"TESI di CASSICIACUM": è ancora certa?tesi dei sedavacantisti

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hhh.
00domenica 12 luglio 2009 23:49
«La portata oggettiva della domanda: “L’occupante della Sede apostolica è, sì o no, papa materialmente?”, è talmente fuori della nostra portata che concretamente e realmente, la risposta a questa domanda non ha quasi impatto sul comportamento effettivamente possibile del fedele legato alla Tradizione»

Se è “fuori la nostra portata”, (specialmente quella di p. Guérard des Laurier) non è evidente. Se “non ha impatto sul comportamento del fedele”, non se ne possono trarre conclusioni pratiche e giuridiche. Cosa che i “guerardiani”, invece fanno ‘in pratica’, reputandola evidente ‘in teoria’ e così oltrepassano e contraddicono p. Guérard stesso

Se Benedetto XVI è una “pura comparsa” non è neppure “papa materialmente o in potenza”, onde la “Tesi di Cassicìacum” crolla a favore della “sede totalmente vacante”. Infatti oggi (2009) con Benedetto XVI, il quale non sarebbe validamente vescovo, poiché consacrato con il “sacramentario della Chiesa conciliare”, ci troviamo di fronte al “nulla” o alla privazione totale del Papato

Chi dichiara attualmente: “mons. Wojtyla non è per nulla papa [neanche materialmente]”, deve: o convocare il conclave [!], o mostrare le credenziali che lo costituiscono direttamente e immediatamente Legato di Nostro Signor Gesù Cristo [!]» (Il problema dell’Autorità…, Verrua Savoia, CLS, 2005, p. 37).


Ora, per p. Guérard Benedetto XVI non sarebbe papa neppure materialmente, non essendo neanche vescovo, quindi i “tesisti”, per essere coerenti con la “Tesi”, dovrebbero o eleggere un altro papa, o dimostrare di essere i vicari o “legati diretti” di Cristo. Secondo loro tertium non datur

Onde solo queste tre citazioni di p. Guérad autore della “Tesi

basterebbero a far capire che ‘oggi’ (2004-2009) sussiste, almeno un “legittimo dubbio” sulla assoluta certezza teorica della “Tesi” per non parlare della pratica giuridico-morale dei “tesisti”. Se mi sbaglio, chiedo lumi ai “tesisti” su questi tre punti che mi pongono dei problemi. Ed infine Benedetto XVI è ancora “papa” materialiter o non è più nulla?

Discernimento e buon senso

S. Ignazio da Loyola negli “Esercizi Spirituali” (n°318) ([3]) scrive che in tempi di confusione non si deve cambiare proposito di agire, ma restar fermi e fare come prima senza pretendere di vederci chiaro, poiché “nel torbido pesca il demonio”. Quindi nei casi di oscurità, aridità, desolazione, ‘notti dei sensi e dello spirito’, occorre andare avanti come prima, anche senza vedere, anzi ci si deve accontentare di non aver lumi, poiché Dio permette tale oscurità per purificare l’anima dei suoi fedeli, spingendoli ad una maggior fiducia in Lui che non in se stessi e a “sperare contro la speranza”, senza vedere nell’inevidenza (quod repugnat). Anche s. Teresa d’Avila e s. Giovanni della Croce insegnano la stessa dottrina, che è comune in teologia ascetica e mistica.

Ogni eccesso è un difetto


Avvertenza
questa tesi e' paragonabile al
dogma della “Predestinazione e che superano le capacità dei non ‘specialisti’ in teologia, (tali argomenti possono essere affrontati “in scuola” e non predicati ai semplici fedeli) ,
Introduzione: Tre citazioni di p. Guérard

1) «La portata oggettiva della domanda: “L’occupante della Sede apostolica è, sì o no, papa materialmente?”, è talmente fuori della nostra portata che concretamente e realmente, la risposta a questa domanda non ha quasi impatto sul comportamento effettivamente possibile del fedele legato alla Tradizione» (Guérard des Lauriers, Sodalitium, n° 13, in, “Il problema dell’autorità”, Verrua Savoia, CLS, 2005, p. 37).

Se è “fuori la nostra portata”, (specialmente quella di p. Guérard des Laurier) non è evidente. Se “non ha impatto sul comportamento del fedele”, non se ne possono trarre conclusioni pratiche e giuridiche. Cosa che i “guerardiani”, invece fanno ‘in pratica’, reputandola evidente ‘in teoria’ e così oltrepassano e contraddicono p. Guérard stesso.

2) «Una tale perpetuazione [della gerarchia puramente materiale] non è, ex se, impossibile. Essa richiede tuttavia delle consacrazioni episcopali certamente valide. E poiché il nuovo rito è dubbio, gli occupanti (della Sede Apostolica) ben presto non saranno più che delle ‘COMPARSE» (Il problema dell’Autorità e dell’episcopato nella Chiesa, Verrua Savoia, CLS, 2005, p. 37).

