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Vangelo del giorno

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    LiviaGloria
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    00 26/04/2010 20:54



    Lunedì della IV settimana di Pasqua : Jn 10,1-10
    Meditazione del giorno

    Teodoro di Mopsuestia ( ?-428), vescovo di Mopsuestia in Cilicia e teologo / Commento su Giovanni ; CSCO 115-116

    « Chi entra per la porta, è il pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce »

    Il guardiano di questo ovile, è il beato Mosè, che lo stabilì sui precetti della Legge per permettere a coloro che conducono la loro esistenza secondo queste norme di vivervi al sicuro. Il pastore... conduce gli uomini come delle pecore ai pascoli della retta dottrina, mostrando loro il cibo delle parole, quelle di cui devono nutrirsi prima, quelle di cui devono nutrirsi dopo. Mostra loro quale è il senso profondo di queste parole, come occorre capire le Scritture, e anche da quali dottrine ci si deve allontanare, dottrine che altri forse insegneranno per ingannarli, per la dispersione delle pecore...

    «Ricerchiamo dunque, dice il Signore ai farisei, chi, di voi o di me, entra per la porta prescritta dalla Legge, chi compie con zelo i precetti della Legge, a chi Mosè, guardiano dell'ovile, apre veramente la porta, a chi concede lode e onore a motivo delle sue opere, chi viene dichiarato vero pastore. Se nel suo libro Mosè fa l'elogio di chi compie le precetti della Legge, certamente il compimento di questi precetti non si trova in voi bensì in me...

    «Senza fare nulla di ciò che è utile alle pecore, ricercate solo il vostro vantaggio. Per questo motivo, non avete nessuna autorità per cacciare qualcuno... Io, a buon diritto e a giusto titolo, sono chiamato pastore, poiché prima ho osservato la Legge con cura; poi sono entrato per la porta prescritta dalla Legge, che mi è stata mostrata dal guardiano in persona; in fine ho compiuto con zelo quanto occorre fare per il bene delle pecore.»





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    [Modificato da LiviaGloria 26/04/2010 20:55]
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    00 02/05/2010 10:41



    V Domenica di Pasqua - Anno C : Jn 13,31-33#Jn 13,34-35
    Meditazione del giorno
    Beata Teresa di Calcutta (1910-1997), fondatrice delle Suore Missionarie della Carità
    A Simple Path (Un Cammino tutto semplice)

    « Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri »

    Dico spesso che l'amore comincia a casa. C'è prima la famiglia, poi la propria città. È facile pretendere di amare coloro che sono lontano, ma molto meno facile è amare coloro che vivono con noi o accanto a noi. Diffido dei grandi progetti impersonali, perché solo conta ogni persona. Per riuscire ad amare qualcuno, bisogna rendersi vicino a lui. Tutti hanno bisogno di amore. Ognuno di noi ha bisogno di sapere che conta per gli altri e che ha un valore inestimabile agli occhi di Dio.

    Cristo ha detto : « Come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri ». E anche : « Ciò che fate a uno solo di questi miei fratelli umani più piccoli, lo fate a me » (Mt 25, 40). In ogni povero, amiamo lui, e ogni uomo sulla terra è povero di qualche cosa. Egli ha detto « Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ero forestiero e mi avete ospitato » (Mt 25, 35). Ricordo spesso alle mie sorelle e ai nostri fratelli che la nostra giornata è fatta di ventiquattro ore con Gesù.





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    00 22/05/2010 12:20



    Sabato della VII settimana di Pasqua : Jn 21,20-25
    Meditazione del giorno
    Santa Teresa d'Avila (1515-1582), carmelitana, dottore della Chiesa
    Poesie « Vuestra soy, para vos nací »

    « Se voglio che egli rimanga finché io venga, che importa a te ? Tu seguimi »

    Sono tua, per te sono nata,
    Cosa vuoi fare di me?

    Maestà sovrana
    Eterna Sapienza,
    Bontà benevolentissima per la mia anima,
    Tu, Dio, Altezza, Essere unico, Bontà,
    Vedi la bassezza,
    di colei che ti canta oggi il mio amore.
    Cosa vuoi fare di me?

    Sono tua, poiché mi hai creata,
    Tua, poiché mi hai riscattata,
    Tua, poiché mi sostieni,
    Tua, poiché mi hai chiamata,
    Tua, poiché mi hai aspettata
    Tua, poiché non mi sono persa
    Cosa vuoi fare di me?

