Il piano orwelliano di governi e banche per creare una società senza contanti

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wheaton80
00venerdì 5 giugno 2015 13:36

ROMA (WSI) - Un futuro senza contanti non è poi così lontano. Le fondamenta per una società in cui il cash venga totalmente estinto stanno diventando, di fatto, sempre più solide. Tanto che esiste una vera e propria alleanza che promuove l'iniziativa "Better Than Cash", ovvero, "Meglio dei contanti". Si chiama Better Than Cash Alliance (http://betterthancash.org/). L'iniziativa sembra di primo acchito avere una funzione umanitaria. Tra i membri, c'è anche la fondazione di Bill & Melinda Gates. Poi si legge, sempre nella sezione dei soci, che tra i finanziatori compaiono Citi, MasterCard e Visa. "Accelerare la transizione dal cash ai pagamenti elettronici può migliorare il tenore di vita di persone con basso reddito, promuovendo l'integrazione finanziaria, e permettendo alla gente di accumulare risparmi e accelerare la crescita delle economie in via di sviluppo". Tra gli obiettivi da perseguire entro il 2017, c'è quello di garantire a milioni di individui poveri e appartenenti alle fasce basse di reddito il miglioramento della loro sicurezza economica, "permettendo loro di utilizzare banche o conti elettronici per far crescere i loro risparmi e asset, attraverso tecnologie avanzate di pagamenti". Un sistema che punta a realizzare un obiettivo all'apparenza ammirevole ed encomiabile, o una grande bugia? Seth Mason è dell'idea che il disegno che sta alla base di questa alleanza sia simile a quello che vide un gruppo di banchieri, di politici e uomini d'affari, nel lontanno autunno del 1910, incontrarsi a Jekill Island, Georgia, per pianificare quella che sarebbe stata "una delle istituzioni più distruttive della storia moderna", ovvero, la "Federal Reserve". Mason scrive che 100 anni più tardi, un altro gruppo di banchieri potenti, di politici e di businessman si sono riuniti per promuovere una società senza contanti, un sistema economico che implica che ogni uomo, donna e bambino utilizzino sistemi elettronici, monitorati dal governo, per fare acquisti di ogni tipo. Il progetto "è basato sulla farsa secondo cui l'eliminazione del cash stimolerebbe l'imprenditoria tra i poveri". Ma "in realtà, l'eliminazione dei contanti ridurrebbe molte opportunità per chi ha pochi mezzi e vuole diventare imprenditore". Soprattutto per chi vuole avviare un'attività e non ha mezzi, a parte le proprie capacità, per mettere su un'azienda". Scomparirebbero per essere le cosiddette attività "freelance" e i lavori di strada che spesso permettono ai meno abbienti di sbarcare il lunario.

Chi è un freelancer sarebbe costretto a dar vita a una società o cercare lavoro presso aziende, con tutti i maggiori oneri fiscali che un cambiamento del genere provocherebbe. E tutto verrebbe regolamentato e monitorato dai governi versione Grande Fratello. Vincerebbero alla fine solo le lobby: Citi, Visa e MasterCard sostengono il progetto BTCA (Better Than Cash Alliance) per ragioni ben ovvie. "In un mondo libero dai contanti, queste istituzioni non solo farebbero profitti vendendo strumenti per effettuare pagamenti in via elettronica, imponendo commissioni su ogni transazione, ma guadagnerebbero anche perchè convincerebbero tutti a depositare i loro redditi e contanti nei loro forzieri". La BTCA continua a reiterare che una società senza cash permetterebbe ai poveri di "partecipare al sistema finanziario". Ma l'esperto è convinto del contrario, così come è convinto del fatto che a soffrire di più sarebbero i più anziani, "che spesso detengono notevoli quantità di contanti e sono esitanti (a volte incapaci) a realizzare transazioni per via elettronica. Tra i problemi che il piano dell'alleanza creerebbe, ci sarebbe l'aumento dei casi di abusi di natura finanziaria contro gli anziani". A quel punto, "inevitabilmente, alcune persone troverebbero il modo di schivare il sistema di pagamenti monitorato dai governi, almeno per qualche acquisto". Banche e governi (12 governi, tra cui gli Stati Uniti, appoggiano l'iniziativa) sarebbero i principali beneficiari. "Oltre a produrre nuovi flussi di entrate fiscali, i sistemi di pagamento permetterebbero ai governi di portare i consumatori ad acquistare beni e servizi da organizzazioni con licenza, che pagano tasse". Sarebbero insomma le autorità a pilotare gli acquisti dei consumatori, dopo averli privati delle loro libertà economiche e imprenditoriali, grazie a un piano che Mason considera apertamente "orwelliano".

