Aids feat. Hiv

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Nyko82
00lunedì 6 febbraio 2012 12:32
inventori di malattie
Indice:
Timeline;
Virus;
Si scrive Hiv, si legge Aids;
''Wellcome...'' to the jungle!!;
''Ballando nudi nel campo della mente'';
Note e fonti.

Timeline
''Se nient'altro ci riesce, un insuccesso spettacolare puo' sempre garantire l'immortalita'.''
John Kenneth Galbraith

Nel 1970, il ''Defence Department'' americano avvia un nuovo programma di ricerca per lo sviluppo di armi biologiche in grado di attaccare il sistema immunitario umano; Donald McArthur, esperto militare in guerra biologica, si lascia scappare una frase inquietante, egli afferma che ''[...] tra 5 o 10 anni sara' possibile creare un nuovo microrganismo infettivo diverso da tutti quelli finora conosciuti.'' [12].

E' il 1980 quando il Dottor Robert Gallo, docente del ''National Cancer Institute'' di Bethesda, dichiara di aver isolato, nelle cellule di un leucemico, tracce di acido nucleico che non puo' essere altro che un nuovo virus, che viene ''battezzato'' dal suo scopritore col nome di ''Human T-cell Leukemia Virus'' (Htlv). E' l'atto di nascita del virus dell'Aids, che ancora viene chiamato "virus della leucemia". Ma dopo un paio d'anni, quando l'Aids sara' su tutti i giornali, questo virus cambiera' nome e diventera' ''Human T-cell Linphoma Virus'' (sempre Htvl).

A questo punto e' bene essere messi a conoscenza del fatto che, dal 1980 ad oggi, nessun ricercatore riuscira' mai piu' a ripetere tale scoperta; e' importante anche evidenziare come il Dottor Robert Gallo sia stato l'unico ricercatore nel campo della Medicina a scoprire l'agente patogeno di un'epidemia prima che l'epidemia stessa scoppiasse.

E' nel Giugno del 1981 che, il ''Center for Disease Control'' (Ccd), dopo aver fatto ''nascere'' ufficialmente il virus ora noto con l'acronimo di Aids (Acquired Immune Deficiency Syndrome), ossia ''Sindrome da Immunodeficienza Acquisita'', stabilisce che si inizi il conteggio dei malati e dei morti e che questo conteggio venga tenuto sempre aggiornato. Il tutto puo' risultare decisamente fuori luogo, soprattutto alla luce di quanto sta ancora avvenendo all'interno dello staff dello stesso Dottor Robert Gallo, che ancora non e' riuscito a definire se la positivia' al virus porti i suoi pazienti all'immunodeficenza biologica, che si manifesta spesso con il ''Sarcoma di Kaposi'', un tumore dei vasi sanguigni estremamente raro che lo staff riscontra in numero maggiore tra la comunità omosessuale, oppure alla leucemia che in alcune Nazioni, come il Giappone, rappresenta una patologia molto diffusa [11].

Nel 1982, il ''Center for Disease Control'' rende noto che l'Aids e' diffuso in molti paesi. Questo e' un momento delicatissimo per la scienza medica perche', in questa fase il ''Center for Disease Control'' e' l'unico ente al mondo, oltre al Dottor Robert Gallo, in grado di definire quando il calo del sistema immunitario e' da considerarsi Aids e quando non lo e'. I medici vengono tenuti fuori dalle decisioni sull'Aids con la scusa che la malattia e' una condizione inspiegabile e inguaribile.

E' solamente nel 1983 che il Dottor Robert Gallo si rende conto che, il responsabile dell'Aids, forse, e' proprio il suo virus Htlv della leucemia/linfoma.
Nel 1984, il Ministro della Sanità statunitense, Margaret Heckler, con a suo fianco il Dottor Robert Gallo, annuncia al mondo, con grave e palese prosopopea, che e' stata individuata una nuova temibile malattia virale trasmessa attraverso il sangue e i rapporti sessuali. Spingendosi oltre, Margaret Heckler ed il Dottor Robert Gallo, dichiarano anche che il virus in grado di causare la malattia e' stato individuato dallo stesso Dottor Robert Gallo e che sarebbero occorsi circa due anni per individuare un vaccino e debellarlo. Con tale annuncio, si scavalcava per la prima volta, in modo plateale e scandaloso, ogni procedura standard di controllo ed approvazione da parte della comunita' scientifica, e si impone al mondo, in modo reazionario e dittatoriale, l'esistenza di una malattia inesistente, creata a tavolino; nasce così il dogma intoccabile Aids [12].

Il 26 maggio 1984 il Dottor Robert Gallo, quasi all'unisono con il ricercatore francese Luc Montagnier, non solo ufficializza al mondo di aver finalmente trovato il virus dell'Aids, sostiene anche di aver preparato il prototipo di test di sieropositivita' ma, afferma di non possedere la capacita' di produrre e distribuire i milioni di test che saranno richiesti ogni anno. Arriva prontamente in suo soccorso, ed in soccorso dell'intera umanita', lo ''U.S. Publice Health Service'', l'ente federale che si occupa della salute, di cui fanno parte sia il ''Cdc'' che il ''National Institute Of Health'', lancia improvvisamente un bando di concorso per la produzione in massa del test di Gallo. Uno dei punti di forza del bando, per realizzare ed ottenere una ferrea selezione dei concorrenti, e' senza dubbio costituito dalla particolarita' data dal fatto che la sostanza che il Dottor Robert Gallo chiama virus dell'Aids, si moltiplica solamente con il sistema inventato dallo stesso Dottor Robert Gallo. Nel bando e' prescritto che i laboratori che dovranno produrre il test debbono impratichirsi con le tecniche del Dottor Robert Gallo.

Nel dicembre del 1985, l'''Istituto Pasteur'' decide di far causa al Dottor Robert Gallo per le royalties derivanti dalla vendita del test che scopre gli anticorpi al virus. Il ricercatore Luc Montagnier sostiene che il Dottor Robert Gallo ha approfittato di materiale ed informazioni che l'istituto francese gli aveva fornito. L'accordo era che il materiale dovesse servire solo per la ricerca. Il Dottor Robert Gallo nega di aver usato le informazioni che i francesi gli hanno mandato.
L'argomento che i francesi presentano e' che il ricercatore Luc Montagnier fu il primo a segnalare il virus dell'Aids in una pubblicazione scientifica, nel Maggio del 1983.
E' un momento molto importante per la diffusione mediatica del virus e l'''Istituo Pasteur'' trova nell'attore Rock Hudson, malato di Aids, che decide di andare a Parigi per curarsi, un ''alleato'' in quella che diviene una vera e propria ''guerra'' per accaparrarsi il primato sulla ''scoperta'' e, soprattutto, le ingenti royalties derivanti dallo ''sfruttamento'' della malattia.

Nel 1986, dall'accordo raggiunto tra gli Stati Uniti e la Francia, nasce la sigla Hiv (''Human Immunodeficiency Virus''), attuale nome del virus scoperto dal Dottor Robert Gallo.

Nel marzo 1987, il Presidente degli Stati Uniti Ronald Wilson Reagan ed il Primo Ministro francese francese Jacques Chirac firmano a Washington un accordo tra USA e Francia per coordinare le ricerche sul virus dell'Aids, per l'educazione dei paesi sottosviluppati e per la spartizione delle royalties.
In seguito all'accordo, si prevede che l'''Istituto Pasteur'' e i ''NIH'', ossia il Governo americano, si divideranno le royalties provenienti dai brevetti per i test atti ad individuare il virus, e ciascuna delle due parti versera' l'80 per cento delle royalties ad una nuova fondazione internazionale per l'Aids. La giustificazione ufficiale per la partecipazione della Francia e' che anche il ricercatore francese Luc Montagnier ha scoperto il virus e il relativo test per gli anticorpi, avendo quindi diritto alla meta' dei profitti.
Nessuno si chiede come mai l'accordo non sia tra scienziati ma tra governi.
Nessuno sembra notare che sono le due meta' del mondo colonialista, quella francofona e quella anglosassone a stringere un'alleanza per educare tutto il mondo ad abituarsi all'Aids, un'epidemia che, in maniera sempre piu' palese, si sta costruendo a tavolino [11].

