È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!

Forum NWO Nuovo Ordine Mondiale, illuminati, cospirazioni, controllo globale, spiritualità, scienza di confine, Bilderberg, Lady Diana

Anno liturgico

  • Messaggi
  • OFFLINE
    LiviaGloria
    Post: 10.006
    Registrato il: 20/09/2005
    Città: BOLOGNA
    Età: 57
    Sesso: Femminile
    Utente Gold
    Moderatore
    00 14/04/2010 21:47
    II SETTIMANA DI PASQUA - MERCOLEDÌ
    MESSALE


    Antifona d'Ingresso Sal 17,50; 21,23
    Ti loderò, Signore, fra tutti i popoli,
    ai miei fratelli annunzierò il tuo nome, alleluia.



    Confitébor tibi in pópulis,

    Dómine, et narrábo nomen tuum

    frátribus meis, allelúia.

    Colletta
    O Padre, che nella Pasqua del tuo Figlio hai ristabilito l'uomo nella dignità perduta e gli hai dato la speranza della risurrezione, fa' che accogliamo e viviamo nell'amore il mistero celebrato ogni anno nella fede. Per il nostro Signore...



    Annua recoléntes mystéria, quibus per renovátam oríginis dignitátem humána substántia spem resurrectiónis accépit, cleméntiam tuam, Dómine, supplíciter exorámus, ut, quod fide recólimus, perpétua dilectióne capiámus. Per Dóminum.


    LITURGIA DELLA PAROLA

    Prima Lettura At 5, 17-26
    Ecco, gli uomini che avete messo in carcere si trovano nel tempio a insegnare al popolo.

    Dagli Atti degli Apostoli
    In quei giorni, si levò il sommo sacerdote con tutti quelli della sua parte, cioè la setta dei sadducèi, pieni di gelosia, e, presi gli apostoli, li gettarono nella prigione pubblica.
    Ma, durante la notte, un angelo del Signore aprì le porte del carcere, li condusse fuori e disse: «Andate e proclamate al popolo, nel tempio, tutte queste parole di vita». Udito questo, entrarono nel tempio sul far del giorno e si misero a insegnare.
    Quando arrivò il sommo sacerdote con quelli della sua parte, convocarono il sinedrio, cioè tutto il senato dei figli d’Israele; mandarono quindi a prelevare gli apostoli nella prigione. Ma gli inservienti, giunti sul posto, non li trovarono nel carcere e tornarono a riferire: «Abbiamo trovato la prigione scrupolosamente sbarrata e le guardie che stavano davanti alle porte, ma, quando abbiamo aperto, non vi abbiamo trovato nessuno».
    Udite queste parole, il comandante delle guardie del tempio e i capi dei sacerdoti si domandavano perplessi a loro riguardo che cosa fosse successo. In quel momento arrivò un tale a riferire loro: «Ecco, gli uomini che avete messo in carcere si trovano nel tempio a insegnare al popolo».
    Allora il comandante uscì con gli inservienti e li condusse via, ma senza violenza, per timore di essere lapidati dal popolo.

    Salmo Responsoriale Dal Salmo 33
    Il povero grida e il Signore lo ascolta.

    Benedirò il Signore in ogni tempo,
    sulla mia bocca sempre la sua lode.
    Io mi glorio nel Signore:
    i poveri ascoltino e si rallegrino.

    Magnificate con me il Signore,
    esaltiamo insieme il suo nome.
    Ho cercato il Signore: mi ha risposto
    e da ogni mia paura mi ha liberato.

    Guardate a lui e sarete raggianti,
    i vostri volti non dovranno arrossire.
    Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
    lo salva da tutte le sue angosce.

    L’angelo del Signore si accampa
    attorno a quelli che lo temono, e li libera.
    Gustate e vedete com’è buono il Signore;
    beato l’uomo che in lui si rifugia.

    Canto al Vangelo Gv 3,16
    Alleluia, alleluia.
    Dio ha tanto amato il mondo
    da dare il Figlio unigenito,
    perché chiunque crede in lui non vada perduto,
    ma abbia la vita eterna.
    Alleluia.

    Vangelo Gv 3, 16-21
    Dio ha mandato il Figlio nel mondo, perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.

    Dal vangelo secondo Giovanni.
    In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
    E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

    Sulle Offerte
    O Dio, che in questo misterioso scambio di doni ci fai partecipare alla comunione con te, unico e sommo bene, concedi che la luce della tua verità sia testimoniata dalla nostra vita. Per Cristo nostro Signore.



    Deus, qui nos, per huius sacrifícii veneránda commércia, uníus summæque divinitátis partícipes effecísti, præsta, quæsumus, ut, sicut tuam cognóvimus veritátem, sic eam dignis móribus assequámur. Per Christum.

    Prefazio Pasquale II
    La nuova vita in Cristo

    È veramente cosa buona e giusta,
    nostro dovere e fonte di salvezza,
    proclamare sempre la tua gloria, o Signore,
    e soprattutto esaltarti in questo tempo
    nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.

    Per mezzo di lui rinascono a vita nuova i figli della luce,
    e si aprono ai credenti le porte del regno dei cieli.
    In lui morto è redenta la nostra morte,
    in lui risorto tutta la vita risorge.

    Per questo mistero,
    nella pienezza della gioia pasquale,
    l’umanità esulta su tutta la terra,
    e con l’assemblea degli angeli e dei santi
    canta l’inno della tua gloria:

    Santo, Santo, Santo...



    Vere dignum et iustum est,

    æquum et salutáre:

    Te quidem, Dómine,

    omni témpore confitéri,

    sed in hoc potíssimum gloriósius prædicáre,

    cum Pascha nostrum immolátus est Christus.



    Per quem in ætérnam vitam fílii lucis oriúntur,

    et regni cæléstis átria fidélibus reserántur.

    Quia mors nostra est eius morte redémpta,

    et in eius resurrectióne vita ómnium resurréxit.

    Quaprópter, profúsis paschálibus gáudiis,

    totus in orbe terrárum mundus exsúltat.



    Sed et supérnæ virtútes atque angélicæ

    potestátes hymnum glóriæ tuæ cóncinunt,

    sine fine dicéntes:



    Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


    Comunione Cf Gv 15,16.19
    Dice il Signore: «Io vi ho scelto dal mondo
    e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto,
    e il vostro frutto rimanga», alleluia.



    Dicit Dóminus: Ego elégi vos de mundo

    et pósui vos ut eátis,

    et fructum afferátis, et fructus vester máneat, allelúia.


    Dopo la Comunione
    Assisti il tuo popolo, Dio onnipotente, e poiché lo hai colmato della grazia di questi santi misteri, donagli di passare dalla nativa fragilità umana alla vita nuova nel Cristo risorto. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.



    Dicit Dóminus: Ego elégi vos de mundo

    et pósui vos ut eátis,

    et fructum afferátis, et fructus vester máneat, allelúia.

  • OFFLINE
    LiviaGloria
    Post: 10.036
    Registrato il: 20/09/2005
    Città: BOLOGNA
    Età: 57
    Sesso: Femminile
    Utente Gold
    Moderatore
    00 16/04/2010 21:15
    II SETTIMANA DI PASQUA - VENERDÌ
    MESSALE


    Antifona d'Ingresso Ap 5,9-10
    Ci hai redenti, o Signore, con il tuo sangue
    da ogni tribù, lingua, popolo e nazione,
    e hai fatto di noi un regno di sacerdoti
    per il nostro Dio. Alleluia.



    Redemísti nos, Dómine, in sánguine tuo,

    ex omni tribu, et lingua,

    et pópulo, et natióne,

    et fecísti nos Deo nostro regnum et sacerdótes, allelúia.


    Colletta
    Padre misericordioso, che hai voluto che il tuo Figlio subisse per noi il supplizio della croce per liberarci dal potere del nemico, donaci di giungere alla gloria della risurrezione. Per il nostro Signore...



    Deus, spes et lumen sincérum méntium, da córdibus nostris, te súpplices deprecámur, et dignam tibi oratiónem persólvere, et te semper præconiórum múnere collaudáre. Per Dóminum.


    LITURGIA DELLA PAROLA

    Prima Lettura At 5, 34-42
    Gli apostoli se ne andarono via dal sinedrio, lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù.

    Dagli Atti degli Apostoli
    In quei giorni, si alzò nel sinedrio un fariseo, di nome Gamalièle, dottore della Legge, stimato da tutto il popolo. Diede ordine di far uscire [gli apostoli] per un momento e disse: «Uomini di Israele, badate bene a ciò che state per fare a questi uomini. Tempo fa sorse Tèuda, infatti, che pretendeva di essere qualcuno, e a lui si aggregarono circa quattrocento uomini. Ma fu ucciso, e quelli che si erano lasciati persuadére da lui furono dissolti e finirono nel nulla. Dopo di lui sorse Giuda il Galileo, al tempo del censimento, e indusse gente a seguirlo, ma anche lui finì male, e quelli che si erano lasciati persuadére da lui si dispersero. Ora perciò io vi dico: non occupatevi di questi uomini e lasciateli andare. Se infatti questo piano o quest’opera fosse di origine umana, verrebbe distrutta; ma, se viene da Dio, non riuscirete a distruggerli. Non vi accada di trovarvi addirittura a combattere contro Dio!».
    Seguirono il suo parere e, richiamati gli apostoli, li fecero flagellare e ordinarono loro di non parlare nel nome di Gesù. Quindi li rimisero in libertà. Essi allora se ne andarono via dal sinedrio, lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù.
    E ogni giorno, nel tempio e nelle case, non cessavano di insegnare e di annunciare che Gesù è il Cristo.

    Salmo Responsoriale Dal Salmo 26
    Una cosa ho chiesto al Signore: abitare nella sua casa.

    Il Signore è mia luce e mia salvezza:
    di chi avrò timore?
    Il Signore è difesa della mia vita:
    di chi avrò paura?

    Una cosa ho chiesto al Signore,
    questa sola io cerco:
    abitare nella casa del Signore
    tutti i giorni della mia vita,
    per contemplare la bellezza del Signore
    e ammirare il suo santuario.

    Sono certo di contemplare la bontà del Signore
    nella terra dei viventi.
    Spera nel Signore, sii forte,
    si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.

    Canto al Vangelo Mt 4,4
    Alleluia, alleluia.
    Non di solo pane vivrà l'uomo,
    ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
    Alleluia.

    Vangelo Gv 6, 1-15
    Gesù distribuì i pani a quelli che erano seduti, quanto ne vollero.

    Dal vangelo secondo Giovanni
    In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.

    Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».
    Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.
    Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
    Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.

    Sulle Offerte
    Accogli con bontà Signore l'offerta di questa tua famiglia, perché con la tua protezione custodisca i doni pasquali e giunga alla felicità eterna. Per Cristo nostro Signore.



    Oblatiónes famíliæ tuæ, quæsumus, Dómine, súscipe miserátus, ut, sub tuæ protectiónis auxílio, et colláta non perdant, et ad ætérna dona pervéniant. Per Christum.


    Prefazio Pasquale II
    La nuova vita in Cristo

    È veramente cosa buona e giusta,
    nostro dovere e fonte di salvezza,
    proclamare sempre la tua gloria, o Signore,
    e soprattutto esaltarti in questo tempo
    nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.

    Per mezzo di lui rinascono a vita nuova i figli della luce,
    e si aprono ai credenti le porte del regno dei cieli.
    In lui morto è redenta la nostra morte,
    in lui risorto tutta la vita risorge.

    Per questo mistero,
    nella pienezza della gioia pasquale,
    l’umanità esulta su tutta la terra,
    e con l’assemblea degli angeli e dei santi
    canta l’inno della tua gloria:

    Santo, Santo, Santo...



    Vere dignum et iustum est,

    æquum et salutáre:

    Te quidem, Dómine,

    omni témpore confitéri,

    sed in hoc potíssimum gloriósius prædicáre,

    cum Pascha nostrum immolátus est Christus.



    Per quem in ætérnam vitam fílii lucis oriúntur,

    et regni cæléstis átria fidélibus reserántur.

    Quia mors nostra est eius morte redémpta,

    et in eius resurrectióne vita ómnium resurréxit.

    Quaprópter, profúsis paschálibus gáudiis,

    totus in orbe terrárum mundus exsúltat.



    Sed et supérnæ virtútes atque angélicæ

    potestátes hymnum glóriæ tuæ cóncinunt,

    sine fine dicéntes:



    Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


    Comunione Rm 4,25
    Cristo nostro Signore
    è stato messo a morte per i nostri peccati
    ed è risuscitato per la nostra giustificazione, alleluia.



    Tráditus est Christus Dóminus

    noster propter delícta nostra,

    et resurréxit propter iustificatiónem nostram, allelúia


    Dopo la Comunione
    Proteggi, Signore, con paterna bontà, il tuo popolo che hai salvato con il sacrificio della croce, e rendilo partecipe della gloria del Cristo risorto. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.



    Contínua, quæsumus, Dómine, quos salvásti pietáte custódi, ut, qui Fílii tui passióne sunt redémpti, eius resurrectióne læténtur. Qui vivit et regnat in sæcula sæculórum.



    www.maranatha.it/calendar/LiturcalPage.htm
    [Modificato da LiviaGloria 16/04/2010 21:16]
  • OFFLINE
    LiviaGloria
    Post: 10.037
    Registrato il: 20/09/2005
    Città: BOLOGNA
    Età: 57
    Sesso: Femminile
    Utente Gold
    Moderatore
    00 17/04/2010 10:46
    II SETTIMANA DI PASQUA - SABATO
    MESSALE


    Antifona d'Ingresso 1 Pt 2,9
    Voi siete un popolo redento;
    annunziate le grandi opere del Signore,
    che vi ha chiamato dalle tenebre
    alla sua ammirabile luce, alleluia.



    Pópulus acquisitiónis,

    annuntiáte virtútes eius,

    qui vos de ténebris vocávit

    in admirábile lumen suum, allelúia.


    Colletta
    O Padre, che ci hai donato il Salvatore e lo Spirito Santo, guarda con benevolenza i tuoi figli di adozione, perché a tutti i credenti in Cristo sia data la vera libertà e l'eredità eterna. Per il nostro Signore...



    Depélle, Dómine, conscríptum peccáti lege chirógraphum, quod in nobis pascháli mystério per resurrectiónem Christi Fílii tui vacuásti. Qui tecum.



    oppure



    Deus, qui misericórdiæ iánuam fidélibus tuis per paschália mystéria patére voluísti, réspice in nos et miserére nostri, ut, qui voluntátis tuæ viam, te donánte, séquimur, a vitæ numquam sémitis deviémur. Per Dóminum.


    LITURGIA DELLA PAROLA

    Prima Lettura At 6, 1-7
    Scelsero sette uomini pieni di Spirito Santo.

    Dagli Atti degli Apostoli
    Dagli Atti degli Apostoli

    In quei giorni, aumentando il numero dei discepoli, quelli di lingua greca mormorarono contro quelli di lingua ebraica perché, nell’assistenza quotidiana, venivano trascurate le loro vedove.
    Allora i Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero: «Non è giusto che noi lasciamo da parte la parola di Dio per servire alle mense. Dunque, fratelli, cercate fra voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questo incarico. Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al servizio della Parola».
    Piacque questa proposta a tutto il gruppo e scelsero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timone, Parmenàs e Nicola, un prosèlito di Antiòchia. Li presentarono agli apostoli e, dopo aver pregato, imposero loro le mani.
    E la parola di Dio si diffondeva e il numero dei discepoli a Gerusalemme si moltiplicava grandemente; anche una grande moltitudine di sacerdoti aderiva alla fede.

