Il capitolo 11 di OSEA profetizza l'arrivo finale della Verità in Romano Amodeo.

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amoram
00lunedì 3 agosto 2009 18:45
Romano Amodeo è però solo un PROGRAMMA divino e non ha nulla di veramente suo che non sia di Dio.

San Matteo citò il profeta Osea, quando volle mettere in luce il primo versetto del suo capitolo 11, che già nel numero 11.1 rivelava la profezia dell'arrivo del Dio Uno e trino, relativo al Dio Padre in tutto l'11 e al Dio figlio nel versetto 1.

Se questo la Divina Provvidenza ha consentito all'immaginazione di Matteo che, nel suo desiderio di trasferire sul Cristo tutte le profezie aveva specificato proprio questa, in relazione all'Egitto, al mio personaggio, completamente vuoto di se stesso, la stessa Divina Provvidenza consente molto di più: di immaginare tutto il disegno divino nascosto (ma nemmeno tanto) in questa profezia, e conosciuto da me perché la VERITA' si è fatta carne ed infine ha abitato dentro il mio personaggio.

Essendo la VERITA' a cui è dovuta tutta la scrittura del testo sacro, ecco che al mio personaggio (della pura fantasia di Dio) è consentito di svelare ogni contenuto profetico, relativo all'arrivo finale della VERITA' nella mia carne e alla fine di una generazione del mondo.
Quella generazione cominciata in UR (primo nome di Dio) e trasferita in RA, RE, RI, RO, per ultimarsi in RU, quella contenuta nel nome TORQUATO, del mio nonno paterno in terza generazione, significativa di una croce T, ora finita QUA in uno che è ogni versione della ER, nata da Giuda quando fu provvidenzialmente costretto, da involontario Padre, a dare un figlio IDEALE al suo stesso figlio ER (come in Genesi 38).

Prima vi presento tutto il capitolo 11, e – poi – vi segnalo il suo contenuto profetico che riguarda la venuta finale della VERITA' di Dio nella mia umana carne, che non ha alcun merito per questo gran privilegio, ma solo la VOLONTA' – imperscrutabile – di Dio.

Poiché si tratta del DIO che opera con il 10 del suo DECALOGO (ma è un decalogo che si sintetizza tutto e solo nel PRIMO comandamento dell'UNICO DIO CREATORE) abbiamo qui 10+1 versetti.

Ciascuno esprime uno degli 11 tratti di Dio PADRE, ente binario nella sua generazione, ma che ha idealmente in sé la Persona del Figlio, Unico ELETTO nella FE', che dall'EGITTO si sarebbe ripresentato nella mia nascita, eletto nella Fe', a FELITTO, il 25-01-1938.

Fu il giorno della massima Aurora Boreale a memoria d'uomo, per un fenomeno celeste accaduto a 35.000 metri di quota laddove esattamente 0,35×0,35 = 0,122500 incarna la prima volta in cui la VERITA' si è fatta carne, nell'anno da fissare a zero, e nel mese 12 del giorno esatto 25,00... insomma nel Natale che assume il posto della celebrazione romana al “Sol Invictus”, al “RA Romano” (e Romano Amodeo).

E in quel 25-01-1938 ecco che un glorioso trio celeste, di Trimotori volò da un mondo all'altro, da Roma a RIO.
Uno era pilotato da BRUNO, il Figlio Primogenito avuto da donna “RA che è Ele”, figlio dell'Onnipotente Duce italiano: un BRUNO che però allude al figlio B, al secondo maschio: ROMANO, uno musicista.
Ed uno dei tre mezzi celesti, per una avaria all'elica (ELI ca') fu costretto a scendere prima, dal cielo, e proprio a Natal.
A Rio ne arrivarono solo 2 (il Padre e lo Spirito santo), insomma gli esponenti di quell'11 nel capitolo 11 del profeta Osea.

