Non è stato un leader politico ma un abile collettore di istanze provenienti dal basso, attraverso i vasi comunicanti della rete. In un’era post partitica e post ideologica, è riuscito a rendere maggioranza visibile una moltitudine virtuale fatta di account ed username. Tra luci ed ombre e con le contraddizioni “fisiologiche” per chi ha, come coordinate di pensiero, mantra e keywords e quali punti cardinali di azione, blog e chat. “Nel buio guardo le luci verdi dei macchinari e sento il brusio dei loro suoni meccanici, riesco a sentire il respiro della morte che si avvicina… Mille pensieri mi attanagliano. Non provo più emozioni nel seguire la politica e nemmeno nel leggere e nello scrivere da troppo tempo ormai”. Le ultime parole di Casaleggio, il suo commiato da questo mondo, descrivono il personaggio meglio dei tanti sproloqui all’incenso o al veleno che si stanno accavallando in queste ore. Schivo e crepuscolare, a tratti apocalittico, nelle sue visioni, l’ex consigliere a titolo gratuito del Ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro per lo studio delle attività inerenti alla comunicazione istituzionale nel Governo Prodi II, è stato sempre al centro di dibattiti anche forti tra chi lo vedeva come un distruttore dei codici del partitismo e della politica professionale e chi, invece, come un agente al servizio degli USA con il compito di contenere, attraverso la sua creatura movimentista, la rabbia popolare per mantenere lo status quo e preparare un’alternativa sistemica, allineata a Washington, da mettere al timone del Paese in caso di bufere politico-giudiziarie. A supporto di questa seconda tesi, è stato spesso utilizzato il curriculum professionale dell’ex progettista di software di base presso l’Olivetti di Ivrea, divenuto successivamente Amministratore Delegato della Webegg SPA, un gruppo multidisciplinare per la consulenza delle aziende e della pubblica amministrazione in rete e membro del consiglio di amministrazione di Netikos SPA, insieme a Michele Colaninno, secondogenito di Roberto.
Risale al 2004 la fondazione della Casaleggio Associati s.r.l. assieme ad altri ex dirigenti Webegg, tra cui Enrico Sassoon, creatore di una società di consulenza partner di Bipop Carire, Hewlett Packard, Italcementi, Montedison e Philip Morris. Nello stesso anno, Casaleggio è stato anche partner della BTM Corporation (Business Technology Management Corporation), colosso tecnologico americano che ha tra i propri clienti JPMorgan Chase, Marriott Hotel, BNP Paribas, IBM e Best Western. Molti ricorderanno le parole pronunciate dall’ex grillino Giovanni Favia nel corso di un fuorionda televisivo nel maggio del 2012. Questo il suo sfogo:“La democrazia non esiste. Casaleggio è spietato e vendicativo, controlla tutto”. L’esperto di marketing e comunicazione, ammalato da tempo, aveva già affidato molte responsabilità al figlio Davide, da molti indicato come il leader ufficioso del M5S. L’ossessione giustizialista, il formalismo procedurale in parlamento, il moralismo amministrativo e l’oltranzismo ecologista hanno fatto presa su un’opinione pubblica spoliticizzata e si sono tramutati in milioni di consensi elettorali, permettendo l’irruzione sulla scena di personaggi molto mediatici, capaci di coinvolgere ed attrarre, ma le tensioni interne al Movimento non mancano e la scomparsa del suo fondatore (insieme a Grillo), potrebbe avere conseguenze pesanti, innescando una guerra tra bande. Preoccupazione, questa, che traspare anche dal messaggio di Dario Fo, amico ed estimatore di Casaleggio:“La sua scomparsa è una perdita gigantesca per il Movimento, e non so immaginare quali conseguenze possano verificarsi, ma sono certo che le persone straordinarie che ne fanno parte, specie i giovani dell’ultima generazione, saranno in grado di proseguire sulla giusta via”.
Ernesto Ferrante
12 aprile 2016
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