E' bene far notare che, negli ultimi anni di attivita', lo stesso ricercatore Luc Montagner, co-scopritore del virus, ha iniziato, nel corso di svariate conferenze in giro per il mondo, una lenta e progressiva marcia indietro rispetto alla teoria in base alla quale l'Aids sarebbe da considerarsi conseguenza diretta del virus Hiv, sostenendo che i suoi studi rivelano sempre più l'Hiv come un semplice co-fattore scatenante la malattia, e non come l'unica causa determinante. Una vera e propria presa di distanza dal ''fondamentalismo'' dimostrato dal Dottor Robert Gallo e dal suo staff [13].
Virus
''Molti rispettano la scienza se vivono di questa, ma venerano l'errore se e' da esso che traggono i mezzi di sussistenza.''
Wolfgang Goethe

La tesi ufficiale, che tutti conoscono, e' che la malattia conosciuta col nome di Aids, sia la conseguenza dell'infezione, trasmessa per via sessuale o di contatto sanguigno, con il retrovirus Hiv. Tale teoria, pero', non e' tuttora in grado di spiegare in quale modo il virus Hiv possa provocare le malattie che gli vengono imputate. Tale teoria descrive l'Aids come una malattia infettiva provocata dal virus Hiv che distrugge pian piano le cellule del sistema immunitario, lasciando l'organismo indifeso di fronte a malattie ''opportunistiche''. Il virus penetra nell'organismo di un dato soggetto attraverso un contatto con sangue o sperma infetto. Questa infezione virale provoca una reazione anticorpale inefficace, utile solo ad essere registrata con i cosiddetti test dell'Aids (o anti-Hiv). La sieropositivita' costituirebbe il segnale di una malattia subdola, progressiva, inesorabile nella gran parte dei casi [9].

Dai primi anni 90, un centinaio di medici e scienziati, con un piccolo seguito di attivisti ''dissidenti'', sostiene la falsita' di questa tesi, sostenendo invece che l'Aids, cioe' il crollo del sistema immunitario, sarebbe dovuto solo ai cosiddetti ''fattori di rischio'', o all'assunzione di farmaci che hanno indebolito il sistema immunitario, senza nessuna correlazione con il retrovirus Hiv [1].
Molti di essi fanno parte del gruppo di cooperazione internazionale denominato ''REsearch Group for Investigative MEDicine and journalism'' (''REGIMED''), che si occupa dei problemi etici connessi alla ricerca medica ed alla pericolosita' di certe sue applicazioni pratiche, fondato nel 1996 dai Dottori Heinrich Kremer e Stefan Lanka. Per quanto riguarda quest'ultimo, e' bene ricordare che, oltre a portare avanti un'attivita' scientifico-legale con Karl Krafeld ed altri collaboratori a Dortmund, per l'abrogazione dei cosiddetti test dell'Aids, ritenuti inaffidabili, nel 1997 si e' presentato spontaneamente in un processo per sangue ''contaminato da Hiv'' a Goettingen, dichiarando sotto giuramento che ''l'Hiv non esiste''. Il Tribunale non ha trovato un solo scienziato ufficiale in grado di dimostrare scientificamente l'esistenza del virus in questione.
Il 24/2/97 il tribunale ha, dunque, emesso la sentenza, censurata dai mass-media, di assoluzione totale del medico che era accusato di 14 omicidi e 5.800 tentati omicidi.

Il ''REsearch Group for Investigative MEDicine and journalism'' non e' pero' il solo gruppo di ''dissidenti'', sono in molti, infatti, a sostenere tesi diametralmente opposte rispetto a quelle ormai date per assodate dalla comunita' scientifica. Un gruppo di scienziati australiani, guidato dalla Dottoressa Eleni Papadopulos-Eleopulos, dopo aver condotto per anni esperimenti e studi di laboratorio, e' arrivato alla conclusione che non si puo' provare che l'Hiv esista, lo si puo' solo supporre; ma quello che e' realmente impossibile affermare e' che questo sia un virus, o un retrovirus [13].

Tra i primi a riuscire a decodificare la sequenza dei geni di quelli che vengono detti retrovirus e a definire la caratterizzazione della struttura dei lentivirus (cui l'Hiv si presume appartenga), fu, negli anni Settanta, lo scienziato Peter H. Duesberg. Un uomo che, pero', ha poi dedicato buona parte della sua vita a gridare al mondo che l'Aids non e' affatto contagioso, che l'Aids e' un virus inventato [2].
E' importante evidenziare che, a differenza dei Dottori Heinrich Kremer, Stefan Lanka e Eleni Papadopulos-Eleopulos, lo scienziato Peter H. Duesberg sostiene che sia ragionevole supporre che l'Hiv esista, ma allo stesso tempo afferma che ''L'Hiv e' solo un latente e perfettamente inoffensivo retrovirus di cui molti, ma non tutti, i malati di Aids, possono essere portatori. Dire che l'Hiv e' la causa dell'Aids significa mettere da parte tutto cio' che sappiamo sui retrovirus [...]. La teoria dell'Hiv e' inconsistente, assurda e paradossale.'' [13].

I ''dissidenti'' piu' maliziosi, sono arrivati a postulare una teoria secondo la quale, da tempo, i settori piu' reazionari del mondo politico e religioso occidentale, erano alla ricerca di pretesti scientifici cui ancorare le loro offensive puritane e restauratrici. Un primo tentativo fu compiuto alla fine degli anni '70, con una raffica di informazioni piu' o meno terroristiche sulle malattie veneree, ma l'Aids sembro' l'occasione d'oro. Qui si delineava una malattia non solo sessuale ma mortale e invulnerabile agli arsenali medici esistenti. Insomma, una malattia inventata su misura per i sessuofobi di ogni stampo e di ogni paese [5].

In questa sede non ci si puo' proporre di fornire una risposta esaustiva ad una questione di tale importanza medica e scientifica, si ritiene pero' doveroso, da parte della comunita' scientifica, far presente che, se e' vero che esistono varie patologie che portano ad una grossa deficienza del sistema immunitario e talvolta anche alla morte, e' altresi' vero che alcune di esse esistono probabilmente da secoli ed almeno dal 1912, quando, per la prima volta nella letteratura medica, viene utilizzato il termine ''sindrome da immunodeficienza'' [13].

L'ipotesi che l'Aids possa non essere causato da un virus puo' generare perplessita'. E' anche vero, pero', che la Storia e' costellata di casi di virus inventati. Basti pensare allo ''Smon'' che, sviluppatosi nella meta' del secolo scorso in Oriente, dopo aver mietuto migliaia di vittime, scomparì improvvisamente non appena un farmaco, il ''Clioquinol'', venne ritirato dal mercato, ma nessuno se ne curo' e la caccia al microbo continuo' imperterrita fino a quando, pochi anni fa, il responsabile delle ricerche, insieme alle vittime del male, non poterono far altro che riconoscere che non era un virus o un batterio, bensì una ''cura'' la responsabile delle morti.
Il male più devastante dal punto di vista delle persone colpite, fu, senza dubbio, la ''pellagra''. Anch'essa, per più di 50 anni, venne attribuita a contagio, pur essendo chiaro che solo determinate categorie di persone ne erano affette. La ricerca per il virus continuo' fino a che non fu più negabile che una carenza alimentare generava il male.
La ricerca del microbo e del virus ha contraddistinto, tra le altre, malattie esotiche come il ''Kuru'', o più prossime e note come l'epatite di tipo C.
Per non parlare poi, di quante volte si e' sentito parlare di un prossimo vaccino antitumorale. Il cancro sarebbe, dunque, un virus? Gli esempi sono troppi per citarli tutti.

