Banche: anatocismo e usura, CHIUNQUE ha avuto un fido potrebbe farsi risarcire

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wheaton80
00lunedì 27 gennaio 2014 19:55
Di seguito vi riproponiamo un articolo che abbiamo pubblicato nel Marzo 2012, attuale come non mai: molte persone stentano a credere che le banche pratichino sistematicamente anatocismo, nel silenzio generale di mass media e politici, ma è così!



Gli illeciti bancari più gravi, quelli che maggiormente danneggiano l'economia e pesano sulle tasche dei cittadini e delle aziende italiane sono quelli inerenti i fidi, in cui all'applicazione di un tasso di interesse eccessivo - ILLEGALE - si aggiungono l'accredito tardivo dei versamenti, le commissioni di massimo scoperto e l'anatocismo, ovvero la capitalizzazione degli interessi su un capitale, affinché essi siano a loro volta produttivi di altri interessi (in pratica è il calcolo degli interessi sugli interessi) infatti TUTTI coloro che hanno un fido - o che lo hanno avuto in passato - hanno il DIRITTO ed i requisiti per chiedere un RIMBORSO alla propria banca, un risarcimento che si attesta intorno al 10-12% dell'importo del fido per ogni anno della durata dello stesso. Chi ha avuto un FIDO da 10.000€ per 5 anni, per esempio, ha diritto di recuperare 1.000-1.200€ all'anno, per un totale di 5-6.000€ !!! Chi ha avuto un FIDO di 10.000€ per 10 anni, ha diritto di recuperare un totale di 10-12.000€. E' possibile richiedere un rimborso entro 10 anni dalla CHIUSURA del Conto corrente (non del fido); dopo 10 anni che il conto corrente è chiuso, il "reato" va in prescrizione e non è più possibile fare rivalsa per recuperare il maltolto. Ci sono aziende che hanno avuto fidi di importi elevatissimi, che spesso - a causa del tasso di interesse esoso applicato dalla banca - anziché ridursi negli anni come previsto, è lievitato negli anni; e guai a sconfinare dal fido previsto: in quel caso i tassi di interesse applicati divengono un vero e proprio salasso, capace di mandare sul lastrico anche una solida azienda. Quando illustriamo questi aspetti, di cui la maggioranza dei cittadini sono ignari, spesso riceviamo reazioni di incredulità e sbigottimento: a molte persone sembra impossibile che le banche agiscano abitudinariamente nell'illegalità, ma il fatto che agire in questo modo sia una prassi consolidata per le banche, non significa che ciò sia legale, tantomeno accettabile. Se tutti i commercianti non emettessero lo scontrino fiscale, diventerebbe legale non emetterlo?

Quando qualche anno fa, prima dell'entrata in vigore della "patente a punti" nessuno indossava la cintura di sicurezza, era legale non metterla? Lo stesso principio vale per le banche: il fatto che tutte le banche applichino un tasso di interesse sui fidi troppo elevato, non significa che ciò sia lecito. In italia sono MILIONI le persone e le aziende che avrebbero il diritto di RECUPERARE I SOLDI PAGATI INDEBITAMENTE, ma la stragrande maggioranza di loro ignorano questa possibilità, a causa del black out dell'informazione in merito: i mass media, succubi della politica, hanno innalzato una vera e propria cortina di silenzio, e persino le "associazioni dei consumatori", che sono pronte ad imbastire "class action" addirittura per far recuperare ai cittadini poche decine di euro per il ritardo di un treno, evitano accuratamente di entrare in questi ambiti: mettersi contro il sistema bancario significa rinunciare a introiti pubblicitari, favori, finanziamenti. Migliaia di imprenditori, più o meno "piccoli", sono stati costretti a cessare la propria attività a causa dei debiti nei confronti delle banche, molti hanno dichiarato persino fallimento, alcuni si sono persino SUICIDATI dalla disperazione, stroncati dall'aver perso tutto, dall'esser oberati dai debiti, IGNORANDO IL FATTO che se avessero fatto causa al loro istituto, avrebbero ottenuto un cospicuo rimborso, con tanto di interessi. Ma per chi fa rivalsa nei confronti della banca, l'epilogo è quasi sempre diverso. E' il caso di un imprenditore veneto, che ha fatto causa alla propria banca qualche mese fa; dopo diversi lustri di lavoro in cui consegnava alla banca il frutto del suo impegno, per ripagare un debito che non vedeva mai fine per il frequente aggravio di nuovi interessi, quando a causa della crisi ha visto ridursi il margine di guadagno, ha cessato l'attività: e nonostante la banca si sia intascata il provento della vendita del capannone e dei macchinari, vantava ancora un credito di 50.000€ nei suoi confronti, somma insostenibile per una persona priva di reddito.

