Il primo squillo di tromba?

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Mezmerize
00mercoledì 11 aprile 2007 14:22

Rischi mercati finanziario e creditizio aumentati - rapporto Fmi
martedì, 10 aprile 2007 2.18
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WASHINGTON, 10 aprile (Reuters) - La stabilità del sistema finanziario globale è sostenuta da prospettive economiche favorevoli ma rispetto a settembre scorso, data del precedente rapporto semestrale Fmi, sono aumentati i rischi per il mercato finanziario e creditizio.

E' la valutazione del Fondo monetario internazionale contenuta nello studio intitolato 'Global financial stability report'.

"Le condizioni dell'economia globale hanno sostenuto un clima finanziario favorevole ma i rischi e le condizioni sottostanti sono leggermente mutati rispetto a... settembre 2006 e hanno il potenziale di indebolire la stabilità finanziaria" dice il rapporto semestrale.

Il Fondo mette in luce come uno dei rischi il deterioramento in atto nel mercato Usa dei mutui 'subprime', finanziamenti concessi debitori con un passato creditizio non impeccabile.

La caduta dei prestiti 'subprime' si è rivelata secondo l'Fmi più rapida del previsto nell'attuale fase di rallentamento del mercato immobiliare.

Se la correzione del mercato 'subprime' è rimasta isolata a un limitato numero di creditori, a parere del Fondo i problemi potrebbero contagiare l'attività di altri mercati.


www.borsaitaliana.reuters.it/investing/FinanceArticle.aspx?type=foreignNews&storyID=2007-04-10T131814Z_01_L10437471_RTRIDST_0_STABILITA-FINANZIARIA-FMI-RAPP...




Fmi: tre rischi in agguato sui mercati finanziari

di Gian Battista Bozzo - mercoledì 11 aprile 2007, 07:00
La stabilità finanziaria globale è sostenuta dalle prospettive favorevoli dell’economia reale, e tuttavia il Fondo monetario internazionale vede rischi di mercato e di credito più elevati rispetto al settembre del 2006. Tre i punti delicati, individuati dal «Global Financial Stability Report» illustrato ieri a Washington: il mercato dei mutui negli Stati Uniti, concessi a soggetti con bassa affidabilità di credito; la rapida crescita del private equity e delle operazioni di leverage buyout; l’individuazione di alcune «sacche di vulnerabilità» nei mercati emergenti, che pure continuano generalmente a migliorare.
«Nessuno di questi rischi a breve termine costituisce da solo una minaccia diretta alla stabilità finanziaria globale - spiega ai giornalisti Jaime Caruana, l’ex governatore della Banca di Spagna che ora guida il dipartimento Mercati monetari e dei capitali del Fmi - e, tuttavia, un peggioramento in uno di essi potrebbe innescare un incremento dei rischi nelle altre aree. Questa preoccupazione - aggiunge - è amplificata dalla difficoltà di differenziare tra gli effetti di veri miglioramenti strutturali rispetto alle componenti cicliche, che a un certo punto potrebbero peggiorare». Secondo Caruana, le recenti turbolenze nei mercati finanziari di metà febbraio-inizio marzo «devono rammentare agli investitori che i rischi sono sempre in agguato».
In ogni caso, quelle turbolenze non hanno portato a un «significativo riassestamento» delle previsioni sull’economia globale e sull’inflazione. «Potremmo interpretarle come la prova di una maggiore resistenza da parte dei mercati», spiega l’ex banchiere centrale spagnolo aggiungendo, però, che «sarebbe un errore presumere che le attuali condizioni finanziarie, molto favorevoli, e la componente ciclica della bassa volatilità debbano durare per sempre». Una delle caratteristiche individuate dal Fmi sulla crisi di Borsa dei mesi scorsi è «l’ampiezza e la rapidità delle vendite degli asset più rischiosi. Tuttavia, la volatilità è stata inferiore rispetto al maggio-giugno 2006, la liquidità è stata mantenuta in tutti i mercati e i mercati dei derivati hanno funzionato senza intoppi». Tornando ai tre rischi individuati dal rapporto, Caruana ricorda che il settore dei mutui vale solo il 14% del mercato statunitense, tuttavia il deterioramento del credito sta incominciando a contagiare il segmento successivo (denominato «Alternative A»). L’impatto complessivo è ancora sotto controllo e il Fmi appare ottimista sulla capacità del mercato di evitare forti scossoni.

