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Ecco cosa ha dichiarato una fonte riguardo l'assassinio di Kennedy e la CIA

Ultimo Aggiornamento: 13/09/2023 13:43
11/01/2023 17:50
 
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Le rivelazioni durante il programma televisivo della Fox 'Tucker Carlson Tonight'

Non molto tempo dopo che Jack Ruby ha sparato a Lee Harvey Oswald davanti alla telecamera nel seminterrato del quartier generale della polizia di Dallas, molti americani hanno iniziato a farsi alcune domande sull'assassinio di Kennedy. È stata, bisogna ammetterlo, una sequenza di eventi piuttosto straordinaria. Un uomo armato solitario uccide il Presidente degli Stati Uniti. E poi, meno di 48 ore dopo, quell'unico uomo armato viene a sua volta assassinato da un altro uomo armato. Quante sono le probabilità che ciò possa accadere? Una cosa è essere colpiti da un fulmine: raro ma possibile. Ma se anche ogni membro della tua famiglia viene colpito da un fulmine, tutti in giorni diversi, potresti iniziare a sospettare che non si tratti di eventi del tutto naturali. Ma “Oh”, ha risposto il Governo degli Stati Uniti, “lo sono. Questa bizzarra catena di omicidi è stata del tutto naturale”. Quindi, meno di un anno dopo l'assassinio di JFK, la Casa Bianca di Johnson pubblicò qualcosa chiamato Rapporto della Commissione Warren. E il rapporto concludeva che, mentre le loro motivazioni rimanevano poco chiare, sia Lee Oswald che Jack Ruby avevano agito da soli. Nessuno li ha aiutati. Non c'era alcun tipo di cospirazione. Caso chiuso. Ora di andare avanti. E molti americani sono andati avanti. A quel tempo, non avevano idea di quanto fosse scadente e corrotta la Commissione Warren. Sarebbero passati quasi 50 anni prima che la CIA ammettesse sotto costrizione che in realtà aveva nascosto informazioni agli investigatori sulla sua relazione con Lee Harvey Oswald. Ma anche allora, all'epoca, prima che si sapesse, la spiegazione del governo non sembrava del tutto plausibile. E alcune persone hanno iniziato a fare domande ovvie al riguardo. Fu a quel punto, quando gli americani iniziarono a dubitare della versione ufficiale, che il termine "teoria del complotto" entrò nel nostro lessico. Come sottolinea il professor Lance DeHaven-Smith nel suo libro sull'argomento, "il termine teoria del complotto non esisteva come frase nella conversazione americana quotidiana prima del 1964. Nel 1964, l'anno in cui la Commissione Warren pubblicò il suo rapporto, il New York Times pubblicò cinque articoli in cui appariva l'espressione "teoria del complotto". Oggi, ovviamente, il termine "teoria del complotto" appare praticamente in ogni articolo del New York Times sulla politica americana. Viene brandito, oggi come allora, come un'arma contro chiunque faccia domande a cui il governo non se la sente di rispondere. Ma nonostante 60 anni di insulti, quelle domande non sono scomparse. In effetti, si sono moltiplicate nel tempo. Ed eccone una.

Nell'aprile del 1964, uno psichiatra di nome Louis Joylon West visitò Jack Ruby nella sua cella di isolamento in una prigione di Dallas. Secondo la valutazione scritta di West, avrebbe scoperto che Jack Ruby era "tecnicamente pazzo" e necessitava di un immediato ricovero psichiatrico. Quelle erano conclusioni a cui stranamente nessuno che aveva parlato con Jack Ruby in precedenza era giunto. Ruby era sembrato perfettamente sano di mente alle persone che lo conoscevano. Louis Jolyon West lo ha dichiarato pazzo. Ma ciò che West non ha detto è che all'epoca lavorava per la CIA. Louis Jolyon West era uno psichiatra a contratto per l'agenzia di spionaggio. Era anche un esperto di controllo mentale e un attore di spicco nell'ormai famigerato programma MKUltra in cui la CIA dava potenti farmaci psichiatrici agli americani a loro insaputa. Quindi, tra tutti gli psichiatri del mondo, cosa diavolo ci faceva questo tizio nella cella di Jack Ruby? I media non sembravano interessati a scoprirlo. In effetti, il New York Times, in un ampio necrologio di West del 1999, non ha mai menzionato il fatto che avesse lavorato per la CIA, tanto meno il tempo da lui trascorso nella cella di Jack Ruby, cosa che sembra rilevante. Quindi si può capire perché le persone non pazze si chiedano cosa sia realmente accaduto. E, naturalmente, molti se lo sono chiesto. Nel 1976, cosa da tempo dimenticata, la Camera dei Rappresentanti istituì una commissione speciale per indagare nuovamente sull'assassinio di JFK. La loro conclusione bipartisan? Kennedy è stato quasi certamente assassinato a seguito di una cospirazione. Ma la domanda è: una cospirazione di chi? Bene, l'ovvio sospettato sarebbe la CIA. Perché altrimenti l'agenzia avrebbe nascosto prove critiche agli investigatori? C'è una spiegazione benigna per questo, per aver mantenuto questo livello di segretezza per così tanti anni? Non che ne siamo a conoscenza. Ed è illegale.

