Agguato-Williamson

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Ghergon
00giovedì 24 settembre 2009 20:36
"Se tutte le notizie saranno confermate, c'è un cardinale in curia che dovrà dare molte spiegazioni non tanto a noi quanto al Santo Padre. E' ovvio che la Santa Sede dovrà intervenire in modo forte per evitare un ulteriore scandalo presso i fedeli", commenta il Papa Ratzinger blog

Agguato-Williamson

Il sito Messainlatino.it denuncia "un attacco attacco frontale al Papa in arrivo mercoledì"

GIACOMO GALEAZZI

DAL SITO MESSAINLATINO.IT: "Informa Rorate Caeli che mercoledì 23 settembre, la televisione pubblica svedese SVT, già nota per aver trasmesso a gennaio quell'intervista a mons. Williamson che tanta polemica ha provocato, manderà in onda una seconda parte sulla vicenda. Questa volta, l'attacco non è nemmeno più obliquo ed indiretto, ma prende di mira direttamente il Vaticano, e quindi il Papa, accusandoli di aver mentito nel sostenere di non sapere delle opinioni di Williamson. Ecco che cosa dice il trailer pubblicitario del programma (riportato sopra, per chi sa lo svedese):Vescovo Williamson: "No, non credo siano esistite cose come le camere a gas"Voce femminile fuori campo: Lo scorso inverno la Chiesa cattolica è stata scossa dall'intervista fatta da Uppdrag granskning [il nome del programma] con il vescovo Richard Williamson. Il Papa e i cardinali incaricati assicurarono il mondo di non aver saputo dell'intervista, ma questo non è vero. Vescovo (cattolico) di Stoccolma, Arborelius: “Dal canto nostro abbiamo passato l'informazione. Ossia, nel modo solito, la chiesa locale passa informazioni importanti inerenti la Chiesa al rappresentante del Papa". Voce femminile fuori campo: Che cosa sapeva il Vaticano del vescovo negazionista?
Il programma comprenderà pure un'intervista al card. Walter Kasper, effettuata durante la sua visita al festival di corali Pueri Cantores a Stoccolma, nel luglio scorso. Il Cardinale chiaramente spiega che, subito prima della revoca della scomunica, non aveva ricevuto alcuna informazione interna dal Vaticano, ma che egli aveva conoscenza in generale delle simpatie del vescovo Williamson. Aggiunge pure nell'intervista che pensava che ciò fosse largamente noto, e si stupì invece di apprendere che la Pontificia Commissione Ecclesia Dei ne fosse all'oscuro. La diocesi cattolica di Stoccolma aveva inoltre già allertato il parroco anglicano locale, che aveva prestato la sua chiesa al vescovo Williamson nel giugno 2008, circa l'estremismo di quest'ultimo. Nonostante il fatto che il vescovo Arborelius abbia detto immediatamente dopo il programma di gennaio che la FSSPX non fa parte della Chiesa cattolica, il suo ufficio è stato molto impegnato per la presenza della Fraternità in Svezia. Perfino una lettera confidenziale mandata all'ufficio della diocesi è stata sciorinata nell'ormai famoso programma TV di gennaio, per provare che erano state prese misure della diocesi per fermare la FSSPX.La diocesi ha anche cooperato con la TV svedese nel preparare il documentario con l'intervista a Williamson. I reporters furono perfino invitati a cena in vescovado, come è stato notato nel blog di uno dei giornalisti.Questa volta il vescovo Arborelius sarà anche intervistato su quello che ha fatto prima che l'intervista a Williamson fosse trasmessa. Infatti a suo dire, in risposta a una domanda fatta dalla Nunziatura, ben prima del programma di gennaio, il vescovo aveva mandato informazioni al Vaticano inerenti i contenuti dell'intervista a Richard Williamson.Nel programma televisivo, vi saranno anche domande in proposito al Nuncio per i paesi scandinavi, l'Arcivescovo Emil Paul Tscherrig.Dobbiamo quindi prepararci ad un altro attacco, diretto questa volta non tanto alla FSSPX quanto alla Santa Sede e al Papa, con un'altra ondata di calunnie volte a mettere in sospetto la Chiesa per opinioni politiche estremistiche.La TV svedese ha in precedenza spiegato che questo argomento è di poco interesse per gli svedesi, solo l'1% dei quali è cattolico. Questo non esclude che la TV di Stato spa chenda parecchio tempo e danaro su tali temi, e proprio in coincidenza con l'inizio dei colloqui dottrinali tra Vaticano e FSSPX. Ma soprattutto: è da chiedersi a quale gioco stiano giocando il vescovo Arborelius e il cardinale Kasper. Sanno certo benissimo che le loro dichiarazioni (senza le quali, non ci sarebbe nessun nuovo programma televisivo) avranno l'effetto di mettere di nuovo in grave difficoltà la Santa Sede, la quale aveva cercato di sopire l'enorme polemica, protestando di non essere al corrente delle discutibili opinioni del vescovo lefebvriano. Il Papa nella lettera ai vescovi del marzo scorso ha definito la vicenda una “disavventura per me imprevedibile”, aggiungendo poi: “Mi è stato detto che seguire con attenzione le notizie raggiungibili mediante l’internet avrebbe dato la possibilità di venir tempestivamente a conoscenza del problema”. Il Papa, quindi, ha dichiarato di non saperne nulla; ed ora un suo cardinale e stretto collaboratore dice invece che la cosa era in pratica di dominio pubblico, tanto da stupirsi che non lo si sapesse (e in pratica sollevando ben più che semplici dubbi circa il fatto che quella “ignoranza” sia solo simulata e strumentale); mentre un vescovo ribadisce perfino di aver più volte passato informazioni dettagliate. Il momento è grave. E il gioco sporco. Non ci piaccion le mezze parole e noi, una cosa del genere, la definiremmo fellonìa. Ma aspettiamo di vedere la trasmissione svedese".
(fonte: La Stampa.it)
Ghergon
00giovedì 24 settembre 2009 20:41
 "Se tutte le notizie saranno confermate, c'è un cardinale in curia che dovrà dare molte spiegazioni non tanto a noi quanto al Santo Padre. E' ovvio che la Santa Sede dovrà intervenire in modo forte per evitare un ulteriore scandalo presso i fedeli", commenta il Papa Ratzinger blog

