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La denuncia dell’Onu: «Le politiche del Vaticano hanno permesso abusi su bambini»

Ultimo Aggiornamento: 10/03/2024 05:30
07/02/2014 15:53
 
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ROMA - Pesante atto d’accusa della commissione Onu per i diritti dei minori nei confronti del Vaticano a proposito dei preti pedofili. In un durissimo rapporto di sedici pagine (http://www.corriere.it/Pop-up/pdf/pop_pdf.shtml?2014/CRC_C_VAT_CO_2_16302_E&La%20relazione%20sulla%20pedofilia%20in%20Vaticano), l’organismo delle Nazioni Unite denuncia le politiche della Santa Sede che hanno permesso a religiosi di abusare sessualmente di decine di migliaia di bambini e ragazzi. E chiede “l’immediata rimozione” dei responsabili di quegli atti, che dovrebbero essere “consegnati” alle autorità civili, oltre all’apertura degli archivi sui pedofili e sugli uomini di chiesa che hanno coperto i loro crimini. Affinché non ci fossero dubbi, il presidente del Comitato Onu per i diritti dei bimbi Kristen Sandberg, precisava poi che il Vaticano ha violato la convenzione per i diritti dei minori.

LA REPLICA DEL VATICANO -
Dopo oltre due ore, e con una risposta che sembrava rivelare anche un certo imbarazzo, arrivava la risposta del Vaticano. La Santa Sede, in una nota, faceva sapere che sottoporrà a «minuziosi studi e esami» nel rispetto della Convenzione, le accuse ricevute dall’Onu, ma che vede in «alcuni punti» delle Osservazioni ricevute oggi un «tentativo di interferire nell’insegnamento della Chiesa cattolica sulla dignità della persona umana e nell’esercizio della libertà religiosa». Il Vaticano poi, sempre nella nota, spiegava che:«La Santa Sede reitera il suo impegno a difesa e protezione dei diritti del fanciullo, in linea con i principi promossi dalla Convenzione sui diritti del fanciullo e secondo i valori morali e religiosi offerti dalla dottrina cattolica».

«CAMBIARE IL DIRITTO CANONICO» -
Il rapporto Onu è stato redatto dopo un’indagine condotta il mese scorso con audizioni pubbliche di alti esponenti della Santa Sede. Al punto 14 Il Comitato raccomanda alla Santa Sede una completa revisione del suo assetto normativo, in particolare il Codice di diritto Canonico in modo di assicurare una completa aderenza alla Convenzione Onu per la protezione dei bambini. Perché come il Comitato scrive a pagina 10, «gli abusi sessuali dei bambini non sono “delitti contro la morale”, ma crimini». E raccomanda ancora un meccanismo che ad un alto livello abbia il mandato e la capacità di coordinare le normative a favore dei diritti dei bambini attraverso tutti i consigli pontifici, e le conferenze episcopali e le istituzioni religiose che sono sotto l’autorità della Santa Sede.

CARDINALE O’MALLEY - Il Rapporto chiede anche che a questo scopo siano previsti bugdet adeguati. Il Documento poi fa riferimento alla Commissione di indagine decisa da Papa Francesco lo scorso dicembre al termine del cosidetto G8 dei cardinali, annunciata dal cardinale Sean O’Malley, e sollecita il fatto che i risultati dell’indagine diventino pubblici. Chiede anche che la Santa Sede conduca delle indagini sul personale religioso che lavora nelle lavanderie di Magdalene in Irlanda e che i risultati vengano resi noti alle autorità civili. Nel documento la Santa Sede viene invitata a rivedere le proprie politiche per assicurare il rispetto dei diritti dei bambini e la loro possibilità di accedere alle cure mediche. Il comitato ha emesso il documento dopo che, come detto, a gennaio aveva interrogato esponenti del Vaticano per un giorno intero sull’implementazione della Convenzione Onu dei diritti del bambino, il principale trattato delle nazioni unite per la tutela dei minori. Nel rapporto, il comitato critica aspramente il Vaticano anche per il suo atteggiamento verso l’omosessualità, la contraccezione e l’aborto. Il Comitato dell’Onu è formato da esperti indipendenti.

05 febbraio 2014
www.corriere.it/esteri/14_febbraio_05/denuncia-dell-onu-le-politiche-vaticano-hanno-permesso-abusi-bambini-06261b24-8e53-11e3-afb4-50ae7364e5...
20/05/2014 03:00
 
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Scarano rivela i segreti dell'Apsa

SALERNO - I segreti dell’Apsa (Amministrazione del Patrimonio della Santa Sede), rivelati dall’ex capocontabile Nunzio Scarano ai giudici romani. Il monsignore, tuttora ai domiciliari per l’inchiesta sul presunto riciclaggio della Procura di Salerno, parla di situazioni imbarazzanti, di conti correnti intestati ai laici e di operazioni di aggiotaggio. Perchè l’Apsa “non è una banca ma fa le cose di un istituto di credito, ha conti di persone e distribuisce interessi facendo una sorta di raccolta (e reimpiego) risparmi oltre ad occuparsi dell’amministrazione degli utili derivanti dal patrimonio...”. Ma come sono selezionati questi clienti e come sono individuati i loro conti presso l’Apsa? “Con delle cifre, che a me non facevano vedere. Però se io torno lì so dove mettere le mani: nel senso che comprendo bene le responsabilità. So che su questi conti correnti, alcuni anche intestati ai Cardinali, c’erano degli interessi. Erano gestiti dai miei diretti superiori, poi c’era Giorgio Stoppa che era un grande manovratore di queste cose qui.. Poi con l’ultimo concistoro di Papa Ratzinger molti di quei conti furono cancellati. Trasferiti su altri istituti bancari, alcuni anche allo Ior”. “Ma come avveniva questo passaggio?”, chiede il magistrato inquirente Stefano Pesci. “Si poteva fare con un bonifico internazionale, con un assegno circolare. Una situazione non del tutto trasparente riguardo alla gestione interna del Vaticano, e il motivo per il quale io avevo chiesto anche un’ispezione e la possibilità futura di parlarne con il Santo Padre”. Scarano parla di un’operazione di aggiotaggio. “Era la vendita di operazioni o di titoli che poi venivano venduti e comprati dalla stessa amministrazione del patrimonio della Santa Sede”. Insomma, con una mano venduti e con un’altra comprati. “Sì però non ho totale contezza, perchè le carte sulla mia scrivania non sono mai arrivate. Però seppi tutto, perchè ne sentii parlare nei corridoi e rimasi molto sorpreso. Si trattava di titoli bancari”. Che subivano alterazioni per effetto del gioco d’acquisto e di vendita fatti da un banchiere (Nattino) tramite l’Apsa? “Penso di sì. Questo lo dissi al Cardinale Filoni che prese subito un provvedimento: successe il finimondo all’interno dell’Amministrazione, perchè non riuscivano a capire cosa stesse succedendo. Io praticamente ero finito nell’occhio del ciclone. E il mio superiore (Mennini), un giorno mi chiamò e mi disse: “Sappi che farò di tutto per ostacolarti e da me non ti aspettare niente di buono”. Io gli risposi: dottore, io sono qui per servire la Chiesa! Poi fui promosso al nono livello diventando capo della contabilità analitica dell’Amministrazione del Patrimonio della Santa Sede, cosa che avevo visto come non positiva... Perchè in realtà ero stato accantonato in una posizione non costruttiva”. Ma perchè furono prese delle conseguenze molto forti? “Ho documentato il Cardinale Filoni con dei fatti scritti e circoscritti”. Nel senso che venivano fatte operazioni su titoli bancari sotto mentite spoglie da un titolare di un istituto di credito che poteva avere informazioni privilegiate. “Faccio anche un ’altro esempio molto pratico - aggiunge Scarano - : io tengo 50 miliardi di euro e li tengo presso il Monte Paschi e mi dà l’1%, poi un responsabile Apsa - la cui figlia è sposata con il figlio di un direttore, un presidente di una Banca -, prende i 50 miliardi e li sposta su quell’altra banca.

A me sottobanco cosa ne viene? Questa è una delle cose che accadevano all’interno dell’Amministrazione”. Ma sono ipotesi o fatti acclarati? “Se ne parlava nei corridoi, però mai davanti al sottoscritto perchè io non sono una persona gradita”. Però - aggiunge il pm Pesci - sono due vicende: una dal contorno preciso che riguarda Nattino, poi l’altra più vaga. “L’ipotesi è tanto per dire che molte volte si cambiavano le banche e quando arrivavano le carte sulla mia scrivania di un’altra banca io chiedevo a uno dei miei colleghi (il dottore Stefano):“Ma che è successo, come mai abbiamo cambiato?”. Quindi parlavamo dei soldi Apsa che passavano da una banca all’altra”. “Ma il periodo dell’aggiotaggio a quando risale?”, incalza il sostituto procuratore. “Ma quelli ci sono sempre stati, anche quando io sono stato allontanato dal mio ufficio e messo come capo responsabile”. Ma quando l’Apsa sposta questi soldi, li sposta come Amministrazione del Patrimonio della Santa Sede. Cioè sono conti, per dire somme di denaro che sono all’attivo di conti correnti presso queste banche? “Sì, sposta i suoi fondi da una banca all’altra”. Ma allora in questi istituti di credito uno troverebbe dei conti correnti intestati all’Apsa, o no? “Allora, alcuni conti sono internazionali, tipo Londra, sono la Sopridex (o qualcosa di simile) di Parigi, poi c’è questa società in Svizzera e credo che molti fondi siano depositati presso banche svizzere e altre banche di altri Paesi e molto meno in Italia”. Ma Scarano ha mai avuto il sospetto che in questi spostamenti ci sia anche qualcuno che abbia privatamente guadagnato qualcosa? “Le operazioni avvenivano e una volta mi accorsi di qualcosa e volevo informare il Cardinale Sodano. Ma poi seppi che lui era molto amico di Giorgio Stoppa (laico, ex delegato della sezione straordinaria dell’Apsa ndr). Insomma il gioco è questo: Io sono Sodano e tengo il conto allo Ior che mi dà l’1%, Giorgio Stoppa lo chiama e gli dice, caro Sodano, vieni da me, io ti do il 2,5%. Allora Sodano che fa? Prende i soldi e li porta all’Apsa. Questo è uno scheletro da tenere nell’armadio”. Ritornando all’aggiotaggio, alterazione del prezzo o di merce... “Titoli - aggiunge Scarano - ma sono prezzi che sono caduti, hanno avuto una caduta per effetto di manovre. Erano titoli di una banca”. Ma la manovra aggiotativa in che è consistita se ad un certo punto i titoli sono caduti per effetto di vendite, insomma di operazioni artificiose? Cioè chi li ha riacquistati? “L’Apsa, ma non è stata una manovra a favore dell’amministrazione del Patrimonio. Sono stati fatti abbassare per avvantaggiare Nattino attraverso un’operazione che fanno dall’interno. Uno schermo con la collaborazione di persone che contano. Ma anche ad altre persone venivano consentite operazioni diverse come l’acquisto titoli, cambio valuta, queste cose qui. Questa è proprio una banca, perchè una cosa è gestire il Patrimonio della Santa Sede, incluso il denaro, altra cosa è fare questo tipo di operazioni".

