GAD LERNER attacca la Chiesa coi preti pedofili all' INFEDELE.

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unCRISTIANO2
00mercoledì 14 aprile 2010 15:42


Conosco già l'orientamento politico dell'ebreo Gad, e su un tema così scottante volevo vedere fino a che punto si spingeva, ed ha confermato il suo proverbiale livore anticattolico e anticristiano.

C'è una cosa che mi è tornata chiara quando l'ho visto: ho capito perchè prima dell'ultimo Concilio esisteva una preghiera che metteva in guardia dagli ebrei, recitata alla fine della messa. Il clero ha voluto toglierla, anche per la pressione degli ebrei, ma ora ho costatato che aveva un senso.

In essa si parla della "perfidia" degli ebrei.

Ecco, è la parola giusta per definire Gad : perfido !

A lui non gli basta trovare il marcio nella Chiesa, e guarda caso anche quest'anno gli attacchi mediatici più virulenti coincidono con il periodo della Pasqua, quando nella liturgia si fa eco al ruolo che hanno avuto gli ebrei nella morte di Gesù, oltre che ad essere il momento più proficuo per battezzare nuovi cristiani.
Il male è male e va denunciato, ma un'altra cosa è come viene usata la verità.
Gad usa il marcio per attaccare tutta la chiesa, in primis il Papa. Bisogna soffocarla nel suo fango, nè più nè meno come si doveva lapidare l'adultera scoperta in flagrante, secondo la legge di Mosè.
E' emerso che i vescovi hanno coperto gli scandali per salvaguardare l'immagine della Chiesa, e in un periodo in cui molti preti lasciavano l'abito, papa Woityla diede ordine di rendere più difficili questi abbandoni perchè la chiesa aveva bisogno di preti: lo si capisce anche oggi vedendo la crisi di vocazioni.
Posso capire l'arduo dilemma di un vescovo: lasciare una parrocchia senza prete e sacramenti, oppure metterci un prete col vizietto ? (preti con l'amante, attaccati ai soldi, al potere, che bevono...) . Quelli buoni, sebbene siano la grande maggioranza, non bastano mai.
Se io fossi stato al posto di un vescovo avrei lasciato una parrocchia senza prete: non è giusto che siano gli innocenti a pagare per la crisi di vocazioni. Il Vangelo dice che bisogna PREGARE il padrone della messe (Dio) per far arrivare operai alla sua messe.
Ma nonostante ciò ci ha pensato la Madonna a riempire il vuoto con le nuove comunità che ha creato, e i suoi messaggi.

Gad gioca il suo asso dicendo che il cardinale Ratzingher sapeva e non ha fatto nulla per impedire che questi abusi continuassero. Lo scopo è delegittimare il Papa e spingerlo alle dimissioni, come hanno gia fatto alcuni vescovi. Negli USA diverse diocesi hanno fatto bancarotta per le multe che hanno dovuto sborsare, e già si pensa di fare altrettanto in Italia. Lo scopo è sempre il solito: annientare la chiesa in europa, renderla senza radici, un mercato anonimo per le banche di Gad per il grande Israele & C.

Gad ha manifestato la sua perfidia anche quando ha definito la parola "Cristoterapia" come un termine "pagano", dopo aver parlato di Don Gelmini che era stato spretato dopo essere stato condannato in un processo per abuso sessuale nella comunità terapeutica da lui fondata.

Non voglio dire che tutti gli ebrei sono come Gad, lui rappresenta l'intellighenzia affaristica, quella razza di gente che metterebbe oggi di nuovo in croce Gesù; così come nella Chiesa esiste una categoria di preti che hanno disonorato il sacerdozio di Cristo.

Bisogna stare attenti a non cadere nel vortice della caccia alle streghe, che è roba loro (di quelli che tradiscono Cristo), ma rimanere lucidi con lo sguardo fisso su Gesù.

Comunque io ho totale fiducia nella promessa di Gesù che gli inferi non prevarranno sulla Chiesa perchè è di origine divina: se i preti non parlassero lo faranno gli asini e le pietre !





LiviaGloria
00mercoledì 14 aprile 2010 17:41
Condivido pienamente il tuo post.

Direi che Gesù ci parlò molte volte mettendoci sull avviso "la zizzania che cresce col grano,che gli scandali DOVEVANO succedere,ma guai a colui che li avrebbe provocati,la parabola delle vergini,quella del padrone del campo,quella "padre contro figlio,ecc",e tante altre,ma Egli ci garantì che le tenebre non la prevvarranno e non solo...che sarebbe stato con noi fino la fine.

Purtroppo la zizzania esiste ed è sempre esistita,Dio stesso disse di non tagliarla fino la fine dei tempi per non rischiare che con la zizzania fosse tagliato anche il grano.

Il male và assolutamente estirpato dallo Chiesa,ma il bene và anche evidenziato.

Che lo scandalo serva ad un obbiettivo che và oltre allo scandalo stesso,cioè la distruzione dell intera Chiesa,è ovvio e palese visto che i media fanno risuonare solo gli scandali della Chiesa e non tutti quelli fuori di essa,che sono il 99% dei casi.