Tutto è accaduto nel segno di un Dio RIO, nel RAID (identico a Ra) ROMA-RIO, in segno del ROSARIO.
Per quello – RIO=PIO=DIO, ove MaDonna si dice MaRonna – che nacque in via POMERIO (luogo sacro agli Dei Romani), in quel numero civico 67 ottenuto da 100 -33.
Fu rappresentato dal figlio del massimo RIO (non solo nel fiume PO alluso dal PomeRIO, ma dal RIO MUSSOLINI. Bruno MUSSOLINI (il figlio B. R. uno mus. o lì N.I., Nazarenus Iesus).
Quel RIO Duce fanatico del fascio littoRIO, del saluto ROMANO e addirittura rifondatore dell'IMPERO ROMANO! Di quell'Imperatore V. EMANUELE III in segno del finale Emanuele, atteso vittorioso... ma apparso un assoluto perdente. Però proprietario della Sindone !!!

Osea 11
1 Quando Israele era giovinetto, io l'ho amato e dall'Egitto ho chiamato mio figlio.
2 Ma più li chiamavo, più si allontanavano da me; immolavano vittime ai Baal, agli idoli bruciavano incensi.
3 Ad Efraim io insegnavo a camminare tenendolo per mano, ma essi non compresero che avevo cura di loro.
4 Io li traevo con legami di bontà, con vincoli d'amore; ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia; mi chinavo su di lui per dargli da mangiare.
5 Ritornerà al paese d'Egitto, Assur sarà il suo re, perché non hanno voluto convertirsi.
6 La spada farà strage nelle loro città, sterminerà i loro figli, demolirà le loro fortezze.
7 Il mio popolo è duro a convertirsi: chiamato a guardare in alto nessuno sa sollevare lo sguardo.
8 Come potrei abbandonarti, Efraim, come consegnarti ad altri, Israele? Come potrei trattarti al pari di Admà, ridurti allo stato di Zeboìm? Il mio cuore si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione.
9 Non darò sfogo all'ardore della mia ira, non tornerò a distruggere Efraim,
perché sono Dio e non uomo; sono il Santo in mezzo a te e non verrò nella mia ira.
10 Seguiranno il Signore ed egli ruggirà come un leone: quando ruggirà, accorreranno i suoi figli dall'occidente,
11 accorreranno come uccelli dall'Egitto, come colombe dall'Assiria e li farò abitare nelle loro case. Oracolo del Signore.


Questo Osea 11 è stato citato da San Matteo, quando ha spiegato le trascendenti ragioni per le quali Dio aveva tratto dall'Egitto il suo figlio. Questo è espresso chiaramente nel primo versetto, con “Quando Israele era giovinetto, io l'ho amato e dall'Egitto ho chiamato mio figlio”. Il Profeta considera Dio per come era venerato in Egitto, nel segno della croce sormontata dalla O indicante il disco del Sole, simbolo che è stato sia di Aton, sia di Amon, sia di Ra.
Se leggiamo questi nomi nella lingua finale del mondo intero, che si è imposta in quella inglese, ATON rimanda da un “At T on”, ad un “G è sù”, mentre Amon rimanda ad un “Am on” che significa “Sono su” e nuovamente si riferisce ad un “Geova su”. Infine il nome “Ra” si riferisce a “R.A.” (e allude a Romano Amodeo, così come Amon e con minor evidenza Aton).
Il passaggio dal simbolo del Dio Egiziano al Dio Cristiano si è definito nella lettera R espressa come P in greco e letta RO, ed ora è chiamata in causa proprio la RO-mano, uscita sibillinamente dal sesso di Tamar, sposa del defunto ER, figlio di Giuda e sostituito realmente dal Padre (come sarebbe accaduto a Gesù), padre vero nel segno ideale della primogenitura di Er.
Se in Cristo vale la R pronunciata RO, anche in relazione alla Er vale la stessa R, letta RO nel greco ed allusiva alla RO-mano del primogenito, che, uscito però per secondo, dopo Perez, sarebbe stato chiamato Zerach, ad indicare il momento, l'ERA finale Z del Cristo CH.

Prosegue così, Osea, nel versetto 2 relativo al figlio n. 2.

