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Archeologia

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    LiviaGloria
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    00 30/08/2010 18:51
    Archeologia biblica: nuove conferme per l’Antico Testamento.
    In Famosi credenti, cristiani, cattolici, Libri consigliati e letteratura e fede, Storicità cristianesimo e Archeologia biblica on 4 agosto 2010 at 01:14

    Har Karkom, in ebraico “Monte Zafferano”, è una montagna ricca di santuari e luoghi di culto eretti nei millenni da diverse popolazioni, accanto ad altari, circoli di steli, menhir, sepolture, grandi disegni di pietre riconoscibili solo dal cielo, incisioni rupestri ecc…il tutto nel cuore del deserto in cui avvenne la fuga dei figli d’Israele dall’Egitto: il Negev. L’archeologo Emmanuel Anati -come spiega nel libro “La riscoperta del Monte Sinai“, (ed. Messaggero Padova, 2010) – lo identifica con il monte Sinai. Un’ipotesi all’inizio aspramente osteggiata dal mondo accademico, oggi accolta da buona parte degli archeologi e dei biblisti come molto probabile. Una scoperta che, se confermata definitivamente, rivoluzionerà gran parte delle “conoscenze” ereditate dalla tradizione. Avvenire intervista l’archeologo: «Dopo 30 anni di spedizioni abbiamo rilevato 1.300 siti e milioni di reperti che testimoniano culti religiosi e centinaia di accampamenti di uomini che si fermarono ai piedi di quella montagna. Proprio come racconta l’Antico Testamento. Il luogo fu sacro da quando l’homo sapiens ci mise piede (il più antico santuario risale a 40mila anni fa), ma tra il 4000 e il 2000 a.C., nell’antica età del Bronzo, c’è una vera esplosione di sacralità: in altre parole, quando il popolo di Israele arriva qui e vi adora il Dio della Bibbia. In tutto il Negev non esiste una sola montagna con una così rilevante evidenza archeologica, per non parlare della impressionante corrispondenza tra quanto la Bibbia narra e quanto abbiamo trovato ad Har Karkom». L’archeologo spiega così le reazioni critiche avute in passato: «Le scoperte dimostrano che l’esodo avvenne 800 anni prima rispetto a quanto sostiene l’esegesi in voga da due secoli. La tradizione, cioè, poneva l’esodo nel 1200, invece oggi sappiamo che avvenne tra il 2200 e il 2000». Tutto questo «dimostra che Esodo, Deuteronomio e Numeri non sono mito, e la narrazione biblica va a innestarsi nella storia. Ora un immenso patrimonio di reperti, chiuso in casse nei magazzini in Israele, attende solo di essere studiato da antropologi, storici delle religioni, teologi, esegeti e archeologi, che finalmente vedono coincidere i loro dati senza più contraddizioni».


    antiuaar.wordpress.com/2010/08/04/archeologia-biblica-nuove-conferme-per-lantico-tes...
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    LiviaGloria
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    00 02/10/2010 18:18
    antiuaar.wordpress.com/2010/09/27/scienza-il-racconto-biblico-della-divisione-delle-acque-e-atte...
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    Heleneadmin
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    00 08/02/2011 12:35
    trovata probabilmente la tomba del biblico profeta Zaccaria
    www.uccronline.it/2011/02/07/archeologia-trovata-probabilmente-la-tomba-del-biblico-profeta-z...
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    Heleneadmin
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    00 08/02/2011 12:40
    Qumràn
    www.christianismus.it/modules.php?name=News&new_topic=6


    www.laportadeltempo.com/Archeologia%20Biblica/archbibl_15...


    digilander.libero.it/Hard_Rain/7Q5/7Q5_1.htm


    digilander.libero.it/Hard_Rain/7Q5/7Q5_6.htm
    [Modificato da Heleneadmin 08/02/2011 12:47]
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    Heleneadmin
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    Gli apocrifi
    www.christianismus.it/modules.php?name=News&new_topic=8
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    Archeologia Biblica
    www.laportadeltempo.com/Archeologia%20Biblica/archeologia_biblica_i...
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    Heleneadmin
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    00 15/02/2011 17:13
    Fonte: notizie.interfree.it/cgi-bin/desc.cgi?id=147357

    Data: 28/01/2008

    scoperto sigillo esilio ebrei a babilonia



    Gerusalemme, 28 gen. - (Adnkronos) - Un'eccezionalescoperta archeologica in Israele conferma un racconto della Bibbia: a Gerusalemme e' stato ritrovato infatti un sigillo del primo Tempio, che reca l'iscrizione "Temech", risalente a circa 2.500 anni fa. Secondo l'Antico Testamento, che ne parla nel Libro di Neemia , la famiglia israelita Temech faceva parte del servizio di sacerdoti del Tempio, deportata poi a Babilonia dopo la distruzione del sacro edificio nel 586 a.C. e quindi rientrata dall'esilio a Gerusalemme al termine della cattività inflitta dal re Nabucodonosor.