La ricerca del virus pare essere la prima pista da seguire, sempre e comunque, finché prove clamorose non escludano questa possibilita' in modo insindacabile. A questo punto verrebbe da pensare che i virus siano uno dei peggiori crucci dell'Occidente, della nostra epoca. Eppure, indagando, i virus causano meno dell'1 per cento dei problemi di salute tra le popolazioni occidentali. Qualcosa non quadra. Ma ora torniamo all'Aids [2].
Si scrive Hiv, si legge Aids
''Quando si cerca un eroe, bisogna partire dalla cosa di cui ogni eroe ha bisogno: un cattivo. Per questo, cercando il nostro eroe, Bellerofonte, abbiamo creato un mostro, Chimera''
Mission: Impossible-2, USA, 2000, di John Woo

Lo scienziato Peter H. Duesberg, autorita' indiscussa nel settore dei retrovirus, dopo lunghe ricerche, confuto' la tesi della diffusione dell'Aids mediante Hiv, sostenendo che le cause del collasso del sistema immunitario erano dovute, essenzialmente, a:
denutrizione e condizioni igieniche carenti;
costumi sessuali fuori dal normale;
consumo di droghe pesanti;
frequente trasfusione sanguigna;
assunzione di farmaci immuno-tossici, come quelli chemioterapici.
Secondo questa teoria, il sistema immunitario collasserebbe ''solo'' in quanto sottoposto a superlavoro. Secondo lo scienziato non sarebbe quindi alcun virus o retrovirus a causare l'Aids.

Agli inizi degli anni '90, il giornalista di Panorama Luca Rossi, ando' in Usa per visitare il centro di statistica governativo e scoprì tre cose molto interessanti: era il primo giornalista a rivolgersi alla fonte per avere i dati invece di affidarsi ai comunicati stampa delle case farmaceutiche, i dati ottenuti erano completamente diversi dai dati pubblicati fino a quel momento sui media e sui comunicati stampa delle case farmaceutiche ed i malati non appartenenti a gruppi con comportamenti a rischio erano meno di 1000 (mille) a distanza di quasi 15 anni dall'inizio dell'epidemia. Un numero talmente piccolo che negava con evidenza la teoria sulla trasmissione sessuale dell'Aids in persone che avevano una vita sessuale normalmente promiscua [1].

Oggi il movimento del dissenso raccoglie oltre 700 firme tra virologi, infettivologi, epidemiologi ed altri specialisti di 23 Nazioni, tra cui tre premi Nobel, tutti indignati dalla colossale mistificazione e speculazione imbastita intorno all'Aids. Il Dottor Kary B. Mullis, premio Nobel per la medicina per aver inventato la reazione a catena della polimerase (Polymerase Chain Reaction, PRC), una tecnica che ha rivoluzionato il mondo della chimica e della genetica, nonché autore di ''Ballando nudi nel campo della mente'', si trovo' ad avere necessita' di corroborare una tesi che ormai era data come scontata: ''l'Hiv e' la causa dell'Aids''. Ma, a quel punto, sorse per lui un grave problema: scoprì che nessuno aveva mai dimostrato che l'Hiv provocasse l'Aids [6].

Secondo i tanti scienziati dissenzienti, l'Aids e' un'immunodeficienza, cioe' una carenza di difese immunitarie. Un'immunodeficienza che puo' portare alla morte e che si manifesta con una grande quantita' di mali, attualmente 29. Viene chiamata non polmonite, non diarrea, non herpes, non candidiasi, ma Aids quando ad un esame il male risulta accompagnato dall'esito positivo ad un'indagine per rilevare l'esistenza non del virus dell'Hiv ma di anticorpi contro l'Hiv. L'Hiv e', forse, un virus che, per molti, e' pero' presente ed innocuo in una percentuale costante di persone [3].
Aids è un termine calderone che raccoglie condizioni eterogenee e disparate. Si tratta di condizioni che vengono tra loro associate solo quando il risultato del test dell'AIDS è positivo. Se il risultato è negativo, le stesse malattie vengono chiamate con il loro vecchio nome [9]. Se, dunque, una delle malattie classificate come condizione per determinare l'Aids conclamato si verifica insieme alla positivita' all'Hiv, il soggetto e' definito malato di Aids. Se una delle malattie, o anche tutte, si verificano senza la positivita' all'Hiv, si parla di polmonite, diarrea, herpes e così via. Non importa che il soggetto muoia o no, sara' morto di polmonite, non di Aids. Ma anche se il soggetto e' positivo al test per l'Hiv e, pero', sta bene, viene considerato malato asintomatico. Questa assenza di correlazione tra risultati del test e malattia e' indubbiamente sconcertante. Dunque, per i dissenzienti, l'Aids e' semplicemente un'immunodeficienza, l'Hiv e' un virus non collegato all'insorgere del male; l'Hiv non e' mai stato isolato, forse neanche esiste e, se esiste, la percentuale di persone positive e' equamente ripartita nella popolazione, essendo un virus innocuo. L'attribuzione di nocivita' all'Hiv e', quindi, forzata e fittizia.

Gli scienziati dissenzienti pongono in evidenza anche un'altra caratteristica; un virus, per sua stessa definizione, viene contratto per contagio e si diffonde in ogni soggetto che incontra per la sua strada, non solamente in categorie di persone definite, di volta in volta ''a rischio''. L'Aids pare invece scegliere con estrema cura i soggetti da colpire; la tanto temuta diffusione tra eterosessuali dell'Aids non c'e' mai stata. Anzi, la malattia e' praticamente irrilevante come causa di morte tra le categorie non a rischio in Occidente. Nel mondo, in tutto il mondo, sono a tutt'oggi meno di 100 i casi di sieropositivita' tra i partner coniugali di malati di Aids. Ma i malati du Aids sono milioni. E quindi? Un virus, per sua stessa definizione, si diffonde. Il contagio, nei virus, esiste, e' anzi requisito fondamentale per determinare che la malattia e' causata da un morbo. Nell'Aids le statistiche dicono no, le statistiche dimostrano che il contagio non esiste [3].
L'Hiv, infatti, e' l'unico virus a non obbedire a nessuno dei 4 ''postulati di Koch''. Robert Koch fu il primo ad adottare sperimentalmente alcuni criteri, gia' in precedenza formulati da J. Henle, che altro non sono se non quattro regole generali per stabilire se un certo microorganismo sia o meno la causa di una certa malattia. I postulati sono i seguenti:
- il presunto agente responsabile della malattia in esame deve essere presente in tutti i casi riscontrati di quella malattia;
- deve essere possibile isolare il microorganismo dall'ospite malato e farlo crescere in coltura pura;
- ogni volta che una coltura pura del microorganismo viene inoculata in un ospite sano (ma suscettibile alla malattia), si riproduce la malattia;
- il microorganismo deve poter essere isolato nuovamente dall'ospite infettato sperimentalmente [10].

La cosa più strana e' che gli anticorpi dell'Hiv che determinano la sieropositivita' (il virus dell'Hiv, e' bene ricordarlo, non e' mai stato isolato), sono presenti in una percentuale invariabile di persone sane che, solitamente, non diventano immunodeficenti, cioe', in pratica, non manifestano l'Aids. Costoro manifestano l'Aids solo se si trovano, per motivi dovuti alle circostanze, particolarmente indebolite. Ma per i ricercatori non importa. Sono state modificate le caratteristiche del male fino a definire l'esistenza di sieropositivi a ''tempo indeterminato''. Altri, invece, che fanno parte delle cosiddette categorie a rischio, manifestano tutti i sintomi dell'Aids, sono immunodeficenti, periscono a causa di malattie che potrebbero essere definite caratteristiche dell'Aids, risultano negative al test per l'Hiv. In termini percentuali, l'Hiv e' totalmente insignificante nella determinazione di un'immunodeficenza. Infatti, l'Aids, a dispetto di ogni dichiarazione di malattia epidemica, non si e' diffuso in Occidente [2].

Si parla di Occidente perché, essendo stato attribuito al continente Africano il ruolo di valvola di sfogo, il quadro della malattia, in Africa [8], e' completamente diverso, tanto che sono stati modificati appositamente i parametri per la definizione di sieropositivita' al test per l'Hiv [4]. Negli ultimi anni sono risultati positivi più di 8 milioni di africani. Otto volte più degli americani, eppure l'intero continente ha prodotto pochissimi casi conclamati: meno di 300 mila [5]. Pochissima cosa se si considera che in Africa vivono 760 milioni di persone e ne muoiono decine di milioni all'anno per malaria, malattia per la quale sono stanziati pochissimi fondi [2].