Se Benedetto XVI è una “pura comparsa” non è neppure “papa materialmente o in potenza”, onde la “Tesi di Cassicìacum” crolla a favore della “sede totalmente vacante”. Infatti oggi (2009) con Benedetto XVI, il quale non sarebbe validamente vescovo, poiché consacrato con il “sacramentario della Chiesa conciliare”, ci troviamo di fronte al “nulla” o alla privazione totale del Papato.

3) «Chi dichiara attualmente: “mons. Wojtyla non è per nulla papa [neanche materialmente]”, deve: o convocare il conclave [!], o mostrare le credenziali che lo costituiscono direttamente e immediatamente Legato di Nostro Signor Gesù Cristo [!]» (Il problema dell’Autorità…, Verrua Savoia, CLS, 2005, p. 37).

Ora, per p. Guérard Benedetto XVI non sarebbe papa neppure materialmente, non essendo neanche vescovo, quindi i “tesisti”, per essere coerenti con la “Tesi”, dovrebbero o eleggere un altro papa, o dimostrare di essere i vicari o “legati diretti” di Cristo. Secondo loro tertium non datur….

Onde solo queste tre citazioni di p. Guérad autore della “Tesi” (su cui mi baso sostanzialmente in questo articolo), basterebbero a far capire che ‘oggi’ (2004-2008) sussiste, almeno un “legittimo dubbio” sulla assoluta certezza teorica della “Tesi” per non parlare della pratica giuridico-morale dei “tesisti”. Se mi sbaglio, chiedo lumi ai “tesisti” su questi tre punti che mi pongono dei problemi. Ed infine Benedetto XVI è ancora “papa” materialiter o non è più nulla?

Discernimento e buon senso

S. Ignazio da Loyola negli “Esercizi Spirituali” (n°318) ([3]) scrive che in tempi di confusione non si deve cambiare proposito di agire, ma restar fermi e fare come prima senza pretendere di vederci chiaro, poiché “nel torbido pesca il demonio”. Quindi nei casi di oscurità, aridità, desolazione, ‘notti dei sensi e dello spirito’, occorre andare avanti come prima, anche senza vedere, anzi ci si deve accontentare di non aver lumi, poiché Dio permette tale oscurità per purificare l’anima dei suoi fedeli, spingendoli ad una maggior fiducia in Lui che non in se stessi e a “sperare contro la speranza”, senza vedere nell’inevidenza (quod repugnat). Anche s. Teresa d’Avila e s. Giovanni della Croce insegnano la stessa dottrina, che è comune in teologia ascetica e mistica.

Ogni eccesso è un difetto

Chi pretende di sapere tutto di tutto e di avere la certezza e l’evidenza di come stiano realmente le cose, erra; specialmente in una situazione di oscurità e di incertezza come l’attuale, che non ha avuto eguali in tutta la storia della Chiesa. Ogni risposta (anche e specialmente la mia) e “soluzione” o “tentativo” è parziale ed ha le sue ombre e chiaroscuri. Solo la Chiesa gerarchica potrà dirci la parola definitiva. Quindi “si non vis errare, noli velle scrutare” (s. Agostino). La crisi conciliare e postconciliare è un “mistero tremendo”, ora il mistero è oltre la ragione umana, la sorpassa ma non è contro essa. Dunque, “cerchiamo di rendere certa la nostra elezione, mediante le nostre buone opere” (s. Pietro). Ossia, fare ciò che la Chiesa ha sempre fatto (s. Vincenzo da Lerino, “Commonitorium”, cap. III), rifiutare le novità che ci hanno portato a tale stato di confusione dommatica, morale e liturgica.

la suddetta ipotesi teorica, non deve diventare una certezza pratica, mancandole (oggi) l’evidenza, come si evince dalle tre citazioni di p. Guérard su scritte (soprattutto quanto all’esercizio pratico di essa o alle conclusioni giuridico-canoniche che se ne tirano) e specialmente non deve essere predicata ai fedeli con imprudenza, faciloneria e arroganza , altrimenti si rischierebbe di gettarli nella disperazione o nella presunzione .


Per esempio, quanto al dogma della Predestinazione, la Chiesa lascia piena libertà di insegnare e di seguire la tesi tomista o quella molinista, pur essendo radicalmente diverse e contraddittorie e quindi oggettivamente una sola è quella vera, poiché in un mistero così arduo e “tremendo” non vuol pretendere di avere la certezza assoluta e di obbligare i fedeli a seguire una tesi teologica che potrebbe essere troppo dura per le loro forze. Al contrario alcuni sacerdoti “tesisti”, nella crisi misteriosa e tremenda che attraversa la Chiesa dal 1958 (anzi dal 1955), non esitano a pretendere di saper tutto e di obbligare i loro poveri fedeli a seguire in tutto e per tutto le loro “certezze” assolute, che non ammettono domande, dubbi, e problemi di coscienza. Quando qualcuno osa porre un quesito, normalmente, tranne rare eccezioni, si sente minacciato di peccato mortale, di scisma, e di dannazione, di aver cambiato irreversibilmente campo ecc…. Mentre la crisi che ha investito l’ambiente cattolico da mezzo secolo, può far perdere la testa e la fede se ci si pensa troppo, senza adeguata preparazione teologica e un’intensa vita spirituale, cercando di assicurassi l’elezione tramite le buone opere, senza le quali la fede è morta. Quindi non è bene parlarne ai semplici fedeli nei minimi dettagli e sino alle ultime conclusioni, come se fossero certezze infallibili di fede e di costumi. Se lo si fa, o si è irresponsabili, oppure manipolatori delle coscienze, per poterne disporre a proprio uso e vantaggio (non forzatamente materiale). Ho conosciuto dei fedeli (e anche dei sacerdoti, per non parlare di alcuni vescovi Thuc) che discettavano, anche per scritto su ‘internet’, sul “materialìter” (con l’accento sulla seconda “i”) e sul “formalìter” (idem ut supra), senza conoscere l’ “abc” della dottrina cattolica.

