Ma è Natale ????????
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Ségolène Royal:
"Non faccio parte di una lobby, sono una socialista del XXIsecolo"
A. LEPARMENTIER, MANDRAUD C. MONNOT
PARIGI
Madame Royal, se sarà eletta si trasferirà all’Eliseo?
«Sceglierò la soluzione più utile per esercitare la funzione, rispettando la vita della mia famiglia»
Una volta al potere come pensa di conservare il legame con il popolo?
«Facendo ben attenzione a non lasciarmi rinchiudere. Ogni settimana farò in modo di essere in mezzo alle gente, tra chi soffre e chi ha successo. Essendo stata ministro e sapendo come funziona il cuore dello Stato, so che bisogna tenere la rotta con costanza, lottare anche contro se stessi, l’inerzia, la routine, l’automatismo delle proprie idee perché il carico di lavoro è enorme e le giornate passano in fretta».
Eserciterà la funzione in modo diverso da François Mitterrand?«Per forza. Sarà l’incarnazione di un cambiamento profondo della presidenza della Repubblica. So che per me sarà più difficile che per altri. Credo che sia possibile conciliare la “grandeur” del ruolo e la semplicità, esercitare pienamente il potere, condurre una politica estera conforme al nostro genio nazionale e al tempo stesso resistere alla tentazione monarchica alla quale la Repubblica ha troppo spesso ceduto».
Lei dice: con me la politica non sarà mai più come prima... «Noi viviamo una crisi democratica profonda e io credo di essere la sola condidata ad averlo riconosciuto, al punto d’aver messo in discussione il mio modo stesso di far politica e come intrattenere un legame con gli elettori. I francesi sono pronti a votare. Essi diffidano della politica eppure al tempo stesso hanno così voglia di crederci ancora, hanno bisogno delle risposte della politica per far uscire la Francia da questo stato di depressione».
Come concepisce il ruolo di presidente: arbitro o super-primo ministro? «Né l’uno né l’altro. Presiedere significa arbitrare, decidere, ma anche entrare nel merito delle decisioni. Nel rispetto delle regole non mi pongo dei limiti».
A che tipo di governo pensa? Una squadra ristretta? Parità uomo-donna?«Sceglierò i più competenti. Tenendo conto delle esperienze personali, della necessità di rinnovamento e avendo naturalmente per obbiettivo la parità. Il governo dovrà ogni anno rendere conto della sua azione, verificare sempre di avere la fiducia dell’Assemblée Nationale che dovrà avere un ruolo di controllo dell’esecutivo rafforzato».
Una squadra al cento per cento socialista?
«Tutti quelli che si riconosceranno nel Patto presidenziale avranno la possibilità di entrare nel governo e nella maggioranza presidenziale. E io mi auguro che sia la più larga possibile».
Pensa anche di nominare ministri personalità della società civile?
«È buona cosa che un responsabile politico passi attraverso il giudizio del suffragio universale. L’esercizio di un mandato elettivo cambia il modo di vedere la realtà e dà un’esperienza insostituibile, rende solidali con la maggioranza di una comunità, dà il senso vero di un dibattito parlamentare e quello così necessario di dover rendere dei conti. Tutto ciò non si improvvisa».
Come conta di trasformare l’ascolto della società in azione politica? «Interpretando il potere come un mandato. E facendo del mio patto presidenziale la traduzione di questa volontà. Io non sono legata ad alcuna lobby, a nessuna potenza economica, a nessun grande media, a nessuna grande impresa. Ho orrore dello spreco e delle perdite di tempo. Non ho nessuno da sistemare, non devo nulla a nessuno se non al popolo francese. Sono di una totale indipendenza di spirito. E se rispetto il partito socialista al quale sono fiera di appartenere, sono sufficientemente autonoma per non lasciarmi rinchiudere in alcun dogma».
Si definisce risolutamente socialdemocratica? «Non ho bisogno di etichette. Appartengo al socialismo del XXI secolo».
Quali saranno le prime misure nei primi cento giorni di governo?«La priorità è la battaglia per il lavoro dei giovani, con aiuti alle piccole e medie imprese e il lancio di impieghi-trampolino attraverso le regioni. Il secondo atto, per rilanciare la produzione e il potere d’acquisto, sarà la convocazione immediata di una conferenza sulla crescita e i salari con le rappresentanze sociali: bisogna alzare i salari e le pensioni minime. Il terzo atto riguarderà la scuola, saranno ristabiliti degli impieghi soppressi per diminuire il numero di allievi per classe e consentire sperimentazioni pedagogiche. La cultura farà il suo ingresso massiccio nelle scuola e farò in modo che gli insegnanti avvertano la riconoscenza della Nazione. L’ambiente sarà un’eccellenza della mia azione politica con una moratoria immediata della coltivazione degli Ogm in campo aperto e con facilitazione fiscali per la produzione di energie rinnovabili. Ma il primo progetto di legge sarà per favorire la lotta contro la violenza sulle donne e per la contraccezione gratuita per i giovani».
Che cosa direbbe alla cancelliera tedesca Angela Merkel a proposito di Airbus? «Innanzitutto ascolterò il suo punto di vista e tenterò di tracciare con lei una diagnosi comune per individuare soluzioni industriali. Fortunatamente lei ha un approccio molto pragmatico e io non ho avuto alcuna implicazione nelle decisioni precedenti. Insieme possiamo avere una sguardo nuovo. Quando gli interessi dei popoli e dei salariati sono in gioco, bisogna fare diplomazia in modo originale».
Lei vuole modificare lo statuto della Banca centrale europea ma la signora Merkel si oppone... «Nulla è immutabile. Per saggezza e voglia di risolvere i problemi, io rifiuto la logica del tutto o nulla. E mi sembra che anche lei la pensi così. Nessuno si può opporre al fatto che una Banca centrale debba essere anche al servizio della crescita e dell’occupazione, senza compromettere il valore della moneta. Su questo duplice obbiettivo si può rimettere insieme l’Europa».
Quali cambiamenti devono essere portati al trattato costituzionale perché i francesi possano ratificarlo? ]«Innanzitutto bisogna ristabilire la fiducia tra la presidenza della Repubblica e il popolo francese in rapporto al referendum precedente in cui il trattato è stato bocciato. Io penso di essere la sola a poterlo fare, non fosse perché nella mia squadra ci sono dei responsabili che hanno votato sì e no. Poi bisogna riannodare i rapporti con gli altri dirigenti europei. La Francia viene oggi maltrattata per non dire umiliata nelle istanze europee dopo aver dato lezioni a tutti. Io sono un’europeista convinta eppure ho compreso il senso del no, in particolare quello dei giovani. Bisogna far capire quest’Europa attraverso l’esperienza. Quando avremo ridotto la disoccupazione e quando l’Europa dimostrerà di poter proteggere contro le regole distruttrici e illegali del commercio mondiale, contro le delocalizzazioni industriali, allora la percezione della Ue cambierà. L’Europa deve lanciare i cantieri mille volte annunciati e mai realizzati. L’India e la Cina stanno superandoci e noi ci facciamo la guerra tra noi. Io farò questa battaglia per la Francia».
Prevede un referendum sul nuovo trattato europeo?
«Non si può tornare davanti all’elettorato con lo stesso testo. Propongo un protocollo con politiche nuove di progresso sociale, servizi pubblici e ambiente. La questione va regolata prima delle elezioni europee del 2009. Sono pronta a consultare di nuovo i francesi, ma nel frattempo l’Europa deve dar la prova di saper fare vere politiche sociali. C’è poco tempo, ma è così che l’Europa ha sempre fatto passi avanti».
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