Il Cristianesimo fu influenzato dai misteri Mithraici?

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Ghergon
00lunedì 24 marzo 2008 23:14
Il Cristianesimo fu influenzato dai misteri Mithraici?




Confutazione della tesi secondo cui il cristianesimo avrebbe attinto, se non addirittura scopiazzato, la religione mithraica.
JP. Holding

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Durante l’era romana, il Mithraismo era forse il piú forte concorrente del Cristianesimo. Il Mithraismo d’oggi giorno é, religiosamente parlando, ininfluente, sebbene sia ancora in concorrenza con il Cristianesimo, ma in modo differente: é uno dei candidati principali per coloro che sostengono la tesi dell’ “imitazione pagana” come una possibile fonte del Cristianesimo.
Riportiamo una serie di scritti ad opera dei uno dei principali autori che sostengono tale tesi, ovvero Acharya S, la quale, nella sua grande opera ‘The Christ Conspiracy’ (118-120), delinea una dozzina di cose che Gesú avrebbe avuto in comune con Mithra e, che di conseguenza, il Cristianesimo ha per forza di cose preso in prestito dal Mithraismo per creare la figura di Gesú. I punti da lei presentati sono:


1. Mithra nacque da una vergine il 25 dicembre in una grotta e la sua nascita fu testimoniata da pastori;
2. Egli era considerato un grande maestro ed un predicatore .
3. Ebbe 12 compagni o discepoli;
4. Venne promessa l’immortalitá ai seguaci di Mithra;
5. Fece miracoli;
6. Essendo il ‘grande toro del Sole’, Mithra si sacrificó per la pace nel mondo;
7. Venne sepolto in una tomba e risorse di nuovo dopo tre giorni;
8. La sua resurrezione veniva celebrata ogni anno;
9. Veniva chiamato ‘il Buon Pastore’ ed identificato con l’agnello ed il leone;
10. Era considerato la ‘Via, la Veritá e la Luce’, ed anche il ‘Logos’, ‘Redentore’, ‘Salvatore’ e ‘Messia’;
11. Il suo giorno sacro era la domenica, il ‘Giorno del Signore’, persino centinaia d’anni prima dell’apparizione di Cristo;
12. La festa principale di Mithra era quella che poi divenne la Pasqua;
13. La sua religione aveva un’eucarestia o ‘Cena del Signore’, durante la quale Mitra disse: “Colui che non mangerà del mio corpo ne berrà del mio sangue per essere unito a me ed io a lui non verrà salvato.”
14. “Il suo sacrificio annuale é la Pasqua ebraica dei Re Magi, redenzione o promessa simbolica di rigenerazione morale e fisica;
15. Samuel Golding viene citato per aver riferito, una volta, che 1 Cor. 10:4 contiene “parole identiche a quelle delle scritture Mithraiche, ad eccezione del fatto che il nome Mithra viene usato al posto di quello di Cristo.”
16. La ‘Catholic Encyclopedia’ (Enciclopedia Cattolica) viene citata in quanto riporta che le funzioni Mithraiche vennero condotte da ‘padri’ e che il ‘capo dei padri’, simile al Papa, ha sempre vissuto a Roma ed era chiamato ‘Pater Patratus’.

Con questo saggio vogliamo offrire una visione generale sul Mithraismo e, allo stesso tempo, analizzare ogni affermazione alla luce delle prove presenti. Comunque, affinché vengano poste le basi, é necessario esplorare brevemente cosa é accaduto nel campo degli studi Mithraici nell’arco degli ultimi decenni. .



Punto della situazione degli Studi sul Mithraismo



Da Cumont a Ulansey: la rivoluzione degli studi Mithraici
Nel 1975, John Hinnells (studioso di Mithraismo) si lamentó del fatto che “la difficoltá pratica che ogni studioso deve affrontare é quella di dover avere una vasta conoscenza in molteplici settori: linguistica, antropologia, storia (indiana, persiana e romana), archeologia, iconografia, sociologia, per poter comprendere discretamente gli studi sul Mithraismo". Hinnells, naturalmente, aveva ragione. Qui, la stessa osservazione puó essere fatta a riguardo degli studi biblici. Ma dato che il Mithraismo è una religione praticamente morta, non esistono equivalenti di scuole religiose che mantengono la fiamma degli studi sul Mithraismo ancora viva, e tanto meno non esistono Autori di una “Patristica Mithraica”, i quali avessero prodotto immense opere e meditazioni su Mithra.

Quindi, non é sorprendente il fatto che dalla fine del XIX secolo fino alla metà del XX ci fosse solamente una persona al mondo che potese essere considerata quale autorità del Mithraismo: Franz Cumont.
Cumont si dedicó alla tesi che presupponeva che la credenza Mithraica fosse incredibilmente varia dagli albori della storia sino al periodo romano. Uno dei primi indizi disponibili circa un dio chiamato Mithra compare in un trattato del 1400 a.C. [Hinn.MS, IX]; da quel momento in poi, Mithra è uno dei vari dei indo-iraniani ed è rinomato per dare ordini, creare uomini e metterli al proprio servizio -- forse in maniera alquanto “militare”. Inoltre, Mitrha sembra essere un dio che rappresenta il concetto di lealtà –una delle molte astrazioni e personificazioni delle virtù nell’antico Oriente, come Bhaga, il dio della condivisione, e Aryaman, il dio dell’ospitalità. Come tale, Mithra era il tipo che andava in giro a punire coloro i quali avessero infranto un patto. Egli era “il guardiano della verità”, “il più caro agli uomini”, colui che “ha le braccia cosí lunghe da catturare chi pronuncia menzogne”, colui che “non ferisce nessuno ed è amico di tutti”, “colui che vede e sa tutto” – difatti il sole era il suo “occhio” sul mondo. Inoltre, Mithra era il responsabile della pioggia, della natura e della salute. Nell’antico pensiero orientale il comportamento morale delle persone (e particolarmente del re) determinava il benessere nazionale e favoriva un clima fertile. Se il re di una certa terra avesse rotto un patto, i suoi coltivatori avrebbero dovuto prendere tutti i loro averi e fuggire, dato che presto Mithra sarebbe passato per tale terra su un carro con l'immagine di un cinghiale sulla parte anteriore (accompagnato da un aiutante divino che rappresenta la Vittoria) e avrebbe scombussolato tutto ció che avrebbe incontrato sul suo cammino e avrebbe rimesso il tutto in ordine [MS.27-51]. In altre occasioni, Mithra era accompagnato da un dio chiamato Varuna, il quale era il suo superiore. Varuna era il dio che aiutava gli uomini nella coltivazione del riso (sebbene fosse comunque compito di Mithra prendersi cura del riso “che maturava nel terreno incolto”); in tale modo, questi due divinità sovrintendevano agli aspetti agricoli delle vite degli uomini.
Il Mithra antico era un personaggio importante: egli era il signore del contratto, fautore della verità. Pacifico, benevolo, protettore, che forniva un posto piacevole dove vivere ed elargitore di bestiame, Mithra non era facilmente adirabile. Piú in la’ nel tempo, nella storia Ariana, egli divenne un guerriero, sebbene in seguito ritornó al suo ruolo di pacificatore. Ma a quel tempo, lo Zoroastrismo cominció a espandersi e Mithra ebbe occasione di intraprendere nuovi compiti. Serví da mediatore fra Ohrmazd e Ahriman, il dio buono e quello cattivo del dualismo Zoroastriano; ma allo stesso tempo, subí una certa degradazione, dato che si trasformó in un membro di un gruppo di sette yazatas che avevano servito gli dei superiori [Cum.MM, 5] e gli vennero assegnati altri attributi, di guardiano, ovvero : doveva portare i demoni all'inferno e le anime al Paradiso.
Per un certo periodo, sembra che le cose fossero alquanto tranquille per Mithra. Fino al primo secolo a.C., Mithra era ancora associato al sole, cosí come lo erano Apollo ed Ermete. [MS.129] E quindi, perchè tutte queste informazioni? Il problema era che Cumont aveva totalmente torto nel dire che l’antico Mithraismo (e diremo, per convenienza, persiano) fosse in continuità col Mithraismo romano. Come si puó notare, il Mithra romano era noto principalmente per avere ucciso un toro; tuttavia, non c’è alcun indizio che riporti che, per qualsiasi motivo, il Mithra persiano fosse mai entrato in un recinto per tori. [MS, xiii] Il Mithra romano non è assolutamente interessato all’applicazione di contratti o alla scorta di demoni all’inferno. E per complicare maggiormente le cose, i suoi seguaci in Persia, a differenza dei Mithraisti romani, non lo adoravano in stanze che assomigliavano a caverne (sebbene Porphyry credesse, in modo errato, che Zoroastro, “il presunto fondatore del culto”, avesse escogitato l’dea di una grotta come immagine dell'universo -- Beck.PO, , né avevano livelli vari di iniziazione, né credevano nella segretezza. [Ulan.OMM, 8]) Semplicamente, non vi é un collegamento fra le due credenze tranne il nome del dio in questione, certa terminologia e certe nozioni astrologiche che erano comunque state importate nell'impero romano da Babilonia [Beck.PO, 87].


