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Dimissioni d' élite

Ultimo Aggiornamento: 20/03/2024 19:45
26/03/2013 19:29
 
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Marò, il ministro Terzi si dimette:“Contrario al loro ritorno in India”. Gelo di Monti, il Colle: gesto irrituale

Il ministro riferisce alla Camera:«Voglio salvare l’onore del Paese, la Farnesina non ha agito in modo autonomo trattenendoli in Italia». Di Paola: «Valutazioni sue, non del governo, facile lasciare la nave»



26/03/2013

Il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, ha annunciato le proprie dimissioni, un gesto che ha spiegato con la sua contrarietà alla decisione di far rientrare i marò in India e «a salvaguardia della onorabilità del nostro Paese, delle forze armate e della diplomazia italiana». Domani, sul caso riferirà in aula alla Camera e al Senato anche il premier Mario Monti che ha preso atto «con stupore» della decisione del titolare della Farnesina, che proprio questa mattina aveva incontrato con il ministro della Difesa Di Paola per la messa a punto dell’informativa del governo.

IL DISCORSO
«Mi dimetto in disaccordo con la decisione di rimandare i marò in India - ha spiegato in aula Terzi - Le riserve da me espresse non hanno prodotto alcun effetto e la decisione è stata un’altra». E ancora ha insistito: «Da ministro ho espresso serie riserve alla repentina decisione di trasferire in India il 22 marzo i due militari, ma la mia voce è rimasta inascoltata. Mi dimetto perché solidale in modo completo con i nostri marò e con le loro famiglie», ha aggiunto nel corso della sua relazione alla Camera sul caso dei fucilieri in attesa di giudizio a New Delhi. «Ho atteso fino a oggi perché volevo venire qui in Parlamento come sede della sovranità popolare - ha insistito -. Ed è risibile e strumentale pensare che la Farnesina abbia agito autonomamente. Sulla vicenda Terzi ha affermato di aver dato «informazioni a tutte le autorità di governo sugli aspetti critici del negoziato con l’India, d’accordo sulla decisione di trattenere in Italia i marò. La linea del governo è stata approvata da tutti l’8 marzo». «Da uomo delle istituzioni per 40 anni, mai avrei agito in modo autoreferenziale», ha aggiunto il titolare della Farnesina. Secondo Terzi, l’accusa nei confronti di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone «non è mai davvero stata suffragata da prove e testimonianze attendibili» mentre i due fucilieri «negano ogni addebito».

DI PAOLA SFIDA IL COLLEGA
Subito dopo Terzi nell’aula della Camera è la volta del ministro Giampaolo Di Paola: «Non abbandonerò la nave in difficoltà. Sarebbe facile dimettermi ora, ma non lo farò » ha dichiarato il capo della Difesa precisando che sul caso «le valutazioni di Terzi non sono quelle del governo». Lo scontro con il collega è aperto e davanti ai deputati usa parole durissime. «Le istituzioni sono al di sopra di tutto, anche delle emozioni dei ministri - ha detto -. Ho agito nel rispetto di una decisione collegiale che mi ha lacerato emotivamente, ma le decisioni collegiali del governo si rispettano e si onorano. Sarebbe facile per me annunciare di dimettermi, sarebbe facile oggi lasciare la poltrona che comunque a breve lascerò al nuovo ministro che arriverà. Sarebbe facile, no cost, ma non sarebbe giusto e non lo farò».

LO SCONCERTO DI MONTI E NAPOLITANO
La decisione di Terzi ha creato non poco stupore, soprattutto nell’esecutivo Monti. Il Professore per primo sottolinea che «le valutazioni espresse alla Camera dal ministro non sono condivise dal governo, come ha dichiarato Di Paola». Il premier incontrerà a breve il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha definito «irrituali» le dimissioni del titolare della Farnesina, delle quali non era stato avvisato in precedenza. Questa mattina, prima del suo intervento in Parlamento sulla vicenda dei maro’, a quanto riferiscono alcune fonti, Terzi aveva concordato con Quirinale e Palazzo Chigi una versione del discorso differente da quella poi effettivamente pronunciato. In particolare, tra l’altro, nella versione concordata non ci sarebbe stato il passaggio in cui Terzi sostiene di essere stato «contrario a rimandare in India i maro’, ma la mia voce è rimasta inascoltata».

IL GRIDO DELLA MOGLIE DI GIRONE
«Riportate a casa mio marito». Nel corso del dibattito in aula alla Camera, Giovanna Ardito, moglie di Salvatore Girone, che seguiva la seduta dalle tribune di Montecitorio, ha urlato la sua rabbia verso l’emiciclo. Oltre a lei, in tribuna era presente anche Franca Latorre, sorella dell’altro fuciliere italiano Massimiliano.

www.lastampa.it/2013/03/26/italia/politica/maro-terzi-ricostruzioni-fantasiose-CMVDLjDvDIOO5rYCjazDUN/pag...
[Modificato da wheaton80 26/03/2013 19:31]
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