E' normale provare un senso di rigetto davanti all'ipotesi che tutte le nozioni inculcateci da anni siano false. Se così fosse, che senso avrebbe che il test Hiv sia regolarmente eseguito (gratuitamente) per i cittadini di quasi tutti gli stati occidentali? Per quale motivo sono stati investiti, dai sistemi sanitari occidentali, miliardi di euro in campagne di sensibilizzazione sull'Aids, in modo da inculcare efficacemente la nozione che l'Aids e' recato dal virus Hiv che, una volta contratto, resta latente per un numero di anni non predeterminabile, ma che prima o poi sfocera' certamente nella malattia? A quale scopo sono commercializzati costosissimi farmaci antiretrovirali che la comunita' scientifica concordemente prescrive ai sieropositivi per ritardare il conclamarsi dell'Aids?

Ci sono pero' alcune considerazioni su cui vale la pena di riflettere. Da quando e' stato annunciato il virus Hiv nel 1984, non sarebbe mai stato pubblicato alcuno studio che abbia isolato il virus Hiv in un campione di tessuto umano risultato positivo a un test Hiv. In altre parole, non ci sarebbe ancora alcuna prova scientificamente rilevante circa la validita' di nessuno dei test Hiv utilizzati. Questi test misurerebbero solo la presenza di alcuni anticorpi che dovrebbero indicare la presenza del virus, ma nessuna équipe medica sarebbe mai riuscita a presentare alla comunita' scientifica la correlazione fra i risultati del test e l'effettiva presenza del virus nel sangue o nei tessuti relativi [1]. Secondo il Biologo, Virologo e Genetista tedesco Stefan Lanka, non sono state compiute le condizioni scientifiche necessarie per dimostrare che il virus Hiv sia stato effettivamente isolato, e questo mette in dubbio la sua stessa esistenza. Stefan Lanka, virologo riuscito ad isolare il virus ''Ectocarpus Siliculosus Virus'' (EsV), ha denunciato ad un tribunale tedesco l'apparato sanitario per truffa e la sentenza ha confermato che l'apparato medico-sanitario non e' stato capace di confermare con prove scientifiche la presenza del virus quale causa dell'Aids. E' per questo motivo che, dal 1995, la rivista dei sopravvissuti dell'Aids ''Continuum'', di Londra, per sensibilizzare i cittadini e renderli partecipi alla truffa perpetrata dalla comunità scientifica nei loro confronti, offre un premio di 1000 Sterline a chi produca le prove inequivocabili dell'esistenza del virus dell'Hiv [10]. Con il passare degli anni, altre associazioni a livello internazionale si sono unite a questa iniziativa; la ''Alive and Well'' e'arrivata ad offrire un premio di 50.000 dollari a chiunque sia in grado di fornire anche solo una prova o citare un articolo scientifico che dimostri la validita' del test Hiv, isolando il virus nel tessuto di un ''sieropositivo''. E' bene sottolineare come, ad oggi, nessun premio e' mai stato assegnato [1].

Parlando delle cure per l'Aids, dei cosiddetti antiretrovirali, indipendentemente dal parere dei dissenzienti, propensi ad indirizzare il paziente verso cure ''alternative'', ''non convenzionali'' o ''complementari'', e' ormai nota ad ogni medico e scienziato la dannosita', la tossicita' e, nei casi più estremi, la mortalita' data dall'assunzione di tali farmaci. Gli studi eseguiti dallo scienziato Peter H. Duesberg dimostrano che i sieropositivi che poi si sono ammalati di Aids hanno sviluppato una immunodeficenza non a causa di un virus, nemmeno mai isolato, ma della cura. Qui sta il peggio della storia dell'Aids; i dissenzienti affermano che i sieropositivi che sviluppano l'Aids lo fanno in seguito alla terapia. I farmaci antiretrovirali vengono considerati ''curativi'' in quanto, sopprimendo la duplicazione del DNA, impediscono la formazione di nuove cellule. In questo modo i virus non si possono riprodurre, ma nemmeno le cellule responsabili della difesa immunitaria. Assumendoli si diventa, automaticamente, più immunodeficenti, sino ad essere privi di difese; essendo privi di difese, le malattie che prendono possesso dell'organismo sono quelle definite come caratteristiche dell'Aids. In pratica, il farmaco che dovrebbe curare una malattia (diagnosticata sulla base di una positivita' asintomatica ad un test parecchio dubbio), causa immunodeficenza. L'immunodeficenza che e' il sintomo della malattia da evitarsi.
I dissenzienti hanno dimostrato che chiunque, sieroposito o no, venga a contatto con questi farmaci antiretrovirali, ha le stesse possibilita' di un sieropositivo di contrarre l'Aids conclamato [2].

Tralasciando l'ambiguita' di un virus altamente infettivo che, secondo la comunita' scientifica, puo' essere trasmesso solamente attraverso lo scambio di fluidi quali sangue, sperma e liquidi vaginali, perche' unici fluidi con concentrazione di virus sufficiente per poter risultare infettiva, a differenza di saliva, sudore o quant'altro, e' interessante soffermarsi a ragionare sulle tempistiche riguardanti il periodo di incubazione dell'Aids.
Il lasso di tempo intercorrente tra infezione, positivita' all'Hiv, e malattia, Aids conclamato, sembra aumentare di anno in anno, crescendo in maniera direttamente proporzionale agli anni vissuti dai ''sieropositivi storici'', cioe' quelli trovati infetti da Hiv quando si appronto' il primo test nel 1984 [13].

Secondo il Premio Nobel Kary B. Mullis, ''Il mistero che circonda quel dannato virus è il frutto inevitabile di quei due miliardi di dollari che ci spendono sopra ogni anno. Se prendessimo un qualsiasi altro virus e spendessimo due miliardi di dollari ogni anno per studiarlo, state certi che anche quel virus produrrebbe misteri a bizzeffe.'' [9].
''Wellcome...'' to the jungle!!
''Perfino le verita' possono essere dimostrate.''
Oscar Wilde

Per il ''Center for Disease Control'', una malato di Aids ha una previsione di spesa di quasi 100.000 dollari. Se a questo si aggiunge che circa 100.000 fra ricercatori e medici hanno carriere e stipendi legati al virus, piu' di 100 miliardi di dollari sono stati stanziati nei soli Stati Uniti per le ricerche sull'Aids, alcune decine di migliaia di milioni di euro all'anno impinguano i bilanci delle multinazionali del farmaco con la vendita dei farmaci antiretrovirali e dei test Hiv (''Enzime-Linked Immuno-adSorbent Antibody test'' - ELISA, test di screening e ''Western Blot'', test di conferma, sono i piu' famosi, ma non gli unici considerati in grado di rilevare la presenza di anticorpi specifici. Fra i piu' noti vi e' anche il ''Viral Load''), organismi come ''U. S. Agency International Development'' (USAID), ''United Nations Aids Program (UNAIDS), ''World Health Organization'' (WHO), ricevono stanziamenti annuali di migliaia di milioni di euro per combattere l'Aids. Anche l'''Organizzazione delle Nazioni Unite'' (ONU) ha chiesto uno stanziamento di piu' di 10.000 milioni di euro per affrontare l'emergenza.

Veniamo dunque alle cure per l'Aids: gli antiretrovirali. L'Azt, prodotto dalla multinazionale inglese ''Glaxo Wellcome Inc.'', e' considerato, senza ombra di dubbio, il piu' famigerato farmaco contro l'Aids che sia mai stato prodotto [2].
La ''Food and Drug Administration'' (FDA), l'ente statunitense che verifica l'efficacia dei farmaci, lo approvo' ufficialmente solo nel 1987, ma ne consenti' l'uso in via sperimentale fin dalla ''scoperta'' dell'Hiv, anche in associazione con altri farmaci, come del resto, aveva gia' fatto in precedenza autorizzandone l'uso per altre patologie, sin dal 1964 [13].
Sono, in fatti, in molti a sottacere che tale farmaco, inizialmente ideato come terapia antitumorale, solamente in un secondo momento viene ''riciclato'' per contrastare quello che, è bene ricordarlo, è il virus più finanziato al mondo, anzi, il più finanziato di tutti i tempi.
L'Azt, ideato come terapia antitumorale, non fu messo in commercio perche', secondo alcuni scienziati, fra cui il Premio Nobel Kary B. Mullis [7], ritenuto letale. Non pericoloso, non semplicemente tossico ma letale [2]. Sintetizzato nel 1964 come farmaco antitumorale, l'Azt e' rasto inutilizzato per 20 anni, poiche' si constato' sperimentalmente che i topi leucemici trattati morivano in numero maggiore di quelli non trattati. La ''Glaxo Wellcome Inc.'' ha venduto 0.9 tonnellate nel 1987, ed e' passata a 44.7 tonnellate nel 1992. Il costo dell'Azt per malato e' di circa 250.00 euro al mese. Il profitto lordo per la ''Glaxo Wellcome Inc.'', nell'anno 1993, e' stato di 290 milioni di euro[9].
Uno dei professori che si occupo' dello studio del farmaco dichiaro' che lo stesso era stato definito mortale, quindi assolutamente improponibile per i malati di cancro, per gli omosessuali, pero', pareva potesse andare. I termini che utilizzo' furono molto piu' pesanti, fatto sta che questo disse e questo fu. Gli studi dello scienziato Peter H. Duesberg, infatti, dimostrano che i sieropositivi che poi si sono ammalati di Aids hanno sviluppato una immunodeficenza non a causa di un virus, nemmeno mai isolato, ma della cura a cui sono stati sottoposti [2].