Nel 1992, il Congresso approvò il President John F. Kennedy Assassination Records Collection Act. Quell'atto imponeva la piena divulgazione di tutti i documenti entro il 2017, 54 anni dopo l'uccisione di JFK. L'ultima amministrazione ha promesso di rispettare pienamente quella legge. Ma sotto l'intensa pressione del direttore della CIA Mike Pompeo, alla fine ha trattenuto migliaia di pagine di documenti della CIA. Oggi, questo pomeriggio, l'Amministrazione Biden ha fatto esattamente la stessa cosa. Sarebbero migliaia di pagine di documenti dopo quasi 60 anni, dopo la morte di ogni singola persona coinvolta. Ma non riusciamo ancora a vederli. Chiaramente, non è per proteggere nessuna persona. Sono tutti morti. È per proteggere un'istituzione. Ma perché? Bene, oggi abbiamo deciso di scoprirlo. Abbiamo parlato con qualcuno che aveva accesso a questi documenti della CIA ancora nascosti, una persona che conosceva profondamente ciò che contenevano. Abbiamo chiesto direttamente a questa persona:"La CIA ha messo lo zampino nell'omicidio di John F. Kennedy, un Presidente americano?”. Ed ecco la risposta che abbiamo ricevuto testualmente. Citazione:"La risposta è sì. Credo fossero coinvolti. È un Paese completamente diverso da quello che pensavamo fosse. È tutto finto". È difficile immaginare una risposta più stridente di questa. Ancora una volta, non abbiamo parlato con un "teorico della cospirazione". Neanche vicino ad esserlo. E' qualcuno con una conoscenza diretta di informazioni che ancora una volta vengono nascoste al pubblico americano. E la risposta che abbiamo ricevuto è stata inequivocabile. Sì, la CIA è stata coinvolta nell'assassinio del Presidente.

Ora, alcune persone non saranno sorprese di saperlo, poiché l'hanno sempre sospettato. Ma non importa come ti senti al riguardo o cosa pensi dell'assassinio di Kennedy, fermati a considerare cosa significa. Significa che all'interno del Governo degli Stati Uniti ci sono forze completamente al di fuori del controllo democratico. Queste forze sono più potenti dei funzionari eletti che presumibilmente le sovrintendono. Queste forze possono influenzare i risultati elettorali. Possono persino nascondere la loro complicità nell'assassinio di un Presidente americano. In altre parole, possono fare praticamente tutto ciò che vogliono. Costituiscono un governo nel governo che si fa beffe, con la loro stessa esistenza, dell'idea di democrazia. Per quanto siamo diventati cinici dopo 30 anni passati a guardare i funzionari del governo ignorare i loro elettori, siamo rimasti scioccati nell'apprenderlo. Non è accettabile. Gli americani si sono fidati sempre meno del loro governo ogni anno che è trascorso dall'uccisione di John F. Kennedy. Forse è per questo. E le persone lo sanno da molto tempo. Le persone che sapevano includevano tutti i direttori della CIA dal novembre del 1963. E quella lista includeva il direttore della CIA di Obama, John Brennan, una delle figure più sinistre e disoneste della vita americana. Quell'elenco includerebbe anche, purtroppo, il nostro amico Mike Pompeo, che gestiva la CIA nell'ultima amministrazione. Mike Pompeo lo sapeva. Abbiamo chiesto a Pompeo di unirsi a noi stasera e, anche se raramente rifiuta un'intervista televisiva, si è rifiutato di venire. Speriamo che ci riconsideri.

