Buon Natale, ma a chi?

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Ghergon
00venerdì 25 dicembre 2009 11:18

Buon Natale, ma a chi?
di  S. P.

L'albero è dei pagani, il presepe dei Cristiani: FATE  IL  PRESEPE !!!

 
La Redazione di www.salpan.org augura un Santo Natale,
ma non a tutti: lo augura soltanto
                        a coloro che credono nel Nostro Signore Gesù Cristo,
                        a coloro che credono che Gesù è Dio, l'unico Dio assieme al                                                                         Padre e allo Spirito Santo.
Non lo augura quindi
    - agli ebrei che non riconoscono la divinità di Gesù,
    - ai musulmani che pongono il nostro Dio Gesù al di sotto del loro Maometto,
    - a tutti coloro che, per consumismo o per ignoranza, antepongono Babbo Natale a Gesù Bambino,
    - a tutti coloro che, affetti dalla peste dell'ecumenismo, tacciono o negano o mettono in dubbio la verità rivelata...
Per tutti costoro (ebrei, musulmani, consumisti, ignoranti e appestati ecumenisti) la Redazione di www.salpan.org chiede a Gesù Bambino la conversione.
Che il 2010 sia per tutti un anno che ci veda orgogliosi del nostro Cristianesimo e della Croce di N.S. Gesù Cristo !

 

       Avevamo appena inviato questi nostri auguri, che subito ci è pervenuta qualche critica avvelenata e sicuramente generata da mancanza di riflessione, non volendo almeno in questa circostanza tacciare i nostri critici (appena tre in verità) di malafede e di ignoranza. Sicché ci vediamo costretti a spiegare il nostro pensiero, nonostante la sua ovvietà e chiarezza.
       Vorremmo chiedere se avrebbe senso dire Buon Natale a uno scintoista, a un induista, a un buddista...: rimarrebbero interdetti e non capirebbero il perché del nostro augurio. Natale di chi? o di cosa? Del Bambin Gesù?! Un Gesù che non conoscono, nel quale non credono? Ma loro tutt'al più festeggeranno la nascita del loro dio o del loro profeta!
       Quindi non ha senso ed è fuori luogo fare gli auguri di Buon Natale a loro.

 

 


       E che senso avrebbe dire Buon Natale agli ebrei? a loro che non credono assolutamente in Gesù? a loro che lo dissero bestemmiatore sol perché si era proclamato Figlio di Dio? a loro che vedono Gesù come fumo negli occhi?... Noi pensiamo che dire a loro Buon Natale equivale a volerli offendere, e noi crediamo che non sia giusto offendere gli ebrei! Loro rifiutano N.S. Gesù Cristo? Lasciamoli stare! Che credano quel che vogliono, non imponiamo loro il nostro credo...

 

 

       E che senso avrebbe dire Buon Natale ai musulmani? a loro che reputano una bestemmia il dire che Gesù è Figlio di Dio, perché il loro Allah non ha figli? a loro che ritengono Gesù sì un profeta, ma di gran lunga inferiore a Maometto?...
       Insomma di quale Gesù parliamo quando diciamo Buon Natale? Parliamo di un uomo qualunque (e in tal caso non vedo cosa possa interessare agli altri) o parliamo dell'Uomo-Dio, del Dio in cui noi crediamo? Ma in questo caso con il nostro Buon Natale non andiamo a disturbare e offendere coloro che con esplicite motivazioni non credono assolutamente nella divinità di Nostro Signore Gesù Cristo?
       Che sia chiaro, noi non vogliamo offendere nessuno: Gesù lo predichiamo, ma non lo imponiamo, desideriamo la conversione degli infedeli, ma non li costringiamo a festeggiare il Dio in cui non credono.

 

 

       Che senso ha dire Buon Natale a chi crede che il Natale sia la venuta di Babbo Natale? Tant'è che gli evoluti bambini di oggi le letterine non le scrivono più a Gesù Bambino, ma a Babbo Natale! Gesù Bambino non lo conoscono affatto, non interessa loro, non lo cercano, a loro basta un albero, un alberello, sotto al quale Babbo Natale possa deporre i suoi doni. Per questa gente Natale è la festa del regalo! Non c'è Natale senza regalo! E siccome nel nostro tempo è una faticaccia scrivere letterine... per giunta senza la rintracciabilità della consegna, sull'esempio americano (noi popolo di copioni), materializziamo Babbo Natale, anzi ne facciamo la moltiplicazione e ce lo troviamo ovunque, in ogni angolo, in ogni via, in ogni piazza, pronto a ricevere le letterine di tanti poveri bimbi che, evoluti, ormai non credono più in Gesù Bambino, ma credono in Babbo Natale! Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo non c'entra più, manco come ferro vecchio!

