Esclusivo: Benedetto XVI revoca la scomunica ai lefebvriani

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Ghergon
00giovedì 22 gennaio 2009 16:50
Palazzo Apostolico - Diario Vaticano di Paolo Rodari

Esclusivo: Benedetto XVI revoca la scomunica ai lefebvriani


Gen 22, 2009



Benedetto XVI ha deciso. Il decreto contenente la revoca della scomunica per i vescovi scismatici lefebvriani è pronto. E uscirà nei prossimi giorni, probabilmente entro questa domenica. L’ha redatto e firmato, per volere del Papa, il presidente del Pontificio Consiglio per i testi legislativi, l’arcivescovo Francesco Coccopalmerio.
Si tratta di un atto di grande magnanimità del Pontefice. Dal giorno della sua pubblicazione i successori di Marcel Lefevbre alla guida della Fraternità San Pio X, ovvero gli “ultra tradizionalisti” Bernard Fellay, Alfonso de Gallareta, Tissier de Mallerais e Richard Williamson non saranno più scomunicati.
Ratzinger ha deciso dopo che erano stati gli stessi vescovi a scrivere al cardinale Darío Castrillón Hoyos, presidente della Ecclesia Dei, chiedendogli la possibilità di essere reintegrati in seno alla Chiesa cattolica. Certo, manca ancora un accordo su come e dove la Fraternità si posizionerà all’interno della Chiesa, ma intanto un passo enorme, senz’altro il più decisivo, sulla strada della piena comunione con Roma è stato fatto.
Fu nel 1969 che Lefebvre si ritirò con un manipolo di seminaristi a Econe, in Svizzera. Lo scopo era fuggire da Roma, la città che aveva aperto le porte al Concilio Vaticano II. Lefebvre rigettò sempre le conquiste del Concilio (anche se la sua firma appare sotto tutti i suoi documenti) e, in particolare, la conseguente riforma liturgica. La rottura con Roma avvenne il 30 giugno 1988. Ratzinger era prefetto della Dottrina delle fede e assistette, impotente, all’ordinazione da parte di Lefebvre di quattro vescovi. Un gesto che pose Lefebvre ipso facto nella scomunica latae sententiae. Il Papa, nel settembre 2007, promulgò il Motu Proprio Summorum Pontificum col quale vennero riaperti nuovi spazi per l’uso liturgico del messale antico. Un gesto che tolse un grosso ostacolo sulla strada del ritorno dei lefebvriani a Roma. Un ritorno oggi definitivo e che ricuce una ferita dolorosissima per tutta la Chiesa.
Tratto da:

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Ghergon
00giovedì 22 gennaio 2009 16:50
Il Papa cancella la scomunica ai vescovi nominati da Lefebvre

di Andrea Tornielli

Roma - Benedetto XVI ha deciso di revocare la scomunica ai quattro vescovi consacrati da Lefebvre nel 1988. Il decreto, che il pontefice ha già firmato, sarà pubblicato entro la fine della settimana. Il superiore della Fraternità San Pio X, Bernard Fellay, e gli altri tre vescovi, Alfonso de Gallareta, Tissier de Mallerais e Richard Williamson non saranno dunque più scomunicati.

La decisione di Papa Ratzinger è maturata negli ultimi mesi, in seguito alla lettera con la quale monsignore Fellay aveva chiesto la revoca del provvedimento comminato da Giovanni Paolo II nel 1988, dopo che l’arcivescovo Marcel Lefebvre, rifiutando in extremis un accordo già siglato con l’allora cardinale Joseph Ratzinger, consacrò vescovi quattro giovani sacerdoti del clero della Fraternità. Un atto scismatico, perché quelle consacrazioni non erano legittimate dal pontefice, giustificato invece da Lefebvre per ragioni di sopravvivenza della sua comunità tradizionalista. Una comunità che non aveva accettato la riforma liturgica post conciliare né alcuni decreti del Vaticano II, peraltro firmati dallo stesso Lefebvre, come nel caso di quello sulla libertà religiosa. Scomunicati, ventun anni fa, furono lo stesso Lefebvre, l’anziano vescovo brasiliano Antonio de Castro Mayer, che partecipò alla consacrazione avvenuta in Svizzera (entrambi da tempo scomparsi), e i quattro neovescovi. Il cammino di riavvicinamento, iniziato con Papa Wojtyla dopo che i lefebvriani guidarono un pellegrinaggio a Roma per il Giubileo del 2000, è continuato con alti e bassi. Ma ha subito un’accelerazione dopo l’elezione di Ratzinger. La Fraternità ha chiesto al pontefice di liberalizzare la messa antica per tutta la Chiesa. E questo Benedetto XVI ha fatto, con il motu proprio «Summorum Pontificum», pensando non tanto e non solo ai lefebvriani, ma soprattutto a quei tradizionalisti rimasti nella piena comunione con Roma ma spesso penalizzati o guardati con sospetto perché rimasti legati alla liturgia preconciliare. Poi è stata chiesta la revoca della scomunica - che, va precisato, ha riguardato soltanto i vescovi, non i cinquecento preti della Fraternità né tantomeno i fedeli che ne seguono le celebrazioni - e richiedendola, Fellay ha voluto manifestare l’attaccamento al Papa e la volontà della piena comunione. I lefebvriani hanno anche compiuto di recente un pellegrinaggio a Lourdes, dove i quattro vescovi hanno lanciato l’iniziativa di far recitare ai fedeli un milione e settecentomila rosari per chiedere alla Madonna che la scomunica fosse tolta.