Agguato-Williamson

Il sito Messainlatino.it denuncia "un attacco attacco frontale al Papa in arrivo mercoledì"

GIACOMO GALEAZZI

DAL SITO MESSAINLATINO.IT: "Informa Rorate Caeli che mercoledì 23 settembre, la televisione pubblica svedese SVT, già nota per aver trasmesso a gennaio quell'intervista a mons. Williamson che tanta polemica ha provocato, manderà in onda una seconda parte sulla vicenda. Questa volta, l'attacco non è nemmeno più obliquo ed indiretto, ma prende di mira direttamente il Vaticano, e quindi il Papa, accusandoli di aver mentito nel sostenere di non sapere delle opinioni di Williamson. Ecco che cosa dice il trailer pubblicitario del programma (riportato sopra, per chi sa lo svedese):Vescovo Williamson: "No, non credo siano esistite cose come le camere a gas"Voce femminile fuori campo: Lo scorso inverno la Chiesa cattolica è stata scossa dall'intervista fatta da Uppdrag granskning [il nome del programma] con il vescovo Richard Williamson. Il Papa e i cardinali incaricati assicurarono il mondo di non aver saputo dell'intervista, ma questo non è vero. Vescovo (cattolico) di Stoccolma, Arborelius: “Dal canto nostro abbiamo passato l'informazione. Ossia, nel modo solito, la chiesa locale passa informazioni importanti inerenti la Chiesa al rappresentante del Papa". Voce femminile fuori campo: Che cosa sapeva il Vaticano del vescovo negazionista?
Il programma comprenderà pure un'intervista al card. Walter Kasper, effettuata durante la sua visita al festival di corali Pueri Cantores a Stoccolma, nel luglio scorso. Il Cardinale chiaramente spiega che, subito prima della revoca della scomunica, non aveva ricevuto alcuna informazione interna dal Vaticano, ma che egli aveva conoscenza in generale delle simpatie del vescovo Williamson. Aggiunge pure nell'intervista che pensava che ciò fosse largamente noto, e si stupì invece di apprendere che la Pontificia Commissione Ecclesia Dei ne fosse all'oscuro. La diocesi cattolica di Stoccolma aveva inoltre già allertato il parroco anglicano locale, che aveva prestato la sua chiesa al vescovo Williamson nel giugno 2008, circa l'estremismo di quest'ultimo. Nonostante il fatto che il vescovo Arborelius abbia detto immediatamente dopo il programma di gennaio che la FSSPX non fa parte della Chiesa cattolica, il suo ufficio è stato molto impegnato per la presenza della Fraternità in Svezia. Perfino una lettera confidenziale mandata all'ufficio della diocesi è stata sciorinata nell'ormai famoso programma TV di gennaio, per provare che erano state prese misure della diocesi per fermare la FSSPX.La diocesi ha anche cooperato con la TV svedese nel preparare il documentario con l'intervista a Williamson. I reporters furono perfino invitati a cena in vescovado, come è stato notato nel blog di uno dei giornalisti.Questa volta il vescovo Arborelius sarà anche intervistato su quello che ha fatto prima che l'intervista a Williamson fosse trasmessa. Infatti a suo dire, in risposta a una domanda fatta dalla Nunziatura, ben prima del programma