Mario Memoli
06/05/2014
www.metropolisweb.it/Notizie/Salerno/Cronaca/scandalo_ior_scarano_rivela_segreti_a...
04/06/2014 03:14
 
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Irlanda, la fossa comune dei bimbi perduti

LONDRA - A forza di scavare, dall'Irlanda del cattolicesimo integralista affiorano orrori nuovi e più grandi. Stavolta scavare non è una metafora: l'ultimo segreto dell'Irlanda cattolica viene fuori da una fossa che potrebbe contenere fino a 800 corpi di bambini. L'hanno localizzata vicino a dove sorgeva un centro gestito da un gruppo di suore, a Tuam, nella parte nord occidentale dell'Isola di Smeraldo. Ma la brillantezza dei sui prati bagnati dalla pioggia è ora oscurata da queste altre tenebre che emergono dal passato. La chiamavano semplicemente "The House", la Casa. Era un istituto religioso in cui, tra il 1925 e il 1961, venivano ospitate le madri non sposate e i loro figli, considerati dunque illegittimi. Doveva essere un luogo di accoglienza e ristoro, in teoria, nella pratica era un luogo di soprusi e sofferenze, non dissimile dalle "lavanderie" delle Sorelle di Maddalena, l'ordine religioso al centro dello scandalo e dell'inchiesta che ha scosso l'isola, portando soltanto ora a fare giustizia e a indennizzare, perlomeno dal punto di vista monetario, le vittime che ci sono passate dentro. Ma i morti non si possono indennizzare.

Secondo il quotidiano britannico Daily Mail, che ha pubblicato ieri le indiscrezioni sulla scoperta della fossa comune, molti dei piccoli che vi vennero sepolti sarebbero morti per malattia e malnutrizione, nel più totale abbandono. I loro corpicini furono gettati all'interno di un serbatoio di cemento, senza nemmeno avere una bara e una lapide, e poi nascosti sotto terra. Poi un giorno la "Casa" è stata chiusa, è rimasta lì per un pezzo a sfracellarsi da sola, e alla fine l'hanno demolita. Da allora sono trascorsi decenni, ma solo ora si sta facendo finalmente luce su questa orrenda storia. Di voci ne erano sempre girate, su quel luogo misterioso e maledetto, c'era chi diceva che sprigionasse odori velenosi e chi sosteneva perfino di sentire voci: ma era soltanto il vento. Adesso intorno alla fossa potrebbero presto arrivare le scavatrici del governo, per iniziare a riportare in superficie i resti dei corpi e le prove del misfatto. È cominciato tutto quando i familiari di una delle piccole vittime che sarebbero state sepolte nella fossa comune hanno denunciato la scomparsa del bambino: come se fosse una "missing person", svanita nel nulla.

Ora le autorità di Dublino potrebbero finalmente aprire un'inchiesta sulla vicenda, e la chiesa cattolica discute la costruzione di un monumento per ricordare i bimbi sepolti. Si calcola che migliaia di donne coi loro figli siano passate da lì. Era il loro unico modo per sopravvivere in una società che le detestava e le isolava, solo perché erano diventate madri al di fuori del matrimonio. Le suore non erano di certo comprensive. Le "ospiti" facevano i lavori più umili in una condizione di servitù, mentre i figli, come risulta anche da un'ispezione condotta durante gli anni Quaranta, erano malnutriti ed emaciati, soggetti a tutti i tipi di malattie. Molte donne riuscivano poi ad andarsene da quel luogo e a rifarsi una vita. Ma per centinaia di bambini non è stato così. Circa 300 decessi vennero registrati soltanto fra il 1943 e il 1946, uno dei periodi più terribili per la Casa. "Le ossa sono ancora lì", afferma una storica locale, Catherine Corless, che ha scoperto i documenti sull'esistenza della fossa comune. Anche la gente del posto non risparmiava il suo odio per quelli che venivano chiamati con disprezzo "i bambini della Casa". I piccoli venivano segregati perfino dai coetanei, additati come diversi, maltrattati nella totale indifferenza. I sopravvissuti hanno continuato ad avere terribili incubi su quegli anni in cui vivevano in balia di una società crudele. Ma ora l'ultimo orrore d'Irlanda è venuto alla luce.

Enrico Franceschini
04 giugno 2014
www.repubblica.it/esteri/2014/06/04/news/irlanda_fossa_comune-8...
18/06/2014 04:05
 
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La chiesa irlandese ancora nella bufera. Dopo le fosse comuni, anche i bambini cavie

Nell’ambito dello scandalo e dell’orrore suscitati dalla notizia del rinvenimento, presso l’istituto per ragazze madri St. Mary’s di Tuam, in Irlanda, di una fossa comune contenente i resti di 800 bambini, emergono nuovi sconvolgenti fatti: più di 2mila bambini, negli anni ’30, sono stati sottoposti, in istituti cattolici e statali irlandesi, a esperimenti medici. A rivelarlo l’Irish Daily Mail (http://www.dailymail.co.uk/news/article-2650475/More-mass-baby-graves-Ireland-Prime-Minister-Enda-Kenny-orders-investigation-memorial-800-dead-babies-planned.html): tra il 1930 e il 1936, 2.051 figli di donne non sposate (spesso ostracizzate dalle famiglie) furono segretamente usati come cavie per farmaci in sperimentazione, tra cui un vaccino monodose contro la difterite prodotto dall’industria farmaceutica Burroughs Wellcome. Secondo quanto riporta lo storico Michael Dwyer, autore della scoperta, non vi sono testimonianze sugli effetti collaterali legati all’uso di questi vaccini. Dwyer, della Cork University’s School of History, ha scoperto i dati relativi alle vaccinazioni dei bambini nel corso di una ricerca su decine di migliaia di articoli di riviste mediche e di archivi. E ora avverte: «Ciò che ho trovato non è che la punta di un iceberg». Il capo del governo, Enda Kenny, ha incaricato i ministri di cercare prove dell’esistenza di ulteriori fosse comuni nel Paese: «Ho ordinato – ha detto – di verificare la portata del fenomeno e che cosa c’è dietro, per capire se si tratti di un caso isolato o se ve ne siano altri». Tra gli istituti dove questi esperimenti venivano effettuati compare Bessborough, nella contea di Cork, e la Sean Ross Abbey a Roscrea, nella contea di Tipperary, entrambe al centro dello scandalo delle fosse comuni, ma risultano implicati anche l’orfanotrofio della St. Joseph’s Industrial School for Boys, gestito dalla congregazione religiosa dei Presentation Brothers, e la St. Finnbarr’s Industrial School for Girls, delle Suore del Buon Pastore. Nel rapporto sono citati anche una scuola per bambini sordi e un orfanotrofio domenicano. I bambini nati al di fuori del matrimonio, secondo la dottrina del tempo, non potevano essere battezzati, e di conseguenza nemmeno sepolti in terra consacrata.

Che si trattasse di una prassi, quella della sperimentazione farmacologica sui piccoli, portata avanti segretamente, in modo che né il governo né le autorità locali ne venissero a conoscenza, è provato dal fatto che non ci sia traccia di questi esperimenti negli archivi degli uffici locali del Ministero della Sanità, né negli archivi dell’industria farmaceutica a Londra. Tuttavia, spiega Dwyer, «il fatto che i risultati di questi esperimenti fossero stati pubblicati sulle più autorevoli riviste mediche suggerisce che questo genere di sperimentazione umana fosse ampiamente accettata dai medici e agevolata dai vertici delle istituzioni residenziali infantili». Sgomento è stato espresso dagli attuali vertici della Burroughs Wellcome, che ora si chiama Gsk. «Le attività descritte risalgono a più di 70 anni fa e se è tutto vero, sono sconvolgenti. Avremmo bisogno di ulteriori dettagli per indagare su ciò che è davvero accaduto, ma le pratiche emerse certamente non riflettono i protocolli delle moderne sperimentazioni cliniche». Una portavoce delle suore del Sacro Cuore di Gesù e Maria, la congregazione che gestiva l’istituto di Bessborough e l’abbazia Sean Ross, ha detto che un’inchiesta indipendente sarebbe accolta con favore. La Conferenza episcopale irlandese, riunita nella propria assemblea estiva a Maynooth, ha pubblicato una dichiarazione sulla creazione, da parte delle autorità di governo, di una commissione d’inchiesta sugli istituti per ragazze madri. A proposito delle rivelazioni emerse, i vescovi parlano di uno «shock» per il popolo irlandese. «Ci viene ricordato un tempo – scrivono – in cui le madri non sposate erano spesso giudicate, stigmatizzate e rifiutate dalla società e dalla Chiesa. Questa cultura di isolamento e di ostracizzazione sociale era dura e spietata»; «chiediamo perdono per il dolore causato dalla Chiesa in quanto parte di questo sistema». Di qui il pieno appoggio dei vescovi alla Commissione istituita dal governo: «Dobbiamo scoprire di più su questo periodo della nostra storia sociale e considerare l’eredità che ci ha lasciato come popolo. Soprattutto dobbiamo consentire a chi ne è stato direttamente colpito di ricevere riconoscimento e appoggio adeguato». Per questo motivo, i vescovi esortano «tutti coloro che hanno avuto una qualche responsabilità per aver creato, gestito o supervisionato gli istituti o le agenzie per l’adozione, a fornire qualsiasi documentazione o informazione che possa essere di aiuto. Noi lavoreremo a livello locale per garantire che i luoghi di sepoltura siano opportunamente contrassegnati, in modo tale che i defunti e le loro famiglie siano riconosciuti dignitosamente e non siano mai dimenticati».

Ludovica Eugenio
18 giugno 2014
www.adistaonline.it/index.php?op=articolo&id=54015
09/07/2014 00:47
 
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Vittoria di Papa Francesco: Ior abbandona investimenti

ROMA (WSI) - Lo Ior dismetterà presto le proprie attività di investimento per trasformarsi in un'istituzione prevalentemnte dedicata ai servizi di pagamento per la Chiesa Romana Cattolica. Lo riferiscono fonti vaticane. I dettagli del ridimensionamento saranno annunciati domani dal cardinale australiano George Pell, che presiede il segretariato all'Economia, istituito quest'anno per supervisionare le finanze vaticane e arginare gli scandali che hanno messo in imbarazzo la Chiesa per decenni. Le fonti spiegano che l'uomo d'affari francese Jean-Baptiste de Franssu dovrebbe essere nominato nuovo capo della banca, prendendo il posto del tedesco Ernst von Freyberg, in procinto di lasciare dopo aver avviato le riforme principali. In base ai cambiamenti attesi, lo Ior non avrà più funzioni di asset management e la sua competenza sarà limitata alla fornitura di servizi di pagamento e consulenza finanziaria ad ordini religiosi, associazioni di beneficienza e impiegati del Vaticano. Gli asset della Santa Sede, nelle attese, saranno gestiti da un dipartimento di nuova creazione. La radicale ristrutturazione della Banca sarà annunciata all'indomani della pubblicazione dei risultati 2013, che saranno presentati oggi. I nuovi regolamenti della banca dovrebbero rendere quella del presidente una posizione a tempo pieno, legata alla residenza. Freyberg, che è stato nominato l'anno scorso in un una delle ultime decisioni prese da Papa Benedetto XVI prima delle sue dimissioni, si divideva tra la Germania e Roma.