 

 

       Il Natale quindi è diventato un affare, un'occasione per comprare, un'occasione per vendere. Di Gesù non si parla affatto! Siate sinceri, cari critici, e diteci quanti, augurando il Buon Natale, pensano a Gesù Bambino? E a questa gente ignorante (nel senso che non conosce Gesù Bambino) volete che noi diciamo Buon Natale nel senso cristiano del termine? Non sarebbe preferibile e più giusto dire loro Buona Compera, Buona Vendita, Buon Regalo, Buon Divertimento?... a meno che, o cari critici, per Natale non intendiate appunto la Compera, la Vendita, il Regalo, il Divertimento... Fate pure e intendete quel che volete, noi con il termine Natale continuiamo ad intendere Gesù Bambino, con tutte le conseguenze che il nostro credere comporta. Noi quindi non pensiamo all'albero, facciamo il presepe, pensiamo sì ai regali (alle compere e alle vendite), ma solo un tantino e pensiamo soprattutto alla nostra anima, a Gesù Bambino, a quel Bambino Figlio di Dio e Dio egli stesso che si fa uomo per amor nostro, per redimerci dal peccato... Per noi il Natale è una festa religiosa, essenzialmente religiosa. Per noi il Natale è soltanto quello del N.S. Gesù Cristo.

 

 

       Che senso ha fare gli auguri di Buon Natale agli ecumenisti? a coloro cioè che, amando gli altri più di N.S. Gesù, ignorano volutamente i diritti di Dio e della Verità, volutamente pongono sullo stesso piano Dio e i Suoi nemici, la Verità e l'errore, la Religione e le sette?... Loro han forse dimenticato l'ammonimento di Gesù: «Chi ama il padre o la madre più di me, non è degno di me; e chi ama il figlio o la figlia più di me, non è degno di me (1)»? Forse perché amano il quieto vivere, quel buonismo che li fa andar d'accordo con tutti? Gesù però ha detto: «Io sono venuto a mettere in discordia il figlio col padre, la figlia con la madre e la nuora con la suocera;  e i nemici dell'uomo saranno i suoi familiari»(2). E Gesù è chiarissimo: «Non pensate che io sia venuto a portar la pace sulla terra; non son venuto a portar la pace, ma la spada»(3).
       Gli ecumenisti invece amano la pace, ma non quella di Gesù, bensì quella del mondo, e per amore del mondo pongono sullo stesso piano il Dio vero e gli dèi falsi e bugiardi, rinunciano alla loro missione di predicare la buona novella (loro vogliono la Chiesa non più missionaria) e preferiscono tacere sui diritti dell'unico Dio, ma Gesù li avverte: «Chi mi avrà rinnegato davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio, che è nei cieli»(4).
       Noi al contrario degli ecumenisti vogliamo continuare ad avere la Chiesa missionaria, anche a costo del non-quieto vivere, a costo di dispiacere qualcuno, a costo della nostra stessa vita, perché Gesù ci assicura: «Chi terrà da conto la sua vita, la perderà, e chi l'avrà perduta per causa mia, la ritroverà»(5).

 


(1) Mt 10, 37


(2) Mt 10, 35-36

(3) Mt 10, 34

 


(4)
Mt 10, 32-33


(5) Mt 10, 39

       A questo punto vediamo un po' cosa dicono i nostri critici. Lo facciamo come al nostro solito: nella colonna di destra, su fondo celeste riportiamo le parole testuali di chi ci scrive, a sinistra su fondo giallo le nostre osservazioni.

Ghergon
00venerdì 25 dicembre 2009 11:20
Per saperne piu...

www.salpan.org/Index2.htm
LiviaGloria
00venerdì 25 dicembre 2009 20:32
Rispondo con una parola:SPERANZA

Speranza così dolce e fedele,speranza che aiuta affrontare la vita,speranza che raccoglie le nostre lacrime per trasformarle in oro,speranza che rincuora e aiuta nella perseveranza di donare....donare anche un buon Natale a chi non lo comprende e achi non vuole comprenderlo.
Speranza che nel notro augurio portiamo avanti con fiducia che nell altro possa entrare almeno un po di gioia che noi proviamo in questo giorno di salvezza.
Ecco perchè si fanno gli auguri...per testimoniare il nostro credo che è speranza

All ebreo perchè veda da luce di Cristo
Al musulmano perchè creda che è Dio
A consumisti perchè vedano oltre la materia
ecc...

...e hai cristiani perchè siano nella Chiesa Cattolica
e hai cattolici perchè il nostro pane è uno...

