Il manuale del piccolo profeta.

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LiviaGloria
00martedì 25 luglio 2006 15:30
Il manuale del piccolo profeta.
www.geocities.com/mapipro
e-mail: mapipro2@virgilio.it
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Rituali del primo e del trentesimo grado,
detto di "Cavaliere Kadosh".

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Uno speciale ringraziamento a che ospita questa pagina.

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“Rituali si chiamano in Massoneria certi libretti segretissimi ed introvabili in commercio, dei quali l’articolo 534 degli Statuti generali proibisce non solo la lettura ma anche la stampa...” (Dall’introduzione del testo cattolico Rituali Massonici... edito dalla Tipografia Cattolica F. Chiapperini, in Roma anno 1874, pag.V.)
(Nota: non risulta il nome di chi abbia curato questa edizione cattolica dei rituali. Penso fosse un membro dell'Ordine Gesuita, pertanto, quando dovrò far riferimento al lui lo chiamerò semplicemente: il Gesuita.)

Nonostante l’alone (forse meglio dire la muraglia) di mistero che ha sempre circondato questi Rituali, la Chiesa Cattolica già da lungo tempo ne è venuta in possesso.

Prosegue il Gesuita: “...Noi, grazie alla cortesia di persone le quali è inutile di qui nominare, ma alle quali ci è lecito di presentare i nostri ringraziamenti, noi possediamo tutti i trentatré Rituali stampati segretamente dagli stessi framassoni forastieri ed italiani: i quali, in questo secolo specialmente, noiati ed infastiditi di dover sempre ricopiare a mano i Rituali manoscritti, cominciarono, credendo di far bene (tutti siamo soggetti a sbagliare) a stamparli segretamente e, quello che è peggio, talvolta ancora clandestinamente, perché non ne giungesse la notizia neanche ai governi od alle biblioteche pubbliche, tirandone poche copie e custodendole gelosamente; senza riflettere che avendo essi così violato per primi i loro statuti e commesso -l’alto tradimento- di stampare i rrituali, non avrebbero dovuto stupirsi se poi qualche copia ne fosse venuta in mani profane. Il che essendo ora accaduto, noi mettiamo volentieri il colto pubblico a parte del tesoro nascosto e cominciamo col pubblicare in questo libretto il Primo e l’Ultimo dei Rituali della Massoneria.”

Queste poche ma significative parole ci -mettono a parte-, cioè ci spiegano con chiarezza, quanto profondo fosse il mistero intorno a questi Rituali nel secolo scorso.
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Sia questo, punto di riflessione per ogni mente sana.
“...Lo so...” continua il Gesuita “...che i framassoni italiani, disgustati ed in parte ancora spaventati dall’essere usciti ora dalle loro unghie i Rituali vanno dicendo che questi sono rituali disusati e che presto si stamperanno i nuovi Rituali usati i quali non contengono né le empietà né le goffaggini dei vecchi e disusati. Ed io credo che i framassoni sono capacissimi di far questo ... Ma non potranno mai negare che i Rituali da noi ora pubblicati non siano stati in uso fino a ieri e che non lo siano mentre scriviamo; e molto meno potranno dare ad intendere a nessuno che la loro massoneria si abbia a mutar dall’oggi al domani unicamente perché loro hanno creduto o crederanno di far una nuova edizione dei Rituali -ad usum Delphini- e per corbellare la gente al lor solito. Ond’è che noi consigliamo lealmente i massoni del supremo Consiglio a non far questa spesa inutile della ristampa dei Rituali; giacché quand’anche essi stampassero il Catechismo del Bellarmino e il -de Imitatione- del Tommaso da Kempis, noi tanto e tanto non crederemmo lor niente; e tanto meno quanto più ci volessero vendere od anche regalare i loro Rituali nuovi. Noi crederemo sempre ai vecchi ed ai segreti e non mai a quelli che loro ci vorranno gentilmente favorire per iscambiarci le carte in mano... Del resto tutto ciò non serve: giacché, per ora, i Rituali che pubblichiamo sono gli ultimi stampati: concordano coi più antichi ed autentici di altre lingue: sono in uso ed in vigore in Italia: e perciò i signori framassoni, volere o non volere, bisogna che se li godano. Se poi loro in una nuova stampa... muteranno ai loro Rituali il pelo, non ne muteranno certamente il vizio e la dottrina loro massonica sarà sempre quella che nel Rituale di Primo grado appare vestita da agnello e che nel Rituale di trentesimo grado si scopre come una

- Lupa che di tutte brame è carca;
e molte genti fè già viver grame;
vera bestia senza pace che rispinge la gente là dove il sol tace:
ed ha natura sì malvagia e ria
Che mai non empie la bramosa voglia
E dopo il pasto ha più fame che pria
Molti sono gli animali a cui s’ammoglia
E più saranno ancor infin che il Veltro
Verrà che la farà morir di doglia.
Questi la caccerà per ogni villa
Finché l’avrà rimessa nell’inferno
Là donde invidia prima dipartilla.-”




Il Gesuita nella sua predizione di una nuova stampa dei rituali fu profetico. Pochi anni dopo, infatti, la Tipografia Agnelli di Milano stampò tre libretti dei primi tre gradi massonici che data la loro purezza sembran tratti fuori dal Catechismo Cattolico.

Il Gesuita continua la trascrizione dei veri Rituali e in fondo alla pag. XII in nota riporta:

“Or ecco quello che si legge nel rituale segretissimo del 29 grado a pag. 48 : -Quanto sarebbero degenerati i massonici misteri se, volendo tener dietro al programma ‘del volgo dei massoni’, l’iniziato non dovesse mai occuparsi né di politica né di religione.-
E nel Rituale 22 a pag. 46, si dice : -La Società dei liberi muratori è da considerarsi in uno stato di permanente cospirazione contro i loro oppressori.- e nel Rituale 19 pag. 8 si aggiunge: -In fin dei conti la società dei liberi muratori è né più né meno che una cospirazione contro il dispotismo politico ed il fanatismo religioso.”