    Il sigillo in pietra nera e' tornato alla luce in mezzo a macerie stratificate nello scavo in atto subito fuori delle mura della Citta' Vecchia, vicino alla Porta dell'Immondizia. La scoperta e' stata annunciata dall'archeologa israeliana Eilat Mazar, che dirige lo scavo e insegna all'Universita' ebraica di Gerusalemme, al ''Jerusalem Post''. Il sigillo, acquistato a Babilonia e datato 538-445 a.C, raffigura una comune e popolare scena di culto, spiega Mazar. Sul sigillo ellittico di 2,1 x 1,8 cm sono incise le figure di due sacerdoti barbuti, in piedi ai due lati di un altare di incenso, con le mani levate in posizione di preghiera. Un quarto di luna, simbolo del principale dio babilonese Sin, appare in cima all'altare. Sotto questa scena, dice Mazar, ci sono tre lettere ebraiche che formano il nome Temech.
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    Heleneadmin
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    00 15/02/2011 17:14
    www.laportadeltempo.com/Archeologia%20Biblica/archbibl_05...

    Fonte: www.int.iol.co.za/index.php?set_id=1&click_id=588&art_id=nw2007060422110837...

    Data: 05.06.07



    RIVELATO MANOSCRITTO DELL’ANTICO TESTAMENTO



    Gerusalemme – Un antico manoscritto del Nuovo Testamento, di circa 1 300 anni or sono è stato finalmente esposto per la prima volta, dopo essere passato da una camera segreta della sinagoga del Cairo alle mani di un collezionista americano.

    Il manoscritto, contenete la sezione dei “Canti del Mare” del Libro dell’Esodo, si data al VII d.C., e proviene da quelle che gli studiosi chiamano “l’era silente” – un periodo di 600 anni tra il III e l’VIII secolo dal quale nessun manoscritto è pervenuto a noi.

    Si trova attualmente esposto per la prima volta al Museo Israeliano di Gerusalemme.

    La pergamena si ritiene essere stata lasciata alla Genizah del Cairo, un ampio deposito di manoscritti ebrei, scoperti verso la fine del 1800. In una sala precedentemente sconosciuta dell’antica Sinagoga di Ben Ezra del Cairo. È stata in mani private fino alla fine degli anni ’70, quando il suo proprietario, americano ma libanese di nascita, lo ha offerto alla Sezione Manoscritti, Libri Rati e Collezioni Speciali della Duke University.

    [Modificato da Heleneadmin 15/02/2011 17:15]
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    Heleneadmin
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    00 15/02/2011 17:20
    Fonte: www.tio.ch/

    Data: 05.12.06


    Torna alla luce sarcofago di San Paolo apostolo



    CITTA' DEL VATICANO - Nuovi dati di ricerca confermano che è effettivamente la tomba di San Paolo apostolo il sarcofago portato alla luce dagli scavi archeologici sotto la basilica romana di San Paolo Fuori le Mura, condotti dagli archeologi dei Musei Vaticani. Sotto l'altare maggiore è stato infatti trovato un sarcofago di età romana, esattamente sotto l'epigrafe "Paulo apostolo mart", da sempre visibile alla base dell'altare.

    I lavori che hanno condotto all'importante scoperta storica saranno presentati nei prossimi giorni in Vaticano: lunedì alle 11:30, nella sala stampa della Santa Sede, è prevista una conferenza stampa cui interverranno il cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, arciprete di San Paolo fuori le Mura, l'archeologo Giorgio Filippi, direttore degli scavi, e l'ingegner Pier Carlo Visconti, delegato per l'amministrazione della basilica. Verrà dato conto, a livello scientifico, degli esiti degli ultimi itinerari di ricerca.

    Il sarcofago, sul coperchio, ha un buco di una decina di centimetri tappato sul fondo solo da un po' di malta. Si tratta di una feritoia concepita all'epoca per mettere in comunicazione le reliquie con l'altare, ma anche per introdurre pezzi di tessuto che a contatto con la salma diventavano a loro volta reliquie.