8 luglio 2014
www.wallstreetitalia.com/article/1709363/vittoria-di-papa-francesco-ior-abbandona-investime...
22/07/2014 14:28
 
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Vaticano, un tesoro da 10 miliardi

“Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarme e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore”, ammonisce Gesù nel Vangelo secondo Matteo. Da duemila anni, sostengono gli anticlericali, Santa Romana Chiesa ha sempre interpretato la parabola a modo suo: infischiandosene altamente. Se il denaro è lo sterco del diavolo, in Vaticano sembra valere invece il detto “pecunia non olet”: lingotti e monete d’oro, banconote di ogni valuta, proprietà immobiliari sterminate sono state ammucchiate nei secoli da preti, vescovi e cardinali, e la ricchezza ha assunto proporzioni bibliche. Se è quasi impossibile quantificarla con esattezza, “l’Espresso” ha letto una mole significativa di documenti top secret e può oggi fare luce per la prima volta su una parte importante del tesoro di Dio e sulla guerra interna che si sta combattendo per metterci le mani. Spulciando una relazione segreta della Cosea, la dissolta Commissione referente sull’organizzazione della struttura economica del Vaticano, si scopre, per esempio, che «le varie istituzioni vaticane gestiscono i propri asset e quelli di terzi a un valore dichiarato di 9-10 miliardi di euro, di cui 8-9 miliardi in titoli, e uno di immobiliare». Leggendo il bilancio mai pubblicato dell’Apsa (l’ente che amministra il patrimonio della sede apostolica) e alcune note confidenziali firmate dal neo presidente dello Ior Jean Battiste de Franssu, si capisce che parte importante del tesoro è nascosto proprio all’Apsa, che a differenza dello Ior non ha mai reso noti i suoi conti. Dopo che uno dei suoi contabili, monsignor Nunzio Scarano, è stato arrestato per riciclaggio, corruzione e truffa, il Santo Padre ha deciso di mettere il naso anche lì. Infine, “l’Espresso” ha trovato anche spese e ricavi di decine di enti pubblicati nel 2013: dalla Segreteria di Stato alle nunziature estere, passando per Radio Vaticana e il Governatorato. Leggendo questi i bilanci è evidente che le spese della curia (case, segretari, viaggi, sicurezza, rappresentanza) sono ancora senza controllo.

Tra case e chiesa
La caccia al tesoro inizia da Place Vendôme, nel centro di Parigi. A pochi metri dall’Hotel Ritz, a rue de Rome, una società francese controllata dall’Apsa possiede alcuni tra i più prestigiosi immobili della zona. La Sopridex Sa ha avuto inquilini famosi (come François Mitterrand) e oggi ha attività iscritte a bilancio che arrivano a 46,8 milioni di euro. Il personale comprende «un direttore, tre dipendenti, addetti alle pulizie», e la bellezza di «16 portieri». Ma l’Apsa controlla anche dieci società svizzere (tra cui la misteriosa Diversa Sa, l’Immobiliere Sur Collonge e l’Immobiliere Florimont) che, insieme alla Profima Sa, gestiscono proprietà e terreni nella confederazione elvetica e in mezza Europa. Tutte insieme valgono 18 milioni. «Va ricordato che storicamente il bilancio dell’Apsa sottostima, per questioni fiscali, i valori dei palazzi di sua proprietà», spiega una qualificata fonte dell’istituto che ha sede nel Palazzo Apostolico. «Inoltre quelle svizzere sono società non consolidate: in pancia potrebbero avere molto più di quanto dichiarato». Se è noto che la società Profima è stata aperta a Losanna nel 1926 e che fu utilizzata da papa Pio XI per nascondere all’estero parte dei “risarcimenti” che la Chiesa ottenne grazie ai Patti Lateranensi stipulati con il regime fascista, la holding Diversa è praticamente sconosciuta. Fondata a Lugano nell’agosto del 1942, mentre si combatteva da Stalingrado ad El Alamein, risulta oggi presieduta da Gilles Crettol. Un avvocato svizzero che gestisce gli interessi del papa Oltralpe: il suo nome spunta quasi in tutte le altre società elvetiche. Fino a qualche tempo fa il referente italiano era invece Paolo Mennini, ex numero uno della sezione “straordinaria” dell’Apsa (quella che comprende investimenti e titoli, la sezione “ordinaria” si occupa degli immobili). In seguito allo scandalo Scarano e a una due diligence sui conti operata dalla McKinsey, gli uomini di papa Francesco hanno deciso di farlo fuori: da qualche settimana al suo posto, nei cda delle società svizzere, è così comparso Franco Dalla Sega, presidente della bazoliana Mittel e manager di fiducia del nuovo boss delle finanze vaticane, il cardinale George Pell.

L’oro di Dio

Ma il Vaticano possiede società immobiliari anche in Inghilterra (la British Grolux Investments Ltd, fondata nel 1933, gestisce oggi a Londra attività per la bellezza di 38,8 milioni di euro inclusi negozi di lusso in New Bond Street) e, ovviamente, in Italia: oltre allo sterminato forziere di Propaganda Fide (ribattezzata Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, ha un patrimonio stimato, al netto della crisi immobiliare, di circa 7 miliardi), l’Apsa controlla pure le società Sirea e Leonina, che a bilancio valgono oltre 16 milioni. Tra affitti a privati e locazioni commerciali tutte le sigle che fanno capo all’Apsa hanno ricavato nel 2011 circa 23,5 milioni di euro. Il bilancio finale dell’Apsa è impressionante. Case e appartamenti sparsi in Europa nel 2013 hanno toccato il valore complessivo di 342 milioni, ma quello del portafoglio investimenti in euro ha superato la bellezza di 475 milioni, a cui bisogna aggiungere titoli per 137 milioni di dollari, 33 milioni di sterline e 17 milioni di franchi svizzeri. Un tesoro che vale complessivamente più di un miliardo, e che oggi gestiscono in tre: Dalla Sega, nominato super consulente lo scorso aprile; monsignor Domenico Calcagno, il presidente dell’Apsa assai malvisto da Pell, e il segretario monsignor Luigi Mistò. «Se gli immobili dell’Apsa valgono più di quanto riportato in bilancio, anche sull’oro ci sono molte cose che non tornano». Già: leggendo i dati riservati del 2013 si scopre che l’Apsa detiene metalli preziosi per «30,8 milioni di euro una voce che corrisponde a 32.232 once in lingotti e a 3.122 once d’oro monetato... Il valore è diminuito di 12,4 milioni di euro rispetto all’esercizio precedente». Qualcuno, però, sospetta che parte importante delle riserve auree del Vaticano (alcune stime interne della segreteria di Stato da prendere con le molle parlano di un controvalore di 140 miliardi di euro, il doppio di quanto conservato dalla Banca d’Italia) sia conservata nei forzieri svizzeri e in Inghilterra. «La stima mi sembra eccessiva», chiosa ancore il dirigente Apsa: «Anche perché parte cospicua del nostro metallo giallo è stato venduto tra gli anni Novanta e l’inzio del nuovo secolo dal cardinale venezuelano Rosalio Castillo Lara, ex presidente dell’amministrazione».

Ranger senza scrupoli

Oltre all’oro dell’Apsa il Vaticano controlla anche il patrimonio dello Ior, valutato 6 miliardi tondi tondi. Non stupisce che sul gruzzolo, dopo l’arrivo del nuovo pontefice, si sia scatenata una battaglia (l’ennesima) per la gestione. Francesco ha innanzitutto spazzato via gli uomini di Tarcisio Bertone che dal 2007 guidavano lo Ior e, attraverso Calcagno, la cassaforte dell’Apsa. Troppi gli scandali della decadente “lobby italiana”: a parte le scorribande di Scarano e le vicende di Bertone (i casi Carige e Lux Vide promettono sviluppi), le inchieste per riciclaggio hanno fatto saltare il direttore dello Ior Paolo Cipriani, il suo vice Massimo Tulli e il tesoriere della banca, mentre presto la prefettura degli Affari economici guidata da Giuseppe Versaldi, amico intimo di Bertone, potrebbe essere soppressa. Per ricostruire un sistema più trasparente, poi, Bergoglio ha chiamato dall’Australia il cardinale George Pell e lo ha nominato capo di un nuovo dicastero, la Segreteria dell’Economia. Una sorta di super-ministero che controllerà, di fatto, tutti gli enti finanziari dentro le mura leonine. «Pell? È noto al papa per le sue doti di economo (ha gestito con buoni risultati una grande diocesi come quella di Sidney, ndr) e, soprattutto, di comando», ragionano da Santa Marta. Arrivato sotto il cupolone, in effetti, l’ex campione di football australiano ha mostrato subito di che pasta è fatto. Qualche giorno fa ha silurato il presidente dello Ior Ernst von Freyberg (il cerchio magico del papa non lo considerava abbastanza affidabile), e ha rottamato le vecchie strutture di governance. Pell non si fida di nessuno, e ha così accentrato nei suoi uffici tutti i poteri esecutivi: se la segreteria di Stato è stata pesantemente ridimensionata (il successore di Bertone, Pietro Parolin, si occuperà prevalentemente di diplomazia), lo Ior e l’Apsa sono stati commissariati. Le loro funzioni saranno profondamente riformate, e la loro autonomia limitata. L’australiano ha l’appoggio silenzioso del papa, e finora nessuno ha osato sfidarlo apertamente. Ma sono in tanti a considerarlo troppo ambizioso: se Parolin ha sotterrato l’ascia di guerra solo perché Francesco lo ha ammesso nel C9, il gruppo ristretto di cardinali che devono aiutarlo nella guida della Chiesa, il presidente del Governatorato Giuseppe Bertello sta tentando in tutti i modi di bloccarne l’ascesa. Gli screditati e famelici porporati italiani ipotizzano cordate per salvare il salvabile, ma possono far poco. Tra i nuovi potenti solo Oscar Rodriguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa e coordinatore del C9 e il cardinale Santos Abril y Castelló, appena nominato presidente della commissione cardinalizia dello Ior, hanno provato a limitare il raggio d’azione di Pell. Per ora senza successo. Anche in Australia sono in molti, soprattutto tra i progressisti, a non vedere di buon occhio la scalata del loro concittadino. Famoso per le sue posizioni ultra conservatrici e le sue sparate pubbliche sull’Islam («È una religione guerresca per natura, il Corano è costellato di invocazioni alla violenza», ha detto) è stato scagionato nel 2002 dall’accusa di aver abusato di un ragazzino di 12 anni durante un campo estivo per chierichetti, mentre nel 2008 un’altra presunta vittima di abusi ha incolpato Pell di aver coperto un sacerdote. Lo scorso marzo il cardinale, infine, è stato chiamato a testimoniare di fronte alla Commissione nazionale d’inchiesta sugli abusi contro i minori istituita dal governo di Camberra, in merito a una causa che un altro ex chierichetto, John Ellis, aveva fatto alla Chiesa e allo stesso Pell in seguito a violenze sessuali avvenute tra il 1974 e il 1979. Nel 2007 i legali del prelato avevano ammesso gli abusi sul ragazzino, ma avevano convinto la Corte d’appello che «la Chiesa non esiste come entità legale». Una decisione che ha permesso alla Santa Sede di risparmiare milioni in risarcimenti. Pell ha chiesto scusa, ma in molti sono restati sconcertati per la sua promozione, e hanno malignato di “un paracadute” offerto da Bergoglio.

Arrivano i maltesi!