di gennaio, il vescovo aveva mandato informazioni al Vaticano inerenti i contenuti dell'intervista a Richard Williamson.Nel programma televisivo, vi saranno anche domande in proposito al Nuncio per i paesi scandinavi, l'Arcivescovo Emil Paul Tscherrig.Dobbiamo quindi prepararci ad un altro attacco, diretto questa volta non tanto alla FSSPX quanto alla Santa Sede e al Papa, con un'altra ondata di calunnie volte a mettere in sospetto la Chiesa per opinioni politiche estremistiche.La TV svedese ha in precedenza spiegato che questo argomento è di poco interesse per gli svedesi, solo l'1% dei quali è cattolico. Questo non esclude che la TV di Stato spa chenda parecchio tempo e danaro su tali temi, e proprio in coincidenza con l'inizio dei colloqui dottrinali tra Vaticano e FSSPX. Ma soprattutto: è da chiedersi a quale gioco stiano giocando il vescovo Arborelius e il cardinale Kasper. Sanno certo benissimo che le loro dichiarazioni (senza le quali, non ci sarebbe nessun nuovo programma televisivo) avranno l'effetto di mettere di nuovo in grave difficoltà la Santa Sede, la quale aveva cercato di sopire l'enorme polemica, protestando di non essere al corrente delle discutibili opinioni del vescovo lefebvriano. Il Papa nella lettera ai vescovi del marzo scorso ha definito la vicenda una “disavventura per me imprevedibile”, aggiungendo poi: “Mi è stato detto che seguire con attenzione le notizie raggiungibili mediante l’internet avrebbe dato la possibilità di venir tempestivamente a conoscenza del problema”. Il Papa, quindi, ha dichiarato di non saperne nulla; ed ora un suo cardinale e stretto collaboratore dice invece che la cosa era in pratica di dominio pubblico, tanto da stupirsi che non lo si sapesse (e in pratica sollevando ben più che semplici dubbi circa il fatto che quella “ignoranza” sia solo simulata e strumentale); mentre un vescovo ribadisce perfino di aver più volte passato informazioni dettagliate. Il momento è grave. E il gioco sporco. Non ci piaccion le mezze parole e noi, una cosa del genere, la definiremmo fellonìa. Ma aspettiamo di vedere la trasmissione svedese".
(fonte: La Stampa.it)


 
Ghergon
00giovedì 24 settembre 2009 20:55
Altro che fellonia!
E' una vergogna...c'è ancora qualcuno che ha il coraggio di dire che la dentro non è pieno di vili traditori?
Di Don giuda?




ps
non so cos'è successo all'impaginazione se qualche moderatore riesce a sistemare gliene sarei grato... [SM=g27828]
Ghergon
00giovedì 24 settembre 2009 21:00
Un'opinione sul nuovo caso Williamson

L'intervista svedese è andata in onda. Per visionarla integralmente, cliccate qui. Poi tiriamo due somme.

Non ci può essere alcun dubbio, che questo è un attacco frontale alla Chiesa proveniente dal suo interno, non dall'esterno. Non è colpa dei giornalisti svedesi, quelli fanno il loro mestiere; e i loro toni sono stati in fondo più misurati di quanto ci si aspettasse. Il che non fa che rendere il loro reportage più micidiale: non populismo, ma fatti, contro i quali, si sa, non valet argumentum.

