PRETI IN BORGHESE SONO "FUORILEGGE"

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Ghergon
00lunedì 13 ottobre 2008 19:03
PRETI IN BORGHESE SONO "FUORILEGGE"

Nell’attuale situazione di relativismo e desacralizzazione che travaglia la Chiesa cattolica disorientando i fedeli, una grave responsabilità incombe su quei preti cattolici che sembrano quasi vergognarsi dei segni tangibili del sacerdozio per adeguarsi ad atteggiamenti e mode di stampo "mondano". Il primo sintomo di questo malessere è il rifiuto dell’abito ecclesiastico. Se è vero che l’abito (da solo) non fa il monaco, è altrettanto sicuro che se manca persino l’abito chissà in che stato sarà la fede di quel religioso che fa tanta fatica a manifestarla esteriormente e a rispettare il voto di obbedienza. Infatti, sarà bene ricordare che l’uso dell’abito religioso trova fondamento nelle parole di Nostro Signore ed è prescritto dalla legge della Chiesa.

Ecco cosa disse Cristoper mettere in guardia i suoi apostoli dal desiderio di adeguarsi agli usi mondani: "Io ho dato loro la Tua parola e il mondo li ha odiati, perchè essi non sonon del mondo" (Gv. 17,6). E’ dunque anche l’evangelico "vi mando per il mondo ma voi non siete del mondo" a spiegare le buone ragioni dell’abito ecclesiastico, a sottolineare la dignità spirituale del ministro di Dio. Questo criterio (che si aggiunge alle ovvie necessità di "visibilità" del sacerdote) spiega la scelta dei colori dell’abito: il rosso dei porporati che significa testimonianza sino al martirio o il nero dei sacerdoti che indica i "morti al mondo". Da qui le prescrizioni che vincolano gli uomini di chiesa obbedienti all’uso dell’abito ecclesiastico.

Ecco cosa ordina la legge della Chiesa.Can. 284. I chierici portino un abito ecclesiastico decoroso, secondo le norme emanate dalla Conferenza episcopale (Codice di Diritto canonico, promulgato da Giovanni Paolo II). Can. 669. I religiosi portino l’abito dell’istituto a cui appartengono, quale segno della loro consacrazione e come testimonianza di povertà. I religiosi chierici di un istituto, che non abbia un abito particolare, useranno l’abito clericale a norma del can. 284. (Codice di Diritto canonico). Salve le prescrizioni per le celebrazioni liturgiche, il clero in pubblico DEVE indossare l’abito talare (la tonaca nera sacerdotale) o almeno il clergyman (Conferenza episcopale italiana - Delibere sul Cod. dir. can. art. 2).

I cosiddetti "preti casual", che vestono in borghese per loro comodo, o perchè non stimano l’obbedienza, o forse per apparire più "alla portata" agli occhi di qualcuno, creano dubbio e disaffezione, legittimano il lassismo religioso e fomentano sospetti scandalosi. Soprattutto, sono dei "fuorilegge" rispetto a un obbligo della Chiesa. I fedeli cattolici hanno il diritto e il dovere di pretendere il pieno rispetto della dignità del ministero sacerdotale facendo presente, in caritatevole spirito di correzione fraterna, questa mancanza agli uomini di Chiesa. In casi di ostinato lassismo, i fedeli possono in coscienza rifiutare l’obolo ai parroci colpevoli di disobbedienza per non confermali nella loro mancanza.

Ecclesiacatholica
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viadelcosmo
00lunedì 13 ottobre 2008 22:05
Mi trovi perfettemente d'accordo.
G@rghy
00lunedì 13 ottobre 2008 23:07
Purtroppo satana le tenta tutte per fare il suo gioco!
Il nostro compito è combatterlo con la preghiera, e la nostra testimonianza di vita cristiana.
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