    Salmo Responsoriale Dal Salmo 32
    Su di noi sia il tuo amore, Signore.

    Esultate, o giusti, nel Signore;
    per gli uomini retti è bella la lode.
    Lodate il Signore con la cetra,
    con l’arpa a dieci corde a lui cantate.

    Perché retta è la parola del Signore
    e fedele ogni sua opera.
    Egli ama la giustizia e il diritto;
    dell’amore del Signore è piena la terra.

    Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
    su chi spera nel suo amore,
    per liberarlo dalla morte
    e nutrirlo in tempo di fame

    Canto al Vangelo
    Alleluia, alleluia.
    Cristo è risorto, lui che ha creato il mondo,
    e ha salvato gli uomini nella sua misericordia.
    Alleluia.

    Vangelo Gv 6, 16-21
    Videro Gesù che camminava sul mare.

    Dal vangelo secondo Giovanni
    Venuta la sera, i discepoli di Gesù scesero al mare, salirono in barca e si avviarono verso l’altra riva del mare in direzione di Cafàrnao.
    Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; il mare era agitato, perché soffiava un forte vento.
    Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Sono io, non abbiate paura!».
    Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti.

    Sulle Offerte
    Santifica, o Dio, i doni che ti presentiamo e trasforma in offerta perenne tutta la nostra vita in unione alla vittima spirituale, il tuo servo Gesù, unico sacrificio a te gradito. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.



    Propítius, Dómine, quæsumus, hæc dona sanctífica, et, hóstiæ spiritális oblatióne suscépta, nosmetípsos tibi pérfice munus ætérnum. Per Christum.


    Prefazio Pasquale II
    La nuova vita in Cristo

    È veramente cosa buona e giusta,
    nostro dovere e fonte di salvezza,
    proclamare sempre la tua gloria, o Signore,
    e soprattutto esaltarti in questo tempo
    nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.

    Per mezzo di lui rinascono a vita nuova i figli della luce,
    e si aprono ai credenti le porte del regno dei cieli.
    In lui morto è redenta la nostra morte,
    in lui risorto tutta la vita risorge.

    Per questo mistero,
    nella pienezza della gioia pasquale,
    l’umanità esulta su tutta la terra,
    e con l’assemblea degli angeli e dei santi
    canta l’inno della tua gloria:

    Santo, Santo, Santo...



    Vere dignum et iustum est,

    æquum et salutáre:

    Te quidem, Dómine,

    omni témpore confitéri,

    sed in hoc potíssimum gloriósius prædicáre,

    cum Pascha nostrum immolátus est Christus.



    Per quem in ætérnam vitam fílii lucis oriúntur,

    et regni cæléstis átria fidélibus reserántur.

    Quia mors nostra est eius morte redémpta,

    et in eius resurrectióne vita ómnium resurréxit.

    Quaprópter, profúsis paschálibus gáudiis,

    totus in orbe terrárum mundus exsúltat.



    Sed et supérnæ virtútes atque angélicæ

    potestátes hymnum glóriæ tuæ cóncinunt,

    sine fine dicéntes:



    Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


    Comunione Gv 17,24
    «Quelli che mi hai dato, Padre,
    voglio che siano con me, dove sono io,
    perché contemplino la gloria che mi hai dato», alleluia.



    Pater, quos dedísti mihi,

    volo ut ubi sum ego,

    et illi sint mecum,

    ut vídeant claritátem quam dedísti mihi, allelúia.


    Dopo la Comunione
    O Dio, che ci hai nutriti con questo sacramento, ascolta la nostra umile preghiera: il memoriale della Pasqua, che Cristo tuo Figlio ci ha comandato di celebrare, ci edifichi sempre nel vincolo della tua carità. Per Cristo nostro Signore.



    Súmpsimus, Dómine, sacri dona mystérii, humíliter deprecántes, ut, quæ in sui commemoratiónem nos Fílius tuus fácere præcépit, in nostræ profíciant caritátis augméntum. Per Christum.

  • OFFLINE
    LiviaGloria
    Post: 10.050
    Registrato il: 20/09/2005
    Città: BOLOGNA
    Età: 57
    Sesso: Femminile
    Utente Gold
    Moderatore
    00 19/04/2010 10:59
    III DOMENICA DI PASQUA
    Anno C

    MISSALE ROMANUM VETUS ORDO


    LETTURE: At 5, 27b-32. 40b-41; Sal 29; Ap 5, 11-14; Gv 21, 1-19


    Liturgia del Cielo e della Terra

    La Pasqua continua nella vita della Chiesa: i due momenti della salvezza (passione-risurrezione) sono costantemente presenti nel dinamismo di questa vita guidata dallo Spirito.

    L’assemblea riunita: «sacramento di totalità»
    La visione dell’apostolo Giovanni (cf seconda lettura) ci introduce in una solenne liturgia di lode: davanti al trono di Dio appare l’Agnello «ritto.., come immolato»: cioè nel doppio aspetto della passione e della risurrezione. In suo onore si leva un inno di acclamazione nel quale si fondono le voci del cosmo, degli angeli e dei santi che stanno davanti a Dio e, in seguito, degli uomini salvati, appartenenti a tutti i popoli della terra (cf Ap 7,9). La solenne azione liturgica assume così dimensioni veramente universali, per celebrare la salvezza pasquale operata da Dio e dal suo Cristo.
    Ad essa si associa, qui sulla terra, la liturgia eucaristica che noi stiamo celebrando. Concretamente, l’assemblea liturgica è composta da persone diverse per situazioni di vita, provenienza sociale, livelli di fede e di interesse religioso, per ministeri e carismi ricevuti in vista del bene comune. Ma tutti siamo uniti nella medesima azione di lode che si svolge alla presenza del Cristo glorioso.
    La celebrazione liturgica della nostra assemblea è così immagine e anticipazione dell’assemblea escatologica. E, nel medesimo tempo, è qui-adesso, nel momento della celebrazione stessa, «sacramento di totalità»: rappresenta e attua il «Cristo totale» che coinvolge i salvati di tutti i tempi, gli uomini di tutte le latitudini, gli spiriti celesti, i santi gloriosi e tutta la creazione. La lode cosmica dell’Apocalisse si realizza oggi nell’assemblea celebrante, per rendere onore, gloria, testimonianza all’Agnello che ci ha redenti.

    Salvati per annunciare la gloria del Risorto
    Il senso pasquale della lode liturgica, il riconoscimento che la salvezza viene da Dio e da Colui che è stato crocifisso e risuscitato, devono trasparire anche dalla vita del cristiano e della comunità.
    Nell’interrogatorio durante il quale gli apostoli vengono accusati di insegnare pubblicamente «nel nome» di Gesù, Pietro, a nome di tutti e forte della convinzione che lo Spirito è con lui, parla con franchezza e con forza, come testimone della risurrezione E’ una testimonianza non solo di parole ma di fatti, perché, dopo essere stati fustigati, tutti se ne vanno «lieti di essere stati oltraggiati per amore del nome di Gesù» (v. 41).
    La stessa testimonianza di amore la ritroviamo sulle labbra di Pietro, inquadrata in una apparizione pasquale del Signore (cf vangelo, in particolare i vv. 15-17). Pietro salvato dal perdono del suo Maestro e Signore, Pietro che si getta in mare per raggiungere prima Gesù apparso sulla riva, Pietro che ripetutamente testimonia il suo amore per Cristo e viene costituito pastore del gregge...: non siamo di fronte ad una investitura di privilegi o di poteri, ma di fronte a una missione conferita in virtù di un rapporto di fede e di amore con Cristo risorto. Questa logica vitale non riguarda soltanto Pietro e gli altri «pastori», ma tutti i cristiani, tutti coloro che, riconoscendosi salvati, credono nella missione salvatrice di Cristo e si sentono chiamati a diventare «salvatori» con lui. La redenzione non è terminata, si compie nel tempo; al di là delle sofferenze di questo mondo, e senza dimenticarle o rinnegarle, senza abbandonare la lotta contro di esse, crediamo nella vittoria del Risorto: all’alba di ogni giorno lo vediamo comparire sulle sponde della nostra esistenza; ogni giorno riprendiamo la lotta contro il male nelle sue varie forme, diventando così annunciatori e testimoni di risurrezione.

    Testimoni nella città secolare
    Il mondo è il luogo in cui il cristiano raggiunge e incontra i suoi fratelli percorrendo i loro stessi sentieri, anche se è portatore di una linfa che supera e sublima i dinamismi puramente terreni, per contribuire al loro rinnovamento. Ma «non basta essere illuminati dalla fede e accesi dal desiderio del bene per penetrare di sani principi una civiltà.., è necessario inserirsi nelle sue istituzioni». (Pacem in terris, 148).
    Di fronte alle enormi sfide attuali: disoccupazione, condizioni difficili di lavoro, di salario, di abitazione, di salute, il cristiano sente il dovere di impegnarsi a fondo e non solo in strutture marginali. Egli non ha nulla della «gente bigotta» che fa la morale e le prediche ai suoi simili a ogni piè sospinto. Al contrario, vuoi essere piuttosto un uomo più umano degli altri, più preoccupato degli altri della difesa del più debole, della promozione collettiva, della realizzazione di una società più giusta e più fraterna. E qui che la sua fede e il suo amore prendono corpo ed egli diventa testimone di risurrezione per ogni essere umano, senza esclusioni.





    La celebrazione dell'Eucaristia

    Dalla «Prima Apologia e favore dei cristiani» di san Giustino, martire
    (Cap. 66-67; PG 6, 427-431)
    A nessun altro è lecito partecipare all'Eucaristia, se non a colui che crede essere vere le cose che insegniamo, e che sia stato purificato da quel lavacro istituito per la remissione dei peccati e la rigenerazione, e poi viva così come Cristo ha insegnato.
    Noi infatti crediamo che Gesù Cristo, nostro Salvatore, si è fatto uomo per l'intervento del Verbo di Dio. Si è fatto uomo di carne e sangue per la nostra salvezza. Così crediamo pure che quel cibo sul quale sono state rese grazie con le stesse parole pronunciate da lui, quel cibo che, trasformato, alimenta i nostri corpi e il nostro sangue, è la carne e il sangue di Gesù fatto uomo.
    Gli apostoli nelle memorie da loro lasciate e chiamate vangeli, ci hanno tramandato che Gesù ha comandato così: Preso il pane e rese grazie, egli disse: «Fate questo in memoria di me. Questo è il mio corpo». E allo stesso modo, preso il calice e rese grazie, disse: «Questo è il mio sangue» e lo diede solamente a loro.
    Da allora noi facciamo sempre memoria di questo fatto nelle nostre assemblee e chi di noi ha qualcosa, soccorre tutti quelli che sono nel bisogno, e stiamo sempre insieme. Per tutto ciò di cui ci nutriamo benediciamo il creatore dell'universo per mezzo del suo Figlio Gesù e dello Spirito Santo.
    E nel giorno, detto del Sole, si fa' l'adunanza. Tutti coloro che abitano in città o in campagna convengono nello stesso luogo, e si leggono le memorie degli apostoli o gli scritti dei profeti per quanto il tempo lo permette.
    Poi, quando il lettore ha finito, colui che presiede rivolge parole di ammonimento e di esortazione che incitano a imitare gesta così belle.
    Quindi tutti insieme ci alziamo ed eleviamo preghiere e, finito di pregare, viene recato pane, vino e acqua. Allora colui che presiede formula la preghiera di lode e di ringraziamento con tutto il fervore e il popolo acclama: Amen! Infine a ciascuno dei presenti si distribuiscono e si partecipano gli elementi sui quali furono rese grazie, mentre i medesimi sono mandati agli assenti per mano dei diaconi.
    Alla fine coloro che hanno in abbondanza e lo vogliono, danno a loro piacimento quanto credono. Ciò che viene raccolto, è deposto presso colui che presiede ed egli soccorre gli orfani e le vedove e coloro che per malattia o per altra ragione sono nel bisogno, quindi anche coloro che sono in carcere e i pellegrini che arrivano da fuori. In una parola, si prende cura di tutti i bisognosi.
    Ci raduniamo tutti insieme nel giorno del Sole, sia perché questo è il primo giorno in cui Dio, volgendo in fuga le tenebre e il caos, creò il mondo, sia perché Gesù Cristo nostro Salvatore risuscitò dai morti nel medesimo giorno. Lo crocifissero infatti nel giorno precedente quello di Saturno e l'indomani di quel medesimo giorno, cioè nel giorno del Sole, essendo apparso ai suoi apostoli e ai discepoli, insegnò quelle cose che vi abbiamo trasmesso perché le prendiate in seria considerazione.


    MESSALE

    Antifona d'Ingresso Sal 65,1-2
    Acclamate al Signore da tutta la terra,
    cantate un inno al suo nome,
    rendetegli gloria, elevate la lode. Alleluia.



    Iubiláte Deo, omnis terra,

    psalmum dícite nómini eius,

    date glóriam laudi eius, allelúia.

    Colletta
    Esulti sempre il tuo popolo, o Padre, per la rinnovata giovinezza dello spirito, e come oggi si allieta per il dono della dignità filiale, così pregusti nella speranza il giorno glorioso della risurrezione. Per il nostro Signore...



    Semper exsúltet pópulus tuus, Deus, renováta ánimæ iuventúte, ut, qui nunc lætátur in adoptiónis se glóriam restitútum, resurrectiónis diem spe certæ gratulatiónis exspéctet. Per Dóminum.


    Oppure:
    Padre misericordioso, accresci in noi la luce della fede, perché nei segni sacramentali della Chiesa riconosciamo il tuo Figlio, che continua a manifestarsi ai suoi discepoli, e donaci il tuo Spirito, per proclamare davanti a tutti che Gesù è il Signore. Egli è Dio...

    LITURGIA DELLA PAROLA

    Prima Lettura At 5, 27b-32. 40b-41
    Di questi fatti siamo testimoni noi lo Spirito Santo.

    Dagli Atti degli Apostoli.
    In quei giorni, il sommo sacerdote interrogò gli apostoli dicendo: «Non vi avevamo espressamente proibito di insegnare in questo nome? Ed ecco, avete riempito Gerusalemme del vostro insegnamento e volete far ricadere su di noi il sangue di quest’uomo».
    Rispose allora Pietro insieme agli apostoli: «Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini. Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi avete ucciso appendendolo a una croce. Dio lo ha innalzato alla sua destra come capo e salvatore, per dare a Israele conversione e perdono dei peccati. E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo, che Dio ha dato a quelli che gli obbediscono».
    Fecero flagellare [gli apostoli] e ordinarono loro di non parlare nel nome di Gesù. Quindi li rimisero in libertà. Essi allora se ne andarono via dal Sinedrio, lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù.

    Salmo Responsoriale Dal Salmo 29
    Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato.

    Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato,
    non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me.
    Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi,
    mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossa.

    Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,
    della sua santità celebrate il ricordo,
    perché la sua collera dura un istante,
    la sua bontà per tutta la vita.
    Alla sera ospite è il pianto
    e al mattino la gioia.

    Ascolta, Signore, abbi pietà di me,
    Signore, vieni in mio aiuto!
    Hai mutato il mio lamento in danza,
    Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre.

    Seconda Lettura Ap 5, 11-14
    L’Agnello, che è stato immolato, è degno di ricevere potenza e ricchezza.

    Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni Apostolo.
    Io, Giovanni, vidi, e udii voci di molti angeli attorno al trono e agli esseri viventi e agli anziani. Il loro numero era miriadi di miriadi e migliaia di migliaia e dicevano a gran voce:
    «L’Agnello, che è stato immolato,
    è degno di ricevere potenza e ricchezza,
    sapienza e forza,
    onore, gloria e benedizione».
    Tutte le creature nel cielo e sulla terra, sotto terra e nel mare, e tutti gli esseri che vi si trovavano, udii che dicevano:
    «A Colui che siede sul trono e all’Agnello
    lode, onore, gloria e potenza,
    nei secoli dei secoli».
    E i quattro esseri viventi dicevano: «Amen». E gli anziani si prostrarono in adorazione.

    Canto al Vangelo
    Alleluia, alleluia.
    Cristo è risorto, lui che ha creato il mondo,
    e ha salvato gli uomini nella sua misericordia.
    Alleluia.




    Vangelo Gv 21, 1-19 [Forma Breve Gv 21, 1-14]
    Viene Gesù, prende il pane e lo dà loro, così pure il pesce.

    Dal vangelo secondo Giovanni
    [ In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
    Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
    Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti. ]
    Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».


    Sulle Offerte
    Accogli, Signore, i doni della tua Chiesa in festa, e poiché le hai dato il motivo di tanta gioia, donale anche il frutto di una perenne letizia. Per Cristo nostro Signore.



    Súscipe múnera, Dómine, quæsumus, exsultántis Ecclésiæ, et, cui causam tanti gáudii præstitísti, perpétuæ fructum concéde lætítiæ. Per Christum.

    Prefazio Pasquale III
    Cristo sempre vive e intercede per noi.

    E' veramente cosa buona e giusta,
    nostro dovere e fonte di salvezza,
    proclamare sempre la tua gloria, o Signore.
    e sopratutto esaltarti in questo giorno
    nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.

    Egli continua a offrirsi per noi
    e intercede come nostro avvocato:
    sacrificato sulla croce più non muore,
    e con i segni della passione vive immortale.

    Per questo mistero,
    nella pienezza della gioia pasquale,
    l'umanità esulta su tutta la terra,
    e con l'assemblea degli angeli e dei santi
    canta l'inno della tua gloria:

    Santo, Santo, Santo ...



    Vere dignum et iustum est,

    æquum et salutáre:

    Te quidem, Dómine,

    omni témpore confitéri,

    sed in hoc potíssimum gloriósius prædicáre,

    cum Pascha nostrum immolátus est Christus.



    Qui se pro nobis offérre non désinit,

    nosque apud te perénni advocatióne deféndit;

    qui immolátus iam non móritur, sed semper vivit occísus.

    Quaprópter, profúsis paschálibus gáudiis,

    totus in orbe terrárum mundus exsúltat.



    Sed et supérnæ virtútes atque angélicæ

    potestátes hymnum glóriæ tuæ cóncinunt,

    sine fine dicéntes:



    Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


    Antifona alla Comunione Cf Gv 21,12.13
    Disse Gesù ai suoi discepoli:
    «Venite a mangiare».
    E prese il pane e lo diede loro. Alleluia.



    Cognovérunt discípuli

    Dóminum Iesum in fractióne panis,

    allelúia.


    Dopo la Comunione
    Guarda con bontà, Signore, il tuo popolo, che hai rinnovato con i sacramenti pasquali, e guidalo alla gloria incorruttibile della risurrezione. Per Cristo nostro Signore.



    Pópulum tuum, quæsumus, Dómine, intuére benígnus, et, quem ætérnis dignátus es renováre mystériis, ad incorruptíbilem glorificándæ carnis resurrectiónem perveníre concéde. Per Christum.


    www.maranatha.it/calendar/cal10Bpage.htm
  • OFFLINE
    LiviaGloria
    Post: 10.051
    Registrato il: 20/09/2005
    Città: BOLOGNA
    Età: 57
    Sesso: Femminile
    Utente Gold
    Moderatore
    00 19/04/2010 11:00
    III SETTIMANA DI PASQUA - LUNEDÌ
    MESSALE


    Antifona d'Ingresso
    E' risorto il buon Pastore,
    che ha dato la vita per le sue pecorelle,
    e per il suo gregge
    è andato incontro alla morte, alleluia.



    Surréxit pastor bonus,

    qui ánimam suam pósuit

    pro óvibus suis,

    et pro grege suo mori dignátus est, allelúia.


    Colletta
    O Dio, che manifesti agli erranti la luce della tua verità, perché possano tornare sulla retta via, concedi a tutti coloro che si professano cristiani di respingere ciò che è contrario a questo nome e di seguire ciò che egli è conforme. Per il nostro Signore...



    Concéde, quæsumus, omnípotens Deus, ut, véterem cum suis ratiónibus hóminem deponéntes, illíus conversatióne vivámus, ad cuius nos substántiam paschálibus remédiis transtulísti. Per Dóminum.


    LITURGIA DELLA PAROLA

    Prima Lettura At 6, 8-15
    Non potevano resistere alla sapienza e allo Spirito con cui Stefano parlava.

    Dagli Atti degli Apostoli
    In quei giorni, Stefano, pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e segni tra il popolo.
    Allora alcuni della sinagoga detta dei Liberti, dei Cirenèi, degli Alessandrini e di quelli della Cilìcia e dell’Asia, si alzarono a discutere con Stefano, ma non riuscivano a resistere alla sapienza e allo Spirito con cui egli parlava.
    Allora istigarono alcuni perché dicessero: «Lo abbiamo udito pronunciare parole blasfeme contro Mosè e contro Dio». E così sollevarono il popolo, gli anziani e gli scribi, gli piombarono addosso, lo catturarono e lo condussero davanti al sinedrio.
    Presentarono quindi falsi testimoni, che dissero: «Costui non fa che parlare contro questo luogo santo e contro la Legge. Lo abbiamo infatti udito dichiarare che Gesù, questo Nazareno, distruggerà questo luogo e sovvertirà le usanze che Mosè ci ha tramandato».
    E tutti quelli che sedevano nel sinedrio, fissando gli occhi su di lui, videro il suo volto come quello di un angelo.

    Salmo Responsoriale Dal Salmo 118
    Beato chi cammina nella legge del Signore.

    Anche se i potenti siedono e mi calunniano,
    il tuo servo medita i tuoi decreti.
    I tuoi insegnamenti sono la mia delizia:
    sono essi i miei consiglieri.

    Ti ho manifestato le mie vie e tu mi hai risposto;
    insegnami i tuoi decreti.
    Fammi conoscere la via dei tuoi precetti
    e mediterò le tue meraviglie.

    Tieni lontana da me la via della menzogna,
    donami la grazia della tua legge.
    Ho scelto la via della fedeltà,
    mi sono proposto i tuoi giudizi.

    Canto al Vangelo Mt 4, 4
    Alleluia, alleluia.
    Non di solo pane vivrà l’uomo,
    ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
    Alleluia.

    Vangelo Gv 6, 22-29
    Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna.

    Dal vangelo secondo Giovanni
    Il giorno dopo, la folla, rimasta dall’altra parte del mare, vide che c’era soltanto una barca e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. Altre barche erano giunte da Tiberìade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il Signore aveva reso grazie.
    Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».
    Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo».
    Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».

    Sulle Offerte
    Accogli, Signore, l'offerta del nostro sacrificio, perché, rinnovati nello spirito, possiamo rispondere sempre meglio all'opera della tua redenzione. Per Cristo nostro Signore.



    Ascéndant ad te, Dómine, preces nostræ cum oblatiónibus hostiárum, ut, tua dignatióne mundáti, sacraméntis magnæ pietátis aptémur. Per Christum.

    Prefazio Pasquale III
    Cristo sempre vive e intercede per noi.

    E' veramente cosa buona e giusta,
    nostro dovere e fonte di salvezza,
    proclamare sempre la tua gloria, o Signore.
    e sopratutto esaltarti in questo giorno
    nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.

    Egli continua a offrirsi per noi
    e intercede come nostro avvocato:
    sacrificato sulla croce più non muore,
    e con i segni della passione vive immortale.

    Per questo mistero,
    nella pienezza della gioia pasquale,
    l'umanità esulta su tutta la terra,
    e con l'assemblea degli angeli e dei santi
    canta l'inno della tua gloria:

    Santo, Santo, Santo ...



    Vere dignum et iustum est,

    æquum et salutáre:

    Te quidem, Dómine,

    omni témpore confitéri,

    sed in hoc potíssimum gloriósius prædicáre,

    cum Pascha nostrum immolátus est Christus.



    Qui se pro nobis offérre non désinit,

    nosque apud te perénni advocatióne deféndit;

    qui immolátus iam non móritur, sed semper vivit occísus.

    Quaprópter, profúsis paschálibus gáudiis,

    totus in orbe terrárum mundus exsúltat.



    Sed et supérnæ virtútes atque angélicæ

    potestátes hymnum glóriæ tuæ cóncinunt,

    sine fine dicéntes:



    Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


    Comunione Gv 14,27
    «Vi lascio la pace, vi do la mia pace,
    non come la dà il mondo, io la do a voi»,
    dice il Signore, alleluia.



    Pacem relínquo vobis, pacem meam do vobis;

    non quómodo mundus dat, ego do vobis, dicit Dóminus, allelúia.


    Dopo la Comunione
    O Dio grande e misericordioso, che nel Signore risorto riporti l'umanità alla speranza eterna, accresci in noi l'efficacia del mistero pasquale con la forza di questo sacramento di salvezza. Per Cristo nostro Signore.



    Omnípotens sempitérne Deus, qui ad ætérnam vitam in Christi resurrectióne nos réparas, fructus in nobis paschális multíplica sacraménti, et fortitúdinem cibi salutáris nostris infúnde pectóribus. Per Christum.

  • OFFLINE
    LiviaGloria
    Post: 10.058
    Registrato il: 20/09/2005
    Città: BOLOGNA
    Età: 57
    Sesso: Femminile
    Utente Gold
    Moderatore
    00 20/04/2010 19:19
    III SETTIMANA DI PASQUA - MARTEDÌ
    MESSALE


    Antifona d'Ingresso Ap 19,5; 12,10
    Date lode al nostro Dio,
    voi che lo temete, piccoli e grandi,
    perché è venuta la salvezza e la potenza
    e la sovranità del suo Cristo, alleluia.


    Laudem dícite Deo nostro,

    omnes qui timétis Deum,

    pusílli et magni, quia facta est salus,

    et virtus, et potéstas Christi eius, allelúia.


    Colletta
    O Dio, che apri la porta del tuo regno agli uomini rinati dall'acqua e dallo Spirito Santo, accresci in noi la grazia del Battesimo, perché liberi da ogni colpa possiamo ereditare i beni da te promessi. Per il nostro Signore...



    Deus, qui renátis ex aqua et Spíritu Sancto cæléstis regni pandis intróitum, auge super fámulos tuos grátiam quam dedísti, ut, qui ab ómnibus sunt purgáti peccátis, nullis privéntur tua pietáte promíssis. Per Dóminum.


    LITURGIA DELLA PAROLA

    Prima Lettura At 7, 51- 8,1a
    Signore Gesù, accogli il mio spirito.

    Dagli Atti degli Apostoli
    In quei giorni, Stefano [diceva al popolo, agli anziani e agli scribi:] «Testardi e incirconcisi nel cuore e nelle orecchie, voi opponete sempre resistenza allo Spirito Santo. Come i vostri padri, così siete anche voi. Quale dei profeti i vostri padri non hanno perseguitato? Essi uccisero quelli che preannunciavano la venuta del Giusto, del quale voi ora siete diventati traditori e uccisori, voi che avete ricevuto la Legge mediante ordini dati dagli angeli e non l’avete osservata».
    All’udire queste cose, erano furibondi in cuor loro e digrignavano i denti contro Stefano.
    Ma egli, pieno di Spirito Santo, fissando il cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla destra di Dio e disse: «Ecco, contemplo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo che sta alla destra di Dio».
    Allora, gridando a gran voce, si turarono gli orecchi e si scagliarono tutti insieme contro di lui, lo trascinarono fuori della città e si misero a lapidarlo. E i testimoni deposero i loro mantelli ai piedi di un giovane, chiamato Sàulo.
    E lapidavano Stefano, che pregava e diceva: «Signore Gesù, accogli il mio spirito». Poi piegò le ginocchia e gridò a gran voce: «Signore, non imputare loro questo peccato». Detto questo, morì.
    Sàulo approvava la sua uccisione.

    Salmo Responsoriale Dal Salmo 30
    Alle tue mani, Signore, affido il mio spirito.

    Sii per me, Signore, una roccia di rifugio,
    un luogo fortificato che mi salva.
    Perché mia rupe e mia fortezza tu sei,
    per il tuo nome guidami e conducimi.

    Alle tue mani affido il mio spirito;
    tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele.
    Io confido nel Signore.
    Esulterò e gioirò per la tua grazia.

    Sul tuo servo fa’ splendere il tuo volto,
    salvami per la tua misericordia.
    Benedetto il Signore,
    che per me ha fatto meraviglie di grazia.

    Canto al Vangelo Gv 6,35
    Alleluia, alleluia.
    Io sono il pane della vita, dice il Signore:
    chi viene a me non avrà fame.
    Alleluia.

    Vangelo Gv 6, 30-35
    Non Mosè, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo.

    Dal vangelo secondo Giovanni
    In quel tempo, la folla disse a Gesù: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”».
    Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».
    Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane».
    Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».

    Sulle Offerte
    Accogli, Signore, i doni della tua Chiesa in festa, e poiché le hai dato il motivo di tanta gioia, donale anche il frutto di una perenne letizia. Per Cristo nostro Signore.



    Súscipe múnera, Dómine, quæsumus, exsultántis Ecclésiæ, et, cui causam tanti gáudii præstitísti, perpétuæ fructum concéde lætítiæ. Per Christum.


    Prefazio Pasquale III
    Cristo sempre vive e intercede per noi

    E' veramente cosa buona e giusta,
    nostro dovere e fonte di salvezza,
    proclamare sempre la tua gloria, o Signore.
    e sopratutto esaltarti in questo giorno
    nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.

    Egli continua a offrirsi per noi
    e intercede come nostro avvocato:
    sacrificato sulla croce più non muore,
    e con i segni della passione vive immortale.

    Per questo mistero,
    nella pienezza della gioia pasquale,
    l'umanità esulta su tutta la terra,
    e con l'assemblea degli angeli e dei santi
    canta l'inno della tua gloria:

    Santo, Santo, Santo ...



    Vere dignum et iustum est,

    æquum et salutáre:

    Te quidem, Dómine,

    omni témpore confitéri,

    sed in hoc potíssimum gloriósius prædicáre,

    cum Pascha nostrum immolátus est Christus.



    Qui se pro nobis offérre non désinit,

    nosque apud te perénni advocatióne deféndit;

    qui immolátus iam non móritur, sed semper vivit occísus.

    Quaprópter, profúsis paschálibus gáudiis,

    totus in orbe terrárum mundus exsúltat.



    Sed et supérnæ virtútes atque angélicæ

    potestátes hymnum glóriæ tuæ cóncinunt,

    sine fine dicéntes:



    Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


    Comunione Rm 6,8
    Se siamo morti con Cristo,
    crediamo che con Cristo anche vivremo.
    Alleluia.



    Si mórtui sumus cum Christo,

    crédimus quia simul étiam

    vivémus cum Christo, allelúia.


    Dopo la Comunione
    Guarda con bontà, o Signore, il tuo popolo, che hai rinnovato con i sacramenti pasquali, e guidalo alla gloria incorruttibile della risurrezione. Per Cristo nostro Signore.



