IL COSIDDETTO “PAPA CONSERVATORE” APRE ALL’USO DEL PRESERVATIVO: CONSENTITO “IN SITUAZIONI PARTICOLARI”

Storica svolta di Benedetto XVI che cita il caso delle prostitute: “Per loro è atto di responsabilità“

Comunicato ANSA, 20 Nov. 2010, di don Floriano Abrahamowicz, in reazione a queste scandalose aperture, alle quali non si era spinto neppure Giovanni Paolo II

domus Marcel Lefebvre Via Pietro Nenni, 6 – 31038 Paese (TV):

“Abominazione della desolazione”: questo è il testo liturgico dell’odierna domenica, ultima dell’anno liturgico tradizionale, che medita sulla fine del mondo. La giustificazione del preservativo da parte di Benedetto XVI e la triste illustrazione dell’abominazione della desolazione: il male viene giustificato (non tollerato) dal presunto successore di Pietro! Abominazione della desolazione :”Roma diventerà la sede dell’Anticristo”, l’ha detto la Madonna a La Salette. Che i cattolici si sveglino e reagiscano contro questa impostura. Domine miserer nobis! Don Floriano Abrahamowicz (vedi anche it.gloria.tv/?media=111610 )

LA NOTIZIA CHOC:

CITTÀ DEL VATICANO

Aveva suscitato un vespaio di polemiche quando, in volo verso l’Africa, aveva bocciato l’uso dei condom per combattere l’aids. Intervennero teologi, polemisti, addirittura Parlamenti. Oggi Papa Benedetto XVI ha modo di precisare il suo pensiero e, nel libro-intervista all’amico giornalista tedesco Peter Seewald, fa una storica apertura e ammette che il preservativo in «singoli casi» è giustificato.

Ad anticipare alcuni brani di un volume nel quale, pur trattandosi di un Pontefice, domande e risposte sono insolitamente franche, è stato l’Osservatore romano. Dallo «choc» per le dimensioni del problema pedofilia all’apertura al burqa (se non è imposto) e alle moschee in Occidente, dalla difesa di Pio XII («Come nessun altro, ha salvato tanti e tanti ebrei») al netto “no” al sacerdozio femminile, sono molti gli argomenti caldi che Benedetto XVI affronta senza timidezze nel libro “Luce del mondo”, che verrà presentato ufficialmente martedì prossimo. A quanto si apprende, il Papa tocca anche il nodo delle dimissioni di un Pontefice ed ammette di aver fatto un errore quando ha pronunciato il controverso discorso di Ratisbona. Ma, dalle prime anticipazioni, è l’apertura sui condom la novità più clamorosa.

Sul tema della sessualità, Benedetto XVI sottolinea che «concentrarsi solo sul profilattico vuol dire banalizzare la sessualità, e questa banalizzazione rappresenta proprio la pericolosa ragione per cui tante e tante persone nella sessualità non vedono più l’espressione del loro amore, ma soltanto una sorta di droga, che si somministrano da sé. Perciò anche la lotta contro la banalizzazione della sessualità è parte del grande sforzo affinché la sessualità venga valutata positivamente e possa esercitare il suo effetto positivo sull’essere umano nella sua totalità». Poi, a sorpresa, Benedetto XVI spiega: «Vi possono essere singoli casi giustificati, ad esempio – afferma citandone uno singolare – quando una prostituta utilizza un profilattico, e questo può essere il primo passo verso una moralizzazione, un primo atto di responsabilità per sviluppare di nuovo la consapevolezza del fatto che non tutto è permesso e che non si può far tutto ciò che si vuole. Tuttavia, questo non è il modo vero e proprio per vincere l’infezione dell’Hiv. È veramente necessaria una umanizzazione della sessualità».

