"rivelazioni divine", ma semplici "meditazioni personali"»

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LiviaGloria
00mercoledì 26 luglio 2006 14:30
da Avvenire (Catholica) - Domenica 28 Ottobre 2001

SORA Notificazione della Curia: «In quella cappellina nessun evento soprannaturale. Preghiere contrarie alle norme canoniche». Gallinaro, no alle celebrazioni liturgiche

Il vescovo Brandolini: inaccettabile il nome «nuova Gerusalemme»

Dalla Nostra Redazione

Roma. La cappellina costruita a Gallinaro, una localitr della diocesi laziale di Sora-Aquino-Pontecorvo, non c da considerarsi santuario. Non c'c alcuna prova che le guarigioni che alcuni asseriscono essersi verificate in quel luogo siano da considerare soprannaturali. E, inoltre, nessuno ha autorizzato una raccolta fondi per la costruzione di strutture piu grandi in quella localitr. Le precisazioni sono contenute in una Notificazione della Curia vescovile di Sora, pubblicata venerde scorso anche da L'Osservatore Romano. Nel documento, che reca la firma dei vicari generali della diocesi laziale, Bruno Antonellis e Luigi Casatelli, si fa riferimento a posizioni piu volte espresse dal vescovo diocesano, Luca Brandolini. In particolare, dopo una visita pastorale tenuta qualche anno fa, il presule aveva gir decretato che «la cappellina edificata in Gallinaro non c idonea alle celebrazioni liturgiche, le quali, pertanto, vi sono vietate»; che «la denominazione "nuova Gerusalemme" data al luogo c dottrinalmente inaccettabile, perché in contrasto con i dati della Rivelazione, e pastoralmente inquietante per il suo contenuto millenaristico»; e che «i "messaggi" diffusi non possono essere considerati "rivelazioni divine", ma semplici "meditazioni personali"». Monsignor Brandolini aveva inoltre stabilito: «Il libretto di preghiera che viene distribuito ad alcuni pellegrini non c conforme alle vigenti norme canoniche e liturgiche e, come tale, non pun essere diffuso». E infine «i cosiddetti "gruppi di preghiera" di Gesu Bambino sono sorti per iniziativa privata e quindi non hanno alcun riconoscimento canonico».
La nuova presa di posizione si c resa necessaria, si legge sempre nella Notificazione della Curia, dopo che il 16 settembre scorso alcune decine di devoti avevano esposto i loro striscioni durante la messa celebrata dal Papa a Frosinone. Sugli stendardi, oltre all'immagine del Bambinello, c'era anche la scritta "la nuova Gerusalemme di Gallinaro". In quella localitr che si trova in provincia di Frosinone e nel territorio della diocesi di Sora, in seguito a presunte apparizioni, affluiscono infatti da alcuni anni numerosi "pellegrini". E molti affermano di trovarvi un clima favorevole alla preghiera e di aver ottenuto «speciali grazie non solo nello spirito, ma anche nel corpo». La Notificazione precisa quindi che «nessuna esplicita e autorevole approvazione c mai stata data dalla competente Autoritr ecclesiastica a simili fatti». E in merito alla «ventilata costruzione della cosiddetta "Casa Serena del Bambino Gesu" in Gallinaro», la Curia ribadisce «la sua estraneitr sia alle suddette iniziative sia alla raccolta di fondi che c stata nel frattempo iniziata». Anzi si ricorda che le raccolte fondi a scopo di culto devono essere autorizzate dalla competente autoritr ecclesiastica. E la diocesi «non ha mai autorizzato alcunché in favore di Gallinaro».

TRENTO: L'ARCIVESCOVO FA CHIAREZZA SULLE PRESUNTE APPARIZIONI MARIANE (Da SIR Servizio Informazione Religiosa 15.03.2002)