    Pópulum tuum, quæsumus, Dómine, intuére benígnus, et, quem ætérnis dignátus es renováre mystériis, ad incorruptíbilem glorificándæ carnis resurrectiónem perveníre concéde. Per Christum.
  • OFFLINE
    LiviaGloria
    Post: 10.065
    Registrato il: 20/09/2005
    Città: BOLOGNA
    Età: 57
    Sesso: Femminile
    Utente Gold
    Moderatore
    00 21/04/2010 16:57
    III SETTIMANA DI PASQUA - MERCOLEDÌ
    MESSALE


    Antifona d'Ingresso Sal 70,8.23
    Della tua lode sia piena la mia bocca,
    perché io possa cantare;
    esulteranno, a te cantando, le mie labbra, alleluia.



    Repleátur os meum laude tua,

    ut possim cantáre; gaudébunt

    lábia mea, dum cantávero tibi, allelúia.

    Colletta
    Assisti, o Dio nostro Padre, questa tua famiglia raccolta in preghiera: tu che ci hai dato la grazia della fede, donaci di aver parte all'eredità eterna per la risurrezione del Cristo tuo Figlio e nostro Signore. Egli è Dio...



    Adésto, quæsumus, Dómine, famíliæ tuæ, et dignánter impénde, ut, quibus fídei grátiam contulísti, in resurrectióne Unigéniti tui portiónem largiáris ætérnam. Per Dóminum.


    LITURGIA DELLA PAROLA

    Prima Lettura At 8, 1-8
    Andarono di luogo in luogo, annunciando la Parola.

    Dagli Atti degli Apostoli
    In quel giorno scoppiò una violenta persecuzione contro la Chiesa di Gerusalemme e tutti, ad eccezione degli apostoli, furono dispersi nelle regioni della Giudea e della Samaria.
    Persone pie seppellirono Stefano e fecero un grande lutto per lui. Saulo intanto infuriava contro la Chiesa ed entrando nelle case prendeva uomini e donne e li faceva mettere in prigione.
    Quelli però che erano stati dispersi andavano per il paese e diffondevano la parola di Dio.
    Filippo, sceso in una città della Samaria, cominciò a predicare loro il Cristo. E le folle prestavano ascolto unanimi alle parole di Filippo sentendolo parlare e vedendo i miracoli che egli compiva. Da molti indemoniati uscivano spiriti immondi, emettendo alte grida e molti paralitici e storpi furono risanati. E vi fu grande gioia in quella città.

    Salmo Responsoriale 65
    Acclamate Dio, voi tutti della terra.

    Acclamate a Dio da tutta la terra,
    cantate alla gloria del suo nome,
    date a lui splendida lode.
    Dite a Dio: «Stupende sono le tue opere!

    A te si prostri tutta la terra,
    a te canti inni, canti al tuo nome».
    Venite e vedete le opere di Dio,
    mirabile nel suo agire sugli uomini.

    Egli cambiò il mare in terra ferma,
    passarono a piedi il fiume;
    per questo in lui esultiamo di gioia:
    con la sua forza domina in eterno.

    Canto al Vangelo CGv 6,40
    Alleluia, alleluia.
    Chi crede nel Figlio ha la vita eterna, dice il Signore,
    e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.
    Alleluia.

    Vangelo Gv 6, 35-40
    Questa è la volontà del Padre: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna.

    Dal vangelo secondo Giovanni
    In quel tempo, disse Gesù alla folla:
    «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete.
    Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
    E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».

    Sulle Offerte
    O Dio, che in questi santi misteri compi l'opera della nostra redenzione, fa' che questa celebrazione pasquale sia per noi fonte di perenne letizia. Per Cristo nostro Signore.



    Concéde, quæsumus, Dómine, semper nos per hæc mystéria paschália gratulári, ut contínua nostræ reparatiónis operátio perpétuæ nobis fiat causa lætítiæ. Per Christum.


    Prefazio Pasquale III
    Cristo sempre vive e intercede per noi.

    E' veramente cosa buona e giusta,
    nostro dovere e fonte di salvezza,
    proclamare sempre la tua gloria, o Signore.
    e sopratutto esaltarti in questo giorno
    nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.

    Egli continua a offrirsi per noi
    e intercede come nostro avvocato:
    sacrificato sulla croce più non muore,
    e con i segni della passione vive immortale.

    Per questo mistero,
    nella pienezza della gioia pasquale,
    l'umanità esulta su tutta la terra,
    e con l'assemblea degli angeli e dei santi
    canta l'inno della tua gloria:

    Santo, Santo, Santo ...



    Vere dignum et iustum est,

    æquum et salutáre:

    Te quidem, Dómine,

    omni témpore confitéri,

    sed in hoc potíssimum gloriósius prædicáre,

    cum Pascha nostrum immolátus est Christus.



    Qui se pro nobis offérre non désinit,

    nosque apud te perénni advocatióne deféndit;

    qui immolátus iam non móritur, sed semper vivit occísus.

    Quaprópter, profúsis paschálibus gáudiis,

    totus in orbe terrárum mundus exsúltat.



    Sed et supérnæ virtútes atque angélicæ

    potestátes hymnum glóriæ tuæ cóncinunt,

    sine fine dicéntes:



    Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


    Comunione
    Il Signore è risorto
    e ha fatto splendere su di noi la sua luce;
    egli ci ha redenti con il suo sangue, alleluia.



    Surréxit Dóminus et illúxit nobis,

    quos redémit sánguine suo, allelúia.

    Dopo la Comunione
    Esaudisci, Signore, le nostre preghiere: la partecipazione al mistero della redenzione ci dia l'aiuto per la vita presente e ci ottenga la felicità eterna. Per Cristo nostro Signore.



    Exáudi, Dómine, preces nostras, ut redemptiónis nostræ sacrosáncta commércia et vitæ nobis cónferant præséntis auxílium et gáudia sempitérna concílient. Per Christum.

  • OFFLINE
    LiviaGloria
    Post: 10.070
    Registrato il: 20/09/2005
    Città: BOLOGNA
    Età: 57
    Sesso: Femminile
    Utente Gold
    Moderatore
    00 23/04/2010 08:47
    III SETTIMANA DI PASQUA - VENERDÌ
    MESSALE


    Antifona d'Ingresso Ap 5,12
    L'Agnello immolato
    è degno ricevere potenza e ricchezza
    e sapienza e forza e onore, alleluia.


    Dignus est Agnus, qui occísus est,

    accípere virtútem et divinitátem

    et sapiéntiam et fortitúdinem et honórem, allelúia..


    Colletta
    Dio onnipotente, che ci hai dato la grazia di conoscere il lieto annunzio della risurrezione, fa' che rinasciamo a vita nuova per la forza del tuo Spirito di amore. Per il nostro...



    Præsta, quæsumus, omnípotens Deus, ut, qui grátiam domínicæ resurrectiónis cognóvimus, ipsi per amórem Spíritus in novitátem vitæ resurgámus. Per Dóminum..

    Prima Lettura At 9, 1-20
    Egli è lo strumento che ho scelto per me, affinché porti il mio nome dinanzi alle nazioni.

    Dagli Atti degli Apostoli
    In quei giorni, Sàulo, spirando ancora minacce e stragi contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damàsco, al fine di essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme tutti quelli che avesse trovato, uomini e donne, appartenenti a questa Via.
    E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damàsco, all’improvviso lo avvolse una luce dal cielo e, cadendo a terra, udì una voce che gli diceva: «Sàulo, Sàulo, perché mi perséguiti?». Rispose: «Chi sei, o Signore?». Ed egli: «Io sono Gesù, che tu perséguiti! Ma tu àlzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare».
    Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti, sentendo la voce, ma non vedendo nessuno. Sàulo allora si alzò da terra, ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla. Così, guidandolo per mano, lo condussero a Damàsco. Per tre giorni rimase cieco e non prese né cibo né bevanda.
    C’era a Damàsco un discepolo di nome Ananìa. Il Signore in una visione gli disse: «Ananìa!». Rispose: «Eccomi, Signore!». E il Signore a lui: «Su, va’ nella strada chiamata Diritta e cerca nella casa di Giuda un tale che ha nome Sàulo, di Tarso; ecco, sta pregando, e ha visto in visione un uomo, di nome Ananìa, venire a imporgli le mani perché recuperasse la vista». Rispose Ananìa: «Signore, riguardo a quest’uomo ho udito da molti quanto male ha fatto ai tuoi fedeli a Gerusalemme. Inoltre, qui egli ha l’autorizzazione dei capi dei sacerdoti di arrestare tutti quelli che invocano il tuo nome». Ma il Signore gli disse: «Va’, perché egli è lo strumento che ho scelto per me, affinché porti il mio nome dinanzi alle nazioni, ai re e ai figli d’Israele; e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome».
    Allora Ananìa andò, entrò nella casa, gli impose le mani e disse: «Sàulo, fratello, mi ha mandato a te il Signore, quel Gesù che ti è apparso sulla strada che percorrevi, perché tu riacquisti la vista e sia colmato di Spirito Santo». E subito gli caddero dagli occhi come delle squame e recuperò la vista. Si alzò e venne battezzato, poi prese cibo e le forze gli ritornarono.
    Rimase alcuni giorni insieme ai discepoli che erano a Damàsco, e subito nelle sinagoghe annunciava che Gesù è il Figlio di Dio.

    Salmo Responsoriale Salmo 116
    Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.

    Genti tutte, lodate il Signore,
    popoli tutti, cantate la sua lode.

    Perché forte è il suo amore per noi
    e la fedeltà del Signore dura per sempre.

    Canto al Vangelo Gv 6,56
    Alleluia, alleluia.
    Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue
    rimane in me e io in lui, dice il Signore.
    Alleluia.

    Vangelo Gv 6, 52-59
    La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.

    Dal vangelo secondo Giovanni
    In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
    Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
    Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me.
    Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
    Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.

    Sulle Offerte
    Santifica, o Dio i doni che ti presentiamo e trasforma in offerta perenne tutta la nostra vita in unione alla vittima spirituale, il tuo servo Gesù, unico sacrificio a te gradito. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.


    Propítius, Dómine, quæsumus,

    hæc dona sanctífica, et,

    hóstiæ spiritális oblatióne suscépta,

    nosmetípsos tibi pérfice munus ætérnum. Per Christum..


    Prefazio Pasquale III
    Cristo sempre vive e intercede per noi.

    E' veramente cosa buona e giusta,
    nostro dovere e fonte di salvezza,
    proclamare sempre la tua gloria, o Signore.
    e sopratutto esaltarti in questo giorno
    nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.

    Egli continua a offrirsi per noi
    e intercede come nostro avvocato:
    sacrificato sulla croce più non muore,
    e con i segni della passione vive immortale.

    Per questo mistero,
    nella pienezza della gioia pasquale,
    l'umanità esulta su tutta la terra,
    e con l'assemblea degli angeli e dei santi
    canta l'inno della tua gloria:

    Santo, Santo, Santo ...



    Vere dignum et iustum est,

    æquum et salutáre:

    Te quidem, Dómine,

    omni témpore confitéri,

    sed in hoc potíssimum gloriósius prædicáre,

    cum Pascha nostrum immolátus est Christus.



    Qui se pro nobis offérre non désinit,

    nosque apud te perénni advocatióne deféndit;

    qui immolátus iam non móritur, sed semper vivit occísus.

    Quaprópter, profúsis paschálibus gáudiis,

    totus in orbe terrárum mundus exsúltat.



    Sed et supérnæ virtútes atque angélicæ

    potestátes hymnum glóriæ tuæ cóncinunt,

    sine fine dicéntes:



    Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


    Comunione
    Il Cristo crocifisso è risorto dai morti
    e ci ha redenti, alleluia.


    Crucifíxus surréxit

    a mórtuis, et redémit nos, allelúia.


    Dopo la Comunione
    O Dio, che ci hai nutriti con questo sacramento, ascolta la nostra umile preghiera: il memoriale della Pasqua, che Cristo tuo Figlio ci ha comandato di celebrare, ci edifichi sempre nel vincolo della tua carità. Per Cristo nostro Signore.


    Súmpsimus, Dómine, sacri dona mystérii, humíliter deprecántes, ut, quæ in sui commemoratiónem nos Fílius tuus fácere præcépit, in nostræ profíciant caritátis augméntum. Per Christum..


    www.maranatha.it/calendar/cal10Bpage.htm
    [Modificato da LiviaGloria 23/04/2010 08:47]
  • OFFLINE
    LiviaGloria
    Post: 10.077
    Registrato il: 20/09/2005
    Città: BOLOGNA
    Età: 57
    Sesso: Femminile
    Utente Gold
    Moderatore
    00 24/04/2010 21:09
    III SETTIMANA DI PASQUA - SABATO
    MESSALE


    Antifona d'Ingresso Col 2,12
    Siete stati con Cristo sepolti nel Battesimo,
    e con lui siete risorti per la fede nella potenza di Dio,
    che lo ha risuscitato dai morti, alleluia.



    Consepúlti estis Christo in baptísmo,

    in quo et resurrexístis per fidem operatiónis Dei,

    qui suscitávit illum a mórtuis, allelúia.


    Colletta
    O Dio, che nell'acqua del Battesimo hai rigenerato coloro che credono in te, custodisci in noi la vita nuova, perché possiamo vincere ogni assalto del male e conversare fedelmente il dono del tuo amore. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.



    Deus, qui credéntes in te fonte baptísmatis innovásti, hanc renátis in Christo concéde custódiam, ut, omni erróris incúrsu devícto, grátiam tuæ benedictiónis fidéliter servent. Per Dóminum.


    LITURGIA DELLA PAROLA

    Prima Lettura At 9, 31-42
    La Chiesa si consolidava, e con il conforto dello Spirito Santo cresceva di numero.

    Dagli Atti degli Apostoli
    In quei giorni, la Chiesa era in pace per tutta la Giudea, la Galilea e la Samarìa: si consolidava e camminava nel timore del Signore e, con il conforto dello Spirito Santo, cresceva di numero.
    E avvenne che Pietro, mentre andava a far visita a tutti, si recò anche dai fedeli che abitavano a Lidda. Qui trovò un uomo di nome Enèa, che da otto anni giaceva su una barella perché era paralitico. Pietro gli disse: «Enèa, Gesù Cristo ti guarisce; àlzati e rifatti il letto». E subito si alzò. Lo videro tutti gli abitanti di Lidda e del Saròn e si convertirono al Signore.
    A Giaffa c’era una discepola chiamata Tabità – nome che significa Gazzella – la quale abbondava in opere buone e faceva molte elemosine. Proprio in quei giorni ella si ammalò e morì. La lavarono e la posero in una stanza al piano superiore. E, poiché Lidda era vicina a Giaffa, i discepoli, udito che Pietro si trovava là, gli mandarono due uomini a invitarlo: «Non indugiare, vieni da noi!». Pietro allora si alzò e andò con loro.
    Appena arrivato, lo condussero al piano superiore e gli si fecero incontro tutte le vedove in pianto, che gli mostravano le tuniche e i mantelli che Gazzella confezionava quando era fra loro. Pietro fece uscire tutti e si inginocchiò a pregare; poi, rivolto alla salma, disse: «Tabità, àlzati!». Ed ella aprì gli occhi, vide Pietro e si mise a sedere. Egli le diede la mano e la fece alzare, poi chiamò i fedeli e le vedove e la presentò loro viva.
    La cosa fu risaputa in tutta Giaffa, e molti credettero nel Signore.