Inutile quindi ogni tentativo, anche attuale, di chiamar la Massoneria fuori dalla politica e dalla religione, dichiarandosi essi stessi, in questi veri Rituali stampati nel 1874, come una “cospirazione contro il dispotismo politico ed il fanatismo religioso.”
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Sia questo, punto di riflessione per ogni mente sana.
E’ pericoloso ritener innocuo ciò che non si vede. Chi infatti conosce o sa cosa sia veramente la Massoneria? E chi ne conosce gli affiliati? E chi è al corrente delle loro trame?

E il politico, il magistrato, il legislatore massone,
quanti danni procurerà al popolo
in virtù del suo giuramento ?

E il religioso? E’ vaccinato da tal male? E come potrebbe? Non era Giuda Iscariota uno dei dodici? Non era egli uno scelto dal Cristo? “Non ho io scelto voi dodici? Eppure, uno di voi è un diavolo” (Giov. 6:70) dice il Cristo.

Sempre a proposito della religione, capitolo VIII:

“...la professione di tolleranza di tutti i culti... è il fondamento primo della Massoneria.”

E fin qui andrebbe bene. Andrebbe bene se non fosse che, come spiega il Gesuita:

“Questa tolleranza infatti, non è già quella civile, politica ed amministrativa ... Ma è la tolleranza teologica e interna la quale consiste nel credere fermamente che tutte le religioni sono buone ossia cattive, allo stesso modo. Il che è un negarle tutte... Infatti secondo il Rituale del Ragon, il Venerabile, dopo interrogato il candidato :-Che cosa sia il Deismo-... dee ammaestrarlo così : -Profano: il Deismo o Teismo è la credenza dell’esistenza di Dio senza rivelazione e senza culto. Questa è la religione della ragione, quella dei grandi intelletti, quella che professerà tutto il mondo quando non formerà più che una sola famiglia, è la religione dell’avvenire: quella che è destinata a surrogare tutti i culti così numerosi che sfigurano la divinità sopra tutti i punti del globo.-”

Prosegue il Gesuita: “Dal quale testo si ricava che il -Deismo-, cioè la negazione di ogni rivelazione di Gesù Cristo e di ogni culto, è la religione propria della Massoneria, la quale cerca di propagarla e renderla unica religione del mondo, distruggendo tutte le altre.”

Si sarà già notata la perfetta corrispondenza tra questa -profezia- del 1874 e quanto asserito a tal proposito dal Tommaso Ventura nel suo testo, cioè la sua -esegesi massonica- datato 1961 che ho già riportato.
E’ fin troppo facile collegare la Massoneria, specificatamente in questo punto riguardo alla religione, e qualunque essa sia, alle parole dell’Apostolo Paolo ai Tessalonicesi:

“Nessuno vi inganni in alcun modo! Prima infatti dovrà avvenire l’apostasia e dovrà esser rivelato l’uomo iniquo, il figlio della perdizione, colui che si contrappone e s’innalza sopra ogni essere che viene detto Dio o è oggetto di culto, fino a sedere nel tempio di Dio, additando sé stesso come Dio.” (Seconda lettera, 2:3-4, versione CEI).
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Una volta scopertone quest’intento la Massoneria minimizza.
Il massone Marcel Valmy, nel suo testo "I Massoni" edito da Cantini nel 1991, a pag. 28 riporta un passo del Grande Oriente di Francia, fonte questa tutt’altro che irrilevante:

“Il postulato metaforico comune al -Grande Orient- e alla -Grande loge de France-, del 1922 (Nota: quasi ai nostri giorni), si accorda ben poco con il pensiero umanitario e tollerante; eccone ad esempio un brano: -Tessiamo coon abili mani il sudario funebre nel quale un giorno verranno avvolte tutte le religioni del mondo! Verrà il tempo in cui il clericalismo sarà annientato e con esso scomparirà dalla faccia della terra la superstizione di cui è causa”.

Non mi stancherò di ripetere che una volta scoperti e svelati i segreti massonici, la massoneria corre ai ripari ammettendoli apertamente e dichiarandoli solo simbolici, come in questo caso infatti il Valmy dice : “...postulato metaforico...”
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Sia questo, punto di riflessione per ogni mente sana.
E’ un dato di fatto certo e inoppugnabile che una delle mire ultime della Massoneria è la distruzione completa e totale di ogni forma di religione e di culto.
A questo, e solo a questo mira la sua “tolleranza”.
Non si inganni dunque il Cristiano, l’Ebreo, l’Islamico, il Buddista, l’Induista, perché obiettivo finale della Massoneria è la distruzione completa e totale di ogni forma di culto e di religione, i quali culti e religioni dovranno essere sostituiti da quello del materialismo e della signoria totale ed unica della -ragione- intesa nel senso di -rifiuto del soprannaturale- .

Dal libro dell’Apocalisse 20:4 : “... e vidi le anime di quelli che erano stati decollati per la testimonianza di Gesù e per la Parola di Dio, e di quelli che non aveano adorata la bestia né la sua immagine, e non aveano preso il marchio sulla loro fronte e sulla loro mano.”

La Massoneria ha stampato circa venti anni fa i rituali dei primi tre gradi. Non saprei dire se tali libri siano stati destinati al commercio nazionale oppure se fossero destinati ad una cerchia ristretta di lettori. Io comunque li ho letti e ne possiedo copia per cui presumo che fossero -ufficiali-.