...speranza....
LiviaGloria
00venerdì 25 dicembre 2009 21:10
2Corinzi 19
[19]E' stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione. [20]Noi fungiamo quindi da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio.

Atti 4

[19]Ma Pietro e Giovanni replicarono: «Se sia giusto innanzi a Dio obbedire a voi più che a lui, giudicatelo voi stessi; [20]noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato».
LiviaGloria
00sabato 26 dicembre 2009 15:53
Volevo aggiungere...l albero non è dei pagani,cioè non è un simbolo di un giorno preciso,ma tenevano in casa,sempre,un albero sempre verde come simbolo della vita che non finisce,ma a parte questo...non è forse nella bibbia,libro piu antico in assoluto,dove si parla dell albero della vita?Che forse non è un simbolo cristiano?

...il cuore fà la differenza,l intento(a parte gli estremi),posso fare un regalo e nell apparenza farlo comunque per amore,ma solo dentro è la verità,posso avere un albero di natale e sempre dentro fà la differenza.

Io vedo il mio albero di natale come l antico testamento e la promessa e il presepe l avverarsi della salvezza e il compimento.

Tito 1-15

15 Certo, tutto è puro per i puri,


(Marcello86)
00sabato 26 dicembre 2009 19:14
io ho il presepe a casa
l'albero di natale fa molto NAZI
GMU
00domenica 27 dicembre 2009 15:18
i miei auguri a tutto il forum! [SM=g27837]
LiviaGloria
00martedì 29 dicembre 2009 23:13
www.totustuus.cc/modules.php?name=News&file=article&sid=2965

Avvenire 22 Dicembre 2009
IL CASO
L’albero di Natale? Cristiano, non pagano

di Roberto Beretta


«Se oggi interroghiamo un cristiano o un non cristiano sull’origine dell’albero di Natale, nella stragrande maggioranza dei casi riceviamo la risposta che si tratta di un’antica usanza pagana. In effetti tale spiegazione non è del tutto errata. Tuttavia essa non rende giustizia alla situazione di fatto, poiché è vera solo in uno stadio iniziale, non per l’attuale abete decorato».
Così Oscar Cullmann (teologo luterano che fu «osservatore» al Vaticano II) in un passo del librettino All’origine della festa del Natale. Logico partire da questa insospettabile fonte per una «riabilitazione» cattolica dell’abete natalizio in un’epoca nella quale – complice un certo uso «polemico» del presepe – forse non risulta inutile sottolineare con più obiettività i chiaroscuri natalizi.

L’abete «pagano» o «laico», magari «celtico»? Vero, però parziale. Precisa infatti Cullmann: «Solo la primissima forma cristiana è in rapporto con i riti pagani: da un lato col primordiale culto degli alberi, dall’altro con l’antica celebrazione del solstizio d’inverno». In effetti, l’albero è uno dei simboli più ricchi di significati nella storia e nella mitologia di tutti i popoli: immagine naturale di grandiosità e di mistero venerata come immagine o sede degli dei, simbolo della rigenerazione periodica della vita (la latifoglia) ovvero dell’immortalità (il sempreverde), comunque della vita; «asse del mondo» che attraverso le radici fissate al suolo collega la terra al cielo cui protende le chiome (e viceversa unisce il cielo alla terra)...
Persino Joseph Ratzinger, in un testo del 1978, non se ne scandalizzava: «Quasi tutte le usanze prenatalizie hanno la loro radice in parole della Sacra Scrittura. Il popolo dei credenti ha, per così dire, tradotto la Scrittura in qualcosa di visibile... Gli alberi adorni del tempo di Natale non sono altro che il tentativo di tradurre in atto queste parole: il Signore è presente, così sapevano e credevano i nostri antenati; perciò gli alberi gli devono andare incontro, inchinarsi davanti a lui, diventare una lode per il loro Signore».