Per i ''Teorici del Complotto'' un po' piu' ''paranoici'', non sara' certo una notizia sconvolgente sapere che, l'antica ''Burroughs-Wellcome'', creata nel 1880 da due farmacisti, Henry Wellcome e Silas Burroughs, nel 1936 si associa alla ''Rockefeller Foundation'', dando vita alla ''Wellcome Trust Corporation''.

Durante gli anni '30 il rappresentante legale della ''Wellcome Trust Corporation'' e' la firma ''Sullivan and Cromwell'', una delle piu' influenti di New York ed uno dei pilastri della ''Rockefeller Foundation''. I suoi due avvocati, John Foster ed Allen Dulles sarebbero divenuti, rispettivamente, Segretario di Stato americano e Direttore della CIA durante la guerra fredda.

E' negli anni 50 che la ''Wellcome Trust Corporation'', partecipando al complesso universitario londinese fondato da David Rockefeller, incrementa la propria influenza, estendendola nel campo dell'educazione sanitaria inglese ed americana.
Negli anni 70, David Rockefeller crea la famosa ''Commissione Trilaterale'' che, al suo interno, annovera industriali, accademici e uomini d'affari esperti in politica internazionale. Il nocciolo duro della ''Commissione Trilaterale'' e' composto da dirigenti di un gruppo di aziende multinazionali il cui scopo e' il mantenimento del potere economico in tutto il mondo. Fra queste multinazionali un posto preminente spetta alla ''Wellcome Trust Corporation''.

Nel 1981 Ronald Wilson Reagan vince le elezioni presidenziali degli Stati Uniti; nella ''lobby'' che finanzia la sua campagna elettorale spicca, tra gli altri, il nome della ''Wellcome Trust Corporation''.
Nello stesso anno viene scoperta una nuova malattia, con patologia caratterizzata dall'indebolimento del sistema immunitario, che diverra' ben presto nota all'umanita' con l'acronimo di Aids (Acquired Immune Deficiency Syndrome), ossia ''Sindrome da Immunodeficienza Acquisita''.

Fino al 1986, ''Wellcome Trust Corporation'' controlla il 100 per cento della ''Wellcome Inc.'', produttrice di farmaci, della quale vende il 25 per cento delle proprie azioni, assumendo la denominazione di ''Wellcome Foundation''. E' da questo momento in poi che la ''Wellcome Foundation'' cambia rotta, rinunciando ad atteggiamenti etici populistici ed accademici in favore di un mercantilismo d'assalto duro e puro.

Dopo il clamoroso insuccesso come trattamento anticancro, la ''Wellcome Inc.''ottenne l'autorizzazione per ripresentare sul mercato l'Azt, ribattezzato ''Retrovir'', per trattare i malati di Aids.
Nel 1995 la ''Wellcome Inc.'' si unisce con la ''Glaxo Inc.'', colosso farmaceutico americano, dando vita alla ''Glaxo Wellcome Inc.'', potentissima supermultinazionale presente in ogni parte del mondo [13].

Il 27 Maggio del 2003, il Presidente degli Stati Uniti d'America, George Walker Bush, firma un piano d'azione per combattere l'Aids all'estero. ''Il Presidente Bush, definendo quella contro l'Aids una delle battaglie piu' importanti che l'uomo deve combattere in campo medico, ha firmato il decreto di legge che introduce un piano d'emergenza, in base al quale saranno spesi 15 miliardi di dollari in cinque anni per combattere l'Aids.
Bush ha detto che la legge 'U.S. Leadership Against Hiv/Aids, Tubercolosis and Malaria Act of 2003' (il nome fa riferimento al primato USA nella lotta all'Aids, alla tubercolosi ed alla malaria) include il suo nuovo progetto per la cura dell'Aids e rappresenta l'impegno piu' oneroso che il sistema sanitario internazionale abbia mai affrontato per debellare una malattia specifica. Ha poi affermato che il provvedimento stabilisce l'acquisto di madicine antivirali e di altri medicinali a basso costo, nonche' la creazione di un'ampia rete per la loro consegna ovunque, anche nei luoghi piu' lontani dell'Africa.'' [15].

Con questo piano d'azione, l'America si e' impegnata in una nuova guerra, contro un nemico terribile, che ha terrorizzato e condizionato tutti, ucciso tanti, arricchito alcuni. Questa volta non un nemico umano nascosto in cave o palazzi ma un virus, anzi, un retrovirus, un virus cioe' in grado di rimanere in una sorta di stato di latenza per un lungo periodo di tempo prima di manifestarsi.

L'Aids, a dispetto di ogni dichiarazione di malattia epidemica, nel frattempo, continua a non diffondersi in America; cio' nonostante la Casa Bianca ha dato mandato alla CIA di gestire il male. Stranamente.
Stranamente innanzitutto perche' la CIA non e' un'istituzione di ricerca e non ha scopi di ricerca scientifica, ma stranamente anche perche' da questo mandato parrebbe che la minaccia, e quindi l'incarico, sia dovuto alla diffusione del male. Invece no. I casi, negli USA, sono calati in modo impressionante. Per quanto paradossale, per i dissenzienti, il mandato e' dovuto al motivo contrario: la scomparsa della minaccia [2].

Per i ''Teorici del Complotto'', invece, come sempre, anche dietro la colossale ''farsa'' dell'Hiv e dell'Aids, si nasconderebbe, ancora una volta, l'astuta regia di coloro che, da decenni, si adoperano nella realizzazione di quel progetto mondialista tanto caro alla élite, il ''Nuovo Ordine Mondiale''.
''Ballando nudi nel campo della mente''
''[...] sappiamo che errare e' umano, ma l'ipotesi Hiv-Aids e' un errore macroscopico. Lo dico forte e chiaro per mettere in guardia la gente [...]''
Kary B. Mullis

''Quando nel 1984 sentii dire per la prima volta che il francese Luc Montagnier, dell'''Istituto Pasteur'', e Robert Gallo, dell'''America's National Institutes of Health'', avevano scoperto indipendentemente l'uno dall'altro che il retrovirus Hiv - Human Immunodeficiency Virus - era la causa dell'Aids, accettai il dato come una qualsiasi evidenza scientifica. Il problema non riguardava strettamente il mio settore, la biochimica, e loro erano esperti di retrovirus.

Quattro anni piu' tardi, stavo lavorando come consulente con gli Specialty Labs di Santa Monica: stavamo cercando il modo di utilizzare la PCR per individuare i retrovirus nelle migliaia di donazioni di sangue che la Croce Rossa riceveva ogni giorno. Stavo scrivendo un rapporto sull'andamento dei lavori, destinato allo sponsor del progetto, e cominciai affermando che ''L'Hiv e' la probabile causa dell'Aids''. Chiesi a un virologo dello Specialty dove avrei potuto trovare elementi che confermassero il fatto che l'Hiv era la causa dell'Aids.

''Non ne hai bisogno'', mi fu risposto. ''E' una cosa che sanno tutti.'' ''Mi piacerebbe citare qualche dato'': mi sentivo ridicolo a non conoscere la fonte di una scoperta cosi' importante.