Nel testo Emulation Ritual edito dalla Società Erasmo di Roma nel 1976 e curato da Gualberto Ranieri si leggono i tre rituali dei primi tre gradi della scala massonica. Questi primi tre gradi sono quelli di: Apprendista, Compagno e Maestro.

Prima di entrare nel vivo spendiamo qualche parola su queste edizioni, la Società Erasmo.
La Società Erasmo è una casa editrice massonica, fondata nel 1962 dall’allora Gran Maestro Giordano Gamberini, della quale il Virgilio Gaito attuale Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia fece parte con la qualifica di consigliere, acquistando 60 delle 990 azioni poste in vendita.
La Società Erasmo è quella che attualmente stampa la rivista La Massoneria oggi, della quale è direttore lo stesso Gaito. (Nota: ho scritto questo testo nel 1998)

Tornando ai Rituali; gli Statuti massonici ne proibiscono la stampa, per cui è incomprensibile il perché si sia infranta questa regola. Si legge infatti testualmente nell’art. 533 che :

“Capo 2 - Statuti Generali - Rituali...
Art. 533 - La lettura dei rituali non può, senza profanazione, permettersi ai massoni, se non in ragione dei gradi rispettivamente posseduti. In conseguenza, la loro pubblicazione per mezzo della stampa è riguardata e punita come alto tradimento.”

Questo testo è tratto dal libro "Statuti Generali della Società dei Liberi Muratori del Rito Scozzese Antico e Accettato" pubblicati in Napoli nel 1820, con prefazione di Longino Valbia edito dal dott. Giovanni Bolla nel 1960, pag. 103.

Se non altro la stampa di questi Rituali dimostra in modo inequivocabile come la Massoneria sia ligia al dovere verso le sue stesse leggi.
-La tal cosa non si fa ... ma noi la facciamo lo stesso.-
Serietà assoluta, quindi.

Nel testo cattolico Rituali Massonici, già citato, si legge a pag III : “... Di questi -Statuti generali- noi conosciamo in Italia tre edizioni massoniche, tutte tre segretissime e napoletane: la prima del 1808, la seconda del 1820, la terza del 1874 .”

Di nuovo la Chiesa Cattolica ci aveva già svelato questi segreti massonici molto prima che i "fratelli" si decidessero per la loro pubblicazione ufficiale.

Dicevo quanto fosse strano che tali rituali fossero stati pubblicati.
Ciò è avvenuto presumibilmente per -portare alla luce- questi aspetti nascosti della Massoneria in modo che non si debba aver più timore di chissà quali segreti custoditi da tale organismo. Tutto, adesso, viene rivelato e svelato apertamente.

Tutto, salvo alcune piccole cose insignificanti, che proprio perché piccole e insignificanti attirano la nostra curiosità ed interesse.

Dal testo attualmente in vigore "Emulation Ritual", e in relazione al Sacro Giuramento che fa l’Apprendista durante la sua candidatura (da pag.37):

“...Io,... alla presenza del Grande Architetto dell’Universo... sinceramente e solennemente, prometto e giuro che sempre tacerò, celerò e giammai rivelerò alcuna parte o parti, punto o punti dei segreti o misteri propri o riguardanti i Liberi e Accettati Muratori nella Muratoria, sia che io li abbia conosciuti in passato, sia che mi vengano comunicati ora o in futuro, salvo che a uno o più Fratelli certi e regolari e neppure a lui o a loro, se non dopo la prova dovuta, ... Inoltre, prometto solennemente di non scrivere, di non porre su carta, di non scolpire, di non disegnare, di non incidere o altrimenti delineare tali segreti; né di indurre o tollerare che ciò sia fatto da altri e, anzi, per quanto mi sarà possibile, di impedire che altri compiano tali azioni su qualsiasi cosa, mobile o immobile, sotto la Volta Celeste, sì che nessuna lettera, carattere o figura possa diventare leggibile o intelleggibile a me stesso o a chiunque altro al mondo, al fine di impedire che le nostre arti segrete e i nostri misteri nascosti possano essere impropriamente conosciuti per colpa della mia imprudenza. Io solennemente giuro di osservare questi diversi punti senza accampare pretesti, equivoco o riserva mentale di sorta, pena, violando anche solo uno di essi, di avere la mia g.t. di t., la mia l.s.d.s.r. e s.s.l.r.d.m. a.l.d.b.m. o alla d.du.g.d.r. dove i.f. e r.d.m.a.r.d.v.o. 24 o. oppure sotto la pena più efficace di essere additato come individuo colpevole di spergiuro, privo di valori morali e assolutamente indegno di essere accolto in questa rispettabile Loggia o società di uomini che stimano l’onore e la virtù al di sopra dei vantaggi esteriori del rango e della ricchezza. Che Dio mi aiuti e mi tenga saldo nel mantenere questo mio A. e S.G. che ho fatto come A.L.M.”

Tutto chiaro, come si vede, chiaro e -alla luce del sole-.

Tutto, salvo alcune piccole cose insignificanti.

Infatti: che cosa mai possono voler dire le frasi in codice “g.t.di t.”, “l.s.d.s.r.” e le altre?
Io mi chiedo: perché è stata decisa la pubblicazione dei rituali ?
E ancora: decidendo per la pubblicazione dei Rituali, perché mantenere il segreto proprio sul punto più oscuro e tenebroso di tutta la liturgia relativo, guarda caso, proprio alla pena a cui si soggiace volontariamente il candidato in caso di un suo tradimento?
E siamo solo al primo grado, quello di Apprendista.
Se le frasi in codice sono solo simboliche, come probabilmente sosterranno i -fratelli-, perché allora non scriverle per esteso ?
Il fatto che tali frasi siano invece state codificate non comprova proprio che tali parole contengono segreti scottanti ?

Forse non sono affatto simboliche ?