L'unico "consiglio amichevole" che ha saputo dargli il direttore dell'istituto, è stato quello di vendere celermente la prima casa per ripianare il debito, prospettandogli il fatto che altrimenti, "sarebbe destinata ad andare all'asta" in un futuro prossimo. Quando i legali a cui gli abbiamo consigliato di affidarsi gli hanno ricalcolato il conto corrente secondo i parametri di legge, che prevedono interessi più bassi di quelli abitualmente richiesti dagli istituti, gli hanno comunicato che era lui che doveva ricevere dalla banca poco meno di 200.000€, una prospettiva molto diversa da quella che gli prospettava il direttore, che gli "consigliava" di vendere la prima casa per saldare un debito di 50.000€ richiesto indebitamente: gli brillavano gli occhi, stentava a credere alle parole degli avvocati. Quando i legali hanno presentato il conto all'istituto, nel giro di pochi mesi l'uomo ha ricevuto un indennizzo di 150.000€: la banca ha preferito conciliare evitando di arrivare a sentenza, l'uomo non ha perso la casa e la somma ricevuta gli ha permesso di ricominciare una vita rilevando una piccola attività commerciale. Senza alcun debito con nessun istituto bancario. Se sei interessato alla possibilità di chiedere il rimborso di quanto hai pagato indebitamente, o desideri ricevere maggiori informazioni contattaci senza alcun impegno; ti metteremo in contatto con un consulente o un avvocato, che ti fornirà tutte le informazioni sulla questione!

Editoriale a cura dello staff di nocensura.com
3 giugno 2013
www.nocensura.com/2013/06/banche-anatocismo-e-usura-chiunque...
wheaton80
00mercoledì 18 febbraio 2015 20:17
Usura, condannata banca

L'ex direttore generale di Banca Nuova, Francesco Maiolini, è stato condannato a otto mesi, pena sospesa, per usura bancaria. Una sentenza storica, perché tra le prime in Italia per questo tipo di reato. Il processo si è svolto con il rito abbreviato davanti al gup di Palermo Vittorio Anania. I pm erano Marco Verzera e Claudia Ferrari. Gli altri due indagati, il presidente dell'istituto di credito Martino Breganze e il direttore dell'area commerciale Rodolfo Pezzotti, sono stati rinviati a giudizio per lo stesso reato e saranno processati a partire dal 18 maggio davanti al Tribunale di Palermo. Secondo l'accusa, gli indagati "non impedivano, pur avendo l'obbligo giuridico di evitarlo, che fossero pretesi e applicati interessi usurari". In particolare, i tassi avrebbero inciso rispettivamente per 5 mila euro (di cui 4 mila compensati) e 3.495 sui conti di due società. Furono gli stessi titolari dei conti a denunciare la banca. I fatti sono stati commessi tra il 2009 e il 2010. E' la prima volta in italia che viene condannata una banca per usura, e questa sentenza farà giurisprudenza, come dicono gli addetti ai lavori: potrà essere capofila di molte altre condanne simili in tutta Italia, dove decine di migliaia di correntisti debitori sono in condizioni simili.

18 febbraio 2015
www.ilnord.it/i-795_USURA_CONDANNATA_BANCA
wheaton80
00lunedì 18 maggio 2015 03:53
Usura bancaria, le storie di chi ha fatto causa vincendo. E consigli per chi ci pensa

