IRAN, SCHIAFFO AGLI USA: SOLO PETROEURO

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Alounak
00lunedì 18 dicembre 2006 23:17
di Alberto Zanconato

L'Iran ha deciso di "calcolare" in euro, anziché in dollari, le sue entrate dalla vendita di petrolio e altre transazioni con l'estero ai fini del bilancio dello Stato. Lo ha annunciato il portavoce del governo, Gholamhossein Elham, sottolineando che ciò consentirà a Teheran di affrancarsi dal "monopolio del dollaro".

Ma il governatore della Banca centrale, Ebrahim Sheibani, ha controbattuto qualche ora dopo affermando che le operazioni non avverranno effettivamente tutte in euro, bensì in "molte valute". E quindi, pare di capire, anche in quella Usa. "Procederemo a questo cambiamento (cioé al ricalcolo, ndr) anche relativamente ai fondi iraniani all'estero", ha affermato Elham, aggiungendo che l'Alto consiglio per l'economia del Paese ha approvato una disposizione che ingiunge a tutte le organizzazioni governative di "aprire a partire d'ora in poi i loro conti in euro". Dichiarazioni che non permettono di stabilire se verrà cambiata anche parte dei capitali iraniani già esistenti in dollari presso banche estere. In serata il governatore Sheibani ha corretto il tiro.

"Nel nostro sistema di pagamenti - ha detto - useremo molte valute, e non solo l'euro, in linea con i nostri interessi nazionali". "Anche alcune banche straniere - ha aggiunto il governatore - hanno chiesto all'Iran di usare l'euro, insieme ad altre valute, nelle transazioni del Paese". Le interpretazioni di questa mossa sono molteplici. C'é chi pensa a un annuncio di carattere politico, nell'ambito del confronto in corso con gli Stati Uniti a proposito del programma nucleare della Repubblica islamica. Chi lo interpreta semplicemente come una decisione di bilanciare il paniere delle riserve in valuta straniera - che l'anno scorso raggiungeva quasi i 40 miliardi di dollari - di fronte alla tendenza al ribasso della moneta americana.

E a preoccupare Teheran sono anche le crescenti pressioni finanziarie da parte degli Stati Uniti sul sistema bancario internazionale perché riduca le operazioni con l'Iran. Della possibilità di convertire in dollari le transazioni estere si discute da tempo a Teheran, sia in Parlamento sia nel governo del presidente Mahmud Ahmadinejad. Il ministro dell'economia, Davud Danesh Jafari, aveva detto già un mese fa che la Repubblica islamica avrebbe condotto le sue operazioni con l'estero "in altre divise rispetto al dollaro", poiché ogni transazione in valuta americana nel mondo deve passare sotto il controllo delle autorità finanziarie americane. Saderat.

"Sui dettagli di questi annunci - sottolinea un diplomatico europeo che opera negli scambi commerciali con Teheran - non si sa nulla. Non siamo a conoscenza di alcuna direttiva per la loro applicazione. Potrebbe quindi trattarsi di una presa di posizione politica, alla vigilia di decisioni importanti". Alla vigilia, cioé della possibile approvazione da parte delle grandi potenze di sanzioni contro l'Iran per il suo rifiuto di sospendere l'arricchimento dell'uranio, come gli ha chiesto di fare il Consiglio di Sicurezza dell'Onu. "L'obiettivo dell'Iran - dice invece un altro analista straniero - è probabilmente quello di riequilibrare il paniere delle proprie riserve. Tecnicamente, se lo vuole, può già incassare euro dalla vendita di petrolio. Se però lo stia facendo, lo farà e quando, non si sa".