Nella giungla vaticana il ranger venuto da Sydney non si muove da solo. Il capo segue i consigli di tre fidati consiglieri: il neo presidente dello Ior, Jean Battiste de Franssu; il tycoon maltese Joseph Zahra (entrambi membri del Consiglio dell’Economia, l’altro neonato ufficio economico guidato da Reinhard Marx); e l’amico Danny Casay, manager che ha gestito con lui la diocesi di Sydney. Sono loro gli esponenti di punta che gli sconfitti, i vecchi cardinali di curia, chiamano la banda dei maltesi. A fine giugno un’inchiesta de “l’Espresso” aveva segnalato il rischio di qualche conflitto di interessi tra i nuovi custodi dei business di San Pietro. L’unico membro italiano chiamato a far parte del Consiglio dell’Economia si chiama Francesco Vermiglio e ha fondato con l’amico Zahra (patron del colosso finanziario Misco Malta) la Misco Advisory Ltd, una joint venture per invogliare i nostri connazionali a investire nell’isola fino a pochi anni fa vero paradiso fiscale. A marzo 2014, inoltre, il figlio di de Franssu, Luis Victor, è stato assunto dalla Promontory, società Usa che da un anno sta spulciando i conti dello Ior. Ma il numero uno dell’Ior pare abbia buoni rapporti anche con alcuni giovani consulenti della Mckinsey che hanno lavorato sui bilanci dell’Apsa. Tra loro c’era pure Filippo Sciorilli Borrelli. Classe 1981, è un figlio d’arte: suo padre Ivo è infatti tra gli azionisti di maggioranza di Banca Arner, l’istituto svizzero che ha tra i suoi (pochi) correntisti Silvio Berlusconi. «Non c’è nessuna lobby maltese», ha ribattuto Pell, indignato. Sarà. Di certo sono proprio i finanzieri de Franssu e Zahra - titolari di società di investimento - ad aver ideato i nuovi assetti e le nuove strategie per gestire gli affari. Come risulta da un documento riservato del 6 marzo e da loro firmato, la coppia aveva ipotizzato uno schema che rispecchia in gran parte quello annunciato da Pell in una conferenza stampa qualche giorno fa: potere assoluto della Segreteria dell’Economia, Apsa trasformata in Banca centrale, nascita di un nuovo Vatican Asset Management (Vam) per gestire titoli e obbligazioni.

Tanto paga Francesco
Nelle mire di Pell c’è anche un altro patrimonio della Santa Sede: i musei vaticani, tra i più visitati e redditizi al mondo: nel 2011 l’utile netto è stato di 58,7 milioni, e gli incassi (tra biglietti e merchandising) superiori a 91 milioni. Analizzando i bilanci degli altri enti, però, il buon risultato dei musei sembra una mosca bianca. A causa delle spese della Curia romana (costata l’anno scorso 77,9 milioni!) l’Apsa ha chiuso il suo bilancio in perdita di 48,4 milioni. Solo il contributo della Segreteria di Stato, ha permesso alla fine un piccolo utile fittizio. Se l’Obolo di San Pietro grazie alla beneficenza dei fedeli nel 2013 ha portato nelle casse 78 milioni, la mitica Radio Vaticana ha perso, secondo un report interno pubblicato nel 2013 e riferito al 2011, ben 26,6 milioni. Anche la tipografia che stampa “L’Osservatore romano” ha chiuso i conti a meno 5,5 milioni. Un salasso, a cui aggiungere il deficit delle 170 nunziature all’estero (meno 25,1 milioni) e i 5,8 milioni che servono a pagare le 110 guardie svizzere. Chissà, infine, se la spending review minacciata da Pell peserà anche sulle messe di papa Francesco: nel 2011 l’Ufficio celebrazioni liturgiche ha speso per Ratzinger 1,1 milioni. Viste le dimensioni del tesoro di Dio, si tratta poco più di una mancia.

Emiliano Fittipaldi
17 luglio 2014
espresso.repubblica.it/plus/articoli/2014/07/17/news/vaticano-un-tesoro-da-10-miliardi-...
24/09/2014 02:31
 
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Vaticano, l'ex arcivescovo Jozef Wesolowski arrestato per pedofilia



Da un'indiscrezione esclusiva del Tg La7, poi confermata da fonti ufficiali, emerge che nella giornata di oggi è stato arrestato in Vaticano Jozef Wesolowski, ex arcivescovo che aveva già ricevuto una condanna canonica di primo grado per abusi sessuali su minori dall’ex Sant’Uffizio. Wesolowski è stato condotto agli arresti domiciliari intorno alle ore 17 e in seguito trattenuto in cella oltretevere. Il prelato polacco, ex nunzio a Santo Domingo, aveva fatto ricorso nello scorso agosto per una condanna ricevuta in primo grado. A seguito di essa Papa Francesco aveva sospeso Wesolowski dalle sue funzioni, richiamandolo in Vaticano. Secondo quanto riferito dal portavoce della Santa Sede, Federico Lombardi, l'arresto di Wesolowski "è conseguente alla volontà espressa del Papa, affinché un caso così grave e delicato venga affrontato senza ritardi, con il giusto e necessario rigore, con assunzione piena di responsabilità da parte delle istituzioni che fanno capo alla Santa Sede". A disporre indirettamente la cattura di Wesolowski sarebbe stato, insomma, lo stesso Francesco. che già quest'estate aveva ratificato il suo ritorno allo stato laicale dopo la condanna della Congregazione per la Dottrina della Fede. Un giudizio contro il quale Wesolowski aveva fatto ricorso e che non è ancora giunto a sentenza definitiva. Appena emerso, il caso Wesolowski aveva addirittura condotto il Vaticano, per la prima volta nella storia, a presentarsi davanti alle Nazioni Unite, a Ginevra, per fornire spiegazioni sul delicato tema della pedofilia nel clero. Le accuse di pedofilia si riferiscono al 2008-2013, anni nei quali l'ex arcivescovo era nunzio della Repubblica Dominicana. Secondo quanto ricorda il Tg La7, Wesolowski è accusato di aver adescato dei minori su una spiaggia, pagandoli per fare sesso. Un suo ex collaboratore avrebbe raccontato inoltre di aver procurato per suo conto dei ragazzini per rapporti sessuali, e altri quattro testimoni confermano le accuse. Wesolowski è sotto processo anche in Polonia, la sua prima patria, poiché, in base ad accordi internazionali, la Polonia persegue i suoi cittadini anche per reati commessi fuori dal suo territorio. L'ex nunzio apostolico è agli arresti domiciliari, visto il suo stato di salute, come sottolinea ancora Federico Lombardi:"La gravità degli addebiti ha indotto l'Ufficio inquirente a disporre un provvedimento restrittivo che, alla luce della situazione sanitaria dell'imputato, comprovata dalla documentazione medica, consiste negli arresti domiciliari, con le correlate limitazioni, in locali all'interno dello Stato della Città del Vaticano"

23 settembre 2014
it.notizie.yahoo.com/vaticano-jozef-wesolowski-arrestato-arcivescovo-pedofilia-183123...
[Modificato da wheaton80 24/09/2014 02:32]
21/12/2014 02:51
 
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Crac ordine Francescani, investimenti in società legate a traffici di droga e armi

Armi e droga con le offerte per San Francesco. Sconcerto ad Assisi per il grave dissesto finanziario dell’ordine fondato dal frate povero da cui Jorge Mario Bergoglio ha preso il nome da Papa. Al crack economico denunciato dal ministro generale, padre Michael Perry sul sito ufficiale dei Frati minori, seguono i particolari sconvolgenti della vicenda che ha ridotto sul lastrico i francescani della curia generalizia di Roma. All’origine della bancarotta ci sarebbero investimenti sbagliati in società legate a traffici illeciti, come quelli di droga e di armi. Ma anche i lavori di ristrutturazione dell’hotel e ristorante di lusso Il Cantico, in via Gregorio VII a Roma, a due passi dalla Basilica di San Pietro e da Casa Santa Marta, la residenza di Papa Francesco. Alla guida della struttura, utilizzata spesso anche dalla Conferenza episcopale italiana, c’era proprio l’ex economo generale dei francescani, padre Giancarlo Lati, che si è già dimesso dal suo incarico e anche da quello di rappresentante legale dell’ordine, ufficialmente per motivi di salute. “La Curia generale – ha spiegato padre Perry – si trova in una situazione di grave, sottolineo grave, difficoltà finanziaria, con un cospicuo ammontare di debiti”. Da un’indagine interna avviata nel settembre 2014, infatti, è emerso anche che “i sistemi di vigilanza e di controllo finanziario della gestione del patrimonio dell’ordine erano o troppo deboli oppure compromessi, con l’inevitabile conseguenza della loro mancanza di efficacia rispetto alla salvaguardia di una gestione responsabile e trasparente. Sembrano esserci state – prosegue Perry – un certo numero di dubbie operazioni finanziarie, condotte da frati cui era stata affidata la cura del patrimonio dell’ordine, senza la piena conoscenza e il consenso né del precedente né dell’attuale Definitorio generale“. Secondo il superiore generale dei francescani “la portata e la rilevanza di queste operazioni hanno messo in grave pericolo la stabilità finanziaria della Curia generale“. “Per questi motivi – annuncia Perry – il Definitorio generale all’unanimità ha deciso di chiedere l’intervento delle autorità civili, affinché esse possano far luce in questa faccenda”. “Queste dubbie operazioni – spiega ancora frate Perry, che però nella lettera non specifica l’entità finanziaria e le caratteristiche delle stesse – vedono coinvolte persone che non sono francescane ma che sembra abbiano avuto un ruolo centrale nella vicenda”.

“Per questi motivi – annuncia anche il ministro generale – il Definitorio all’unanimità ha deciso di chiedere l’intervento delle autorità civili, affinché esse possano far luce in questa faccenda”. “Le autorità ecclesiastiche competenti – fa sapere ancora Perry – sono state informate di queste nostre preoccupazioni“, chiedendo a “tutti i ministri provinciali e custodi la loro comprensione e un contributo finanziario per aiutarci a far fronte all’attuale situazione, che implica anche il pagamento di cospicue somme di interessi passivi”. L’ordine, che si è affidato a un “team di avvocati altamente qualificati”, ha avviato anche una serie di iniziative “al fine di riprendere il controllo sulle attività economico-finanziarie della Curia generale”. Il vice economo ha già iniziato ad agire come economo generale facente funzioni e il Definitorio ha nominato un altro frate come rappresentante legale. Inoltre, è stato scelto un terzo frate, esperto in questioni economiche e amministrative, che è stato nominato delegato speciale del ministro generale per gli affari economici della Curia generale e ha iniziato il suo lavoro all’inizio del mese di ottobre 2014. Concludendo la sua lettera, padre Perry dice di rendersi conto della “delusione” che colpirà molti tra i confratelli e richiama come incoraggiamento l’esempio offerto da “Papa Francesco nel suo appello alla verità e alla trasparenza nelle attività finanziarie sia nella Chiesa che nelle società umane”. Intanto è arrivata anche una forte condanna da parte del Pontefice: “Tante volte io penso che la Chiesa in alcuni posti, più che madre è una imprenditrice”. Una denuncia fortissima quella di Bergoglio, per certi aspetti inedita nonostante egli abbia più volte tuonato con forza nei suoi due primi anni di pontificato contro i “preti affaristi” e la vendita di messe e sacramenti. Una durissima accusa che non aveva raccolto il consenso del presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco. Nell’ultima messa del 2014 con i fedeli nella sua residenza di Casa Santa Marta, il Papa ha puntato il dito contro la “sterilità della Chiesa: sterilità di egoismi, di potere, quando la Chiesa crede di potere tutto, di impadronirsi delle coscienze della gente, di andare sulla strada dei farisei, dei sadducei, sulla strada dell’ipocrisia”. Una vera e propria fotografia del crack finanziario dei francescani.