    "Quello che abbiamo scoperto è un sarcofago o un contenitore di reliquie - aveva commentato Filippi all'epoca del ritrovamento, quando già emergeva con tutta probabilità che si trattasse della tomba di San Paolo. Siamo certi che nel 390, all'epoca dell'ampliamento della basilica costantiniana da parte dei tre imperatori Teodosio, Valentiniano II e Arcadio, fosse ritenuto dell'apostolo Paolo".

    www.laportadeltempo.com/Archeologia%20Biblica/archbibl_05...
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    00 15/02/2011 17:23
    Fonte: www.haaretzdaily.com

    Data: 18.11.05


    RARO SIGILLO RECANTE L’IMMAGINE DI GESÙ TROVATO A TIBERIADE



    Un raro sigillo ritraente l’immagine di Gesù da un lato è stato scoperto ad uno scavo archeologico presso l’antica città di Tiberiade.

    L’altro lato del sigillo, che si data al VI secolo, ritrae una croce e reca l’iscrizione “Christos”. Il sigillo è stato scoperto da due volontari, impiegati delle Ambasciate Inglese e Americana.

    Il Prof. Yizhar Hirschfeld dell’Università Ebraica di Gerusalemme, che dirige lo scavo, ha dichiarato che il sigillo sembrerebbe appartenere ad un ufficiale ecclesiastico di alto rango, e indicherebbe che la chiesa di Tiberiade era “più forte di quanto pensato finora.”

    www.laportadeltempo.com/Archeologia%20Biblica/archbibl_18...
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    00 15/02/2011 17:25
    Fonte: notizie.virgilio.it/
    Data: 04.11.05

    La più antica chiesa Cristiana

    This picture taken on Oct. 31, 2005 and released by the Israeli Antiquities Authority shows a mosaic with writing in ancient Greek with references to Christ, on the floor of what is believed to be the oldest church in Israel that was recently discovered in the grounds inside the Megiddo prison, near the biblical site of Armageddon, in central Israel and reported by Israel's Channel 2 TV Saturday Nov. 5, 2005. The ruins are believed to date back 1,700 years, and include references to Jesus and images of fish, the report said. Archaeological experts quoted in the story said it was the largest church ever discovered in the holy land, and could perhaps turn out to be the oldest church in the world.(AP Photo/Israel Antiquities Authority)Gerusalemme, 4 nov. (Ap) - Sotto le fondamenta della prigione di Megiddo, il sito biblico di Armageddon (Megiddo nel Vecchio Testamento, Armageddon nel Nuovo testamento), sono stati scoperti i resti della più antica chiesa cristiana in terra di Israele.

    Secondo la televisione Channel 2, che ha dato notizia dell'importante ritrovamento, le rovine risalgono a 1.700 anni fa e includono riferimenti a Gesù e immagini di pesci, antico simbolo della cristianità.

    InformazxA Megiddo, considerato il diamante della corona dell'archeologia biblica, i primi scavi archeologici risalgono addirittura all'inizio del secolo scorso.
    L'importanza della località biblica ha fatto sì che venisse scelta quale luogo per ospitare il primo storico incontro, nel 1964, tra un pontefice, Paolo VI, con il presidente israeliano, Zalman Shazar e il premier Levi
    Eshkol.

    www.laportadeltempo.com/Archeologia%20Biblica/archbibl_04...
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    Heleneadmin
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    00 01/07/2011 23:38
    www.uccronline.it/2011/06/12/ricerca-genetica-conferma-lantico-testamento-gli-ebrei-in-contatto-con-gli-a...

    Un team di genetisti dell’Harvard Medical School ha recentemente analizzato 6.529 genomi individuali, in rappresentanza delle 107 diverse popolazioni umane. I risultati dello studio, pubblicato sulla rivista PLoS Genetics, includono la virtuale assenza di elementi di prova del mescolamento genetico africano tra i popoli nordeuropei. Tuttavia, gli europei del sud sembrano aver subito un mescolamento genetico con gli africani 55 generazioni fa.

    L’analisi genetica ha anche scoperto che tutte le otto popolazioni ebraiche studiate contengono un 3-5% di DNA africano. Questo è stato definito «sorprendente» dagli studiosi, perché si è sempre ritenuto che la popolazione ebraica fosse stata separata da quella africana per centinaia di anni. La spiegazione che hanno dato è che ciò riflette una storia per cui molti gruppi ebraici discendono da una originaria popolazione comune mescolatasi con gli africani prima dell’inizio della diaspora ebraica dal 8° al 6° secolo a.C. E infatti si conclude: «la datazione dei dei gruppi ebraici più anziani sono in coerenza con gli eventi biblici che possono essersi verificati nella storia della popolazione ebraica».