La frase che s. Ignazio da Loyola pone all’inizio degli Esercizi Spirituali «Ogni buon cristiano deve essere più pronto a salvare la proposizione del prossimo che a condannarla» (n° 22), aiuterebbe, se osservata, non poco a mantenersi nel giusto mezzo (di altezza e non di mediocrità), che sa distinguere per unire per poter giungere a una posizione il più possibilmente vicina alla realtà, pur ammettendo la possibilità di sfaccettature e accentuazioni diverse, quanto al modo d’interpretare la crisi attuale.


Conclusione: Con quale “autorità”?

Si definisce, in maniera assolutamente certa, che non vi è più “Governo” in atto e de facto nella Chiesa da quaranta anni e se ne tirano tutte le conclusioni pratiche e canoniche, come aventi “autorità”? Con quale “autorità” si definisce, con certezza, per fare un esempio, che le sentenze della S. Rota sono nulle da quaranta anni (obbligando per se chi ha ricevuto la sentenza rotale di nullità del matrimonio, a vivere come s. Giuseppe e la Madonna, esponendoli a pericolo prossimo di peccato mortale e abituale) e che le confessioni e i matrimoni dei parroci sono invalidi (essendo doveroso in materia sacramentarla il tuziorismo o rigorismo, secondo cui “il dubbio è nullo”) da quaranta anni? Che il sacrificio della messa è invalido e cessato, così il sacerdozio, l’episcopato, onde pure l’estrema unzione e la cresima, (resterebbe solo il battesimo e vi sono alcuni ‘sedevacantisti’ coerentissimi che ricevono e amministrano solo il battesimo, tutto il reso essendo viziato, anche i sacramenti degli altri ‘sedevacantisti’ non coerentissimi). Con quale “autorità” ci si presenta come “inviati” (missi) ad “annichilire e annullare” tutti gli atti (anche giuridici) della Chiesa ufficiale? A proibire persino l’assistenza alla Messa di s. Pio V, se celebrata “una cum”, sotto pena di sacrilegio, peccato mortale e scisma capitale e terrorizzando i fedeli, i seminaristi e i sacerdoti ‘deboli di spirito’? Forse con il “libero esame” della “sola Traditio”? O forse ci si ritiene (de facto anche se non de jure) “Legati diretti di Cristo”? Poiché in pratica si agisce così, anche se non lo si formula in teoria. Le cupe ammonizioni di apostasia irreversibile e di dannazione da parte di “Sodalitium” – per grazia di Dio - non mi sfiorano, ma conosco molti fedeli e seminaristi o persino sacerdoti che si lasciano impaurire dalla minaccia di “fattura”, fatwa o herèm, lanciata dai “Sommi Sacerdoti” (almeno de facto) dell’oblatio munda.



Le parole di s. Tommaso secondo cui, «generalmente, alla rivolta contro la pubblica “cattiva-autorità” o tirannia, si espongono più i cattivi che i buoni, infatti ai cattivi pesa sia il governo del re che quello del tiranno» (In V Politicorum Aristotelis, lib. V, 1, 1301a). Mentre “gli uomini virtuosi”, i quali dovrebbero giudicare della opportunità e liceità della resistenza e rivolta, difficilmente riconoscono di avere tutte le ragioni per ribellarsi lecitamente, invece “i cattivi” sono più propensi a prendersi ogni ragione e a rivoltarsi, senza pensare alle conseguenze dei loro atti (In V Politicorum, lect. I, n° 714), sono più calzanti e attuali che mai, in effetti molti criticano non solo la nouvelle théologie, ma anche Pio XII. Egli sarebbe il Papa (manovrato da Bugnini, come un burattino nelle mani di un burattinaio) che ha realizzato una profonda revisione dei riti della Settimana Santa, in cui per la prima volta un rito cattolico (anteriore alla riforma di papa Pacelli del 1955) subiva delle modifiche suggerite dal giudaismo, esse avrebbero aperto la porta a qualsiasi cambiamento nella liturgia cattolica. Onde tutto il processo di disfatta (= Concilio Vaticano II e NOM) sarebbe iniziato proprio con la riforma liturgica (ecumenica) della Settimana Santa di Pio XII. La liturgia cattolica sarebbe stata messa a disposizione (da parte di Pio XII) dell’ecumenismo, ed egli sarebbe colpevole di aver fatto (entrare e) comandare il giudaismo nel santuario cattolico. Pio XII avrebbe compiuto una genuflessione simbolica davanti al giudaismo. (Cfr, “Sodalitium, n° 62, pp. 58-65). Ora, tutto ciò mi lascia più che perplesso, anzi terrorizzato da tanto “cow-boy-smo teologico”. Infatti, il fine della Chiesa è la salvezza delle anime. Ora se l’Autorità non realizza il bene delle anime, secondo la “Tesi”, cessa di essere autorità. Quindi Pio XII, che ha aperto al giudaismo (e lo ha fatto entrare nel santuario), all’ecumenismo, alla mutazione perpetua della liturgia; non voleva oggettivamente, a partire dall’atto che ha posto nel 1955, il bene delle anime. Perciò Pacelli, (dacché secondo i “tesisti” “tertium non datur”), non sarebbe formalmente Papa. È lecito concluderlo (cfr. “Sodalitium”, n° 62, pp. 29-30). Infatti p. Guérard scriveva «Se c’è Autorità, c’è il dovere di obbedire» (Cahier de Cassiciacum, Nizza, 1979, vol. 1, cap. 4, p. 91). Ora la maggior parte dei “tesisti” rifiuta de jure la riforma del 1955, fatta materialmente dallo stesso mons. Annibale Bugnini che fece nel 1969 il NOM, ma promulgata formalmente da papa Pacelli (cfr. “Sodalitium”, n° 62, p. 63). Quindi per loro – praticamente - Pio XII non è l’Autorità.

