P. Giuseppe Oreglia di Santo Stefano s.j. pubblicava, nel 1874, il Rituale massonico del 30° Grado, edito segretissimamente a Napoli, nel 1869 (RM, 7). A proposito delle parole sacre del 1° e 2° Grado, dice nella nota a pag. 15 che "per curiosità dei nostri lettori, non vogliamo privarli di una nostra osservazione fatta da noi (Domenico Angherà) nell'isola di Malta in tempo del nostro tredicenne esilio. Assistendo noi ai lavori massonici che si celebravano in quell'isola, e vedendo le iniziali B e J delle parole sacre dei due primi gradi simbolici cioè Booz e Jackin, leggendo per azzardo all'uso arabo le due dette parole, cioè leggendole al rovescio da destra a sinistra, si ebbero le parole Zoob e Nikai. Presso i Maltesi che parlano un linguaggio arabo corrotto sono queste due parole quelle per cui si esprimono..." etc.: cioè due parole turpi. E il signor Angherà pensa che quello sia il vero senso delle due parole sacre massoniche. Ma non lo rivela che nel Rituale del 30° grado; dove ogni velo, ed anche quello del pudore, "deve cadere" (RM, 100 - corsivo nel testo).
Proprio come dice il Ceschina, sopra citato nel 1959 (v. Tav. 1): "Più in basso una spessa tenda nasconde i misteri della generazione, che solo i Kadosch possono scoprire" (LV, 1959, 132). I Kadosch, cioè i puri, che stanno al 30° Grado della gerarchia massonica, loro soli, i prodigiosi cavalieri purissimi, senza macchia e senza paura, possono darci il significato di quella croce segnata nel punto focale dello stretto perizoma che, in ogni caso, suggerisce sempre torbide relazioni tra i misteri religiosi e gli stimoli del sesso (v. IL REGNO, Bologna, maggio 1960, 4).
Quello che, con discreto riserbo, accennava il P. Oreglia di Santo Stefano s.j. ci viene esplicitamente detto da Roberto Ascarelli, ebreo e quindi competente nella lingua ebraica, Presidente della Gran Loggia d'Italia di Rito Simbolico Italiano, in un volume di suoi "Scritti e discorsi" pubblicato nel 1971: "Il mondo, per il suo futuro, e cioè nella sua eternità, ha bisogno di procreare. Il "Iod" ebraico, che corrisponde grosso modo all'J di Jachin, è il simbolo del sesso maschile; il "Bed", che corrisponde grosso modo al B di Booz, corrisponde al simbolo femminile, perché Bed significa casa, da cui l'idea di ricettacolo, caverna. utero.
Se vogliamo ancora una curiosa conferma magica di questa interpretazione e teniamo presenti unicamente le consonanti, ben sapendo che in ebraico non si scrivono le vocali, e scriviamo Jachin con un "caph" (c duro) e un "nun", e leggiamo a viceversa, troviamo che il nun ed il caph sono il segno scritto del coito e della copula, mentre scrivendo il Bed (b) e il Zain (z) e li leggiamo a viceversa, abbiamo il segno scritto dell'organo fecondatore, il fallo (il leggere al contrario è comune dell'interpretazione magica cabalistica) (pag. 132 - corsivo nostro).
Dato il significato così pregnante che assumono gli organi della generazione nel sistema massonico, non sarà inutile ricordare quanto abbiamo accennato più sopra, e cioè che il Convento di Losanna, nel 1875, volle sostituire al nome di Dio l'espressione "Principio Creatore".
Alberto Pike "storico ed esegeta del Rito Scozzese Antico ed Accettato, Sovrano Gran Commendatore del Supremo Consiglio del 33° Grado per la Giurisdizione Sud degli Stati Uniti d'America, che i clericali di tutto il mondo ritennero di diminuire chiamandolo il Papa della Massoneria, mentre Egli della Massoneria, fu, in verità, uno dei più benemeriti ed eletti Fratelli" (ACMA, 1947, ante 145), emanò, da Charleston, il 20 marzo 1876, un Decreto che il Bacci chiamava "il manifesto fatale" (RIMA, 1 sett. 1876, 2), nel quale, tra l'altro afferma: "Questa espressione "Principio Creatore" non è mica una frase nuova: dessa non è che un'antica parola rediviva. I numerosi e formidabili avversari della Massoneria diranno, e ne avranno il diritto, che il nostro principio creatore è identico al principio generatore degl'Indiani e degli Egiziani, e che potrebbe venir convenientemente simboleggiato, come anticamente era, col Linga, col Phallus, e col Priapo. Patha-Torè, dice MATTER nella sua Storia dello Gnosticismo, non è che un'altra modificazione del Phta. Sotto questa forma è PRINCIPIO CREATORE, o meglio PRINCIPIO GENERATORE. Questo Phta, questo Dio Phallico, tenendo il priapo in una mano, e brandendo con l'altra il flagello, era effettivamente il "Padre delle origini", il Principio Creatore degli antichi Egiziani". (RIMA, 1 sett. 1876, 4). Il P. Oreglia di S. Stefano, su "La Civiltà Cattolica", commentava: "Mi spiace dover dire che il Pike, da schietto americano, ci dà qui francamente la vera spiegazione del Dio creatore e dell'Architetto dell'Universo massonico, quale esso è inteso in tutti i Rituali della Massoneria scozzese ed in tutti i simboli delle Logge. E ciò è tanto vero che il ... signor deputato ed avvocato Mussi ... nella sua qualità di Membro attivo del Gran Consiglio della Massoneria romana di Via della Valle, stampò in un suo almanacco massonico di Milano appunto questa stessa spiegazione fallica del Principio creatore, dicendo che questa è la vera idea che i Massoni italiani si fanno di Dio e della creazione. Nel che concorda ... coll'Arciprete Angherà" (CC, X, 1, 108).