subito l’accolgono con gioia, ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della parola, subito si abbattono.
    Altri sono quelli che ricevono il seme tra le spine: sono coloro che hanno ascoltato la parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e l’inganno della ricchezza e tutte le altre bramosie, soffocano la parola e questa rimane senza frutto.
    Quelli che ricevono il seme su terreno buono, sono coloro che ascoltano la parola, l’accolgono e portano frutto nella misura chi del trenta, chi del sessanta, chi del cento per uno».
    "Ciascuno deve salvare non solamente la propria anima ma anche tutte le anime che Dio ha posto sul suo cammino.

    Suor Lucia Dos Santos



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    00 31/01/2008 08:33
    Prima Lettura 2 Sam 7, 18-19.24-29
    Chi sono io, Signore Dio, e che cos'è mai la mia casa?

    Dal secondo libro di Samuèle
    Dopo che Natan ebbe parlato a Davide, il re andò a presentarsi al Signore e disse: «Chi sono io, Signore Dio, e che cos'è mai la mia casa, perché tu mi abbia fatto arrivare fino a questo punto?
    E questo è parso ancora poca cosa ai tuoi occhi, mio Signore: tu hai parlato anche della casa del tuo servo per un lontano avvenire: e questa è come legge dell'uomo, Signore Dio!
    Tu hai stabilito il tuo popolo Israele per essere tuo popolo per sempre; tu, Signore, sei divenuto il suo Dio. Ora, Signore, la parola che hai pronunciata riguardo al tuo servo e alla sua casa, confermala per sempre e fà come hai detto. Allora il tuo nome sarà magnificato per sempre così: Il Signore degli eserciti è il Dio d'Israele! La casa del tuo servo Davide sia dunque stabile davanti a te! Poiché tu, Signore degli eserciti, Dio d'Israele, hai fatto una rivelazione al tuo servo e gli hai detto: Io ti edificherò una casa! perciò il tuo servo ha trovato l'ardire di rivolgerti questa preghiera.
    Ora, Signore, tu sei Dio, le tue parole sono verità e hai promesso questo bene al tuo servo. Dégnati dunque di benedire ora la casa del tuo servo, perché sussista sempre dinanzi a te! Poiché tu, Signore, hai parlato e per la tua benedizione la casa del tuo servo sarà benedetta per sempre!».

    Salmo Responsoriale Dal Salmo 131
    Tu sei fedele, Signore, in ogni tua parola.

    Ricòrdati, Signore, di Davide,
    di tutte le sue prove,
    quando giurò al Signore,
    al Potente di Giacobbe fece voto.

    Egli disse: «Non entrerò
    sotto il tetto della mia casa,
    non mi stenderò sul mio giaciglio,
    non concederò sonno ai miei occhi
    né riposo alle mie palpebre,
    finché non trovi una sede per il Signore,
    una dimora per il Potente di Giacobbe».

    Il Signore ha giurato a Davide
    e non ritratterà la sua parola:
    «Il frutto delle tue viscere
    io metterò sul tuo trono!

    Se i tuoi figli custodiranno la mia alleanza
    e i precetti che insegnerò ad essi,
    anche i loro figli
    per sempre sederanno sul tuo trono».

    Il Signore ha scelto Sion,
    l'ha voluta per sua dimora:
    «Questo è il mio riposo per sempre;
    qui abiterò, perché l'ho desiderato».

    Canto al Vangelo Sal 118,105
    Alleluia, alleluia.
    Lampada per i miei passi è la tua parola,
    luce sul mio cammino.
    Alleluia.

    Vangelo Mc 4,21-25
    Si porta la lampada per metterla sul lucerniere.
    Con la misura con la quale misurate, sarete misurati.

    Dal Vangelo secondo Marco
    In quel tempo, Gesù diceva alla folla: «Si porta forse la lampada per metterla sotto il moggio o sotto il letto? O non piuttosto per metterla sul lucerniere? Non c’è nulla infatti di nascosto che non debba essere manifestato e nulla di segreto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per intendere, intenda!».
    Diceva loro: «Fate attenzione a quello che udite: Con la stessa misura con la quale misurate, sarete misurati anche voi; anzi vi sarà dato di più. Poiché a chi ha, sarà dato e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha».

    "Ciascuno deve salvare non solamente la propria anima ma anche tutte le anime che Dio ha posto sul suo cammino.

    Suor Lucia Dos Santos



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    00 01/02/2008 20:52
    Messale

    III SETTIMANA DEL T.O. ANNO PARI - VENERDÌ
    MESSALE


    Antifona d'Ingresso Sal 95, 1.6
    Cantate al Signore un canto nuovo,
    cantate al Signore da tutta la terra;
    splendore e maestà dinanzi a lui,
    potenza e bellezza nel suo santuario.