05 giugno 2015
www.wallstreetitalia.com/article/1816402/finanza/il-piano-orwelliano-di-governi-e-banche-per-creare-una-societa-senza-conta...
wheaton80
00mercoledì 15 gennaio 2020 23:28
Ora lo ammette anche la BCE: la lotta al contante è sbagliata

Alberto Bagnai, senatore della Lega, mercoledì 8 gennaio ha pubblicato su Twitter una lettera della BCE indirizzata al Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, al Presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico e al Ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. La lettera in sostanza “bacchetta” il Governo sulle controverse politiche in merito alla limitazione dell’utilizzo del denaro contante. I benefici per la lotta all’evasione non sarebbero così evidenti come preannunciato dall’Esecutivo, anzi, danneggerebbero l’unica moneta “legale” del Paese. Il discorso conferma quindi quanto denunciato dall’esperto di politiche monetarie Cosimo Massaro in vari articoli e interviste, come quella avvenuta su Radio Radio dal titolo “La guerra al denaro contante serve ad arricchire il sistema finanziario”. “Non ci rendiamo conto in che mani ci stiamo mettendo. Può accadere un blackout e il sistema va in tilt. Possiamo subire un attacco hacker da una Nazione straniera. Che facciamo se si blocca tutto il sistema elettronico dei pagamenti? Andiamo nel caos totale. Dobbiamo avere sempre buona parte di moneta legale che circoli con il contante. Non c’è nessuna correlazione tra il denaro contante e l’evasione fiscale. È una vera e propria fake news. Anche la BCE ci dice ‘lo dovete dimostrare’ e in effetti non c’è nessuna correlazione. Il criminale rimane criminale. I maggiori evasori, elusori, sono i grossi potentati, le multinazionali, i sistemi bancari che hanno le sedi legali in paradisi fiscali. La limitazione del contante va a colpire solo la piccola e media impresa. Ci trattano come criminali e terroristi. Il sistema bancario centrale è una sanguisuga a cui non basta mai, ed ora stanno eliminando il denaro contante perché hanno sempre bisogno di drenare moneta. BCE, PayPal e Lybra sono i colossi in competizione, stiamo parlando di una lotta tra squali che devono tutelare i loro interessi. La moneta elettronica è una moneta su cui paghiamo il pizzo con le commissioni. La moneta cartacea non deve sparire: è una forma di protezione”.

Cosimo Massaro
14 gennaio 2020
www.radioradio.it/2020/01/ora-lo-ammette-anche-la-bce-la-lotta-al-contante-e-sbagliata-%E2%96%BA-cosimo-massaro/?cn-re...
wheaton80
00venerdì 16 aprile 2021 23:13
Addio cashback: i contanti non sono male

Addio cashback, quindi. Soltanto quattro mesi fa sembrava che i contanti fossero la rovina dell’economia italiana. Perciò, lotterie e premi di miliardi per chi li rimpiazza con carte di credito e bancomat. Ora invece, dietrofront. Uno dei tanti, rispetto all’immaginifica era Conte-Arcuri: nel cestino app immuni, monopattini, banchi a rotelle e primule. Resta però il dilemma: è vero che per annientare gli evasori fiscali e, già che ci siamo, pure i mafiosi, bisogna scoraggiare il contante? Contro questa tesi si è espresso niente di meno che Carl-Ludwig Thiele, dirigente della Bundesbank, la banca centrale tedesca:“Non mi risulta che nei Paesi con un limite massimo per i contanti ci sia meno criminalità”. E si è chiesto provocatoriamente:“Dovremmo proibire i telefoni cellulari? Anch’essi, come i contanti, rendono più facile ai delinquenti compiere i loro crimini”. Nel suo nuovo libro 'Viva i contanti' (Ponte alle Grazie), Beppe Scienza, docente di matematica all’Università di Torino, nega che l’obiettivo della lotta alle banconote sia l’evasione fiscale: “Solo un loro divieto completo servirebbe, ma richiederebbe l’uscita dall’euro. Che non propone però nessuno dei pugnaci combattenti della guerra contro i contanti, la ‘War on cash’”. E allora, perché tutta questa spinta per i pagamenti elettronici? “Perché sui contanti le banche non guadagnano niente. In compenso convengono a negozianti, ristoratori e artigiani, i quali evitano provvigioni e costi vari, che altrimenti ribaltano poi inevitabilmente sui prezzi”.