Giovanni Paolo disse "non abbiate paura",e così dobbiamo essere perchè se Dio è con noi,chi è contro di noi?
LiviaGloria
00giovedì 15 aprile 2010 14:45
www.mascellaro.it/node/42413

l New York Times: il migliore. Appello in Rete
di Armando Torno
Tratto da Il Corriere della Sera del 14 aprile 2010

Il trentenne conservatore Ross Douthat, opinionista tra i più puntuti degli Usa, sul New York Times di ieri ha scritto un articolo intitolato «Il miglior Papa». In esso si legge una difesa dell’integrità morale di Benedetto XVI, che per il columnist non si può mettere in discussione anche nel tempo precedente la sua ascesa al trono di Pietro. Il rigore che lo contraddistingue si manifestò in occasioni delicate, soprattutto durante i giorni del pontificato di Giovanni Paolo II. Che fu un Papa, per Douthat, «sempre amato», nonché «bello e carismatico», al quale si perdonò tutto. Invece Ratzinger aveva già l’immagine del «Rottweiler di Dio».

Fa specie che proprio sul New York Times esca questa difesa. Anche se il polverone mediatico potrebbe ripartire dal mondo anglosassone, si sta creando un’opinione trasversale che offre attenuanti al pontefice o lo difende. Per esempio, Hendrik Hertzberg sull’ultimo numero del laico New Yorker, in un articolo intitolato «Indulgence», dopo aver ricordato Martin Lutero e l’attuale crisi di potere e di cultura della Chiesa, ammette che Benedetto XVI «si incontrò personalmente con le vittime dell’abuso durante la sua visita nel 2008 negli Stati Uniti». E aggiunge: anche i suoi critici sono d’accordo sul fatto che abbia affrontato il problema più seriamente che in passato. Inoltre, un appello con settanta firme del mondo francofono si sta diffondendo da una decina di giorni. Ha raccolto intellettuali, filosofi, giornalisti, drammaturghi, docenti universitari, artisti e personalità varie. Nomi che si sono ritrovati in pochi giorni grazie alla rete (attraverso il sito www. appelaverite. fr). Tra i firmatari troviamo Jean-Luc Marion, dell’Académie Française, professore a Parigi e a Chicago. In una brevissima nota inviataci dagli Usa ha scritto: «È evidente che la crisi dei preti pedofili è stata male gestita, è evidente che gli attacchi sono sproporzionati e fondamentalmente ingiusti». C’è poi Remi Brague, professore di filosofia e membro dell’Institut, lo scrittore Françoise Taillandier, la filosofa Chantal Delsol (anch’essa membro dell’Institut); vi troviamo l’attore Michael Lonsdale, il matematico —insignito della medaglia Fields— Laurent Lafforgue. E ancora: Alain Joly, pastore luterano, Bernadette Dupont, senatrice, Jacques Arènes, psicanalista. Chiudiamo con Fabrice Hadjaj, giunto al cattolicesimo dopo ideali rivoluzionari e letture dei grandi nichilisti del Novecento. Scrittore e filosofo, nato nel 1971 a Nanterre da genitori ebrei di origine tunisina, lo scorso anno fece rumore la sua idea di una «nuova mistica della carne». Attaccava ogni riduzione dei rapporti a «masturbazione assistita», quel «tecnicismo» con relativa «morale borghese» capaci di rinchiudere «il desiderio sessuale nel preservativo».

Ribadiva Hadjaj: «È la Chiesa l’unica a non aver paura di liberarlo fino in fondo». Nel testo di tale appello si legge, tra l’altro: «I casi di pedofilia nella Chiesa sono, per tutti i cattolici, fonte di sofferenza profonda e di dolore estremo. Membri della gerarchia della Chiesa hanno riscontrato in alcuni dossier gravi mancanze e disfunzioni, e noi rendiamo omaggio alla volontà del Papa di fare luce su questi casi. Con i vescovi, e in quanto membri della stessa Chiesa, i laici cattolici si fanno carico del peso dei crimini di alcuni sacerdoti e delle debolezze dei loro superiori; si mettono risolutamente, come Cristo invita a fare, dalla parte di quanti soffrono maggiormente per questi crimini». E, dopo aver auspicato che la verità emerga e si affronti «serenamente e fraternamente» tutto ciò che ha reso possibile tali offese, il testo prosegue: «Al di là del diritto all’informazione, legittimo e democratico, non possiamo che constatare con tristezza in quanto cristiani, ma soprattutto in quanto cittadini, che numerosi mass media nel nostro Paese (e in Occidente in generale) trattano questi casi con parzialità, scarsa conoscenza o viva soddisfazione. Da riassunti, sintesi e generalizzazioni, il quadro della Chiesa che viene fatto attualmente dalla stampa non corrisponde a ciò che vivono i cristiani cattolici». Va aggiunto — ci ha confidato una fonte vicina al patriarcato di Mosca— che l’accusa è circolata soltanto in forme ridotte nella cattolica Polonia (è stata ripresa la dichiarazione del portavoce vaticano), mentre il mondo scandinavo l’ha quasi ignorata. In Russia è apparsa in poche righe nelle agenzie e non è stata ampliata o commentata dai giornali.