Benedetto XVI non menziona altri casi. Nessun riferimento, ad esempio, al caso di coppie sposate nelle quali uno dei due partner sia affetto da Hiv, sollevato al sinodo sull’Africa del 2009 da diversi vescovi africani. Ma Ratzinger cita anche la controversa enciclica di Paolo VI sui metodi contraccezionali per sottolineare che «le prospettive della “Humanae vitae” restano valide, ma altra cosa è trovare strade umanamente percorribili». Molti i brani significativi del libro anticipati dall’Osservatore romano. Il Papa ammette che le «dimensioni» dello scandalo della pedofilia nel clero «furono uno choc enorme». Quanto alle critiche dei mass media, Ratzinger sottolinea che c’è stato «compiacimento a mettere alla berlina la Chiesa e, se possibile, a screditarla», ma mette in chiaro che «sin tanto che si tratta di portare alla luce la verità, dobbiamo essere riconoscenti» e aggiunge, secco: «E poi i media non avrebbero potuto dare quei resoconti se nella Chiesa stessa il male non ci fosse stato». Benedetto XVI difende a spada tratto Pio XII, il controverso Pontefice della seconda guerra mondiale del quale ha avviato il processo di beatificazione. Afferma però: «Quanto accaduto nel Terzo Reich ci ha colpito come tedeschi e tanto più ci ha spinto a guardare al popolo d’Israele con umiltà, vergogna e amore». Per quanto riguarda il burqa islamico, «non vedo ragione di una proibizione generalizzata», afferma Ratzinger, per il quale, poi, è naturale che «anche da noi i musulmani possano riunirsi in preghiera nelle moschee».

Il Papa ribadisce che il sacerdozio è solo maschile: «La Chiesa non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l’ordinazione sacerdotale. Non si tratta di non volere ma di non potere». Di se stesso e del suo predecessore Wojtyla il Papa dice: «Ho capito – afferma Ratzinger parlando della sua elezione dopo Giovanni Paolo II – che accanto ai grandi Papi devono esserci anche Pontefici piccoli che danno il proprio contributo. Così in quel momento ho detto quello che sentivo veramente». Poi avverte chi lo critica con troppa facilità: «Bisognerebbe essere molto cauti con la valutazione di un Papa, se sia significativo o meno, quando è ancora in vita». Del libro-intervista con Seewald filtrano, intanto, ulteriori dettagli. È stato lo stesso giornalista tedesco ad accennare ad una risposta del Papa sugli «errori» che anche un Pontefice può fare. «Per esempio quello di Ratisbona. Nel libro racconta che allora, ai tempi di quella lectio magistralis, non aveva ancora realizzato appieno che il discorso di un Papa viene inteso sempre e comunque anche come discorso politico. Per lui invece, quella volta, doveva trattarsi di un discorso eminentemente scientifico. Una lezione dolorosa, che però non gli fa riscrivere cento volte un discorso, non gli ha fatto perdere il coraggio di poter pure sbagliare».

Anche sulle ipotesi di dimissioni di un pontefice, a quanto si apprende, Benedetto XVI non esita a rispondere. Il Papa spiegherebbe di non aver preso in seria considerazione l’ipotesi di ritirarsi nel momento in cui era messo sotto attacco per la vicenda della pedofilia. Ma ammetterebbe che in caso di infermità un Papa può dimettersi. Nulla di nuovo, in realtà, se si pensa che anche Giovanni Paolo II valutò l’ipotesi di dimettersi, con l’avanzare dell’età e della malattia. Wojtyla – ha raccontato di recente il postulatore della sua causa di beatificazione, Slawomir Oder, nel libro ‘Perché è santò – fece studiare la questione proprio all’allora cardinal Ratzinger, e alla fine stabilì che solo in caso di infermità invalidante avrebbe fatto un passo indietro. Il libro riporta il documento che Giovanni Paolo II aveva predisposto al riguardo, nel quale affermava: «Ho già messo per iscritto la mia volontà di rinunciare al sacro e canonico ufficio di Romano Pontefice nel caso di infermità che si presuma inguaribile e che impedisca di esercitare le funzioni del ministero petrino». Tematiche che, ora, il Papa riprenderebbe in mano nel libro-intervista.

(Fonte: La Stampa.it, 20/11/2010)