I contanti infatti funzionano sempre, senza bisogno di apparecchi o collegamento a Internet. Tengono riservate le abitudini di consumo e danno il senso della spesa: uno vede subito quanto gli avanza. Permettono di pagare anche a falliti, homeless, minori, privi di conto bancario o carta prepagata. È anche falso che in Italia siano troppo diffusi: i tedeschi li usano altrettanto, per l’80% dei pagamenti. Le banconote difendono poi egregiamente in caso di imposte patrimoniali o di ritorno alla lira. Sono la miglior riserva di valore, perché non consistono in moneta bancaria: li emette la banca centrale, che non fallisce. Occorrono solo alcune avvertenze per i prelievi e le cassette di sicurezza, che il libro spiega. Si può convenire o no sulla tesi di Scienza, l’elogio dei contanti, ma il suo lavoro è anche ricco di informazioni e curiosità. Per esempio: agli sconsiderati che vogliano nascondere i propri averi sotto il materasso, convengono più i lingotti o le banconote? “Prendiamo un lingotto d’oro da un chilo e una mazzetta di biglietti di banca da 500 euro, che complessivamente valgano altrettanto. L’ingombro, cioè lo spazio che occupano, sono simili. Non nego che psicologicamente il lingotto infonda un senso di sicurezza maggiore, e non solo perché pesa di più. Però come riserva di valore le banconote funzionano meglio dei lingotti. Infatti i vantaggi dell’oro sono pochi, e molti gli svantaggi”. Il libro ne elenca parecchi, in particolare i saliscendi del prezzo e gli alti costi per acquisto e rivendita. Le banche si lamentano per gli alti costi di gestione dei contanti. “Ma è strutturale che li abbiano”, taglia corto Scienza. “Bella pretesa, volerli evitare. È come se uno stabilimento balneare pretendesse di impedire ai clienti di andare in acqua, per non dovere pagare i bagnini”.

09/04/2021
www.huffingtonpost.it/entry/addio-cashback-i-contanti-non-sono-male_it_60705542c5b6ed59...
wheaton80
00venerdì 18 febbraio 2022 20:51
Milleproroghe - Ops, il governo va sotto su un emendamento sull'uso del contante

Ops, il Governo Speranza-Brunetta va sotto su un emendamento relativo all'uso del contante, che viene ad innalzarne il limite, a prima firma Bitonci. Un bel colpetto... Anzi per la verità il governo è andato sotto su quattro questioni, ma la più importante è proprio quella sull'uso del denaro contante che, secondo quanto previsto dall'emendamento, dovrebbe tornare da 1.000 a 2.000 euro. Quindi, almeno per il 2022, il limite per il contante resta a 2.000 euro. La cosa divertente è che il Governo Speranza-Brunetta ha come Presidente del Consiglio nominale il Prof. Draghi che, quando era alla guida della BCE, aveva espresso un parere negativo contro limitazioni eccessive all'uso delle banconote, anche con motivazioni piuttosto fondate:

1) L'estromissione dalla vita sociale di chi non può accedere, per vari motivi, agli strumenti di pagamento elettronici

2) Il fatto che, sostituendo la moneta cartacea con quella elettronica, gestita da banche o società esterne, mina le basi stesse del controllo monetario della Banca Centrale

Però, come Presidente del Consiglio, ha visto il suo governo dare parere sfavorevole a questo emendamento, comunque passato, confermando che il governo è quello Speranza-Brunetta, non Draghi. Come diciamo ormai da tempo.

17 febbraio 2022
scenarieconomici.it/milleproroghe-ops-il-governo-va-sotto-su-un-emendamento-sulluso-del-...
wheaton80
00venerdì 27 ottobre 2023 01:28
Banche sempre più digital, ma i correntisti vogliono il caro vecchio sportello

I correntisti delle banche sono ormai ridotti a meri numeri lasciati a loro stessi dal servizio clienti automatizzato e digitale, incapace di gestire i problemi in modo elastico ed esaustivo. Per questo motivo, sempre più persone cambiano istituto di credito spostandosi verso realtà bancarie più piccole per mantenere quel rapporto umano che fa assolutamente la differenza soprattutto quando risolvere un problema o effettuare una semplice operazione si trasforma in una missione quasi impossibile da risolvere.