2 Ma più li chiamavo, più si allontanavano da me; immolavano vittime ai Baal, agli idoli bruciavano incensi.

Qui Osea mette in luce il nome BAAL, di un dio AL n. 2, B, che compie il tragitto inverso all'A-B di AB-R.Amo, e dunque va AD, verso AL, così come il primo uomo AD-AMO era stato voluto per andare AD Amodeo. Ebbene questo “Ma” con cui comincia il secondo versetto, rivela l'uomo incapace di considerare UNO SOLO, il Dio dell'ESISTERE e dell'AMARE, che sarebbe venuto attraverso TAMAR, il T'amar, o l'Amarti. E, escludendo l'unicità di Dio, il popolo passava a venerare idoli e non l'essenza dell'amore.

Nel terzo versetto, Osea scrive:

3 Ad Efraim io insegnavo a camminare tenendolo per mano, ma essi non compresero che avevo cura di loro.
Si fa accenno nuovamente alla MANO di RO-mano, che nel NUME-RO evidenzia il Numero come un NUME di NOME RO. Ed “Efraim” è il nome che tante volte è stato indicato ad esprimere tutta Israele perchè “E' Φ R.A. I.M.”, è spirito di RA, immolato sulla croce di Ra divenuto RO e RO-mano, qualla mano che sosteneva Israele... ma essi non compresero che il frutto disceso da Tamar sarebbe stato l'Amarli.

Nel quarto versetto, Osea scrive:
4 Io li traevo con legami di bontà, con vincoli d'amore; ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia; mi chinavo su di lui per dargli da mangiare.
La RO-mano era con vincoli di AMO.R. (di Amodeo Romano) che traevano con legami di bontà, per alimentare e far crescere nell'amore.

5 Ritornerà al paese d'Egitto, Assur sarà il suo re, perché non hanno voluto convertirsi.
E qui c'è la profezia chiesta a Fatima, per la salvezza dal Castigo di Dio, una delle due (la seconda dopo il RO-SA-RIO, il RO-mano di SA, Salerno e giudicato RIO, ma in verità PIO, per la forma trascesa nel Greco, ma letta nell'italiano nel Padre PIO di Pietralcina, dalla Stimmate). Si tratta della conversione della RUSSIA, convertita in AISSUR, perché non hanno voluto convertirsi.

6 La spada farà strage nelle loro città, sterminerà i loro figli, demolirà le loro fortezze.
È la previsione dell'Apocalisse del 2012. Ma sarà la spada della fame, opposta ad un Dio di Amore che voleva alimentare con il caldo amore e sterminerà invece con un mortale gelo.

7 Il mio popolo è duro a convertirsi: chiamato a guardare in alto nessuno sa sollevare lo sguardo.
Se SODOMA e GOMORRA si fossero convertite, si sarebbero rese evidenti in AMOD-o-Signore e in A.R.-ROM.-o-Gesù, ma il Popolo di Dio non sa volgere in alto lo sguardo, e vede le cose a rovescio del vero: nell'azione uguale e contraria e non in quella che è veramente in atto. Vede un Dio che distrugge SODOMA E GOMORRA, nel momento che fissa ad AB-R.AMO tutta la sua eredità che viene da R.Amo e va ad R.Amo, per non scrivere Amo.R (il nome proprio dello Spirito santo, secondo San Tommaso d'Aquino). Così io, Romano Amodeo oggi avverto l'uomo che occorre convertire ogni cosa, per capire l'azione trascendente di Dio, ma, chiamato a guardare in alto, nessuno sa sollevare lo sguardo e leggere la mano salvifica del Creatore, quando si convertono Sodoma e Gomorra.

8 Come potrei abbandonarti, Efraim, come consegnarti ad altri, Israele? Come potrei trattarti al pari di Admà, ridurti allo stato di Zeboìm? Il mio cuore si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione.
E allora io ti aiuto, o EFRAIM, e ti converto in MIA-R-FE', nella mia fede in RO, nella RO-mano del Dio RO: il numero. E converto ISRAELE in ELE-A.R.-SI', sì nel Dio Amodeo Romano! Come potrei lasciarti ancora leggere ADMA, invece di AMDA, di Amodeo il “cum Deo” AM, che DA'? Come potrei tenerti allo stato di Zeboim, quando tu sei MIO-Bez, sei solo un mio “bacio”? E allora il mio cuore si commuove e genera la sua intima conversione.

