" La 7"
3 sere fa ho visto Scalfari intervistato a "ottoemezzo" da Ferrara sulla TV "La7".
Ho ancora nella memoria l'intervista che ha fatto a Socci qualche settimana fa. E' par-condicio.
Si è parlato dello stesso argomento, di Dio, della Chiesa, della visione del mondo.
E' stata una fortuna per me vedere Scalfari, è ancora direttore di "La Repubblica" ?
Sembrava di vedere un generale che parlava a un ufficiale di grado inferiore, dentro la stessa caserma.
A un certo punto Scalfari chiede a Ferrara se è in procinto di convertirsi facendo con la mano un punto di domanda. Il che equivale passare all'avversario, dunque è alto tradimento.
Egli lo evince dai suoi articoli nel "Foglio".
A essere sincero anche a me pare che Ferrara abbia simpatia per il cristianesimo, l' ho capito quando intervistava Socci.
Ferrara si barcamena, dribla, dice che suo nonno era un famoso massone.
Scalfari mi dà l'impressione di essere parte degli stati generali di La7, si muove come a casa sua, e parla come a un figlio ribelle: è lui che tira fuori la parola "rimprovero".
Ferrara mi sembra un figlio davanti al padre, che gli dice: dove sei stato sabato sera? Ti vedo cambiato !
Scalfari espone la sua ramanzina, cioè la sua filosofia di vita, dicendo che non crede in Dio, al sacro, alla Chiesa.
Parla del relativismo etico, che ognuno ha la sua opinione o punto di vista, che non sopporta quelli che dicono di avere la verità in tasca perchè sono superbi.
Dice che la mosca ha la stessa natura dell'uomo, stessa dignità, soltanto che l'uomo pensa. Questo però non significa che l'uomo è religioso, ma che è un animale che pensa.
E' incredibile ma è quello che Padre Livio ripete a ogni catechesi giovanile, quando parla del potere massmediatico.
Scalfari lo ripete tale e quale, solo che è ai microfoni di La7.
Ma quello di cui vi voglio parlare è l'impressione che ho avuto su Scalfari.
E' una figura rigida, sembra di vedere un ghiacciolo.
Ha degli occhi estremamente vigili, sul chivalà, attento a non subire il colpo, anzi, pronto all'occorrenza di sferrare il contrattacco.
E' fiero della sua autosufficienza.
Ha le mani che gli tremano, ma quando gli stanno per fare una domanda tremano anche le braccia.
Anche quando nega di credere in Dio è contratto.........per me è il segno del proprio IO che lo domina.
Ci mette dello sforzo nel negare Dio, è lucido, si rende conto della portata di quello che dice, e cita S. Agostino per far vedere che non è uno sprovveduto, citando però quello che gli fa comodo a sostegno dei suoi ragionamenti.
Ma perchè quella gente lì ci tiene così tanto ad essere atei ? Con lui si può parlare di morale, ma non di fede.
Non è il nostro Dio nato in una grotta, avvolto in fasce in una mangiatoia ?
Ricordo ha detto che è l'uomo a inventare Dio per sopperire alla sua fragilità, un atteggiamento infantile.
Invece il motivo logico c'è:
"5 Il diavolo lo condusse in alto e, mostrandogli in un istante tutti i regni della terra, gli disse 6 “Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni, perché è stata messa nelle mie mani e io la do a chi voglio. 7 Se ti prostri dinanzi a me tutto sarà tuo”
(Luca cap. 4)
Per avere potere, denaro, prestigio, si vende l'anima al diavolo !
Invece quando vedevo Socci parlava con l'animo in pace, sereno, pronto a rendere ragione della fede che è il lui, con generosità.
I suoi occhi erano accesi, caldi, mentre quelli di Scalfari erano scrutatori, penetranti come lame.
Scalfari difende con la propia forza il "vuoto", perchè Satana è il principe della menzogna, l'antiverità.
Socci invece ha scoperto una persona, Dio, che lo ama, ne parla come il suo innamorato, sia per farlo conoscere che per difenderlo.