Tuttavia, dato che Cumont era convinto della continuità tra il Mithra Persiano e quello romano, presuppose, ad esempio, che il Mithra Iraniano dovesse aver pur ucciso un qualche toro nella Mitologia o leggende della zona e, quindi, modelló le prove per farle combaciare alla sua tesi, sforzandosi cosí a trovare un qualche mito che rappresentasse l’uccisione di un toro (tale uccisione non avvenne per mano di Mithra, ma di Ahriman) ed ammettendo che ci fosse un qualche collegamento od una storia sconosciuta nella quale il Mithra persiiano avesse ucciso un toro. Anche un allievo di Cumont, Vermaseren [Ver.MSG, 17-18], cercó un collegamento tra i due Mithra, ma l’unica storia che potesse in un modo alquanto remoto presentare un certo collegamento fu quella in cui Soma, il dio della vita (il quale, essendo pioggia, veniva descritto come il seme del toro sacro che fertilizza la terra), venne assassinato da un consiglio di dei, tra i quali appariva anche Mithra, il quale era inizialmente contrario alla sua uccisione e dovette, pertanto, essere persuaso a rispettare le decisioni del consiglio. Ma in termini piú semplici, il Mithra romano era tutt’altro dio di quello Persiano. Il Mithra romano era amante della Forza (intesa come attività fisica) portava un cappello frigio (copricapo tipico degli Orientali di quel tempo) ed un mantello. Uccise un toro enorme e si guadagnó il culto ed il rispetto del dio sole. Fece nuove amicizie, ebbe animali che lo aiutarono nell’uccisione di altri tori, e gli furono anche consegnati due gemelli che sembravano suoi figli e che tenevano due torce. Le differenze sono molte e sostanziali quindi.

L'unica cosa uguale tra i due Mithra è l’associazione con il sole, attributo comunque a molti dei.

Fino al momento del primo congresso internazionale di studi Mithraici all’inizio degli anni 70, la mancanza di indizi che provassero la continuità tra il Mithraismo Persiano e quello romano fece insospettire studiosi di Mithraismo sul fatto che il Mithraismo romano fosse “una nuova creazione che usava antichi nomi e particolari iraniani con una certa risonanza esotica al fine di dare un'apparenza esoterica ad un culto misterioso” [MS, xiii] – ed il Mithraismo romano era tale soltanto di nome, semplicemente un nuovo sistema che usava il nome di una famosa divinitá orientale antico per attrarre i Romani urbani che avevano scoperto l’oriente e tutti i relativi attraenti misteri. Si pensi a tale processo come alla riorganizzazione di un’antica religione che cerca di soddisfare i nuovi gusti, con l’unica differenza che tutto ció che mantiene di tale religione è il nome della sua divinitá! E che cosa era questa nuova religione? Per gli anni gli studiosi di Mithraismo furono confusi sul significato dell’immagine dell’uccisione del toro; il problema era, come abbiamo notato, che i Mithraisti lasciarono immagini senza titoli. Pertanto, negli anni 70, uno studioso di Mithraismo disse [MS.437]:"Al momento, la nostra conoscenza sia di pratiche generali che locali di culti di riti di passaggio, di atti ceremoniali e perfino di tutta l’ideologia sottostante è basata principalmente su un’opinione e non sugli avvenimenti".
E Cumont stesso osservó, negli anni 50 [Cum.MM, 150, 152]:
"I libri sacri che contengono le preghiere recitate o gli inni che venivano cantati, il rituale per gli iniziati e le cerimonie delle festività sono spariti e ne sono rimaste poche tracce… [noi] conosciamo le discipline esoteriche dei Misteri soltanto grazie ad alcune imprudenze".
Molto presto, studiosi di Mithraismo notarono qualcosa sulla scena dell’uccisione del toro: i vari esseri umani, gli animali ed altre figure facevano riferimento a delle costellazioni!.Il toro corrispondeva alla costellazione del Toro; lo scorpione a quella dello Scorpione; e così via. Gli studiosi ci impiegarono piú tempo, peró, a capire a quale costellazione corrispondesse Mithra; in principio, Spiedel pensó che corrispondesse alla costellazione di Orione [Spie.MO], ma poi Ulansey propose una tesi che dimostrava che Mithra corrispondesse a Perseo [Ulan.OMM, 26ff] e che il Mithraismo romano fosse fondato su una scoperta “rivoluzionaria„ dell’astronomia di quell’epoca (che era strettamente collegata all'astrologia) secondo la quale “l'intera struttura cosmica si stesse muovendo in una direzione sconosciuta fino a quel tempo„ -- un processo ora chiamato “la precessione degli equinozi”. Conforme alla credenza Stoica secondo la quale una divinitá fosse “fonte di ogni forza naturale”, la personificazione delle forze naturali sotto forma di figure mitologiche divine (e l'origine del culto del Toro), in una città lungamente sotto la dominazione persiana come Tarso e dove Perseo era quindi il dio principale,lo stesso Perseo era la scelta perfetta -- ma questo non era il tipo di cosa che i seguaci desiderassero che fosse a conoscenza di tutti; pertanto, secondo Ulansey, i seguaci scelsero il nome di Mithra (un dio persiano), in parte per coprire l'identità di Perseo (il quale è spesso associato alla Persia), ed in parte a causa di un'alleanza fra i pirati delle Cicladi, i quali introdussero per primi il Mithraismo ai Romani, ed un governante in Asia Minore chiamato Mithridates [Ulan.OMM, 89]. Questa storia é quanto mai aggrovigliata!


Qual' è fu il motivo di questa digressione? Il motivo è fu di avvertire il lettore, affinché stia all'erta ogni qualvolta che un critico dichiarerà che il Mithraismo sia in qualche modo parallelo al Cristianesimo. Si controllino con attenzione le loro fonti. Se, come Acharya S, le loro fonti risalgono a Cumont o al periodo pre Cumont, é piú che certo che stiano usando materiale fin troppo datato.

