Dieci aziende italiane coinvolte nel caso dei frutti di bosco contaminati

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wheaton80
00lunedì 19 agosto 2013 22:37
Sono dieci le aziende alimentari italiane coinvolte nello scandalo dei frutti di bosco che trasmettono il virus dell'epatite A. Il virus è stato rintracciato nelle loro confezioni di frutti di bosco surgelati a seguito delle analisi fatte eseguire dalla procura di Torino su campioni prelevati in negozi e supermercati del torinese dopo l'allerta diramata nelle settimane scorse dal ministero della Salute. Il pm Raffaele Guariniello procede per il reato di commercializzazione di prodotti di alimentari pericolosi. I frutti di bosco congelati provengono da Serbia, Ucraina, Bulgaria, Polonia, Romania e dal Canada e sono stati confezionati in aziende di Padova, Pavia, Ferrara, Parma e Cuneo. La procura sta identificando i responsabili che saranno iscritti sul registro degli indagati. In Piemonte al 31 luglio i casi registrati sono stati 65, più del doppio rispetto ai 33 di tutto il 2012. Otto, hanno accertato i consulenti del magistrato, hanno colpito persone che avevano mangiato i frutti di bosco. Secondo il ministero della Salute i casi registrati in Italia al 31 luglio 2013 sono 502, con un aumento annuo del 70%, addirittura del 264% rispetto alla media degli ultimi tre anni. Secondo gli esperti dell'Unione europea l'impennata dei casi dipende dall'uso di acqua non potabile durante il lavaggio dei frutti di bosco prima del confezionamento.

19 agosto 2013
www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-08-19/dieci-aziende-italiane-coinvolte-150600.shtml?uuid=...
wheaton80
00lunedì 19 agosto 2013 22:44
Frutti di bosco ed epatite A. Si allunga la lista dei supermercati coinvolti: Simply, Auchan-Roma e Coop. L’epidemia va avanti

Lo abbiamo già scritto ma lo ripetiamo, ogni giorno due persone vengono colpite dal virus dell’epatite A perchè mangiano frutti di bosco surgelati comprati al supermercato. Nessuno dice che migliaia di confezioni di frutti di bosco surgelati contaminate sono nel freezer di ignari consumatori e forse sono utilizzate in circuiti professionali. Da troppo tempo è in corso in Italia una grave epidemia di epatite A che ormai sembra fuori controllo. Nei primi sei mesi di quest’anno secondo Epicentro le persone colpite sono state 471, mentre l’anno scorso nello stesso periodo erano 123. Si tratta di oltre 300 individui colpiti dal virus dell’epatite A per avere mangiato frutti di bosco surgelati. Purtroppo il numero è destinato ad aumentare come sanno tutti gli addetti ai lavori, lo scrive il Ministero della salute.

Che fare? Il Fatto Alimentare ha chiesto ad Asiago food, Green Ice e Erica, le tre aziende che hanno richiamato i frutti di bosco surgelati, di diffondere sui loro siti l’elenco dei prodotti alimentare contaminati e ritirati e i nomi dei punti vendita. Le prime due aziende assicurano di avere fatto rispettivamente 30 e 150 analisi sui lotti incriminati senza trovare traccia di virus dell’epatite A (questo però non li giustifica dal comunicare ai consumatori i nomi dei punti vendita che hanno distribuito le confezioni). La terza azienda coinvolta, Erica, non ci ha mandato la foto del prodotto allertato, e sostiene di avere fatto tutti i controlli e non avendo trovato virus dell’epatite A dice di commercializzare tranquillamente all’estero i frutti di bosco.

Abbiamo rivolto un analogo appello alle catene di supermercati e alcune ci hanno risposto (1) e questo può essere utile per capire chi ha venduto i lotti. Esselunga, Il Gigante, Lidl, Conad e Iper, La grande i, Penny Market hanno detto di non avere distribuito i prodotti. Il servizio qualità Simply ha detto che il prodotto Misto Bosco 4 frutti di bosco in confezione da 300 g dell’azienda Green Ice lotto L13079 scadenza 02/2015 è stato distribuito solo dai negozi Simply di Roma. Tutti i lotti sono stati ritirati e la clientela è stata avvisata tramite un cartello. In via cautelativa Simply ha ritirato anche le altre confezioni della ditta Gren Ice. La stessa cosa è stata fatta per i prodotti dell’Asiago food anche se nei punti vendita non avevano i lotti segnalati.

