Novus Ordo, dittatura di 40 anni. Chi si ribella al Motu Proprio è più scismatico di Lefebvre
Novus Ordo, dittatura di 40 anni. Chi si ribella al Motu Proprio è più scismatico di Lefebvre
Alcuni Vescovi che si ribellano o si sono ribellati al Motu Proprio del Papa che ha liberalizzato la messa secondo il rito romano antico, mi sembrano più scismatici di Lefebvre”: ecco la stoccata di Padre Marcello Alberto Cristofani della Magione, Gran Maestro dei Poveri Cavalieri di Cristo, diffusi in quasi tutta Europa ed anche oltre. Con il vulcanico sacerdote commentiamo il Motu Proprio del Papa che ha giustamente liberalizzato il rito romano antico e che compie un anno.
Allora, un bilancio, ed anche un grazie al Papa, che ha fatto giustizia verso la messa di sempre… “Direi buono. In Europa la risposta è stata positiva, in altre nazioni europee lo stesso, negli Usa uguale. Insomma, direi bene. Ovviamente ci vuole tempo, ma gradualmente siamo soddisfatti”. Eppure il provvedimento papale aveva fatto storcere il naso a qualcuno anche all’interno della Chiesa… “Certo, il ritorno del rito gregoriani, detto di San Pio V, fa paura. Ma non si può pensare di eliminare il passato.
La pubblicazione del provvedimento è stata rinviata molte volte per colpa delle forze ostili moderniste, e di alcune conferenze episcopali. Insomma, un duro colpo dopo 40 anni di dittatura del Novus Ordo”. Lei ha parlato di resistenze di alcuni Vescovi.. “Certo. Ma il vero problema è un altro.
Cioè che le Conferenze Episcopali hanno preso il sopravvento sui singoli vescovi locali che, per paura o per quieto vivere, si conformano a quanto affermano le singole conferenze episcopali ed abbozzano”.
Novus Ordo, e abusi liturgici, ci vuole elencare i più gravi?
“Con il nuovo messale molti sacerdoti, erroneamente, hanno ritenuto di poter fare della liturgia quello che volevano, ergendosi a protagonisti. Basta rispettino le rubriche e non facciano i saputelli inventando cose che non esistono. La Messa non è loro proprietà”.
Dilaga la moda dell’applauso nelle messe.. “Me lo lasci dire, di applausi non se ne può più. Io non capisco a chi o che cosa applaudano sacerdoti e fedeli.
La Messa non è il teatro.
Insomma sia chi applaude, sia chi si lascia trasportare, liturgicamente è un ignorante”.
Il ruolo dei laici..
“Stiano al loro posto. Qui viene in ballo il ruolo dei ministri straordinari della comunione. Per pigrizia alcuni sacerdoti lasciano far loro quello che vogliono. I sacramenti li devono amministrare solo quando è strettamente necessario, non purifichino il calice e stiano fuori dal presbiterio”.
Qualcuno ha parlato di protestantizzazione del clero..
“Il tema fu già sollevato da un cardinale nel 1995. Ma non vi è dubbio che la rilassatezza sia teologica, che liturgica porta a questo”.
I funerali e gli elogi ai defunti… “Dunque. Non capisco perché si debba elogiare il morto. Lo si affidi alla misericordia di Dio. A proposito di funerali, credo che bisognerebbe riconsiderare alcune cose. La messa funebre del suicida è stata ammessa per il principio della misericordia divina, ma sia sobria e non in pompa magna. Per questo io protestai in occasione della messa funebre di Gardini. Insomma, messa d’accordo, ma almeno non la faccia il Vescovo”. Le piace la parola assemblea? “No. Bisogna evitarla. Sa di protestante”.
Ecumenismo.. “Non sono contro in sé. Ma chiedo che i protestanti si convertano .Vengano verso di noi. Poi questo ecumenismo mi sembra strano. Tanta disponibilità, anche apprezzabile, verso alcune confessioni e chiusura verso la fraternità di San Pio X che, in linea teologica e liturgica, rappresenta bene la dottrina della Chiesa. Mi dispiace dirlo, ma certi Vescovi che si sono ribellati al Motu Proprio del Papa sono pari allo scomunicato Lefebvre e mi faccia usare prudenza”.
Rubrica a cura di Bruno Volpe
[Modificato da Ghergon 14/09/2008 21:48]
"Ciascuno deve salvare non solamente la propria anima ma anche tutte le anime che Dio ha posto sul suo cammino.
Suor Lucia Dos Santos
TURRIS EBURNEA
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