Certo che il buon fratello si difenderebbe abbozzando un sorrisetto distratto e dicendo:
"Beh! Questi sono solo piccoli e insignificanti segreti che ho giurato di non rivelare, ma vi assicuro che non v’è niente di cui dobbiate preoccuparvi, ciò fa solo parte di una semplice forma di liturgia."

Bene! Ma ... vogliamo dare un occhiatina ai rituali che ci sono stati trasmessi dall’abate Capretta fin dal 1847? Ma sì, ... e diamogliela un’occhiatina!

Nel suo testo del 1847, che è una raccolta su vari argomenti, l’abate Domenico Capretta include il testo Riti e cerimonie dei Liberi Muratori. A pag. 391 del libro, cioè pag. 33 del testo relativo alla Massoneria è riportato il giuramento dell’aspirante, che dice:

“Iddio, Grande Architetto dell’Universo, che hai creato tutte le cose... (ecc. ecc.) ...
accorda a me N.N. i talenti e i doni particolari necessari per mantener questo spirito di società, con cui possa compiere le funzioni, gli impegni, e gli obblighi, a’ quali al presente sono per impegnarmi, implorando il tuo soccorso e la tua bontà. Prometto dunque, e giuro a te Iddio, ... di non rivelare giammai ad alcuno dei Profani i misteri della Società, i segni, i toccamenti, le parole, la dottrina, le cerimonie, tanto quelle che sono in uso dentro le Logge, quanto quelle che si consumano fuori di esse (Nota: -che si consumano...- strana terminologiaa); ma al contrario manterrò un profondo silenzio colla bocca, cogli scritti, coi segni, coi gesti, cosicché non adopererò la lingua, né caratteri, né geroglifici noti, o non noti, né pronunciando né stampando né incidendo o scolpendo su pietre, piante o metalli: in una parola prometto di non essere direttamente o indirettamente cagion del divolgamento di alcuno dè misteri della Società che mi saranno rivelati al presente a in avvenire. E a questi mi obbligo sotto la pena a cui mi soggetto nel caso che mancassi di parola, la qual si è che mi siano abbruciate le labbra con un ferro rovente, tagliata la mano e strappata la lingua. Che poi in qualche Loggia dei Fratelli Liberi Muratori durante tutta la cerimonia del ricevimento dei Fratelli Serventi resti appeso il mio corpo ad eterna vergogna della mia perfidia e al terrore degli altri. Al fine poi dell’Adunanza, che sia arso, e le ceneri spedite alle Principali Logge, acciocché gli altri Confratelli le veggano, e ne siano atterriti, dopodiché vengano sparse al vento, e in tal guisa si conservi fra tutti i Fratelli una memoria terribile del mio tradimento. Iddio aiutami, e questi tuoi Santi Vangeli...” (Nota : perché il giuramento viene fatto tenendo la mano sulla Bibbia aperta, precisamente sul Vangelo di Giovanni).

Bruciate le labbra, tagliata una mano, strappata la lingua. Poi, durante tutta la cerimonia di ricevimento dei Fratelli Serventi il corpo resti appeso...a terrore degli altri.

Domanda: il corpo vivo o morto? Certo che incuterebbe più terrore vedere il corpo di un uomo cui siano state bruciate le labbra, tagliata una mano e strappata la lingua ma ancora vivo. In quelle condizioni, poi, arso vivo.
Diranno i fratelli che questa è solo simbologia, cruda quanto volete ma pur sempre una simbologia, pura e semplice simbologia. Forse è così. Forse è proprio così.
Sfruttando comunque la nostra intelligenza e spinti dalla nostra curiosità, ugualmente vorremmo sapere che cosa significano quelle “frasi in codice” del testo di Emulation Ritual, che è il rituale attualmente in vigore nelle logge massoniche.

G.t. di t., vuol forse dire “gola tagliata di traverso” ?
E la frase l.s.d.s.r., vuol forse dire “lingua strappata dalla sua radice” ?

Perché se cosi fosse ritengo ci sarebbe
materiale sufficiente per far rispolverare il codice penale.
Poi, qui prosegue il rituale: “... oppure, sotto la pena più efficace di essere additato come individuo colpevole di spergiuro...”, e noi tutti, potendo scegliere tra l’avere la gola tagliata e la lingua strappata o essere additati come spergiuri sceglieremmo senz’altro la seconda soluzione, se non fosse che con probabilità questa aggiunta è stata messa lì a bella posta come uno specchietto per le allodole, perché se fosse vero che questa seconda è la pena più efficace, cioè peggiore, ne consegue che le frasi in codice precedenti sono più leggere, e se volete, chi preferisce, può crederlo.

Personalmente lo escludo.

Ma come è possibile dare credito alla possibilità che g.t.di t. possa significare gola tagliata di traverso?
"Casualmente" mi è capitato sottomano un testo pubblicato recentemente (1991) scritto da un certo signor “N.”nei primi anni del 1800.
Il testo a cui mi riferisco è Rituali e Società Segrete, edito dalle edizioni Convivio, casa editrice strettamente collegata con la Nardini di Firenze, tanto che l’indirizzo è lo stesso.
Tale testo è la trascrizione di molti documenti relativi a Società Segrete ritrovati alcuni anni prima presso l'Archivio di Stato di Firenze e risalenti intorno all'anno 1820.
Questo ritrovamento fu fatto da massoni appartenenti alla Loggia Concordia di Firenze che ne curarono la prima edizione fuori commercio.
Trascrivo un ringraziamento dalle prime pagine del libro : “La Nardini Editore ringrazia la R.L.M. Concordia di Firenze degli A.L.A.M. all’Or. di Firenze ...”.
Copertina, ultima pagina : “Un eccezionale collezione di documenti inediti, fedele ed accurata testimonianza dei rituali, dell’organizzazione e degli ideali delle più importanti società segrete. Raccolti ed ordinati da uno studioso introdottosi nei movimenti esoterici, e che ha voluto prudentemente celare la propria identità dietro l’anonima sigla - N. - , ...”