"Le vere apparizioni private sono eccezionali e quindi rare". C quanto scrive mons. Luigi Bressan, arcivescovo di Trento, in una lettera, pubblicata sull'ultimo numero del settimanale diocesano "Vita Trentina", con lo scopo di chiarire l'atteggiamento da assumere dinanzi alle presunte apparizioni della Madonna. Mons. Bressan prende in esame tre "casi":
"Malé" (diocesi di Trento); "Schio" (diocesi di Vicenza) e, da ultimo, quello di S. Vito di Flavon, in Val di Non.
Mons. Luigi Bressan sottolinea che "ritenere che le rivelazioni private possano portare qualcosa di sostanziale al deposito della fede c contrario alla dottrina della Chiesa". Il presule ricorda che "rispetto alle 'visioni', le scienze psicologiche insegnano che molte persone sono propense a 'vedere e parlare' con persone che a loro sono care, senza poter pern parlare di apparizioni oggettive". Si tratta piuttosto "di una proiezione di una loro aspirazione o affetto: la loro asserzione di una visione o messaggio avuto non risulta necessariamente frutto di falsitr intenzionale, poiché in essi vi c un vero convincimento, senza una base oggettiva". Percin, conclude, "l'adesione personale alle rivelazioni private non deve distogliere dalla partecipazione comunitaria, poiché la Chiesa c una, affidata alla guida del Papa e dei Vescovi, ai quali c mandato l'ufficio di riconoscere i carismi. I sacerdoti e quanti hanno responsabilitr di guida nella Chiesa devono astenersi dal sostenere con la presenza, con scritti e dichiarazioni o con iniziative di qualsiasi genere 'apparizioni' che non siano state approvate formalmente. I fedeli devono restare prudenti, affinché non si lascino trascinare in devozioni che sviano dalla vita cristiana, che di sua natura c comunitaria, basata sulla autentica parola di Dio".



