IL MOTO PERPETUO DELLA MEDITAZIONE.

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viadelcosmo
00lunedì 7 ottobre 2013 15:52
IL MOTO PERPETUO DELLA MEDITAZIONE, la persona dovrebbe partire da se stessa, ossia dal proprio vivificato spirituale, propongo una meditazione costante ininterrotta che sia distinta dalla vita corrente sensibile, due vite distinte ma non separate.


La differenza del non farla e nel farla sta tutto nella presa di coscienza, non occorrono tecniche ne esercizi vari basta solo adoperarsi con l'essere presente a se stessi sia sul piano sensibile che sul piano spirituale, non occorrono maestri in quanto il maestro di te stesso non sei altro che tu stesso.


Per fare un esempio calzante, direi che nella rappresentazione della vita sensibile, ne sei l'oggetto, mentre in quella spirituale costante ininterrotta meditativa ne sei il soggetto in un insieme tra i vari mondi, consiglio di avere tale meditazione senza soluzione di interruzione per come dovrebbe avvenire dal momento in cui veniamo concepiti ed iniziamo a respirare come in realtà avviene da sempre solo che la luce del pensiero sta nell'essere cosciente di ciò, questo è, un altro esempio potrebbe essere sentire, il bisogno di andare in un tempio esteriore per pregare, quando noi sappiamo che il vero Tempio di DIO, è il suo Tabernacolo che è posto dentro l'uomo nel suo Tempio interiore.


Capisco anche che se l'uomo trovi utile sia il tempio esteriore che un ipotetico maestro guida nella persona di qualcuno che potrebbe essere visto come un supporto a se stesso o il sostituto di quel Tempio interiore ancora non consapevole in se, bene perché no, ne faccia pure uso è nel suo pieno diritto, è tutto nelle sue facoltà sorrette dal libero arbitrio e discernimento.

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