Dio non esiste

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LiviaGloria
00sabato 10 gennaio 2009 12:11
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Dio non esiste e neppure il Natale: lo dice la pubblicità sugli autobus
Società - sab 10 gen
dai Media
Civiltà )( Barbarie Il marketing antireligioso
di Fabrizia B. Maggi
Tratto da L'Occidentale il 9 gennaio 2009

Negli Stati Uniti ha scatenato l’inferno e in Australia, dall’altra parte dell’emisfero, è stata persino bandita. Da ieri ha sollevato anche un mare di polemiche a Madrid e Barcellona. Stiamo parlando della nuova campagna lanciata dalle associazioni ateiste e agnostiche per rianimare il sentimento antireligioso.

Durante le feste anche Londra si è risvegliata con gli autobus coperti da pubblicità che non potevano certo sfuggire allo sguardo dei passanti: “Forse Dio non esiste. Adesso smetti di preoccuparti e goditi la vita!”. Uno slogan che sembrerebbe proprio ‘cadere dal cielo’ in un periodo in cui la crisi dei valori, quella sociale e quella economica si intrecciano in un vortice di pessimismo globale.

I promotori di questa campagna vogliono lanciare un messaggio molto chiaro: bisogna sensibilizzare anche i cittadini atei, i non credenti e i liberi pensatori, sulla necessità di uscire allo scoperto. Lo scopo è sentirsi orgogliosi delle proprie convinzioni e rivendicare “gli stessi diritti e libertà che vengono riconosciuti a chi ha o manifesta le proprie credenze religiose”.

Ma facciamo un passo indietro. Ariane Sherine, che ha avuto l’intuizione dello spot, è una scrittrice di commedie che, viaggiando in autobus, un giorno rimane colpita dalla reclame di un’associazione cristiana che citava un versetto della Bibbia. S’incuriosisce e visita il sito web dell’associazione che annuncia ai non credenti: “Passerete l’eternità a tormentarvi”.

Così, quasi che si trattasse di una rivincita, Ariane ha la brillante idea di avviare una “contro-campagna” per diffondere il messaggio ateista e ottiene l’appoggio della British Humanist Association, dello scienziato e scrittore Richard Dawkins e del filosofo A. C. Grayling. Basta qualche settimana e la campagna raccoglie oltre 200 mila sterline. Una cifra sufficiente a comprare gli spazi pubblicitari di 800 autobus nelle maggiori città inglesi e un migliaio di annunci nella metropolitana londinese – con citazioni di autorevoli personaggi come Emily Dickinson, Albert Einstein e Katharine Hepburn.

Ed ecco che Londra si riempie di commenti sorpresi, indignati o ironici. Nel Paese dove la regina è anche il capo della Church of England, dove il primo ministro ha dovuto aspettare la fine del suo mandato per convertirsi alla religione cattolica, e gli immigranti hanno fatto fiorire una società multi religiosa – il battage ateista ha creato un vero e proprio caso. C’è chi l’ha letto in chiave di economia di mercato secondo la legge della domanda e dell’offerta: un’idea del genere mette in discussione la religione obbligandola a rivitalizzarsi modificando le forme di porsi e di raggiungere i fedeli. Per altri può essere una forma di riconoscimento dell’uguaglianza che caratterizza le società dove c’è libertà di pensiero; altri ancora lo vedono come un oltraggio alla fede personale di ciascuno. Nella capitale europea per eccellenza, Londra, c’è spazio per tutto e tutti.

Quello che nessuno si sarebbe mai aspettato è il sostegno dato dalla Chiesa cattolica inglese agli ateisti. Stephen Wang, tutor del Seminario Allen Hall – dove si preparano i futuri preti cattolici della diocesi di Westminster –, si dice divertito dalla campagna pubblicitaria. Il religioso ne sottolinea l’aspetto positivo affermando che, in periodi come questo, “è meraviglioso spingere la gente a pensare”. Insomma, quel “forse” piazzato lì all’inizio della frase (“Forse Dio non esiste”) può aiutare a sollevare domande che la gente non si pone più o che non si pone più seriamente, e che magari solo un cartellone pubblicitario è in grado di suggerire ancora. Secondo il ragionamento di Wang, l’importante è suscitare una reazione che spinga la gente a riflettere su ciò che crede veramente (sempre che creda a qualcosa) e a vivacizzare il dibattito.

Purtroppo questa non era la stessa intenzione di una pubblicità, commissionata da un centro commerciale romano, che ha tappezzato gli autobus della capitale durante il periodo natalizio. Lo slogan “il Natale sarà solo un pretesto” per fare dei regali sfoggia una filosofia opportunista che dà molto da pensare: una visione puramente consumistica e commerciale in cui la religione viene ridotta a un escamotage per conquistare nuovi clienti. Uno scopo molto meno “nobile” rispetto a quello inglese che, volendo trovare una giustificazione, almeno voleva far pensare la gente. E’ una questione di buon senso.
(Marcello86)
00mercoledì 18 febbraio 2009 00:27
QUESTA COSA PUZZA DI ILLUMINATI......
Comunque non si devono arrogare il diritto di scrivere Dio non esiste
perchè devono rispettare il credo e la religione
[SM=x268969] [SM=g1456035]
delle altre pesncome loro rispettino la loro atèismo.
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