I traditori (nome meno forte e egualmente appropriato non ci viene) sono quelli che, pur sapendo benissimo quanto l'intera vicenda abbia già destabilizzato il Papa e la Chiesa, anzi proprio perché lo sanno, hanno fornito la benzina da gettare sul fuoco. Perché senza questi signori, stasera la TV svedese avrebbe trasmesso un documentario sui merluzzi...

Ecco i nostri eroi:

1) il fatuo, se non malevolo, card. Kasper, che con malcelata e puerile soddisfazione lascia intendere: “io conoscevo le opinioni di Williamson, ma non mi hanno consultato, hanno voluto scavalcarmi ed ecco il bel risultato. Strano che altri ne fossero all'oscuro visto che la cosa era di dominio pubblico. Meno male che c'ero io poi a mettere una pezza cogli Ebrei".

2) l'ineffabile vescovo Arborelius, il quale stupisce il mondo rivelando che aveva visto l'intervista a Williamson fin da novembre, ben prima che fosse trasmessa a gennaio (il che conferma i suoi rapporti molto sospetti con chi quella trasmissione andava preparando e teneva in caldo) e soprattutto che l'aveva trasmessa a Roma tramite il Nuncio. Qui non si tratta di un generico sentito dire delle opinioni balzane e pericolose di Williamson, come Kasper, qui si tratta di conoscenza diretta.

3) Il Nuncio in Scandinavia Tscherrig, il quale, dapprima reticente, pensa comunque a scagionare se stesso da ogni ipotetica accusa, affermando di aver mandato l'informativa in Vaticano; poi, a telecamere spente, racconta (bel diplomatico! a meno che sia in mala fede pure lui) di averne parlato con molti in Vaticano, e in particolare con il card. Castrillòn Hoyos.

A questo punto, siamo ad appena un gradino sotto il Papa. E la conclusione è evidente, come scritto in un comunicato sul sito della TV svedese:

Uppdratg granskning è ora in grado di rivelare che il Vaticano era, in effetti, a conoscenza delle affermazioni di Williamson ben prima che la decisione [di revoca delle scomuniche] fosse presa e che uno dei più stretti associati del Papa, il card. Castrillón Hoyos, era stato informato [..] Per otto anni il card. Hoyos è stato il più stretto collaboratore del Papa nei negoziati con la FSSPX.
Insomma, il Papa non poteva non sapere. E ha quindi mentito negandolo.

E' significativo che i tre felloni sopra nominati (sì, felloni, ché sarebbe bastato un loro “no comment” alle domande dei giornalisti, per evitar tutto questo) siano tutti di area progressista e che come tali siano percepiti perfino dai giornalisti svedesi, che pur si suppone abbian poca dimestichezza con le “correnti” della Chiesa cattolica. Scrive infatti Ali Fegan, il giornalista svedese, in risposta ad una domanda a certa Monica nella chat seguita alla trasmissione: “Abbiamo cercato personaggi cattolici con un approccio più conservatore, al fine di avere un buon dibattito, ma non hanno accettato. C'era comunque il vescovado”. Ossia: quelli che si son lasciati intervistare eran tutti a senso unico, progressisti (mettiamo nel gruppo anche l'ex prete Gennari, giornalista di Avvenire, che calca la mano contro Castrillòn pur salvando, bontà sua, il Papa); i conservatori invece non partecipano ad un programma che attacca la Chiesa.

Come si difende il Vaticano? Mette in campo il suo eroe senza macchia né paura, il maestro dell'informazione di massa del XXI secolo: il gesuita Lombardi! Considera che non c'è necessità di articolare una risposta nel merito della questione, rispondendo con fatti ai fatti, indicando responsabili, o smentendo garruli prelati scandinavi, o semplicemente indicando che viene aperta un'inchiesta interna, così da placare gli animi e prendere tempo (lo sanno tutti che, quando si vuole insabbiare un problema, si apre un'inchiesta!). Ritiene non serva nemmeno un comunicato per il bollettino della Sala Stampa: giusto due verba che volant nell'etere a Radio Vaticana, in cui ricorda che il Papa non è negazionista (del che nessuno dubita; ma così schiva la vera questione, che è se il Papa sapesse; o meglio, su quest'ultimo punto nega apoditticamente e senza articolare: ma chi gli crede più, dopo la perentoria sparata sulla Hitlerjugend e il Papa?).