www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=170173



vi veri veniversum vivus vic

LiviaGloria
00venerdì 13 aprile 2007 15:14
Secondo té che cosa c é di vero in questo articolo...e cosa invece "costruito" per un controllo futuro....?
Mezmerize
00venerdì 13 aprile 2007 18:11
Re:

Scritto da: LiviaGloria 13/04/2007 15.14
Secondo té che cosa c é di vero in questo articolo...e cosa invece "costruito" per un controllo futuro....?




E' tutto ......"veramente costruito"... [SM=g27828] [SM=g27828]

Il pescatore prima stende le reti poi ripassa e raccoglie... stiamo entrando nella fase della raccolta?
Penso di si...
LiviaGloria
00sabato 14 aprile 2007 21:30
[SM=g27828] ...io invece,quando parlo di "documenti" anche di un certo tipo,sempre contesto nwo o leggi...dico "un vero falso" [SM=g27828]
Mezmerize
00venerdì 27 aprile 2007 19:22


Da cnn.com



Economic growth slowest in four years
Latest reading shows just 1.3% growth, far less than forecasts, hurt by weakness in housing, business spending.
By Chris Isidore, CNNMoney.com senior writer
April 27 2007: 12:25 PM EDT

NEW YORK (CNNMoney.com) -- Economic growth sank to the slowest pace in four years in the first quarter, the government reported Friday, as the weak housing market, coupled with higher prices, took a big bite out of the world's largest economy.

While a slowdown had been expected, the reading came in far weaker than most economists' forecasts. Sluggish spending by businesses was another culprit.
ECONOMY
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CNN's Ali Velshi looks at the slumping home market that has been a drag on the U.S. economy. (April 25)
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"We are seeing housing affecting consumers," said Michael Strauss, chief economic for Commonfund, an asset manager serving not-for-profit clients. "We're seeing a major drag on discretionary spending."
Home sales: Worst drop in 18 years

The Commerce Department said gross domestic product grew at a 1.3 percent annual rate in the quarter, down from the 2.5 percent rate in the fourth quarter. Economists surveyed by Briefing.com had forecast GDP, the broadest measure of the economy, would slow to growth of 1.8 percent in the quarter.

The growth was the weakest since the 1.2 percent rate in the first quarter of 2003, and was even far weaker than the 1.8 percent growth seen in the fourth quarter of 2005 after the damage done to the economy by Hurricane Katrina.

The report was the department's initial reading on GDP and will be revised twice in coming months.

The slumping housing market subtracted almost a percentage point from growth. While that was somewhat less of a drag on the economy than the two previous quarters, some economists had thought that the battered real estate market would no longer be such a negative by this point.

"We didn't think housing was going to be as much of a drag as it was," said Jeoff Hall, chief U.S. economist for Thomson Financial.

Spending by consumers grew at a 3.8 percent rate in the quarter, down from the 4.2 percent in the fourth quarter. Strauss said he expects it will slow further in coming quarters.
America's hottest job markets

"Businesses are seeing that the fourth quarter might have been a last hurrah for consumer spending," said Strauss. And he said that's a reason that business spending has been so weak. Spending on equipment and software grew at just a 1.9 percent rate in the quarter.

But Rich Yamarone, director of economic research at Argus Research, said that the 3.8 percent growth was a solid result and shows that the economy is stronger than the overall GDP number would suggest. Spending by consumers accounts for about 70 percent of the nation's economic activity.

"Consumer spending is pretty strong for an economy that is supposedly on the verge of rolling over," he said. "If the economy was that bad you would think that consumers would be spending a lot less."

Yamarone agreed that business spending was disappointing, calling it the fly in the ointment of Friday's report. But he said that with unemployment relatively low, he believes consumers will keep spending even if the housing market continues to struggle.