    Colletta
    Dio onnipotente ed eterno, guida i nostri atti secondo la tua volontà, perché nel nome del tuo diletto Figlio portiamo frutti generosi di opere buone. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

    LITURGIA DELLA PAROLA

    Prima Lettura 2 Sam 11,1-4a.5-10.13-17
    Mi hai disprezzato prendendoti in moglie la moglie di Urìa.

    Dal secondo libro di Samuèle
    L'anno dopo, al tempo in cui i re sogliono andare in guerra, Davide mandò Ioab con i suoi servitori e con tutto Israele a devastare il paese degli Ammoniti; posero l'assedio a Rabba mentre Davide rimaneva a Gerusalemme.
    Un tardo pomeriggio Davide, alzatosi dal letto, si mise a passeggiare sulla terrazza della reggia. Dall'alto di quella terrazza egli vide una donna che faceva il bagno: la donna era molto bella di aspetto. Davide mandò a informarsi chi fosse la donna. Gli fu detto: «E' Betsabèa figlia di Eliam, moglie di Urìa l'Hittìta». Allora Davide mandò messaggeri a prenderla. La donna, tornata a casa, concepì e fece sapere a Davide: «Sono incinta».
    Allora Davide mandò a dire a Ioab: «Mandami Urìa l'Hittìta». Ioab mandò Urìa da Davide. Arrivato Urìa, Davide gli chiese come stessero Ioab e la truppa e come andasse la guerra. Poi Davide disse a Urìa: «Scendi a casa tua e làvati i piedi». Urìa uscì dalla reggia e gli fu mandata dietro una portata della tavola del re. Ma Urìa dormì alla porta della reggia con tutti i servi del suo signore e non scese a casa sua.
    Davide lo invitò a mangiare e a bere con sé e lo fece ubriacare; la sera Uria uscì per andarsene a dormire sul suo giaciglio con i servi del suo signore e non scese a casa sua.
    La mattina dopo, Davide scrisse una lettera a Ioab e gliela mandò per mano di Urìa. Nella lettera aveva scritto così: «Ponete Urìa in prima fila, dove più ferve la mischia; poi ritiratevi da lui perché resti colpito e muoia».
    Allora Ioab, che assediava la città, pose Urìa nel luogo dove sapeva che il nemico aveva uomini valorosi. Gli uomini della città fecero una sortita e attaccarono Ioab; parecchi della truppa e fra gli ufficiali di Davide caddero, e perì anche Urìa l'Hittìta.

    Salmo Responsoriale Dal Salmo 50
    Perdonami, Signore: contro di te ho peccato.

    Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia;
    nella tua grande bontà cancella il mio peccato.
    Lavami da tutte le mie colpe,
    mondami dal mio peccato.

    Riconosco la mia colpa,
    il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
    Contro di te, contro te solo ho peccato,
    quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto.

    Tu sei giusto quando parli,
    retto nel tuo giudizio.
    Ecco, nella colpa sono stato generato,
    nel peccato mi ha concepito mia madre.

    Fammi sentire gioia e letizia,
    esulteranno le ossa che hai spezzato.
    Distogli lo sguardo dai miei peccati,
    cancella tutte le mie colpe.

    Canto al Vangelo Cf Gc 1,21
    Alleluia, alleluia.
    Accogliete docilmente la parola che è stata seminata in voi:
    parola che può salvare la vostra vita.
    Alleluia.

    Vangelo Mc 4,26-34
    L'uomo getta il seme e dorme; e il seme cresce, senza che lui sappia come.

    Dal Vangelo secondo Marco
    In quel tempo, Gesù diceva alla folla: «Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura».
    Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? Esso è come un granellino di sènapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti i semi che sono sulla terra; ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra».
    Con molte parabole di questo genere annunziava loro la parola secondo quello che potevano intendere. Senza parabole non parlava loro; ma in privato, ai suoi discepoli, spiegava ogni cosa.

    Sulle Offerte
    Accogli i nostri doni, Padre misericordioso, e consacrali con la potenza del tuo Spirito, perché diventino per noi sacramento di salvezza. Per Cristo nostro Signore.

    Comunione Sal 33,6
    Guardate al Signore e sarete raggianti
    e il vostro volto non sarà confuso.

    Oppure: Gv 8,12
    «Io sono la luce del mondo», dice il Signore;
    «chi segue me, non cammina nelle tenebre,
    ma avrà la luce della vita».