Il decreto che sarà reso noto nelle prossime ore non significa di per sé la soluzione del problema lefebvriano, ma rappresenta un passo importante. Il prossimo passò sarà un accordo che dia alla Fraternità San Pio X uno status giuridico nella Chiesa cattolica. La decisione di revocare la scomunica è un atto di grande magnanimità di Benedetto XVI, che va nella linea di sanare fratture e divisioni nel corpo ecclesiale e di riaccogliere nella piena comunione oltre ai vescovi, anche i sacerdoti e i fedeli. Nel giugno scorso il cardinale Darío Castrillón Hoyos, presidente della Pontificia commissione «Ecclesia Dei», aveva posto a monsignor Fellay condizioni per proseguire il dialogo con la Fraternità, chiedendo ai lefebvriani «l’impegno a una risposta proporzionata alla generosità del Papa», a «evitare ogni intervento pubblico che non rispetti la persona del Santo Padre e che possa essere negativo per la carità ecclesiale», a «evitare la pretesa di un magistero superiore» a quello del Papa, e di «non proporre la Fraternità in contrapposizione alla Chiesa». Infine, l’impegno «a dimostrare la volontà di agire onestamente nella piena carità ecclesiale e nel rispetto dell’autorità del Vicario di Cristo».
viadelcosmo
00giovedì 22 gennaio 2009 19:07
UN OSANNA A SUA SANTITA' PAPA BENEDETTO XVI.
Ghergon
00giovedì 22 gennaio 2009 19:45
[SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811]
Ghergon
00sabato 24 gennaio 2009 16:41
Revocata la scomunica ai lefebvriani, il Vaticano riaccoglie i tradizionalisti di Econe. Monsignor Fellay ringrazia Benedetto XVI e giura piena fedeltà. Ma chiarisce: “Ancora riserve sul Concilio”



CITTA’ DEL VATICANO - Benedetto XVI ha approvato il decreto di revoca della scomunica per i vescovi scismatici Bernard Fellay, Alfonso de Gallareta, Tissier de Mallerais e Richard Williamson, incorsi nella piu' grave sanzione che puo' comminare la Chiesa per aver ricevuto l'ordinazione episcopale, il 30 giugno del 1988, senza il permesso del Pontefice dell’epoca, Giovanni Paolo II.
La scomunica riguardo' anche i due vescovi consacranti, Monsignor Marcel Lefebvre (il vero promotore dell’iniziativa, da qui l’appellativo per i suoi seguaci di ‘lefebvriani’) e il brasiliano Antonio de Castro Mayer, entrambi deceduti. I seguaci di quest'ultimo sono gia' rientrati nella Chiesa Cattolica, cosi' come un gran numero di ‘lefebvriani’.
A seguito dell'autorizzazione a celebrare liberamente la Messa in latino firmata dal Papa nel 2007, e' venuto comunque meno il motivo fondamentale della controversia che aveva opposto l'anziano Lefebvre alla Santa Sede. Cosi', alcuni mesi fa, gli stessi vescovi avevano scritto al Cardinale Dario Castrillòn Hoyos, Presidente della Commissione ‘Ecclesia Dei’, chiedendogli la possibilita' di essere reintegrati in seno alla Chiesa di Roma.