Commerce Secretary Carlos Gutierrez issued a statement Friday saying he was pleased by the continue growth in GDP, which has shown growth every quarter since the end of 2001.

"While the growth rate is slower than recent quarters, it's important to realize a quarter is only a snapshot of the larger economic picture," said his statement. "Quarterly numbers bounce around, but the bottom line is that our economy remains solid."

But Peter Schiff, president of Euro Pacific Capital, a Darien, Conn. brokerage firm that specializes in overseas investments, said the consumer spending will not be able to continue due to the problems in the housing sector, the continue growth in the trade gap and the nation's negative savings rate, where consumers are consistantly spending more than their after-tax income.

"I think this report is even weaker than the numbers suggest," Schiff said. "Home equity loans have been financing all this consumer spending. We're just at the beginning of the housing slump. Housing is going to collapse, and when it does it's going to take the rest of the economy with it."

The report also showed growing inflation pressures in spite of slower growth, a factor that could limit the Federal Reserve's freedom to cut interest rates in an effort to stave off a slowdown or even a full-blown recession.


The report's measure of prices rose at a 4 percent rate in the quarter - the biggest jump in 16 years - up from only a 1.7 percent rate the prior quarter. Economists, aware of higher food and energy prices, had been forecasting a gain, but only of 3.2 percent.

The GDP number is adjusted for inflation, meaning that higher prices mean less real growth.

The mostly closely watched inflation reading in the report is known as the core PCE deflator, which measures prices paid by consumers for goods other than food and energy. The Fed is believed to prefer to see that rate in the range of 1 to 2 percent. But that came in at 2.2 percent, up from a 1.8 percent rise.

The report had some economists talking about stagflation, the worst-of-all-worlds scenario where the economy shrinks or has little growth while prices rise. But most said that prices are not high enough and growth is not yet slow enough to truly raise stagflation fears.

"I think we need a new term, like slugflation, meaning sluggish growth with some inflation," said Yamarone. "It's not going to lead to recession. I don't see that in the cards."

Still, the report sent stocks lower at the open, although the Dow and Nasdaq soon recovered, helped by the strong earnings and guidance posted by Microsoft (Charts, Fortune 500), a major component of both indexes.


[SM=g27820]:
Mezmerize
00lunedì 4 giugno 2007 18:51
Nuova caduta della Borsa cinese ma l’Asia tiene

Finanzaonline.com - 4.6.07/08:48

Ennesimo capitombolo in meno di cinque sedute per le Borse di Shanghai e Shenzen. L’indice azionario più importante della Cina, il Csi 300, ha chiuso le contrattazioni in calo del 7,82%. La correzione è avvenuta in scia a quanto riportato da un quotidiano finanziario di matrice governativa, secondo cui le autorità non cercheranno di porre in atto misure per arrestare la discesa dei corsi che nelle ultime tre sedute della scorsa settimana ha sostanzialmente bruciato circa 225 miliardi di dollari. Dal 29 maggio l’indice Csi 300 ha infatti ceduto circa il 14% come conseguenza dell’innalzamento delle imposte sulle transazioni finanziarie.



Lo scivolone di oggi è ancora più fragoroso se si considera che quasi il 70% dei titoli componenti il paniere hanno toccato nel corso della seduta un ribasso di almeno il 10 per cento. Occorre però ricordare che l’indice Csi 300, che racchiude le azioni A scambiate a Shanghai e Shenzen, nonostante i recenti ribassi ha realizzato nel 2007 una crescita di quasi il 75 per cento.



E’ tuttavia convinzione di alcuni osservatori che l’insuccesso avuto dall’aumento del fissato bollato nel contenere il ritmo di apertura di nuovi conti titoli (che viaggia a una media di 300mila ogni giorno) possa convincere Pechino a varare nuove manovre. La China Securities Depository & Clearing Corp ha infatti reso noto che il giorno 30 maggio, ossia all’indomani della manovra fiscale restrittiva, le aperture di nuovi conti sono ammontate addirittura a 420mila, per un totale in tutto il Paese di 101,1 milioni di conti per operare in titoli.



