Argentina:economia cresce del 9 per cento annuo

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LiviaGloria
00martedì 2 maggio 2006 12:46
domenica 23 aprile 2006
“L’Italia farà la fine dell’Argentina”, continuano a minacciarci i santoni della City dalle colonne del Financial Times. Già: che fine ha fatto l’Argentina? Ecco la verità: oggi la sua economia cresce del 9 per cento annuo, come la Cina.




E precisamente perché ha smesso di prendere le medicine prescritte dai santoni della finanza di Londra e dal loro poliziotto mondiale, il Fondo Monetario Internazionale.
Nel 2001, come 400 mila italiani sanno a loro spese, l’Argentina ha dichiarato fallimento sul suo debito sovrano, insomma ha smesso di pagare i creditori. “Nessuno farà più prestiti al Paese”, tuonò allora la City di Londra. Sì, sono stati anni duri per gli argentini. Ma oggi, come ammette lo stesso Financial Times, banchieri e investitori internazionali fanno la fila per accaparrarsi i primi buoni del Tesoro che l’Argentina ha emesso dal 2001 per il mercato estero. Mezzo miliardo di dollari, a cui farà seguire un altro mezzo miliardo. “I banchieri internazionali chiamano e dicono: per favore, per favore, emettete altra carta”, racconta Walter Molano, un analista finanziario di Buenos Aires.
Chissà che interessi salati dovrà pagare l’Argentina su questo nuovo debito, direte voi. Macché: paga lo 0,30-0,50 per cento più del normale.
E ciò, solo perché non può piazzare i suoi titoli direttamente all’estero, perché rischierebbe il sequestro degli attivi su richiesta dei creditori che non hanno accettato la ristrutturazione dell’anno scorso, e che reclamano ancora 20 miliardi di dollari.
Ma chi ha invece accettato la ristrutturazione, ha di che rallegrarsi. Siccome l’Argentina cresce, come s’è detto, del 9% annuo, i “warrant” accettati da questi creditori - che sono legati alla crescita del prodotto interno lordo del Paese - hanno raddoppiato il loro valore da novembre ad oggi.
E per l’Argentina, questi “warrant” sono una manna. Infatti sono, più che Bot, delle azioni: pagano gli interessi solo quando l’economia cresce più del 4,2 per cento l’anno. Ciò significa che proteggono il Paese dalle recessioni, perché in quel caso il peso del debito diminuisce. Com’è giusto.
Ma la recessione non è in programma: l’Argentina vanta oggi un avanzo commerciale (esporta a tutto spiano) e persino un bilancio pubblico in attivo.
Il successo argentino deve insegnare qualcosa a noi italiani, minacciati dai poteri forti di “sbatterci fuori dall’euro”. Come l’Italia con l’euro, l’Argentina deve le sue disgrazie al fatto di essersi agganciata, negli anni ‘90, a una moneta forte e su cui non aveva sovranità, il dollaro. Era il primo consiglio del Fondo Monetario: per garantire gli investitori esteri (speculatori) che la divisa argentina non avrebbe perso valore. Per mantenere l’aggancio al dollaro, l’Argentina ha dovuto accettare tutte le “ricette di risanamento” imposte dal Fmi nell’interesse dei creditori: tagli alla spesa pubblica, anche a quella necessaria (strade, scuole, ospedali), “finanziarie straordinarie” (ossia supertassazioni alla Prodi), austerità, tiro della cinghia.
Rigore e austerità spietati hanno gelato l’economia argentina, come l’euro ha gelato la nostra. Fino al giorno in cui l’Argentina non ce l’ha fatta più, ed è ricorsa all’estrema prerogativa degli Stati sovrani: dichiarare bancarotta. Per gli argentini comuni, sono stati mesi durissimi. Fuga di capitali, disoccupazione, miseria. Ma intanto, liberato il collo dal peso schiacciante di quella macina da mulino che era il debito, il Paese cominciava a tornare a galla. A investire risorse, anziché nel pagare i creditori stranieri, nel proprio sviluppo interno. Nelle infrastrutture soprattutto, che sono i pilastri del futuro benessere. Ed oggi, sono i finanziari ad implorare l’Argentina risanata di indebitarsi un po’, per far lucrare anche loro del suo benessere.
Questa storia è istruttiva per noi. Specie dal momento che Prodi ha scelto, come ministro dell’Economia, Tommaso Padoa Schioppa. Se non avesse altri difetti, questo personaggio ammanicatissimo coi poteri forti ne ha uno capitale: è lui l’inventore dell’euro. Costui farà di tutto per mantenerci questa macina da mulino legata al collo, nell’interesse dei creditori mondiali: austerità, tagli, supertasse, finanziarie astronomiche; e vendite di gioielli nazionali agli speculatori della City. Con la scusa di renderci “competitivi”nel “mercato globale“, come ci ripete da vent’anni. Perché Padoa Schioppa è intellettualmente in ritardo di vent’anni. Ormai tutta l’America Latina è in ripresa, perché ha rifiutato le medicine del Fmi e le ricette del liberismo globale. E sul New York Times, l’economista Thomas Palley si domanda: “La globalizzazione sta per fallire?”. I globalizzatori hanno una paura matta che la loro giostra finanziaria mondiale finisca in un crack imminente. Per questo ci minacciano: non uscite dal sistema, altrimenti “fate la fine dell’Argentina”. Oggi, siamo noi che possiamo minacciarli: se non la piantate, facciamo come l’Argentina. Torniamo sovrani a casa nostra.