www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/approfondimenti/visualizza_new.html_2054735...
Alounak
00lunedì 18 dicembre 2006 23:34
L'Iran veut libeller ses avoirs en euros
L'Iran veut libeller ses avoirs extérieurs en euros afin de contourner les pressions américaines visant à limiter ses échanges. De nombreux pays producteurs, notamment le Venezuela, réduisent déjà leurs réserves en dollars au profit de l'euro.
L'Iran, quatrième exportateur mondial de pétrole, veut se passer du dollar au profit de l'euro. " Les ressources de l'étranger et les revenus pétroliers seront calculés en euros, et nous les recevrons en euros pour mettre fin à la dépendance à l'égard du dollar ", a déclaré hier le porte-parole du gouvernement, Gholam Hossein Elham. L'Iran, qui produit 4 millions de barils par jour, rencontre des difficultés croissantes pour conclure des contrats avec des entreprises étrangères depuis que son président Mahmoud Ahmadinejad a relancé un programme nucléaire. L'accès de faiblesse du dollar pousse toutefois la plupart des pays producteurs à diversifier leurs réserves. L'annonce a laissé de marbre le marché des changes.

www.latribune.fr/info/L-Iran-veut-libeller-ses-avoirs-en-euros-~-20061219U6WLRLU-$Db=Tribune/On...
-Ocean-
00giovedì 21 dicembre 2006 17:09
Segue il Venezuela

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Il leader del Venezuela, Hugo Chavez, sta dirottando una quota crescente dei profitti petroliferi del paese verso l'euro, vista la discesa del dollaro e dei prezzi del petrolio. Il dollaro, sceso quest’anno del 9,5% rispetto all'euro, potrebbe soffrire ancora di più nel 2007 e questo perché il Venezuela e i produttori di petrolio, dagli Emirati Arabi Uniti all'Indonesia, vogliono investire più capitali nella valuta comune europea.

Anche il governo iraniano ha ordinato alla banca centrale di convertire in euro le attività denominate in dollari detenute all'estero e di rimpiazzare la divisa Usa con quella europea negli scambi internazionali. Lo ha annunciato il portavoce del governo Gholam Hossein Elham.

Anche se la decisione è stata adottata dal governo di Teheran per rispondere alle pressioni degli Stati Uniti sulle Nazioni Unite per adottare sanzioni contro l'Iran per il suo controverso programma nucleare, tale scelta politica si inquadra perfettamente nella tendenza a scegliere la moneta unica come valuta di riferimento. Elham ha inoltre aggiunto che anche il budget dell'Iran sarà calcolato in euro. 'Le risorse dall'estero e le entrate petrolifere saranno calcolate in euro e le riceveremo in euro per mettere fine alla dipendenza dal dollaro", precisa un portavoce del governo iraniano, secondo il quale "procederemo anche al cambio dei nostri averi all'estero, il che include sia le entrate delle esportazioni, sia le fonti di finanziamento internazionali".

Tornando al Venezuela, Domingo Maza Zavala, uno dei sette componenti del consiglio della Banca centrale del Venezuela, ha spiegato in questi termini la decisione di convertire in euro una quota sempre maggiore dei profitti del suo paese: "Il dollaro americano ha subito un
lungo processo di deterioramento. La strategia di diversificazione è iniziata quest'anno."

Il Banco Central de Venezuela ha ridotto la percentuale dei 35,9 miliardi di dollari di riserve investita in dollari e oro all'80%, una decisione significativa se si considera che una anno fa le riserve in dollari erano pari al 95%. D’altra parte, la nazione sudamericana, quinto produttore mondiale di petrolio, ha aumentato le attività denominate in euro al 15%, da meno del 5%, nello stesso arco di tempo.

La quota di depositi in valuta estera detenuta in dollari da parte dei membri dell'organizzazione dei paesi produttori ed esportatori di petrolio e della Russia, è scesa nel secondo trimestre al 65% dal 67% del trimestre precedente toccando il minimo da due anni, secondo i dati diffusi nella scorsa settimana dalla banca dei regolamenti internazionali.

Il Venezuela potrebbe anche essere spinto dall'ostilità nei confronti degli Usa, osserva Rick Arney, capo strategista valutario di Barclays Global Investors, che gestisce 1.700 miliardi di dollari di asset a San Francisco. Secondo alcuni analisti, lo spostamento dei paesi produttori di petrolio verso l'euro non dovrebbe indebolire il dollaro. Le nazioni Opec hanno ridotto i depositi in dollari di 5,3 miliardi di dollari nel secondo trimestre, rispetto al totale di 632 miliardi di dollari di attività globali.


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19.12.06
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