Auchan segnala che le confezioni Misto Bosco surgelato Bosco buono g 450 – lotto L13015 scadenza 12/2014 dell’azienda Green Ice sono state distribuite dal deposito di Roma Palomba e hanno un codice ean 8000003001006, senza specificare in che punti vendita sono arrivati.



Anche Auchan ha seguito lo schema di SMA ritirando le altre referenze della stessa azienda per cautela e messo un cartello. Coop ha scritto dicendo che il lotto di frutti di bosco Green Ice era venduto solo in Trentino, mentre i frutti di bosco Asiago Food erano distribuiti a livello nazionale e che entrambi i lotti sono stati ritirati. La catena precisa che sono stati messi dei cartelli nei punti vendita per avvertire i consumatori e sono stati sospesi gli ordini. Coop lascia intendere che c’è l’intenzione di creare uno spazio nel loro sito per pubblicare l’elenco dei prodotti richiamati e ritirati come ha chiesto Il Fatto Alimentare due mesi fa a tutte le catene. Mancano ancora le risposte di: Carrefour, LD, Unes, Pellicano, Gros Market, Selex e Billa. Abbiamo chiesto chiarimenti anche al Ministero della salute ma non abbiamo avuto fortuna.



Elenco dei punti vendita che hanno venduto i lotti di frutti di bosco sospettati di contenere il virus dell’epatite A (aggiornamento 30 luglio 2013) e tabella dei prodotti ritirati
Simply, Auchan e Coop sono tre catene che si sommano all’elenco allegato composto da oltre 300 supermercati discount della catena Dpiù (nella tabella sono indicati come Maxi Di), e altre piccole realtà locali con pochi punti vendita che hanno venduto uno dei lotti si frutti di bosco ritirati dal mercato: Aeffe, Alice, Arca, Barazza, Bascom, Bon Achat, Centro commerciale discount, Centro commerciale Ramonda, Commerciale prima, Denti & Marazzi, Dial, El Gasto, Elenamarket, Emy Eurocommerciale, G.S.A., il Frutteto, La Meridiana, Orsini, Pietro Marcuzzi, Pozzoli Carni, Primax, Re.Ma.Ma, Rea, Real Cibo, Super Longare, Supermercati Oplà, TRe C, Unicomm, Vanilati, Villa Jardini, Vollono Vincenzo.

Roberto La Pira
30 luglio 2013
www.ilfattoalimentare.it/frutti-di-bosco-ed-epatite-a-si-allunga-la-lista-dei-supermercati-coinvolti-simply-auchan-roma-e-coop-lepidemia-va-ava...
wheaton80
00martedì 1 ottobre 2013 00:12
Rischio epatite, il Ministero: i frutti di bosco surgelati vanno cotti per 2 minuti

ROMA - «Si raccomanda di consumare i frutti di bosco surgelati solo ed esclusivamente previa cottura». L'indicazione arriva dal ministero della Salute dopo che, da gennaio 2013, è stato registrato un importante incremento del numero ei casi di epatite A rispetto a quello degli anni precedenti soprattutto nelle Regioni del centro-Nord. Nonostante «siano state adottate tutte le misure di prevenzione e controllo per questa epidemia di casi di epatite virale A e si sia osservata negli ultimi mesi una tendenza alla diminuzione delle segnalazioni - fa sapere il Ministero - recentemente sono stati notificati diversi nuovi casi in persone che hanno riferito il consumo di frutti di bosco misti surgelati non cotti». Il virus dell'epatite A sopravvive a basse temperature ma viene rapidamente inattivato dal calore. Per esempio, facendo bollire per almeno due minuti viene garantita la salubrità dell'alimento. Il Ministero inoltre raccomanda di consumare i frutti di bosco freschi ed ogni altra frutta o verdura cruda solo dopo un accurato lavaggio. Per chi impiega a livello di produzioni artigianali o di ristorazione frutti di bosco surgelati (ovviamente anche per le preparazioni casalinghe) per frullati, piatti con questa frutta, guarnizioni di dolci, yogurt o gelati «si raccomanda l'impiego solo previa cottura, il trattamento termico sicuramente efficace è la bollitura dei frutti per almeno due minuti».

salute.ilmessaggero.it/salute/notizie/frutti_di_bosco_surgelati_epatite_a_ministero_salute_cottura/3330...
wheaton80
00martedì 1 ottobre 2013 00:22
Frutti di bosco ed epatite A: una nuova foto dei prodotti Bosco Buono di Green Ice ritirato dai supermercati Simply



La lista dei frutti di bosco contaminati dal virus dell’epatite A è destinata ad allungarsi nei prossimi giorni. Sappiamo che sono in corso altre analisi condotte dalla procura di Torino e che presto dovrebbero essere divulgati i risultati.