Tucker Carlson
15 dicembre 2022

Traduzione: Wheaton80
www.foxnews.com/opinion/tucker-carlson-heres-source-cia-jfks-assas...
[Modificato da wheaton80 11/01/2023 17:55]
13/09/2023 13:43
 
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Caso JFK, l'agente della scorta presidenziale:"Non fu un proiettile magico"

È il 22 novembre 1963, ore 12.30 locale, quando l'allora Presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy viene assassinato mentre viaggiava in corteo a Dallas, Texas, in compagnia della moglie Jacqueline, del governatore John Connally e della moglie di quest'ultimo a bordo della limousine presidenziale. Kennedy venne colpito da due proiettili di fucile, uno alla base del collo e uno alla testa, e dichiarato morto poco dopo l'arrivo al Parkland Memorial Hospital. Lee Harvey Oswald, ex marine 24enne, venne accusato dell'omicidio del presidente, ma due giorni dopo Oswald fu a sua volta ucciso con un colpo di pistola da Jack Ruby, proprietario di un locale notturno con legami con la malavita, nel seminterrato di una stazione di polizia di Dallas. Una commissione presieduta dal Presidente della Corte Suprema degli Stati Uniti, Earl Warren, stabilì in seguito che né il cecchino né il suo assassino "facevano parte di una cospirazione, nazionale o straniera, per assassinare il Presidente Kennedy", ma che Oswald aveva agito da solo. La Commissione Warren, tuttavia, non fu in grado di spiegare in modo convincente tutti gli aspetti della vicenda e il movente dell'assassinio. Questo, almeno, è ciò che racconta la versione ufficiale della morte di John F. Kennedy, mentre miti e leggende sulla sua morte si sono susseguiti nel tempo. Con alcune profezie che prevedono addirittura un suo ritorno in vita per riportare la giustizia sulla Terra.

Il super testimone rompe il silenzio
Sono passati quasi 60 anni dalla tragica morte di JfK. Paul Landis, mai interrogato dalla Commissione Warren, è uno degli agenti del Secret Service, gli "angeli" del Comandante in Capo, che si trovava a Dallas quel giorno, a pochi morti dal Presidente USA. Ricorda il rumore del primo sparo: per un istante, rivela il New York Times, ero convinto che si trattasse di un petardo o di una gomma esplosa. Ma si trattava di una vana speranza. Ora, 60 anni dopo, Landis racconta la sua versione dei fatti, per intero, proprio al New York Times, confermando i dubbi sulla versione ufficiale. Per Paul Landis la morte di John F. Kennedy rappresentò un momento drammatico, che voleva lasciarsi alla spalle. In una parola, dimenticare.

www.nytimes.com/2023/09/09/us/politics/jfk-assassination-witness-paul-lan...

Riprese in mano le carte, si è però reso conto che ciò che racconta la versione ufficiale dei fatti non corrisponde a ciò che ricorda lui di quel giorno. E ha così deciso di raccontarlo in un libro di memorie che verrà pubblicato a breve. "Il racconto di Landis", scrive il New York Times, "incluso in un libro di memorie di prossima pubblicazione, riscriverebbe in modo importante la narrazione di uno dei giorni più sconvolgenti della storia americana moderna".

Cosa non torna nella morte del Presidente USA
Nessuna "teoria complottista", assicura Landis: a 88 anni, ha sottolineato, tutto ciò che vuole è raccontare ciò che ha visto con i suoi occhi. Lascerà agli altri il compito di trarre delle conclusioni. Landis, in particolare, mette in dubbio la teoria del cosiddetto "proiettile magico" che, stando alle conclusioni della Commissione Warren, riuscì a infliggere in totale sette ferite a Kennedy e al Governatore John Connally, rimanendo integro. In realtà, ha spiegato Landis, è stato lui a trovare il proiettile (e non lo ha trovato in ospedale vicino al signor Connally, ma nella limousine presidenziale), conficcato nello schienale del sedile dietro a quello in cui era seduto Kennedy. L'ex agente del Secret Service racconta di essere entrato in ospedale e di aver messo il proiettile che lui stesso aveva trovato accanto a Kennedy sulla barella del presidente, supponendo che potesse in qualche modo aiutare i medici a capire cosa fosse successo. A un certo punto, ipotizza, le barelle devono essere state spinte insieme e il proiettile è stato spostato da quella di JFK a quella del Governatore Connally. La Commissione Warren arrivò invece alla conclusione che uno dei proiettili sparati quel giorno colpì il presidente da dietro, uscì dalla parte anteriore della gola e continuò a colpire Connally, riuscendo in qualche modo a ferirlo alla schiena, al petto, al polso e alla coscia. Non secondo Landis, che ora comincia a dubitare anche di quella che un tempo reputava una certezza: davvero JFK fu ucciso da Lee Harvey Oswald senza la complicità di nessun altro? "Comincio a dubitare di me stesso", spiega, gettando ombre e interrogativi sulla morte di un uomo simbolo del Novecento.

Roberto Vivaldelli
11 settembre 2023
www.ilgiornale.it/news/storia/testimone-dellassassinio-jfk-rompe-silenzio-nuovi-dubbi-2208...
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