    Salmo Responsoriale Dal Salmo 115
    Che cosa renderò al Signore, per tutti i benefici che mi ha fatto?

    Oppure:
    Ti rendo grazie, Signore, perché mi hai salvato.

    Che cosa renderò al Signore,
    per tutti i benefici che mi ha fatto?
    Alzerò il calice della salvezza
    e invocherò il nome del Signore.

    Adempirò i miei voti al Signore,
    davanti a tutto il suo popolo.
    Agli occhi del Signore è preziosa
    la morte dei suoi fedeli.

    Ti prego, Signore, perché sono tuo servo;
    io sono tuo servo, figlio della tua schiava:
    tu hai spezzato le mie catene.
    A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
    e invocherò il nome del Signore.

    Canto al Vangelo Gv 6,63.68
    Alleluia, alleluia.
    Le tue parole, Signore, sono spirito e vita;
    tu hai parole di vita eterna.
    Alleluia.

    Vangelo Gv 6, 60-69
    Da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna.

    Dal vangelo secondo Giovanni
    In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?».
    Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono».
    Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».
    Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».

    Sulle Offerte
    Accogli, Padre misericordioso, l'offerta di questa tua famiglia, perché con la tua protezione custodisca i doni pasquali e giunga alla felicità eterna. Per Cristo nostro Signore.



    Oblatiónes famíliæ tuæ, quæsumus, Dómine, súscipe miserátus, ut, sub tuæ protectiónis auxílio, et colláta non perdant, et ad ætérna dona pervéniant. Per Christum..

    Prefazio Pasquale III
    Cristo sempre vive e intercede per noi.

    E' veramente cosa buona e giusta,
    nostro dovere e fonte di salvezza,
    proclamare sempre la tua gloria, o Signore.
    e sopratutto esaltarti in questo giorno
    nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.

    Egli continua a offrirsi per noi
    e intercede come nostro avvocato:
    sacrificato sulla croce più non muore,
    e con i segni della passione vive immortale.

    Per questo mistero,
    nella pienezza della gioia pasquale,
    l'umanità esulta su tutta la terra,
    e con l'assemblea degli angeli e dei santi
    canta l'inno della tua gloria:

    Santo, Santo, Santo ...



    Vere dignum et iustum est,

    æquum et salutáre:

    Te quidem, Dómine,

    omni témpore confitéri,

    sed in hoc potíssimum gloriósius prædicáre,

    cum Pascha nostrum immolátus est Christus.



    Qui se pro nobis offérre non désinit,

    nosque apud te perénni advocatióne deféndit;

    qui immolátus iam non móritur, sed semper vivit occísus.

    Quaprópter, profúsis paschálibus gáudiis,

    totus in orbe terrárum mundus exsúltat.



    Sed et supérnæ virtútes atque angélicæ

    potestátes hymnum glóriæ tuæ cóncinunt,

    sine fine dicéntes:



    Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


    Comunione Gv 17,20-21
    «Padre, prego per loro,
    perché siano in noi una cosa sola,
    e il mondo creda che tu mi hai mandato»,
    dice il Signore.



    Pater, pro eis rogo, ut ipsi in nobis unum sint,

    ut credat mundus quia tu me misísti, dicit Dóminus, allelúia.


    Dopo la Comunione
    Proteggi, Signore, con paterna bontà il tuo popolo che hai salvato con il sacrificio della croce, e rendilo partecipe della gloria del Cristo risorto. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.



    Contínua, quæsumus, Dómine, quos salvásti pietáte custódi, ut, qui Fílii tui passióne sunt redémpti, eius resurrectióne læténtur. Qui vivit et regnat in sæcula sæculórum.







  • OFFLINE
    LiviaGloria
    Post: 10.081
    Registrato il: 20/09/2005
    Città: BOLOGNA
    Età: 57
    Sesso: Femminile
    Utente Gold
    Moderatore
    00 25/04/2010 10:56

    IV DOMENICA DI PASQUA
    Anno C

    MISSALE ROMANUM VETUS ORDO


    LETTURE: At 13, 14. 43-52; Sal 99; Ap 7, 9. 14-17; Gv 10, 27-30




    Gesù, Pastore -Agnello, guida la Chiesa verso la gloria

    Gesù, «Pastore-Agnello», è colui che, avendo dato la sua vita per le pecore (cf anno A e B), ha il potere di dare loro la vita eterna e di affidarle alla mano amorosa del Padre.

    Seguire il buon Pastore
    Il dono della vita eterna è appunto l’elemento che unifica le tre letture della messa (cf prima lettura, v. 48; seconda lettura, v. 17; vangelo, v. 28) e che ispira il cantico di giubilo dell’antifona di inizio.
    Ciascuno oggi può sentirsi pieno di gioia e di esultanza pasquale perché, al di là delle situazioni più tristi e sconcertanti dell’esistenza terrena, sa che la bontà di Dio si rivolge personalmente ad ognuno e a tutti, senza distinzione e senza limiti.
    E' quanto viene annunciato dal raccontò degli Atti degli Apostoli: poiché la comunità si dimostra chiusa e incapace di accogliere la «novità» del Vangelo, la Parola di vita si diffonde per altre vie, superando barriere razziali e nazionalistiche; i pagani l’accolgono e diventano così partecipi della vita eterna. Hanno ascoltato la voce del Pastore e lo hanno seguito, perciò sono pieni di gioia e di Spirito Santo (cf prima lettura: vv. 48 e 52; vangelo, v. 27). In lui già vivono l’esperienza di una «vita eterna» non proiettata esclusivamente nel futuro o nell’al di là, ma già ora in via di attuazione.

    Nella gloria davanti all’Agnello
    La visione dell’Apocalisse ci presenta l’esito finale del progetto di Dio per tutta l’umanità. La «moltitudine immensa» testimonia l’universalità della salvezza che l’amore dei Padre offre in Cristo­Agnello, a tutti gli uomini. E' la realizzazione di quanto veniva annunciato nella prima lettura: «Io ti ho posto come luce per le genti, perché tu porti la salvezza sino alle estremità della terra» (v. 47). Ed ecco, l’immagine dell’Agnello si evolve in quella del Pastore, guida di una umanità completamente rinnovata nel suo modo di essere davanti a Dio: una umanità trionfale e gloriosa, in un mondo nuovo dal quale sono scomparse sofferenza e lacrime (cf prima lettura, vv. 16-17). Utopia?... Illusione?... E' la Chiesa vista nel suo compimento finale, che sta davanti a noi come punto di arrivo, ma anche come progetto a cui deve conformarsi e configurarsi ogni comunità cristiana nel suo cammino verso la pienezza, nella continua dialettica tra il già e il non ancora.

    Comunità eucaristica: anticipo e annuncio della gloria finale
    Cristo risorto è il nostro capo, pastore e guida; egli ci ha preceduto nella via che conduce al Padre e in lui tutto il suo corpo, che è la Chiesa, ha già raggiunto la pienezza della vita eterna e divina. Di questa realtà è anticipo e annuncio l’assemblea eucaristica. Come la «moltitudine immensa» siamo riuniti attorno all’Agnello, dai suo sangue siamo oggi salvati e purificati; partecipando all’azione liturgica siamo il vero santuario dove si celebra la lode eterna di Dio e, nello stesso tempo, prestiamo a lui il nostro servizio sacerdotale (cf seconda lettura, v. 15). Allora, l’Agnello diventa il nostro Pastore e ci conduce alle acque della vita che ci sono offerte alla mensa della Parola e del Pane. L’assemblea liturgica diventa così segno dell’assemblea gloriosa dei cielo e il suo orizzonte si apre ad abbracciare tutti gli uomini chiamati al medesimo destino di salvezza e di gloria.
    La realtà e la verità di questo «segno» devono però essere sperimentabili anche nella vita della comunità: una comunità non gelosa delle proprie tradizioni e chiusa nelle proprie sicurezze, quale si è dimostrata la comunità di Antiochia, ma aperta alla «novità» del Vangelo, orientata verso la realtà definitiva dei «mondo nuovo» attraverso l’impegno quotidiano di un umile e paziente sforzo di rinnovamento.
    In concreto, l’amore fedele e invincibile promesso da Gesù-Pastore nel Vangelo deve essere lo stesso amore che circola con spirito di reciprocità fra tutti coloro — pastori e fedeli — che compongono la comunità. Si tratta di ricercare insieme il modo più adeguato per mettersi al servizio del Vangelo e realizzarlo secondo le esigenze e le situazioni dei mondo attuale; concordemente devono dimostrarsi aperti ad accogliere ogni fratello, ogni uomo che faccia appello al loro aiuto o venga a portare un annuncio di novità evangelica. Insomma, come veri discepoli di Gesù-Pastore, tutti i membri della comunità sono chiamati ad essere «pastori buoni e fedeli», impegnati a servizio degli altri, a procurare loro il bene e la gioia. La comunità cristiana diventa allora testimonianza viva di un «mondo nuovo»… Né utopia né illusione; ma realtà che può e deve cominciare già adesso mentre l’umanità è in cammino per raggiungere la pienezza del suo destino di gloria nella liturgia eterna dell’Agnello.


    Cristo, buon pastore

    Dalle «Omelie sui vangeli» di san Gregorio Magno papa
    (Om. 14, 3-6; PL 76, 1129-1130)
    «Io sono il buon Pastore; conosco le mie pecore», cioè le amo, «e le mie pecore conoscono me» (Gv 10, 14). Come a dire apertamente: corrispondono all'amore di chi le ama. La conoscenza precede sempre l'amore della verità.
    Domandatevi, fratelli carissimi, se siete pecore del Signore, se lo conoscete, se conoscete il lume della verità. Parlo non solo della conoscenza della fede, ma anche di quella dell'amore; non del solo credere, ma anche dell'operare. L'evangelista Giovanni, infatti, spiega: «Chi dice: Conosco Dio, e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo» (1 Gv 2, 4).
    Perciò in questo stesso passo il Signore subito soggiunge: «Come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e offro la vita per le pecore «(Gv 10, 15). Come se dicesse esplicitamente: da questo risulta che io conosco il Padre e sono conosciuto dal Padre, perché offro la mia vita per le mie pecore; cioè io dimostro in quale misura amo il Padre dall'amore con cui muoio per le pecore.
    Di queste pecore di nuovo dice: Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna (cfr. Gv 10, 14-16). Di esse aveva detto poco prima: «Se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo» (Gv 10, 9). Entrerà cioè nella fede, uscirà dalla fede alla visione, dall'atto di credere alla contemplazione, e troverà i pascoli nel banchetto eterno.
    Le sue pecore troveranno i pascoli, perché chiunque lo segue con cuore semplice viene nutrito con un alimento eternamente fresco. Quali sono i pascoli di queste pecore, se non gli intimi gaudi del paradiso, ch'è eterna primavera? Infatti pascolo degli eletti è la presenza del volto di Dio, e mentre lo si contempla senza paura di perderlo, l'anima si sazia senza fine del cibo della vita.
    Cerchiamo, quindi, fratelli carissimi, questi pascoli, nei quali possiamo gioire in compagnia di tanti concittadini. La stessa gioia di coloro che sono felici ci attiri. Ravviviamo, fratelli, il nostro spirito. S'infervori la fede in ciò che ha creduto. I nostri desideri s'infiammino per i beni superni. In tal modo amare sarà già un camminare.
    Nessuna contrarietà ci distolga dalla gioia della festa interiore, perché se qualcuno desidera raggiungere la metà stabilita, nessuna asperità del cammino varrà a trattenerlo. Nessuna prosperità ci seduca con le sue lusinghe, perché sciocco è quel viaggiatore che durante il suo percorso si ferma a guardare i bei prati e dimentica di andare là dove aveva intenzione di arrivare.

    MESSALE

    Antifona d'Ingresso Sal 32,5-6
    Della bontà del Signore è piena la terra;
    la sua parola ha creato i cieli. Alleluia.



    Misericórdia Dómini plena est terra;

    verbo Dómini cæli firmáti sunt, allelúia.


    Colletta
    Dio onnipotente e misericordioso, guidaci al possesso della gioia eterna, perché l'umile gregge dei tuoi fedeli giunga con sicurezza accanto a te, dove lo ha preceduto Cristo, suo pastore. Egli è Dio...



    Omnípotens sempitérne Deus, deduc nos ad societátem cæléstium gaudiórum, ut eo pervéniat humílitas gregis, quo procéssit fortitúdo pastóris. Per Dóminum.


    Oppure:
    O Dio, fonte della gioia e della pace, che hai affidato al potere regale del tuo Figlio le sorti degli uomini e dei popoli, sostienici con la forza del tuo Spirito, e fa' che nelle vicende del tempo, non ci separiamo mai dal nostro pastore che ci guida alle sorgenti della vita. Egli è Dio...

    LITURGIA DELLA PAROLA


    Prima Lettura At 13, 14. 43-52

    Ecco, noi ci rivolgiamo ai pagani.

    Dagli Atti degli Apostoli
    In quei giorni, Paolo e Bàrnaba, proseguendo da Perge, arrivarono ad Antiòchia in Pisìdia, e, entrati nella sinagoga nel giorno di sabato, sedettero.
    Molti Giudei e prosèliti credenti in Dio seguirono Paolo e Bàrnaba ed essi, intrattenendosi con loro, cercavano di persuaderli a perseverare nella grazia di Dio.
    Il sabato seguente quasi tutta la città si radunò per ascoltare la parola del Signore. Quando videro quella moltitudine, i Giudei furono ricolmi di gelosia e con parole ingiuriose contrastavano le affermazioni di Paolo. Allora Paolo e Bàrnaba con franchezza dichiararono: «Era necessario che fosse proclamata prima di tutto a voi la parola di Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco: noi ci rivolgiamo ai pagani. Così infatti ci ha ordinato il Signore: “Io ti ho posto per essere luce delle genti, perché tu porti la salvezza sino all’estremità della terra”».
    Nell’udire ciò, i pagani si rallegravano e glorificavano la parola del Signore, e tutti quelli che erano destinati alla vita eterna credettero. La parola del Signore si diffondeva per tutta la regione. Ma i Giudei sobillarono le pie donne della nobiltà e i notabili della città e suscitarono una persecuzione contro Paolo e Bàrnaba e li cacciarono dal loro territorio. Allora essi, scossa contro di loro la polvere dei piedi, andarono a Icònio. I discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo.

    Salmo Responsoriale Dal Salmo 99
    Noi siamo suo popolo, gregge che egli guida.

    Acclamate il Signore, voi tutti della terra,
    servite il Signore nella gioia,
    presentatevi a lui con esultanza.

    Riconoscete che solo il Signore è Dio:
    egli ci ha fatti e noi siamo suoi,
    suo popolo e gregge del suo pascolo.

    Perché buono è il Signore,
    il suo amore è per sempre,
    la sua fedeltà di generazione in generazione.

    Seconda Lettura Ap 7, 9. 14-17
    L'Agnello sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita.

    Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo
    Io, Giovanni, vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani.
    E uno degli anziani disse: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide col sangue dell’Agnello. Per questo stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo tempio; e Colui che siede sul trono stenderà la sua tenda sopra di loro.
    Non avranno più fame né avranno più sete,
    non li colpirà il sole né arsura alcuna,
    perché l’Agnello, che sta in mezzo al trono,
    sarà il loro pastore
    e li guiderà alle fonti delle acque della vita.
    E Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi».

