Cina e Brasile
fonte:
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Mondo/2009/05/brasile-lula-cina.shtml?uuid=1d5c3702-43cf-11de-898d-44ce9b2bd65e&DocRulesView=Libero
Lula: «Rafforzare l'asse commerciale Brasile-Cina»
dal corrispondente Roberto Da Rin
Un viaggio che va ben oltre il rafforzamento delle relazioni bilaterali. Quello a Pechino del presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva é una missione mirata a centrare due obiettivi: siglare un accordo finanziario per lo sviluppo di attivitá petrolchimiche tra Brasile e Cina, abolendo l'utilizzo del dollaro nelle transazioni bilaterali tra il gigante latinoamericano e quello asiatico.
L'accordo con Petrobras.
La missione di Lula, accompagnato da 230 imprenditori, é quella di siglare un grande affare con Hu Jintao, presidente della Cina: un finanziamento, pari a 10miliardi di dollari, per moltiplicare la capacitá di esplorazione e produzione petrolifera nei giacimenti brasiliani offshore scoperti nei mesi scorsi al largo di San Paolo e Santos. Si tratta di aree definite "pre-sale", che avrebbero potenzialitá enormi ma che richiedono ingenti investimenti per arrivare all'estrazione. In cambio i cinesi porterebbero a casa 200mila barili di greggio al giorno. Il piano i Lula é quello di trovare un socio forte che possa aiutare l'ambiziosissimo progetto di Petrobras, la societá petrolifera nazionale, che nei prossimi 5 anni vorrebbe investire 174 miliardi di dollari nell'estrazione petrolifera spingendo cosí il Brasile nell'olimpo dei grandi Paesi produttori. In un periodo in cui i mercati internazionali di capitali boccheggiano, la Cina viene giudicato il partner piú affidabile e solvente.
Le relazioni Brasile-Cina.
Poche settimane fa un dato molto esplicativo diffuso dal ministero dell'Industria brasiliano: per la prima volta le esportazioni di prodotti brasiliani verso la Cina hanno superato quelle dirette negli Stati Uniti. Le relazioni tra i due Paesi, negli ultimi mesi, si sono enormemente rafforzate, non solo sul piano commerciale ma anche su quello politico. A Londra hanno fatto fronte comune, nell'ultima riunione del G-20. Lula e Hu Jintao hanno insistito sulla necessitá di rifomare le istituzioni finanziarie mondiali, ovvero il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale, che entrambi considerano obsolete e poco rappresentative, in quello che hanno definito un
"Nuovo ordine mondiale". Anche per questo ieri Lula, in un'intervista all' agenzia Nuova Cina, ha dichiarato che la collaborazione tra i due Paesi «potrebbe portare nel XXI secolo alla creazione di un nuovo panorama mondiale sul piano economico, scientifico e commerciale». E lo stesso Lula ha formulato una domanda retorica in un incontro con i giornalisti della rivista cinese Caijing:
«Perché due Paesi importanti come Cina e Brasile devono usare il dollaro, invece delle loro monete, negli scambi bilaterali?»
Le dichiarazioni del potente presidente di Petrobras, Sergio Gabrielli, costituiscono un altro tassello delle nuove relazioni internazionali: «Non c'é nessuno, nel Governo americano, con cui si possa parlare e dialogare sui temi che sono sul tappeto a Pechino».