Francesco Antonio Grana
19 dicembre 2014
www.ilfattoquotidiano.it/2014/12/19/ordine-dei-francescani-crack-finanziario-investimenti-sbagliati-in-societa/...
[Modificato da wheaton80 21/12/2014 02:51]
21/12/2014 13:25
 
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Il Papa 'silura' Bertone, cardinale Tauran nuovo Camerlengo

(AGI) - Il cardinale Tarcisio Bertone non è più il Camerlengo di Santa Romana Chiesa: Papa Francesco ha nominato al suo posto il cardinale Jean Louis Tauran, storico ministro degli esteri di San Giovanni Paolo II ed attuale presidente del dicastero per il dialogo interreligioso. Bertone ha compiuto 80 anni il 2 dicembre scorso e dunque non potrebbe entrare in un eventuale Conclave. In qualità di protodiacono, è stato Tauran ad annunciare l' elezione di Papa Francesco il 13 marzo 2013. E negli ultimi mesi è stato molto vicino al nuovo Pontefice soprattutto nell' opera di pulizia da lui avviata nel settore finanziario e in particolare dello IOR. Originario di Bordeaux, il cardinale Tauran ha 71 anni. E' stato obiettore di coscienza al servizio militare e prima di entrare in seminario ha ottemperato all' obbligo della leva come cooperante culturale francese, insegnando in un collegio cattolico in Libano. Ordinato sacerdote nel 1969, Tauran è stato viceparroco a Bordeaux mentre frequentava i corsi di Diritto Canonico presso l' Istituto Cattolico di Tolosa. Trasferito a Roma nel 1973, ha frequentato la Pontificia Accademia Ecclesiastica, ove si forma il personale diplomatico della Santa Sede, e la Pontificia Università Gregoriana, ottenendo la laurea in Diritto Canonico. Dal 1975 è al servizio della Santa Sede, assegnato da prima alla Nunziatura Apostolica nella Repubblica Domenicana, nella quale ha collaborato fino al 1979, quando è stato trasferito alla Nunziatura Apostolica in Libano, dove è rimasto fino al luglio del 1983, quando è stato chiamato al Consiglio degli Affari Pubblici della Chiesa. Dal 1990 al 2003 è stato alla guida della Sezione per i Rapporti con gli Stati: in questi 13 anni il cardinale Tauran ha compiuto molte missioni all'estero e ha guidato la delegazione della Santa Sede in numerose Conferenze Internazionali. Da San Giovanni Paolo II è stato creato e pubblicato cardinale nel Concistoro del 21 ottobre 2003, e contemporaneamente lo ha nominato Bibliotecario ed archivista di Santa Romana Chiesa. Benedetto XVI lo ha poi spostato alla guida del dicastero per il dialogo interreligioso nel giugno 2007. Affetto dal morbo di parkinson, è ammirato da tutti per l' eroismo con il quale - proprio come San Giovanni Paolo II, continua nelle sue attività apostoliche nonostante le ovvie difficoltà.

Il camerlengo conserva beni chiesa e guida sede vacante

Il cardinale camerlengo di Santa Romana Chiesa ha l' incarico di amministrare i beni temporali della Sede Apostolica durante la Sede Vacante o mentre il Papa è assente, ma deve farlo senza prendere iniziative straordinarie, piuttosto conservandoli. Alla morte del Papa deve certificare il decesso dandone poi comunicazione al cardinale vicario di Roma, al quale ufficialmente spetterà di renderla nota al popolo. Il camerlengo poi ritira l' anello piscatorio provvedendo che con ogni altro sigillo papale venga infranto. Appone quindi i propri sigilli agli appartamenti papali del Palazzo Apostolico Vaticano, del Laterano e del Palazzo Pontificio di Castelgandolfo. Da quel momento comincia il periodo della Sede vacante: iniziano i preparativi per i funerali ed i nove giorni consecutivi di lutto dello Stato (novendiali); successivamente vengono avviati i lavori del Conclave per eleggere il nuovo Papa, attraverso le Congregazioni Generali che sono però presiedute dal cardinale decano (dal 2005 è Angelo Sodano, oggi 87enne). Durante la Sede vacante lo stemma del camerlengo, pur rimanendo con trenta fiocchi rossi (come per tutti i cardinali), è sormontato dal gonfalone papale (o basilicale), attraversato dalle chiavi pontificie, sopra il consueto galero (il cappello cardinalizio). Il camerlengo, durante questo periodo, ha anche facoltà di battere moneta che, pur avendo corso legale, non si troverà mai in circolazione, essendo destinata esclusivamente all' acquisto da parte dei collezionisti; su di essa sono riportati il suo stemma, la dicitura "Sede vacante" e, in latino, l' anno di conio o millesimo.

21 dicembre 2014
it.notizie.yahoo.com/il-papa-silura-bertone-cardinale-115925...
[Modificato da wheaton80 21/12/2014 13:25]
04/07/2017 20:43
 
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Il “rimpasto” di Francesco nel governo della Chiesa. Escono Pell e Müller, i capi dell'opposizione


George Pell

È una decisione davvero molto importante, una notizia-bomba. L'uscita di Gerhard Müller dalla carica di Prefetto della Dottrina della Fede, che arriva il giorno successivo al congedo di George Pell da Prefetto per l'Economia, rappresenta un cambio di passo di Papa Francesco nel governo della Chiesa. Una sorta di “fase-2”. Müller è un leader conservatore che ha contrastato Bergoglio al Sinodo sulla famiglia (fu uno dei firmatari della lettera dei 13 cardinali, come Pell) ma soprattutto, nel tempo di questo pontificato, ha messo in dubbio (ma non è uno dei cardinali del “dubia”) la linea complessiva impostata dal Papa.

Escono di scena due pesi massimi
Müller arrivò ad affermare che il suo compito sarebbe stato quello di dare spessore teologico al pontificato, come se con Francesco non ci fosse. Non lo ha mai cambiato, lo ha lasciato lì al suo posto, e il tedesco di Ratisbona non ha mai mollato la sua posizione di fiera e aperta opposizione. Scaduto il quinquennio, senza preavviso, lo ha lasciato andare, e al suo posto ha messo il vice del dicastero dal 2008, il gesuita Ladaria Ferrer, anche lui un deciso conservatore (lo si vide chiaramente al tempo dell'emanazione delle regole sulla procreazione). Insomma, escono due pesi massimi del governo curiale che erano punti di riferimento dell'opposizione, anche se altri cardinali più o meno apertamente della stessa linea restano al loro posto (Sarah, Ouellet, Piacenza, Filoni). L'annuncio della decisione su Müller era previsto per lunedì ma è stato anticipato visto che il cardinale ha comunicato la notizia ai suoi collaboratori e la notizia è stata pubblicata su due siti tradizionalisti in Italia e negli Stati Uniti.


Gerhard Müller

Tra le ragioni anche il cattivo funzionamento del dicastero
È una rimozione di un oppositore, come farebbe un qualsiasi segretario di partito italiano? Potrebbe sembrare così, viste le divergenza sulle conclusioni dell'esortazione “Amoris laetitiaˮ sulla famiglia. Ma non è così. Francesco vola più alto di un politicante locale insofferente al confronto. Proprio la designazione di Ladaria, e non di un porporato o di un vescovo esterno più vicino alla sensibilità di Francesco, basta a mettere in discussione questa ipotesi: non è certo classificabile come un progressista o un gesuita di rito bergogliano. Forse tra le ragioni più profonde del cambio c’è il mancato funzionamento del dicastero custode dell'ortodossia, una difficoltà nei rapporti e nella collaborazione. In particolare può aver influito l'eccesso di esposizione di Müller: le sue prese di posizione personali - molto frequenti, mentre i predecessori Levada e Ratzinger quasi non comparivano - sono spesso suonate più come quelle di uno specialista “esterno” che di un ministro del governo. Dei futuri incarichi di Müller non si sa nulla, ma pare abbia rifiutato una proposta del Papa.

Carlo Marroni
1 luglio 2017
www.ilsole24ore.com/art/notizie/2017-07-01/il-rimpasto-francesco-governo-chiesa-escono-pell-e-muller-capi-opposizione-145211.shtml?uuid=...
20/03/2018 02:01
 
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È morto il cardinale O’Brien, fu coinvolto in scandali sessuali


Keith O’Brien al centro

Dopo aver vissuto gli ultimi cinque anni in silenzio, penitenza e preghiera, a seguito degli scandali sessuali che lo avevano investito, è morto oggi il cardinale Keith O’Brien, arcivescovo emerito di Saint Andrews e Edinburgh (Gran Bretagna). Aveva 80 anni compiuti due giorni fa, sabato 17 marzo. Il porporato è deceduto nel Royal Victoria Hospital a Newcastle-upon-Tyne dove era stato ricoverato in seguito ad un trauma cranico dello scorso autunno, «circondato da familiari e amici» come riferisce una nota firmata dal successore, il vescovo Leo Chushley, in cui si legge: «In vita, il cardinale O’Brien ha diviso le opinioni. Nella morte, tuttavia, penso che dobbiamo essere tutti uniti in preghiera per il riposo della sua anima, per confortare la famiglia in lutto e perché siano dati sostegno e conforto a coloro che egli ha offeso, ferito e deluso». Le accuse contro il cardinale O’Brien erano scoppiate poche settimane dopo le dimissioni di Benedetto XVI e alla vigilia del Conclave del marzo 2013 che elesse Jorge Mario Bergoglio.

A puntare il dito contro il porporato erano tre sacerdoti e un ex seminarista, attualmente sposato, che imputavano «comportamenti inappropriati» nei loro confronti e anche abusi sessuali negli anni Ottanta e Novanta quando frequentavano il St. Andrew’s College di Drygrange, dove O’Brien era stato nominato direttore spirituale. Accuse ammesse dallo stesso porporato – dopo un iniziale diniego - nei primi giorni di febbraio 2013. «Ci sono stati momenti nei quali la mia condotta sessuale è caduta sotto gli standard delle aspettative che vi erano nei miei confronti come sacerdote, arcivescovo e cardinale», confessò. Il prelato chiese «scusa e perdono a coloro che ho offeso» e «alla Chiesa cattolica e agli scozzesi». Poi annunciò che avrebbe trascorso «il resto della vita in pensione» senza mai più mantenere alcun ruolo «nella vita pubblica della Chiesa cattolica in Scozia».

Erano seguite infatti le dimissioni anticipate dalla diocesi di Saint Andrews e Edinburgh, accolte da Papa Benedetto in uno dei suoi ultimi atti di governo della Chiesa. In quell’occasione il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, spiegò che il Pontefice tedesco era stato «opportunamente informato» sulla condotta del cardinale scozzese. Nel marzo 2013 O’Brien decise di non partecipare al Conclave. «Non voglio che l’attenzione dei media si concentri su di me», fu la giustificazione. I cardinali avevano preso atto della sua rinuncia ad essere presente all’elezione. «D’intesa» con il nuovo Papa, nel maggio dello stesso anno, O’Brien fu allontanato dalla Scozia e costretto ritirarsi in una località segreta per «diversi mesi di rinnovamento spirituale, preghiera e penitenza», come annunciava allora un bollettino della Sala Stampa vaticana che seguiva a diversi rumors che per giorni avevano agitato i media anglosassoni su un possibile “esilio”. Il Vaticano nel 2014 aveva poi affidato una indagine sulle accuse di molestie sessuali nei confronti del porporato a monsignor Charles Scicluna, l’arcivescovo maltese per anni il promotore di giustizia della Congregazione per la Dottrina delle Fede, inviato recentemente da Bergoglio in Cile per indagare sul caso Barros.