    Cosa vuoi dunque, Signore benevolentissimo,
    Che faccia un così vil servo?
    Quale missione hai data
    A quello schiavo peccatore?
    Eccomi, mio dolce amore,
    Dolce amore, eccomi.
    Cosa vuoi fare di me?

    Ecco il mio cuore,
    Lo depongo nella tua mano,
    Con il mio corpo, la mia vita, la mia anima,
    le mie viscere e tutto il mio amore.
    Dolce Sposo, mio Redentore
    Per essere tua, mi sono offerta,
    Cosa vuoi fare di me?

    Dammi la morte, dammi la vita,
    La salute o la malattia.
    Dà l’onore o il disonore,
    La guerra o la grandissima pace,
    La debolezza o la forza piena
    A tutto ciò, dico di sì:
    Cosa vuoi fare di me?

    Sono tua, per te sono nata,
    Cosa vuoi fare di me?





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    Sabato della III settimana delle ferie del Tempo Ordinario : Mc 4,35-41
    Meditazione del giorno
    Silvano (1886-1938), monaco ortodosso
    In Sofronio, Staret Silvano

    « Perché avere paura ? »

    Il 14 settembre 1932, sul Monte Athos, successe un violento terremoto. Si verificò nella notte, durante la vigilia della festa dell'Esaltazione della Santa Croce. Stavo nel coro di fianco al Padre priore, il quale stava proprio accanto al posto dove di solito confessava. Un mattone venne a staccarsi dal soffitto e cadde proprio in questo punto insieme a molti calcinacci. Prima, fuì un po' spaventato, ma rapidamente mi calmai e dissi al priore : « Ecco che il Signore misericordioso vuole che ci pentiamo. »

    Guardammo verso gli altri monaci, giù nella chiesa e nel coro : Erano pochi ad avere paura ; circa sei monaci uscirono dalla chiesa, gli altri rimasero a loro posto, e la vigilia proseguì secondo il suo solito ordine, e così tranquillamente come se non fosse successo niente. Pensai : « Quanto abbondante è la grazia dello Santo Spirito nei monaci. » Infatti, mentre succedeva un così violento terremoto, e l'immenso edificio del monastero tremava, la calce cadeva, i lampadari, le lampade a olio e i candelabri oscillavano, e nel campanile, le campane suonavano – anzi la grande campana batté un colpo a causa della violenza delle scosse – loro, invece, stavano tranquilli. E pensavo : « L'anima che ha conosciuto il Signore non teme nulla, eccetto il peccato, e sopratutto il peccato di superbia. Sa che il Signore ci ama. E se ci ama, cosa possiamo temere ? »





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    [Modificato da Heleneadmin 29/01/2011 16:06]
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    00 14/02/2011 21:34
    Santi Cirillo monaco e Metodio vescovo, Patroni d'Europa, festa : Lc 10,1-9
    Meditazione del giorno
    Giovanni Paolo II, papa dal 1978 al 2005
    Ut unum sint, 19 - © Libreria Editrice Vaticana

    Santi Cirillo e Metodio, apostoli degli slavi

    La dottrina deve essere presentata in un modo che la renda comprensibile a coloro ai quali Dio stesso la destina. Nell'Epistola enciclica Slavorum apostoli, ricordavo come Cirillo e Metodio, per questo stesso motivo, si adoperassero a tradurre le nozioni della Bibbia e i concetti della teologia greca in un contesto di esperienze storiche e di pensiero molto diversi.

    Essi volevano che l'unica parola di Dio fosse « resa così accessibile secondo le forme espressive, proprie di ciascuna civiltà ». Compresero di non poter dunque « imporre ai popoli assegnati alla loro predicazione neppure l'indiscutibile superiorità della lingua greca e della cultura bizantina, o gli usi e i comportamenti della società più progredita, in cui essi erano cresciuti ». Essi mettevano così in atto quella « perfetta comunione nell'amore [che] preserva la Chiesa da qualsiasi forma di particolarismo o di esclusivismo etnico o di pregiudizio razziale, come da ogni alterigia nazionalistica ».

    Cirillo, in punto di morte, pregava così : « Signore Dio, fa' crescere la tua Chiesa, e raduna tutti gli uomini nell'unità ; stabilisci i tuoi eletti nella concordia della vera fede e della retta confessione di fede : fa' penetrare le tue parole nel loro cuore affinché si consacrino a ciò che è buono e ti è gradito. »





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