Distinzione tra fede e illusione

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ramachandra
00sabato 11 settembre 2004 01:32
L'illusione è irreale ma la fede è un cammino concreto dove scorre il sangue nelle vene ed è come una pianta che da sempre frutto perchè sempre verde.

Tracciamo una linea tratteggiata su una carreggiata e, sia in un verso o l'altro, scorrono macchine e camion, ma dove vanno o da dove vengono?

La relatività di Einstein ci risponderebbe che è relativo sia da dove si viene sia dove si sta andando, perchè entrambi le direzzioni sono collegate da una strada ma la velocità per arrivare in un verso o per andare nel'altro verso può variare aseconda delle capacità che ognuno di noi ha di far più o meno presto nel raggiungere la destinazione.

Se io ed un altro siamo affiancati per un brevissimo lasso di tempo sulla carreggiata e, davanti a me vi sono ancora 10 klm per arrivare a casa, mentre per l'altro ve ne sono 20 per giungere alla sua destinazione, a quanto dovremo andare per giungere allo stesso orario a destinazione?

Andavamo a 100 all'ora sia lui che io, ora, da quando eravamo fianco a fianco sulla carreggiata, io in un verso e lui in un altro, chi è che deve aumentare la velocità per arrivare a pari tempo a casa?

ognuno a casa farà i suoi conti, a me basta sottolineare che ognuno di noi ha i suoi tempi per giungere a maturità spirituale, non tutti alla stessa velocità e non tutti prendendo la stessa direzione. Poi c'è il destino, cioè, quel timer primpostato da Dio e che ci può far arrivare in paradiso al pari dei santi, senza che noi avessimo fatto i loro stessi sacrifici per meritarlo.

Poi, anche Gesù nel Vangelo ha usato l relatività di Einstein, cioè, i primi saranno gli ultimi e gli ultimi i primi, per non parlare di qualla parabola contestata dai sindacati che premiava tutti gli operari allo stesso modo seppure giunti al cospetto di Dio in tempi diversi per lavorare nella sua vigna.

C'è nella Bagavad Ghita un brano dove si metteva i Pandava in un luogo buio e arido mentre i kaurava in Paradiso e mi viene in mente che Gesù ha parlato nel Vangelo di un fariseo che si credeva giusto davanti a Dio mentre disprezzava il peccatore appena in fondo sull'usio del tempio, il quale si batteva il petto e chiedeva perdono a Dio; ebbene, Gesù disse: il paeccatore se ne tornò a casa giustificato mentre il fariseo era riamsto senza risposta da Dio.

Dio resiste ai superbi e innalza gli umili, quindi, disse ai discepoli: chi di voi vuol essere il primo sia l'ultimo e il servo di tutti.

Con ciò volevo mettere in evidenza come la mentalità umana è molto dogmatica con le cose di Dio ma Lui stesso cosa fà con noi in questi casi? Semplice, ci viene vicinoe ci dice: ti dispiace cedere il posto all'ultimo arrivato! é dura eh, per la mentalità fariseica!

Ma se guardiamo a Zaccheo, alla Maddalena e all'emorroissa, oltre che a quello a cui Gesù guarì di proposito la mano nel giorno di sabato, beh, direi che il Cristo era molto anticonformista 2000 anni fa!

L'emorroissa è stata quella che mi è piaciuta di più:

pensate: tutti lì a toccare Gesù da ogni parte e senza ottenere qualcosa nell'immediato poi....., arriva lei di nascosto e gli tocca con molta fede nel cuore il lembo del mantello e guarisce.

Gesù rivoltosi agli astanti domanda: chi mi ha toccato?

gli apostoli risposero al Maestro: ma che domanda è questa? tutti ti stanno toccando! Ma Gesù rispose: qualcuno mi ha toccato, ho sentito uscire da me un energia!

Avete capito, amici? tutto è relativo, persino la presunta vicinaza dei santi con Dio, all'ultimo momento te ne arriva un pentito in extremis, e il santo gli deve cedere il primo posto, ma molto probabilmente, proprio perchè è santo, gli cederà il posto volentieri.

Ciao a tutti.
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