Il decreto approvato da Benedetto XVI porta la firma del Prefetto della Congregazione per i vescovi, il Cardinale Giovanni Battista Re. A quanto sembra, pero’, deve ancora essere trovata la forma giuridica per inserire nuovamente la ‘Fraternita' San Pio X’, cui appartengono i prelati scomunicati e perdonati, nella Chiesa.
Ma con il decreto di revoca delle scomuniche, il Santo Padre spiana la strada alla piena comunione e ricuce una ferita dolorosissima per tutta la Chiesa. "Con questo atto - spiega il decreto - si desidera consolidare le reciproche relazioni di fiducia e intensificare e dare stabilita' ai rapporti della ‘Fraternita' San Pio X’ con questa Sede Apostolica". Nelle intenzioni del Pontefice, "questo dono di pace, al termine delle celebrazioni natalizie, vuol essere anche un segno per promuovere l'unita' nella carita' della Chiesa universale e arrivare a togliere lo scandalo della divisione".
Il decreto, inoltre, "auspica che questo passo sia seguito dalla sollecita realizzazione della piena comunione con la Chiesa di tutta la ‘Fraternita' San Pio X’, testimoniando cosi' vera fedelta' e vero riconoscimento del Magistero e dell'autorita' del Papa con la prova dell'unita' visibile".
"In base alle facolta' espressamente concessemi dal Santo Padre Benedetto XVI - e' la formuila usata dal Cardinale Re nel documento -, in virtu' del presente decreto, rimetto ai vescovi Bernard Fellay, Bernard Tissier de Mallerais, Richard Williamson e Alfonso de Galarreta la censura di scomunica ‘latae sententiae’ dichiarata da questa Congregazione il primo luglio 1988, mentre dichiaro privo di effetti giuridici a partire da ora il decreto a quel tempo emanato". Benedetto XVI e' arrivato alla revoca delle scomuniche ai vescovi ‘lefebvriani’ "dopo un processo di dialogo tra la Sede Apostolica e la ‘Fraternita' Sacerdotale San Pio X’, rappresentata dal suo Superiore Generale, Monsignor Bernard Fellay", ha ricordato, con un comunicato, la Sala Stampa della Santa Sede, che rivela come il Papa abbia accolto "la richiesta formulata nuovamente dallo stesso presule, con lettera del 15 dicembre 2008, anche a nome degli altri tre Vescovi della Fraternita', Monsignor Bernard Tissier de Mallerais, Monsignor Richard Williamson e Monsignor Alfonso del Gallareta, di rimettere la scomunica in cui erano incorsi vent'anni fa". In tale missiva, Monsignor Fellay scriveva chiaramente a Benedetto XVI che "siamo sempre fermamente determinati nella volonta' di rimanere cattolici e di mettere tutte le nostre forze al servizio della Chiesa di Nostro Signore Gesu' Cristo, che e' la Chiesa cattolica romana.
Noi accettiamo i suoi insegnamenti con animo filiale. Noi crediamo fermamente al Primato di Pietro e alle sue prerogative, e per questo ci fa tanto soffrire l'attuale situazione".
E cosi', il Papa, che ha seguito fin dall'inizio questo processo cercando di ricomporre la frattura con la Fraternita' anche incontrando personalmente Fellay il 29 agosto 2005 (quando aveva "manifestato la volonta' di procedere per gradi e in tempi ragionevoli in tale cammino"), adesso, "benignamente, con sollecitudine pastorale e paterna misericordia”, sottolinea la Sala Stampa vaticana, ha riabbracciato i quattro vescovi seguaci di Monsignor Lefebvre. "Il Santo Padre - sottolinea infine la nota - e' stato ispirato in questa decisione dall'auspicio che si giunga al piu' presto alla completa riconciliazione e alla piena comunione". Tornando al testo del decreto, vi si legge che davanti alla richiesta di riconciliazione dei quattro vescovi della ‘Fraternita’ San Pio X’, "il Pontefice, paternamente sensibile al disagio spirituale manifestato dagli interessati a causa della sanzione di scomunica e fiducioso nell'impegno da loro espresso nella citata lettera di non risparmiare alcuno sforzo per approfondire nei necessari colloqui con le Autorita' della Santa Sede le questioni ancora aperte, cosi' da poter giungere presto a una piena e soddisfacente soluzione del problema posto in origine, ha deciso di riconsiderare la situazione canonica dei Vescovi Bernard Fellay, Bernard Tissier de Mallerais, Richard Williamson e Alfonso de Galarreta sorta con la loro consacrazione episcopale". "La revoca delle scomuniche ai vescovi ‘lefebvriani’ non e' ancora la piena comunione", ha comunque chiarito il portavoce vaticano padre Federico Lombardi, precisando che "esiste una distinzione tra comunione e piena comunione". In questo caso, ha specificato, "c'e' una situazione da definire per l'esercizio del ministero. E quindi si auspica una piena soluzione della situazione". In merito alla possibilita' dei vescovi di restare tali dopo il rientro della Fraternita' nella Chiesa cattolica, Lombardi ha rammentato che "la loro ordinazione e' valida anche se illecita. Cosi' come sono validamente ordinati i sacerdoti della Fraternità". Alla domanda se i fedeli ‘lefebvriani’ oggi siano anch'essi piu' vicini alla Chiesa cattolica, il portavoce ha risposto che, evidentemente, “con la sua decisione, il Papa pensa a tutta la comunità". Padre Lombardi ha poi dichiarato che non e' corretto affermare che con la revoca delle scomuniche ai vescovi lefebvriani il Concilio Vaticano II muoia o venga tradito. "Al contrario - ha asserito -, il Concilio non muore ma non viene neanche considerato piu' un elemento di divisione". Padre Lombardi ha fornito anche un’altra importante delucidazione: “Con il decreto di revoca delle scomuniche, Benedetto XVI non ha in alcun modo inteso approvare le affermaziomni negazioniste sulla Shoah del vescovo ‘lefebvriano’ Richard Williamson”. "Sono due cose assolutamente indipendenti", ha infatti precisato il portavoce del Papa. "Ovviamente - sono state le parole di padre Lombardi -, se si toglie la scomunica ad un vescovo, non per questo si condivide tutto quello che egli dice", e dunque la decisione del Pontefice "non ha nessun rapporto con le personali posizioni criticabilissime di una persona". E "gratitudine filiale" a Benedetto XVI per la revoca della scomunica e' stata espressa immediatamente dal superiore dei ‘lefebvriani’, Monsignor Fellay. Questa decisione, afferma in una nota il vescovo non piu' scomunicato, "al di la' della ‘Fraternita' San Pio X’, sara' un bene per tutta la Chiesa". "La nostra Fraternita' - prosegue il prelato - desidera poter aiutare sempre piu' il Papa a portare rimedio alla crisi senza precedenti che scuote attualmente il mondo cattolico e che Giovanni Paolo II aveva designato come uno stato di apostasia silenziosa". Fellay si dice inoltre "felice" per il fatto che "il decreto del 21 gennaio preveda come necessari dei 'colloqui' con la Santa Sede, colloqui che permetteranno alla ‘Fraternita' sacerdotale San Pio X’ di esporre le ragioni dottrinali di fondo che essa considera essere all'origine delle attuali difficolta' della Chiesa. In questo nuovo clima - e’ l’assicurazione fornita da Monsignor Fellay -, abbiamo la ferma speranza di arrivare presto al riconoscimento dei diritti della tradizione cattolica". Tuttavia, in una lettera inviata ai propri fedeli, nel’esprimere gioia per il fatto che “la tradizione cristiana non e’ piu’ scomunicata” e che “i cattolici del mondo intero legati alla tradizione non saranno piu’ stigmatizzati”, lo stesso Fellay ribadisce le “riserve” sul Concilio Vaticano II da parte dei ‘lefebvriani’. Che in coerenza con le posizioni sempre ribadite negli ultimi anni, continuano ad essere scettici su alcuni documenti dell’Assise voluta da Giovanni XXIII e conclusa da Paolo VI, e in particolare sulla dichiarazione "Dignitatis Humanae" che, a loro avviso, apre le porte a un pluralismo religioso che e' in contrasto con la Dottrina Cattolica. "Accettiamo e facciamo nostri tutti i Concili fino al Concilio Vaticano II, sul quale esprimiamo delle riserve", sostiene precisamente Monsignor Fellay. D’altro canto, la ‘Fraternita' San Pio X’ e' "convinta di rimanere fedele alla linea di condotta indicata dal nostro fondatore, Monsignor Marcel Lefebvre, la cui reputazione speriamo di vedere presto riabilitata". Il prelato sembra voler rispondere con la sua lettera alle obiezioni di quanti criticheranno la loro irremovibilita' sulla questione del Vaticano II. Ad ogni buon conto, rimarca Fellay, "non possiamo che constatare la crisi senza precedenti che scuote la Chiesa oggi: crisi di vocazioni, crisi della pratica religiosa, del catechismo e della frequentazione dei sacramenti". "Prima di noi - rievoca il Superiore dei ‘lefebvriani’ -, Paolo VI parlava addirittura dell'infiltrazione di 'fumi di Satana' nella Chiesa. Giovanni Paolo II non ha esitato a dire che il cattolicesimo in Europa era come in stato di 'apostasia silenziosa'. Poco tempo prima della sua elezione a Sovrano Pontefice, Benedetto XVI stesso comparava la Chiesa ad una 'nave che prende acqua da tutte le parti'. Cosi' vogliamo, nei colloqui con il Vaticano, esaminare le cause profonde della situazione presente, apportandovi il rimedio adeguato, giungere ad una restaurazione solida della Chiesa". "Siamo pronti - conclude la lettera - a scrivere col sangue il nostro credo, a firmare il giuramento anti-modernista e la professione di fede di Pio IV”.