    Dopo la Comunione
    O Dio, che in questi santi misteri ci hai nutriti col corpo e sangue del tuo Figlio, fa' che ci rallegriamo sempre del tuo dono, sorgente inesauribile di vita nuova. Per Cristo nostro Signore.


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    00 03/02/2008 10:54
    2 FEBBRAIO
    PRESENTAZIONE DEL SIGNORE
    Festa

    MISSALE ROMANUM VETUS ORDO

    LETTURE: Ml 3,1-4; Sal 23; Eb 2,14-18; Lc 2,22-40



    Per la Chiesa di Gerusalemme, la data scelta per la festa della presentazione fu da principio il 15 febbraio, 40 giorni dopo La nascita di Gesù, che allora l’Oriente celebrava il 6 gennaio, in conformità alla legge ebraica che imponeva questo spazio di tempo tra la nascita di un bambino e la purificazione di sua madre. Quando la festa, nei secoli VI e VII, si estese in Occidente, fu anticipata al 2 febbraio, perché la nascita di Gesù era celebrata al 25 dicembre.

    A Roma, la presentazione fu unita a una cerimonia penitenziale che si celebrava in contrapposizione ai riti pagani delle «lustrazioni». Poco alla volta la festa si appropriò la processione di penitenza che divenne una specie di imitazione della presentazione di Cristo al Tempio. Il papa san Sergio I (sec. VIII), di origine orientale, fece tradurre in latino i canti della festa greca, che furono adottati per la processione romana. Nel secolo X la Gallia organizzò una solenne benedizione delle candele che si usavano in questa processione; un secolo più tardi aggiunse l’antifona Lumen ad revelationem con il cantico di Simeone (Nunc dimittis).

    La presentazione di Gesù al Tempio è più un mistero doloroso che gaudioso. Maria «presenta» a Dio il figlio Gesù, glielo «offre». Ora, ogni offerta è una rinuncia.

    Comincia il mistero della sofferenza di Maria, che raggiungerà il culmine ai piedi della croce. La croce è la spada che trapasserà la sua anima. Ogni primogenito ebreo era il segno permanente e il memoriale quotidiano della «liberazione» dalla grande schiavitù: i primogeniti in Egitto erano stati risparmiati. Gesù, però, il Primogenito per eccellenza, non sarà «risparmiato», ma col suo sangue porterà la nuova e definitiva liberazione.

    Il gesto di Maria che «offre» si traduce in gesto liturgico in ogni nostra Eucaristia. Quando il pane e il vino - frutti della terra e del lavoro dell’uomo - ci vengono ridonati come Corpo e Sangue di Cristo, anche noi siamo nella pace del Signore, poiché contempliamo la sua salvezza e viviamo nell’attesa d ella sua «venuta».



    Accogliamo la luce viva ed eterna

    Dai « Discorsi » di san Sofronio, vescovo.

    Noi tutti che celebriamo e veneriamo con intima partecipazione il mistero dell’incontro del Signore, corriamo e muoviamoci insieme in fervore di spinto incontro a lui. Nessuno se ne sottragga, nessuno si rifiuti di portare la sua fiaccola. Accresciamo anzi lo splendore dei ceri per significare il divino fulgore di lui che si sta avvicinando e grazie al quale ogni cosa risplende, dopo che l’abbondanza della luce eterna ha dissipato le tenebre della caligine. Ma le nostre lampade esprimano soprattutto la luminosità dell’anima, con la quale dobbiamo andare incontro a Cristo. Come infatti la madre di Dio e Vergine intatta portò sulle braccia la vera luce e si avvicinò a coloro che giacevano nelle tenebre, così anche noi, illuminati dal suo chiarore e stringendo tra le mani la luce che risplende dinanzi a tutti, dobbiamo affrettarci verso colui che è la vera luce.

    La luce venne nel mondo (cfr. Gv 1, 9) e, dissipate le tenebre che lo avvolgevano, lo illuminò. Ci visitò colui che sorge dall’alto (cfr. Lc 1, 78) e rifulse a quanti giacevano nelle tenebre. Per questo anche noi dobbiamo ora camminare stringendo le fiaccole e correre portando le luci. Così indicheremo che a noi rifulse la luce, e rappresenteremo lo splendore divino di cui siamo messaggeri. Per questo corriamo tutti incontro a Dio. Ecco il significato del mistero odierno. La luce vera che illumina ogni uomo che viene in questo mondo (cfr. Gv 1,9) è venuta. Tutti dunque, fratelli, siamone illuminati, tutti brilliamo. Nessuno resti escluso da questo splendore, nessuno si ostini a rimanere immerso nel buio. Ma avanziamo tutti raggianti e illuminati verso di lui. Riceviamo esultanti nell’animo, col vecchio Simeone, la luce sfolgorante ed eterna. Innalziamo canti di ringraziamento al Padre della luce, che mandò la luce vera, e dissipò ogni tenebra, e rese noi tutti luminosi. La salvezza di Dio, infatti, preparata dinanzi a tutti i popoli e manifestata a gloria di noi, nuovo Israele, grazie a lui, la vedemmo anche noi e subito fummo liberati dall’antica e tenebrosa colpa, appunto come Simeone, veduto il Cristo, fu sciolto dai legami della vita presente.