Inoltre, se dichiarano qualcosa di alquanto definitivo sulla credenza Mithraica, molto probabilmente si sbagliano e certamente basano tale credenza su opinioni espresse da qualcuno che o non é un esperto in Mithraismo (e questo é il caso di Freke e Gandy in The Jesus Mysteries), oppure tali opinioni sono troppo vecchie e giá state smentite.
Gli studiosi di Mithraismo, come si puó notare, non dimostrano in alcun modo che il Cristianesimo abbia mai preso in prestito nozioni filosofiche dal Mithraismo, dato che non posseggono nessuna prova, ad eccezione del fatto che “l'unico campo in cui possiamo accertare che il Cristianesimo imitó il Mithraismo è nell’arte.„ [MS.508n]. Si noti bene che in questo caso non stiamo parlando di Cristianesimo apostolico, ma di Cristianesimo nel terzo e quarto secolo, che, in uno sforzo per dimostrare che la loro fede era quella superiore, intrapresero una campagna "propagandistica" simile a quelle attuali.

Mithra venne rappresentato come colui che uccise il toro mentre lo cavalcava; la chiesa, in maniera simile, descrisse Sansone mentre uccide un leone. Mithra tiró delle frecce ad una roccia per creare una sorgente d’acqua; la chiesa cambió questa scena per creare quella dove Mosé fa scaturire dell'acqua dalla roccia a Horeb. Pratiche di sostituzione iconografica che sono sempre state fatte per ogni culto; Per di piú, ciò non implicó uno scambio o furto Teologico alcuno.
In quanto a tutti gli altri parallelismi, verso la fine degli anni '60, prima dell’arrivo della tesi sull’astrologia, un appello venne fatto “alla possibilità di un’influenza Mithraica„ dato che appariva “in molti casi„ -- ed inoltre, venne detto che “non era stato preso seriamente in considerazione” il fatto che il Mithraismo avesse attinto dal Cristianesimo [Lae.MO, 86]. Ma un parallelismo piú credibile era che i due sistemi “potrebbero aver corrisposto ad una medesima necessità romana, un bisogno sociale ed un interrogativo teologico senza aver saputo dell'esistenza l’un dell’altro. Come in tanti altri casi di filosofia e di letteratura, pensieri paralleli e modelli sociali possono sembrare, indipendentemente l’uno dall’altro, come “nuovi” elementi". Oggi (e perfino secondo Cumont) i parallelismi fatti fra le due fedi (da studiosi professionisti di Mithraismo) sono quasi interamente o caratteristiche religiose “universali” (cioè, entrambe avevano un codice morale; e quale religione non ce l’ha?) o sociologico: entrambe si divulgarono velocemente grazie “all'unità politica e all’anarchia morale dell'Impero.” [Cum.MM, 188-9] Entrambe le fedi attirarono un gran numero di seguaci dalle classi più basse. (E naturalmente, numerose differenze vengono anche menzionate: il Cristianesimo era piú numeroso nelle aree urbane abitate dagli ebrei della diaspora, mentre il Mithraismo era indifferente al giudaismo ed era popolare nelle zone rurali; il Mithraismo attraeva gli schiavi, le truppe ed i funzionari, mentre il Cristianesimo invece fedeli di estrazione piú varia; ecc.)
Ci si puó chiedere se coloro che argomentino la teoria del plagio del Cristianesimo ai danni di Mithra siano a conoscenza di alcune di queste nuove opere sul Mithraismo , e se ciò fosse, che cosa ne pensino;.
La risposta è sì, ne sono a conoscenza; ma che cosa ne pensino è che è nient'altro che un'ennesima cospirazione. Nel suo ultimo sforzo, Acharaya descrisse la tesi della costellazione e della mancanza di prove che dimostrino che Mithra, durante il periodo iraniano, abbia mai ucciso un toro:
La discussione non è convincente e sembra essere motivata dalla possibile ripercussione che avrebbe sul Cristianesimo che tenta quindi di ridimensionare la ben fondata disputa secondo la quale il Cristianesimo copió il Mithraismo in molti dettagli.
Quando studiosi come Ulansey sono implicitamente accusati, come in tale caso, “di essere motivati dalla ripercussione sul Cristianesimo” (o, in altre circostanze, di essere segretamente cristiani), i sostenitori dell'imitazione stanno chiaramente tenendo un’assemblea di "congiurati".

Si penserebbe da questa dichiarazione che Acharya fosse andata in Iran e avesse trovato dozzine di immagini di Mithra che uccide un toro, che risalgono al 500 a.C., ed orme nella sabbia che equivalgono a quelle dei vicini Apostoli. Naturalmente, non trovó niente di tutto ció. Anzi, ci hanno detto che “in realtà, il tema dell’uccisione del toro ed il rituale esistevano in molte culture precedenti all’era Cristiana, indipendentemente dal fatto che sia o meno stata descritta nella letteratura od iconografia persiana.” Nessuno dubita che il tema dell’uccisione del toro esista; peró ci si chiede se appaia come qualcosa che Mithra abbia fatto nell'era pre-Romana. Se Ulansey dimostra che l’azione di Mithra fosse collegata alla scoperta della precessione degli equinozi. Acharaya tenta di offrire una risposta:
Infatti, il tema del toro é il riflettersi dell'Età del Toro, intorno al 4500-2300 A.C, uno dei cicli di 2.150 anni creati dalla precessione degli equinozi. Gli studiosi ritengono che la precessione degli equinozi fosse stata “scoperta” soltanto durante il secondo secolo A.C. dallo scienziato greco Ipparco; tuttavia, è alquanto evidente che la precessione fosse ben nota, dall'elite che governava e dai religiosi, per millenni prima della presunta “scoperta”. Reperti archeologici dimostrano copiosamente che le antiche popolazioni seguissero i cicli della precessione equinoziale.
Con questa dichiarazione, prima di tutto, Acharya si schiera non solamente contro Ulansey, ma, come ci ricorda lo stesso Ulansey, contro gli storici della scienza che concordano sul fatto che Ipparco avrebbe scoperto la precessione [Ulan.OMM, 76]. Inoltre, si oppone anche alle prove di Aristotele ed altri che indicano che tale conoscenza non fosse disponibile prima di Ipparco [ibid., 79]. Al contrario, presuppone una sconosciuta e anonima “elite che governa” e “sacerdoti” che presumibilmente conoscevano la precessione; tuttavia, quando entra nei dettagli, presenta solo un esempio: “il cambiamento fra le età del Toro ed dell’Ariete appare anche nella Bibbia (Esodo 12), quando Mosé istituisce il sacrificio dell'agnello o del montone anziché del toro.” Qui il problema é che, ammesso che abbia ragione, il tutto é nell’ordine sbagliato. Se Esodo simbolizza la precessione, dovrebbe ordinare il sacrificio del toro anziché del montone, e non viceversa. Non che sia di principale importanza, dato che Esodo 12 (dove viene descritta la Pasqua ebraica) non parla di tori, e l’agnello non è ancora diventato una montone, per quanto uno si sforzi di immaginare. Il fatto che “Dupuis insistette sull'identificazione, cosí come fece Volney”, é un piacevole pettegolezzo sulle loro vite, ma non significa molto. Inoltre, le assurde speculazioni di Bunsen sono infondate. “In maniera simile a Ormuzd, Mithra è rappresentato mentre cavalca un toro e Jehovah è descritto mentre cavalca un Cherubino, che equivale a Kirub o toro.” Mithra non è mai stato descritto mentre cavalca un toro; ed inoltre, dove e quando Jehovah avrebbe cavalcato un cherubino e, linguisticamente, come fa a diventare un “toro”? I miti solari dove altri dei non collegati a Mithra (Apis, ecc.) sono descritti o chiamati tori e i sacrifici di tori in vari posti non hanno nessun'importanza con questo problema; asserire semplicemente che sono “essenzialmente lo stesso tema di Mithra quando uccide il toro„ e citare altri esempi simili non lo rendono tale -- specialmente visto che non ci sono prove iconografiche o letterarie che dimostrano tale punto. Sembra che il vero “toro„ qui sia questo zoppicante (nessuna parola lo descriverebbe meglio) tentativo di mettere insieme asserzioni senza avere alcuna base d’appoggio e di gridare "Eureka"„ per impedire che la gente noti che niente sia stato realmente dimostrato.
Dulcis in fundo: non si creda alla lettera a ció che studiosi come Acharya, Freke, Gandy, Wynne-Tyson, ecc. dicono a proposito del Mithraismo. Se così pochi studiosi di Mithraismo hanno acquistato padronanza di tutti gli attrezzi necessari e non concordano su questi punti con coloro che presuppongono l'imitazione, perchè quest'ultimi dovrebbero essere credibili?