Sembrava che tutti gli altri la sapessero. ''Perche' non citi il rapporto del Cdc?'' mi suggeri', mettendomi in mano una copia del rapporto periodico sulla morbilita' e la mortalita' del ''Center for Disease Control''. Lo lessi. Non si trattava di un articolo scientifico. Si limitava ad affermare che era stato identificato un organismo, ma non spiegava come. Invitava i medici a informare il Centro ogni qual volta si trovassero di fronte a pazienti che presentassero determinati sintomi, e a testarli per individuare la presenza di anticorpi per questo organismo.

Il rapporto non faceva riferimento alla ricerca originale, ma questo non mi sorprese. Era destinato ai medici che non avevano bisogno di conoscere la fonte delle informazioni. Dal loro punto di vista, se il Cdc ne era convinto, doveva esistere, da qualche parte, la prova che era l'Hiv a provocare l'Aids. Di solito si considera una prova adeguata dal punto di vista scientifico un articolo pubblicato su una rivista scientifica attendibile. Al giorno d'oggi le riviste sono stampate su carta patinata, piene di fotografie, di articoli scritti da giornalisti professionisti, e ci sono anche foto di ragazze che reclamizzano prodotti che potrebbero essere utili in laboratorio.

A fare pubblicita' sono aziende che offrono prodotti utili agli scienziati, o che producono farmaci che i medici dovranno prescrivere. Tutte le riviste importanti contengono pubblicita'. E di conseguenza, tutte hanno qualche rapporto con le aziende.

Gli scienziati propongono gli articoli per descrivere le proprie ricerche. Per la carriera di uno scienziato e' fondamentale scrivere articoli che descrivano il proprio lavoro e riuscire a farli uscire: non avere articoli pubblicati sulle riviste piu' quotate e' una perdita di prestigio.

Ma gli articoli non possono essere proposti fino a quando gli esperimenti che ne supportano le teorie non siano conclusi, e non siano stati valutati. Le riviste piu' importanti chiedono addirittura di riportare, direttamente o attraverso citazioni, tutti i dettagli degli esperimenti, in modo che altri ricercatori possano ripeterli esattamente e vedere se ottengono gli stessi risultati.

Se le cose vanno diversamente, questo viene reso pubblico, e il conflitto deve essere risolto in modo che, quando la ricerca verra' ripresa, si sappia con certezza da che punto si riparte. Le piu' qualificate tra le principali riviste hanno un sistema di revisione. Quando un articolo viene proposto per la pubblicazione, il Direttore lo spedisce in copia ad alcuni colleghi dell'Autore perche' lo verifichino: essi sono i revisori. I Direttori sono pagati per il loro lavoro, i revisori no, ma il loro compito gli da' potere, il che fa piacere alla maggior parte di loro.

Feci qualche ricerca sul computer. Ne' Montagnier ne' Gallo, ne' altri avevano pubblicato articoli descrivendo esperimenti che portassero alla conclusione che probabilmente l'Hiv provocava l'Aids. Lessi gli articoli pubblicati su ''Science'', che li avevano resi famosi come ''i medici dell'Aids'', ma tutto quello che c'era scritto era che avevano trovato, in alcuni pazienti affetti da Aids, tracce di una precedente infezione da parte di un agente patogeno che probabilmente era Hiv. Avevano scoperto degli anticorpi. Ma gli anticorpi contro determinati virus erano sempre stati considerati segno di malattie precedenti non di malattie in corso.

Gli anticorpi indicavano che il virus era stato sconfitto, e il paziente era salvo. In questi articoli non si diceva affatto che questo virus provocava una malattia. Non risultava che tutte le persone che avevano anticorpi nel sangue fossero malate. E in effetti erano stati trovati anticorpi nell'organismo di individui sani.

Se Montagnier e Gallo non erano riusciti a trovare questo genere di prove, perche' i loro articoli erano stati pubblicati, e perche' avevano discusso cosi' duramente per attribuirsi il merito della loro scoperta?

C'era stato un incidente internazionale quando Robert Gallo del ''NIH'' aveva dichiarato che un campione di Hiv inviatogli da Luc Montagnier, dell'''Istituto Pasteur'' di Parigi, non si era poi sviluppato nel suo laboratorio. Altri campioni raccolti da Gallo e dai suoi collaboratori da potenziali pazienti affetti da Aids, invece, si erano sviluppati.

Basandosi su questi campioni Gallo aveva brevettato un test per l'Aids, e l'''Istituto Pasteur'' l'aveva citato in giudizio. Alla fine il tribunale dette ragione al Pasteur, ma nel 1989 si era ancora in una situazione di stallo, e i due istituti si dividevano i profitti. Esitavo a scrivere che ''L'Hiv e' la probabile causa dell'Aids'', fino a quando non avessi trovato delle prove, gia' pubblicate, che lo confermassero. La mia affermazione era molto limitata: nella mia richiesta di fondi non volevo sostenere che il virus fosse indubbiamente la causa dell'Aids, stavo solo cercando di dire che era probabile che lo fosse, per motivi a noi noti.

Decine di migliaia di scienziati e ricercatori stavano spendendo ogni anno miliardi di dollari per ricerche che si basavano su quest'idea. La ragione di tutto questo doveva pur essere scritta da qualche parte, altrimenti tutta questa gente non avrebbe permesso che le proprie ricerche si concentrassero su un'ipotesi cosi ristretta.

All'epoca tenevo conferenze sulla PCR a un infinita' di convegni. E c'era sempre gente che parlava dell'Hiv. Chiesi loro su cosa si basasse la certezza che era questo virus a provocare l'Aids. Tutti avevano una qualche risposta, a casa, in ufficio, o in un qualche cassetto. Tutti lo sapevano, e mi avrebbero mandato la documentazione appena fossero tornati a casa. Ma non mi arrivo' mai nulla: nessuno mi mando' mai una spiegazione di come l'Hiv provocasse l'Aids.

Alla fine, ebbi l'opportunita' di porre questa domanda a Montagnier, quando tenne una conferenza a San Diego in occasione dell'inaugurazione dell'''UCSD Aids Research Center'', ancora oggi diretto dall'ex moglie di Robert Gallo, la Dottoressa Flossie Wong-Staal. Sarebbe stata l'ultima occasione in cui avrei posto questa domanda senza perdere la pazienza. La risposta di Montagnier fu un suggerimento: ''Perche' non cita il rapporto del CDC?'' ''L'ho letto'', dissi, ''ma non risponde realmente alla domanda se l'Hiv sia la probabile causa dell'Aids, vero?'' Montagnier ne convenne: ero molto seccato. Se neanche lui sapeva la risposta, chi diavolo l'avrebbe potuta sapere?

Una sera ero in macchina per recarmi da Berkeley a La Jolla, quando ascoltai, sulla ''National Public Radio'' un'intervista a Duesberg, famoso virologo di Berkeley. Finalmente capii perche' era tanto difficile trovare le prove che mettevano in rapporto l'Hiv e l'Aids: Duesberg affermava che prove del genere non esistevano. Nessuno aveva mai dimostrato che l'Hiv causasse l'Aids. L'intervista durava circa un ora e mi fermai per non perdermi niente.

Avevo sentito parlare di Peter quando frequentavo la specializzazione a Berkeley. Mi era stato descritto come uno scienziato veramente in gamba, che era riuscito a mappare una particolare mutazione in un singolo nucleotide di quello che sarebbe stato successivamente definito un oncogene. Negli anni Sessanta, era una vera impresa.

Peter ando' avanti sviluppando la teoria secondo la quale gli oncogeni potrebbero essere introdotti nell'organismo umano da virus e provocare il cancro. L'idea ebbe successo, e divento' una seria base teorica della ricerca che venne finanziata con lo sfortunato nome di ''Guerra al cancro''. Peter fu eletto ''Scienziato Californiano dell'anno''. Ma invece di dormire sugli allori, li incendio'.