Da questo testo il Giuramento dell’Apprendista è il seguente (da pag. 81):

“Io giuro e prometto... (ecc. ecc.) ... di niente scrivere, disegnare, imprimere, o incidere, senza che ne abbia ricevuto espressa commissione e nella maniera che potrà essermi indicata. Prometto... (ecc. ecc.) ... Se io divenissi spergiuro, acconsento che mi sia tagliata la gola, strappato il cuore e le viscere, bruciato il corpo e ridotto in cenere, e le mie ceneri sparse al vento, e che la mia memoria sia in esecrazione a tutti i Massoni. Il Grande Architetto dell’ Universo sia in mio aiuto.”

Quasi parola per parola come il giuramento che ci riporta l'abate Capretta.

Ora io non sono avvocato e non so quanto legale sia un giuramento del genere, per quanto si tenti di farlo passare per -simbolico-.
Sarebbe comunque auspicabile un indagine approfondita da parte delle forze dell’ordine per accertare se cadaveri rinvenuti in queste o simili condizioni nell’ultimo secolo e mezzo potessero aver avuto qualcosa a che fare con la Massoneria, e questo per tentare di stabilire, una volta per tutte, se tali giuramenti sono solo -simbolici- o se invece come dice il rituale del 1874 : “... in alcuni luoghi... sono ancora, delle terribili verità...”.

Obiettando, il "fratello", come questo giuramento sia solo simbolico (forse), non può sfuggire all'intelligenza normale che ciò comunque rèlega il candidato ad una posizione di servitù servile verso i suoi "maestri" da essere equiparata alla schiavitù vera e propria.

Il candidato diventa così schiavo del suo "maestro".
Ma andiamo avanti.
Il -caso Morgan- avvenuto negli Stati Uniti nel 1826 è un caso di assassinio perpetrato dalla Massoneria che, poiché scoperto e accertato al di là di ogni dubbio, quindi ormai inoccultabile e innegabile, viene a tutt’oggi riconosciuto dalla Massoneria stessa semplicemente come un fatto -deplorevole- attuato da -troppo zelanti- membri massoni.
Così dice il massone Marcel Valmy, nel suo libro I Massoni, edito da Cantini in Firenze nel 1991, che a pag. 24 precisa (notare i termini distratti):

“... Avvenne che un certo William Morgan dichiarasse di voler pubblicare un libro in cui tutti i rituali e i simboli della Massoneria sarebbero stati disvelati. Alcuni massoni un pò troppo zelanti per impedirlo lo rapirono, e da quel giorno non fu più visto in giro.”

Così si esprime il Valmy, con questi termini aberranti: “...alcuni massoni un pò troppo zelanti ... lo rapirono”.

L’assassinio di un proprio confratello che dichiara di voler rivelare i segreti massoni viene descritto come un gesto un pò troppo zelante !
Non so se sia più da temere l’assassinio stesso oppure le attuali parole di “comprensione” del Valmy.

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Questa è la Massoneria !




Scabrosi poi, i particolari del rapimento e dell’assassinio del Morgan.
Si accusano di -eccesso di zelo- questi assassini, senza pur porre mente che nell’attuale Emulation Ritual, fin dal primo grado, si obbliga l’aspirante a dichiarare che “...Inoltre, prometto solennemente di non scrivere, di non porre su carta, di non scolpire, di non disegnare, di non incidere o altrimenti delineare tali segreti ; né di indurre o tollerare che ciò sia fatto da altri e, anzi, per quanto mi sarà possibile, di impedire che altri compiano
tali azioni su qualsiasi cosa, mobile o immobile, sotto la Volta Celeste”, il che significa che ogni massone ha l’obbligo di garantire il mantenimento dei segreti massoni “...per quanto mi sarà possibile...”.

E’ conseguenza di ogni mente logica e razionale l’immaginare che questo “... quanto ... possibile” nel caso in cui l’aspirante sia disgraziatamente un puro e semplice delinquente possa avere dei risvolti inquietanti. E dico -disgraziatamente-, perché se in Massoneria si accettassero intenzionalmente delinquenti, qual altro motivo vi sarebbe se non di usarli come -braccio armato- ?

Interessante notare come il simbologismo, secondo il rituali riferiti dal Capretta nel 1847 sia molto simile a quelli riferiti dal signor “N.” nel testo dei primi '800 e pubblicato nel 1991, e che colpisca direttamente la parte del corpo che commette il tradimento: labbra, lingua e mano, e poi l’intero corpo. Le labbra e la lingua in quanto responsabili di aver rivelato il segreto, la mano in quanto resasi responsabile di aver scritto, disegnato o scolpito questi terribili segreti.

Dice il Virgilio Gaito, come già detto Grande Maestro Venerabile del Grande Oriente d’Italia, cioè della parte più considerevole della Massoneria Italiana che conta circa sedicimila dei totali ventitremila massoni italiani, che il segreto della Massoneria non è altro che quella intima conoscenza spirituale, quindi astratta, che permette all’uomo, pietra grezza, di elevare se stesso fino al raggiungimento di una specie di stato di grazia che lo porta ad essere un -illuminato-.

Che strano! Eppure nell’Emulation Ritual edito dalla sua casa editrice l’Apprendista si impegna a non disegnare né scolpire tali segreti. Come si fa, io mi chiedo, a “scolpire”un idea astratta come quella descritta dal Venerabile?
E scolpirla in modo che diventi “intelleggibile” al profano?
Io credo proprio che non sia possibile, e quindi, di conseguenza, il Venerabile Gran Maestro Virgilio Gaito “si è sbagliato”.