Si cerca di tirare acqua al proprio mulino con parallelismi?
Ora, siamo pronti ad intraprendere la parte pratica del nostro saggio dove considereremo, uno alla volta, le affermazioni fatte da Acharya S sui presunti “parallelismi„ fra Mithraismo e Cristianesimo.
1. Mithra nacque da una vergine il 25 dicembre in una grotta e la sua nascita fu assistita da pastori.
Questa dichiarazione, che é stata successivamente ripetuta in parte da James Still (del Secular Web), è parte veritá, parte no. Cominciamo con la parte del 25 dicembre considerando la risposta di Glenn Mugnaio, che è più che sufficiente: “… il problema del 25 dicembre non é alquanto pertinente – da nessuna parte, il Nuovo Testamento collega questa data con la nascita d Gesú.” Ciò venne poi stabilito successivamente dalla chiesa, qualunque fosse stato il motivo di scegliere quella data -- non fu la chiesa apostolica a farlo e se avessero preso spunto da qualche parte, tutti l’avrebbero fatto, dato che il 25 dicembre era “universalmente famoso per i festeggiamenti sacri„ [Cum.MM, 196], poiché segnava (a quel tempo) il solstizio d’inverno.
Poi, passiamo alla parte della grotta. Prima di tutto, Mithra non nacque da una vergine in una grotta; egli nacque da una roccia, la quale, presumibilmente, formó al suo interno una grotta – ( ed io suppongo che, tecnicamente, la roccia dalla quale nacque potrebbe essere classificata come vergine) Ed ecco come uno studioso di Mithraismo descrive la scena secondo la tradizione Mithraica: Mithra “che porta un cappello frigio, si protrae in avanti dalla massa rocciosa. Finora, soltanto il suo torso nudo è visibile. In ogni mano, innalza una torcia illuminata e, particolare insolito, fiamme rosse provenienti dalla petra genetrix zampillano intorno a lui.„ [MS.173] Mithra nacque giá adulto, ma nessuno di quelli che propongo la tesi dell' imitazione accenna mai questo particolare! (La scena della nascita dalla roccia deriva probabilmente da Perseo, il quale nacque, in maniera simile, in una grotta sotterranea; Ulan.OMM, 36.)
Sono cosí rimasti solo piú i pastori e questa è la parte interamente vera; sebbene i pastori di Mithra fecero di più che semplicemente “assistere„ (diversamente dai pastori di Luca, essi testimoniarono la nascita; non ci fu nessun angelico mediatore), essi lo aiutarono ad uscire dalla roccia e gli offrirono le primizie del loro gregge –alquanto un'impresa per questi pastori in qualunque circostanza, specialmente se si considera che la nascita di Mithra ebbe luogo in un momento in cui (sic) gli uomini, a quanto pare, non erano ancora stati creati sulla terra. [Cum.MM, 132] Ma in questo caso, l’argomento piú decisivo è che questa scena, come quasi tutte le prove di Mithraismo romano, data almeno un secolo dopo il Nuovo Testamento. È troppo tardi per dire che qualunque elemento che venne preso in “prestito” venne fatto dalla chiesa Cristiana -- se ció avvenne, avvenne al contrario; ma molto probabilmente questi non furono i fatti. (È giusto anche notare che il Mithra iraniano non nacque da una roccia… la sua nascita é attribuita o ad un rapporto incestuoso fra Ahura-Mazda e sua madre, o ad una semplice donna mortale… ma non esiste nessuna storia di una nascita da una vergine. [Cum.MM, 16]) Acharya dice che il Mitra indiano “nacque da una donna, Aditi, ‘la madre degli dei’, l’inviolable o vergine alba”; questo è semplicemente ancora un altro caso dove lei applica illecitamente la terminologia [l’“alba„ diventa “vergine„ – e da quando l’alba “ha rapporti sessuali„ e come?]. E lo stesso accade in questo gioco di parole: “Si potrebbe dire che Mithra nacque da “materia prima” o “materia primordiale”, che potrebbe anche essere considerata la “prima madre”, la “materia vergine”, la “madre vergine”, ecc…” – tutto ció non può essere “considerato”, se non con l’aiuto di vivida immaginazione. Il semplice gioco sulla somiglianza psico-linguistica del suono delle parole inglesi “matter” (materia) e “mother” (madre) e provare ad identificare “prima„ (in ‘materia prima’ o ‘prima madre’) con “vergine„ non funziona. L'assistente di ricerca Punkish aggiunge: "Aditi" (secondo un sito web di astrologia) significa “libero senza limiti”: paradiso infinito a confronto della terra limitata, o finita; una dea vedica che rappresenta il generatore primordiale di tutto ció che venne generato; lo spazio eterno dell’infinito, l’insondabile/impenetrabile profondità che rappresenta il velo sullo sconosciuto. (Si noti, non si parla di materia/madre ma di generazione di materia!) Il Rig Veda (collezione e libro di versi sacri Indú) lo descrive come il padre e la madre di tutti gli dei; è chiamato Devamatri, la madre di tutti gli dei, o Swabhavat, ció che esiste da sè (e di per sé). Spesso viene implorata per benedire bambini e bestiame, per chiedere protezione e perdono. Nel Yajur Veda (libro parallelo al Rig Veda contenente testi religiosi che si concentrano su liturgia e rituali), Aditi é considerata come il sostegno del cielo e della terra, la sovrana di questo mondo e la moglie di Vishnu. Il Vishnu Purana (uno dei piú antichi Puranas, scritture religiose Indú) descrive Aditi, la figlia di Daksha e moglie di Kashyapa, come la madre di 8 Adityas (moglie di Vishnu o di Kashyapa? Peró alquanto improbabile che sia una vergine allora!!!). Inoltre, c’é anche questo sito web Dialogueonline.net - Magazine (motore di ricerca comparativa sulle principali religioni) dove troviamo: “Secondo il Rig Veda (10/72/2), Brahmanaspati, come un artigiano, creó gli dei i quali, a loro volta, crearono “Sat„ da “Asat„. Inoltre, il Rigveda (10/72/4-5) dice che “Daksha nacque da Aditi e Aditi nacque da Daksha, glii dei nacquero da Aditi e Aditi diede luce ad otto figli„. Questo mantra suggerisce pricipalmente due cose:

1.) Aditi e Daksha nacquero l’uno dall’altro, il che non è mai possibile;