Riusci' a trovare punti deboli alla sua stessa teoria e annuncio' ai suoi stupitissimi colleghi, che stavano dandosi da fare per trovarne la dimostrazione sperimentale, che era molto improbabile che ci riuscissero. Se volevano combattere il cancro, le loro ricerche avrebbero dovuto essere indirizzate in altra direzione. Ma loro, forse perche' erano piu' interessati a combattere la loro poverta' piuttosto che il cancro, o semplicemente perche' non riuscivano ad affrontare i propri errori, continuarono a lavorare per dieci anni, senza alcun risultato sull'ipotesi dell'oncogene virale.

E non riuscirono a cogliere l'ironia della situazione: piu' aumentava la loro frustrazione, piu' se la prendevano con Duesberg per aver messo in discussione la propria teoria e le loro assurdita'. La maggior parte di loro non aveva imparato molto di quello che io definisco scienza. Erano stati addestrati ad ottenere finanziamenti governativi, assumere persone per fare ricerche e scrivere articoli che di solito si concludevano affermando che le ricerche dovevano essere ulteriormente approfondite, preferibilmente da loro, con denaro di qualcun altro. Uno di questi era Bob Gallo.

Gallo era stato amico di Peter. I due avevano lavorato per lo stesso dipartimento del ''National Cancer Institute''. Tra le migliaia di scienziati che si erano impegnati inutilmente per assegnare a un virus un ruolo determinante nello sviluppo del cancro, Bob era stato l'unico tanto zelante da affermare di esserci anche riuscito.

Nessuno presto' alcuna attenzione alla cosa, perche' aveva dimostrato solo una relazione sporadica e molto debole tra gli anticorpí contro un innocuo retrovirus definito Htlv 1 e un insolito tipo di tumore individuato principalmente su due delle isole meridionali del Giappone. Nonostante la sua mancanza di gloria come scienziato, Gallo era riuscito a scalare agevolmente le gerarchie, mentre Duesberg, nonostante le sue capacita', le aveva scese. Quando si comincio' a parlare di Aids, fu a Gallo che si rivolse Margaret Heckler quando il presidente Reagan decise che ne aveva abbastanza di tutti quegli omosessuali che manifestavano davanti alla Casa Bianca. La Heckler era il ministro per l'Istruzione, la Sanita' e il Welfare e quindi il capo supremo dell'NIH.

Bob Gallo aveva un campione di virus che Montagnier aveva trovato in un linfonodo di un arredatore gay parigino malato di Aids. Montagnier aveva spedito il campione a Gallo perche' lo valutasse, e questi se ne era impossessato allo scopo di sfruttarlo per la propria carriera.

Margaret convoco' una conferenza stampa e presento' il dottor Robert Gallo, che si sfilo' lentamente gli occhiali da sole e annuncio alla stampa mondiale: ''Signori, abbiamo trovato la causa dell'Aids''. Tutto qui. Gallo e la Heckler annunciarono che entro un paio di anni sarebbero stati disponibili un vaccino e una terapia. Eravamo nel 1984. Tutti gli ex cacciatori di virus del ''National Cancer Institute'' cambiarono le targhette sulla porta dei loro laboratori e diventarono esperti di Aids, Reagan, stanzio' all'incirca un miliardo di dollari, tanto per cominciare, e da un momento all'altro chiunque potesse rivendicare una specializzazione medico-scientifica di qualche genere, e si fosse trovato senza molto da fare fino a quel momento, trovo' un impiego a tempo pieno. Che mantiene tutt'oggi.

Il nome ''Human Immunodeficiency Virus'' fu creato da un comitato internazionale, nel tentativo di risolvere la disputa tra Gallo e Montagnier, che avevano dato al virus nomi diversi. Fu una prova di scarsa lungimiranza, e un errore che vanifico' qualsiasi tentativo di indagare sulla relazione causale tra la sindrome da immunodeficienza acquisita (Aids) e il virus dell'immunodeficienza umana.

Duesberg, intervenendo dalle retrovie, sottolineo' saggiamente sugli Atti della ''National Academy of Science'' che non c'erano prove attendibili sul coinvolgimento del nuovo virus. Ma fu completamente ignorato, i suoi articoli furono rifiutati, e comitati composti da suoi colleghi cominciarono a mettere in dubbio che fosse necessario continuare a finanziare le sue ricerche. Alla fine, con quello che deve essere considerato un gesto di incredibile arroganza e disprezzo nei confronti della correttezza scientifica, un comitato di cui faceva parte Flossie Wong-Staal, che ormai era schierata apertamente contro Duesberg, decise di non rinnovare a Peter il ''Distinguished Investigator Award, escludendolo cosi' dai fondi destinati alla ricerca. In questo modo, Duesberg era meno pericoloso per il crescente establishment Aids: non sarebbe piu' stato invitato a intervenire a convegni organizzati dai suoi ex colleghi.

Conviviamo con un numero incommensurabile di retrovirus. Sono dappertutto, e probabilmente sono vecchi almeno quanto la razza umana: fanno parte del nostro genoma. Ne riceviamo alcuni dalle nostre madri, sotto forma di nuovi virus, particelle virali infettive che migrano dalla madre al feto. Altri da entrambi i nostri genitori, insieme ai geni. Alcune delle sequenze del nostro genoma sono fatte di retrovirus.

Il che significa che possiamo produrre, e in alcuni casi produciamo effettivamente, le nostre particelle retrovirali. Alcune di loro possono somigliare all'Hiv, ma nessuno ha dimostrato che abbiano mai ucciso qualcuno.

Ci deve essere una ragione che giustifichi la loro esistenza: una porzione quantificabile del nostro genoma contiene sequenze retrovirali umane endogene. C'e' chi sostiene che alcune porzioni di DNA sono inutili, ma ha torto. Se nei nostri geni c'e' qualcosa, ci deve essere una ragione. Il nostro organismo non permette che si sviluppino elementi inutili. Ho cercato di inserire sequenze geniche irrilevanti in organismi semplicissimi come i batteri, ma se non hanno ragion d'essere gli organismi se ne liberano. E voglio sperare che il mio corpo, quando si tratta di DNA, sia intelligente almeno quanto un batterio.

L'Hiv non e' saltato fuori all'improvviso dalla foresta pluviale o da Haiti. E' semplicemente finito nelle mani di Bob Gallo, nel momento in cui lui aveva bisogno di una nuova carriera. Ma stava li' da sempre: nel momento in cui si smette di cercarlo solo per le strade delle grandi citta', ci si accorge che l'Hiv e' sporadicamente distribuito ovunque.

Se l'Hiv fosse stato li' da sempre, e fosse trasmissibile da madre a figlio, non avrebbe senso cercare gli anticorpi nell'organismo della madre di chiunque risulti Hiv-positivo, specialmente se l'individuo non mostra segni di malattia?

Immaginatevi un ragazzo nel cuore degli Stati Uniti, il cui sogno e' arruolarsi in aviazione dopo la laurea e fare il pilota. Non ha mai usato droghe, e per tutto il liceo ha avuto la stessa fidanzatina, con la quale ha tutte le intenzioni di sposarsi. A insaputa sua, e di chiunque altro, ha anche degli anticorpi per l'Hiv, che ha ereditato dalla madre, tuttora viva, quando era nel suo ventre. E' un ragazzo sano, e la cosa non gli ha mai creato alcun problema, ma quando l'aviazione lo sottopone al test di routine per l'Hiv le sue speranze e i suoi sogni crollano. Non solo la sua richiesta di arruolamento viene respinta: sulla sua testa pesa anche una sentenza di morte.

Il Cdc ha definito l'Aids come una tra piu' di trenta malattie connesse a un risultato positivo al test per individuare gli anticorpi per l'Hiv. Ma queste stesse malattie non vengono definite Aids, se non si individuano gli anticorpi.

Se una donna Hiv-positiva sviluppa un tumore all'utero, ad esempio, la si considera malata di Aids. Un Hiv-positivo con la tubercolosi ha l'Aids, mentre se risulta negativo al test ha solo la tubercolosi. Se vive in Kenya o in Colombia dove il test per l'Hiv e' troppo costoso, ci si limita a presumere che abbia gli anticorpi, e quindi l'Aids. In questo modo puo' essere curato in una clinica dell'''OMS'', che in alcuni posti e' l'unica forma di assistenza medica disponibile. E' gratuita, dato che i Paesi che finanziano l'''OMS'' hanno paura dell'Aids. Se lo consideriamo come un'opportunita' per diffondere l'assistenza medica nelle aree dove vive povera gente, l'Aids e' stato una fortuna. Non li avveleniamo con l'Azt come facciamo con i nostri concittadini, perche' costerebbe troppo. Forniamo loro le cure per una ferita da machete sul ginocchio sinistro, e la chiamiamo Aids.