Piuttosto, che cosa decide di fare il nostro eroe?
Scrive una e-mail. Sì, una letterina elettronica, informale informale. Ci mancano solo gli emoticons e le strizzatine d'occhio ;-) o le faccine tristi :-(
Così si esprime nel 2009 il portavoce del Vicario di Cristo! Magari, con un po' di sintesi, poteva fare un sms, e salutare con kisskiss... E a chi la manda la mail? Ma alla TV svedese, no?, cioè proprio al nemico. Come se si trattasse di convincere loro (cui, giustamente, nulla ne cale d'innocenza o colpevolezza, basta lo scoop) e non l'opinione pubblica disorientata o le associazioni ebraiche che già ricominciano a levare alti lai (OK, anche a quelle, o almeno ad alcune di loro, poco ne cale di innocenza o colpevolezza, basta attaccare la Chiesa...).

Ma è il testo che è un bijoux, anzi un biggiù. Leggiamolo nella traduzione che ne ha fatto Fides et forma, con la labile speranza che si tratti d'un falso confezionato dagli svedesi:

Caro signor Fegan,

l'unica cosa che posso dire è che non ho avuto alcuna conoscenza dell'intervista con il vescovo Williamson prima che fosse trasmessa [Ma chissenefrega di quello che sapeva Lombardi? Mica deve difender se stesso! E' il Papa e la Chiesa che ci si aspetterebbe ch'egli difenda].

Dopo di essa fui informato in proposito dai giornalisti e colleghi svedesi della Radio Vaticana. Il Card. Castrillon non mi disse alcuna parola su di essa prima della trasmissione dell'intervista. [Idem come sopra. Al mondo interessa non quello che sapeva il reverendo padre, ma quel che sapeva Castrillòn, e il Papa]

Non sapevo che l'informativa su Williamson fosse stata inviata in Vaticano, e io non so chi l'abbia ricevuta e letta. Nessuno mi ha detto una sola parola su di essa. [Idem come sopra. Ter]

Il Papa ha detto che non era stato informato quando ha approvato la la revoca delle scomuniche. Sono certo che il Papa dica la verità [e vorremmo vedere! Il Papa non mente per definizione]

Quando ho informato i miei Superiori sulla sua intervista con Williamson, ho riscontrato che la decisione circa la revoca delle scomuniche era già stata presa.

Quindi l'unica cosa che potevo fare, era quella di distinguere fortemente il senso e lo scopo della decisione della revoca della scomunica da parte del Papa, e l'assolutamente inaccettabile negazionismo di Williamson come una sua posizione personale, che non era collegata in alcun modo all'origine della scomunica. Questo è quello che ho ripetuto molte volte in quei tristi giorni.

Mi auguro che questa risposta sia chiara.

Grazie per la vostra attenzione.
Con i migliori saluti.

F. Lombardi

Questa lettera, come si vede, è tutta un'excusatio non petita e uno scaricare le responsabilità: il nostro uomo alla Sala Stampa, lui, non sapeva niente, nessuno gli ha detto niente, quando ha saputo non ha potuto far altro che...

Come se ne esce?

A questo punto, le accuse arrivano fino al card. Castrillòn Hoyos. Un fedele servitore della Chiesa, un integerrimo cristiano che sa qual è il suo dovere: proteggere il suo Pontefice. Le circostanze gli richiedono un grave sacrificio, ma siamo convinti che sia pronto a compierlo, a gloria sua e per il bene della Santa Chiesa: assumere come Nostro Signore il ruolo di agnello sacrificale, e di capro espiatorio.

E affermare che, sì, aveva avuto qualche relazione circa le affermazioni discutibili del vescovo Williamson, ma che non ritenne di farne menzione, magari sottovalutandole ma soprattutto non ritenendo che potessero ostacolare il cammino di riconciliazione. E ricordando a tutti alcune semplici verità, che si rischia di dimenticare: che le forsennate opinioni di Williamson non hanno nulla a che vedere con la scomunica; che il ritorno dei lefebvriani all'ovile, di cui la revoca della scomunica era precondizione, conta e contava più dei colpi di testa di un singolo perché, come ricorda il Papa nella lettera ai vescovi, “può lasciarci totalmente indifferenti una comunità nella quale si trovano 491 sacerdoti, 215 seminaristi, 6 seminari, 88 scuole, 2 Istituti universitari, 117 frati, 164 suore e migliaia di fedeli? Dobbiamo davvero tranquillamente lasciarli andare alla deriva lontani dalla Chiesa?”. E infine ricordare che non era comunque possibile una revoca della scomunica solo a tre dei vescovi lefebvriani, sia perché non l'avrebbero accettata, sia perché non si può giustificare la mancata revoca sulla base di affermazioni che, per quanto gravi e inaccettabili, non toccan la fede; sia infine perché non si può rischiare che il vescovo escluso consacrasse altri vescovi e creasse una chiesa scismatica.