Dal lungo ritiro lontano dalla Scozia e, verosimilmente, dalla inchiesta, il 20 maggio 2015 scaturì la decisione di rinunciare ad ogni diritto e prerogativa del cardinalato (quindi la partecipazione a Conclavi e Concistori), secondo quanto previsto nei canoni 349, 353 e 356 del Codice di Diritto Canonico. Una scelta che non avveniva da circa novant’anni nella storia della Chiesa e che fu così motivata da un comunicato dell’epoca: «Con questo provvedimento il Papa manifesta a tutti i fedeli della Chiesa in Scozia la sua sollecitudine pastorale e li incoraggia a continuare con fiducia il cammino di rinnovamento e di riconciliazione». Nato il 17 marzo 1938, giorno di San Patrizio, a Ballycastle, nella Contea di Antrim, diocesi di Down and Connor, in Irlanda del Nord, O’Brien si era trasferito a Glasgow, prima, e a Edimburgo, poi, insieme alla famiglia. Nel 1959 aveva conseguito il Baccellierato in Scienze all’Università di Edimburgo in chimica e matematica, poi era entrato nel St. Andrew’s College di Drygrange nel Roxburghshire, iniziando la vita di seminarista. L’ordinazione presbiterale arrivò il 3 aprile 1965, sono seguiti diversi incarichi in parrocchie e istituti della Gran Bretagna.

Nel 1978, il futuro cardinale era stato nominato direttore spirituale del St. Andrew’s College di Drygrange, l’istituto dove sarebbero avvenuti gli abusi. Due anni dopo è divenuto Rettore del St. Mary’s College di Blairs. Il 30 maggio 1985 era stato nominato arcivescovo di St. Andrews and Edinburgh e il 5 agosto dello stesso anno il cardinale Gray gli aveva conferito l’ordinazione episcopale. Tra il 1996 e il 1999 ha svolto anche le funzioni di amministratore apostolico della Diocesi di Argyll and The Isles. Dopo la morte improvvisa del cardinale Thomas Joseph Winning, nel giugno del 2001, O’Brien era stato nominato presidente ad interim della Conferenza episcopale della Scozia. Nomina divenuta ufficiale nel marzo del 2002. Giovanni Paolo II lo creò poi cardinale nel Concistoro del 21 ottobre 2003, con il titolo dei Santi Gioacchino e Anna al Tuscolano. In questa veste prese parte al Conclave del 2005 che aveva eletto Benedetto XVI. L’unico Conclave al quale partecipò.

Salvatore Cernuzio
19/03/2018
www.lastampa.it/2018/03/19/vaticaninsider/ita/news/morto-il-cardinale-scozzese-obrien-fu-coinvolto-in-scandali-sessuali-JmnIiu1eoKluqz8oY3ayJJ/pag...
[Modificato da wheaton80 20/03/2018 02:05]
08/04/2018 02:46
 
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Pedopornografia, arrestato in Vaticano Monsignor Capella

CITTÀ DEL VATICANO - “Questa mattina, su proposta del Promotore di Giustizia, il giudice istruttore del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano ha emesso un mandato di cattura a carico di mons. Carlo Alberto Capella. Il provvedimento è stato eseguito dalla Gendarmeria Vaticana”. Lo fa sapere una nota della Sala Stampa Vaticana. “L'imputato”, ragguaglia la nota, “è detenuto in una cella della caserma del Corpo della Gendarmeria, a disposizione dell'autorità giudiziaria. L'arresto giunge al termine di un'indagine del Promotore di Giustizia. Il giudice istruttore ha ordinato il provvedimento sulla base dell'articolo 10, commi 3 e 5, della legge VIII del 2013” che persegue il reato di pedopornografia. Capella, funzionario della nunziatura di Washington, era destinatario di un ordine di arresto da parte delle autorità canadesi per detenzione e diffusione di materiale pedopornografico. Si trovava in stato di restrizione in Vaticano, ospitato presso il Collegio dei Penitenzieri. Stamani l'arresto da parte del Vaticano. In particolare, il giudice istruttore del Tribunale Vaticano ha disposto l'arresto di mons. Capella, accusato di detenzione e diffusione di materiale pedopornografico, in base all'art. 10, commi 3 e 5, della legge VIII del 2013 che punisce il reato di pedopornografia. Nel dettaglio, il comma 3 prevede che “chiunque con qualsiasi mezzo, anche per via telematica, distribuisce, divulga, trasmette, importa, esporta, offre, vende o detiene per tali fini materiale pedopornografico, ovvero distribuisce o divulga notizie o informazioni finalizzate all'adescamento o allo sfruttamento sessuale di minori, è punito con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa da euro duemilacinquecento a euro cinquantamila”. Il comma 5 prevede che “nei casi previsti dai commi 3 e 4, la pena è aumentata ove il materiale sia di ingente quantità”.

7 aprile 2018
www.leggo.it/esteri/news/pedopornografia_arrestato_vaticano_monsignor_capella_7_aprile_2018-3654...
[Modificato da wheaton80 08/04/2018 02:58]
23/05/2018 14:28
 
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Cile, sospesi 14 preti coinvolti in scandalo abusi sessuali

Quattordici preti coinvolti nello scandalo sugli abusi sessuali in Cile sono stati sospesi. “Quattordici preti non sono più autorizzati a portare avanti i loro doveri… questi sacerdoti hanno commesso atti che possono costituire crimini civili ma anche all’interno della chiesa”, ha dichiarato in una nota la diocesi di Rancagua, nel centro del Cile. Venerdì scorso, 34 vescovi cileni hanno rassegnato in blocco le loro dimissioni nelle mani del Papa che li aveva convocati a Roma per un vertice straordinario sullo scandalo della pedofilia del clero. Secondo Elisa Fernandez, una parrocchiana che ha rivelato gli abusi in un reportage trasmesso la scorsa settimana su Canal 13, i sacerdoti sospesi farebbero parte di un gruppo chiamato “la famiglia”, responsabile di abusi sessuali su giovani e minorenni. Il vescovato di Rancagua ha spiegato che, sebbene non ci siano “elementi sul fatto che le azioni dei preti sospesi costituiscano crimini da un punto di vista legale”, è stata presentato una denuncia alla Procura della Repubblica per l’avvio di un’inchiesta. “A livello canonico, tutte le informazioni che abbiamo sono già state inviate alla Santa Sede”, si precisa nella nota.

23 maggio 2018
www.askanews.it/esteri/2018/05/23/cilesospesi14preticoinvoltiinscandaloabusisessualitop10_20180523...
30/07/2018 00:08
 
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Pedofilia, il papa accetta le dimissioni del cardinale McCarrick

Papa Francesco ha accettato le dimissioni di Cardinale Theodore McCarrick, accusato di pedofilia. Nella serata del 27 luglio, spiega un comunicato stampa della Santa Sede, Bergoglio ha ricevuto la lettera con cui McCarrick, arcivescovo emerito di Washington, “ha presentato la rinuncia da membro del Collegio Cardinalizio”.

Le indicazioni di Bergoglio

“Il Papa”, afferma la nota, “ne ha accettato le dimissioni e ha disposto la sua sospensione dall'esercizio di qualsiasi ministero pubblico, con l'obbligo di rimanere in una casa che gli verrà indicata, per una vita di preghiera e penitenza, fino a quando le accuse di abusi a suo carico siano chiarite dal processo canonico”.

Le accuse a McCarrick

McCarrick, 88 anni, è accusato tra l'altro di aver abusato di un adolescente 45 anni fa, quand'era ancora un semplice prete a New York. Altre accuse riguardano presunti rapporti con seminaristi adulti. L'arcivescovo emerito ha professato la propria innocenza e le indagini sono tuttora in corso. Nei giorni scorsi, uno dei principali collaboratori del Pontefice, il cardinale di Boston Sean O'Malley, che da tempo si batte contro la pedofilia nella Chiesa ed è presidente della Pontificia Commissione per la tutela dei minori, ha diffuso una nota sostenendo che nel caso McCarrick “le scuse non bastano”, ma occorre individuare procedure chiare e definite riguardanti le accuse di abusi sessuali a carico di vescovi e cardinali. L'ex arcivescovo di Washington è uno dei prelati in più alto grado mai coinvolti in accuse di abusi sessuali.

28 luglio 2018
tg24.sky.it/mondo/2018/07/28/pedofilia-papa-dimissioni-mccarr...
31/07/2018 02:24
 
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Adelaide, si dimette l’arcivescovo condannato per aver coperto abusi

Aveva annunciato che non si sarebbe dimesso prima della conclusione del processo di appello contro la sentenza che lo condannava a 12 mesi per aver coperto abusi sessuali su minori. Invece Philip Wilson, l’arcivescovo della diocesi australiana di Adelaide, ha rassegnato oggi le sue dimissioni. Il papa ha accettato la rinuncia dell’arcivescovo, come informa un bollettino della Santa Sede, che giunge ad una settimana dalla esplicita richiesta a Papa Francesco avanzata all’unisono dal Premier conservatore australiano, Malcolm Turnbull, dal capo dell’opposizione laburista Bill Shorten e dal National Council of Priests of Australia di «licenziare» il presule 67enne «per il bene della Chiesa australiana», già gravemente scossa negli ultimi decenni dai casi di pedofilia del proprio clero.

In particolare i sacerdoti definivano «irritante» il rifiuto di lasciare il proprio incarico da parte dell’arcivescovo, che ad oggi è il più alto prelato cattolico al mondo ad aver ricevuto una condanna del genere. «Anche se le mie dimissioni non erano richieste, ho preso questa decisione perché preoccupato dall’aumentare del livello di sofferenza che la mia recente condanna ha causato all’interno della comunità», spiega lo stesso arcivescovo in una lettera pubblicata sul sito dell’arcidiocesi. «Avevo sempre sperato di rinviare questa decisione fino alla fine del processo d’appello. Tuttavia, c’è troppa angoscia nel mantenere il mio ruolo di arcivescovo di Adelaide, soprattutto per le vittime». «Devo mettere fine a tutto questo e perciò ho ritenuto che le dimissioni fossero l’unico passo appropriato in questa situazione». A Wilson, affetto dal morbo di Alzheimer alle prime fasi, erano stati comminati dodici mesi di reclusione dal Tribunale di Newcastle, a nord di Sydney, lo scorso 22 maggio. L’accusa è di aver insabbiato i crimini di un sacerdote, Jim Fletcher, a danno di due chierichetti minorenni. Le violenze sarebbero avvenute negli anni ’70 nella regione di Hunter.

Fletcher, il cui nome appariva in diverse pagine del corposo dossier di 17 volumi della “Royal Commission” (la Commissione Nazionale d’Inchiesta sulle risposte delle istituzioni agli abusi sessuali a minori), era poi morto in prigione nel 2006, a 65 anni, un anno dopo una condanna per pedofilia per aver stuprato un chierichetto 13enne tra il 1989 e il 1991. Il sacerdote avrebbe violentato anche quattro “altar boys” che servivano la diocesi di Maitland, dove Wilson svolgeva il suo ministero sacerdotale prima che Giovanni Paolo II lo nominasse vescovo di Wollongong nel 1996 e, cinque anni dopo, nel 2001, pastore di Adelaide. Il processo era stato avviato dopo le accuse di due ministranti che affermano di aver avvertito il prelato delle violenze subite; monsignor Philip Wilson ha sempre però affermato, anche sotto giuramento in Tribunale, di non ricordare tali conversazioni e ha negato ogni accusa. Continuando a ribadire sempre, anche dopo la condanna, la sua innocenza, il prelato si era autosospeso ma mai dimesso da arcivescovo di Adelaide; anzi, aveva annunciato un ricorso. Nel caso in cui non dovesse avere successo, aveva detto, «presenterò immediatamente la mia rinuncia alla Santa Sede». Adesso potrà evitare il carcere dopo che lo stesso tribunale di Newcastle ha ordinato che sia valutata l’idoneità di scontare agli arresti domiciliari la condanna. Una richiesta, questa, avanzata ai giudici dall’avvocato difensore Ian Temby che, in precedenza, aveva provato per quattro volte ad evitare un processo facendo leva sulle precarie condizioni di salute del presule.