Si noti che qui si tratta di una legge universale che il Papa impose alla Chiesa, non di un suo atto privato. Essa potrebbe essere al massimo la “non più opportuna”, ma mai cattiva. Ora come si fa a conciliare la genuflessione al giudaismo ecc…, con la non nocività della riforma pacelliana e quindi il permanere dell’Autorità in Pacelli? Se fosse così anche il NOM e il Concilio Vaticano II, potrebbero essere non nocivi; oppure se così è, come scrive “Sodalitium”, Pio XII non è formalmente Papa. Non so cosa dire, taccio esterrefatto
l’epicheia per non celebrare secondo le rubriche del 1955, ma le si rifiuta de facto e de jure, come cattive in sé. Però se si continua così dove si va a parare? Ognuno diventa il “papa” di se stesso. Quindi in pratica, anche senza dover convocare un conclave e giustificarlo in teoria, ci si comporta come i “Legati (o vicari) diretti di Cristo”. «Pacelli sbaglia», Kyrie, eléison! «“Sodalitium” no», Christe, eléison! Questa è almeno “conclavite” pratica e vissuta, che può essere anche teorizzata, spero non irreversibilmente.
Per cui, dove sta la Chiesa reale e non quella “virtuale” , se tutti gli atti di Roma sono nulli, se le ordinazioni sacerdotali e le consacrazioni episcopali sono invalide, se i sacramenti, compresa l’eucarestia e il Sacrificio della Messa, sono cessati? La crisi ha annichilato totalmente sia il potere d’ordine, che la giurisdizione e il magistero. Il “Fine-Bene” della Chiesa non esiste più da cinquanta-quaranta anni, quindi anche la Chiesa? Infatti una religione che non ha più sacerdozio, né sacrificio non è più neppure materialmente o in potenza ma è morta totalmente, (come quella dell’Antica Alleanza dopo il 70, la quale era relativa al Nuovo Testamento. Però la Nuova Alleanza è Eterna. Quindi non può cessare totalmente). Essa sarebbe non più a Roma, ma ove si trovano i vescovi e i sacerdoti della linea Thuc? La Chiesa non sarebbe più romana e petrina (il materialiter dopo quaranta anni essendo diventato un nulla, farsa e comparsa), ma thucista (ubi Thuc ibi Ecclesia); essendo diventata Roma (almeno sin dal 2004, con l’elezione di Benedetto XVI) non più una Religione, ma una scena teatrale di pastori-attori muti, sembrerebbe essere nella terza èra di Gioacchino da Fiore, ma essa è condannata dalla fede cattolica. Inoltre il “thucismo”, per chi come me lo ha visto da vicino non è un motivo di credibilità (per usare un eufemismo). Come pretendere di essere i portatori dell’unica verità sul mistero della crisi che è penetrata nella Chiesa di Cristo, quando vi sono tante oscurità, misteri, questioni dibattute e non definite? Il fatto o il “quia” (crisi) è certo, ma il come e il perché o il “propter quid” restano un mistero