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Nota di mons. Luigi Bressan - Sabato 9 marzo 2002 - Trento
MARIA, TRA VERO CULTO E PRESUNTE APPARIZIONI di Mons. L. Bressan
Da parte di alcune persone e comunitr sono state richieste all’Ordinario Diocesano indicazioni sull’atteggiamento da assumere circa presunte apparizioni della Madonna ed attivitr connesse.
Al fine di orientare nel modo piu corretto e proficuo il culto a Maria sembra utile ricordare quanto afferma il Concilio Vaticano II nel capitolo VIII della Lumen Gentium dedicato, appunto, alla “Beata Maria Vergine Madre di Dio nel mistero di Cristo e della Chiesa”, con una ricchezza d’insegnamento, che contraddice alla bramosia riscontrata in certi di ricorrere a rivelazioni private. Tale testo resta il punto di riferimento fondamentale, al quale gli stessi Papi si sono richiamati piu volte nei loro messaggi e discorsi.
In particolare ricordo alcune affermazioni: “Uno solo c il nostro mediatore, secondo le parole dell'Apostolo: « Poiché non vi c che un solo Dio, uno solo c anche il mediatore tra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesu, che per tutti ha dato se stesso in riscatto » (1 Tm 2,5-6). La funzione materna di Maria verso gli uomini in nessun modo oscura o diminuisce questa unica mediazione di Cristo, ma ne mostra l'efficacia.” (n°60). “I fedeli si ricordino che la vera devozione non consiste né in uno sterile e passeggero sentimentalismo, né in una certa qual vana credulitr, bense procede dalla fede vera, dalla quale siamo portati a riconoscere la preminenza della madre di Dio, e siamo spinti al filiale amore verso la madre nostra e all'imitazione delle sue virtu.” (n°67). “Tutti i fedeli effondano insistenti preghiere alla madre di Dio e madre degli uomini, perché, dopo aver assistito con le sue preghiere la Chiesa nascente, anche ora, esaltata in cielo sopra tutti i beati e gli angeli, nella comunione dei santi interceda presso il Figlio suo, fin tanto che tutte le famiglie di popoli, sia quelle insignite del nome cristiano, sia quelle che ancora ignorano il loro Salvatore, in pace e concordia siano felicemente riunite in un solo popolo di Dio, a gloria della santissima e indivisibile Trinitr.” (n°69).
Il vero culto a Maria deve quindi portarci a mettere sempre di piu Cristo al centro della nostra vita, a collaborare alla crescita delle comunitr cristiane ed a portare pace ad ogni persona, cominciando dalle piu vicine, dai famigliari, fino alle piu lontane.
Rispetto alle “visioni”, c opportuno menzionare poi che le scienze psicologiche insegnano che molte persone sono propense a “vedere e parlare” con persone che a loro sono care, senza poter pern parlare di apparizioni oggettive, essendo soltanto proiezione di una loro aspirazione o affetto: pertanto la loro asserzione di una visione o messaggio avuto non risulta necessariamente frutto di falsitr intenzionale, poiché talora in essi vi c un vero convincimento, senza tuttavia una base oggettiva esterna.
Inoltre, lo stesso Concilio insegna che “Dio, con somma benignitr, dispose che quanto egli aveva rivelato per la salvezza di tutte le genti, rimanesse per sempre integro e venisse trasmesso a tutte le generazioni… Gli Apostoli, affinché l’Evangelo si conservasse sempre integro e vivo nella Chiesa, lasciarono come loro successori i Vescovi ad essi affidando il loro proprio posto di magistero. Questa Sacra Tradizione dunque e la Scrittura Sacra dell’uno e dell’altro Testamento sono come uno specchio nel quale la Chiesa pellegrina in terra contempla Dio, dal quale tutto riceve, finché giunga a vederlo faccia a faccia, com’Egli c” (Dei Verbum, 7).
Le vere rivelazioni private sono eccezionali, e quindi rare. Ritenere che possano portare qualcosa di sostanziale al deposito della fede c contrario alla dottrina della Chiesa ora ricordata. Si devono comunque distinguere dalle ispirazioni personali, date a ciascuno per sua guida, ma sempre da confrontare con il magistero ecclesiastico. L’adesione personale alle rivelazioni private non deve comunque distogliere dalla partecipazione comunitaria, poiché la Chiesa c una, affidata alla guida del Papa e dei Vescovi, ai quali c mandato l’ufficio di riconoscere i carismi. I sacerdoti e quanti hanno responsabilitr di guida nella Chiesa devono astenersi dal sostenere con la presenza, con scritti e dichiarazioni o con iniziative di qualsiasi genere “apparizioni” che non siano state approvate formalmente. I fedeli devono restare prudenti, affinché non si lascino trascinare in devozioni che sviano dalla vita cristiana, che di sua natura c comunitaria, basata sulla autentica parola di Dio.
Le richieste di chiarimento pervenutemi riguardano principalmente tre “casi”, sui quali vorrei precisare quanto segue:
A) Nulla di nuovo c emerso circa i cosiddetti “fatti di Malé”, che supponevano una manifestazione speciale della Madonna, e quindi vige ancora il giudizio gir espresso precedentemente dalla nostra Diocesi circa la non-presenza di fattori che rivelino un intervento speciale di Dio; pertanto sono da scoraggiare tutte le iniziative intese a far rivivere una devozione in merito.
B) Per quanto riguarda i “fatti di Schio”, il Vescovo della Diocesi di Vicenza (entro cui si trova Schio), ricordando anche i giudizi negativi sulla loro origine divina emessi dal suo predecessore e da lui precedentemente, ha confermato con lettera del 31 maggio 2001: “Poiché non sono riscontrabili novitr significative che permettano di mutare le precedenti dichiarazioni, ribadisco che non esistono elementi tali da indurre ad attribuire un carattere soprannaturale ai fenomeni che si sarebbero verificati a S. Martino in Schio e nei luoghi connessi… rimane non approvato il culto della Madonna denominata ‘Regina dell’amore’, e quindi non sono consentite manifestazioni religiose (pellegrinaggi, celebrazioni…) che ad esso si riferiscano”. Anche i fedeli del Trentino sono tenuti a osservare tali indicazioni, e ogni promozione di pellegrinaggio a S. Martino di Schio va abbandonata. La Diocesi di Vicenza ha preso atto dell’esistenza del “Movimento mariano Regina dell’Amore”, ma non lo ha riconosciuto, e intende verificarne lo sviluppo.
C) Circa gli incontri di S. Vito di Flavon, dove il signor Salvatore Caputa asserisce che la Vergine Maria gli parlerebbe, dopo attento esame degli eventi e degli atteggiamenti, non posso che trarne la conclusione che anche qui vale il giudizio gir espresso su di lui dalla Diocesi di Mantova a proposito di presunte apparizioni da lui avute nel Mantovano, ossia che “niente consente di obiettivamente pensare ad apparizioni, a visioni e a fatti straordinari. Alcuni elementi espressivi dei presunti fenomeni e taluni aspetti della coreografia che li accompagna, costituiscono piuttosto obiettive controindicazioni”.
Pertanto possiamo concludere che anche nel Trentino “salvo il rispetto dovuto alla persona, si tratti di esperienze del tutto soggettive”. Si deve osservare poi che i testi dei messaggi attribuiti alla Madonna dal signor Caputa nella Pineta di S. Vito (Flavon) riflettono una spiritualitr popolare gir diffusa, ma vi sono imprecisioni nella formulazione teologica, che non vedo come possano venire dal cielo.
Concludendo mi pare opportuno citare un testo del Papa Giovanni Paolo II: “Non si pun pensare di vivere la vera devozione alla Madonna, se non si c in piena sintonia con la Chiesa e col proprio vescovo. Si illuderebbe di essere accolto da Lei come figlio chi non si curasse di essere, al tempo stesso, figlio obbediente della Chiesa, alla quale spetta il compito di verificare la legittimitr delle varie forme di religiositr” (Discorso del 7 settembre 1991).
Trento, 9 Marzo 2002

+ Luigi Bressan
Arcivescovo

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