    Anche noi, abbracciando con la fede il Cristo che viene da Betlemme, divenimmo da pagani popolo di Dio. Egli, infatti, è la salvezza di Dio Padre. Vedemmo con gli occhi il Dio fatto carne. E proprio per aver visto il Dio presente fra noi ed averlo accolto con le braccia dello spirito, ci chiamiamo nuovo Israele. Noi onoriamo questa presenza nelle celebrazioni anniversarie, né sarà ormai possibile dimenticarcene.


    BENEDIZIONE DELLE CANDELE E PROCESSIONE

    L’assemblea si raccoglie in una chiesa succursale o in altro luogo adatto da dove si muoverà la processione verso la chiesa principale; può anche radunarsi nella chiesa principale, dinanzi alla porta o in altro luogo, da dove si muoverà la processione verso l’altare: si disponga ogni cosa in modo che una buona parte dei fedeli possa partecipare comodamente al rito.



    Mentre si accendono le candele, si canta l’antifona:

    Il Signore nostro Dio verrà con potenza,

    e illuminerà il suo popolo. Alleluia.



    Il sacerdote saluta il popolo e poi, con queste parole o con altre simili, illustra il significato del rito ed esorta i fedeli a una partecipazione attiva, cosciente e piena.

    Fratelli carissimi, sono passati quaranta giorni dalla solennità del Natale. Anche oggi la Chiesa è in festa, celebrando il giorno in cui Maria e Giuseppe presentarono Gesù al tempio. Con quel rito il Signore si assoggettava alle prescrizioni della legge antica, ma in realtà veniva incontro al suo popolo, che l’attendeva nella fede.

    Guidati dallo Spirito Santo, vennero nel tempio i santi vegliardi Simeone e Anna; illuminati dallo stesso Spirito riconobbero il Signore e pieni di gioia gli resero testimonianza.

    Anche noi qui riuniti dallo Spirito Santo andiamo incontro al Cristo nella casa di Dio, dove lo troveremo e lo riconosceremo nello spezzare il pane, nell’attesa che egli venga e si manifesti nella sua gloria.



    IN LATINO:

    Fratres caríssimi: Ante dies quadragínta celebrávimus cum gáudio festum Nativitátis Dómini. Hódie vero occúrrit dies ille beátus, quo Iesus a María et Ioseph praesentátus est in templo, extérius quidem legem implens, rerum veritáte autem occúrrens pópulo suo credénti. Spíritu Sancto impúlsi, in templum venérunt beáti illi senes et cognovérunt Dóminum eódem Spíritu illumináti, et conféssi sunt eum in exsultatióne. Ita et nos, congregáti in unum per Spíritum Sanctum, procedámus ad domum Dei óbviam Christo. Inveniémus eum et cognoscémus in fractióne panis, donec véniat maniféstus in glória.


    BENEDIZIONE DELLE CANDELE
    Pregiamo.

    O Dio, fonte e principio di ogni luce,

    che oggi hai rivelato al santo vecchio Simeone

    il Cristo, vera luce di tutte le genti,

    benedici + questi ceri

    e ascolta le preghiere del tuo popolo,

    che viene incontro a te con questi segni luminosi

    e con inni di lode;

    guidalo sulla via del bene,

    perché giunga alla luce che non ha fine.

    Per Cristo nostro Signore.



    IN LATINO:

    Orémus.

    Deus, omnis lúminis fons et orígo,

    qui iusto Simeóni Lumen ad revelatiónem géntium

    hódie demonstrásti, te súpplices deprecámur,

    ut hos céreos sanctificáre tua +

    benedictióne dignéris,

    tuae plebis vota suscípiens,

    quae ad tui nóminis laudem eos gestatúra concúrrit,

    quátenus per virtútum sémitam ad lucem indeficiéntem perveníre mereátur. Per Christum Dóminum nostrum.