Il mistero di iniquità, il mistero del cuore umano, “Pravum est cor hominis et imperscrutabile, quis cognoscet eum?” (Geremia). Solo Dio che sonda il cuore e le reni. Allora, “cercate di rendere certa la vostra elezione, mediante le vostre opere buone” (s. Pietro), non si può penetrare un mistero, sarebbe come “voler mettere tutta l’acqua dell’oceano in un bicchiere” (s. Agostino). Si può cercare di studiarlo, di avvicinarlo nel chiaro-oscuro della fede, con molta umiltà e trepidazione, senza pretendere di averlo capito e svelato, nell’adorazione di ciò che sorpassa le capacità umane pur senza essere contro la ragione, ma solo oltre essa. Non è normale proporre come assolutamente certo ciò che è molto oscuro, disputato e misterioso e imporlo moralmente e giuridicamente sotto pena di peccato. Come per la Predestinazione, bisognerebbe ammettere il fatto misterioso (Dio onnipotente e uomo libero/crisi ecclesiastica: infallibilità ed errori) e lasciare libertà di interpretarlo come si reputa più conforme alla realtà e alla Rivelazione, sino a decisione della Chiesa gerarchica, senza lanciare anatemi contro chi non segue esattamente il nostro modo di incedere

Si può asserire tranquillamente che oggi (2004-2008) la Tesi di Cassicìacum come l’ha concepita p. Guérard des Lauriers non è più assolutamente certa, poiché fondandosi sulla distinzione reale tra materia e forma nel Papa, e per ammissione del p. Guérard stesso, dopo Giovanni Paolo II, non essendoci (quasi) più vescovi consacrati secondo il vecchio Pontificale Romano, il futuro “papa materiale” (nel caso odierno Benedetto XVI) sarebbe solo una pura “comparsa” (Il problema dell’Autorità e dell’episcopato nella Chiesa, Verrua Savoia, CLS, 2005, pp. 33-35 e 37) che non parla neppure, ma recita mutamente la parte del Papa, come farebbe un attore o un manichino in una rappresentazione senza dialoghi. Ciò equivale a dire che Benedetto XVI, essendo stato consacrato vescovo con il nuovo Pontificale e non essendo neppure validamente vescovo (secondo p. Guérard), non può essere il Vescovo di Roma (ossia Papa) neppure in potenza o “materialiter”, sarebbe solo il manichino della vetrina Gammarelli in attesa della elezione di un vero Papa. Ci si trova, perciò, di fronte al sedevacantismo totale, (al “conclavismo” o al “delirio di onnipotenza” = «pensare di essere il Legato diretto e immediato di Cristo», una sorta di “sindrome napoleonico-messianica”) ritenuto non accettabile da p. Guérard. Quindi, da buon realista egli avrebbe rivisto e aggiornato la sua posizione iniziale, essendo arrivato ad una conclusione (secondo lui stesso) erronea. Ma non così, sino ad ora, i “tesisti”. Perciò chiedo loro una risposta a questo riguardo: Benedetto XVI è “papa” materialiter o per nulla? Tertium non datur. Pio XII era Papa formalmente o solo materialmente? Spero solo che la risposta non duri quanto i tempi biblici o “apocalittici”, anche perché per alcuni “tesisti” l’ “Apocalisse secondo Corsini” è già avvenuta, quindi mi si potrebbe dire che mi è già stata data la risposta e io non me ne sono accorto…, anche perché – povero me - conosco solo l’ “Apocalisse secondo Giovanni” e interpretata dai Padri della Chiesa.


anche se sono stato critico con un'area tradizionalista chiedo ai fratelli cattolici e in particolar modo a liviagloria(perche' capisco che la sue parole sono per la difesa della nostra amata chiesa) di non farsi prendere dai dispiaceri e arrabbiature perche'

“Dio ci ha rinchiusi tutti nell’infedeltà per usare a tutti misericordia, affinché nessuno si glorifichi in se stesso” (s. Paolo). Infatti essendo stato “colpito il Pastore” (è un fatto, contro cui nulla valgono tutti le argomentazioni), “il gregge” (vescovi, sacerdoti e fedeli) “s’è disperso, ognuno per conto suo”. Di fronte ad un terremoto terribile, come è stata la “crisi conciliare”, chi può pretendere di essere stata la “pecora bianca” totalmente immune da ogni difetto, speculativo e pratico? Chi può dire di aver capito tutto, aver risolto tutto, il perché di ogni cosa? Io no! Solo un bugiardo o un megalomane può rispondere di sì. Il primo sarebbe bene che si corregga soprannaturalmente (“perseverare diabolicum”), infatti per ottenere misericordia bisogna riconoscere di essere “miserabile” e sforzarsi di essere misericordioso con gli altri; il secondo che si curi naturalmente (poiché è socialmente e pastoralmente pericoloso).


Necessariamente per affrontare questo problema (della ‘sede formalmente vacante’ a partire dal 1965, anzi dal 1955, sino al 2008) occorre affrontare questioni molto difficili di filosofia e teologia. Ora ‘la apostolicità e la visibilità della Chiesa, sono state date da Cristo alla sua Sposa, affinché i fedeli possano facilmente seguire il suo insegnamento, riconoscerla e distinguerla senza difficoltà dalle sette’ (cfr. “D. Th. C”., col. 2143). Quindi pretendere che i fedeli conoscano bene la filosofia e la teologia per capire la “Tesi” che dovrebbe illuminarli sullo stato attuale della vera Chiesa e discernere il vero dal falso, cozza contro la facilità di riconoscere l’unica Chiesa di Cristo. Il difficile non può essere facile, per il principio per sé noto di identità e non contraddizione.