Il "Fatto Alimentare" da mesi segue con attenzione questa allerta per la quale ormai si contano oltre 400 consumatori di epatite A causa dell’ingestione di frutti di bosco congelati.

Riteniamo opportuno diffondere la foto di un altro campione di frutti di bosco dell’azienda Green Ice contaminato. Si tratta della confezione da 300 grammi che è stata ritirata dall’azienda da alcuni mesi ma che potrebbe ancora essere nel freezer di alcuni cittadini ignari del pericolo, visto che il termine minimo di conservazione indica come data febbraio 2015 (lotto è 13079).


Avviso pubblicato in settembre sul sito dei supermercati Simply

La foto è stata diffusa dalla catena di supermercati Simply, che dal mese di settembre 2013 insieme ad Auchan hanno deciso di pubblicare sul proprio sito l’elenco dei prodotti richiamati e ritirati dagli scaffali. Questa iniziativa non rientra nelle abitudini del Ministero della salute che non ha mai pubblicato le fotografie dei frutti di bosco contaminati e questo è poco comprensibile.

C’è di più: la società Erica, anch’essa coinvolta nell’allerta, non ha mai diffuso le fotografie. I 400 supermercati che oltre ad Auchan e Simply hanno venduto le confezioni di frutti di bosco contaminate (una parte dei quali ha trattato anche quelli della Erica Spa) non hanno mai pubblicato sui propri siti le notizie dell’allerta o le foto dei prodotti.

Fare un richiamo dei prodotti senza diffondere le foto e senza pubblicare sul sito aziendale l’avviso è una cattiva abitudine dei produttori italiani. In questa triste storia un intervento serio dei produttori, dei supermercati e del Ministero della salute avrebbe sicuramente dimezzato il numero di persone colpite da epatite A. Tutti parlano di tutela dei consumatori e di sicurezza alimentare, ma poi quando bisogna mettere un avviso sul sito per evitare che i propri clienti si ammalino di epatite, pochi traducono le parole in fatti. Chiediamo al ministro Beatrice Lorenzin perchè l’informazione del Ministero su questi temi sia così lacunosa e poco tempestiva. In fondo basta poco.

Roberto La Pira
27 settembre 2013
www.ilfattoalimentare.it/frutti-bosco-epatite-foto-bosco-buono-green-ice-supermercati-sim...
wheaton80
00martedì 1 ottobre 2013 00:46
Frutti di bosco Buitoni “La Valle degli Orti” ritirati dal mercato perchè contaminati dal virus dell’epatite A
L’iniziativa firmata da Guariniello. Il ministero: non consumarli crudi


Il lotto di frutti di bosco ”La valle degli orti” Buitoni ritirato dai supermercati

La vicenda dei frutti di bosco surgelati contaminati dal virus dell’epatite A che fino ad ora ha colpito centinaia di persone non sembra finire mai. Come avevamo anticipato ieri il procuratore Raffaele Guariniello ha contestato alla Nestlé proprietaria del marchio Buitoni l’accusa di avere venduto nell’Ipercoop di via Livorno a Torino confezioni di frutti di bosco surgelati contaminati dal virus. Più precisamente si tratta della linea “La Valle degli Orti”, lotto numero 3144088803, con data di produzione 24 maggio 2013 e termine minimo di conservazione maggio 2015.

L’azienda ha chiesto alle autorità competenti la ripetizione dell’esame, ”in quanto reputa ci siano gli estremi per ritenere che si possa trattare di un falso positivo e si dice sorpresa in quanto aveva gia’ testato il medesimo lotto sia a livello di materie prime sia a livello di prodotto finito, ed entrambe le analisi, condotte da laboratori indipendenti ed accreditati, hanno dato esito negativo, ovvero il virus è risultato assente”. Inoltre ”il sito produttivo del fornitore di Parma che produce per conto di Nestle’ i Frutti di Bosco e’ stato ripetutamente ispezionato dai NAS e dalle ASL competenti, che non hanno evidenziato alcun rilievo al riguardo. Il comunicato ricorda che “L’autorità giudiziaria ha chiesto il ritiro solo di un lotto e quindi tutti gli altri surgelati con il marchio La Valle degli Orti sono da ritenersi sicuri”.