@Yoghurt@
00mercoledì 3 maggio 2006 10:26
Vorrei tanto chiedere....
a chi ha scritto questo articolo se vuole andare a vivere in Argentina ora.....

E buono che cresca dinuovo quel paese ma la base di crescita dalla quale stanno partendo rasenta la fame per cui e capibile che risalire la china faccia fare certe percentuali.....inoltre il patto dell´euro e sostanzialmente anzi fondamentalmente molto diverso tra quello che invece e successo per l´Argentina....che si e aggangiata al dollaro quando in realta non era assolutamente in grado di farlo, ha voluto aggangiare una sua economia "debole" con una "forte" come quella USA e ne ha pagato le conseguenze.....il patto dell´euro invece avviene tra piu paesi i quali e vero non sono omogenei ma hanno dovuto tutti rispettare il trattato di Mastricht per arrivarci....
Il problema non e il trattato in se ma sono i governi nazionali che vogliono sempre provare a fare libero sfogo al liberismo e al populismo invece che saper fare bene i conti in tasca....

Comunque parlando con dei colleghi argentini nessuno festeggia nel loro paese....

LiviaGloria
00mercoledì 3 maggio 2006 10:32
Yogurt
Io non capisco niente di economia...
Penso sia logico che dopo la bastonata che hanno preso...abbiano ancora bisogno di tempo per riprendersi.

Per mio conto ho postato quest articolo...perché mi sembra interessante notare certi "contrasti"...certe "eccezzioni".
Credo che questi tipi di articoli servano come da "bilanciamento" per chi si dedica allo studio o informazione a livello di economia.
Forse le eccezioni sono quelle che ci rivelano un qualcosa di "particolare"nella marea di generalitá.

Ripeto che non so nulla di economia...ma sembrava interessante. :D
@Yoghurt@
00mercoledì 3 maggio 2006 11:04
La storia argentina...
e una storia triste di un paese che non stava benissimo ma non stava neanche male e che e finito per buttarsi nel mercato finanziario internazionale in pasto agli speculatori in primis presenti nel loro paese stesso.....non si riesce a capire come certa gente invece di fare gli interessi del proprio paese continua a fare promesse di nuovi eldorado alla gente e poi lascia che tutto finisca a schifio per intascarsi piu soldi a proprio tornaconto.....entrare in un certo sistema per chi non ha la forza finanziaria ed economica di prendervi parte e un scelta che semplicemente non va presa e bisogna dirlo chiaro e tondo.....e inutile bruciare cosi quelle poche risorse positive del quale un paese vive.....eppure si continua ad agire in questo modo....e la speculazione finanziaria e veramente troppo distruttiva per essere definita la medicina dell´economia mondiale....

Spero per gli argentini che ce la facciano a ritornare almeno ad una condizione decente anche se la vedo dura.....

Comunque chi ha scritto quell´articolo si dimentica che in Argentina hanno votato parecchi per la sinistra che forse abbiano capito qualcosa?....
LiviaGloria
00mercoledì 3 maggio 2006 14:27
Yogurt
Sinistra destra...sono carte da gioco di uno stesso mazzo...usate secondo la neccessitá della "vittoria "da ottenere.

Sai il famoso detto...un colpo alla botte,un colpo al cerchio...é cosí...la botte é sempre quella...
relpubblic
00sabato 21 ottobre 2006 19:48
torniamo sovrani a casa nostra
... come il protocollo detta, se fantasiosamente questo paese (come qualsiasi altro) capisse e si destasse tutto insieme, che il superfluo non ha mai fatto, non fa e non farà la felicità dell'uomo e quindi si apprestasse a perseguire una strada indipendente, scatterebbe prima di tutto la gogna mediatica.
in secondo luogo, se tale arma non fosse sufficiente, s'innescherebbero contro di esso le armi vere.
che fare?

stef relpubblic@yahoo.it
LiviaGloria
00sabato 21 ottobre 2006 21:13
relpubblic
Che fare?...tempo c era un trand con le risposte di alcuni... [SM=g27823] ...lo trovi anche nella pagina home.