    Si parla di coerenza perché nella Genesi si parla di Giuseppe, uno dei 12 figli di Giacobbe, il quale sposa un’africana d’Egitto (Genesi 41:45) e i suoi discendenti, compresi quelli di Efraim e Manasse, superano di numero le altre tribù d’Israele. Questi matrimoni tra ebrei e africani sono documentati anche più avanti, ad esempio nel 1.706 a.C., quando i figli d’Israele entrarono in Egitto o quando furono presi prigionieri in Assiria nel 721 a.C. ecc..

    Se dunque finora le relazioni tra i due popoli non erano ritenute storicamente accettabili, oggi abbiamo un’ulteriore conferma del fatto che nell’Antico Testamento, accanto a narrazioni metaforiche, compaiono dati storici veramente accaduti riguardanti la storia ebraica e indirettamente quella cristiana.
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    Heleneadmin
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    00 31/08/2011 20:51
    www.uccronline.it/2011/04/03/trovati-libri-dei-primi-cristiani-forse-la-piu-importante-scoperta-dellarch...

    Trovati libri dei primi cristiani, forse la più importante scoperta dell’archeologia
    3 aprile, 2011
    Una notizia sensazionale sta facendo il giro del mondo. Potrebbe essere una bufala oppure la scoperta più importante dell’archeologia, che potrebbe cambiare letteralmente la storia.

    Si tratta di 70 volumi “sigillati” formati da 15 pagine l’uno, scritti in ebraico e greco su fogli di metallo (detti per questo “libri di piombo”). Sono stati scoperti in una grotta in Giordania tra il 2005 e il 2007 da un beduino. In quella zona si rifugiarono i cristiani dopo la caduta di Gerusalemme nel 70 d.C. Un primo test metallurgico indica che alcuni dei libri potrebbe risalire al I° secolo d.C. Se la datazione verrà verificata, i libri sarebbero tra i primi documenti cristiani, anticipando gli scritti di San Paolo. Il loro valore appare dunque incommensurabile. Il Daily Mail afferma che nelle pagine ci sono infatti immagini, simboli e parole che sembrano riferirsi al Messia, e, forse, anche alla Crocifissione e alla Resurrezione.

    «Questo ritrovamento equipara, se non supera, l’importanza dei rotoli del Mar Morto», spiega Ziad al-Saad, direttore del dipartimento delle Antichità giordano. «Le prime analisi sono incoraggianti. Sembra che si tratti di una scoperta davvero significativa, forse la più importante di sempre». David Elkington, uno studioso inglese di storia antica ed esperto di archeologia religiosa, è uno dei pochi ad aver esaminato i libri e afferma che potrebbero realmente essere «la più importante scoperta della storia cristiana. E’ un pensiero mozzafiato, questi oggetti potrebbero essere appartenuti ai primi santi della Chiesa». La missione di Elkington è ora quella di evitare la diaspora dei libri sul mercato nero e di assicurarne il passaggio a un museo giordano.

    Philip Davies, professore emerito agli studi biblici della Sheffield University, ha detto alla BBC che c’è una prova potente che i libri abbiano un’origine cristiana anche perché sulle lastre di metallo appare una mappa della città santa di Gerusalemme. Ha continuato: «Non appena gli ho visti sono rimasto senza parole. Ho visto una croce in primo piano, e dietro ad essa un sepolcro, un piccolo edificio con un’apertura, e dietro ad esso le pareti della città che quasi certamente è Gerusalemme. Si tratta di una crocifissione cristiana che si svolgeva al di fuori delle mura della città»

    Il Jerusalem Post afferma che alcune fonti archeologiche israeliane non danno particolare importanza al ritrovamento, poiché appare dubbia la versione fornita dal beduino. Anche le fonti del The Telegraph non sembrano essere convinte. Eppure il fatto che siano libri di piombo gioca a favore della loro autenticità: «I cristiani -sottolinea Margaret Barker, vera e propria autorità nel campo- erano conosciuti per preferire i codici rotoli, e in particolare quella dei libri sigillati. Che facevano parte del culto della segretezza degli albori». Non a caso l’esistenza dei libri sigillati viene confermata da un passaggio dell’Apocalisse di Giovanni.