Il Cdc continua ad aggiungere nuove malattie alla definizione generale dell'Aids: praticamente hanno manipolato le statistiche per far si' che la malattia appaia in continua diffusione.

Nel 1993, ad esempio, il Cdc ha enormemente allargato la definizione di Aids. Una scelta gradita alle autorita' locali, che grazie al ''Ryan White Act'' (una legge approvata nel 1990 che garantisce assistenza ai malati di Aids, N.d.T.) ricevono dallo Stato 2500 dollari all'anno per ogni caso di Aids segnalato. Nel 1634 Galileo fu condannato a trascorrere gli ultimi otto anni della sua vita agli arresti domiciliari per avere scritto che la terra non e' il centro dell'universo ma, al contrario, ruota attorno al sole. Fu accusato di eresia, perche' sosteneva che un dato scientifico non dovrebbe avere niente a che vedere con la fede.

Tra qualche anno, il fatto che noi abbiamo accettato la teoria secondo la quale l'Aids sarebbe causata dall'Hiv sembrera' una sciocchezza, come a noi sembrano sciocche le autorita' che hanno scomunicato Galileo.

La scienza, cosi' come e' praticata oggi nel mondo, ha ben poco di scientifico. E cio' che la gente chiama ''scienza'', probabilmente, non e' molto diverso da quello che veniva chiamato scienza nel 1634. A Galileo fu chiesto di ritrattare le sue convinzioni, altrimenti sarebbe stato scomunicato. E chi rifiuta di accettare i comandamenti imposti dall'establishment dell'Aids si sente dire piu' o meno la stessa cosa: ''Se non accetti il nostro punto di vista, sei fuori.''.

E' una delusione vedere come tanti scienziati si siano rifiutati nel modo piu' assoluto di esaminare in modo obiettivo e spassionato i dati disponibili. Varie autorevoli riviste scientifiche hanno rifiutato di pubblicare una dichiarazione con cui il ''Gruppo per la Rivalutazione Scientifica dell'Ipotesi Hiv/Aids'' si limitava a chiedere ''un'attenta verifica degli elementi disponibili a favore o contro questa ipotesi''.

Affrontai pubblicamente questo tema per la prima volta a San Diego, nel corso di un convegno dell'''American Association for Clinical Chemists''. Sapevo che mi sarei trovato tra amici, e dedicai all'Aids una piccola parte di un lungo intervento, non piu' di un quarto d'ora. Dissi come la mia incapacita' di trovare una qualsiasi prova avesse stuzzicato la mia curiosita'.

Piu' ne sapevo, piu' diventavo esplicito. Non potevo rimanere in silenzio: ero uno scienziato responsabile, ed ero convinto che ci fossero persone che venivano uccise da farmaci inutili. Le risposte che ricevevo dai miei colleghi variavano da una blanda accettazione a un esplicito astio. Quando fui invitato a Toledo dalla ''European Federation of Clinical Investigation'', per parlare della PCR, dissi loro che avrei preferito parlare dell'Hiv e dell'Aids. Non credo che, quando accettarono, avessero capito esattamente in che cosa si stavano cacciando.

Ero arrivato a meta' del mio intervento quando il presidente della societa' mi interruppe bruscamente, suggerendomi di rispondere alle domande del pubblico. Il suo atteggiamento mi sembro' molto sgarbato, e assolutamente inappropriato, ma, che diavolo, avrei risposto alle domande. Lui apri' il dibattito, e poi decise che avrebbe posto la prima domanda personalmente. Mi rendevo conto che mi stavo comportando da irresponsabile? Che la gente che mi sentiva parlare avrebbe potuto smettere di usare profilattici? Risposi che le statistiche, piuttosto attendibili, prodotte dal ''Cdc'' mostravano che, almeno negli Stati Uniti, i casi di tutte le malattie veneree conosciute erano in aumento, il che dimostrava che la gente non usava i profilattici, mentre i casi di Aids, attenendosi alla definizione originaria della malattia, erano in diminuzione. E quindi, no, non ritenevo di essere un irresponsabile. Il presidente decise che poteva bastare, e interruppe bruscamente l'incontro.

Quando affronto questo argomento, la domanda che mi viene posta e' sempre la stessa: ''Se non e' l'Hiv a provocare l'Aids, allora che cos'e'?'' La risposta e' che non so rispondere a questa domanda, piu' di quanto sappiano farlo Gallo o Montagnier. Il fatto che io sappia che non c'e' alcuna prova che l'Hiv provochi l'Aids non fa di me un'autorita' sulle cause reali della malattia.

E' indiscutibile che, se una persona ha contatti molto intimi con un gran numero di individui, il suo sistema immunitario e' destinato a entrare in contatto con un gran numero di agenti infettivi. Se una persona ha trecento contatti sessuali all'anno - con persone che a loro volta hanno trecento contatti sessuali all'anno - questo significa che ha novantamila possibilita' in piu' di contrarre un infezione rispetto a una persona che ha una relazione monogamica.

Pensate al sistema immunitario come a un cammello: se lo caricate troppo, stramazza. Negli anni Settanta c'era un numero rilevante di uomini che si spostavano di frequente e avevano uno stile di vita promiscuo, condividendo fluidi corporei, droghe e una vita spericolata.

E' probabile che un omosessuale che viveva in una grande citta' fosse esposto praticamente a qualsiasi agente infettivo che avesse mai vissuto su un organismo umano. In effetti, se uno dovesse organizzare un piano per raccogliere tutti gli agenti infettivi esistenti sul pianeta, potrebbe costruire dei bagni turchi e invitare gente molto socievole a frequentarli. Il sistema immunitario reagirebbe, ma sarebbe stroncato dal numero degli avversari.

Il problema scientifico si mescola con quello morale. Ma quello che sto dicendo non ha niente a che vedere con la morale. Non parlo di ''punizione divina'' o di altre assurdita'. Un segmento della nostra societa' stava sperimentando uno stile di vita, e le cose non sono andate come previsto. Si sono ammalati. Un altro segmento della nostra societa' cosi' pluralista, chiamiamoli medici/scienziati reduci della guerra perduta contro il cancro, o semplicemente sciacalli professionisti, hanno scoperto che funzionava.

Funzionava per loro. Stanno ancora pagandosi le loro ''BMW'' nuove con i nostri soldi.'' [6].
''[...] sappiamo che errare e' umano, ma l'ipotesi Hiv-Aids e' un errore macroscopico. Lo dico forte e chiaro per mettere in guardia la gente [...]''
Kary B. Mullis

Note e Fonti:
[1] Tratto da emanuelepreda.wordpress.com
[2] ''Tutto quello che sai è falso – Manuale dei segreti e delle bugie'', ''Aids: Storia di un virus che non c’è'', di Laura Malucelli, 59, 60
[3] ''Il virus inventato'', di Peter H. Duesberg, ed. Baldini e Castoldi
[4] ''Inventing an epidemic – The traditional diseases of Africa are called Aids'', di Tom Bethell, tratto da www.virusmyth.net
[5] ''Aids - La grande truffa'', di Luigi De Marchi e Franco Franchi, ed. SEAM
[6] ''Ballando nudi nel campo della mente'', di Kary B. Mullis, Baldini and Castoldi, Milano, 2000, 180-192
[7] Tratto da www.oikos.org
[8] Per saperne di piu', visitare il sito www.ilvirusinventato.it
[9] ''AIDS la grande truffa'', di Luigi De Marchi e Franco Franchi, ed. Nexus New Time, tratto da www.reiki.info
[10] Tratto da www.mednat.org
[11] Tratto da www.mednat.org
[12] Trtto da www.scienzaverde.it
[13] Tratto da una ricerca scientifico/politica a cura di AnOK4U, del collettivo ''Il Mondo Capovolto'', Chieri (TO)
[14] ''Aids - La grande truffa'', di Luigi De Marchi e Franco Franchi, ed. NEXUS NEW TIME
[15] Tratto da www.usembassy.it
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