Per capire la “Tesi” (presentata dai “tesisti” come l’evidente specificazione di un atto di fede) occorre possedere la scienza ardua della filosofia e teologia, mentre per costatare l’evidenza non occorre la laurea. L’impossibile è evidentemente falso. Ora non è così evidentemente falso asserire che Paolo VI (ma già Pio XII, per i “tesisti”) e successori non sono formalmente Papi, ma solo materialmente. Infatti per dimostrarlo occorre pubblicare una “Tesi” di laurea in filosofia e teologia, (detta di “Cassicìacum”) molto disputata anche tra i “sedevacantisti” stessi. Invece l’evidenza la si “mostra” e non la si “dimostra” e si impone a tutti (I + I = II).

“Nel tempo della desolazione non si deve mai fare alcun mutamento, ma rimanere fermi e costanti nei propositi e nella determinazione in cui si stava nel tempo precedente a quella desolazione […]. Perché, come nella consolazione ordinariamente ci guida e ci consiglia più lo spirito buono, così nella desolazione è lo spirito cattivo”. Cfr. anche “Es. Spir.”, n.° 320, 321 e 322.

Analogamente, nella crisi attuale, si deve continuare a fare ciò che la Chiesa ha sempre fatto senza avventurarsi (pubblicamente e pretendendo la certezza assoluta) in “novità” azzardate che potrebbero essere pericolose, come se non fossero calate le tenebre.

L’ipotesi speculativa e “scolastica” (che non deve essere predicata ai semplici, con imprudenza, faciloneria e arroganza, come successe nel Seicento quanto al dogma della Predestinazione, ma va solo disputata tra teologi), della “sede formalmente vacante” poteva, inizialmente, avere “in linea di principio” un fondamento nella realtà, purtroppo il modo di agire dalla maggior parte dei “sedevacantisti” (che sono il principale avversario della “sede vacante”, facendone una conclusione dogmaticamente certa e vincolante e quindi un obbligo morale e canonico per tutti), li rende mal sopportabili, dacché pretendono di avere la assoluta evidenza e certezza, il che li porta a “disprezzare tutti, tranne se stessi” e ad “imporre ai fedeli pesi insopportabili”. In realtà anch’essi sono vittime (se in buona fede, Dio solo lo sa) della crisi che ha sconvolto l’ambiente cattolico degli anni Sessanta, non sono i responsabile di essa .

quindi siccome abbiamo avuto sfortuna di essere nati in un periodo difficile abbiamo pazienza sia con i modernisti che con i tradizionalisti tranne che questi per primi si trasformano in carnefici e pretendono di avere verita' assolute.

Ardisia
00lunedì 13 luglio 2009 21:07
Scommetto che è un articolo di don Nitoglia... [SM=x268953]
hhh.
00lunedì 13 luglio 2009 22:20
Re:
Ardisia, 13/07/2009 21:07:

Scommetto che è un articolo di don Nitoglia... [SM=x268953]




hai hai hai [SM=x268928] siccome non mi piace mentire ti rispondo di si ho soltanto aggiunto alcune cose.
1perche' con le mie semplice parole non avrei avuto lo stesso effetto
2perche' anche se freguento la messa di san pio V avevo promesso di fare una critica al mondo tradizionalista
3non ho linkato per non strumentalizzare don nitoglia al quale sono molto affezionato

cara ardisia [SM=x268929] non lo dovevi fare [SM=g27828]

adesso per punizione mi devi dire come hai fatto a saperlo [SM=g27828]
Ardisia
00martedì 14 luglio 2009 09:13
Conosco il suo stile, non sei mica l'unico a leggerlo...ehehehe [SM=x268955]
hhh.
00martedì 14 luglio 2009 21:31
Re:
Ardisia, 14/07/2009 9:13:

Conosco il suo stile, non sei mica l'unico a leggerlo...ehehehe [SM=x268955]




e si troppo comodo [SM=g27828] intato don curzio se si legge e perche' si fregunta certi ambienti,poi hai postato questo


Aderisco all'appello di Ghergon segnalando questo sito:

www.messainlatino.it/


e invitando nuovamente tutti gli utenti ad assistere alla bellezza incomparabile di una S.Messa tridentina: se lo farete, continuerete a parteciparvi per il resto della vostra vita.

ma stranamente si contradice in come ti ho conosciuto,visto che all'inizio pensavo che tu credessi all'era di pace o millennio felice,chi legge don nitoglia ,chi posta inviti alla messa tridentina non puo' avere avuto il discorso che abbiamo avuto noi nel tema profezie, [SM=g27828] siccome sto' muorendo di curiosita'
mi potresti dare qualche spiegazione maggiore,se non vuoi fare vedere questi discorsi publicamente mandami una email [SM=g27828]
Ardisia
00martedì 14 luglio 2009 22:17
Re: Re:
hhh., 14/07/2009 21.31:




e si troppo comodo [SM=g27828] intato don curzio se si legge e perche' si fregunta certi ambienti,poi hai postato questo