Questa volta le analisi sui campioni di frutti di bosco sono state condotte dall’Istituto zooprofilattico del Piemonte e i risultati sono stati inviati al Ministero della salute, che dal mese di giugno ha attivato una task force per affrontare meglio l’epidemia. L’aspetto paradossale della vicenda è che il ministero non ha mai pubblicato le foto dei prodotti e dimostra un certo affanno nel gestire la vicenda. Non è ancora stata individuata la causa della contaminazione. Qualcuno ipotizza sospetti sulla materia prima, altri focalizzano l’attenzione sulla filiera.

Anche i supermercati coinvolti (tranne Auchan e Simply) hanno informato malissimo i consumatori, dimostrando titubanze inaccettabili. Il “Fatto Alimentare” ha seguito con attenzione tutta questa storia che purtroppo sembra destinata a non finire presto. Il bilancio sino ad ora è pesante: le aziende coinvolte sono 5, i lotti 9, i punti vendita interessati oltre 300 e fanno capo a decine di catene (vedi elenco in fondo all’articolo).

Per dovere di cronaca va detto che gli italiani colpiti da epatite A in seguito alla contaminazione dei frutti di bosco surgelati, negli ultimi 6 mesi, sono stati oltre 400. Il Ministero della salute, non potendo escludere che confezioni di prodotto contaminato siano ancora in commercio o siano conservate nel freezer dei cittadini, raccomanda di utilizzare i frutti di bosco surgelati solo dopo averli fatti bollire per almeno 2 minuti. Si tratta di un consiglio da prendere in seria considerazione visto che le confezioni e le aziende coinvolte sono destinate ad aumentare.

Elenco dei supermercati e negozi che hanno venduto i lotti di frutti di bosco sospettati di contenere il virus dell’epatite A

Misto frutti di bosco “Bosco Reale”, g 200, Asiago Food Spa, Lotto 13036, scadenza TMC 02/2015

Misto bosco surgelato “Bosco buono”, g 450, Green Ice Spa, Lotto 13015, scadenza TMC 31/12/2014

Frutti di bosco congelati, 1 kg, Erica Spa, Lotto 49/13, scadenza TMC Fine agosto 2014

Misto bosco surgelato “Bosco buono”, g 300, Green Ice Spa, Lotto 13079, scadenza TMC 02/2015

Misto bosco surgelato “Bosco buono”, Green Ice Spa, Lotto 13136-13129-13004

Cocktail di frutti di bosco bio, Picard, Lotto 123101804A3, scadenza 06/2014

Frutti di bosco “La valle degli orti“, Buitoni, Lotto 3144088803, scadenza 05/2015

Elenco dei supermercati e negozi che hanno venduto i lotti di frutti di bosco sospettati di contenere il virus dell’epatite A
Simply, Auchan e Coop sono le catene che si sommano all’elenco allegato (http://www.ilfattoalimentare.it/wp-content/uploads/2013/07/elenco-ritiri-asiago-food-frutti-bosco-luglio.pdf) composto da oltre 300 supermercati discount della catena Dpiù (nella tabella sono indicati come Maxi Di), e altre piccole realtà locali che hanno venduto lotti di frutti di bosco contaminati ritirati dal mercato. Ecco i nomi delle insegne: Aeffe, Alice, Arca, Barazza, Bascom, Bon Achat, Centro commerciale discount, Centro commerciale Ramonda, Commerciale prima, Denti & Marazzi, Dial, El Gasto, Elenamarket, Emy Eurocommerciale, G.S.A., il Frutteto, La Meridiana, Orsini, Pietro Marcuzzi, Pozzoli Carni, Primax, Re.Ma.Ma, Rea, Real Cibo, Super Longare, Supermercati Oplà, TRe C, Unicomm, Vanilati, Villa Jardini, Vollono Vincenzo.