“Usura, anatocismo, commissioni troppo elevate, variazioni unilaterali delle condizioni contrattuali”. Eccoli i principali peccati delle banche elencati da Mario Bortoletto, imprenditore edile di Vigonza (Padova) che dagli istituti di credito ha dovuto difendersi. “Con l’inizio della crisi nel 2008 mi hanno chiesto all’improvviso di rientrare da alcuni affidamenti sotto la minaccia di segnalarmi alla Centrale rischi”, racconta. “Ho passato notti insonni. Poi ho studiato, ho fatto fare delle perizie sui conti e ho scoperto che non avevo alcun debito, ma crediti cinque volte superiori a quello che mi chiedevano”. Bortoletto lo fa presente all’istituto, che gli offre una somma per mettere tutto a posto. Lui la giudica insufficiente e va dal giudice, che dopo 18 mesi gli dà ragione. Con le banche, insomma, la si può anche spuntare. E il suo nuovo libro "Contro gli abusi delle banche" (http://www.chiarelettere.it/libro/reverse/contro-gli-abusi-delle-banche-9788861907133.php), in uscita il 7 maggio per Chiarelettere, racconta alcune delle storie di chi si è ribellato alle vessazioni e ce l’ha fatta. L’autore stesso, che alla sua vicenda personale aveva già dedicato "La rivolta del correntista" (http://www.chiarelettere.it/libro/reverse/la-rivolta-del-correntista-9788861905290.php), ha portato avanti otto cause contro diversi istituti, ottenendo sinora quattro vittorie, tra sentenze, accordi stragiudiziali e perizie del tribunale favorevoli. Tra i successi segnalati nel libro ci sono quelli di chi è riuscito a presentarsi in filiale con l’ufficiale giudiziario e a quel punto, sotto la minaccia di mettere i sigilli alla cassaforte, si è visto consegnare il maltolto dal direttore. “Non bisogna farsi spaventare dalle banche e dai loro avvocati. E bisogna muoversi per tempo, prima che per colpa loro si arrivi al fallimento”. Quando si sospetta che un conto corrente o un contratto di mutuo non siano a posto – spiega Bortoletto – la prima cosa da fare è farsi preparare una perizia econometrica da un consulente serio. Da scegliere con attenzione, perché altrimenti può capitare di rimanere delusi, come dimostrano gli esposti presentati in procura da alcuni ex clienti scontenti dell’operato di Sdl Centrostudi, una delle società che offrono perizie per verificare la presenza di usura e anatocismo. A Sdl Bortoletto fa riferimento, seppure in modo non esplicito, nel capitolo in cui parla della sanzione con cui questa è stata punita dall’Antitrust per pubblicità ingannevole.

Ma i problemi non li hanno avuti solo alcuni ex clienti di quella società. Secondo l’autore, in giro ci sono “molti consulenti e società discutibili. Il rischio è che, per difendersi dai ladri, si finisca sotto gli avvoltoi”. E allora come si fa a scegliere? “Io starei alla larga da chi chiede cifre esorbitanti per le perizie e da chi propone di firmare contratti onerosi con percentuali del 25-30% sulle somme eventualmente recuperate. Diffidare anche da chi suona il campanello per vendere perizie come se fossero aspirapolvere”. Per capire poi se l’avvocato cui far seguire la pratica è davvero esperto in diritto bancario, il consiglio è semplice: “Fare una ricerca su Internet e chiedergli il curriculum. Se non mi dà prova delle cause vinte, perché devo affidargli il mandato?”. Tanto più che sul business delle perizie e delle cause per usura si sono buttati in molti, con un rischio evidente: “L’azione di consulenti e legali poco seri sporca la reputazione di tutti quelli che portano le banche in tribunale con tutte le carte in regola per avere ragione”. Di esperienza in materia Bortoletto ne ha accumulata parecchia, anche attraverso il Movimento contro gli abusi e l’usura bancaria da lui fondato. Molte le persone che incontra, le storie che ascolta. “Da due anni faccio più il consulente che il costruttore”, spiega sorridendo. Non teme di essere accusato di avere interessi nel mercato che si è creato? “Ho fatto una convenzione con uno studio di commercialisti che si fa pagare solo per le ore impiegate per i conteggi necessari per la perizia. E se qualcuno mi chiede di indicargli un avvocato, consiglio quelli che hanno difeso me. Poi spiego come ho fatto io a riavere indietro i soldi che mi erano dovuti”. La sua lotta contro le banche va avanti: “Siamo ancora in pochi a esserci svegliati”, dice. Un ultimo consiglio? “Mai abbassare la guardia. Una cosa vigliacca che ultimamente fanno gli istituti è di sottoporre ai clienti dei documenti, dicendo che sono per la privacy. Invece sono documenti per il riconoscimento del debito, che una volta firmati consentono alla banca di evitare futuri contenziosi”.