    Canto al Vangelo Gv 10,14
    Alleluia, alleluia.
    Io sono il buon pastore, dice il Signore;
    conosco le mie pecore, e le mie pecore conoscono me.
    Alleluia.




    Vangelo Gv 10, 27-30
    Alle mie pecore io do la vita eterna.

    Dal vangelo secondo Giovanni
    In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.
    Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano.
    Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».


    Sulle Offerte
    O Dio, che in questi santi misteri compi l'opera della nostra redenzione, fa' che questa celebrazione pasquale sia per noi fonte di perenne letizia. Per Cristo nostro Signore.



    Concéde, quæsumus, Dómine, semper nos per hæc mystéria paschália gratulári, ut contínua nostræ reparatiónis operátio perpétuæ nobis fiat causa lætítiæ. Per Christum.


    Prefazio Pasquale IV
    La restaurazione dell'universo per mezzo del mistero pasquale.

    E' veramente cosa buona e giusta,
    nostro dovere e fonte di salvezza,
    proclamare sempre la tua gloria, o Signore.
    e sopratutto esaltarti in questo tempo
    nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.

    In lui, vincitore del peccato e della morte.
    l'universo risorge e si rinnova,
    e l'uomo ritorna alle sorgenti della vita.

    Per questo mistero,
    nella pienezza della gioia pasquale,
    l'umanità esulta su tutta la terra,
    e con l'assemblea degli angeli e dei santi
    canta l'inno della tua gloria:

    Santo, Santo, Santo ...



    Vere dignum et iustum est,

    æquum et salutáre:

    Te quidem, Dómine,

    omni témpore confitéri,

    sed in hoc potíssimum gloriósius prædicáre,

    cum Pascha nostrum immolátus est Christus.



    Qui, oblatióne córporis sui,

    antíqua sacrifícia in crucis veritáte perfécit,

    et, seípsum tibi pro nostra salúte comméndans,

    idem sacérdos, altáre et agnus exhíbuit.



    Quaprópter, profúsis paschálibus gáudiis,

    totus in orbe terrárum mundus exsúltat.

    Sed et supérnæ virtútes atque

    angélicæ potestátes hymnum glóriæ tuæ cóncinunt,

    sine fine dicéntes:



    Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


    Antifona alla Comunione
    E' risorto il buon pastore, che ha dato la vita
    per le sue pecorelle, e per il suo gregge
    è andato incontro alla morte. Alleluia.



    Surréxit Pastor bonus,

    qui ánimam suam pósuit pro óvibus suis,

    et pro grege suo mori dignátus est, alléluia.


    Oppure: Gv 10,14.15
    « Io sono il buon pastore
    e offro la vita per le pecore ».
    dice il Signore. Alleluia.

    Dopo la Comunione
    Custodisci benigno, o Dio nostro Padre, il gregge che hai redento con il sangue prezioso del tuo Figlio, e guidalo ai pascoli eterni del cielo. Per Cristo nostro Signore.



    Gregem tuum, Pastor bone, placátus inténde, et oves, quas pretióso Fílii tui sánguine redemísti, in ætérnis páscuis collocáre dignéris. Per Christum.



  • OFFLINE
    LiviaGloria
    Post: 10.096
    Registrato il: 20/09/2005
    Città: BOLOGNA
    Età: 57
    Sesso: Femminile
    Utente Gold
    Moderatore
    00 26/04/2010 20:57
    IV SETTIMANA DI PASQUA - LUNEDÌ
    MESSALE


    Antifona d'Ingresso Rm 6,9
    Cristo risorto più non muore,
    la morte non ha più potere su di lui, alleluia.



    Christus resúrgens ex mórtuis iam non móritur,

    mors illi ultra non dominábitur, allelúia.


    Colletta
    O Dio, che nell'umiliazione del tuo Figlio hai risollevato il mondo dalla sua caduta, donaci la santa gioia pasquale, perché, liberi dall'oppressione della colpa, partecipiamo alla felicità eterna. Per il nostro Signore...



    Deus, lux perfécta beatórum, qui nobis tribuísti paschália mystéria celebráre in terris, fac nos, quæsumus, de grátiæ tuæ plenitúdine in ætérna sæcula gaudére. Per Dóminum


    LITURGIA DELLA PAROLA

    Prima Lettura At 11, 1-18
    Dio ha concesso anche ai pagani che si convertano perché abbiano la vita.

    Dagli Atti degli Apostoli
    In quei giorni, gli apostoli e i fratelli che stavano in Giudea vennero a sapere che anche i pagani avevano accolto la parola di Dio. E, quando Pietro salì a Gerusalemme, i fedeli circoncisi lo rimproveravano dicendo: «Sei entrato in casa di uomini non circoncisi e hai mangiato insieme con loro!».
    Allora Pietro cominciò a raccontare loro, con ordine, dicendo: «Mi trovavo in preghiera nella città di Giaffa e in estasi ebbi una visione: un oggetto che scendeva dal cielo, simile a una grande tovaglia, calata per i quattro capi, e che giunse fino a me. Fissandola con attenzione, osservai e vidi in essa quadrupedi della terra, fiere, rettili e uccelli del cielo. Sentii anche una voce che mi diceva: “Coraggio, Pietro, uccidi e mangia!”. Io dissi: “Non sia mai, Signore, perché nulla di profano o di impuro è mai entrato nella mia bocca”. Nuovamente la voce dal cielo riprese: “Ciò che Dio ha purificato, tu non chiamarlo profano”. Questo accadde per tre volte e poi tutto fu tirato su di nuovo nel cielo. Ed ecco, in quell’istante, tre uomini si presentarono alla casa dove eravamo, mandati da Cesarèa a cercarmi. Lo Spirito mi disse di andare con loro senza esitare. Vennero con me anche questi sei fratelli ed entrammo in casa di quell’uomo. Egli ci raccontò come avesse visto l’angelo presentarsi in casa sua e dirgli: “Manda qualcuno a Giaffa e fa’ venire Simone, detto Pietro; egli ti dirà cose per le quali sarai salvato tu con tutta la tua famiglia”. Avevo appena cominciato a parlare quando lo Spirito Santo discese su di loro, come in principio era disceso su di noi. Mi ricordai allora di quella parola del Signore che diceva: “Giovanni battezzò con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo”. Se dunque Dio ha dato a loro lo stesso dono che ha dato a noi, per aver creduto nel Signore Gesù Cristo, chi ero io per porre impedimento a Dio?».
    All’udire questo si calmarono e cominciarono a glorificare Dio dicendo: «Dunque anche ai pagani Dio ha concesso che si convertano perché abbiano la vita!».

    Salmo Responsoriale Dai Salmi 41 e 42
    L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente.

    Come la cerva anela ai corsi d’acqua,
    così l’anima mia anela a te, o Dio.
    L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente:
    quando verrò e vedrò il volto di Dio?

    Manda la tua luce e la tua verità:
    siano esse a guidarmi,
    mi conducano alla tua santa montagna,
    alla tua dimora.

    Verrò all’altare di Dio,
    a Dio, mia gioiosa esultanza.
    A te canterò sulla cetra,
    Dio, Dio mio.

    Canto al Vangelo Gv 10,14
    Alleluia, alleluia.
    Io sono il buon pastore, dice il Signore;
    conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me.
    Alleluia.

    Vangelo * Gv 10, 1-10
    Io sono la porta delle pecore.

    Dal vangelo secondo Giovanni
    In quel tempo, Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».
    Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.
    Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».

    * Se questa lettura è già stata proclamata nella IV domenica di Pasqua (anno A), può essere sostituita da quella seguente.

    Oppure:

    Vangelo Gv 10, 11-18
    Il buon pastore offre la vita per le pecore.

    Dal vangelo secondo Giovanni
    In quel tempo, disse Gesù: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; egli è un mercenario e non gli importa delle pecore.
    Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore. E ho altre pecore che non sono di quest'ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore.
    Per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, poiché ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo comando ho ricevuto dal Padre mio».

    Sulle Offerte
    Accogli, Signore, i doni della tua Chiesa in festa, e poiché le hai dato il motivo di tanta gioia, donale anche il frutto di una perenne letizia. Per Cristo nostro Signore.



    Súscipe múnera, Dómine, quæsumus, exsultántis Ecclésiæ, et cui causam tanti gáudii præstitísti, perpétuæ fructum concéde lætítiæ. Per Christum.


    Prefazio Pasquale IV
    La restaurazione dell'universo per mezzo del mistero pasquale.

    E' veramente cosa buona e giusta,
    nostro dovere e fonte di salvezza,
    proclamare sempre la tua gloria, o Signore.
    e sopratutto esaltarti in questo tempo
    nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.

    In lui, vincitore del peccato e della morte.
    l'universo risorge e si rinnova,
    e l'uomo ritorna alle sorgenti della vita.

    Per questo mistero,
    nella pienezza della gioia pasquale,
    l'umanità esulta su tutta la terra,
    e con l'assemblea degli angeli e dei santi
    canta l'inno della tua gloria:

    Santo, Santo, Santo ...



    Vere dignum et iustum est,

    æquum et salutáre:

    Te quidem, Dómine,

    omni témpore confitéri,

    sed in hoc potíssimum gloriósius prædicáre,

    cum Pascha nostrum immolátus est Christus.



    Qui, oblatióne córporis sui,

    antíqua sacrifícia in crucis veritáte perfécit,

    et, seípsum tibi pro nostra salúte comméndans,

    idem sacérdos, altáre et agnus exhíbuit.



    Quaprópter, profúsis paschálibus gáudiis,

    totus in orbe terrárum mundus exsúltat.

    Sed et supérnæ virtútes atque

    angélicæ potestátes hymnum glóriæ tuæ cóncinunt,

    sine fine dicéntes:



    Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


    Comunione Gv 20,19
    Gesù si fermò in mezzo ai suoi discepoli
    e disse loro: «Pace a voi», alleluia.



    Stetit Iesus in médio discipulórum suórum,

    et dixit eis: Pax vobis, allelúia.

    Dopo la Comunione
    Guarda con bontà, o Signore, il tuo popolo, che hai rinnovato con i sacramenti pasquali, e guidalo alla gloria incorruttibile della risurrezione. Per Cristo nostro Signore.



    Pópulum tuum, quæsumus, Dómine, intuére benígnus, et, quem ætérnis dignátus es renováre mystériis, ad incorruptíbilem glorificándæ carnis resurrectiónem perveníre concéde. Per Christum.

    www.maranatha.it/calendar/cal10Bpage.htm
    [Modificato da LiviaGloria 26/04/2010 20:58]
  • OFFLINE
    LiviaGloria
    Post: 10.114
    Registrato il: 20/09/2005
    Città: BOLOGNA
    Età: 57
    Sesso: Femminile
    Utente Gold
    Moderatore
    00 02/05/2010 10:44

    V DOMENICA DI PASQUA
    Anno C

    MISSALE ROMANUM VETUS ORDO


    LETTURE: At 14, 21-27; Sal 144; Ap 21, 1-5; Gv 13, 31-33. 34-35


    La Gloria del Risorto si manifesta nella Nuova Gerusalemme

    La circolarità dell’amore che, attraverso un continuo scambio, stringe in unità il Padre, il Figlio, lo Spirito e la Comunità: ecco la realtà «nuova» che ci fa contemplare oggi la liturgia della Parola.

    Un mondo da costruire con Dio
    Cieli nuovi e terra nuova sono oggi l’aspirazione che batte al cuore di tutti coloro che sono impegnati in un superamento dell’attuale ordinamento sociale, così carico di ingiustizie e sfruttamenti. «Ecco, io faccio nuove tutte le cose» è la grande speranza cristiana: un mondo nuovo.
    Ma non è l’uomo nel suo sforzo solitario a costruire questo mondo nuovo. E’ l’uomo insieme con Dio, in collaborazione con Dio. Tutti gli umanesimi che pensano di poter fare a meno di Dio sono destinati a un amaro fallimento. Lo sforzo prometeico dell’uomo di ergersi solo contro Dio, considerato come un rivale della grandezza umana, un antagonista che toglie all’uomo l’ampiezza dei suoi orizzonti e della sua autonomia, si chiude in una tragica confessione di impotenza.
    In questa costruzione di un mondo nuovo, di una umanità nuova, alcune teorie politiche fanno leva unicamente sulla lotta che troppo spesso si impasta di odio e di aggressività violenta. Il cristiano sa, dice il documento sinodale La giustizia nel mondo, «che nella storia esistono fonti di sviluppo diverse dalla lotta, e cioè l’amore e il diritto». Non la lotta e la violenza, ma l’amore è il centro propulsore della storia. Per questo prima di patire e morire, il Signore Gesù ha lasciato ai suoi il «comandamento nuovo» che si ricapitola tutto nell’amore vicendevole, manifestazione dell’amore divino che circola tra il Padre e il Figlio (cf vangelo).

    La Chiesa, città nuova
    Al comandamento dell’amore è correlativa, per i cristiani, una situazione e una realtà nuova, una «città» nuova: la Chiesa, nuova terra, nuova Gerusalemme, dimora di Dio con gli uomini (cf seconda lettura).
    Non è da credere che la visione di Giovanni si riferisca ad una realtà proiettata nel futuro idealizzato. La «città che scende dal cielo», la «terra nuova» dalla quale è scomparso il mare (simbolo delle forze dei male), indicano che la nuova creazione, inaugurata dalla vittoria pasquale di Cristo, è già in opera nei battezzati. La «sposa adorna per lo sposo» è la nuova umanità liberata dai peccato, santificata da Cristo e splendente della sua gloria e della sua bellezza. La Gerusalemme dei cielo, dunque, è coestensiva a quella della terra ed è in costruzione fino alla fine dei tempi.
    Una tale costruzione avviene lentamente e, misteriosamente, la «novità » scaturita dalla Pasqua del Signore glorioso non esclude una situazione di prova, fra «lutti, lacrime e affanni», finché la Chiesa è ancora pellegrina sulla terra. E’ impegno dei cristiani lavorare e adoperarsi per rendere la nuova Gerusalemme quale è chiamata ad essere; nella prima lettura sono offerti un modello e dei criteri ai quali la loro opera deve ispirarsi: perseverare nella fede attraverso le prove e le tribolazioni per entrare nel Regno; vivere come comunità animata dall’amore fraterno e affidata alla guida e alla cura degli «anziani»; accogliere senza diffidenza coloro ai quali Dio ha aperto le porte della fede.
    Così, dopo la risurrezione di Cristo, tutto è già trasformato; ma la comunione fra Dio e l’umanità redenta, fra Cristo e la sua Chiesa, deve continuamente crescere fino alla intimità più completa e profonda, quando la Gerusalemme nuova sarà in pienezza la dimora di Dio fra gli uomini e si identificherà con il corpo di Cristo giunto alla sua età perfetta e splendente di gloria.

    Liturgia del cielo e liturgia della terra
    «Nella Liturgia terrena noi partecipiamo, pregustandola, a quella celeste che viene: celebrata nella santa città di Gerusalemme, verso la quale tendiamo come pellegrini, dove il Cristo siede alla destra di Dio quale ministro del santuario e del vero tabernacolo; insieme con le schiere delle milizie celesti cantiamo al Signore l’inno di gloria; ricordando con venerazione i santi, speriamo di ottenere un qualche posto con essi, e aspettiamo, quale salvatore, il Signore nostro Gesù Cristo, fino a quando egli comparirà, nostra vita, e noi appariremo con lui nella gloria» (SC 8).
    Così la Costituzione sulla sacra Liturgia presenta la comunione tra la Chiesa terrena e la Gerusalemme celeste; e tale comunione si attua in sommo grado in ogni celebrazione eucaristica: con un unico canto di lode glorifichiamo Dio, rendiamo testimonianza al Cristo risorto e la nostra assemblea, radunata nel suo nome, anticipa nella storia ciò che vivrà in pienezza nella città futura.