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    Heleneadmin
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    00 31/08/2011 20:52
    antiuaar.wordpress.com/2011/04/05/l%e2%80%99universita-di-oxford-conferma-i-70-libri-dei-cristiani-sono-datati-al-i%c2%b0...

    Due giorni fa davamo la notizia, quasi in esclusiva per l’Italia, della scoperta di 70 libri di “piombo” ritrovati in Giordania e probabilmente appartenuti ai primi cristiani. Mettavamo in guardia dalla possibilità di una grande bufala ma sottolineavamo anche le enormi implicazioni storiche e sociali che potrebbe avere questo ritrovamento se fosse considerato attendibile (cfr. Ultimissima 3/4/11).
    Ieri ci ha pensato La Repubblica a fare un pò di chiarezza e a definire meglio la situazione. Innanzitutto rivela che in copertina in uno dei 70 libri, composti da una decina di pagine, non ancora studiate, ci sarebbe il volto di Cristo e quindi -se partiamo da un presupposto positivo- sarebbe il primo ritratto del Messia nella storia, scoplito tra l’altro da suoi contemporanei. Si accenna che nulla è mai stato trovato di così antico sul cristianesimo e che l’importanza del ritrovamento supererebbe quella dei Rotoli di Qumran (ritrovati a 100 miglia di distanza)…(continua a leggere)
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    Heleneadmin
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    00 31/08/2011 20:57
    www.uccronline.it/2011/08/23/le-conseguenze-della-scoperta-della-tomba-dellapostolo-...

    In Ultimissima 14/8/11 riportavamo la notizia che la Missione Archeologica Italiana in Turchia, guidata da Francesco D’Andria, ha portato alla luce la tomba di San Filippo Apostolo, ennesima scoperta archeologica a conferma dell’attendibilità storica dei Vangeli.

    Alfredo Valvo, docente di Storia romana ed Epigrafia latina all’Università Cattolica di Milano, commenta su “La Bussola Quotidiana” l’importante ritrovamento: «Innanzitutto conferma della tradizione. Archeologia ed epigrafia si dimostrano una volta di più indispensabili per confermare le notizie delle fonti letterarie, prime fra tutte i Vangeli e gli Atti degli Apostoli (per quanto riguarda Filippo)». Diventa dunque certa la presenza di Filippo a Hierapolis di Frigia nell’ultima parte della sua vita. «Le notizie letterarie confermate», continua Valvo, «provengono dagli Atti di Filippo che sono testi apocrifi, cioè non riconosciuti come ispirati ma non per questo da rifiutare. Altre notizie sulla vita dell’Apostolo troviamo in Eusebio di Cesarea, storico del IV secolo, che a sua volta le mutua da Papia, vescovo di Hierapolis, vissuto fra I e II secolo e perciò quasi contemporaneo di Filippo e come tale fonte attendibile sulla vita dell’Apostolo». Filippo era di Betsaida, in Galilea, è uno dei primissimi apostoli di Gesù ed è tra coloro che vengono citati nella moltiplicazione dei pani e dei pesci (vicino al sepolcro è stato trovato un mosaico con raffigurazione di pesci), è anche tra i protagonisti del Vangelo di Giovanni e degli Atti degli Apostoli, e la scoperta della tomba conferma inoltre, ancora una volta, «che il cristianesimo, predicato a tutte le genti, all’inizio si radicò saldamente nella penisola anatolica prima che altrove. Infine la terza e forse più solida ragione per considerare la rilevante importanza del ritrovamento è una ennesima prova della continuità apostolica da Gesù in poi. Il ritrovamento troverebbe nello schietto “linguaggio” archeologico una testimonianza molto vicina al tempo in cui Cristo visse».

    Ruggero Sangalli, esperto di storia della Chiesa e archeologia sacra, aggiunge: «in questi ultimi decenni la credibilità storica cristiana ha beneficiato molte volte del lavoro degli archeologi, a danno di chi, con faciloneria mista a tendenziosità, desiderebbe tanto confinare il cristianesimo nella sezione “miti, saghe e leggende”». Cita così lo sconquassamento avvenuto in casa laicista dopo la scoperta dei Rotoli di Qumran, della scoperta della piscina dei cinque portici a Gerusalemme, delle iscrizioni di Cesarea Marittima, della croce rinvenuta sotto le ceneri di Pompei ed Ercolano ecc.. «Tutta la Tradizione», continua Sangalli, «lungi dall’essere una sfilacciata somma di fantasiose aggiunte ed interessate interpretazioni, non fa che mostrarsi radicata in precisi fatti che l’hanno determinata fin dalle origini del cristianesimo».