Luigi Franco
8 maggio 2015
www.ilfattoquotidiano.it/2015/05/08/usura-bancaria-le-storie-di-chi-ha-fatto-causa-vincendo-e-consigli-per-chi-ci-pensa/...
wheaton80
00sabato 29 agosto 2015 18:45
Anatocismo: raffica di condanne per le banche

Salgono a nove le banche condannate per anatocismo grazie all'azione legale proposta dal Movimento Consumatori. L'ultima sentenza arriva dal Tribunale di Milano ai danni di Fineco Bank. Nei mesi scorsi erano già state condannate con analoghi provvedimenti ING Bank, Deutsche Bank, Banca Popolare di Milano, Banca Regionale Europea, Intesa Sanpaolo, Banca Sella, Unicredit e IW Bank. Secondo un'indagine dell'associazione Movimento Consumatori, nonostante l’entrata in vigore il 1 gennaio 2014 della nuova formulazione dell’art. 120 t.u.b., tutte le banche continuano a capitalizzare gli interessi periodicamente maturati e, una volta capitalizzate tali poste, ad applicare gli interessi anche sulla quota iscritta nei conti correnti a debito per gli interessi maturati. Movimento Consumatori ha quindi analizzato tutti i fogli informativi dei contratti di conto corrente di 30 banche rilevando che tutte le banche continuano a capitalizzare gli interessi passivi. Tale pratica ha comportato per il 2014 l’addebito di interessi illegittimi, stimati per tutte le banche italiane, in oltre 2 miliardi di euro. L’articolo 1, comma 629, della legge 27 dicembre 2013, n. 147 (la legge di Stabilità per il 2014) ha infatti sostituito l’art. 120 del testo unico bancario (t.u.b.) che consentiva la produzione di interessi sugli interessi passivi maturati nei contratti bancari. L’attuale articolo 120 t.u.b. prevede che “Il CICR stabilisce modalità e criteri per la produzione di interessi nelle operazioni poste in essere nell'esercizio dell'attività bancaria, prevedendo in ogni caso che: a) nelle operazioni in conto corrente sia assicurata, nei confronti della clientela, la stessa periodicità nel conteggio degli interessi sia debitori sia creditori; b) gli interessi periodicamente capitalizzati non possano produrre interessi ulteriori che, nelle successive operazioni di capitalizzazione, sono calcolati esclusivamente sulla sorte capitale”. Tutte le disposizioni della legge di Stabilità (cfr. art. 1, comma 749, l. 147/13) sono entrate in vigore in data 1° gennaio 2014. Le banche sono state condannate a cessare ogni forma di capitalizzazione degli interessi passivi e ogni pratica anatocistica in tutti i contratti di conto corrente con i consumatori. Sono state inoltre condannate ad inserire, entro 15 giorni dalla pubblicazione della sentenza, uno specifico avviso contenente il dispositivo sulla home page del proprio sito web; di dare comunicazione ad ogni correntista consumatore, di curare, a proprie spese ed entro 30 giorni dalla pubblicazione del provvedimento, l'inserzione in dimensioni non inferiori a mezza pagina del dispositivo dell’ordinanza sui quotidiani “Corriere della Sera”, “La Repubblica”, “Il Sole 24 Ore”. La campagna "Stop Anatocismo" promossa dal Movimento Consumatori è attiva ed è possibile aderire attraverso il sito ufficiale dell'associazione www.movimentoconsumatori.it.

Salvatore Primiceri
26 agosto 2015
mobile.agoravox.it/Anatocismo-raffica-di-condanne-per.html
wheaton80
00sabato 18 novembre 2017 23:43
Banche, multa da 11 milioni a BNL, Intesa e Unicredit:“Pratiche scorrette per avere ok all’addebito di interessi sugli interessi”