Dunque nessun problema se l’albero «cattolico» trovasse parentele remote col «frassino cosmico» Yggdrasil della mitologia nordica, dalle cui foglie scende l’idromele (liquido di vita) e ai cui piedi si radunano gli dei per decidere le sorti degli uomini; ovvero con il Kien Mu, l’albero dell’Universo cinese, che ordina il mondo tra sopra e sotto, regno inferiore, umano e celeste; o ancora con Asvattha, l’albero rovesciato dell’India, le cui radici convogliano dalle nubi verso il basso l’energia sacra (dottrina peraltro ripresa in certe leggende ebraiche e islamiche) e in seguito identificato con il Ficus sotto il quale Buddha ricevette l’Illuminazione; per finire con le Americhe, dove si trovano il simbolo azteco di Quetzalcoatl – un cubo aperto su cui crescono 4 grandi alberi cosmici – e l’albero del Paradiso, proprio della mitologia Maya, personificazione del dio della pioggia Tlaloc («Colui che fa germogliare»).
Del resto, dal fascino delle piante non sono certo immuni la Bibbia (a parte l’albero dell’Eden, si ricorda il salmo che canta «Il giusto fiorirà come la palma, si moltiplicherà come il cedro del Libano») né le sofisticate civiltà greca e romana. A Roma, per onorare Attis, era uso ornare con oggetti votivi – cembali, piatti, fiasche – l’abete sacro. In Grecia la medesima essenza era dedicata alla dea lunare Artemide e se ne sventolavano rami con una pigna in punta. L’abete, già: «albero della nascita» per l’antico Egitto, essenza consacrata al compleanno del Fanciullo Divino (il giorno dopo il solstizio d’inverno) nel calendario celtico... «Il legame fra l’albero e il solstizio – scriveva l’esperto Alfredo Cattabiani – è documentato anche nei Paesi scandinavi germanici, nei quali nel medioevo ci si recava nel bosco a tagliare un abete da decorare con ghirlande, uova dipinte, dolciumi».

Viene di qui il nostro albero di Natale? Forse, ma non solo: ancora Cullmann segnala altre coincidenze, come l’uso medievale di appendere ramoscelli in casa d’inverno, oppure la leggenda secondo cui le piante fiorirono alla nascita di Gesù... Tuttavia è lo stesso teologo a prendere le distanze: «II significato cristiano dell’albero di Natale non va fatto derivare dal solstizio d’inverno, che certo è anch’esso in questione, ma solo indirettamente. Esso ha un’origine propria e risale a una tradizione medievale e al suo significato religioso: le rappresentazioni dei "misteri", che nella Santa Notte mettevano in scena davanti al portale delle chiese e delle cattedrali la storia del peccato originale nel paradiso terrestre. Esse sono la vera culla del nostro albero di Natale con la sua decorazione simbolica».

In effetti, nel passato il 24 dicembre portava in calendario i «santi» Adamo ed Eva; era in seguito alla loro felix culpa che era stato inviato il Salvatore. Logico dunque, nei sagrati o anche nelle cattedrali, erigere un «albero del Paradiso» con tanto di mele appese a far da scenario alle sacre rappresentazioni natalizie. «Esso – ancora Cullmann – simboleggia un convincimento cristiano: il peccato dell’uomo viene espiato nella notte del 24 dicembre dall’ingresso di Cristo nel mondo». Una miniatura salisburghese, anno 1489, illustra il messaggio in modo chiarissimo: un albero, la cui chioma è folta di mele e ostie, ha appeso sulla sinistra un crocifisso e sulla destra un teschio; sotto il primo Maria coglie le ostie, presso il secondo Eva distribuisce le mele.

Circa 5 secoli fa, dunque, era già presente il simbolismo oggi surrogato dalle palline natalizie (inventate nel XIX secolo dai soffiatori di vetro dell’Alsazia e della Turingia) ed eventualmente dai biscotti. Ma è solo nel XVII secolo che l’abete – soprattutto in Germania – passa dalle piazze alle case e nel contempo s’arricchisce di altri ornamenti: rose di carta (il fiore dal «virgulto di Jesse»), lamine metalliche, dolci; un albero del genere è documentato nel 1605 a Strasburgo. Di lì a poco fu la luce: dapprima grazie a candeline (la prima notizia documentata in materia è del 1662 ad Hannover), poi con lumi elettrici; e siamo sempre a metà tra gli antichi culti del fuoco praticati nella buia stagione del solstizio e il significato teologico di Cristo luce del mondo.

In Italia l’albero di Natale giunge nell’Ottocento, come dimostra un’immaginetta in cui si vede dietro al Bambino Gesù un abete decorato con candele: soggetto peraltro certamente più raro di quello che raffigura lo stesso Neonato di Betlemme unito alla (o addirittura addormentato sulla) croce, a indicare una trasparente premonizione. Del resto, non sarà ancora un «albero» a diventare il simbolo della Passione? In questo senso, il recupero cristiano dell’abete natalizio compie intero il suo ciclo: infatti, secondo quanto volevano significare pure alcune leggende medievali per le quali la croce era fatta col legno del peccato originale e fu infissa nel cranio di Adamo sepolto sul Calvario, il Natale si unirebbe ancor di più alla Pasqua proprio grazie a una pianta. L’albero di Natale e il crocifisso potrebbero non essere poi così lontani.
Roberto Beretta

Postato il Giovedì, 24 dicembre @ 07:00:00 CET di Silvio
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