Che fare?...saper "morire"?...e saper far morire?... [SM=g27817] [SM=x268937]
relpubblic
00sabato 4 novembre 2006 14:38
Perché gli ingenui profumano di onestà
di Francesco Alberoni


Più volte mi sono sentito ripetere che non è possibile mantenersi retti, agire in modo moralmente corretto, in un sistema sociale in cui la gente non agisce in base ai principi che proclama e la scorrettezza è così radicata nelle abitudini, nel modo di ragionare e di sentire, da apparire un fatto naturale. E ti elenca fatti difficilmente oppugnabili. È naturale che i politici ti usino come uno strumento e poi ti buttino via quando non gli servi più. È naturale che chi arriva ad avere un posto nel governo distribuisca fra i suoi accoliti tutte le cariche. È naturale che non gli importi poi se questi sono o non sono efficienti. È naturale che, in certe regioni, ti debba rivolgere al politico per avere un posto di lavoro e lui, in qualche mondo, lo debba creare.
È naturale che ci siano legami fra politica ed affari perché chi fa una legge, una modifica al piano regolatore, la nomina di un manager, fa guadagnare milioni di euro, e non deve beneficiarne proprio per nulla? È naturale aiutare i propri amici, i propri parenti e, per ricevere aiuto, devi aiutare gli altri. Perciò nei concorsi universitari io metto in cattedra tuo figlio e tu il mio, io faccio guadagnare la tua amante e tu promuovi mia moglie. È naturale che anche i sindacalisti facciano i loro interessi come gli altri. È naturale che gli artigiani, i prestatori di servizi non ti facciano fattura. In Italia sono cose così naturali che anche il pio cattolico non le considera peccati. In realtà non sono naturali per niente! Costituiscono un malcostume diffuso che non giustifica di fare altrettanto.
È ora di smetterla con queste scuse. Il Paese funziona perché continuano ad esserci persone capaci, oneste, con degli ideali e che lavorano duramente. Certo, quando c'è tanta scorrettezza, chi vuol affermarsi coi suoi soli meriti deve essere estremamente bravo e preparato. Perché alla fine tutti, perfino i politici più spregiudicati hanno bisogno di persone leali e costruttive. E non farà nemmeno fatica a dire di no alle proposte disoneste perché non gliele faranno. I disonesti fiutano gli onesti a distanza e lo terranno lontano dai loro intrighi. Naturalmente lo considereranno un ingenuo, uno stupido. Ma, credetemi, abbiamo bisogno di ingenui di questo genere. Ingenui testardi, tenaci, che non si fanno intimidire, che riescono a fare funzionare bene le cose di cui si occupano e rendono il Paese un po' più efficiente e pulito.

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L’esame di tutte queste storture, considerate cose normali in “Italia”, è piacevole ma evasiva, perché non rileva la condizione che attualmente la persona è forzata a vivere.
Credo che una soverchiante maggioranza approvi le cose dette nell’articolo, confermando la diffusione del comportamento anomalo ed anche la preponderanza nel non riconoscercisi.
Io, mi voglio schierare qui, con la minoranza, perdente in un sistema democratico, per dimostrare che buona parte dei costumi scorretti elencati nel pezzo in questione non sono certo giustificabili, in accordo con il politicamente corretto contestuale, ma sono semplicemente maniere di sopravvivenza in una giungla che ha mutato la natura delle sue minacce.
Rilevare che tali usi siano scorretti, è un tentativo riduttivo di educare un popolo che in molti casi comprende persone in possesso di un grande senso civico e finanche maestri di “rispetto”, ma che hanno scelto di sopravvivere senza chiedere giustificazioni per le trasgressioni che commettono e che in altrettanti casi sono consapevoli dei giudizi in cui incorrono.
Ancora in posizione di minoranza posso, meramente ed inutilmente, denunciare la pericolosità contenuta nel sofisticato essere eroico descritto nel finale del servizio: egli, inattaccabile, tenace, probo, efficiente e pulito opera nel massimo della rettitudine per il primario interesse dell’obiettivo nel proprio lavoro e soprattutto manifestando la pura essenza che appartiene all’uomo che in tal maniera agisce; egli disciplina la propria dignità al punto di trasformarne le regole in un software che lo rende, oramai, un uomo-automatizzato.
Questo sofisticato eroe, assume i comportamenti suddetti alla stregua di una missione, tesa ad una realizzazione superiore, equiparabile al funzionamento del sacro meccanismo economico.
Questo eroe moderno, spoglio di tutto quello che di metafisico lo rendeva tale, sofisticato in uomo-automatizzato, è pericoloso perché, leggendo la propria missione in questa forma, relega l’essere umano a propellente del sacro meccanismo citato, infestando tutto con un condizionamento bacchettone non più proveniente da ragioni religiose bensì da ragioni economiche e illuminando diversamente tutte quelle emancipazioni dello scorso secolo, che avrebbero dovuto liberare l’essere umano.
Nel bacchettare il prossimo, non si rende conto, inattaccabile ed integerrimo, che seguendo i comandi di quel software, in vero perde ogni dignità, denigrando e trascurando quanto produca o possa produrre l’anima, il cuore, lo spirito e la mente dell’individuo davvero libero da questo sacro imperatore contemporaneo: l’economia.
Stef 09/01/2006
sedatives
00giovedì 29 novembre 2012 17:27
invitata a pagare il proprio debito entro pochi giorni, l'Argentina, tramite la presidente Kichner, ha fatto sapere che non verserà un centesimo agli "speculatori avvoltoi".Si parlava di versare 1,33 miliardi entro una decina di giorni su un conto sicuro.

Letta ieri su un giornale ma non trovata in rete sul sito web dello stesso giornale!?

poi ci sarebbe il caso Repsol ma non ho capito bene.
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