Undici milioni di multa dell’Antitrust a UniCredit, BNL e Intesa Sanpaolo. Secondo il garante della concorrenza e del mercato, i tre istituti hanno messo in atto pratiche commerciali scorrette nei confronti dei clienti. In particolare si sono resi responsabili di “condotte aggressive” legate alla pratica dell’anatocismo bancario, ovvero il calcolo degli interessi sugli interessi a debito nei confronti dei consumatori. Mentre il quadro normativo cambiava (l’anatocismo è nuovamente consentito dal 2016, a patto però che il calcolo della cifra dovuta sia su base annua) le banche hanno “attuato una politica di forte spinta all’acquisizione delle autorizzazioni all’addebito in conto corrente nei confronti della clientela”, annota l’authority, “adottando varie strategie con le quali i clienti sono stati sollecitati a concedere l’autorizzazione, nel presupposto che l’addebito in conto corrente degli interessi debitori fosse il modus operandi ordinario e senza considerare le conseguenze di tale scelta in termini di conteggio degli interessi sugli interessi debitori”. Questa strategia è stata “sostenuta da varie azioni finalizzate all’acquisizione delle autorizzazioni da parte della clientela che ancora non aveva effettuato la scelta, attraverso sollecitazioni e monitoraggio da parte della rete e delle funzioni/strutture interne coinvolte, sia sui canali fisici (posta e filiali), sia sull’internet banking.

Ciò è avvenuto con l’uso di comunicazioni personalizzate precompilate, e-mail e pop-up nella homepage delle aree clienti, volti all’attivazione delle procedure di autorizzazione online preventiva all’addebito in conto degli interessi debitori che non consentivano al consumatore di fornire il diniego espresso all’autorizzazione”. Gli istituti, “nell’adottare tali politiche, hanno fatto attenzione nell’informativa fornita ai clienti a rilevare solo le possibili conseguenze negative in caso di mancata autorizzazione, evidenziando gli effetti in caso di mancato pagamento degli interessi in termini di interessi di mora e di segnalazione alle banche dati finanziarie e creditizie sui cattivi pagatori, e non accennando alle conseguenze dell’autorizzazione connesse con l’applicazione di interessi anatocistici. L’Autorità ha per questo ritenuto scorrette le modalità utilizzate, che sono state “tali, nell’insistenza e nella forma con cui sono state richieste le autorizzazioni, da condizionare indebitamente i consumatori e da far assumere loro decisioni che non avrebbero altrimenti preso in considerazione dell’applicazione, in caso di addebito degli interessi in conto, dell’anatocismo bancario”. Di qui le sanzioni: a Unicredit vengono chiesti 5 milioni, a BNL 4 e a Intesa 2.

17 novembre 2017
www.ilfattoquotidiano.it/2017/11/17/banche-multa-da-11-milioni-a-bnl-intesa-e-unicredit-pratiche-scorrette-per-avere-ok-alladdebito-di-interessi-sugli-interessi/...
wheaton80
00lunedì 23 dicembre 2019 23:27
Crac Banca Base: arrestati il Presidente del CDA e il Direttore Generale

Il Presidente del CDA e il Direttore Generale di Banca Base, Piero Bottino, di 63 anni, e Gaetano Sannolo, di 47, sono stati arrestati, e posti ai domiciliari, da militari della Guardia di Finanza di Catania e del nucleo speciale di polizia valutaria nell'ambito dell'inchiesta sul crac dell'istituto di credito. Militari delle Fiamme Gialle stanno inoltre notificando un avviso di conclusione indagini nei confronti di 18 indagati emesso dalla Procura distrettuale. I reati ipotizzati, a vario titolo, dalla Procura distrettuale di Catania per gli arrestati e i 18 indagati, sono, in concorso, bancarotta fraudolenta, falso in prospetto, ostacolo all'esercizio delle funzioni di vigilanza e aggiotaggio. Al centro dell'inchiesta lo stato d'insolvenza della Banca Sviluppo Economico S.P.A. (Banca Base), dichiarato dal Tribunale Civile di Catania nel dicembre 2018 e confermato in appello nell'aprile 2019. L'operazione delle Fiamme Gialle, denominata "Fake Bank', secondo l'accusa, avrebbe consentito di "tracciare la perpetrazione ripetuta di illecite condotte operate dalla governance della 'fallita' banca etnea, consistenti in operazioni finanziarie anti-economiche e dissipative del patrimonio societario in dispregio dei vincoli imposti dall'Autorità di Vigilanza".

Carlo Verdelli
www.repubblica.it/cronaca/2019/12/19/news/crack_banca_base_arrestati_il_presidente_del_cda_e_il_direttore_generale-24...
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