Sottolineando che mai Wilson è stato condannato per reati sessuali né vi siano indicazioni che sia stato coinvolto in alcuno dei reati commessi da Fletcher, il legale avvertiva del rischio che «potrebbe essere visto nella popolazione carceraria come pedofilo e quindi esposto ad aggressioni da parte di altri detenuti». Temby aveva inoltre presentato rapporti di vari medici con dettagli delle condizioni mediche del vescovo, tra cui, oltre all’Alzheimer, diabete e problemi di cuore, affermando che in carcere metterebbe a rischio la sua incolumità e la sua salute. La decisione in merito sarà comunque emessa il 14 agosto, dopodiché Wilson sarà eleggibile per la libertà condizionata dopo aver scontato sei mesi. Potrebbe stare nella casa della sorella a Newcastle. La diocesi di Adelaide, nel frattempo, continua ad essere guidata dal gesuita Gregory O’Kelly, 76 anni, anche vescovo di Port Pirie, nominato dal papa lo scorso 3 giugno (quindi neanche due settimane dopo il verdetto di colpevolezza) amministratore apostolico “sede plena”. Sulla vicenda la Conferenza Episcopale australiana, già alle prese col maxi processo a carico del cardinale George Pell, accusato di abusi e di insabbiamenti, sembrava aver preso in un primo momento le distanze.

In queste ore ha diffuso una nota firmata dal Presidente Mark Coleridge, arcivescovo di Brisbane, in cui si legge che la rinuncia di Wilson, che avviene «mentre il processo giudiziario continua», è «un nuovo capitolo della storia straziante di persone abusate sessualmente da Jim Fletcher, le cui vite sono state cambiate per sempre». «Questa decisione può portare loro un pò di conforto, nonostante il dolore che continuano a sopportare», scrivono i vescovi. Che ricordano come in passato Wilson sia stato «elogiato da molti per il suo lavoro a sostegno delle vittime e dei sopravvissuti agli abusi sessuali come vescovo di Wollongong, arcivescovo di Adelaide e Presidente della Conferenza Episcopale»; tuttavia ha deciso di rinunciare all’incarico di pastore perché questo «continuerebbe a causare dolore e angoscia a tante persone, specialmente ai sopravvissuti» e all’intera Chiesa australiana. Chiesa sulle cui spalle pesa il fatto di avere il 7% dei propri ministri ritenuti colpevoli di abusi sessuali a danno di oltre 4.500 bambini e adolescenti dal 1950 ad oggi, e che si prepara a vivere un Concilio plenario particolare nel 2020 durante il quale il tema abusi sarà una delle prime questioni da affrontare.

Salvatore Cernuzio
30/07/2018
www.lastampa.it/2018/07/30/vaticaninsider/australia-si-dimette-larcivescovo-di-adelaide-condannato-per-aver-coperto-abusi-tE8yvaY4tRxl6gMna0Ba3M/pag...
17/08/2018 17:31
 
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USA, oltre 300 sacerdoti della Pennsylvania coinvolti in abusi sessuali su minori

WASHINGTON - Un gran giurì della Pennsylvania ha ritenuto credibili le accuse di abusi sessuali nei confronti di bambini di oltre 300 preti, coperti dalla Chiesa cattolica in Pennsylvania. In un ampio rapporto, le vittime identificate sono oltre mille. Gli abusi riguardano sei diocesi dello Stato americano, e sono avvenuti nel corso degli ultimi 70 anni. “Crediamo che il numero reale delle vittime, considerando le denunce perse o quelle mai fatte per paura di farsi avanti, sia di migliaia”, si legge nel rapporto di circa 1.400 pagine sugli abusi sessuali su minori segnalati in tutte (tranne due) le diocesi dello Stato. Il rapporto finale della giuria indica che "quasi tutti i casi" sono caduti in prescrizione e non possono essere perseguiti penalmente. Tuttavia due sacerdoti sono stati incriminati per abusi ripetuti su diversi bambini, in alcuni casi che risalgono al 2010. "Alcuni preti abusarono di bambini e bambine e gli uomini di chiesa che erano i loro responsabili non fecero nulla, per decenni", hanno scritto i membri della giuria nella relazione. I giurati scrivono di "riconoscere che molte cose sono cambiate in seno alla Chiesa Cattolica in questi quindici ultimi anni", ma sottolineano che le due imputazioni mostrano che "gli abusi di bambini in seno alla chiesa non sono svaniti".

Malgrado le riforme istituzionali, "gli alti responsabili della Chiesa hanno evitato le loro responsabilità", si legge ancora nel rapporto. Vescovi e cardinali "sono stati protetti". "Molti di quelli citati nel rapporti sono stati promossi", affermano i giurati, secondo cui, "finché ciò non cambia, pensiamo che sarà prematuro chiudere il capitolo degli abusi all'interno della Chiesa Cattolica". Il rapporto mette nel mirino, in particolare, l'arcivescovo di Washington, Donald Wuerl, che, secondo i documenti, ebbe un ruolo cruciale nel proteggere i preti colpevoli di abusi quando operava nella diocesi di Pittsburgh. “Ho agito con diligenza”, si è difeso quest'ultimo, “preoccupato per coloro che sono ancora in vita e per prevenire altri abusi. Il rapporto è un memento per le gravi negligenze della Chiesa, che deve cercare il perdono". I giudici della Pennsylvania hanno lavorato sul caso per ben due anni, ascoltando testimonianze e valutando oltre 500.000 pagine di documenti di tutte le diocesi, tranne quelle di Philadelphia e Altoona-Johnstown, già indagate. Molte vittime hanno affermato di essere state drogate o plagiate, mentre altre raccontavano gli abusi alle proprie famiglie ma in cambio ricevevano rimproveri e, tavolta, perfino botte.

14 agosto 2018
www.repubblica.it/esteri/2018/08/14/news/usa_chiesa_cattolica_pennsylvania_pedofilia-20...
28/08/2018 18:03
 
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Diocesi: Thomas O'Brien, vescovo di Phoenix in pensione, muore a 82 anni

Funzionari della diocesi cattolica di Phoenix dicono che il vescovo in pensione Thomas O'Brien è morto all'età di 82 anni. Essi riferiscono che O'Brien è morto domenica mattina a causa di complicazioni sanitarie continuative legate al morbo di Parkinson. O'Brien ha servito come vescovo nella diocesi della città più popolosa dell'Arizona dal 1982 al 2003. Un'indagine dell'Ufficio del Procuratore della Contea di Maricopa nel 2002 ha rivelato che O'Brien aveva protetto presunti sacerdoti pedofili. Gli fu concessa l'immunità dall'accusa dopo aver firmato un documento che ammetteva il suo ruolo in insabbiamenti di presunta cattiva condotta sessuale da parte di sacerdoti diocesani. O'Brien si è dimesso da vescovo dopo essere stato arrestato per la morte di un pedone in un fatale incidente del giugno 2003. È stato accusato di aver lasciato la scena dell' incidente mortale e condannato a quattro anni di libertà vigilata e 1.000 ore di lavori socialmente utili.

Wheaton82
26 agosto 2018
www.fox10phoenix.com/news/arizona-news/bishop-thomas-o-brien-passes-away-a...
[Modificato da wheaton80 28/08/2018 18:24]
17/09/2018 12:47
 
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Pedofilia, Spiegel:"3000 abusi nella Chiesa tedesca da 1946 a 2014"

Sono almeno 3.677 i casi di abusi sessuali nella chiesa cattolica tedesca tra il 1946 e il 2014. E in più della metà dei casi le vittime hanno meno di 13 anni. A rivelarlo è un rapporto commissionato a tre università dalla Conferenza dei Vescovi in Germania. Il contenuto è stato anticipato da Spiegel online:

www.spiegel.de/panorama/gesellschaft/katholische-kirche-in-deutschland-studie-zaehlt-3677-missbrauchsopfer-a-1227...

Sono 1.670 i sacerdoti accusati

Lo studio, frutto di un consorzio di ricerca delle università di Mannheim, Heidelber e Giessen, sarà presentato a Fulda il 25 settembre dal cardinale Reinhard Marx. Secondo quanto scrive Spiegel, sono stati vagliati 38mila fascicoli personali provenienti da 27 diocesi. In tutto sono 1.670 i sacerdoti accusati di aver abusato sessualmente, in un arco temporale che va dal 1946 al 2014, di un totale di 3.677 minori, quasi tutti maschi. Tre quarti dei bambini coinvolti sono venuti in contatto con gli accusati tramite la chiesa.

Quota accusati rappresenta il 4% del totale di sacerdoti in Germania
In molti casi, riferiscono gli autori del report, i fascicoli sono stati “distrutti o manipolati” e altrettanto spesso i sacerdoti sono stati spostati in altre diocesi. Solo un terzo di questi hanno avuto procedimenti all'interno dell'istituzione e alla fine le sanzioni, quando ci sono state, sono state minime. La quota di accusati rappresenta il 4% del totale dei sacerdoti attivi in Germania. Le tipologie sociologiche con le quali gli autori hanno definito gli accusati ricadono per lo più nelle categorie di “narcisista-sociopatico”, “immaturo-regressivo”.

12 settembre 2018
tg24.sky.it/mondo/2018/09/12/Abusi-sessuali-chiesa-cattolica-germa...
14/10/2018 17:11
 
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Gli USA si allontanano dal Papa: Rod Dreher svela perché

Rod Dreher a tutto campo sulla situazione vissuta oggi dalla Chiesa cattolica e dal cristianesimo: da Papa Francesco a Papa Ratzinger, passando per il "dossier Viganò". Per il New York Times, lo scrittore americano è l'autore del libro a tema religioso più importante di questi ultimi dieci anni. "L'Opzione Benedetto", da poco pubblicato in lingua italiana dalla San Paolo, è un testo che consiglia ai cristiani una sorta di ritiro strategico da un mondo ormai incompatibile con le loro istanze. Ma Dreher, in questa intervista rilasciata a IlGiornale.it, si sofferma anche su quello che sta succedendo all'interno delle istituzioni ecclesiastiche. Vale la pena sottolineare, come premessa, che lo scrittore in questione ha aderito alla comunione delle Chiese ortodosse, come si legge nella breve biografia riportata sulla sua opera principale, dopo essere stato prima un metodista e poi un cattolico.

Gentilissimo Rod Dreher, mons. Gänswein, durante la presentazione del suo libro alla Camera dei Deputati, ha paragonato lo scandalo degli abusi sessuali ai danni dei minori all’11 settembre. Cosa ne pensa?
“Mi ha colpito duramente. In parte perché ero un giornalista di New York l'11 settembre 2001 ed ero in piedi sul ponte di Brooklyn a guardare quando la prima torre è crollata. È stato profondamente traumatico per i newyorkesi, ma anche per tutti noi americani. L'attacco ha distrutto il nostro senso di sicurezza. Pensavamo che la nostra Nazione fosse al sicuro da questo genere di cose, ma l'11 settembre (come noi lo chiamiamo) ha rivelato le nostre vulnerabilità. Allo stesso modo, la catastrofe dello scandalo degli abusi ha distrutto la visione di molti cattolici della Chiesa. Niente è stato lo stesso dopo l'11 settembre; nulla dovrebbe essere lo stesso per la Chiesa dopo questo scandalo. Papa Francesco e quei cardinali che lo circondano non sembrano prendere abbastanza seriamente la crisi. È stato confortante ascoltare un uomo di così alto livello della Chiesa, Mons. Gänswein intendo, riconoscere quanto sia terribile questa crisi. Il suo paragone con l'11 settembre è stato scioccante, ma è stato corretto e, purtroppo, 16 anni dopo lo scandalo di Boston, è stato necessario scuotere la coscienza in Vaticano”.