    Cristo è luce

    Dai «Discorsi» di san Massimo di Torino, vescovo
    (Disc. 53, 1-2. 4; CCL 23, 214-216)
    La risurrezione di Cristo apre l'inferno. I neofiti della Chiesa rinnovano la terra. Lo Spirito Santo dischiude i cieli. L'inferno, ormai spalancato, restituisce i morti. La terra rinnovata rifiorisce dei suoi risorti. Il cielo dischiuso accoglie quanti vi salgono.
    Anche il ladrone entra in paradiso, mentre i corpi dei santi fanno il loro ingresso nella santa città. I morti ritornano tra i vivi; tutti gli elementi, in virtù della risurrezione di Cristo, si elevano a maggiore dignità.
    L'inferno restituisce al paradiso quanti teneva prigionieri. La terra invia al cielo quanti nascondeva nelle sue viscere. Il cielo presenta al Signore tutti quelli che ospita. In virtù dell'unica ed identica passione del Signore l'anima risale dagli abissi, viene liberata dalla terra e collocata nei cieli.
    La risurrezione di Cristo infatti è vita per i defunti, perdono per i peccatori, gloria per i santi. Davide invita, perciò, ogni creatura e rallegrarsi per la risurrezione di Cristo, esortando tutti a gioire grandemente nel giorno del Signore.
    La luce di Cristo è giorno senza notte, giorno che non conosce tramonto. Che poi questo giorno sai Cristo, lo dice l'Apostolo: «La notte è avanzata, il giorno è vicino» (Rm 13, 12). Dice: «avanzata»; non dice che debba ancora venire, per farti comprendere che quando Cristo ti illumina con la sua luce, devi allontanare da te le tenebre del diavolo, troncare l'oscura catena del peccato, dissipare con questa luce le caligini di un tempo e soffocare in te gli stimoli delittuosi.
    Questo giorno è lo stesso Figlio, su cui il Padre, che è giorno senza principio, fa splendere il sole della sua divinità.
    Dirò anzi che egli stesso è quel giorno che ha parlato per mezzo di Salomone: «Io ho fatto sì che spuntasse in cielo una luce che non viene meno» (Sir 24, 6 volg.). Come dunque al giorno del cielo non segue la notte, così le tenebre del peccato non possono far seguito alla giustizia di Cristo. Il giorno del cielo infatti risplende in eterno, la sua luce abbagliante non può venire sopraffatta da alcuna oscurità. Altrettanto deve dirsi della luce di Cristo che sempre risplende nel suo radioso fulgore senza poter essere ostacolata da caligine alcuna. Ben a ragione l'evangelista Giovanni dice: La luce brilla nelle tenebre, e le tenebre non l'hanno sopraffatta (cfr. Gv 1, 5).
    Pertanto, fratelli, tutti dobbiamo rallegrarci in questo santo giorno. Nessuno deve sottrarsi alla letizia comune a motivo dei peccati che ancora gravano sulla sua coscienza. Nessuno sia trattenuto dal partecipare alle preghiere comuni a causa dei gravi peccati che ancora lo opprimono. Sebbene peccatore, in questo giorno nessuno deve disperare del perdono. Abbiamo infatti una prova non piccola: se il ladro ha ottenuto il paradiso, perché non dovrebbe ottenere perdono il cristiano?


    MESSALE

    Antifona d'Ingresso Sal 97,1-2
    Cantate al Signore un canto nuovo,
    perché ha compiuto prodigi;
    a tutti i popoli ha rivelato la salvezza. Alleluia.



    Cantáte Dómino cánticum novum,

    quia mirabília fecit Dóminus;

    ante conspéctum géntium revelávit iustítiam suam, allelúia.


    Colletta
    O Padre, che ci hai donato il Salvatore e lo Spirito Santo, guarda con benevolenza i tuoi figli di adozione, perché a tutti i credenti in Cristo sia data la vera libertà e l'eredità eterna. Per il nostro Signore...



    Omnípotens sempitérne Deus, semper in nobis paschále pérfice sacraméntum, ut, quos sacro baptísmate dignátus es renováre, sub tuæ protectiónis auxílio multos fructus áfferant, et ad ætérnæ vitæ gáudia perveníre concédas. Per Dóminum.


    Oppure:
    O Dio, che nel Cristo tuo Figlio rinnovi gli uomini e le cose, fa' che accogliamo come statuto della nostra vita il comandamento della carità, per amare te e i fratelli come tu ci ami, e così manifestare al mondo la forza rinnovatrice del tuo Spirito. Per il nostro Signore...

    LITURGIA DELLA PAROLA

    Prima Lettura At 14, 21b-27
    Riferirono alla comunità tutto quello che Dio aveva fatto per mezzo loro.

    Dagli Atti degli Apostoli
    In quei giorni, Paolo e Bàrnaba ritornarono a Listra, Icònio e Antiòchia, confermando i discepoli ed esortandoli a restare saldi nella fede «perché – dicevano – dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni».
    Designarono quindi per loro in ogni Chiesa alcuni anziani e, dopo avere pregato e digiunato, li affidarono al Signore, nel quale avevano creduto. Attraversata poi la Pisìdia, raggiunsero la Panfìlia e, dopo avere proclamato la Parola a Perge, scesero ad Attàlia; di qui fecero vela per Antiòchia, là dove erano stati affidati alla grazia di Dio per l’opera che avevano compiuto.
    Appena arrivati, riunirono la Chiesa e riferirono tutto quello che Dio aveva fatto per mezzo loro e come avesse aperto ai pagani la porta della fede.

    Salmo Responsoriale Dal Salmo 144
    Benedirò il tuo nome per sempre, Signore.

    Misericordioso e pietoso è il Signore,
    lento all’ira e grande nell’amore.
    Buono è il Signore verso tutti,
    la sua tenerezza si espande su tutte le creature.

    Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
    e ti benedicano i tuoi fedeli.
    Dicano la gloria del tuo regno
    e parlino della tua potenza.

    Per far conoscere agli uomini le tue imprese
    e la splendida gloria del tuo regno.
    Il tuo regno è un regno eterno,
    il tuo dominio si estende per tutte le generazioni.

    Seconda Lettura Ap 21, 1-5
    Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi.

    Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo
    Io, Giovanni, vidi un cielo nuovo e una terra nuova: il cielo e la terra di prima infatti erano scomparsi e il mare non c’era più.
    E vidi anche la città santa, la Gerusalemme nuova, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo.
    Udii allora una voce potente, che veniva dal trono e diceva:
    «Ecco la tenda di Dio con gli uomini!
    Egli abiterà con loro
    ed essi saranno suoi popoli
    ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio.
    E asciugherà ogni lacrima dai loro occhi
    e non vi sarà più la morte
    né lutto né lamento né affanno,
    perché le cose di prima sono passate».
    E Colui che sedeva sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose».

    Canto al Vangelo Gv 13,34
    Alleluia, alleluia.
    Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:
    come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
    Alleluia.




    Vangelo Gv 13, 31-33a. 34-35
    Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni agli altri.

    Dal vangelo secondo Giovanni
    Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.
    Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
    Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».


    Sulle Offerte
    O Dio, che in questo scambio di doni ci fai partecipare alla comunione con te, unico e sommo bene, concedi che la luce della tua verità sia testimoniata dalla nostra vita. Per Cristo nostro Signore.



    Deus, qui nos, per huius sacrifícii veneránda commércia, uníus summæque divinitátis partícipes effecísti, præsta, quæsumus, ut, sicut tuam cognóvimus veritátem, sic eam dignis móribus assequámur. Per Christum.


    Prefazio Pasquale V
    Cristo sacerdote e vittima

    E' veramente cosa buona e giusta,
    nostro dovere e fonte di salvezza,
    proclamare sempre la tua gloria, o Signore.
    e sopratutto esaltarti in questo tempo
    nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.

    Offrendo il suo corpo sulla croce,
    diede compimento ai sacrifici antichi,
    e donandosi per la nostra redenzione
    divenne altare, vittima e sacerdote.

    Per questo mistero,
    nella pienezza della gioia pasquale,
    l'umanità esulta su tutta la terra,
    e con l'assemblea degli angeli e dei santi
    canta l'inno della tua gloria:

    Santo, Santo, Santo ...



    Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre:

    Te quidem, Dómine,

    omni témpore confitéri,

    sed in hoc potíssimum gloriósius prædicáre,

    cum Pascha nostrum immolátus est Christus.



    Qui, oblatióne córporis sui,

    antíqua sacrifícia in crucis veritáte perfécit,

    et, seípsum tibi pro nostra salúte comméndans,

    idem sacérdos, altáre et agnus exhíbuit.

    Quaprópter, profúsis paschálibus gáudiis,

    totus in orbe terrárum mundus exsúltat.



    Sed et supérnæ virtútes atque angélicæ

    potestátes hymnum glóriæ tuæ cóncinunt,

    sine fine dicéntes:



    Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.



    Antifona alla Comunione Gv 14,6
    «Io sono la via, la verità e la vita»,
    dice il Signore. Alleluia.



    Ego sum vitis vera et vos pálmites, dicit Dóminus; qui manet in me et ego in eo, hic fert fructum multum, allelúia.

    Dopo la Comunione
    Assisti, Signore, il tuo popolo, che hai colmato della grazia di questi santi misteri, e fa' che passiamo dalla decadenza del peccato alla pienezza della vita nuova. Per Cristo nostro Signore.



    Pópulo tuo, quæsumus, Dómine, adésto propítius, et, quem mystériis cæléstibus imbuísti, fac ad novitátem vitæ de vetustáte transíre. Per Christum.


  • OFFLINE
    LiviaGloria
    Post: 10.287
    Registrato il: 20/09/2005
    Città: BOLOGNA
    Età: 57
    Sesso: Femminile
    Utente Gold
    Moderatore
    00 22/05/2010 12:23


    VII SETTIMANA DI PASQUA - SABATO
    MESSALE


    Antifona d'Ingresso At 1,14
    I discepoli erano assidui e concordi nella preghiera,
    con le donne e con Maria, Madre di Gesù,
    e con i fratelli di lui. Alleluia.



    Erant discípuli perseverántes unanímiter

    in oratióne, cum muliéribus et

    María Matre Iesu, et frátribus eius, allelúia.


    Colletta
    Dio onnipotente ed eterno, che ci dai la gioia di portare a compimento i giorni della Pasqua, fà che tutta la nostra vita sia una testimonianza del Signore risorto. Egli è Dio..



    Præsta, quæsumus, omnípotens Deus, ut, qui paschália festa perégimus, hæc, te largiénte, móribus et vita teneámus. Per Dóminum.


    LITURGIA DELLA PAROLA

    Prima Lettura At 28,16-20.30-31
    Paolo rimase a Roma, annunciando il regno di Dio.

    Dagli Atti degli Apostoli
    Arrivati a Roma, fu concesso a Paolo di abitare per conto suo con un soldato di guardia.
    Dopo tre giorni, egli fece chiamare i notabili dei Giudei e, quando giunsero, disse loro: «Fratelli, senza aver fatto nulla contro il mio popolo o contro le usanze dei padri, sono stato arrestato a Gerusalemme e consegnato nelle mani dei Romani. Questi, dopo avermi interrogato, volevano rimettermi in libertà, non avendo trovato in me alcuna colpa degna di morte. Ma poiché i Giudei si opponevano, sono stato costretto ad appellarmi a Cesare, senza intendere, con questo, muovere accuse contro la mia gente. Ecco perché vi ho chiamati: per vedervi e parlarvi, poiché è a causa della speranza d’Israele che io sono legato da questa catena».
    Paolo trascorse due anni interi nella casa che aveva preso in affitto e accoglieva tutti quelli che venivano da lui, annunciando il regno di Dio e insegnando le cose riguardanti il Signore Gesù Cristo, con tutta franchezza e senza impedimento.

    Salmo Responsoriale Dal Salmo 10
    Gli uomini retti, Signore, contempleranno il tuo volto.

    Il Signore sta nel suo tempio santo,
    il Signore ha il trono nei cieli.
    I suoi occhi osservano attenti,
    le sue pupille scrutano l’uomo.

    Il Signore scruta giusti e malvagi,
    egli odia chi ama la violenza.
    Giusto è il Signore, ama le cose giuste;
    gli uomini retti contempleranno il suo volto.

    Canto al Vangelo Gv 16,7.13
    Alleluia, alleluia.
    Manderò a voi lo Spirito di verità, dice il Signore;
    egli vi guiderà a tutta la verità.
    Alleluia.

    Vangelo Gv 21,20-25
    Questo è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e la sua testimonianza è vera.

    Dal vangelo secondo Giovanni
    In quel tempo, Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?».
    Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.

    Sulle Offerte
    Venga, Signore, il tuo Santo Spirito e disponga i nostri cuori a celebrare degnamente i santi misteri, perché egli è la remissione di tutti i peccati. Per Cristo nostro Signore.



    Mentes nostras, quæsumus, Dómine, Spíritus Sanctus advéniens divínis præparet sacraméntis, quia ipse est remíssio ómnium peccatórum. Per Christum.

    Prefazio dell'Ascensione del Signore II
    Il mistero dell’Ascensione

    È veramente cosa buona e giusta,
    che tutte le creature in cielo e sulla terra
    si uniscano nella tua lode, Dio onnipotente ed eterno,
    per Cristo nostro Signore.

    Dopo la risurrezione
    egli si mostrò visibilmente a tutti i discepoli,
    e sotto il loro sguardo salì al cielo,
    perché noi fossimo partecipi della sua vita divina.

    Per questo mistero, nella pienezza della gioia pasquale,
    l’umanità esulta su tutta la terra,
    e con l’assemblea degli angeli e dei santi
    canta l’inno della tua gloria:

    Santo, Santo, Santo ...



    Vere dignum et iustum est,

    æquum et salutáre,

    nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

    Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:

    per Christum Dóminum nostrum.



    Qui post resurrectiónem suam ómnibus

    discípulis suis maniféstus appáruit,

    et ipsis cernéntibus est elevátus in cælum,

    ut nos divinitátis suæ tribúeret esse partícipes.

    Quaprópter, profúsis paschálibus gáudiis,

    totus in orbe terrárum mundus exsúltat.



    Sed et supérnæ virtútes atque angélicæ

    potestátes hymnum glóriæ tuæ cóncinunt,

    sine fine dicéntes:



    Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


    Comunione Gv 16,14
    «Lo Spirito Santo mi glorificherà,
    perché riceverà del mio e ve lo annunzierà»,
    dice il Signore. Alleluia.



    Spíritus Sanctus, ille me clarificábit,

    quia de meo accípiet, et annuntiábit vobis, dicit Dóminus, allelúia.

    Dopo la Comunione
    Signore, che hai guidato il tuo popolo dall'antica alla nuova alleanza, concedi che, liberati dalla corruzione del peccato, ci rinnoviamo pienamente nel tuo Spirito. Per Cristo nostro Signore.



    Annue, Dómine, nostris précibus miserátus, ut, sicut de prætéritis ad nova sumus sacraménta transláti, ita, vetustáte depósita, sanctificátis méntibus innovémur. Per Christum.