http://blog.messainlatino.it/search?q=
hhh.
00giovedì 24 settembre 2009 21:10
e' proprio strano che quando i lefebviani e vaticano si stavano riappacificando spunta la cassetta di Williamson con dichiarazioni revisioniste trasformate in negazionisti,adesso che a ottobre i colloqui tra vaticano e lefevriani riprendono si scaldano gli animi con l'arma Williamson pronta a sparare,strano?ma vero!!
=Foxtrott=
00giovedì 24 settembre 2009 21:18
molto probabilmente l'intento del Cardinale Williamson è stato quello di destabilizzare la Curia Vaticana, per non so quale ragione. Il problema che si presenta è tuttavia molto spinoso da trattare perché i Lefebvriani sono stati recentemente riammessi dopo la lunga scomunica, e con ogni probabilità dopo l'intervista rilasciata in Svezia la cosa si era consumata a tarallucci e vino. Questa infatti è la seconda parte di un'intervista che è andata in onda a febbraio. Il Papa, dopo tutti questi mesi, probabilmente aveva sicuramente quasi dimenticato la faccenda, e ora i media riportano a galla questa intervista che va ancora una volta a danno della Chiesa. Perché?





=Foxtrott=
00giovedì 24 settembre 2009 21:20
Re:
hhh., 24/09/2009 21.10:

e' proprio strano che quando i lefebviani e vaticano si stavano riappacificando spunta la cassetta di Williamson con dichiarazioni revisioniste trasformate in negazionisti,adesso che a ottobre i colloqui tra vaticano e lefevriani riprendono si scaldano gli animi con l'arma Williamson pronta a sparare,strano?ma vero!!



non avevo ancora visto la tua dichiarazione..sono d'accordo al 100% [SM=g27828]








hhh.
00giovedì 24 settembre 2009 21:26
Re: Re:
=Foxtrott=, 24/09/2009 21:20:



non avevo ancora visto la tua dichiarazione..sono d'accordo al 100% [SM=g27828]






fox ho parlato con un prete spagnolo che segue da vicino la faccenda, mi ha detto non puoi capire quanto stavevamo vicino a una buona conclusione con i lefebvriani e non puoi capire che danno ha fatto il caso willianson,adesso a ottobre ci riprovano e ci sono buone possibilita' di una riappacificazione definitiva ma riesce fuori williamson ,a questo punto puo' succedere di tutto,stiamo attenti,perche' mi hanno riferito che dopo un'eventuale pace con i lefebriani il vaticano si pronuncera su mejugorje