Può spiegare cosa vuol dire “Opzione Benedetto”?

“Si riferisce alla scelta che credo che tutti i cristiani autentici debbano fare in questo mondo post-cristiano. Il "Benedetto" è San Benedetto da Norcia, che scese a Roma per completare la sua formazione dopo il crollo dell'Impero Romano d'Occidente. Benedetto era così disgustato dalla corruzione e dall'immoralità, che optò per abbandonare la città e vivere in una grotta. Alla fine uscì dalla caverna e fondò un movimento monastico che, nei secoli successivi, ricostruì una civiltà cristiana in Europa. Credo che oggi i fedeli cristiani dovrebbero riconoscere che le condizioni in questo mondo post-cristiano sono tali che se continuiamo a vivere come se fossero tempi normali, non riusciremo a trasmettere la fede ai nostri figli. Dobbiamo fare qualcosa di radicale. Non credo che dovremmo trasferirci tutti in una grotta a Subiaco, naturalmente, ma dobbiamo voltare le spalle al mondo in modo significativo, così da poter volgere i nostri volti in Dio. Non credo che esista un luogo "sicuro" per vivere la fede, per sfuggire completamente alle sfide della vita nel mondo post-cristiano. Ma credo che noi laici dovremmo esplorare nuovi modi di vivere la fede nella comunità. Non lo faremo se non scegliamo (la parte "opzione") di impegnarci in un modo coscientemente controculturale di vita cristiana”.

Qualcuno pensa che "Opzione Benedetto" significhi "Opzione Ratzinger"...
"Bene, intendo San Benedetto, ma è vero che Benedetto XVI è il secondo Benedetto dell'Opzione Benedetto. Ho imparato tanto dal suo insegnamento nel corso degli anni. Ratzinger disse nel 1969, quando era solo un semplice prete, che la Chiesa avrebbe attraversato una terribile crisi, tale che avrebbe fatto perdere il suo potere, la sua ricchezza e il suo status. Molti cadranno ha detto, rimarranno solo i veri credenti. Ma questi veri credenti, che desiderano Cristo più di ogni altra cosa, rimarranno, saranno un segno per un mondo solitario e disperato e saranno i semi del rinnovamento. Sono sicuro che questo è il futuro per noi. La profezia di Ratzinger mi dà speranza, ma non ottimismo. Inoltre, ha detto che i cristiani devono essere una "minoranza creativa" in questo mondo post-cristiano. Sto cercando di incoraggiarlo con l'opzione di Benedetto".

Dal suo punto di vista, ci sono differenze tra Papa Francesco e Papa Benedetto XVI?
"Sì, grandi differenze. Benedetto è intellettualmente serio, Francesco non lo è. Non intendo questo assunto come un insulto a Francesco, che è più dotato pastoralmente di quanto lo fosse l'erudito Benedetto. La più grande differenza che vedo è che Benedetto ha un grande amore e rispetto per la tradizione, ma a Francesco non interessa affatto. Qualunque siano state le debolezze e i fallimenti di Benedetto, ha dato stabilità alla Chiesa. Sotto Francesco, si sente che la Chiesa sta vivendo un terremoto che non mostra segni di arresto. È un momento pericoloso".

Quale strada hai indicato nel libro per il futuro del cristianesimo?
"Una strada di perdita e sofferenza. Non c'è via di fuga. Molti cristiani americani non vogliono pensare all'opzione Benedetto perché non possono immaginare la sofferenza. Non fa parte del nostro cristianesimo, che è diventato molto borghese, molto a suo agio. Sarà tutto portato via. Sebbene sia stato scritto per gli americani, il libro "The Benedict Option" è stato meglio compreso dai cattolici europei, che hanno già iniziato a vivere attraverso questa perdita e sofferenza. Un giorno potremmo affrontare gravi persecuzioni, non lo escludo, ma senza dubbio subiremo un'ulteriore emarginazione. E la più grande sfida sarà trasmettere la fede ai nostri figli. Pochissimi di noi sono preparati per questo".

Cosa si dice negli Stati Uniti dell'attuale crisi vissuta dalla Chiesa cattolica?
“I cattolici americani sono arrabbiati per questo in un modo che non ho mai visto. Nel 2002, quando lo scandalo è iniziato a Boston, è stato uno choc per tutti gli americani, ma la gente ha sostanzialmente creduto che i vescovi potessero essere considerati attendibili per risolvere il problema. Ora, le persone stanno cominciando a riconoscere quanto sia corrotto l'episcopato. I sondaggi su Papa Francesco tendono verso al basso negli Stati Uniti, perché molte persone, non solo i cattolici, credono che sia più interessato a proteggere i suoi alleati che a ripulire la Chiesa. Quando sono stato in Italia di recente, sono stato sorpreso di scoprire che molti dei media italiani non hanno segnalato quanto sia serio lo scandalo negli Stati Uniti. Francesco e i suoi consiglieri dicono che lo scandalo è una cospirazione da parte dei ricchi cattolici americani di destra per ferirlo. È una follia questa teoria, e se si permetteranno di crederci, il Papa ed i suoi uomini scaveranno solo più a fondo una buca”.

Ha letto il dossier di Viganò? Cosa pensa?
“Si l'ho fatto. Penso che Mons. Viganò sia un eroe. Ha detto in pubblico ciò che molte persone informate hanno detto in privato per anni. Il Papa non gli ha risposto, secondo me, perché il Papa sa perfettamente che Viganò sta dicendo la verità. Dopo che il dossier di Viganò è stato pubblicato, ho sentito da almeno quattro amici sacerdoti cattolici affermare che la sua pubblicazione ha portato loro "gioia". Seriamente, questa è la parola che hanno usato. "Perché la gioia?", ho chiesto. Tutti hanno dato una versione di questa risposta:"Perché finalmente possiamo parlare apertamente di ciò che tutti sappiamo è vero, ma non potevamo dire prima"”.

Cosa dovrebbero fare i cristiani in questo mondo?
"Cercare il volto di Dio sopra ogni cosa. Tutto il resto segue da quello. Quello era il segreto del successo di San Benedetto. Sai, nel 2015 ho scritto un libro intitolato "Come Dante può salvarti la vita". È la storia di come il Signore mi ha fatto uscire da una terribile crisi spirituale e fisica parlando a me attraverso la poesia di Dante Alighieri. Una delle grandi lezioni che Dante mi ha insegnato è che se ordiniamo le nostre vite con qualcosa di diverso dall'appassionata ricerca della comunione con Dio sopra ogni altra cosa, sbagliamo. Se Dio è solo una parte della nostra vita, allora Lui non è Dio. Dio deve essere la nostra intera vita, niente di meno".

Donald Trump è un Presidente che segue "l'Opzione di Benedetto"?
"Oh no! Affatto! Non è nemmeno un cristiano in alcun senso si voglia intendere. Molti cristiani americani, in particolare protestanti evangelici, hanno riposto molta fiducia in Trump. Penso che questo sia un grosso errore, ma devo ammettere qualcosa: Trump non odia i cristiani e non vuole spingerci fuori dalla pubblica piazza, per così dire. Questa è una differenza significativa tra lui e gli alti politici del Partito Democratico, che è ora governato dal fanatismo pro-aborto e pro-LGBT. Non mi piace Trump e non mi fido di lui, ma i progressisti sono diventati così viziosi e ostili al cristianesimo tradizionale che quasi sicuramente dovrò votare per Trump nel 2020. Non posso credere che lo sto dicendo, ma viviamo in tempi folli. Ma non ponetevi il dubbio: Après Trump, il déluge".

Francesco Boezi
14/10/2018
www.ilgiornale.it/news/cronache/states-si-allontanano-Papa-rod-dreher-svela-perch-1587...
17/12/2018 20:24
 
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Il cardinale Pell giudicato colpevole

Colpevole all'unanimità. Il cardinale George Pell, onnipotente Ministro delle Finanze vaticane, «in aspettativa» dal 2017 per protestare la sua innocenza davanti alla giustizia del suo Paese, l'Australia, è stato ritenuto colpevole di abusi su minori da una giuria popolare di 12 membri, che ha raggiunto il verdetto all'unanimità dopo una camera di consiglio durata più di tre giorni. Pell avrebbe quindi molestato due ragazzini del coro della cattedrale di San Patrizio a Melbourne quando era arcivescovo della città australiana alla fine degli anni '90. Il verdetto è stato emesso l'11 dicembre, ma il tribunale della provincia del Victoria che ha processato Pell ha proibito a tutta la stampa australiana di divulgare qualsiasi notizia. L'accusa di cui Pell è stato riconosciuto colpevole è quella di sexual misconduct, molestie sessuali, secondo quanto riferisce la Voice of America (la categoria è giuridicamente ampia, coprendo dalle semplici molestie alle violenze sessuali vere e proprie). A dare la notizia è stato il Daily Beast, una sorta di Dagospia americana, che ha sentito due fonti interne al procedimento, ma la notizia è confermata da numerose fonti di peso, quali il giornale online Crux (che parla invece di sex abuse, abuso sessuale), insieme con il National Catholic Reporter (solo per citarne alcuni). Mentre questo processo avrà la sentenza del magistrato a febbraio 2019 (e si ritiene che il porporato faccia appello), per marzo '19 si attende l'inizio di un secondo processo, stralcio del primo, che riguarda presunti abusi commessi da Pell in piscina a Ballarat, la diocesi di cui era sacerdote, negli anni '70. Anche in questo caso il cardinale ha protestato la sua innocenza e la giustizia dovrà fare il suo corso.

La vicenda giudiziaria di Pell era iniziata nella primavera di quest'anno, con un primo processo da rifare (questo sui ragazzini del coro), perché la giuria non era arrivata ad un verdetto; ora la sentenza di colpevolezza, peraltro emessa in tempi rapidi, visto che questo processo è cominciato il 7 novembre scorso. Secondo il Daily Beast sarebbe una colpevolezza su tutte le accuse, mentre Crux riferisce che al centro di questo processo la giuria, che ha sentito l'ex cerimoniere della cattedrale, l'ex organista ed altri ex ragazzi del coro del tempo, avrebbe posto due domande: per Pell era o no possibile restare solo con i ragazzi del coro? Sarebbe stato fisicamente possibile per lui compiere abusi mentre indossava i suoi abiti per la celebrazione della Santa Messa? Prefetto del Segretariato per l'Economia, il cardinale australiano ha «regnato» sulle finanze papali dal 2014 fino a metà del '17. Lo scorso ottobre, si è appreso in questi giorni, è stato rimosso dal C9, il Consiglio cardinalizio che sta preparando la riforma della Curia. Con lui fuori anche Francisco Errazurriz Ossa, cileno, accusato di aver coperto abusi sessuali del clero nel suo Paese; e il congolese cardinale Laurent Monsengwo, 79 anni, già arcivescovo di Kinshasa e ritiratosi per motivi di salute. I tre posti per il momento non sono stati ripianati. A proposito: Pell è tuttora in carica, malgrado le dimissioni presentate a Francesco al compimento dei 75 anni nel 2016 e non accettate dal Papa, che in passato ha detto di attendere le decisioni dei giudici australiani.

Antonino D'Anna
15/12/2018
www.italiaoggi.it/news/il-card-pell-giudicato-colpevole...
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