  • OFFLINE
    LiviaGloria
    Post: 10.343
    Registrato il: 20/09/2005
    Città: BOLOGNA
    Età: 57
    Sesso: Femminile
    Utente Gold
    Moderatore
    00 30/05/2010 09:37
    DOMENICA DOPO PENTECOSTE
    SANTISSIMA TRINITA'
    Anno C - Solennità

    MISSALE ROMANUM VETUS ORDO



    LETTURE: Pro 8, 22-31; Sal 8; Rm 5, 1-5; Gv 16, 12-15



    Dio si fa sempre conoscere agli uomini

    Quando sentiamo parlare di qualcuno come di una grande personalità, sorge in noi il desiderio di conoscerlo.
    Celebrare la SS. Trinità sollecita in noi questo desiderio e vi risponde, perché Dio fa sempre il primo passo verso di noi. Quest’anno, viene accentuato in modo particolare il fatto che Dio si manifesta, si rivela, si fa conoscere e ci offre una conoscenza «personale», vuole un a tu per tu con ciascuno di noi, perché ci apriamo tutti insieme al grande «Tu» di Dio.

    La «Sapienza» di Dio è gioia di amare gli uomini
    La pagina che ascoltiamo sulla «Sapienza di Dio» (prima lettura) parla in profondità del Figlio «Parola vivente» che manifesta il suo ruolo non solo nel tempo e nello spazio dell’universo; ma ci fa intravedere un al di là infinitamente più vasto, un prima, in cui tutto realmente trova la sua ragion d’essere e la sua concreta origine.
    Questa rivelazione ci fa conoscere che Dio, nel suo sempre, ha pensato ininterrottamente e con infinita predilezione all’uomo, ponendolo al centro dell’universo.
    E così, mentre Dio rivela se stesso, rivela pure noi. Ci fa sapere che gli uomini sono un’opera veramente sapiente, veramente amabile: che in essi, nel pensarli e nel crearli, ha messo tutta la sua sapienza, tutto il suo amore. Ci viene così rivelato che tutto ha un significato secondo Dio. «Tutto è stato creato in Cristo, per mezzo di Cristo, in vista di Cristo. Perciò ogni aspetto di verità, di bellezza, di bontà, di dinamismo, che si trova nelle cose e in tutto l’universo, nelle istituzioni umane, nelle scienze, nelle arti, in tutte le realtà terrene e in particolare nell’uomo e nella storia: tutto questo è segno e via per annunciare il mistero di Cristo» (Il Rinnovamento della Catechesi, 118).
    Forse, oggi si è persa la capacità di riconoscere Dio nella natura; scienza e tecnica pare che spieghino tutto e risolvano tutto; non si riflette che proprio la stessa scienza e la tecnica sono rese possibili dal dono di Dio. Il Concilio, ha richiamato la necessità di sviluppare le facoltà dell’ammirazione e della contemplazione e di coltivare il senso religioso (GS 57; cf 56; 58-59). Questo senso religioso della natura lo cantiamo nel salmo responsoriale.

    Il Padre si rivela e si comunica per mezzo di Cristo nello Spirito
    Il brano di san Paolo (seconda lettura) va colto nei suo contesto più vasto, che riassume ciò che l’apostolo ha scritto prima e prelude a ciò che scriverà dopo. Non solo i Romani di allora, fra ingiustizie sociali e persecuzioni religiose, ma gli uomini di sempre hanno bisogno di speranza. Questa speranza gli uomini l’hanno concreta nel Cristo. Dio li ha «giustificati» nel Figlio suo: in lui ha compiuto quest’opera di liberazione, di restaurazione, di «rettifica», che è la «redenzione». Questa è «cosa fatta», non più da sperare perché già realizzata, e capace di influire su tutto il futuro; di essa sono segno e frutto la pace, la fede, la grazia.
    Tutto questo a sua volta produce una speranza nuova, ed è la speranza della liberazione totale e definitiva. Speranza certa, di cui Dio ci ha dato la garanzia, e questa garanzia è l’amore che è stato infuso nei nostri cuori ad opera dello Spirito di Dio.
    Il dinamismo della rivelazione di Dio sta in questo: Dio ha impegnato tutto se stesso per salvarci. Si sono impegnate le tre Persone divine, con aspetti e modalità personali distinte, per un’opera che è un tutt’uno come un tutt’uno è Dio. Padre, Figlio e Spirito Santo si rivelano proprio facendoci conoscere ciò che ciascuno fa per noi.

    «Lo Spirito di Amore vi rivelerà ogni cosa»
    Gli apostoli si sono lasciati prendere dalla tristezza: Gesù sta per lasciarli. Sono più impressionati di questo che non delle cose meravigliose che egli ha detto loro nell’ultima cena; sono preoccupati più dei fatto che egli li «lascia», che non del perché e del «senso» che ha questo «lasciarli». Gesù spiega il profondo significato della sua partenza: è più una trasformazione che non un distacco, più una manifestazione che non un nascondersi. Gesù che «va», è Gesù che «manda» da parte del Padre lo Spirito. E lo Spirito è la perenne manifestazione di Gesù, del Figlio di Dio fatto Figlio dell’uomo per salvare gli Uomini. Lo Spirito testimonierà con la sua luce e la sua forza di amore che Cristo è sempre presente e operante, che Cristo sempre comunica lo Spirito, perché lo Spirito faccia conoscere che l’opera di Cristo è opera di amore: amore di lui che si è offerto, amore del Padre che lo ha dato.
    La Trinità si manifesta massimamente nel comunicare agli uomini lo Spirito di amore, perché gli uomini, amandosi come Cristo li ha amati, amino Dio ed entrino in intimità con la divina Comunità di amore.






    Luce, splendore e grazia della Trinità

    Dalle «Lettere» di sant'Atanasio, vescovo (Lett. 1 a Serap. 28-30; PG 26, 594-595. 599)
    Non sarebbe cosa inutile ricercare l'antica tradizione, la dottrina e la fede della Chiesa cattolica, quella s'intende che il Signore ci ha insegnato, che gli apostoli hanno predicato, che i padri hanno conservato. Su di essa infatti si fonda la Chiesa, dalla quale, se qualcuno si sarà allontanato, per nessuna ragione potrà essere cristiano, né venir chiamato tale.
    La nostra fede é questa: la Trinità santa e perfetta é quella che é distinta nel Padre e nel Figlio e nello Spirito Santo, e non ha nulla di estraneo o di aggiunto dal di fuori, né risulta costituita del Creatore e di realtà create, ma é tutta potenza creatrice e forza operativa. Una é la sua natura, identica a se stessa. Uno é il principio attivo e una l'operazione. Infatti il Padre compie ogni cosa per mezzo del Verbo nello Spirito Santo e, in questo modo, é mantenuta intatta l'unità della santa Trinità. Perciò nella Chiesa viene annunziato un solo Dio che é al di sopra di ogni cosa, agisce per tutto ed é in tutte le cose (cfr. Ef 4, 6). E' al di sopra di ogni cosa ovviamente come Padre, come principio e origine. Agisce per tutto, certo per mezzo del Verbo. Infine opera in tutte le cose nello Spirito Santo.
    L'apostolo Paolo, allorché scrive ai Corinzi sulle realtà spirituali, riconduce tutte le cose ad un solo Dio Padre come al principio, in questo modo: «Vi sono diversità di carismi, ma uno solo é lo Spirito; e vi sono diversità di ministeri, ma uno solo é il Signore; vi sono diversità di operazioni, ma uno solo é Dio, che opera tutto in tutti» (1 Cor 12, 4-6).
    Quelle cose infatti che lo Spirito distribuisce ai singoli, sono date dal Padre per mezzo del Verbo. In verità tutte le cose che sono del Padre sono pure del Figlio. Onde quelle cose che sono concesse dal Figlio nello Spirito sono veri doni del Padre. Parimenti quando lo Spirito é in noi, é anche in noi il Verbo dal quale lo riceviamo, e nel Verbo vi é anche il Padre, e così si realizza quanto é detto: «Verremo io e il Padre e prenderemo dimora presso di lui» (Gv 14, 23). Dove infatti vi é la luce, là vi é anche lo splendore; e dove vi é lo splendore, ivi c'è parimenti la sua efficacia e la sua splendida grazia.
    Questa stessa cosa insegna Paolo nella seconda lettera ai Corinzi, con queste parole: «La grazia del Signore Gesù Cristo, l'amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi» (2 Cor 13, 13). Infatti la grazia é il dono che viene dato nella Trinità, é concesso dal Padre per mezzo del Figlio nello Spirito Santo. Come dal Padre per mezzo del Figlio viene data la grazia, così in noi non può avvenire la partecipazione del dono se non nello Spirito Santo. E allora, resi partecipi di esso, noi abbiamo l'amore del Padre, la grazia del Figlio e la comunione dello stesso Spirito.


    MESSALE

    Antifona d'Ingresso
    Sia benedetto Dio Padre,
    e l'unigenito Figlio di Dio, e lo Spirito Santo:
    perché grande è il suo amore per noi.



    Benedíctus sit Deus Pater,

    unigenitúsque Dei Fílius,

    Sanctus quoque Spíritus,

    quia fecit nobíscum misericórdiam suam.


    Colletta
    O Dio Padre, che hai mandato nel mondo il tuo Figlio, Parola di verità, e lo Spirito santificatore per rivelare agli uomini il mistero della tua vita, fa' che nella professione della vera fede riconosciamo la gloria della Trinità e adoriamo l'unico Dio in tre persone. Per il nostro Signore...



    Deus Pater, qui, Verbum veritátis et Spíritum sanctificatiónis mittens in mundum, admirábile mystérium tuum homínibus declárasti, da nobis, in confessióne veræ fídei, ætérnæ glóriam Trinitátis agnóscere, et Unitátem adoráre in poténtia maiestátis. Per Dóminum.


    Oppure:
    Ti glorifichi o Dio, la tua Chiesa, contemplando il mistero della tua sapienza con la quale hai creato e ordinato il mondo; tu che nel Figlio ci hai riconciliati e nello Spirito ci hai santificati fa' che, nella pazienza e nella speranza, possiamo giungere alla piena conoscenza di te che sei amore, verità e vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

    LITURGIA DELLA PAROLA

    Prima Lettura Pro 8, 22-31
    Prima che la terra fosse, già la Sapienza era generata.

    Dal libro dei Proverbi
    Così parla la Sapienza di Dio:
    «Il Signore mi ha creato come inizio della sua attività,
    prima di ogni sua opera, all'origine.
    Dall'eternità sono stata formata,
    fin dal principio, dagli inizi della terra.
    Quando non esistevano gli abissi, io fui generata,
    quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d'acqua;
    pri­ma che fossero fissate le basi dei monti,
    prima delle colline, io fui generata,
    quando ancora non aveva fatto la terra e i campi
    né le prime zolle del mondo.
    Quando egli fissava i cieli, io ero là;
    quando tracciava un cerchio sull'abisso,
    quando condensava le nubi in alto,
    quando fissava le sorgenti dell'abisso,
    quando stabiliva al mare i suoi limiti,
    così che le acque non ne oltrepassassero i confini,
    quando disponeva le fondamenta della terra,
    io ero con lui come artefice
    ed ero la sua delizia ogni giorno:
    giocavo davanti a lui in ogni istante,
    giocavo sul globo terrestre,
    ponendo le mie delizie tra i figli dell'uomo».

    Salmo Responsoriale Dal Salmo 8
    O Signore nostro Dio, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!

    Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita,
    la luna e le stelle che tu hai fissato,
    che cosa è mai l'uomo perché di lui ti ricordi,
    il figlio dell'uomo, perché te ne curi?

    Davvero l'hai fatto poco meno di un dio,
    di gloria e di onore lo hai coronato.
    Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
    tutto hai posto sotto i suoi piedi.

    Tutte le greggi e gli armenti
    e anche le bestie della campagna,
    gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
    ogni essere che percorre le vie dei mari.

    Seconda Lettura Rm 5, 1-5
    Andiamo a Dio per mezzo di Cristo, nella carità diffusa in noi dallo Spirito.

    Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
    Fratelli, giustificati per fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Per mezzo di lui abbiamo anche, mediante la fede, l'accesso a que­sta grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio.
    E non solo: ci vantiamo anche nelle tribolazioni, sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza.
    La speranza poi non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.

    Canto al Vangelo Ap 1,8
    Alleluia, alleluia.
    Gloria al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo:
    a Dio che è, che era e che viene.
    Alleluia.



    Vangelo Gv 16, 12-15
    Tutto quello che il Padre possiede è mio; lo Spirito prenderà del mio e ve l'annunzierà.

    Dal vangelo secondo Giovanni

    In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.

    Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.
    Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».



    Sulle Offerte
    Invochiamo il tuo nome, Signore, su questi doni che ti presentiamo: consacrali con la tua potenza e trasforma tutti noi in sacrificio perenne a te gradito. Per Cristo nostro Signore.



    Sanctífica, quæsumus, Dómine Deus noster, per tui nóminis invocatiónem, hæc múnera nostræ servitútis, et per ea nosmetípsos tibi pérfice munus ætérnum. Per Christum.

    Prefazio
    Il mistero di Dio uno e trino.

    E' veramente cosa buona e giusta,
    nostro dovere e fonte di salvezza,
    rendere grazie sempre e in ogni luogo
    a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.

    Con il tuo unico Figlio e con lo Spirito Santo
    sei un solo Dio, un solo Signore,
    non nell'unità di una sola persona,
    ma nella Trinità di una sola sostanza.

    Quanto hai rivelato della tua gloria, noi lo crediamo,
    e con la stessa fede, senza differenze,
    lo affermiamo del tuo Figlio e dello Spirito Santo.
    E nel proclamare te Dio vero ed eterno,
    noi adoriamo la Trinità delle Persone,
    l'unità della natura, l'uguaglianza nella maestà divina.

    Gli Angeli e gli Arcangeli, i Cherubini e i Serafini,
    non cessano di esaltarti uniti nella stessa lode:

    Santo, Santo, Santo ...



    Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre,

    nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

    Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:

    Qui cum Unigénito Fílio tuo et Spíritu Sancto

    unus es Deus, unus es Dóminus:



    non in uníus singularitáte persónæ,

    sed in uníus Trinitáte substántiæ.

    Quod enim de tua glória, revelánte te,

    crédimus, hoc de Fílio tuo, hoc de Spíritu Sancto,

    sine discretióne sentímus.



    Ut, in confessióne veræ sempiternæque Deitátis,

    et in persónis propríetas,

    et in esséntia únitas,

    et in maiestáte adorétur æquálitas.



    Quem laudant Angeli atque Archángeli,

    Chérubim quoque ac Séraphim, qui non cessant

    clamáre cotídie, una voce dicéntes:

    Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth...


    Antifona alla Comunione Gal 4,6
    Voi siete figli di Dio: egli ha mandato nei vostri cuori
    lo Spirito del Figlio suo, che grida «Abba, Padre».



    Quóniam autem estis fílii, misit

    Deus Spíritum Fílii sui in corda

    vestra clamántem: Abba, Pater.


    Oppure: Gv 16,13
    «Lo Spirito di verità vi guiderà
    alla verità tutta intera».

    Dopo la Comunione

    Signore Dio nostro, la comunione al tuo sacramento, e la professione della nostra fede in te, unico Dio in tre persone, ci sia pegno di salvezza dell'anima e del corpo. Per Cristo nostro Signore.



    Profíciat nobis ad salútem córporis et ánimæ, Dómine Deus noster, huius sacraménti suscéptio, et sempitérnæ sanctæ Trinitátis eiusdémque indivíduæ Unitátis conféssio. Per Christum.
21