Aderisco all'appello di Ghergon segnalando questo sito:

www.messainlatino.it/


e invitando nuovamente tutti gli utenti ad assistere alla bellezza incomparabile di una S.Messa tridentina: se lo farete, continuerete a parteciparvi per il resto della vostra vita.

ma stranamente si contradice in come ti ho conosciuto,visto che all'inizio pensavo che tu credessi all'era di pace o millennio felice,chi legge don nitoglia ,chi posta inviti alla messa tridentina non puo' avere avuto il discorso che abbiamo avuto noi nel tema profezie, [SM=g27828] siccome sto' muorendo di curiosita'
mi potresti dare qualche spiegazione maggiore,se non vuoi fare vedere questi discorsi publicamente mandami una email [SM=g27828]



Ahahah, troppo simpatico! [SM=g27828] Visto che non ti voglio sulla coscienza se dovessi morire di curiosità per così poco, ti rispondo prontamente.
Seguo gli scritti di don Nitoglia ormai da diversi anni, frequentando regolarmente la S.Messa tridentina ed il mondo tradizionalista. Se parlo di profezie mi permetto di spaziare in ipotesi e domande,del resto non sono verità di fede, ma quando parlo di liturgia e magistero divento serissima e rigorosamente ortodossa.
Continuo a credere in un'era di pace che verrà, fidandomi delle parole della Santa Vergine a Fatima, ma se dovessi sbagliarmi direi solo: "pazienza", perchè la sola cosa che conta è la salvezza dell'anima e di questo ne ho preso coscienza scoprendo il tradizionalismo cattolico dopo tanti, tanti anni di NOM ed ammennicoli vari.
La Tradizione e la Messa di San Pio V hanno salvato la mia fede e permesso di conoscere colui che sarà mio sposo tra qualche mese, quindi non potrei avere riconoscenza maggiore verso di loro.
Ho ricevuto delle grazie che non hanno prezzo, ecco perchè vorrei condividerle con chiunque abbia ancora il desiderio od il bisogno di "trovare".


hhh.
00martedì 14 luglio 2009 23:41
Re: Re: Re:
Ardisia, 14/07/2009 22:17:



Ahahah, troppo simpatico! [SM=g27828] Visto che non ti voglio sulla coscienza se dovessi morire di curiosità per così poco, ti rispondo prontamente.
Seguo gli scritti di don Nitoglia ormai da diversi anni, frequentando regolarmente la S.Messa tridentina ed il mondo tradizionalista. Se parlo di profezie mi permetto di spaziare in ipotesi e domande,del resto non sono verità di fede, ma quando parlo di liturgia e magistero divento serissima e rigorosamente ortodossa.
Continuo a credere in un'era di pace che verrà, fidandomi delle parole della Santa Vergine a Fatima, ma se dovessi sbagliarmi direi solo: "pazienza", perchè la sola cosa che conta è la salvezza dell'anima e di questo ne ho preso coscienza scoprendo il tradizionalismo cattolico dopo tanti, tanti anni di NOM ed ammennicoli vari.
La Tradizione e la Messa di San Pio V hanno salvato la mia fede e permesso di conoscere colui che sarà mio sposo tra qualche mese, quindi non potrei avere riconoscenza maggiore verso di loro.
Ho ricevuto delle grazie che non hanno prezzo, ecco perchè vorrei condividerle con chiunque abbia ancora il desiderio od il bisogno di "trovare".






io conosco personalmente don curzio e sono fiero che ha battezzato mia figlia,quindi e' scontato dire che anchio sono un fedele della messa tridentina penso che il problema della divisione dentro la chiesa sia un problema complesso e penso anche che certi miei fratelli tradizionalisti sbagliano atteggiamenti.
non hai espressso dei tuoi pensieri sullo scritto che ho postato.che ne pensi?
Ardisia
00mercoledì 15 luglio 2009 13:38
Penso che sarebbe opportuno per don Nitoglia evitare la polemica sul sedevacantismo, visto i suoi precedenti e constatando che non abbia mai aderito pubblicamente alla posizione della Fraternità o consimili.
E' un uomo di grande cultura, ma in certi momenti, il silenzio è d'oro.
hhh.
00mercoledì 15 luglio 2009 14:25
Re:
Ardisia, 15/07/2009 13:38:

Penso che sarebbe opportuno per don Nitoglia evitare la polemica sul sedevacantismo, visto i suoi precedenti e constatando che non abbia mai aderito pubblicamente alla posizione della Fraternità o consimili.
E' un uomo di grande cultura, ma in certi momenti, il silenzio è d'oro.




capisco che letto cosi' si puo' pensare che don nitoglia vuole fare polemica ma non e' cosi.
non e' vero che non ha aderito a nessuna posizione ma fa vita saverdotale presso il convento di velletri,quello che devrebbe fare ogni sacerdote.si e' vero il silenzio e d'oro cosa che dovrebbero imparare centinaia di fedeli che vogliono fare i tesisti o i teologi ,
accusando ogni cattolico di eresia e di non essere un buon cattolico.
don curzio non vuoleva fare polemica ,la colpa e' mia che ho postato sui scritti a meta' mi assumo la responsabilita' e chiedo scusa,a dimostrazione della sua buona fede posto i pezzi mancanti e chiedo scusa ai moderatori sara' l'ultama volta che non postrero la fonte del link ma non voglio fare ulteriori polemiche e strumentalizzazioni su questo sacerdote di cui ne sono molto affezionato.