2.) il Creatore di questo universo era Aditi perché diede luce agli dei. Ma il tutto é ridicolizzato ancora piú sfrontatamente quando tali punti vengono confutati nel Rig Veda (8/90/15): “Aditi era figlia di Adityas„. A questo proposito, il Rigveda contiene più di una controversia dato che aggiunge che Aditi era la madre di Vishnu ed in tale modo il Rigveda (4/55/3 di 8/27/5) dichiara: “Aditi mise al mondo Vishnu„. Ma Vajasaney Samhita (20/60) e Taitirya Samhita (7/5/14) rinnegano lo stesso verso e riaffermano che Aditi era la moglie di Vishnu. La dea Aditi si trova anche lei in varie controversie ed è considerata creatrice di questo universo. Quindi, questi mantra non riescono a chiarificare in maniera sufficiente il problema fondamentale della nascita, della maternità e perfino della creazione dell'universo per mano di Aditi, creatrice e creazione da un punto di vista indù)
A questo punto, Acharya aggiunge, nella sua opera, prove iconografiche che presumibilmente mostrano “Mithra bambino seduto sulle gambe della sua madre vergine, con i Magi in ginocchio davanti a loro mentre gli presentano i loro regali.„ Uno è costretto a chiedersi come un'icona possa riflettere il fatto che la madre di Mithra fosse una vergine, dato che non è esplicitamente specificato. Inoltre, si desidera sapere se nessuna di queste prove sia pre-Cristiana (e nessuna lo é). Citare altri autori che semplicemente dicono che indica una nascita da una vergine, sebbene non offrano alcuna prova, non è sufficiente per una seria argomentazione. Infine, Acharya parla “del più grande Mithraeum del vicino-oriente [il quale] venne costruito nella Persia occidentale a Kangavar e fu dedicato ‘a Anahita, l’Immacolata Vergine Madre del Signore Mithra”. Questa è una dichiarazione molto curiosa che viene ripetuta in Internet, ma nessuna fonte viene citata e Acharya la attribuisce ad uno ‘scrittore’ senza nome o fonte. Credo, tuttavia, di aver trovato la sua fonte ed è un giornale scritto nel 1993 da David Fingrut, che all’epoca era allievo in un’high-school" (corrispondente piú o meno al nostro liceo) ed il quale a sua volta scrisse tale dichiarazione senza avere alcuna documentazione. Il suo scritto è disponibile su Internet. Detto questo, la dichiarazione é sbagliata fin dall’inizio, dato che la costruzione a Kanagvar non è affatto un Mithraeum, ma un tempio a Anahita (200 a.C.) e sebbene io abbia trovato una fonte non ancora comprovata che afferma che Anahita venne descritta come una vergine (nonostante sia dea della fertilità!), Anahita non è considerata la madre di Mithra, ma anzi la sua consorte (benchè offra l'altre informazioni contradittorie). Inoltre, la sola esistenza della dea Anahita prima dell'età romana non dimostra niente. Ancora una volta, sembra che Acharya parli a vanvera.
2. Mithra veniva considerato un grande maestro e predicatore.
Oltre al fatto che questa è una cosa che ci si aspetterebbe da qualsiasi leader importante, e specialmente in un contesto religioso (“Era un grande dio -- non ci ha insegnato niente!„), devo ammettere che questa dichiarazione sembra essere il primo autentico “svarione„ di una lunga lista. Non ho trovato da nessuna parte nessun indizio secondo il quale Mithra fosse un maestro, itinerante o meno. (Potrebbe probabilmente essere chiamato “Insegnante”, ma quale leader non lo sarebbe? E ‘insegnante’ in che senso? Questo è un parallelismo alquanto vago da trarre!) Ad ogni modo, poiché non c’è nessuna prova per questo particolare in nessuna opera letteraria Mithraica, lanciamo la nostra prima sfida agli studiosi che credono nell’imitazione pagana, in modo particolare ad Acharya S: come viene dimostrato che Mithra era “un grande maestro„? Che cosa insegnó e dove e a chi? In che modo era un “istruttore„ e perchè questo lo rende simile a Gesú?
3. Ebbe 12 compagni o discepoli.
Ho notato che questa dichiarazione viene ripetuta parecchie volte, quasi sempre (si veda oltre) senza l’appoggio di alcuna documentazione. (Uno dei nostri lettori scrisse ad Acharya chiedendole la prova specifica che dimostrasse tale dichiarazione...lei non rispose, sebbene avesse prontamente risposto ad un precedente messaggio.) Il Mithra iraniano, come abbiamo visto, aveva un singolo compagno (Varuna) ed il Mithra romano aveva due assistenti/compagni (due miniature di Mithra che portano due torce), chiamati Cautes e Cautopatres, che dovevano forse rappresentare l'alba ed il tramonto (mentre “il Grande Papá„ Mithra doveva rappresentare il mezzogiorno), la primavera e l'autunno, le stelle Albedaran e Antares [Beck.PO, 26] o la vita e la morte. (Freke e Gandy tentarono assurdamente di collegare questi due gemelli ai due ladroni che furono crocifissi con Gesú - Frek.JM, 51 - perché uno andó in paradiso con Gesú [torcia in su] mentre l’altro discese all’inferno [torcia in giù]! E perchè non collegarli invece a Stanlio ed Olio, perché uno era un pentito [torcia in giù] e l'altro era un prepotente [torcia in su]) Mithra inoltre aveva un certo numero di compagni animali: un serpente, un cane, un leone, uno scorpione -- ma non erano comunque 12.
Ed ecco la vera ironia. La mia idea sulla fonte di queste dichiarazioni deriva da un'immagine, trovata in libro del Ulansey, di una scena dell’uccisione del toro scolpita in una pietra. La scena é incorniciata da due file verticali con sei immagini che sembrano rappresentare delle figure o facce umane su due lati. Cosí mi passó per la mente che alcuni non-Mithraisti forse videro quest’immagine e dissero, “Eh eh eh, quelle 12 persone devono essere dei compagni o dei discepoli! Proprio come nel caso di Gesú!„ Giorni dopo ricevetti il libro di Gandy e Freke e, infatti, questo è il collegamento che fanno loro. In realtá, giungono fino a dire che durante la cerimonia di iniziazione Mirthaica, i discepoli Mithraici si vestirono come i segni dello zodiaco e formarono un cerchio intorno all’iniziato. [Frek.JM, 42] Da dove (o piuttosto, da quale fonte) ottengono queste informazioni sui metodi di iniziazione Mirthaica, non si può che immaginare; nessuno studioso di Mithraismo sembra esserne a conoscenza e la loro fonte, Godwin, è un esperto “nell'insegnamento esoterico occidentale„ -- non é un Mithraista e lo si vede, perché sebbene lo scriva nel 1981, molto dopo il primo congresso di Mithraismo, Godwin stava ancora seguendo l’idea di Cumont secondo la quale il Mithraismo iraniano e quello romano siano lo stesso e concluse cosí offrendo interpretazioni sulla scena dell’uccisione del toro che non hanno alcuna somiglianza con quello che studiosi di Mithraismo oggi vedono in tale scena. (Peró, Freke e Gandy non scrivono il numero della pagina dove Godwin presumibilmente dica ció -- ed il suo materiale sul Mithraismo non dice nulla su nessuna cerimonia di iniziazione.) Tuttavia, oltre al fatto che questa incisione è decisivamente post-Cristiana (cosa che permetterebbe che qualsiasi prestito avvenuto sia in maniera inversa rispetto alla tesi di partenza, queste figure vennero identificate da studiosi moderni di Mithraismo come rappresentazioni di simboli zodiacali. Effettivamente, le prime due facce dovrebbero essere il sole e la luna!
Recentemente, Acharya ha riconosciuto che le 12 figure attorno a Mithra sono i segni zodiacali, sebbene continui a difendere le sue tesi dicendo che “il tema dei 12 discepoli o seguaci in un’“ultima cena„ è ricorrente nel mondo pagano, anche all'interno del Mithraismo „ – dove la cena Mithraica viene paragonata all'Ultima Cena di Gesú Cristo (si veda oltre). Inoltre aggiunge: “il re spartano Cleomene organizzó in maniera simile un’ultima cena con dodici seguaci 400 anni prima di Gesú. Quest’ultima dichiarazione venne fatta da Plutarco in “Agide e Cleomene„ 37:2 - 3.„ Questo è soltanto parzialmente vero -- venni avvisato a proposito di questo passaggio da un provveduto lettore: “Perché [Cleomene] sacrificó e diede loro delle grandi parti e, con una ghirlanda sulla testa, festeggió e si divertí con i suoi amici. Si dice che inizió l'azione prima di quanto previsto, dato che aveva capito che un servo che era al corrente dell’inganno ordito dal re era uscito per andare a visitare una donna che amava. Ciò lo impaurí d’essere scoperto. Quindi, appena fu mezzogiorno, e tutti i custodi dormivano col ventre pieno di vino, si mise il suo soprabito e, scoprendo la spalla destra, sguainata la spada, si lanció in avanti, insieme ai suoi amici, tredici in totale, anche loro armati di spade.„ È “un’ultima cena„, ma non contiene nessun significato importante in sé (e tanto meno, un significato di redenzione! -- e questi tipi, chiaramente, dovevano fare “un’ultima cena„ ad un certo qual punto!) ed i dodici compagni non hanno alcun vero ruolo. E tutto ció potrebbe essere semplice coincidenza, poichè c’è anche gente che ha cinque, dieci o altri compagni.
4. L'Immortalitá promessa ai seguaci di Mithra.
Su questo punto, Acharya sta soltanto facendo un’ipotesi, anche se potrebbe essere valida; secondo un altro studioso di Mithraismo, dottrina che “ha certamente offerto ai suoi iniziati una liberazione da un terribile destino a cui tutti gli altri uomini sono condannati ed una strada privilegiata ad un sommo stato di benessere.„ [MS.470] Perchè questa é una buona ipotesi? Non perché il Mithraismo abbia avuto un qualche prestito dal Cristianesimo, o il Cristianesimo dal Mithraismo, o qualunque altro gruppo religioso da qualcun’altro, ma perché se non si promettete ai propri seguaci qualcosa che assicuri loro l’eternitá, uno puó anche smettere di dedicarsi alla religione! In pratica, comunque, l'unica vera prova di un’ideologia che “salvi„ è una parte del graffiti trovata nel Mithraeum Santa Prisca , del 200 d.C, sul quale c’é inciso, “hai salvato anche noi, avendo versato il sangue eterno.„ [Spie.MO, 45; Gor.IV, 114n; Verm.MSG, 172]. Si noti che questo si riferisce a Mithra che versa il sangue del toro -- e non il suo -- e che (secondo la moderna interpretazione “astrologica„ del Mithraismo) ció non significa “salvezza„ nel senso cristiano (che implica libertà dal peccato), ma un’ascesa attraverso i livelli di iniziazione verso l’immortalitá.
5. Mithra fece miracoli.
Mithra fece certe azioni piuttosto tipiche per qualsiasi divinitá in tutto il mondo, vera o falsa, ed in entrambe le personificazioni iraniane e romane. Ma anche questa è altra di quelle cose dove ci viene da dire, “e allora?„ Concordiamo con Miller:
Bisogna ricordarsi che ALCUNE somiglianze generali DEVONO appartenere a tutti i capi religiosi. In termini generali, devono essere buoni, fare azioni notevoli di bontá e/o manifestare potere sovrannaturale, stabilire insegnamenti e tradizioni, creare rituali per la comunità e sconfiggere il male. Questi sono elementi comuni della vita religiosa--NON oggetti che richiedono una certa teoria di dipendenza… L’aspetto comune dell’homo religiosus è una spiegazione adeguata e più plausibile che quella della dipendenza o scambi di personificazioni divine.
Naturalmente, i nostri studiosi che credono nell’imitazione pagana sono liberi di provare e trarre parallelismi più esatti, ma finora non ho letto nessun’esempio dove Mithra trasformó acqua in vino o calmó una tempesta.
6. Essendo “il grande toro del Sole„, Mithra si sacrificó per la pace nel mondo.
Questa descrizione sembre essere stata presa da una credenza che assomiglia a quella cristiana, ma dietro le vaghe illazioni si nasconde una diversa storia. Mithra “non si sacrificó„ nel senso che morí; non era “il grande toro del Sole„, ma piuttosto, fu lui che uccise il toro. Tentativi di identificare in qualche modo Mithra con lo stesso toro che uccise, sebbene ancora popolare fra i non-Mithraisti di antica data come Loisy e Bunsen, vennero respinti da Vermaseren, il quale disse che “nè i templi nè le incisioni recano alcuna prova definitiva che sostenga quest’opinione e soltanto scoperte future potranno confermarla„ [Verm.MSG, 103]; non era per la “pace nel mondo„ (tranne, forse, nel senso che Cumont interpretó l’uccisione del toro come il mito della creazione [Cum.MM, 193], sebbene avesse totalmente torto). Si puó solo dire che Mithra “si sacrificó„ nel senso che, con quest’azione, egli rischiò, nel compiere un atto eroico; il resto non ha nessuna giustificazione nella letteratura moderna di studi Mithraici – e ancora meno implica un parallelismo con Cristo, il quale si sacrificó per la redenzione dei peccati degli uomini (e non “pace nel mondo„).
Punkish aggiunse: … La nota a fondo pagina nel libro ‘Christ Conspiracy’ cita O'Hara, che secondo la bibliografia si riferisce a Gwydion O'Hara, Sun Lore. Se uno cercasse informazioni su questo autore su Amazon.com, si puó notare che le recensioni dei suoi libri non sono molto positive. Infatti, è il tipo di persona, come Barbara Walker, che inventa le cose.