    Oppure:

    Dio, creatore e datore di verità e di luce,

    guarda noi tuoi fedeli riuniti nel tuo tempio

    e illuminati dalla luce di questi ceri,

    infondi nel nostro spirito lo splendore della tua santità,

    perché possiamo giungere felicemente

    alla pienezza della tua gloria.

    Per Cristo nostro Signore.



    IN LATINO

    Deus, lumen verum, aetérnae lucis propagátor et auctor,

    córdibus infúnde fidélium perpétui lúminis claritátem,

    ut, quicúmque in templo sancto tuo

    splendóre praeséntium lúminum adornántur,

    ad lumen glóriae tuae felíciter váleant perveníre.
    Per Christum Dóminum nostrum.


    PROCESSIONE
    All’invito del sacerdote (o del diacono) la processione si muove verso la chiesa principale (oppure verso l’altare). Intanto si esegue il seguente cantico o un altro canto adatto.



    Rit. Cristo è luce per illuminare le genti,

    e gloria del tuo popolo Israele.



    Ora lascia, o Signore, che il tuo servo

    vada in pace secondo la tua parola.



    Perché i miei occhi han visto la tua salvezza,

    preparata da te davanti a tutti i popoli.



    IN LATINO:

    Ant. Lumen ad revelatiónem géntium, et glóriam plebis tuae Israel. Nunc dimíttis servum tuum, Dómine, secúndum verbum tuum in pace.



    Ant. Lumen ad revelatiónem géntium... Quia vidérunt óculi mei salutáre tuum.



    Ant. Lumen ad revelatiónem géntium... Quod parásti ante fáciem ómnium populórum.



    Ant. Lumen ad revelatiónem géntium...



    Mentre la processione entra in chiesa, si esegue un canto che introduca la celebrazione della Messa; quindi si canta o si recita l’inno Gloria a Dio, cui segue immediatamente l’orazione.





    MESSALE

    Antifona d'Ingresso Sal 47,10-11

    Abbiamo accolto, o Dio,

    la tua misericordia in mezzo al tuo tempio.
    Come il tuo nome, o Dio, così la tua lode
    si estende ai confini della terra:
    di giustizia è piena la tua destra.



    Suscépimus, Deus,

    misericórdiam tuam in médio templi tui.

    Secúndum nomen tuum, Deus,

    ita et laus tua in fines terrae;

    iustítia plena est déxtera tua.



    Colletta

    Dio onnipotente ed eterno, guarda i tuoi fedeli riuniti nella festa della Presentazione al tempio del tuo unico Figlio fatto uomo, e concedi anche a noi di essere presentati a te pienamente rinnovati nello Spirito. Per il nostro Signore..



    Omnípotens sempitérne Deus, maiestátem tuam súpplices exorámus, ut, sicut Unigénitus Fílius tuus hodiérna die cum nostrae carnis substántia in templo est praesentátus, ita nos fácias purificátis tibi méntibus praesentári. Per Dóminum.



    LITURGIA DELLA PAROLA



    Prima Lettura Ml 3,1-4

    Entrerà nel suo tempio il Signore, che voi cercate.

    Dal libro del profeta Malachia

    Così dice il Signore Dio: «Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore, che voi cercate; l'angelo dell'alleanza, che voi sospirate, ecco viene, dice il Signore degli eserciti.

    Chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai.

    Siederà per fondere e purificare; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore un'oblazione secondo giustizia.

    Allora l'offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradita al Signore come nei giorni antichi, come negli anni lontani».



    Salmo Responsoriale Dal Salmo 23
    Vieni, Signore, nel tuo tempio santo.



    Sollevate, porte, i vostri frontali,
    alzatevi, porte antiche,
    ed entri il re della gloria.


    Chi è questo re della gloria?
    Il Signore forte e potente,
    il Signore potente in battaglia.


    Sollevate, porte, i vostri frontali,
    alzatevi, porte antiche,
    ed entri il re della gloria.


    Chi è questo re della gloria?
    Il Signore degli eserciti è il re della gloria.



    Seconda Lettura Eb 2,14-18

    Doveva rendersi in tutto simile ai fratelli.

    Dalla lettera agli Ebrei
    Poiché i figli hanno in comune il sangue e la carne, anche Gesù ne è divenuto partecipe, per ridurre all'impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che per timore della morte erano soggetti a schiavitù per tutta la vita.

    Egli infatti non si prende cura degli angeli, ma della stirpe di Abramo si prende cura. Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e fedele nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo.

    Infatti proprio per essere stato messo alla prova ed avere sofferto personalmente, è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova.



    Canto al Vangelo Lc 2,30.32

    Alleluia, alleluia.