I segreti ci sono e possono essere non solo
rivelati, ma anche disegnati e scolpiti.

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Sia questo, ennesimo punto di riflessione per ogni mente sana.
Il Gualberto Ranieri ha curato anche la pubblicazione del Rituale dell’Arco Reale, che è il tredicesimo grado della scala massonica, ma in effetti, il quarto rito vero e proprio, poiché in Massoneria solo per alcuni dei trentatré gradi viene eseguito il rito relativo, perché per lo più le -nomine- vengono conferite per -comunicazione-, cioè senza la cerimonia rituale.

Il giuramento che presta il candidato al tredicesimo grado è il seguente :
“1. sogg. - Fr(atello Tal dei Tali) Sulla vostra parola di uomo libero e fedele Massone dichiarate voi che siete stato elevato al Sublime Grado di M.M. (Nota: Maestro Massone) da quattro settimane o più ?
Cand. - Sì, lo dichiaro.
1. sogg. - Promettete inoltre, sotto pena dei vostri precedenti giuramenti, che terrete celato quanto sto per confidarvi con le stesse cautele richieste per gli altri Segreti Massonici ?
Cand. - Sì, lo prometto.
1. sogg. - Vi confido quindi le Pr. di Ps., (Nota: le Parole di Passo) che conducono a questo Supremo Grado. Esse sono: A . . i R . . . . a (il Cand. ripete). Il loro significato è: i.p.m.h.o.m. (il Cand. ripete).”

A pag. 18 il giuramento che il celebrante fa ripetere al candidato:

“... Io ... solennemente prometto e giuro di sempre tacere, nascondere e giammai rivelare alcuno dei segreti appartenenti a questo Supremo Grado denominato Sacro Arco Reale di Gerusalemme, a nessuno nel mondo, salvo che a un Compagno, vero e regolare, dell’Ordine, dopo essermi accertato, attraverso accurato esame, che egli è tale. Prometto inoltre che non mi azzarderò mai di pronunciare il nome S. e M., che mi sarà ora comunicato per la prima volta, salvo che in presenza e col concorso di due o più Compagni dell’Arco Reale regolarmente costituito quando detengo la carica di Primo Principale. Prometto solennemente di osservare tutti questi punti, senza accampare pretesti, equivoco o riserva mentale di sorta, pena, violando anche solo uno di questi, di soffrire la perdita della mia vita con l’essere d . . . . . t . . o.
Che il V.V.D.L’A. mi aiuti e mi tenga saldo nel mantenere questo sacro e solenne giuramento che ho fatto come un Massone dell’Arco Reale.”

Anche in questo rituale la pena è resa oscura dalla codificazione, infatti, come si fa ad immaginare che cosa voglia dire: “d . . . . . t . . o”?
Pur tuttavia, in questo quarto rituale il candidato dichiara di essere disposto, in caso si rivelazione dei segreti a “soffrire la perdita della mia vita”,

e poiché dubito fortemente che un giuramento del genere sia legale, ripeto che per il solo fatto, dovrebbe da chi di dovere essere rispolverato il codice penale ed esaminata la questione.

Anche questo Rituale dell’Arco Reale (così il titolo del libretto), è stato pubblicato dalla stessa Società Erasmo, in Roma, nel 1976.

Il Gaito è di idee liberali, infatti, vorrebbe (dice) rendere palese la Società Massonica.
Rientra probabilmente in quest’ottica il motivo per cui i rituali sono stati stampati.

Volendo però gettare luce sulla ritualità massonica il Gaito non dovrebbe trincerarsi dietro la -codificazione-, perché in questo modo getta invece un ombra di mistero ancora più grande di quella che si prefiggeva di togliere. Fa, come si suol dire -la toppa peggiore dello strappo-.

Io domando al Venerabile Gran Maestro Virgilio Gaito : per caso, il codice “d . . . . . t . .o”, vuol dire : “decapitato” ?

E sarebbe così gentile da farci leggere anche il rituale del Sovrano Principe di Rosa Croce e il trentesimo, cioè quello di Cavaliere Kadosh ?

Forse la risposta sarebbe un secco "no"!

Quindi passiamo direttamente a leggerlo, il rituale del trentesimo grado denominato di Cavaliere Kadosh.

“Imprendiamo, col piacere di Dio, a pubblicare i documenti autentici e segreti dei framassoni; persuasi che per far odiare e disprezzare la Massoneria basta presentarla al mondo qual’è nel suo segreto ch’essa procura di mostrarci imbellettato, incappucciato e mantellato ipocritamente” (dalla prefazione, a pag III, del testo già citato Rituali Massonici del Primo e del Trentesimo grado detti di Apprendisti e di Cavaliere Kadosh, edito nel 1874 dalla Tipografia Cattolica di F. Chiapperini, in Roma).

Da pag. 95 :

“Possediamo più di un rituale stampato di questo trentesimo grado. Ma ci atteniamo a quello più recente ed italiano pubblicato testé in Napoli col titolo: -Trentesimo grado di Rito Scozzese detto Cavaliere Kadosch, o Cavaliere dell’Aquila bianca e nera, Napoli, senza nome di Tipografia, 1869- un libretto in 18. di pag. 64. il quale ristampiamo testualmente e quasi integralmente, ad ammaestramento e Vera Luce dei figli della luce: ed a perpetuo scorno della framassoneria e dei suoi tenebrosi figliuoli, che dopo essercisi bugiardamente ed ipocritamente venduti, nel Rituale di Primo Grado, per società di beneficenza che rispetta tutti i culti ed obbedisce fedelmente a tutte le autorità, tanto che è perfino vietato di parlare in Loggia di politica e di religione, ci si svela poi sfacciatamente nel Rituale del Trentesimo grado per società intesa per l’appunto ed esclusivamente a distruggere ogni religione ed ogni autorità con qualsiasi mezzo e specialmente, ed anzi come dicono pedantescamente i Massoni, tassativamente, col pugnale del sicario.”