Che tipo di autorità ha? Nessuna: è uno scrittore di pratiche pagane e, una volta, era un'alto "sacerdote" della chiesa Wiccan in Canada in un momento quando quest'ultima era piú un ideale che una realtà (!)… sembra essere un altro fabbricante di miti.

Come mai Acharya cita questo tipo anziché uno studioso di Mithraismo?
7. Mithra fu sepolto in una tomba e resuscitó dopo tre giorni.
8. La sua resurrezione veniva celebrata ogni anno.
Devo classificare questi due punti come “illazioni„ -- non ho trovato nessun riferimento, nella letteratura di studi Mithraici, ad un Mithra che fu sepolto, o persino morente [Gordon dice direttamente che non c'è “nessuna morte di Mithra„ -- Gor.IV, 96] e, di conseguenza, nessuna resurrezione (in un senso ebraico?!) da celebrare. Freke e Gandy [Frek.JM, 56] sostengono che gli iniziati Mithraici “recitarono una scena della resurrezione simile„, ma l’unico riferimento che citano è un commento di Tertulliano,ovvero ben dopo il Nuovo Testamento! Punkish aggiunge: “La nota a pié pagina è per ‘La prescrizione contro gli eretici’ di Tertulliano, capitolo 40, dove si legge: “Se ancor bene mi ricordo, anche Mitra (nel regno di Satana) segna i suoi seguaci, e imprime loro il suggello sulla fronte, dì quella che sia la sua religione; anche l'offerta del pane è fra le cerimonie che si ricollegano a lui; ecco che nei suoi riti appare anche un'immagine della resurrezione, e ai caduti di spada offre la corona.„ … Quindi, la loro discussione si basa sulla memoria di Tertulliano e non sono gli iniziati ma Mithra che fa la celebrazione ed introduce un’“esempio” di una resurrezione?! In che modo é tutto ció collegato agli iniziati che recitano la/una scena? Inoltre, Wynne-Tyson [Wyn.MFC, 24; il cfr. Ver.MSG, 38] si riferisce ad uno scrittore della chiesa del quarto secolo, Firmicus, che dice che i Mithraisti si addolorano all'immagine di un Mithra morto, ma dopo aver letto l’opera di Firmicus, non sono riuscito a trovare questo riferimento da nessuna parte. Acharya aggiunge la dihiarazione di Dupuis che afferma che Mithra morí crocefisso, ma dalla descrizione, o Dupuis o Acharya confondono Mithra con Attis.
9. Veniva chiamato “il Buon Pastore„ ed identificato con l'agnello ed il leone.
Soltanto il terzo aspetto ha valore di verità per quanto riesca a cercare nelle fonti di studi Mithraici: nel Mithraismo romano, il leone è considerato come l'animale “totem„ di Mithra, cosí come l'animale di Atena era il gufo ed quello di Artemide era il cervo [Biv.PM, 32]. Dato che Mithra era un dio-sole, veniva anche associato al segno zodiacale del Leone, che era la Casa del Sole nell’astrologia Babilonese. Ma oltre a questa prova post-Cristiana, ci si può chiedere quale sia tutta quest’importanza. Ci aspettiamo che i Cristiani o i Mithraisti dicano: “ non possiamo usare il leone, perché é già stato usato da altri tipi!„? La Esso dovrebbe togliere il simbolo della tigre a causa dei “Fiocchi d'Avena” della Kelloggs? Ma se si vuole realmente entrare nei dettagli tecnici, Gesú ha diritto “legale” al simbolo del leone dato che é membro della tribù di Giuda molto prima che Mithras persino apparisse nell’incarnazione persiana (Gen. 49:9).
Ci sono anche altre connessioni: nei reperti romani, uno dei compagni di Mithra nella scena dell’uccisione del toro è un leone; alcune volte il leone è compagno di caccia e di divertimenti di Mithra. Mithra, è anche associato ad un essere con la testa di leone che, a volte, è identificato come il dio Zoroastriano diabolico Ahriman [MS.277]; una delle sette fasi del processo di iniziazione nel Mithraismo è la fase del leone. Ma Mithra viene soltamente chiamato leone in un racconto Mithraico (che fa parte del folclore armeno) perché da bambino uccise un leone e lo aprí in due. [MS.356, 442]
10. Veniva considerato “la Via, la Verità e la Luce”, ed anche il “Logos”, il “Redentore”, il “Salvatore” ed il “Messia”.
Acharya aggiunge, nel suo ultimo libro, anche il titolo di creatore del mondo, di Dio degli Dei, di mediatore, di possente sovrano, di re degli dei, di signore del cielo e della terra, di sole di Giustizia.
Come si puó notare, questi sono molti titoli e, benchè abbia ricercato tra le opere di studiosi di Mithraismo, ho scoperto che nessuno di questi titoli riguardasse Mithra, tranne che quello di mediatore (sebbene non nel senso di un mediatore fra Dio e l'uomo a causa dei suoi peccati, ma come mediatore fra gli dei zoroastriani buoni e diabolici; abbiamo visto l'identificazione “del sole„, ma mai quel titolo). Infatti, neppure i nuovi titoli sono mai stati riconosciuti dagli studiosi di Mithraismo. C’è un riferimento ad un “Logos„ che veniva insegnato agli iniziati Mithraici [MS.206] (questo riferimento é nelle prove romane, che, ancora una volta, sono molto dopo l'istituzione del Cristianesimo), ma ci si ricordi che “Logos„ significa “parola„ e risale all’inizio del giudaismo a Filo -- i cristiani presero in prestito l'idea da Filo, forse, o dalle origini generali della parola, ma non dal Mithraismo.
11. Il suo giorno sacro era la domenica, il “Giorno del Signore„, centinaia degli anni prima della venuta di Gesú Cristo.
12. La festa principale di Mithra era quella che poi divenne la Pasqua.
Considereremo questi due punti insieme. Il Mithra iraniano celebrava alcuni giorni speciali: l'8 ottobre, il 12-16 settembre e la festa dell’ “accoppiamento del bestiame„ dal 12 al 16 ottobre [MS.59]. Ma per quanto riguarda la Pasqua, ho soltanto letto che c’era una celebrazione nell'equinozio primaverile -- ed era solo uno dei quattro, dato che ce n’era uno per ogni stagione.
Per quanto riguarda la domenica come giorno sacro, questo è corretto [Cum.MM, 190-1], ma compare soltanto nel Mithraismo romano e, in questo caso, Acharya apparentemente presuppone, come Cumont, che ció che era vero per il Mithraismo romano era anche vero per quello iraniano -- ma non c’è alcuna prova. Se ci fosse stato qualche prestito (e probabilmente non ci fu), avvenne al contrario.
13. La sua religione aveva un’eucarestia o “Cena del Signore”, durante la quale Mithra disse: “Colui che non mangierá del mio corpo né berrá del mio sangue per essere unito a me ed io a lui non verrá salvato.„
Questa dichiarazione piace anche a Freke e Gandy [Frek.JM, 49] e bisogna scavare un po’ per scoprire la sua vera origine. Godwin dice che il riferimento proviene “da un testo persiano Mithraico„, ma non precisa la data di questo testo, né dice dove l’ha trovato, né offre alcuna documentazione; quest’ultima l’ho trovata infine in Vermaseren [Verm.MSG, 103] -- la fonte di questa dichiarazione è un testo medioevale e chi parla non è Mithra, ma Zarathustra! Anche se Vermaseren ha suggerito che questa potrebbe essere la formula alla quale Justin si riferisce (ma non ha mai descritto) dicendo che fa parte dell’ “Eucarestia„ Mithraica, non c’è altra prova di tale dichiarazione prima di questo testo medioevale. (Freke e Gandy, ed ora anche Acharya, provano a rendere il rito ancestrale sostenendo che deriva da una cerimonia Mithraica persiana che usava una pianta psichedelica chiamata Haoma, ma é chiaro che si stanno arrampicando sui vetri e che stanno aggiungendo altri significati per far sembrare questo rito simile all’Eucarestia.) Questa “prova„ è pressoché inutile – e anzi puó semplicemente provare che il Mithraismo derivi dal Cristianesimo e non viceversa! (il Cristianesimo, naturalmente, era in Persia ben prima di questo testo medioevale; si veda Jesus Sutras di Martin Palmer per ulteriori informazioni.)