Roberto La Pira
29 settembre 2013
www.ilfattoalimentare.it/frutti-bosco-buitoni-la-valle-degli-orti-ritirati-mercato-virus-epatite-guarnie...
wheaton80
00martedì 8 aprile 2014 00:52
Non mangiate frutti di bosco surgelati. Le persone colpite da epatite A sono 1.100 e l’epidemia continua. Situazione fuori controllo

Ogni due giorni cinque persone vengono ricoverate in ospedale per epatite A causata dall’ingestione di alimenti contenenti frutti di bosco surgelati o congelati. È quanto emerge dall’ultima relazione del Ministero della salute sull’epidemia che da 14 mesi ha riguardato l’Italia (http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=1533). I numeri non lasciano spazio a dubbi, le persone colpite dal gennaio 2013 alla fine di febbraio di quest’anno sono state 1.463. Considerando che nel periodo precedente (novembre 2011 – dicembre 2012) erano 360, basta fare una sottrazione per rendersi conto che le vittime sono circa 1.100. La cifra è comunque sottostimata visto che molti cittadini colpiti da epatite A sfuggono al calcolo delle Asl. La regione con il maggior numero di casi è la Lombardia è 358, seguita da Emilia Romagna (154), Toscana (142) e Lazio (121), mentre in Sicilia sono solo 3. Siamo di fronte a un’epidemia classificata dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare come “internazionale”, che ha coinvolto oltre a 4 paesi del Nord Europa dove si sono registrati 71 casi (Danimarca, Svezia, Norvegia e Finlandia) anche Irlanda e Francia con altri 16 episodi tutti associati all’ingestione di frutti di bosco. La nota positiva del documento riguarda il dimezzamento dei casi in Italia nell’ultimo quadrimestre, ormai assestati a quota 40, anche se l’emergenza non si può certo considerare finita. A fronte di questa situazione il Ministero ha identificato 15 lotti di frutti di bosco contaminati ritirati dal mercato.

Viene spontaneo chiedersi perché non siano stati presi analoghi provvedimenti a carico di altri 44 lotti fortemente sospettati di contenere il virus. C’è un altro elemento difficile da capire, come mai non sono stati richiamati lotti di aziende che producono dolci o torte con frutti di bosco surgelati, distribuiti a ristoranti, pizzerie e altri esercizi commerciali? L’aspetto sconvolgente di questa storia è che la stragrande maggioranza delle persone continua a mangiare tranquillamente frutti di bosco (more, ribes rosso, mirtillo e lamponi) presenti nelle torte, nei pasticcini e nei gelati, ignara del rischio di ammalarsi. Il discorso non riguarda solo i consumi domestici ma soprattutto i dolci consumati in ristoranti, pizzerie e altri esercizi commerciali. La gestione dell’epidemia da parte del Ministero della salute è stata disastrosa e del tutto inefficiente. Di fronte ad un problema serio dove bisognava vietare per alcuni mesi la vendita di frutti di bosco surgelati, Beatrice Lorenzin ha pensato bene di pubblicare un appello in rete dopo 10 mesi! L’esito è stato che il 90% dei cittadini ha ignorato e continua a ignorare il problema. Un medico neolaureato in medicina specializzato in malattie infettive avrebbe saputo gestire meglio la situazione sia nei confronti della comunicazione ai cittadini sia sul fronte della produzione industriale.

L’unica cosa da fare era decretare la sospensione della vendita dei frutti di bosco congelati e surgelati per qualche mese, come hanno fatto diverse catene di supermercati che da 6-8 mesi hanno tolto dai banchi freezer l’intero l’assortimento rendendosi conto della gravità della vicenda. La situazione resta ancora fuori controllo tanto che il Ministero della salute “non esclude l’eventualità che altri mix di frutti di bosco surgelati/congelati contaminati, possano essere presenti sul mercato”. La situazione resta ancora fuori controllo tanto che il Ministero della salute “non esclude l’eventualità che altri mix di frutti di bosco surgelati/congelati contaminati, diversi da quelli oggetto di allerta possano essere presenti sul mercato”. Per questo le autorità raccomandano di consumare i frutti di bosco congelati/surgelati solo cotti, facendoli bollire (portandoli a 100°C) per almeno 2 minuti, non impiegare i frutti di bosco crudi per guarnire i piatti (ad esempio la superficie di una crostata, semifreddi, yogurt ecc., lavare accuratamente i contenitori e gli utensili usati per maneggiare i frutti di bosco scongelati”. Se sul fronte della prevenzione la macchina sanitaria italiana ha dimostrato una disastrosa fragilità e una totale inesperienza, anche il sistema di tracciabilità europeo ha evidenziato debolezza e criticità. Dopo un anno di ricerche e di analisi la task force messa a punto al Ministero della salute per individuare l’origine dell’epidemia non ha sortito risultati. Gli esperti sembrano escludere l’ipotesi che sia stato un singolo ingrediente ad avere originato la contaminazione. Si pensa a un gruppo di produttori di una stessa area geografica, e a una successiva contaminazione nei centri di lavorazione o di smistamento della filiera distributiva.