“Il Rituale del Trentesimo grado comincia con una prefazione scritta da Domenico Angherà calabrese vivente ed arciprete che di sacerdote non ha che il carattere da lui profanato. Egli è capo della Massoneria napoletana; di grado 33 ... or ecco la prefazione.
-Il trentesimo grado del nostro rito scozzese antico e accettato, o il dodicesimo grado fra i filosofici del medesimo rito, porta il titolo di Cavaliere Kadosch, detto ancora Cavaliere dell’Aquila bianca e nera. Il vero Cavaliere Kadosh comprende in sé stesso la più sublime filosofia ... quest’eminente e sublime grado ... accenna positivamente allo scioglimento del gran dramma massonico... In questo sublime grado si allude tassativamente al tragico fine del Gran Maestro dei Templari Giacomo de Molay, o Molè.
I principali attori sono Filippo il Bello, Clemente V ed il falso fratello dei Templari Noffodei. La Massoneria prende ad esempio questa leggenda onde maggiormente apostrofare al suo nobile scopo di emancipare la gran famiglia in umanità dal duplice dispotismo che inesorabilmente la opprime e la tiranneggia.”

Da pag. 108 inizia il rituale vero e proprio e il maestro fa al candidato Kadosh alcune domande:

“D.- ... a quale ora si ha il costume di aprire i nostri travagli ?
R.- All’apparire della notte.
D.- Perché?
R.- Perché quello è il momento più propizio per meditare e per agire.
D.- Qual’è il nostro fine?
R.- Nekam (vendetta) Makah (omicidio).
D.- Che significano queste due parole?
R.- Che il dovere di un Cavaliere Kadosch è quello di scovrire tutti gli assassini che sono stati commessi a danno di tutti gli amici della libertà politica e della libertà religiosa mediante i satelliti del dispotismo, e di vendicare le vittime della tirannia: di unirsi strettamente ed intendersi in comune, onde finirla una volta per sempre con tutti i despoti del genere umano: in una parola, di stabilire la libertà politica e religiosa ove nonesiste e di difenderla ove trovasi stabilita, anche colle armi in pugno se farà l’uopo.”

E qui il Gesuita commenta: “Questo, pare a noi, si chiama parlar chiaro, e si vedrà di qui a un poco che il Rituale parla ancora più chiaro.”

Infatti da pag. 116 il Maestro insegna al candidato :

“... tu non devi ignorare che qui tutto è simbolico; pure questi simboli furono un tempo, ed in alcuni luoghi lo sono ancora, delle terribili verità ... il nostro fine fraditanto nel presentare ai tuoi sguardi i simboli della intolleranza religiosa e della persecuzione politica, è solo di farti ben comprendere che ... noi malediciamo ed esacriamo i tiranni e i despoti che sono stati gli strumenti di questa intolleranza e di questa persecuzione.
Noi vogliamo similmente farti comprendere che tu, sortendo da questo luogo, sei obbligato di mettere in opera tutti i mezzi che sono in tuo potere, onde combattere per assicurare a te stesso ed ai tuoi fratelli in umanità la libertà politica e la libertà religiosa...
... Sino al momento ti è stata sviluppata solamente la teoria delle nostre dottrine; il tempo di azione è ormai giunto. Sieguimi.”

“... il Gran Maestro guida il candidato innanzi ad un cranio coronato di foglie di alloro, e l’obbliga a dire con lui: Onore e gloria alla innocenza perseguitata; onore e gloria alla virtù sacrificata dal vizio e dalla ambizione.
In seguito gli mostra un cranio coronato da una Tiara, e mettendogli in mano un pugnale, che dirige verso il cranio, l’impegna a gridare con lui: Odio e morte al dispotismo religioso.
In fine gli mostra un cranio coronato dal diadema regale, gli dice di dirigere il pugnale verso di esso, e l’obbliga a dire con lui : Odio e morte al dispotismo politico.”

Poi l’iniziato pronuncia la sua prima Obbligazione, cioè giura di combattere la -tirannia politica e la intolleranza religiosa-.

Prosegue il Gesuita: “Fin qui il rituale italiano: il quale è già, da per sé stesso, abbastanza chiaro. Ma diventa anche più chiaro quando si paragoni e si confronti con altri Rituali editi dal Ragon e coi commenti che questo ritualista loro appone. Dice infatti il Ragon (pag.9) che -tutti i Rituali primitivi ed antichi esprimono lo stesso odio alla monarchia e al papato. Tutti questi pensieri di vendetta dovettero finire colla rivoluzione francese del 1793 come non aventi più ragione di essere, trovandosi la monarchia abolita e il Papato perseguitato.- Le quali parole,” prosegue ancora il Gesuita “contro ogni intenzione del povero Ragon, dimostrano ad evidenza due cose : 1. che la framassoneria è rea dell’assassinio di Luigi XVI e di tutti gli altri assassinii di Re o Principi condannati in questo grado 30 ad essere assassinati dai Cavalieri Kadosck.
2. che non essendo l’odio massonico volto contro il tal Re od il tal Papa, ma contro la monarchia ed il papato, ben lungi dal -non avere più ora ragione di essere i Rituali assassini- l’hanno più che mai sia contro i Re ancora esistenti, sia contro il Papa di cui la provvidenza mai non permise finora l’assassinio formale giurato dalla massoneria (a).
Il povero Ragon ... spiega (pag. 9,10) l’atrocità dei rituali antichi con -ispecolatori intriganti che nel 1804 portarono da Charleston di America a Parigi il rito massonico di ‘perfezione’ fondato a Parigi nel 1756 e poi dimenticato-.”