Il sito della Izvestia tace, quello della Pravda anche, nemmeno radio e televisioni hanno avuto qualcosa da dire. L’unica curiosità, che ha suscitato un moderato interesse, riguardava l’idea di interrogare ed eventualmente ammanettare il Papa. Solo grazie a questa trovata si è saputo quel che stava accadendo. Anzi, in seguito al ritorno di un bambino russo di sette anni adottato negli Usa (di nome Artëm Saveliev), rifiutato dalla famiglia americana, i media di Mosca da qualche giorno stanno accusando gli Stati Uniti di una particolare forma di pedofilia.
LiviaGloria
00giovedì 15 aprile 2010 14:47
di Luisa Arezzo
Tratto da cronache di Liberal del 14 aprile 2010

Nikolaus Lobkowicz è una delle personalità di spicco del mondo intellettuale mitteleuropeo, e soprattutto una delle figure più appassionate a rendere presente la Chiesa nel mondo della cultura e della politica.

Proprio per questo, gli abbiamo chiesto di commentare l'attuale attacco mass mediologico (e non solo) perpretrato contro Papa Benedetto XVI e ilVaticano.

La gravità dello scandalo della pedofilia tra le fila del clero cattolico è fuori discussione ed è stata riconosciuta in più occasioni da Benedetto XVI, che ha parlato di «vergogna» e ha invitato alla «penitenza». Altrettanto chiara è però la strumentalità di una campagna mediatica di dimensioni planetarie senza precedenti. Qual è il suo fine?
Come giustamente sottolinea, è necessario distinguere tra gli eventi scandalosi e l'eccitazione dei mass media. Inoltre, è più giusto parlare di abusi sessuali sui giovani piuttosto che di pedofilia. Quest'ultima è un'aberrazione sessuale, mentre i casi in questione hanno molte forme diverse e probabilmente anche molte cause diverse. L'agitazione su questi atti esecrabili non è del pubblico in generale, ma è principalmente indotta da due caratteristiche dell'informazione: in primo luogo i mass media, che per loro stessa natura sono molto interessati a vendere notizie; e in secondo luogo molti giornalisti si considerano critici eletti dal Weltgeist per giudicare qualsiasi cosa succeda nel mondo. A volte sono tentato di domandare a quelli che si stanno occupando dei casi in questione: «Ora, per favore, ditemi quando è stata l'ultima volta che Voi vi siete comportati come porci?». Non avendo il timore di poter essere contraddetti pubblicamente, è facile immaginare che cederanno alla tentazione di fare di un'inezia una montagna. Ovviamente i casi in questione non sono inezie, ma se si considera il numero di episodi simili collegati a parenti stretti - genitori, zii, amici di famiglia - l'attuale cronaca dei mass media dell'intera vicenda è completamente sproporzionata.

Gli attacchi di cui è fatto oggetto il Papa sulla pedofilia sono simili a quelli che la Chiesa ha ricevuto in altri momenti: prima ci sono state le battaglie del modernismo contro Pio X, poi l'offensiva contro Pio XII per il suo comportamento durante l'ultimo conflitto mondiale e infine quella contro Paolo VI per l'Humanae vitae. La Chiesa deve ciclicamente attraversare un periodo di Passione, come Cristo?
Io posso rispondere solo in merito alla situazione tedesca. Da un lato, in quanto cristiani, dobbiamo essere sempre pronti a rispondere alle calunnie e alle persecuzioni; dopo tutto Cristo lo ha predicato e certamente non pensava soltanto al periodo dei martiri prima della svolta costantiniana. Dall'altro lato, i tedeschi erano così entusiasti che il Papa fosse uno di loro che dall'elezione del cardinale Joseph Ratzinger sono sempre rimasto in attesa di un contraccolpo. Il fatto che questo non sia avvenuto con Giovanni Paolo II è abbastanza insolito, probabilmente dovuto allo straordinario carisma dello scomparso Karol Wojtyla. Il carisma di Benedetto XVI è diverso: prima di tutto è uno dei maggiori teologi cattolici del nostro tempo - un carisma che, in quest'epoca così superficiale - non è certo facilmente apprezzabile.

Dietro gli attacchi al pontefice ci sono visioni della famiglia e della vita contrarie al Vangelo?
Certamente, anche questo. Viviamo in un'epoca in cui le persone odiano che gli venga ricordato quanto vivano nel peccato. Nel caso di Giovanni Paolo II si tendeva a guardare oltre e perdonarglielo, alla stregua di un piccolo capriccio di un uomo molto carismatico.