    I miei occhi han visto la tua salvezza:

    luce per illuminare le genti

    e gloria del tuo popolo, Israele.

    Alleluia.







    Vangelo Lc 2,22-40

    I miei occhi hanno visto la sua salvezza.

    Dal vangelo secondo Luca

    Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, (Maria e Giuseppe) portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore: "Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore"; e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore.

    Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d'Israele; lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore. Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, lo prese tra le braccia e benedisse Dio:


    « Ora lascia, o Signore, che il tuo servo
    vada in pace secondo la tua parola;
    perché i miei occhi han visto la tua salvezza,
    preparata da te davanti a tutti i popoli,
    luce per illuminare le genti
    e gloria del tuo popolo Israele ».



    Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima».

    C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.

    Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui.



    Sulle Offerte

    Accogli, o Padre, i nostri doni e guarda la tua Chiesa, che per tuo volere ti offre con gioia il sacrificio del tuo unico Figlio, Agnello senza macchia per la vita del mondo. Per Cristo nostro Signore.



    Gratum tibi sit, Dómine, quaesumus, exsultántis Ecclésiae munus oblátum, qui Unigénitum Fílium tuum voluísti Agnum immaculátum tibi offérri pro saeculi vita. Qui vivit et regnat in saecula saeculórum.



    Prefazio

    E’ veramente cosa buona e giusta,

    nostro dovere e fonte di salvezza,

    rendere grazie sempre e in ogni luogo

    a te, Signore, Padre santo,

    Dio onnipotente ed eterno.


    II tuo unico Figlio, generato nei secoli eterni,

    presentato oggi al tempio,

    è proclamato dallo Spirito Santo

    gloria d’Israele e luce del popoli.



    E noi esultanti andiamo incontro al Salvatore

    e con l’assemblea degli angeli e dei santi

    cantiamo senza fine l’inno della tua lode:



    Santo, Santo, Santo...



    Vere dignum et iustum est,

    aequum et salutáre,

    nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

    Dómine, sancte Pater, omnípotens aetérne Deus:



    Quia coaetérnus hódie in templo tuus

    Fílius praesentátus glória Israel

    et lumen géntium a Spíritu declarátur.



    Unde et nos,

    Salutári tuo in gáudiis occurréntes,

    cum Angelis et Sanctis te laudámus,

    sine fine dicéntes:



    Sanctus, Sanctus, Sanctus …



    Antifona alla Comunione Lc 2,30-31

    I miei occhi hanno visto la salvezza,
    da te preparata dinanzi a tutti i popoli.



    Vidérunt óculi mei salutáre tuum,

    quod parásti ante fáciem ómnium populórum.



    Dopo la Comunione

    O Dio, che hai esaudito l'ardente attesa del santo Simeone, compi in noi l'opera della tua misericordia; tu che gli hai dato la gioia di stringere tra le braccia, prima di morire, il Cristo tuo Figlio, concedi anche a noi con la forza del pane eucaristico di camminare incontro al Signore, per possedere la vita eterna. Per Cristo nostro Signore.



    Per haec sancta quae súmpsimus, Dómine, pérfice in nobis grátiam tuam, qui exspectatiónem Simeónis implésti, ut, sicut ille mortem non vidit nisi prius Christum suscípere mererétur, ita et nos, in occúrsum Dómini procedéntes, vitam obtineámus aetérnam. Per Christum.



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    LiviaGloria
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    00 03/02/2008 10:55


    IV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
    Anno A

    MISSALE ROMANUM VETUS ORDO

    LETTURE: Sof 2,3; 3, 12-13; Sal 145; 1 Cor 1, 26-31; Mt 5,1-12a


    Beati i poveri

    Il vangelo delle Beatitudini domina la liturgia della Parola di questa domenica. E’ la prima parte del discorso della montagna. Gesù che sale sul monte ci appare come il Nuovo Mosè, promulgatore della Nuova Legge («ma io vi dico...!») sul nuovo Sinai. Proclamando beati i poveri e gli umili Gesù parla il linguaggio che Dio aveva già usato col suo popolo attraverso i profeti, quello, per esempio, di Sofonia, che noi ascoltiamo nella prima lettura. Lo stesso linguaggio adopera anche san Paolo (seconda lettura): i primi ad essere chiamati sono sempre i piccoli, i poveri, quelli che il mondo disprezza, ma che sono grandi nel regno dei cieli.