Nel Mithraismo, la cosa che si avvicina di piú all’“Ultima Cena„ é quando gli iniziati mangiano pane e carne e bevono acqua e vino. Tale pasto era forse una celebrazione del pasto che Mithra ebbe con la divinitá del sole dopo l’uccisione del toro. Tuttavia, il pasto degli iniziati è visto solitamente come nient'altro che un pasto di generale amicizia come quelli che venivano fatti dappertutto nel mondo romano -- da gruppi religiosi a confraternite funerarie. [MS.348]
14. “Il suo sacrificio annuale é la Pasqua ebraica dei Re Magi, redenzione o promessa simbolica di rigenerazione morale e fisica.„
Questa è piuttosto una dichiarazione confusa, dato che é un’apparente falsitá (non ho trovato alcuna indicazione che dichiari che “il sacrificio„ di Mithra fosse annuale, ma piuttosto fosse un evento lontano nel passato); la dichiarazione usa termini della credenza giudeo-cristiana (“Pasqua ebraica„, “redenzione„) per descrivere un rito del Mithraismo, senza mostrare nessuna somiglianza. In questo caso, mi pare che i termini vengano illecitamente utilizzati e, fino a che altri dettagli non verranno forniti, la dichiarazione non puó essere considerata come veritiera.
15. Samuel Golding viene citato per aver detto, una volta, che 1 Cor. 10:4 contiene “parole identiche a quelle delle scritture Mithraiche, ad eccezione del fatto che il nome Mithra viene usato al posto di quello di Cristo”. Nel suo ultimo lavoro, Acharya attribuisce questo commento anche a Weigall.
In risposta a questo, devo dire che se Golding o Weigall possedessero delle scritture Mithraiche, devono consegnarle immediatamente alla comunità di studiosi di Mithraismo, perché questi vorrebbero consultarle. Ulansey [Ulan.OMM, 3] ci dice che “gli insegnamenti del culto (Mithraico) non furono, per quanto ne sappiamo, mai messi per iscritto„ e noi “praticamente non possediamo nessuna prova letteraria del culto che ci potrebbe aiutare a ricostruire le sue dottrine esoteriche.„ Quindi, Golding e Weigall da dove hanno ottenenuto tali notizie?
16. La ‘Catholic Encyclopedia’ (Enciclopedia Cattolica) viene citata in quanto riporta che le funzioni Mithraiche vennero condotte da ‘padri’ e che il ‘capo dei padri’, simile al Papa, ha sempre vissuto a Roma ed era chiamato ‘Pater Patratus’.
Freke e Gandy aggiungono la loro propria idea: come i cristiani, gli niziati Mithraici, quando conversavano, si chiamavano l’un l’altro “fratello„ [Frek.JM, 67]. Entrambe le dichiarazioni sono vere, ma, molto semplicemente…cosa ce ne importa? L’uso di termini familiari presso società religiose è un fatto universale (e ció non stupisce), perché i termini familiari sono i più utili per esprimere sentimenti o un obbligo. Infatti, “la terminologia della consaguineitá„ veniva usata nell'antichità Greco-Romana tra persone della stessa religione o razza, così come tra amici, alleati e perfino futuri ospiti. (Non ho trovato prove che il ‘Pater Patratus’ “abbia sempre vissuto„ a Roma, ma anche se avesse, questo non avrebbe alcuna importanza: dato che Roma era la città principale dell'impero, in quale altra cittá questa persona avrebbe la propria sede?)
17. Qui di seguito ci sono alcune note supplementari di Punkish tratte da “Jesus Mysteries”:
Dopo aver compiuto la sua missione sulla terra, si dice che Mithra fosse asceso al cielo su un carro fatto a sole - e la nota a piè pagina fa riferimento a Cumont, p138. Cumont, a dire il vero, faceva riferimento a Mithra mentre vegliava sulla prima coppia (una specie di Adamo ed Eva) ed assicurava la protezione divina all’umanità durante un diluvio universale simile a quello all’epoca di Noé! Ció non fa riferimento alla missione di Gesú, benchè l’omissione di questi particolari lo faccia implicitamente presumere, specialmente durante una discussione sulla resurrezione.
Per quanto riguarda l’ascesa al cielo di Mithra, questo è un errore di lettura del testo. Non é Mithra, ma gli dei (per esempio Elio) che erano con lui che, dopo essersi presi cura degli esseri umani, che ascendono e poi Mithra attraversa l'Oceano nel suo carro. L'Oceano prova ad inghiottirlo ma non ce la fa e cosí, alla fine, Mithra raggiunge la dimora degli immortali. Cumont non utilizza il termine “ascensione„ solamente per Mithra.
Le dichiarazioni di JM sui parallelismi cristiani di escatologia: elencano Mithra come autorità alla destra, Dio di Luce, sovrano del mondo che aspetta la fine dei tempi, il ritorno sulla terra, il risveglio dei morti ed il giudizio finale. La nota 258 a piè pagina p271 dice che “Cumont confronta dottrine escatologiche Mithraiche identiche al Cristianesimo.„ Questo è un terribile errore di lettura da parte di Cumont pp145-146… Non sono riuscito a trovare nessun’informazione circa “il sovrano del mondo„: protettore dell’umanità sì, ma non sovrano. Mentre si dice che Mithra debba ritornare sulla terra insieme ad un toro per separare il buono dal cattivo (come “dio di verità„ e non Dio di Luce - il titolo più simile a quelli elencati che troviamo é quello di padre celeste che riceve i fedeli in una casa signorile splendente), Mithra sì sacrifica il toro davanti all’intera umanità che si risveglia dal mondo dei morti, ma la dottrina è un’aggiunta all’idea dell’anima immortale - il che assomiglia più alla trasmigrazione, e la resurrezione è a scopo di godimento materiale. Il grasso del toro ed il vino consacrato [e non il suo sangue] viene offerto ai giusti per guadagnarsi l’immortalitá - tuttavia è Ormazd che esegue il giudizio - come annientamento del cattivo insieme alla distruzione, non punizione eterna, di Ahriman e dei suoi demoni ed un universo ringiovanito è la felicità futura senza male. Come è possibile che questo sia identico all’escatologia cristiana cosí come hanno sostenuto Freke e Gandy?
Questo conclude la nostra lista, e cosí eccovi le nostre conclusioni: Acharya non ha mai dimostrato in maniera convincente che il Cristianesimo abbia preso in prestito qualche cosa dal Mithraismo. Le prove o non combaciano con le date, o non sono conformi alle conclusioni degli studiosi moderni di Mithraismo, o molto semplicemente non esistono. Acharya avrà bisogno di documentazioni molto più solide prima che qualsiasi delle sue dichiarazioni possano essere prese seriamente.