Ieri il Vaticano ha pubblicato sul suo sito internet che, con decisione inappellabile, il Papa può ridurre allo stato laicale il prete pedofilo, mentre un vescovo ha l'obbligo di denuncia alla magistratura solo se previsto dalle leggi dello Stato. Si tratta di linee guida già introdotte nel 2003, ma rese pubbliche per la prima volta. Un passo nella giusta direzione?
È senza dubbio un'adeguata risposta in caso di abuso sui minori e i più giovani. A me però sembra importante rimarcare che il compito del vescovo di informare le autorità secolari rimanga ben circoscritto solo ad alcuni casi. Se si creasse la condi- zione in cui un vescovo dovesse denunciare per forza alla magistratura ogni atto commesso da un suo sacerdote contrario alle leggi di un determinato paese, si potrebbero creare situazioni molto problematiche. Immaginate laddove è considerato un crimine opporsi al governo o, come in Cina, avere più di due figli. Non ci vuole molto per comprendere la delicatezza di simili situazioni. E ancora, cosa dire riguardo al dovere di un sacerdote di osservare il segreto della confessione? Il padre confessore dovrebbe negare l'assoluzione fino al momento in cui il peccatore non si fosse auto denunciato? Ma anche il quel caso il confessore sarebbe legato al segreto.

Questo Papa può essere avvertito come un capro espiatorio?
Come capro espiatorio di cosa? Sì, forse un capro espiatorio per il messaggio scomodo della Chiesa. Ogni volta sono sorpreso dell'odio con cui questa viene attaccata. Molti pensano: «non vogliamo che ci siano ricordate le parti scomode del messaggio cristiano. Amiamo quelli che lo diluiscono».

La grande caratura culturale e filosofica di Benedetto XVI può cambiare - così come il papato di Giovanni Paolo II - la natura della Chiesa. Può essere questa la motivazione dell'attacco nei suoi confronti?
No, io non credo che l'elevata qualità intellettuale di Benedetto XVI sia la ragione di questi attacchi. Per quanto questo sia un attacco e non primariamente una conseguenza della cultura dei nostri mass media, è un attacco diretto alla Chiesa nel suo complesso. C'è un numero di persone che sarebbero felici di sopprimerla così come fecero i regimi comunisti. Come ho già detto, Cristo ci ha avvisato...

Fin dalla sua elezione, si è intentato un processo all'ultraconservatorismo di Benedetto XVI, ripreso di continuo dai mass media. Ma un Papa può essere altra cosa che conservatore?.
Credo che sia assolutamente insensato descrivere Benedetto XVI come un conservatore. È da etichettare come tale colui che si oppone alle pericolose derive - per l'intera umanità! - del nostro tempo? L'opposizione progressista/conservatore si applica alla politica, certamente non alla Chiesa.

C'è cristianofobia nel Sud del mondo - dove i cristiani vengono anche bruciati e crocifissi - e c'è un crescente atteggiamento anticattolico nel Nord del mondo. Gli uomini di Chiesa ne sono spaventati, ma la comunità cristiana in questa precisa fase storica sembra incapace di reagire con la forza e lucidità necessaria.
A cosa vuole alludere dicendo questo? Io non vedo in Europa una crescita della cristianofobia, ma solo l'ossessivo atteggiamento di un gruppo ristretto. E la potenza dei mass media che li seguono - obbedendo al loro, sfortunato, "dovere di informazione". Detto questo, non mi pare che la comunità cristiana sia spaventata. Piuttosto, visto che parliamo di pedofilia, direi che è imbarazzata. Per carità, a ragion veduta, visto che per un considerevole arco di tempo non è stata capace di gestire il caso dei preti pedofili nella giusta maniera. Non vi è dubbio che alcune persone si stiano oggi allontanando dalla Chiesa, ma sono gli stessi che già da tempo erano, per qualche ragione, propensi ad abbandonarla. In Germania, c'è una crescente attenzione ai casi di pedofilia perpetrati nelle scuole private: che nulla hanno a che fare con la Chiesa. Recentemente, ho pensato di scrivere un articolo su un quotidiano a favore dell'abolizione di tutti i padri, gli zii e gli amici di famiglia, visto che una piccola parte di questi si sono macchiati di violenze e seduzioni sui bambini. Il modo in cui i mass media affrontano l'argomento è assurdo: la Chiesa ha ignorato poche dozzine di casi, mentre vengono tenuti segreti la maggior parte dei casi che quasi quotidianamente si discutono in tribunale. Sottolineare questo non significa sottostimare lo scandalo che colpisce la Chiesa; piuttosto tendere a ricordare alle persone le reali proporzioni della vicenda. In Germania c'è una crescente attenzione al fatto che il problema non è il prete pedofilo, bensì il modo in cui le autorità ecclesiastiche hanno gestito la situazione. Quest'ultimi hanno trasferito dei sacerdoti in altri luoghi invece di - da un lato - prevenire ogni possibile altro contatto con i bambini, e dall'altro, informare le autorità competenti. Per come la vedo io la vera natura del problema è che il Vaticano ha cercato di affrontare la situazione secondo la legge canonica e non secondo quella dello Stato. L'abuso sessuale di un ragazzino è un crimine, non soltanto un peccato. Per essere chiari: è un peccato molto grave secondo l'ordine secolare. Se un prete si macchiasse di omicidio, le autorità ecclesiastiche certamente non tenterebbero di prevenire la sua condanna al carcere. Almeno lo spero...