    Un discorso rivoluzionario
    Il discorso è davvero un capovolgimento di quelli che tradizionalmente erano ritenuti valori. Gli Ebrei coltivavano la convinzione che la prosperità materiale, il successo, fossero segni della benedizione di Dio, e segno di maledizione la povertà e la sterilità. Gesù denuncia l’ambiguità di una rappresentazione terrena della beatitudine. Ormai i beati non sono più i ricchi di questo mondo, i sazi, gli adulati, ma coloro che hanno fame e che piangono, i poveri e i perseguitati. E’ la nuova logica, quella che esprime Maria, la beata per eccellenza: «Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili: ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi» (Lc I ,52-53).
    Le nove beatitudini di Matteo si riassumono nella prima: «Beati i poveri in spirito». Le altre sono un corollario e una esplicitazione di questa. Il riconoscersi poveri, deboli, non è, però, prima di tutto uno stato sociologico, ma una disposizione interiore che informa il proprio agire in qualunque stato uno si trovi. La sola povertà non è di per sé un bene e neppure una situazione di ascesi. Ma essere ricchi significa avere potere, ricevere onori e avere un posto di supremazia sugli altri; e qui comincia il pericolo, perché dove c’è potere, ricchezza e supremazia, ci sono molto spesso gli oppressi, gli schiacciati, gli ultimi. Ed è a questi che va il regno dei cieli. Con questi si schiera Gesù. Essi sono gli eletti.
    Gesù si presenta come il messaggero inviato da Dio per annunciare ai poveri la Buona Novella: la sua sollecitudine per i poveri, gli infelici, gli ammalati era il segno della sua missione. Gesù porta ai diseredati non solo l’assicurazione che un giorno godranno il regno di Dio, ma annuncia loro che questo regno è arrivato.
    La missione di Gesù si estende, oltre che ai poveri, a tutte le miserie fisiche e spirituali; tutte attirano la sua compassione. Inaugurando l’èra della salvezza, Dio accorda una priorità a tutti coloro che della salvezza hanno un più urgente bisogno.

    Povertà e società consumistica
    In un mondo come quello attuale ha ancora senso il discorso della montagna? Che senso ha far risuonare questo testo in una società di consumi che misura la felicità e la beatitudine sul metro dell’avere, del successo e del potere?
    E nel terzo mondo sottosviluppato e oppresso, che senso ha ripetere: «Beati i poveri.., beati i perseguitati...»? Non è forse uno schiaffo alla loro miseria, o un tentativo di narcotizzare o di addormentare «la collera dei poveri»?
    Eppure non possiamo annullare questa beatitudine senza annullare il Cristo. Il primo povero, infatti, è lui, che essendo ricco si è fatto povero per noi. C’è quindi in questa beatitudine un appello a seguire quel Gesù che non ha trovato posto nell’albergo, che non aveva una pietra su cui posare il capo, che è morto povero e spoglio su una croce. E lo ha fatto per darsi tutto agli altri.
    La folla che ascolta e segue Gesù non è costituita da scribi, farisei, leviti, sacerdoti del tempio, potenti custodi dell’ordine. Segue Gesù la folla anonima del popolo minuto, che vive del suo lavoro, la gente che dai potenti del tempo era imbrogliata ed oppressa...

    Povertà come segno distintivo delle comunità cristiane
    La povertà proclamata da Gesù non deve essere solo la caratteristica di ogni cristiano, ma il distintivo e la beatitudine della Chiesa e della Comunità in quanto tale. Uno dei momenti forti della «conversione» a cui il Concilio ha chiamato la Chiesa è la povertà. Non è forse da una certa ricchezza di mezzi, da un certo attaccamento al denaro e al potere entro la Chiesa, che nasce in molti cristiani un senso di disagio?
    Nelle nostre assemblee eucaristiche sono presenti oggi molte persone che hanno disponibilità di mezzi e di cultura. Essi non sono mai dispensati dal ricercare le vie della povertà e dal servire i propri fratelli che sono nell’indigenza, perché è ancora e sempre nei poveri che si incontra colui che è venuto a salvare.


