Nuove scoperte sulla 'morte cerebrale'
NOVITŔ IN MEDICINA
Inserita: lunedě 25 settembre 2006 16.14 da vallesi
(
Zenit 21/'9/0'6 )
Nuova scoperta sulla “morte cerebrale”
Una paziente ha risposto a stimoli verbali
ROMA, giovedě, 21 settembre 2006 [ZENIT.org].- Mentre medici, filosofi, scienziati ed esperti di morale esaminavano la settimana scorsa il tema della morte cerebrale nella Pontificia Accademia delle Scienze, il mondo ascoltava la sorprendente notizia di una paziente dichiarata praticamente in “morte cerebrale” senza in realtŕ esserlo.
Alcuni scienziati che stavano compiendo studi sul cervello di una donna inglese di 23 anni in coma hanno infatti scoperto che poteva anche rispondere ai loro ordini verbali.
Padre Gonzalo Miranda, L.C., professore di Bioetica presso l’Ateneo Pontificio “Regina Apostolorum” di Roma, ha indicato che uno studio come questo puň cambiare i punti di vista ampiamente sostenuti sulle persone che vivono nei cosiddetti stati vegetativi persistenti.
“Questo studio – ha spiegato – ha confermato una cosa che io sostengo da anni: che una persona in stato vegetativo non č morta, ma un essere umano. Sono persone che vivono in uno stato negativo, ma sono persone, per cui dobbiamo rispettarle”.
Padre Miranda ha affermato che la cosa piů significativa in questo caso č che i ricercatori sono stati capaci di entrare nell’attivitŕ del cervello della persona.
“Finora – ha dichiarato a ZENIT – avevamo solo alcuni test sulla possibilitŕ di risposta di una persona in questo stato che si limitavano ad osservazioni esterne, cose o gesti che una persona poteva fare o meno”.
In questo caso, usando uno scanner MRI [immagini per risonanza magnetica], i medici hanno riconosciuto che l’attivitŕ cerebrale di questa donna era uguale a quella di una persona cosciente normale. La donna non aveva dato risposte da quando era uscita dal coma dopo un incidente automobilistico e rispondeva a tutti i criteri di uno stato vegetativo persistente.
Di fronte ad alcune frasi, l’attivitŕ cerebrale della donna aumentava nei centri di comprensione del cervello. Quando le si chiedeva di immaginare se stessa che giocava a tennis o camminava per le stanze della sua casa, le aree del cervello che governano le funzioni spazio-visive e motorie si illuminavano in modo simile a ciň che era stato osservato in volontari in normali condizioni di salute.
Gli autori del rapporto, il neurologo Adrian Owen e i colleghi dell’Universitŕ di Cambridge e dell’Universitŕ di Liegi [Belgio], scrivono: “Nonostante siano rispettati i criteri clinici per una diagnosi di stato vegetativo, la paziente conservava la capacitŕ di comprendere ordini parlati e di rispondere attraverso la sua attivitŕ cerebrale”.
“Inoltre – affermano nel numero dell’8 settembre della rivista “Science” –, la sua decisione di collaborare con gli autori immaginando compiti concreti quando le chiedevano di farlo rappresenta un chiaro atto intenzionale, che conferma al di lŕ di ogni dubbio che era consapevole di se stessa e di ciň che la circondava”.
Padre Miranda ha ricordato a ZENIT che questo risultato spettacolare č particolarmente importante per sostenere l’insegnamento della Chiesa circa la dignitŕ della vita umana in questi stadi.
“La cosa piů importante che rivela questo studio – ha concluso – č che non possiamo correre il rischio di ridurre la persona ad un corpo”.
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