Un alto prelato italiano mi raccontava di recente che alcuni sacerdoti sono stati insultati mentre camminavano per strada; che altri - specie in Nord Europa - sono visti con sospetto e ci pensano due volte prima di accostarsi a un bambino, anche solo per dire una parola, perché bloccati dagli sguardi delle madri. Come potrà un giovane superare tutti questi ostacoli e decidere di dedicarsi alla vita attiva in seno alla Chiesa? Quest'ultima, teme un'ulteriore emorragia delle vocazioni. Soprattutto in Occidente. Come arginare e ridare fiducia?
Il caso di cui mi parla può accadere, certo, così come accade che qualcuno sputi a degli immigrati di colore solo perché alcuni di loro hanno rubato qualcosa. In Germania, comunque, ci sono molte manifestazioni di solidarietà verso quegli istituti cattolici dove sono accaduti gli abusi. Alcuni ex allievi di una di queste scuole hanno pubblicato un discorso nel quale si dicevano felici sia dei loro convitti che dei loro insegnanti cattolici, e che mai avevano notato nulla di tutto quello che veniva descritto dai media. Il mio figliolo più grande ha passato un certo numero di anni in un convitto benedettino che oggi è sospettato di due o tre casi di pedofilia. Ebbene, lui adorava quella scuola e non si è mai accorto di nulla di tutto ciò che è stato descritto dai giornali.

Questa campagna è nata all'estero ed è tuttora combattuta soprattutto all'estero. L'epicentro sono gli Usa, con un'appendice importante in Germania, Gran Bretagna, Austria. Il Washington Post ha chiesto le dimissioni del pontefice. Der Spiegel scrive di lui come della «fallita missione di Jospeh Ratzinger». Fatta eccezione per gli ambienti strettamente eccelsiastici, fra i laici solo in Francia si è creato un movimento di intellettuali in difesa del Papa. Nel resto di Europa solo qualche voce isolata. Come giudica questo silenzio?
È noto che giornali e settimanali come Der Spiegel e il Washington Post esagerino le notizie per stimolare le vendite. Fanno soldi rimestando nel torbido e creando notizie sensazionali. Altri quotidiani sono stati molto più cauti sulla vicenda, soprattutto dopo che è emerso che in molte scuole affatto cattoliche succedeva la stessa cosa. Accuse del tenore «È fallita la missione di Joseph Ratzinger» sono semplicemente ridicole. È come se un presidente fosse invitato a dimettersi perché il numero degli omicidi nel proprio paese fosse passato dall'1 al 2 percento. Mi ripeto: il problema non sono gli abusi sessuali ma il modo in cui l'autorità ecclesiastica ha gestito l'intera vicenda. Hanno capito certamente troppo tardi che certi crimini non possono essere affrontati e risolti solo in camera caritatis, ma devono essere perseguiti anche secondo le leggi dello Stato. Molto interessante sarà capire come e in che modo l'agitazione presente inciderà sul Codex iuris canonici. In alcuni casi, la Chiesa - che è comunque parte del mondo secolare - non potrà e non vorrà evitare di consegnare i suoi peccatori alle autorità civili. Dopo tutto, i sacerdoti non sono solo membri della Chiesa, ma anche cittadini o quantomeno abitanti dello stato secolare.

www.mascellaro.it/node/42429
LiviaGloria
00giovedì 15 aprile 2010 15:06
Sull'agenzia del Pime, Asianews lo scandalo dei preti pedofili visto dalla Thailandia del turismo sessuale
di Giacomo Galeazzi
Tratto da Oltretevere, il blog di Giacomo Galeazzi, il 12 aprile 2010