petrus on line
Ghergon
00sabato 24 gennaio 2009 16:46
=Foxtrott=
00domenica 25 gennaio 2009 00:09
era nell'aria dopo che nel 2007 aveva ristabilito il Rito Antico Romano col Motu proprio "Summorum Pontificum"








Ghergon
00domenica 25 gennaio 2009 00:47
Si è vero è stato un ottimo gesto del Papa [SM=g27811]
Ghergon
00domenica 25 gennaio 2009 00:47

La revoca della scomunica atto di grande giustizia e coraggio. Siamo felici e grati, ma sul Vaticano II bisogna discutere, noi non abbiamo cambiato idea. Bisogna riportare al centro verità e tradizione
Sabato 24 Gennaio 2009 00:00




Come è noto, il Papa Benedetto XVI ha revocato la scomunica erogata da Giovanni Paolo II nei confronti del quattro vescovi tradizionalisti ordinati da Monsignor Marcelle Lefebvre. Del gesto papale abbiamo parlato con Don Davide Pagliarani, Superiore in Italia della Fraternità San Pio X. Don Davide, nella sua residenza di Albano laziale, ha brindato con vino santo e biscotti cantuccini. Il sacerdote commenta in questo modo la revoca della scomunica: “ intanto ritengo che sia stata fatta giustizia non solo alle persone fisiche, quanto alla tradizione per molto tempo mortificata e messa in un angolo. Oggi la tradizione viene, per usare un termine non propriamente teologico, ma efficace, sdoganata e riabilitata”. Dunque siete soddisfatti: “ certamente. Per noi oggi è un grande giorno di festa, che del resto avevamo chiesto ed auspicato con un enorme rosario qualche tempo fa. Riconosciamo al Papa grande coraggio e senso di giustizia nell’aver adottato questa decisione, anche se, per amor di verità, la Fraternità ha sempre sostenuto che la scomunica non aveva ragion di essere e non esisteva”.

Nel comunicato della Santa Sede si parla di necessità del dialogo: “ indubbiamente. Ma noi siamo sempre disposti al dialogo e alla discussione franca e leale anche se dal punto di vista teologico, e mi riferisco al Vaticano II, nulla è cambiato. Per farla breve, la nostra posizione teologica non cambia e non è mai cambiata”.

Vuol dire che non accettate il Vaticano II?: “ sul Concilio II si può discutere, ma per correggerne le confusioni che hanno portato allo svilimento della verità e della tradizione”.

Che cosa vi proponete?: “ intanto ribadiamo la nostra gratitudine al Papa del quale riconosciamo con filiale devozione l’autorità, ma questo non ci impedisce di affermare che abbiamo oggi più che mai, il dovere di affermare dall’interno della Chiesa la necessità virtuosa di salvare la stessa Chiesa dai rischi del modernismo e quindi si pone l’esigenza pressante di propagandare e testimoniare con vigore la fede, la verità e la tradizione che per tanto tempo sono rimaste in sonno”.

Una mezza apertura: “ una apertura al dialogo, mai all’errore dogmatico. Sotto questo aspetto lo dico apertamente e chiaramente dal punto la Fraternità non torna indietro, non lo ha mai fatto tanto meno ha l’intenzione. Dialogare ed avviare un colloquio non significa per nulla rinnegare la tradizione e la verità, tanto meno avallare il modernismo che noi abbiamo sempre combattuto e che ha rappresentato e rappresenta un male”.

Potrebbe darsi che questa sacrosante decisione del Papa possa suscitare mal di pancia diffusi in ambienti ecclesiali e non progressisti, lo mettete nel conto?: “ io non faccio l’indovino ma è una eventualità che potrebbe accadere e non mi meraviglierei affatto. In ogni caso godiamoci questo giorno di festa e di gioia, celebriamo il ritiro della scomunica che in fin dei conti sigla la vittoria e il trionfo della tradizione della Chiesa cattolica. Non era possibile relegare la tradizione e la verità in secondo piano”.

La Fraternità nel passato ha sempre sostenuto che la scomunica non era valida, rimanete di questa opinione?: “ le ripeto, noi non abbiamo cambiato nessuna delle nostre idee. La scomunica erogata ed inflitta non era valida, era frutto di errore. Quello della Santa Sede è un bel gesto, coraggioso ed onesto unilaterale, sia pur sollecitato con una lettera. Ma gesto unilaterale e basta. Per concludere, siamo felici, disposti al dialogo, ma non a rinnegare la nostra posizione dottrinale”.

Bruno Volpe
viadelcosmo
00domenica 25 gennaio 2009 12:17
Si esiga però dal Papa, una ferma ritrattazione su antisemitismo e negazionismo della Shoah da parte del Vescovo Richard Williamson.

IL tutto, sarebbe doveroso e pacificatore degli animi.
Ghergon
00domenica 25 gennaio 2009 12:31
temo sia la solita strumentalizzazione...mi sembra che Williamson abbia detto un altra cosa...
viadelcosmo
00domenica 25 gennaio 2009 12:39
Si cerchi una sana e veritiera pacificazione tra i popoli, le religioni e le sue fedi.
LiviaGloria
00domenica 25 gennaio 2009 12:55
viadelcosmo
Purtroppo se ci si ancora agli estremi delle varie posizioni...sará ardua impresa...
viadelcosmo
00domenica 25 gennaio 2009 15:26
25/01/2009 12.55
da LiviaGloria:
Purtroppo se ci si ancora agli estremi delle varie posizioni...sará ardua impresa...



da viadelcosmo:

Sì preziosissima Livia, hai perfettamente ragione è proprio così purtroppo, ma , comunque sia proviamoci ancora e sempre.
Qret
00venerdì 30 gennaio 2009 11:50
Un saluto a tutti.