Una realtà che si verifica, spesso, anche quando ci sono fusioni bancarie e si creano mille disagi con i dati errati nella trasposizione dei conti correnti, o quando ti mandano nuove regole scritte in minuscolo che non si capisce se è un'offerta commerciale con cui ci bombardano ogni giorno o un'informazione importante. Ma il dramma si compie quotidianamente perché con la chiusura degli sportelli, che ormai quasi tutti gli istituti di credito per ottimizzare i costi e rendere tutto digitale stanno effettuando, il disagio è servito. Quando hai un problema il sistema di risposta automatico non è elastico ma rigido e limitato e non tiene conto delle esigenze degli utenti, che sono ridotti a meri numeri, cosicché un piccolo problema da risolvere diventa una scocciatura infinita. In questo caso, la realtà da incubo è quella in cui si sono ritrovati moltissimi clienti che hanno denunciato la violazione di tutti i diritti dei correntisti dal cambio unilaterale di questa operazione estiva. Clienti che si ritrovano a cercare spiegazioni a cui neanche gli stessi impiegati della banca riescono a rispondere con un'insoddisfazione e uno stress disarmante oltre al disservizio che ricrea per l'appunto la situazione da incubo. Una situazione come quella che quest'estate ha coinvolto un grande player come Intesa Sanpaolo, che è su tutti i giornali per il fragoroso impatto che ha generato. Ma faccio un passo indietro per ricostruire l'accaduto.

Con una comunicazione di massa ai clienti senza un eventuale esplicito loro consenso e con un click, quest'estate, milioni di correntisti Banca Intesa si sono ritrovati ad essere trasferiti alla controllata digitale Isybank, dello stesso gruppo bancario Intesa Sanpaolo, generando un caos di disservizi e proteste tra i clienti. che si sono ritrovati, senza rendersene conto più di tanto, trasferiti ad un'interfaccia completamente digitale di un'altra banca, con tutti i disagi, disservizi e danni che ne possono derivare per districarsi per qualsiasi servizio bancario necessario.

Milioni di utenti sono stati catapultati in automatico da Banca Intesa alla sua controllata Isybank con un'operazione che ha generato parecchie proteste, tanto che è finita in tribunale per chiedere conto e tutelare i diritti dei correntisti trattati come semplici numeri in spregio alla legge. Secondo la ricostruzione di numerosi utenti è stato fatto tutto in automatico. Sono stati trasferiti gli accrediti dello stipendio, gli addebiti delle bollette. Formalmente tutto appare ineccepibile ma da una di quelle Banche che si fregiano di avere grande attenzione per il customer care, o meglio servizio clienti, lascia quantomeno perplessi questa operazione. Di certo, sarebbe stata necessaria maggiore attenzione, come dimostrano le migliaia di reclami inviate all'Associazione dei Consumatori, scesa in campo a tutela dei danneggiati. Secondo gli esperti dello sportello di tutela finanziaria dell'Associazione Consumatori:“sebbene Banca Intesa controlli al 100 per cento Isybank, quest'ultima è una banca diversa con molte differenze. Intanto, è un soggetto giuridico diverso e cioé ha un management differente con altre garanzie societarie e diverse modalità di erogazione dei servizi. Inoltre, non ha filiali fisiche e neppure l'internet banking, cioé il sito istituzionale dove effettuare le operazioni, e se si vuole effettuare qualsiasi operazione bisogna usare per forza la loro app dallo smartphone”. Morale della favola: chi non ha uno smartphone o ha semplicemente poca dimestichezza con le app, senza poter contare sull'aiuto fisico dello sportellista del caso, è probabilmente lasciato al suo destino.

La questione è seria, tanto che è arrivata anche al vaglio del governo. Ma il rischio di una maxi causa è dietro l'angolo. I clienti danneggiati da questa operazione si stanno organizzando in un comitato per lanciare la loro class action e chiedere oltre il ripristino dei dati personali e finanziari e la corretta gestione della privacy, anche il risarcimento dei danni per i disservizi subiti. Ora, come da procedura obbligatoria si cercherà una mediazione prima di passare alla causa civile. Ma qualsiasi sarà il risultato di questa vicenda, di sicuro, farà scuola per il futuro riguardo ad operazioni del genere perché è fondamentale far capire che il cliente-utente è prima di tutto un essere umano e non un numero e occorre considerazione per le persone e per la legge che li tutela.