“Le accuse ai preti pedofili sono una cosa che mi fa vergognare e mi imbarazza, ma ho anche molta compassione per le vittime e i colpevoli degli abusi. Per questo è importante non ridurre tutto alla denuncia. Molto meglio essere discreti e aiutare i colpevoli – segnati senz’altro da ferite - e le vittime che sono state abusate. Solo così si può far nascere il positivo anche da queste esperienze amare”. Parla così su Asianews padre Adriano Pelosin, 64 anni, missionario Pime, in Thailandia da 29 anni, e da più di 12 impegnato nel recupero di bambini di strada abusati dai genitori, usati come strumento di piacere per il turismo sessuale, abbandonati dalle loro famiglie. Lo scandalo dei preti pedofili anche se riportato sui giornali thailandesi, non ha grosso impatto sulla gente. “Qui – continua il sacerdote – vi è una legge che proibisce di parlare di scandali dei monaci e della casa reale. Il papa e i sacerdoti sono assommati al mondo religioso buddista e per questo si parla poco. Fra i cattolici vi è comunque una certa vergogna per il modo in cui alcun i ministri sacri abbiano macchiato il loro servizio e tradito la fiducia che dei bambini o ragazzi e ragazze hanno posto in loro”. Per questo, egli dice, i colpevoli devono essere perseguiti e non ci deve essere nascondimenti o silenzi. “Ma – aggiunge - è il momento giusto di guardarsi dentro, sacerdoti e laici, credenti e non credenti: se dei preti hanno sbagliato così, chissà quanto hanno sbagliato tutti gli altri! Gesù’ direbbe: Chi è senza peccato scagli la prima pietra. E Se Dio ha chiamato l’esercito dei giornalisti ad accusare la Chiesa, - come una volta ha chiamato l’esercito assiro a distruggere Gerusalemme – bisogna stare attenti a non andare al di la dei limiti che Dio stesso pone ad ogni punizione”. Secondo p. Pelosin, la sola denuncia rischia di essere sterile. “Vivo in mezzo a tanti casi di vittime della pedofilia, e non da parte di preti, ma da parte di membri del circolo familiare delle vittime: padri verso i figli; fratelli maggiori verso fratelli minori; zii e parenti verso i nipoti… È qualcosa che colpisce in profondità i bambini. Eppure io preferisco non parlarne mai in pubblico, non farne oggetto di conversazione. Anzitutto perché altrimenti rischio di spingere le vittime alla disperazione; in secondo luogo perché puntare tutto sul negativo non porta a nulla. Molto meglio essere discreti e aiutare i colpevoli e le vittime. Solo così si può far nascere il positivo anche da queste esperienze amare. Assieme alla giustizia, bisogna usare anche la misericordia”. P. Pelosin ha salvato molte volte ragazzi 12enni dal giro della prostituzione (soprattutto omosessuale, da parte di occidentali). Rimane stupito del fatto che “le denunce contro i preti vengono da un mondo permissivo e anarchico, dove la violenza e la libertà sessuale sono affermati come un diritto: “C’è come una vendetta nei confronti della Chiesa che si erge a giudice delle azioni degli altri”. “In realtà questo è un momento per prendere coscienza della bellezza dei bambini, della loro dignità e fragilità, del loro bisogno di rispetto e amore che tutti devono portare loro, a partire da genitori, insegnanti, e dalla società in generale. E bisogna ripensare ai bambini che vengono soppressi nel seno materno: è questo è il più grande abuso, che perfino una madre fa al suo bambino, magari con l’approvazione ufficiale di quelle autorità per perseguono gli abusi sessuali dei preti”.

Un altro fatto che stupisce p. Pelosin è che “ci sono denunce ai preti solo su questi scandali sessuali e non su altri aspetti del loro lavoro, come manipolazione di soldi, ruberie, pigrizie”. Tutto questo lo spinge a pensare “che vi sia una vera e propria campagna contro il papa e i sacerdoti”, dimenticando che oltre a questi casi umilianti “vi è anche tantissimo bene che viene compiuto”. L’ultima raccomandazione di p. Pelosin è di “non temere di far fronte a tutti questi scandali: essi sono un’occasione di purificazione”. E dopo aver citato la lettera che Benedetto XVI ha scritto ai cattolici irlandesi sugli scandali dei preti pedofili qualche settimana fa, aggiunge: “È il momento per un esame di coscienza mondiale: dovremmo prendere coscienza dei diritti dei bambini poveri, che non hanno cibo sufficiente, non possono andare a scuola, muoiono delle malattie più comuni perché non possono curarsi. La comunità internazionale deve domandarsi sulle responsabilità di questi abusi su milioni di bambini, che a causa dell’indifferenza finiscono per essere poi abusati in tutti i sensi dagli adulti: schiavitù, sesso, accattonaggio, bambini-soldato, spaccio di droga. Non è forse il mondo ricco e indifferente a negare i diritti a milioni di bambini?”.



www.mascellaro.it/node/42351
LiviaGloria
00giovedì 15 aprile 2010 15:10
forumnwo.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd...

Fermo restando che bisogna fare assoluta e ferma pulizia,visto il rapporto di questo documento redatto da enti laici e non a difesa di minosi,mi chiedo,come mai non saltano fuori tutti gli abusi anche di famiglia,dottori,scuola?
Questa riflessione è per dimostrare che i media non interessa l abuso,l ingiustizia,ma una distruzione della chiesa e senzazionalismo.

I preti che hanno sbaglaiato vanno condannati senza se o ma,ma la violenza su minori è una piaga sociale mondiale,và denunciata,ma tutta!

I sottorifugi mediatici USANo dolori enormi,in primis quello dei bambini, per scopi puramente economici e di ideologie varie.

Gesù:
Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare. Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che avvengano scandali, ma guai all’uomo per colpa del quale avviene lo scandalo!

Se la tua mano o il tuo piede ti è occasione di scandalo, taglialo e gettalo via da te; (...) E se il tuo occhio ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te.