9 Non darò sfogo all'ardore della mia ira, non tornerò a distruggere Efraim,
perché sono Dio e non uomo; sono il Santo in mezzo a te e non verrò nella mia ira.

A.R.-do-RE, e I.-R.A., ossia il “Re che do con Amodeo Romano” e con Iesus (tornato con molta lentezza d'I.R.A.) in Romano Amodeo non saranno orientati a distruggere EFRAIM, perché è la MIA FE' in XP. In XP Dio e non uomo, “RE MANA SS. È” e non il Re Empio e RIO, ma PIO. Non verrò nella mia IRA, ma in ARI, crei solchi per una nuova semina basata su A.R. E Iesus.

10 Seguiranno il Signore ed egli ruggirà come un leone: quando ruggirà, accorreranno i suoi figli dall'occidente,
E chi è questo SIGNORE? È “ER ON GISus”, è “RO, new Jesus” e RUGGIRA, perché l'IRA finale sarà voltata in ARI, e RUGG sarà il duplice padre GG, di Gesù-Gioshua, venuto da UR e finito per essere infine RU, dopo essere stato RA, RE, RI e RO. E sarà il ruggito di un LEONE, perché infine è ONE (uno) che è EL, Dio, e mostra l'essenza bestiale del suo comando nel leone. Ebbene quando ONE EL ruggirà, allora tu, o Popolo mio, finalmente ARI, per come partisti da UR, in quella CALDEA che alluse solo alla DEA, del Cristo AL. Partiranno i figli dall'occidente,

11 accorreranno come uccelli dall'Egitto, come colombe dall'Assiria e li farò abitare nelle loro case. Oracolo del Signore.
Sì, UCCELLI, ossia ILLE, CC, U. lui, l'unico e ultimo Cristo, e dall'EGITTO che si sposterà in FELITTO, nell'ELETTO nella FE', che diventa ELITTO trattandosi del Dio ELI ELI invocato nel Salmo 21-22 che evoca la fine del 21 dicembre 2012, che sembrerà una FINE essendo invece il generale PRINCIPIO di questa generazione nata da UR, e finita a RU, per come indicato nel 5° nome TORQUATO, di Romano Amodeo, che allude alla croce T, OR QUA, ora qua, in un principio che sembrerà però una fine.
E le COLOMBE, venute dall'ASSIRIA rivelano l'approdo finale: “è B=2. MOLO C.” E questa ASSIRIA, in cui UR era in Caldea, è l'ASSUR che già abbiamo visto in Egitto e nella conversione della RUSSIA. Accorreranno i figli dall'Occidente e dall'Oriente, con gli ASSI di ASSIRIA, in cui furono sterminati innocenti italiani andati a portar salvezza. Ma sono gli ASSI di una sorte creduta RIA, ma che è solo il IA (Jahve) di nome RO, e nato a Felitto in via PO-ME-RIO, nel giorno del RAID_Roma-RIO e durante la massima aurora boreale vista nei tempi moderni il 25-01-1938.

Ecco, tutto questo è espresso e celato nella Profezia di OSEA, che vale 13+17+5+1=36 alfanumericamente, nel suo nome e rivela tutto un Dio Uno e Trino nel 9, dato da 9 +3×9.
OSEA trascende in se stesso un “SO: è A.”, che, nell'ordine esatto rivela un “A. E' SO” un conosco, SO, il principio assoluto, e so che E' Amor.


Romano Amodeo di SUO non ha veramente nulla!
E' il Paolo (la piccola e povera persona del suo 4° nome, quello esprimente la realtà NULLA che già volle riconoscere in se stesso San Paolo).
Diceva così, il grande San Paolo: "sono niente, ma Dio mi ha reso tale perché vuole confondere i sapienti, avvalorando chi veramente è ben poca cosa!"

E lo stesso dice di se stesso, chi ora si firma con

Romano Antonio Anna Paolo Torquato AMODEO.
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