Ghergon
00giovedì 24 settembre 2009 21:31
Sul Giornale di ieri ho pubblicato un articolo dedicato al nuovo attacco contro Benedetto XVI sul caso Williamson che arriva dalla Svezia, dov’è andata in onda una nuova puntata del programma televisivo che lo scorso gennaio aveva trasmesso l’ormai tristemente famosa intervista al vescovo lefebvriano che negava le camere a gas, alla vigilia della pubblicazione del decreto di revoca della scomunica. Prima di scriverlo, avevo chiesto a padre Lombardi una battuta, che ho riportato. Oggi la notizia è ripresa da vari quotidiani, che citano la smentita ripetuta ieri da padre Lombardi. Mi ha colpito molto il testo di un’email che lo stesso direttore della Sala Stampa vaticana ha spedito al programma svedese, che trovate tradotto nel sito Fides et Forma. Nell’email, Lombardi scrive: “Non sapevo che l’informativa su Williamson fosse stata inviata in Vaticano, e io non so chi l’abbia ricevuta e letta. Nessuno mi ha detto una parola su di essa“, aggiungendo anche che nulla in proposito gli disse il cardinale Castrillòn Hoyos. E’ evidente l’intento strumentale da parte di chi intende coinvolgere il Papa, che era - purtroppo - all’oscuro di tutto. Ma dall’email del portavoce vaticano emerge anche la volontà di smarcarsi rispetto alle responsabilità altrui. Ricordo che il 22 gennaio, nel pomeriggio (due giorni prima della pubblicazione del decreto di scomunica, già peraltro consegnato con largo anticipo a mons. Fellay; e un giorno dopo la messa in onda dell’intervista negazionista di Williamson, anticipata da Der Spiegel) si svolse una riunione in Segreteria di Stato alla quale erano presenti i cardinali Bertone, Levada, Hummes, Re e Castrillòn, insieme al Sostituto Filoni e all’arcivescovo Coccopalmerio. Alla riunione non era stato invitato padre Lombardi. Durante l’incontro, da quanto risulta al sottoscritto, non si è parlato dell’intervista a Williamson, ma solo del significato della revoca della scomunica e se questa implicasse la piena comunione, etc. etc. Inoltre, si era deciso che il decreto “già sufficientemente chiaro”, non andava presentato alla stampa. In quel momento Fellay aveva già in mano il decreto di revoca, ma mancavano ancora due giorni alla sua pubblicazione e, dopo l’intervista a Williamson, si poteva ritirare oppure congelare in attesa di chiarimenti. Le gravissime parole del vescovo lefebvriano sono state sottovalutate da chi sapeva: dalla trasmissione della Tv svedese emerge chiaramente che il vescovo di Stoccolma Arborelius comunicò al nunzio notizie sull’intervista già prima della fine del 2008. Come e quando queste notizie sono state trasmesse in Vaticano? Chi le ha ricevute e come sono state utilizzate? Com’è potuto accadere che un atto di misericordia e riconciliazione voluto dal Pontefice si trasformasse in un boomerang che ha portato tensioni nel rapporto con parte del mondo ebraico e contestazioni aspre nel mondo cristiano? Di certo, pur essendo evidenti le sbavature e i ritardi nella gestione del caso anche dopo che era scoppiato, appare del tutto artificioso e strumentale il tentativo di coinvolgere Benedetto XVI, che ha voluto far sapere - attraverso il comunicato della Segreteria di Stato del 4 febbraio - di essere stato all’oscuro dell’intervista di Williamson. Il caso, purtroppo non il solo, documentava i problemi di funzionamento della macchina curiale (non della macchina comunicativa, che avrà pure le sue pecche, ma in questo caso non ha responsabilità dirette), ma poteva dirsi assolutamente superato dopo la straordinaria lettera con la quale Papa Ratzinger aveva preso su di dé le responsabilità dei suoi collaboratori. Nel caso Williamson-revoca della scomunica sono stati commessi gravi errori di valutazione, anche se appare indubbio che ci sia stato chi - anche dentro le mura vaticane - ha soffiato sul fuoco, talvolta con dichiarazione inopportune che hanno contribuito a dare l’immagine di una Curia allo sbando. Ma Benedetto XVI, del tutto incolpevole, se ne è assunta coraggiosamente la responsabilità di fronte alla Chiesa e al mondo. E non si capisce perché ora si voglia riaprire un caso doloroso, a meno di non volere, ancora una volta, mettere in difficoltà il Papa.

tornielli
Ghergon
00giovedì 24 settembre 2009 21:34
scusate qui non si parla di williamson ma del tradimento di quegli individui vescovi del Vaticano che tramano contro il Papa e che cercano di buttarlo giu.
C'è in atto un ammutinamento.

Ghergon
00giovedì 24 settembre 2009 21:35
Gli individui "vescovi" di sopra stanno affermando che il Papa è un menzognero.
Giudi!
hhh.
00giovedì 24 settembre 2009 21:44
Re:
Ghergon, 24/09/2009 21:34:

scusate qui non si parla di williamson ma del tradimento di quegli individui vescovi del Vaticano che tramano contro il Papa e che cercano di buttarlo giu.
C'è in atto un ammutinamento.





l'ammutinamento e' in atto da tempo,si parla solo dell'obbedianza mancata dei tradizionalisti ma dove e' l'obbedienza di tutti quei sacerdoti che hanno criticato il gesto misericordioso del papa?addirittura da portare il santo padre a giustificare un'atto di clemenza,scherziamo o rimaniamo seri?stiamo vicino al papa perche' avra molto da soffrire ,difendiamolo e preghiamo per lui.
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 13:54.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com