Qualcuno saprebbe spiegarmi qual'è, dal punto di vista formale, l'attuale posizione dei lefebvriani all'interno della Chiesa?

Dopo la revoca della scomunica i lefebvriani restano comunque, per il momento, sospesi "a divinis"?

Nel documento ufficiale del Vaticano, fra le altre cose, si legge:

"Sua Santità Benedetto XVI, che ha seguito fin dall’inizio questo processo, ha cercato sempre di ricomporre la frattura con la Fraternità, anche incontrando personalmente S.E. Mons. Bernard Fellay, il 29 agosto 2005. In quell’occasione, il Sommo Pontefice ha manifestato la volontà di procedere per gradi e in tempi ragionevoli in tale cammino ed ora, benignamente, con sollecitudine pastorale e paterna misericordia, mediante Decreto della Congregazione per i Vescovi del 21 gennaio 2009, rimette la scomunica che gravava sui menzionati Presuli. Il Santo Padre è stato ispirato in questa decisione dall’auspicio che si giunga al più presto alla completa riconciliazione e alla piena comunione."

212.77.1.245/news_services/bulletin/news/23251.php?index=23251...


Grazie in anticipo.
Ghergon
00sabato 31 gennaio 2009 09:49
Re:
Qret, 30/01/2009 11.50:

Un saluto a tutti.

Qualcuno saprebbe spiegarmi qual'è, dal punto di vista formale, l'attuale posizione dei lefebvriani all'interno della Chiesa?

Dopo la revoca della scomunica i lefebvriani restano comunque, per il momento, sospesi "a divinis"?

Nel documento ufficiale del Vaticano, fra le altre cose, si legge:

"Sua Santità Benedetto XVI, che ha seguito fin dall’inizio questo processo, ha cercato sempre di ricomporre la frattura con la Fraternità, anche incontrando personalmente S.E. Mons. Bernard Fellay, il 29 agosto 2005. In quell’occasione, il Sommo Pontefice ha manifestato la volontà di procedere per gradi e in tempi ragionevoli in tale cammino ed ora, benignamente, con sollecitudine pastorale e paterna misericordia, mediante Decreto della Congregazione per i Vescovi del 21 gennaio 2009, rimette la scomunica che gravava sui menzionati Presuli. Il Santo Padre è stato ispirato in questa decisione dall’auspicio che si giunga al più presto alla completa riconciliazione e alla piena comunione."

212.77.1.245/news_services/bulletin/news/23251.php?index=23251...


Grazie in anticipo.




I vescovi e i sacerdoti della fraternità rifiutano il Concilio Vaticano secondo perchè ribalta le decisioni infallibili dei Papi precedenti.
Possiamo affermare che col CVII la Chiesa è stata stravolta e la Messa voluta da Cristo messa nel dimenticatoio e sostituita con una parodia protestante

I lefevriani, nome orrendo affibiatogli da anticristiani, sono semplicemente i cattolici pre 1965 fedeli al dogma di sempre ne più ne meno...ora che la scomunica è stata revocata non esiste più nessuna sospensione, già prima era possibile frequentare le Messe.
Piena Comunione.
Ghergon
00sabato 31 gennaio 2009 09:53
CITTA' DEL VATICANO - “Riconosciamo il Magistero della Chiesa fino al Concilio Vaticano II, è quello che abbiamo sempre detto”. Si è espresso in questi termini con l'Adnkronos don Pierpaolo Petrucci, Priore del Priorato di Rimini della ‘Fraternità di San Pio X’ in merito al problema dell'accettazione del Concilio Vaticano II da parte dei lefebvriani.

“Il Concilio Vaticano II del resto - ha aggiunto il sacerdote - è un Concilio pastorale e non dogmatico, non ha definito dogmi di fede, la sua è un autorità pastorale, quindi che può essere discussa ed è quanto vogliamo fare”. “Molte affermazioni del Concilio - ha proseguito don Pierpaolo - contraddicono il Magistero dei Papi precedenti”. “Il Vaticano II - ha insistito - è il primo Concilio della storia che mette in discussione tutto ciò che la Chiesa affermava precedentemente”. In quanto alle parole pronunciate mercoledì dal Papa e alla richiesta di accettazione del Concilio Vaticano II, don Petrucci ha affermato che l'intenzione della Fraternità è ora quella di approfondire e discutere i diversi aspetti del Concilio con le autorità vaticane: “È nostra esigenza discutere con la Chiesa - ha detto il sacerdote - dei temi di fondo”. “La scomunica ci è stata tolta senza che a noi fosse stata posta alcuna condizione, si è trattato di un atto unilaterale del Papa», ha evidenziato don Petrucci. I Lefebvriani italiani vogliono farsi conoscere e far conoscere le loro idee e il contributo che possono dare alla vita della Chiesa. “Abbiamo sempre avuto fiducia nella Chiesa - ha chiarito don Pierpaolo -, non è mai stata nostra intenzione costruire una Chiesa parallela”. “Il fatto che prima eravamo considerati scismatici e successivamente questo scisma è stato revocato senza che ci fosse chiesta alcuna condizione - afferma il sacerdote della Fraternità - costituisce un riconoscimento implicito delle nostre idee dopo che siamo stati messi all'indice ingiustamente”. Tra le richieste che ora la Fraternità farà alla Santa Sede c'è anche quella della “riabilitazione di Monsignor Marcel Lefebvre, che è stato un vescovo missionario”, racconta don Petrucci. “Se da una parte è possibile dire che questo Papa dal punto di vista liturgico è legato alla tradizione, dal punto di vista dell'ecumenismo è in linea con il Concilio Vaticano II. Noi siamo rimasti scandalizzati dalla preghiera che Benedetto XVI ha fatto nella moschea blu di Istanbul durante il suo viaggio in Turchia” che avvenne nel novembre del 2006, ha quindi vergognosamente dichiarato Don Petrucci. Il sacerdote lefebvriano ha inoltre rammentato che “già Pio XI condannava tutte le relazioni interreligiose”.

www.papanews.it/news.asp?IdNews=11488

Qret
00sabato 31 gennaio 2009 14:13
Re:
Ghergon, 25/01/2009 12.31:

temo sia la solita strumentalizzazione...mi sembra che Williamson abbia detto un altra cosa...