    Cristo ci ha chiamati al suo regno e alla sua gloria

    Dalla «Lettera ai cristiani di Smirne» di sant'Ignazio di Antiochia, vescovo e martire (Intr.; Capp. 1, 1 -4, 1 Funk 1, 235-237)
    Ignazio, detto anche Teoforo, si rivolge alla chiesa di Dio e del diletto Figlio suo Gesù Cristo. A questa chiesa, che si trova a Smirne in Asia, augura di godere ogni bene nella purezza dello spirito e nella parola di Dio: essa ha ottenuto per divina misericordia ogni grazia, è piena di fede e di carità e nessun dono le manca. E' degna di Dio e feconda di santità.
    Ringrazio Gesù Cristo Dio che vi ha resi così saggi. Ho visto infatti che siete fondati su una fede incrollabile, come se foste inchiodati, carne e spirito, alla croce del Signore Gesù Cristo, e che siete pieni di carità nel sangue di Cristo. Voi credete fermamente nel Signore nostro Gesù, credete che egli discende veramente «dalla stirpe» di Davide secondo la carne» (Rm 1, 3) ed è figlio di Dio secondo la volontà e la potenza di Dio; che nacque veramente da una vergine; che fu battezzata da Giovanni per adempiere ogni giustizia (cfr. Mt 3, 15); che fu veramente inchiodato in croce per noi nella carne sotto Ponzio Pilato e il tetrarca Erode. Noi siamo infatti il frutto della sua croce e della sua beata passione. Avete ferma fede inoltre che con la sua risurrezione ha innalzato nei secoli il suo vessillo per riunire i suoi santi e i suoi fedeli, sia Giudei che Gentili, nell'unico corpo della sua Chiesa.
    Egli ha sofferto la sua passione per noi, perché fossimo salvi; e ha sofferto realmente, come realmente ha risuscitato se stesso.
    Io so e credo fermamente che anche dopo la risurrezione egli è nella sua carne. E quando si mostrò a Pietro e ai suoi compagni, disse loro: Toccatemi, palpatemi e vedete che non sono uno spirito senza corpo (cfr. Lc 24, 39). E subito lo toccarono e credettero alla realtà della sua carne e del suo spirito. Per questo disprezzarono la morte e trionfarono di essa. Dopo la sua risurrezione, poi, Cristo mangiò e bevve con loro proprio come un uomo in carne ed ossa, sebbene spiritualmente fosse unito al Padre.
    Vi ricordo queste cose, o carissimi, quantunque sappia bene che voi vi gloriate della stessa fede mia.



    MESSALE

    Antifona d'Ingresso Sal 105,47
    Salvaci, Signore Dio nostro,
    e raccoglici da tutti i popoli,
    perché proclamiamo il tuo santo nome
    e ci gloriamo della tua lode.

    Colletta
    Dio grande e misericordioso, concedi a noi tuoi fedeli di adorarti con tutta l'anima e di amare i nostri fratelli nella carità del Cristo. Egli è Dio e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

    Oppure:
    O Dio, che hai promesso ai poveri e agli umili la gioia del tuo regno, fa' che la Chiesa non si lasci sedurre dalle potenze del mondo, ma a somiglianza dei piccoli del Vangelo segua con fiducia il suo sposo e Signore, per sperimentare la forza del tuo Spirito. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

    LITURGIA DELLA PAROLA

    Prima Lettura Sof 2,3; 3, 12-13
    Farò restare in mezzo a te un popolo umile e povero.

    Dal libro del profeta Sofonia
    Cercate il Signore
    voi tutti, poveri della terra,
    che eseguite i suoi ordini;
    cercate la giustizia,
    cercate l'umiltà,
    per trovarvi al riparo
    nel giorno dell'ira del Signore.
    Farò restare in mezzo a te, Israele,
    un popolo umile e povero;
    confiderà nel nome del Signore
    il resto d'Israele.
    Non commetteranno più iniquità
    e non proferiranno menzogna;
    non si troverà più nella loro bocca
    una lingua fraudolenta.
    Potranno pascolare e riposare
    senza che alcuno li molesti.

    Salmo Responsoriale Dal Salmo 145
    Beati i poveri in spirito.

    Il Signore è fedele per sempre,
    rende giustizia agli oppressi,
    dà il pane agli affamati.
    Egli libera i prigionieri.

    Il Signore ridona la vista ai ciechi,
    il Signore rialza chi è caduto,
    il Signore ama i giusti,
    il Signore protegge lo straniero.

    Egli sostiene l'orfano e la vedova,
    ma sconvolge le vie degli empi.
    Il Signore regna per sempre,
    il tuo Dio, o Sion, per ogni generazione.

    Seconda Lettura 1 Cor 1, 26-31
    Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole

    Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
    Considerate la vostra vocazione, fratelli: non ci sono tra voi molti sapienti secondo la carne, non molti potenti, non molti nobili.
    Ma Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono, perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio.
    Ed è per lui che voi siete in Cristo Gesù, il quale per opera di Dio è diventato per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione, perché, come sta scritto: "Chi si vanta si vanti nel Signore".

    Canto al Vangelo Mt 5 ,12a
    Alleluia, alleluia.
    Rallegratevi, esultate,
    perché grande è la vostra ricompensa nel cieli.
    Alleluia.


    www.maranatha.it/index.htm


    [Modificato da LiviaGloria 03/02/2008 10:56]
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