Avendo abbandonato - pubblicamente – le conclusioni giuridiche della “Tesi di Cassicìacum” (7-8 dicembre 2006) per approdare a “sì sì no no” presso Velletri (7 gennaio 2007), mi sentivo, sin da allora, in dovere di spiegare le ragioni di questo mio mutamento. Avevo lavorato a questo piccolo scritto da molto tempo e lo porgo qui in “riassunto” come “un’ipotesi di Velletri” ([1]). Vi ho riflettuto – informalmente già a partire dalla fine del 2003, (e sin verso la fine del 1990, le conseguenze pratiche e giuridiche che alcuni “guerardiani” tiravano dalla “Tesi di Cassicìacum”, mi preoccupavano e mi ponevano dei dubbi). Solo nell’agosto 2007 (dopo lunga – forse troppo lunga - ponderazione) ho lasciato, anche formalmente, la ‘Tesi di Cassiacìacum’, alla quale ho aderito per molti anni. Non avrei voluto pubblicare queste pagine, per non turbare ulteriormente i fedeli, parlando di questioni “tremende” (paragonabili al dogma della “Predestinazione”) e che superano le capacità dei non ‘specialisti’ in teologia, (tali argomenti possono essere affrontati “in scuola” e non predicati ai semplici fedeli) ([2]), ma più fedeli mi hanno consigliato di rendere ragione delle mie decisioni pubblicamente, essendo io un sacerdote e quindi una persona “pubblica”, onde evitare ogni equivoco. Solo con questo intento mi accingo a rendere noto tale scritto, senza nessuna pretesa, né minaccia di apostasia, per chi non è d’accordo, memore (soprattutto per me ed anche per gli altri) delle parole di Dante:

«Or tu chi sei, che vuoi sedere a scranno,

per giudicar da lungi mille miglia

con la veduta corta d’una spanna?»

(Paradiso, XIX, 79-81).



ecco la prova e' stata chiesta propio dagli stessi fedeli.
e non tutti sanno che don curzio e stato prima durante edopo la sua decisione ,calunniato in vario modo come succede tuttora in sodalitium rivista sedevacantista.

non voglio neanche entrare in polemica con i sedavacantisti tra' cui conosco molte persone e ce ne sono di ottime.
qui vorrei chiudere l'argomento che puo' portare a polemiche specialmente nella persona di don curzio nitoglia.
grazie
Ardisia
00mercoledì 15 luglio 2009 15:27
Lungi da me il voler polemicare su don Nitoglia o sui sedevacantisti, ne conosco di ottimi come di pessimi e lo stesso vale per i lefebvriani o "comuni" cattolici, quindi il discorso può benissimo finir qui.
In ogni caso, sono molto contenta che tuo figlio abbia ricevuto un vero battesimo cattolico, è una grande grazia di questi tempi, senza contare l'incomparabile bellezza del rito e delle formule.
Mio nipote, grazie a Dio, ha ricevuto lo stesso battesimo, con la consacrazione finale alla SS.Vergine. Due bimbi davvero benedetti dal Cielo... [SM=g27811]
Ardisia
00mercoledì 15 luglio 2009 15:30
Tua figlia, scusami... [SM=x268940]
hhh.
00mercoledì 15 luglio 2009 16:29
Re:
Ardisia, 15/07/2009 15:27:

Lungi da me il voler polemicare su don Nitoglia o sui sedevacantisti, ne conosco di ottimi come di pessimi e lo stesso vale per i lefebvriani o "comuni" cattolici, quindi il discorso può benissimo finir qui.
In ogni caso, sono molto contenta che tuo figlio abbia ricevuto un vero battesimo cattolico, è una grande grazia di questi tempi, senza contare l'incomparabile bellezza del rito e delle formule.
Mio nipote, grazie a Dio, ha ricevuto lo stesso battesimo, con la consacrazione finale alla SS.Vergine. Due bimbi davvero benedetti dal Cielo... [SM=g27811]




lo stesso discorso che hai fatto vale anche per me,su ottimi e pessimi,ho voluto precisare non tanto su di te [SM=g27823] ma su altri persone che avrebbero potuto farlo.

sul battesimo di mia figlia ,ho dovuto chiedere il permesso a una chiesa in piena unita' con il vaticano e celebrare con il rito antico.
sai che tutti i tradizionalisti tranne quelli in perfetta comunione con quella cattolica ,non possono dare i sacramenti,cioe' li possono dare ma non vengono riconosciuti dalla chiesa ,quindi e' un bel problema. ti faccio un'esempio

qui e' una chiesa in perfetta unione con il vaticano e celebra regolarmente tutto tradizionalmente


roma.fssp.it/contatti.html



discorso diverso per i lefebvriani e sedavacantisti che si danno i sacramenti ma non possono essere registrati in vaticano,un problema non piccolo.
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