"Chi nega il fatto della Shoah non sa nulla né del mistero di Dio, né della Croce di Cristo"

Il Vaticano non si sarebbe scomodato nel pronunciare queste parole se ci fossero stati dubbi.

Il fatto che esistano negazionisti della Shoah anche fra religiosi è cosa certa.




Qret
00sabato 31 gennaio 2009 14:38
Re: Re:
Ghergon, 31/01/2009 9.49:




I vescovi e i sacerdoti della fraternità rifiutano il Concilio Vaticano secondo perchè ribalta le decisioni infallibili dei Papi precedenti.



E fanno malissimo poiché hanno fatto voto di obbedienza, povertà e castità e se disobbediscono sono ribelli.
Contano sempre le ultime decisioni papali e non quelle precedenti, Papa Benedetto non ha forse ribaltato una decisione di un suo predecessore revocando la scomunica?
Questa conta e le altre no?


Ghergon, 31/01/2009 9.49:


Possiamo affermare che col CVII la Chiesa è stata stravolta e la Messa voluta da Cristo messa nel dimenticatoio e sostituita con una parodia protestante



La questione è stata risolta e parlarne ancora significa fare sterile polemica.
Parlare poi di "parodia protestante" a me pare quanto mai inappropriato, oggi convivono le due liturgie e sarebbe bene evitare queste definizioni; messa cattolica a tutti gli effetti altro che parodia protestante.


La questione poi non si limita affatto alla liturgia, i cattolici pre-conciliari rifiutano l'ecumenismo e quindi disobbediscono.




Ghergon, 31/01/2009 9.49:


I lefevriani, nome orrendo affibiatogli da anticristiani, sono semplicemente i cattolici pre 1965 fedeli al dogma di sempre ne più ne meno...ora che la scomunica è stata revocata non esiste più nessuna sospensione, già prima era possibile frequentare le Messe.
Piena Comunione.



"Il Santo Padre è stato ispirato in questa decisione dall’auspicio che si giunga al più presto alla completa riconciliazione e alla piena comunione."

Questo riporta il documento ufficiale di revoca della scomunica.

Il che vuol dire, senza alcuna ombra di dubbio e per bocca del Papa che la piena comunione non ancora c'è.




Ghergon
00sabato 31 gennaio 2009 23:50
Evidentemente non conosci il problema: lo Spirito Santo non si contraddice, MAI.
Per duemila anni nessun Papa ha contraddetto il precedente, il dogma è rimasto intoccato...il depositum fidei.
Col CVII molte cose son state messe in discussione e rovesciate.
Siccome noi sappiamo che Dio non si contraddice e qui abbiamo delle contraddizioni allora è evidente che il CVII essendo solo pastorale, anomalia mai avvenuta prima, è altamente imperfetto.
Il CVII non è vincolante.
Per la cosa che il Papa può dire il contrario degli altri Papi ti posso dire con fermezza che così non è...tutti i Papi precedenti per 1965 sono stati coerenti e assolutamente fedeli, gli ultimi tre no.
Ti consiglio di approfondire il magistero perchè non funziona come credi, la cosa è più complessa.

Sull'ecumenismo ne abbiamo già parlato parecchie volte, il dialogo serve solo ed esclusivamente per convertire a Cristo quando questo non avviene il dialogo ad oltranza e solo per motivi di pace è demonico.
Gesù stesso disse di essere venuto a portare la spada...

Per la Messa moderna questa fu elaborata assieme ai protestanti e tutti sanno che questa Messa ha poco a che vedere con il SACRIFICIO DI CRISTO e che l'altare è stato sostituito con un affronto a Gesù in un tavolo e in un convivio...

La piena comunione c'è caro Qret, i lefevriani da sempre sono in comunione col Papa ed ora la scomunica è stata revocata.
Qret
00domenica 1 febbraio 2009 01:33
Ghergon, tu ti riconosci nella Chiesa di Roma e nell'autorità del suo Papa?

LiviaGloria
00domenica 1 febbraio 2009 08:31
E un vero peccato che il Papa nella sua misericordia ponga la mano verso la revoca delle scomuniche e invece di prendere la mano in pace,dall altra parte si continui imperterriti nella disubbidienza.

Il Papa ha chiaramente affermato che vi é ancora un CAMMINO di riconciliazione da fare...e il fatto che si usi il termine "implicito"per far dire al papa cose non dette come il rifiuto del CVII ,messa...lo trovo MOLTO scorretto.

Implicito é un termine che usa chi non vuole spostarsi dalle sue idee mettendole in bocca al papa posizioni non solo NON dette,ma con affermazioni assolutamente contrarie.

Il papa é per il concilio ed ha dichiarato cio da sempre.

I lefebriani hanno avuto spirito di ribellione e mi dispiace notare certe cose anche oggi.
Non ci si puo mettere al posto di papi,concili e altro e consiglio vivamente informsarsi sulla storia della chiesa,ma non solo degli ultimi 300 ANNI,DOVE SI VEDRÁ L EVOLUZIONE DI ESSA NEL CORSO DELLA STORIA,da sempre.

Chi nega i papi non ha ubbidienza,la stessa ubbidienza che una certa rigida fede chiede ai suoi fedeli....

Se i lebebriani avessero ragione,allora dovrebbero rinnegare la chiesa prima del concilio tridentino e anche quella dopo il CVII....mi sembra un po troppo....
LiviaGloria
00domenica 1 febbraio 2009 08:48
Altro fatto...nel corso della storia tutte le separazioni e gli scismi come ario ,i protestanti,fratelli d oriente(e tanti,tanti altri) diedero contro la chiesa e molti con la supposta immoralitá di essa o per questioni teologiche e anche di messa dei suoi servi...quindi la cosa non é nuova...é ciclica.
Il fatto che noi oggi viviamo il fatto della fraternitá non dovrebbe indurre a pensare che siano combattimenti assolutamente "moderni".