La Chiesa deve "tagliare " lo scandalo da sè,la società idem,noi...uguale.

LiviaGloria
00domenica 25 aprile 2010 12:16
Pseudopedofili



Un esperto ci spiega che in Italia, ogni anno, il 96 per cento dei casi registrati relativi a denunce di minori che sostengono di aver subito una violenza sessuale è falso…


di Francesco Agnoli




All’incirca un anno fa, nel maggio 2009, prima che la questione pedofilia nella chiesa fosse su tutti i giornali, Marco Casonato, docente di Psicologia dinamica all’Università di Milano Bicocca, autore di lavori scientifici sull’argomento, partecipò a un convegno nell’ateneo milanese intitolato “Abusi, falsi abusi e scienze forensi”. Proprio in quei giorni era stato reso noto un dato molto interessante: il 96 per cento circa dei casi registrati ogni anno in Italia, relativi a denunce di minori che sostengono di aver subito una violenza sessuale, è falso. Il professore commentava il dato ironizzando: “Un tempo si diceva che l’Italia fosse un paese di santi, eroi e navigatori. Adesso sembra che tutti quanti abbiano lasciato il posto ai pedofili”. L’idea del professore è che di pedofilia “è molto facile essere accusati ingiustamente. Basti pensare che in diversi asili, piscine o teatri per bambini non è più possibile scattare una foto, pena l’essere guardati con sospetto. I genitori alle recite dei propri figli proibiscono ad altri genitori di riprendere lo spettacolo con le telecamere per paura che tra loro si nasconda un pedofilo che diffonderà le immagini. Si è scatenata una psicosi, insomma”. Aggiungeva: “Dal 1993-94 è stato un crescendo. In Italia si è ripetuto quanto era accaduto negli anni Ottanta in America. Vicende simili a quelle di Rignano Flaminio e Brescia sono già successe negli Usa. Si può dire che il fenomeno ha investito un po’ tutti i paesi occidentali, chi prima e chi dopo”. Leggendo queste dichiarazioni, in perfetta sintonia con quelle di molti altri esperti, mi è sembrato opportuno sentire il professor Casonato riguardo ai fatti attuali. Anche perché ha recentemente curato per Franco Angeli il volume scientifico “Pedoparafilie: prospettive psicologiche, forensi, psichiatriche”. La questione pedofilia, mi ha spiegato, è “una maionese impazzita incominciata a fine anni Settanta; in tanti ci hanno zuppato dentro, a proprio vantaggio. Se vuole un altro paragone, ora è come uno sciame di vespe che non si sa dove vadano; oppure un’arma di distrazione di massa. In verità, però, la pedofilia ha una incidenza modesta, ben diversamente da quanto i media ogni tanto cercano di affermare, contribuendo a enfatizzare e a creare psicosi, a generare nuove denunce che poi si riveleranno inconsistenti”. Riguardo alla chiesa, mi spiega il professore, che confessa di non conoscerla dal di dentro, “mi sembra che si possa dire che i preti non rappresentano una categoria particolarmente a rischio”. E’ la chiesa come istituzione che è un po’ ricattata, in questo caso: “C’è molta politica dietro”. La pedofilia oggi è spesso “una clava usata a danno di qualcuno”. Certamente “gli attacchi alla chiesa sono attacchi veri e propri, oltre che, talora, regolamenti di conti interni; non sono neppure da trascurare vecchie ruggini con protestanti, anglicani ecc., riemerse magari in occasione del rientro di alcuni gruppi anglicani nella chiesa di Roma. Ci sono anche i vecchi pregiudizi a tornare a galla: da sempre alcuni protestanti fondamentalisti accusano i cattolici, soprattutto nel mondo anglosassone, di ogni ignominia”. Questo chiaramente perché l’accusa in questione si presta meglio di altre: è la più diffamante, la più sensazionale, la più difficile da scrollarsi di dosso, ed è nello stesso tempo, tra le tante possibili, una delle più ardue da smentire. A ciò si aggiunga che per un certo mondo protestante, il Papa è ancora oggi l’“anticristo”, chiunque egli sia, come 500 anni fa. Commenta Casonato: “Queste inimicizie si conoscono, sono storiche, però si tratta anche di un boomerang cattolico visto che parte di coloro che hanno contribuito a fare crescere il business della caccia al pedofilo e a crearne i presupposti vengono dalle università cattoliche. Quanto agli Stati Uniti molte accuse sono state transate extragiudizialmente, ma vengono considerate come condanne. Spesso erano ricatti ben congegnati, cui – stante la situazione sociale – era difficile opporsi in giudizio (giurie popolari etc). Ne deriva una vera caccia alle streghe che – salvo la pena di morte – ha probabilmente fatto più vittime di quella del ’600 (che non fu supportata dalla chiesa, ma dai politici)”. Ricordo al professor Casonato gli innumerevoli casi di religiosi accusati di pedofilia, magari condannati in primo grado e poi assolti; da don Govoni, alle suore della Val Seriana, ai tre sacerdoti dell’asilo Sorelli di Brescia; dal cardinal Bernardin, in America, a padre Kinsella e a suor Nora Wall – accusata di stupro, condannata all’ergastolo e poi riconosciuta innocente dopo essere diventata per tutti, giornali e tv, il “diavolo Wall” – in Irlanda. “E’ accaduto e accade anche a tanti laici, coinvolti in liti, ricatti, paure collettive: se si è colpevoli, ben venga la giustizia, ma se si è innocenti, si rischia di stare ugualmente anni sui giornali e in carcere”. Chiedo al professore cosa ne pensa del Papa e lui ricorda di aver curato il suo libro già citato insieme con uno psichiatra tedesco, Friedemann Pfäfflin, che fu protagonista di un convegno in Vaticano voluto proprio da Ratzinger alcuni anni orsono, per affrontare l’argomento pedofilia: “Dell’attuale Papa si può dire che è uno di quelli che si è occupato del problema, ben più di altri che lo hanno preceduto”.
Il Foglio 22 aprile 2010
Postato il Venerdì, 23 aprile @ 15:28:24 CEST di Peppone