Tiziana Rocca
26 ottobre 2023
www.affaritaliani.it/blog/rocca-sbrocca/banche-sempre-piu-digital-ma-i-correntisti-vogliono-il-caro-vecchio-sportello-883...
wheaton80
00lunedì 4 dicembre 2023 19:59
Antitrust, provvedimento cautelare su Intesa e Isybank
Stop al passaggio alla banca digitale senza consenso espresso

L'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha adottato un provvedimento cautelare nei confronti di Intesa Sanpaolo e di Isybank per impedire il passaggio alla banca digitale dei correntisti che non forniscano il proprio consenso espresso. Questa operazione al momento ha riguardato circa 300mila clienti su un totale di 2,4 milioni che Intesa Sanpaolo intenderebbe trasferire a Isybank. Sono stati oltre 5.000 i consumatori, spiega l'Antitrust in una nota, che hanno chiesto l'intervento dell'Autorità. Per l'Autorità il trasferimento è stato previsto con modalità non conformi alle disposizioni del Codice del consumo. "Infatti", si legge nella nota dell'Antitrust, "per effetto del trasferimento, i correntisti interessati non avrebbero potuto più accedere in filiale né all'internet banking tramite personal computer e avrebbero dovuto svolgere le operazioni bancarie solo tramite App. Inoltre, i nuovi conti correnti prevedono condizioni economiche differenti e la perdita di servizi prima disponibili (ad esempio: carte virtuali per effettuare acquisti online in sicurezza, assegni bancari, accesso ai contratti di mutuo).

Tali essenziali modifiche dei contratti in precedenza stipulati sono state unilateralmente imposte senza che fosse stato richiesto il previo consenso dei clienti al trasferimento". Inoltre, prosegue l'Autorità, le comunicazioni relative al passaggio ad Isybank "sono state trasmesse ai clienti nella sezione archivio dell'App di Intesa Sanpaolo senza adottare accorgimenti che ne sollecitassero la lettura (ad esempio, notifiche push e pop-up) e non lasciavano capire che in tal modo i clienti si sarebbero potuti opporre al passaggio. Infine, nelle comunicazioni non erano state adeguatamente indicate le modifiche relative alle condizioni economiche previste dal nuovo conto corrente e ai servizi non più inclusi". Pertanto, l'Autorità ha previsto che le due banche, previa informativa "chiara ed esaustiva" sulle caratteristiche del nuovo conto Isybank, assegnino ai correntisti un congruo termine per fornire il proprio consenso espresso al trasferimento. In tal modo, coloro che si dichiareranno contrari avranno la facoltà di mantenere il precedente conto corrente alle stesse condizioni. Entro 10 giorni, indica infine l'Antitrust, Intesa Sanpaolo e Isybank dovranno comunicare all'Autorità le misure adottate per ottemperare al provvedimento cautelare.

"Tutte le autorità vanno rispettate. E' chiaro che noi riteniamo di aver operato in conformità a quelle che sono le leggi di questo Paese e di aver ricevuto le autorizzazioni da parte della Banca d'Italia e della BCE". Così il ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, a margine di un evento su Raffaele Mattioli, rispondendo ad una domanda sull'Antitrust circa Isybank. "Ma", aggiunge, "è anche vero che, se anche un numero limitato di clienti, e parliamo di circa 2.000, non ha trovato le nostre procedure come quelle migliori da poter usare, faremo in modo che questo possa accadere". "Il nostro obiettivo", aggiunge Messina, "è sviluppare la tecnologia e fare in modo che questo Paese può avere un beneficio dall'innovazione. Nello specifico noi abbiamo creato una innovazione unica con Isybank e IsyTech, che sono considerare un beanckmark europeo. Se dobbiamo migliorare dei meccanismi di comunicazione per fare in modo che i nostri clienti la possono utilizzare allora lo faremo". Tra l'altro "avevamo già avviato delle attività con Assoutenti e Codancons che oggi ci vengono riconosciute. Una cosa che stavamo già facendo. Noi siamo abituati a fare le cose in modo che vadano sempre meglio", conclude Messina.

30 novembre 2023
www.ansa.it/sito/notizie/economia/2023/11/30/antitrust-provvedimento-cautelare-su-intesa-e-isybank_f671d4c3-f8b8-41b1-9bc0-85cfcd0bd...
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