La messa,come oggi la conosciamo o come la fraternitá la vuole conoscere ha subito variazioni nel tempo,non era stabile...quindi che dire...che la chiesa non é mai esistitá?

Le ribellioni servono solo ha non mettere in pratica cio che il Signore chiese per i suoi fedeli "Padre...fai che siano uno solo come noi lo siamo"

Non volevano una chiesa parallela...ma hanno fatto vescovi a conto loro..non é incongruenza?
Dicono di appartenere alla chiesa e ne sconfessano i papi...ma allora quale chiesa?
Misericordia voglio...disse il Signore.



Qret
00domenica 1 febbraio 2009 09:43
Bravissima LiviaGloria, sottoscrivo parola per parola.

Chi è un buon cristiano si riconosce nella Chiesa di Roma, ha il massimo rispetto per l'autorità papale, osserva la regola dell'obbedienza e vive nella grazia di Dio.

Chi invece sa di disobbedire, deve per forza sapere che non può vivere nella grazia di Dio poiché disobbedisce al Ministro che sulla Terra lo rappresenta: il Papa.

Non è affatto vero che i lefebvriani vivono in piena comunione allo stato attuale; la revoca della scomunica è stata solo un primo passo verso la riconciliazione come il Papa ha chiaramente detto.

Assistiamo invece ad una cosa inaudita, i lefebvriani nella persona del vescovo Fellay chiedono con una lettera la revoca della scomunica, riconoscendo quindi l'autorità papale, appena l'hanno ottenuta ci tengono a precisare che tale revoca è stata concessa "senza condizioni" riaffermando quindi il loro atteggiamento disobbediente.

Accettano la misericordia del Papa ma non recedono nemmeno di un millimetro dalle loro posizioni.

Per il Papa questo costituisce un affronto; non dimentichiamo che buona parte del cammino di Benedetto XVI si è svolto dopo il CVII, pienamente accettato e mai messo in discussione ed è certo che non ci saranno ripensamenti in tarda età da parte del Papa.

Cosa sperano dunque costoro?

Vogliono rientrare nella Chiesa con la revoca della scomunica e, nello stesso tempo, vogliono perseverare nella disobbedienza continuando a rifiutare il CVII, rifiuto che era stato la causa della scomunica.

E' possibile tutto ciò?

Dovranno piegarsi per forza, pentirsi per aver peccato di disobbedienza e rientrare finalmente nella grazia di Dio.

Ghergon
00domenica 1 febbraio 2009 10:12
Re:
LiviaGloria, 01/02/2009 8.31:

E un vero peccato che il Papa nella sua misericordia ponga la mano verso la revoca delle scomuniche e invece di prendere la mano in pace,dall altra parte si continui imperterriti nella disubbidienza.

Sei sicura o presumi per partito preso chi sia il disobbediente?
Chi disobbedisce Livia?
Chi disobbedisce a Cristo?
Chi ha la fede fissa ed immutabile di duemila anni o chi in 40 anni la stravolge?



I lefebriani hanno avuto spirito di ribellione e mi dispiace notare certe cose anche oggi.
Non ci si puo mettere al posto di papi,concili e altro e consiglio vivamente informsarsi sulla storia della chiesa,ma non solo degli ultimi 300 ANNI,DOVE SI VEDRÁ L EVOLUZIONE DI ESSA NEL CORSO DELLA STORIA,da sempre.

Evoluzione della Chiesa?
Questa è un eresia bella e buona.
Nulla si evolve nel mondo e tanto meno la VERITA' che è il deposito di fede intoccabile, base e fondamento di tutto, quello che i nemici di Cristo chiamati modernisti tentano di oltraggiare.
Come non esiste evoluzione in biologia e fisica così non ne esiste e mai esisterà nella Santa Madre Chiesa e il solo pensarlo per la fede per la morale per la liturgia per la teologia per la discplina e per il campo pastorale è pura eresia.


Chi nega i papi non ha ubbidienza,la stessa ubbidienza che una certa rigida fede chiede ai suoi fedeli....

Chi ha mai negato un Papa?
Da sempre la fraternità Pio X è stata in comunione con i penultimi tre Papi anche se erranti.


Se i lebebriani avessero ragione,allora dovrebbero rinnegare la chiesa prima del concilio tridentino e anche quella dopo il CVII....mi sembra un po troppo....

Il concilio tridentino Livia è stato fatto col pieno appoggio dello Spirito Santo e riassume la posizione di 1500 anni di Chiesa mentre il CVII è solo pastorale e l'appoggio dello Spirito Santo come dimostrano i documenti non è stato richiesto il che è un tutto dire..




Ghergon
00domenica 1 febbraio 2009 10:23
Re:
LiviaGloria, 01/02/2009 8.48:

Altro fatto...nel corso della storia tutte le separazioni e gli scismi come ario ,i protestanti,fratelli d oriente(e tanti,tanti altri) diedero contro la chiesa e molti con la supposta immoralitá di essa o per questioni teologiche e anche di messa dei suoi servi...quindi la cosa non é nuova...é ciclica.
Il fatto che noi oggi viviamo il fatto della fraternitá non dovrebbe indurre a pensare che siano combattimenti assolutamente "moderni".

Scismi?
Ora essere per la Vera Messa e il magistero di duemila anni è da scismatici?
Non si usino termini impropri.
Gli eretici che citi erano gente indiavolata ne più ne meno.
Ora gli eretici sono nella chiesa con la nuova teologia che tenta di stravolgere tutto...mentre i tradizionalisti perseverano nella VERA FEDE


La messa,come oggi la conosciamo o come la fraternitá la vuole conoscere ha subito variazioni nel tempo,non era stabile...quindi che dire...che la chiesa non é mai esistitá?

Mai sentito.
La Messa è sempre stata quella pre 1965, quella moderna invece risulta essere un pericoloso allontanamento dal volere di Dio ed è stata protestantizzata...quindi speriamo nella Misericordia Divina.