Purtroppo risalire all’origine dei frutti di bosco che hanno generato la contaminazione e individuare le cause non è facile perché la filiera è complessa. L’analisi della tracciabilità condotto su 20 lotti ha comportato l’esame di 830 transazioni commerciali che fanno riferimento a 331 fornitori di 25 paesi europei ed extra europei. Il numero medio di transazioni per ogni singolo lotto è di 56,6. Ma siamo nell’ambito delle ipotesi mentre mancano le certezze. Questa situazione dimostra ancora una volta quanto sia insufficiente e fragile il sistema di tracciabilità messo a punto in Europa per individuare l’origine delle epidemie alimentari e per facilitare il ritiro e il richiamo di prodotti contaminati od oggetto di allerta sanitaria. Siamo di fronte a una situazione analoga a quella verificatasi per la carne di cavallo l’anno scorso, per i germogli di fieno greco e di soia in Germania nel 2012 che aveva provocato 41 morti e centinaia di ricoveri in ospedale, quando non si è riusciti a risalire all’origine dell’epidemia. Ma su questo tema ritorneremo. Il nostro invito è di non consumare frutti di bosco. Lo abbiamo scritto quasi un anno fa e lo ripetiamo. Chiediamo al ministro Beatrice Lorenzin di affrontare con maggior coraggio questa situazione ormai fuori controllo, per tutelare la salute dei cittadini.


Il manifesto che il Ministero della salute ha diffuso dopo 10 mesi dall’epidemia, invita i consumatori a mangiare frutti di bosco congelati o surgelati solo dopo cottura!

Per sapere quali sono i sintomi dell’epatite A , come si cura e cosa fare consigliamo di leggere la nota redatta dal Ministero della salute, da cui abbiamo tratto questo paragrafo sull’incubazione e sulla durata della malattia:

"L’epatite A, dopo un periodo di incubazione di 15-45 giorni dall’infezione, si manifesta con la comparsa di inappetenza, malessere generale, febbre e nausea. Dopo qualche giorno compare l’ittero, cioè la presenza di colorito giallognolo della pelle e delle sclere (la parte bianca dell’occhio) e delle mucose, dovuto alla aumentata concentrazione di bilirubina nel sangue a causa della diminuita funzionalità del fegato. La malattia ha generalmente un’evoluzione benigna, dura dalle 2 alle 10 settimane, e dopo la guarigione conferisce un’immunità permanente. Non cronicizza mai".

Roberto La Pira
www.ilfattoalimentare.it/frutti-di-bosco-surgelati-epide...
wheaton80
00sabato 7 febbraio 2015 19:09
Frutti di bosco surgelati: 1.787 persone colpite dall’epidemia di epatite A per sottovalutazione del rischio e assenza di informazioni
Trasferiti i funzionari. Resta l’allerta del Ministero



In Italia l’epidemia causata dai frutti di bosco surgelati contaminati dal virus dell’epatite A ha colpito 1.787 persone. Secondo un documento ufficiale diffuso dal Ministero della salute in risposta ad un’interrogazione del Movimento 5 Stelle, “la situazione di crisi si deve considerare superata considerando la riduzione dei casi di malattia riconducibili al consumo di frutti di bosco “. Gli ultimi episodi però risalgono al mese di agosto del 2014, quando si è registrata un’improvvisa ripresa dei ricoveri che ha allertato le autorità sanitarie. Purtroppo stiamo parlando dell’epidemia di origine alimentare più importante negli ultimi 30 anni, che il Ministero della salute è riuscito abilmente a tenere sotto traccia, diffondendo poco e male i nomi dei prodotti ritirati e, soprattutto, non informando in modo adeguato i consumatori. I lotti che hanno scatenato l’epidemia probabilmente sono stati ribes rossi dalla Polonia e more dalla Bulgaria. Nel corso dell’epidemia sono stati identificati 15 lotti contaminati e 45 lotti sono stati classificati come “sospetti” e le aziende coinvolte sono state 11. Nonostante il numero elevato di lotti ritirati il Ministero ha diffuso poco male e in modo anche errato le informazioni sui lotti ritirati dal mercato, dimenticando spesso di affiancare le foto dei prodotti contaminati. La sensazione è che si sia fatto di tutto per soffocare le notizie e purtroppo il sistema ha funzionato. Il Fatto Alimentare è stato uno dei pochi siti che ha seguito sin dall’inizio questa storia e, più di una volta, ha dovuto superare silenzi e barriere burocratiche i per avere notizie. Per rendersi conto della gravità l’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha diffuso un dossier sull’epidemia e a Roma è stata allestita una task force.