Fonti

1. Beck.PO -- Beck, Roger. Planetary Gods and Planetary Orders in the Mysteries of Mithras. London: Brill, 1988.
2. Biv.PM -- Bivar, A. D. The Personalities of Mithra in Archaeology and Literature. New York: Bibliotheca Persica Press, 1998.
3. Cum.MM -- Cumont, Franz. The Mysteries of Mithra. New York: Dover, 1950.
4. Frek.JM -- Freke, Timothy and Peter Gandy. The Jesus Mysteries: Was the "Original Jesus" a Pagan God? New York: Harmony Books, 1999.
5. Gor.IV -- Gordon, Richard. Image and Value in the Greco-Roman World. Aldershot: Variorum, 1996.
6. Lae.MO -- Laeuchli, Samuel. Mithraismo in Ostia: Mystery Religions and Cristianesimo in the Ancient Port of Rome. Northwestern U. Press, 1967.
7. MS -- Mithraic Studies: Proceedings of the First International Congress of Mithraic Studies. Manchester U. Press, 1975.
8. Spei.MO -- Spiedel, Michael. Mithras-Orion, Greek Hero and Roman Army God. Leiden: E. J. Brill, 1980.
9. Ulan.OMM -- Ulansey, David. The Origins of the Mithraic Mysteries: Cosmology and Salvation in the Ancient World. New York: Oxford U. Press, 1989.
10. Ver.MSG -- Vermaseren, M. J. Mithras the Secret God. New York: Barnes and Noble, 1963.
11. Wyn.MFC -- Wynne-Tyson, Esme. Mithras: The Fellow in the Cap. New York: Barnes and Noble, 1958.


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