Le ribellioni servono solo ha non mettere in pratica cio che il Signore chiese per i suoi fedeli "Padre...fai che siano uno solo come noi lo siamo"

Non volevano una chiesa parallela...ma hanno fatto vescovi a conto loro..non é incongruenza?
Dicono di appartenere alla chiesa e ne sconfessano i papi...ma allora quale chiesa?
Misericordia voglio...disse il Signore.

Anche qui resta da vedere chi sia a prodigarsi nel tentativo di instaurare una chiesa parallela....qui in questo forum parliamo proprio di NWO e di infiltrazione diaboliche...







Ghergon
00domenica 1 febbraio 2009 10:35
Re:
Qret, 01/02/2009 9.43:



Assistiamo invece ad una cosa inaudita, i lefebvriani nella persona del vescovo Fellay chiedono con una lettera la revoca della scomunica, riconoscendo quindi l'autorità papale, appena l'hanno ottenuta ci tengono a precisare che tale revoca è stata concessa "senza condizioni" riaffermando quindi il loro atteggiamento disobbediente.

disobbeddiente a cosa?
Alle moschee in ogni quartiere tradendo il volere di Cristo?
Sai che anche Pietro potrebbe errare?


Il dovere di cristiano non è giudicare la coscienza di qualcuno ma solo di approvare o disapprovare le scelte.
L'infallibilità del Papa non è affatto garantita nelle scelte pastorali e nelle norme disciplinari e meno ancora sono infallibili in queste cose i vescovi.
E' vero il dovere è quello di accettare le norme dei successori degli apostoli anche quando non sono le migliori ma non è più lecito ACCETTARLE QUANDO CALPESTANO DI FATTO QUEL CRISTO CHE, STANDO AL LORO STESSO INSEGNAMENTO è tutto il bene spirituale della Chiesa.



Accettano la misericordia del Papa ma non recedono nemmeno di un millimetro dalle loro posizioni.



Per il Papa questo costituisce un affronto; non dimentichiamo che buona parte del cammino di Benedetto XVI si è svolto dopo il CVII, pienamente accettato e mai messo in discussione ed è certo che non ci saranno ripensamenti in tarda età da parte del Papa.

Cosa sperano dunque costoro?

Vogliono rientrare nella Chiesa con la revoca della scomunica e, nello stesso tempo, vogliono perseverare nella disobbedienza continuando a rifiutare il CVII, rifiuto che era stato la causa della scomunica.

E' possibile tutto ciò?

Dovranno piegarsi per forza, pentirsi per aver peccato di disobbedienza e rientrare finalmente nella grazia di Dio.

Tu hai le capacità di dire chi è davvero nella Grazia di Dio oppure no, o giudichi soltanto chi è oggettivamente retto nella fede per una tua opinione del tutto personale?
Chi è in Grazia di Dio?
Chi fa il volere di Cristo chi fa solo quello dell'uomo ripetendo così il peccato originale?






Ghergon
00domenica 1 febbraio 2009 10:37
Re:
Qret, 01/02/2009 1.33:

Ghergon, tu ti riconosci nella Chiesa di Roma e nell'autorità del suo Papa?




ti sei mai accorto della foto nei miei post?


Qret
00domenica 1 febbraio 2009 12:16
Vive nella grazia di Dio chi rispetta i precetti della Chiesa di Roma e la volontà del Papa osservando il dovere dell'obbedienza.

Vivono fuori della grazia di Dio i ribelli che disobbediscono alla volontà del Ministro che rappresenta Dio sulla terra: il Papa.

Gridiamolo forte!


I lefebvriani sono rientrati nella Chiesa da ribelli, un gesto di arroganza inammissibile.

O nella Chiesa obbedienti.

O fuori dalla Chiesa ribelli.

Mai ribelli dentro la Chiesa, la ribellione semina discordia e non passerà!

Gli ex scomunicati dovranno piegarsi alla volontà papale, Il Papa è nella grazia di Dio e tutti coloro che lo seguono nella sua volontà lo sono.

I ribelli invece, finchè restano ribelli non saranno mai nella grazia di Dio.

Essere nella grazia di Dio significa compiere fino in fondo il proprio dovere di cristiani e fra i doveri ai primi posti troviamo l'obbedienza: io sono obbediente alla Chiesa di Roma.

Tu Ghergon ti proponi di obbedire alla Chiesa di Roma o resti fedele alla Chiesa di Econe?

La foto del Santo Padre, finché non ti pentirai per la tua disobbedienza, la mostrerai indegnamente, stanne certo.

Mostrare la foto del Papa non ti assolve dal peccato di disobbedienza, che è certo, manifesto, reiterato e sostenuto con un'arroganza che costituisce solo un pessimo esempio per tutti i cristiani.

Ghergon
00domenica 1 febbraio 2009 13:28
Allora

1 smetti di scrivere in neretto perchè è chiaro indice di maleducazione del tutto simile a chi scrive in maiuscolo...stai gridando forse?

2 mi sa di si...
difatti scrivi "gridiamolo forte"...ma caro figliuolo perchè vuoi gridare forte al mondo la tua totale inconsapevolezza in materia di fede?

3 ti ringrazio del proclama elargito dall'alto della tua cattedra ma spiace informarti che sei completamente a digiuno di catechesi e che quindi forse faresti bene a calmarti un attimo perchè se per te essere in Grazia di Dio significa "... chi rispetta i precetti della Chiesa di Roma e la volontà del Papa osservando il dovere dell'obbedienza"...cosa erratissima, allora sei un po' fuoristrada e quindi ti pregherei di non sentenziare così se non hai piena cognizione di causa delle tue affermazioni [SM=g27824]
Ti consiglio di aprire la sezione libri e di scegliere uno dei testi da noi consigliati per erudirti sulla faccenda.



La foto del Santo Padre, finché non ti pentirai per la tua disobbedienza, la mostrerai indegnamente, stanne certo.



mi spiace contraddirti anche qui io sono in piena comunione col Papa, evidentemente scambi le tue personali idee con la realtà delle cose. [SM=x268930]



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