Il grafico mostra i casi di epatite A in Europa causati dai frutti di bosco nel periodo gennaio 2013 giugno 2014. I casi italiani sono colorati in azzurro e rappresentano oltre il 95% del totale. Fonte Efsa

Riconosciamo le oggettive difficoltà che hanno impedito di risalire all’origine del focolaio (mancanza di una tracciabilità dei lotti, complessità della filiera…) e che non hanno permesso agli esperti in questi due anni di individuare un unico punto di contaminazione in grado di collegare i casi e i lotti. Le ipotesi più probabili dell’origine della contaminazione focalizzano l’attenzione su ribes rossi contaminati importati dalla Polonia e di more arrivate dalla Bulgaria. È vero che alla fine anche gli esperti europei non sono riusciti ad individuare il focolaio, ma quello che è più grave è la scelta di non voler informare in modo adeguato milioni di persone. Solo così si può spiegare il numero esagerato di soggetti colpiti in Italia. A fronte di poche decine di casi in Europa, in Italia si sono registrati 1.787 casi di epatite A in Italia che rappresentano oltre il 95% del totale (vedi grafico sopra).

Il Ministero della salute dichiara di avere informato i cittadini rilasciando interviste a diverse riviste a costo zero e “in tempi ristretti considerando il carattere di urgenza che la questione richiedeva”. La realtà è leggermente diversa, l’epidemia è rimasta una vicenda sconosciuta per decine di milioni di italiani, che hanno continuato a mangiare tranquillamente frutti di bosco e dolci preparati con questi frutti ignare del pericolo. Non ci sono state conferenze stampa per informare la gente e i giornalisti e i dati sulle persone contaminate sono stati diffusi con il contagocce prima ogni mese, poi ogni sei mesi. Nessuno si è reso conto che era in corso un’epidemia? Il Ministro della salute che rilancia sempre in rete le imprese dei Nas, e parla sempre di sicurezza alimentare, non si è accorto che i frutti di bosco contaminati colpivano centinaia di persone ogni mese? Il Ministero non ha saputo fare una corretta valutazione del rischio, e questo è gravissimo, visto che alla base della normativa sulla sicurezza alimentare in vigore sin dal 2002, c’è proprio questo concetto. C’è di più, la disastrosa comunicazione nei confronti dei cittadini è l’altro imperdonabile errore che ha contribuito a diffondere l’epidemia in Italia. Anche la fine di questa storia dimostra la volontà di nascondere dati e numeri. Più volte Il Fatto Alimentare ha chiesto un aggiornamento della situazione senza ricevere alcuna risposta. C’è voluta un’interrogazione parlamentare per capire fino in fondo la gravità dell’epidemia durata 24 mesi. C’è un ultimo elemento che va registrato, otto mesi fa i funzionari che hanno seguito la crisi sono stati trasferiti ad altro servizio, anche se non sapiamo i motivi di questa decisione. La tragica realtà è che la prossima epidemia alimentare potrebbe essere gestita con le stesse modalità.

Aggiornamento

Poche ore dopo dopo la pubblicazione del nostro articolo il Ministero della salute ci ha scritto dicendo che ritiene “necessario mantenere una particolare attenzione sulla sorveglianza dell’Epatite virale A” e ritiene altresì necessario “evitare il consumo di frutti di bosco crudi” ribadendo i consigli del manifesto diffuso nel dicembre 2013.

Roberto La Pira
6 febbraio 2015
www.ilfattoalimentare.it/frutti-di-bosco-surgelati-epidemi...
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