Il Ragon parla anche del rito della decapitazione di un cadavere (fatto credere al candidato bendato un nemico condannato a morte), come della pecora viva e rasata, dimodoché il candidato, sempre bendato, toccandola e sentendola calda e palpitante si convinca di trovarsi davanti ad un nemico da “giustiziare” e trafiggendola con un pugnale.
Anche il signor "N." ci riferisce di questi riti.

"Simbologismo" dici ancora, "fratello"?

Un "simbologismo" che però ti indica fin dall'inizio il grado di affidabilità del nuovo iniziato e fino a che punto è disposto ad arrivare il tuo "servo".
Forse non capiterà mai l'occasione ... ma se capita tu sai che puoi contare su di lui !

Prosegue il Gesuita: “Tutto questo narra il Ragon a pagine 65-66 del suo rituale di Kadosck: e dice che queste cose sono ora disusate ... Ma aggiunge questo particolare tacciuto dal ritualista italiano; cioè che il candidato dee espressamente e realmente pugnalare i due crani coronati l’uno di tiara pontificia, l’altro di diadema reale.”

Da pag. 136, capitolo VIII sui Templari, dice il Gran Maestro all’iniziato, secondo il rituale italiano : “Quella tomba che vedi è un omaggio che noi rendiamo alla memoria di Giacomo de Molè (Nota: il Gesuita precisa: ) (Jacobus Burgundus Molay).
Questo grand’uomo e i suoi illustri compagni (templari) formavano una società di uomini valorosi, austeri, pietosi ed umanitari ... Eglino erano tolleranti in materia di Religione ed in aperta guerra col fanatismo religioso... Appena il gran maestro dei Templari Giacomo de Molè giacque vittima dei complotti combinati fra il Re Filippo il Bello e il Papa Clemente V, i successori di essi Templari doveano vendicarsi di questi due potenti nemici del loro Ordine. Questi due persecutori dei Templari non sono per noi che i rappresentanti visibili del dispotismo politico e del fanatismo religioso. Dispotismo e fanatismo che abbiamo solennemente giurato di combattere con tutte le nostre forze.”

Il Re Filippo il Bello e il Papa Clemente V morirono pochi mesi dopo la condanna a morte del Giacomo de Molay, -colpiti- dalla maledizione che questi scagliò contro di loro dal patibolo, o forse, e più probabilmente, colpiti da -misteriosa- e vendicativa mano templare, come fanno capire le parole del rituale sopra riportate.
.
Da pag. 156 :

“Capitolo XI: Conchiusione
Per fabbricare una gran città ci vogliono secoli e migliaia di operai: per incendiarla basta un giorno e un mascalzone. Per fare una statua, un quadro, un orologio insigne vi vogliono dei genii di arte e di industria. Per fracassare la statua, squarciare la tela, stritolar l’orologio basta un somaro. Per educare bene un giovane, una città, un regno vi vogliono miracoli di industrie, di leggi, di governi e di pazienza; per guastarli, corromperli e pervertirli basta un governo massone. Mascalzoni, somari e framassoni non si vantino dunque delle conquiste della loro civiltà moderna. Il miracolo non istà già in quello che essi sono riusciti a conquistare: ma in quello che è sfuggito alle loro conquiste. L’uomo di natura sua è purtroppo portato al male. Quale merito hanno coloro che spingono per di dietro chi è già sulla china? Il vero merito sta in chi, colla sola forza morale, lo trattiene sulla via del precipizio. Or qual’è questa forza morale se non la Chiesa? E qual’è la forza immorale che spinge la gente al precipizio se non che la framassoneria che si chiama liberalismo, società moderna, civiltà moderna ?
Bel merito vi è nel dire alla gente: - Figliuoli, non vi è né Diio né religione, né inferno, né paradiso: bisogna godere in questo mondo, rubare quando si può a man salva... e lasciar cantare i preti. - ... La meraviglia non istà nel trovar gente che corra dietro a queste prediche ed a questi predicatori. La meraviglia sta nel trovare gente che rifugga da tal morale, e oda la Chiesa che predica ciò che è contrario a tutte le male tendenze.
... Non si vantino dunque i framassoni del male che fecero e che fanno, cosa facilissima ad ogni malvagio, : non si vantino del pervertire che fanno tanti buoni, cosa facilissima ad ogni perverso: non si vantino del turbamento prodotto in tanti popoli; cosa facilissima ad ogni perturbatore: non si vantino dello scatenamento da loro procurato di tante passioni di furti, di licenza, di libidine, di incendio, di empietà, di turpitudine d’ogni fatto, cosa facilissima ad ogni ubriaco. Ammirino invece, e stupiscano, se pure hanno tanto d’intelletto da capir questo, che tante loro fatiche riescano, in proporzione della facilità dell’opera, a sì povero risultato. Qui sta il miracolo: che i framassoni, avendo presa sopra di sé un impresa così facile naturalmente, qual’è quella di rompere, guastare, lordare, pervertire e distruggere, trovino la pietra di Cristo così dura, la rupe della Chiesa così ferma, il sasso di Roma così immobile che essi sembrano tanti Sisifi, Danaidi e Tantali condannati a calcitrare contro lo sprone, imbottar nebbia e pestar l’acqua nel mortaio a proprio scorno ed a vera gloria del vero grande architetto dell’universo e della chiesa... E tanto basti per ora della scempiaggine ed empietà della Massoneria, specialmente italiana, in quanto è società. Giacché come già dicemmo, quanto ai singoli Massoni in particolare, noi non intendiamo di togliere e molto meno di aggiungere a nessuno di loro punto di credito.”







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