www.fattisentire.org/modules.php?name=News&file=article&...
Jonh T.
00martedì 4 maggio 2010 00:45
Re:
La bufera scatenata con ogni probabilità da oltre oceano ha come mandanti le lobbyes internazionali, che con questo Papa hanno trovato un pericoloso (dal loro punto di vista) nemico.
Questo Pontefice sta risollevando da alcune cadute la Chiesa, che organizzazioni internazionali e massoniche vorrebbero sconfitta, per questo motivo gli hanno gettato un simile attacco.
unCRISTIANO2
00martedì 4 maggio 2010 15:14
John

Ciao, ci si rivede ogni tanto.


Ho sentito padre Livio spiegare sto fenomeno.

Dice che in Inghilterra c'è parecchia gente che vuole tornare alla chiesa cattolica e il Papa ha stipulato un documento per guidare questo esodo. L'attacco è partito dalle nazioni anglosassoni per evidenti ragioni di interesse.
La massoneria in Inghilterra è parecchio influente.. . . ed è il porto franco di ogni organizzazione anticattolica.


Jonh T.
00martedì 4 maggio 2010 18:00
Re: John
unCRISTIANO2, 04/05/2010 15.14:


Ciao, ci si rivede ogni tanto.


Ho sentito padre Livio spiegare sto fenomeno.

Dice che in Inghilterra c'è parecchia gente che vuole tornare alla chiesa cattolica e il Papa ha stipulato un documento per guidare questo esodo. L'attacco è partito dalle nazioni anglosassoni per evidenti ragioni di interesse.
La massoneria in Inghilterra è parecchio influente.. . . ed è il porto franco di ogni organizzazione anticattolica.



ciao carissimo...
tutto bene?

Si l'ho sentito pure io: ricordiamoci che tutta l'operazione del risorgimento in Italia ebbe come regia le potenti logge anglosassoni.

unCRISTIANO2
00mercoledì 5 maggio 2010 15:31
john


Grazie, io sto bene.

Guardavo che proprio oggi inizia la festa dei 150 anni dell'unità d'Italia, e Napolitano spinge nei suoi discorsi ad avere più senso patriottico. Ma è chiaro che i suoi discorsi arrivano puntuali quando il federalismo della Lega sta crescendo.
Ha detto che l'unità favorisce il progresso della Nazione.

Hanno paura che col federalismo la classe politica centralista perda dei privilegi, altro che sviluppo del paese.
Perchè invece non esportare i modelli di lavoro e di sviluppo delle regioni avanzate in quelle più retrograde ?
L'assistenzialismo non ha mai cambiato il sud. Insegnamogli a pescare e se hanno l'acqua della crisi che gli arriva alla gola cominceranno a tirare fuori il loro orgoglio e si rimboccheranno le maniche.


Ma quello che più mi ha amareggiato è stato il commento della CEI. Per fortuna la Chiesa lascia ai fedeli la libertà di voto.


I vescovi hanno detto, attraverso Bagnasco, che l'Unità della Nazione è un "tesoro" da salvaguardare. Ma vuoi che i vescovi non sappiano qual'è il programma federalista della Lega ? Ci mancava poco che dicessero che è EGOISMO. Dunque se hai voglia di lavorare sei un egoista, ma se lavori per i parassiti sei un bravo italiano, quello che vuole Napolitano.

Quando ci fu il Risorgimento, hanno dovuto combattere contro lo Stato della Chiesa, altrimenti non ci sarebbe mai stata l'Unità d'Italia, e dicono che c'era anche la Massoneria a combattere contro la Chiesa. Allora la chiesa difendeva il suo staus quo.

Oggi la chiesa si comporta nello stesso modo di allora, difende il suo status Quo, perchè anche lei come organizzazione centralistica romana è nella stessa barca.

E' sempre stato difficile separare potere spirituale da quello politico..............nella storia.







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