Le altre piazze asiatiche non hanno però risentito della nuova correzione cinese. Il Morgan Stanley Capital International Asia-Pacific Index ha addirittura guadagnato lo 0,8%, mentre Tokio ha chiuso poco lontano dalla parità (Nikkei +0,1%). Sembrerebbe quindi scongiurato il rischio che si possa ripetere quanto accaduto il 27 febbraio scorso, quando un -9,2% di Shanghai si riverberò in un sell off generalizzato su tutte le piazze mondiali.


www.finanzaonline.com/notizie/news.php?id=%257B972DBE48-BCB3-4231-B989-3D251EC1EC60%257D&folsession=15616945152074c41ba586a7...




Poi, fresco fresco dall'ONU:




30 May 2007

Press Conference
Department of Public Information • News and Media Division • New York

PRESS CONFERENCE ON MIDYEAR UPDATE OF WORLD ECONOMIC SITUATION, PROSPECTS

A midyear review of the world economic situation showed that while the global economic outlook was quite positive, large uncertainties surrounded it, Rob Vos, the Director of the Development Policy and Analysis Division of the Department of Economic and Social Affairs (DESA), told correspondents at a Headquarters press conference today.

Launching the midyear update of the 2007 World Economic Situation and Prospects report, he said those uncertainties included a weak United States housing market and global imbalances.

In terms of the United States housing sector, he noted that a recession in the housing sector had continued in 2007, with a slowdown in activity and a large number of unsold homes. While house prices had not fallen, that might happen in the months and years to come if the recession continued as expected. A decline in prices would affect the domestic market, particularly household consumption in the United States, resulting in the risk of a serious recession in its economy, slowing growth from 2.1 per cent to 0.5 per cent in 2007 and 2008. That would then significantly slow the world economy and transmit the recession into the rest of the world. There had also been problems in the United States subprime mortgage market, which showed the risk of a spill over from the housing to financial markets.

Global imbalances were projected to stabilize in 2007 and 2008, but were still very large, he said. The United States deficit had increased to $860 billion at the end of 2006, and was expected to fall to $800 billion in 2007. That deficit was basically being financed by surpluses in the developing and oil exporting countries, as well as some major developed countries, in particular Japan and Germany. The European Union,at large, was projected to continue to have a slight deficit on its current account.

United States debt, which had now deepened to well over $3 trillion, might turn out to be unsustainable in the rest of 2007 or next, putting further downward pressure on the United States dollar, he said. Since its peak in 2002, the dollar had depreciated vis-à-vis the major currencies by some 35 per cent and by 25 per cent against a broader range of other currencies.

With that increased debt the risk of a sharp depreciation of the dollar continued, he said. If countries willing to invest in United States dollar assets expected further depreciation, they might be less willing to hold dollar assets, triggering a much sharper fall in the United States dollar. The risk of disorderly adjustment and the steep fall of the dollar existed. The policy challenge was how to prevent a hard landing of the United States dollar and forge a benign adjustment of the global imbalance.

Continuing, he said the current tendency in macroeconomic policy was not all in the right direction, particularly in the surplus countries where there had been a tightening of monetary and fiscal policies, particularly in Germany and Japan, making it more difficult for the United States to lower its external deficits by export growth. The United States would also need to adopt some contractionary policies to slow down its deficit. Another way to compensate without a major recession in the world economy was for the surplus countries to make more expansionary adjustments in their economies. The more expansionary fiscal policies of some Asian countries seemed to be insufficient to compensate for the possible deflationary effects of an adjustment in the United States.

The report called, therefore, for a coordinated strategy that would think about how to adjust global imbalances while avoiding recessionary tendencies in the global economy, he said. International policy coordination could take place outside of the mediation of the International Monetary Fund, provided that the Fund pushed ahead with its reforms and enhanced representation of the votes and voices of its members.

Providing an overview of the global economy, he explained that the world economy had decelerated from 4 per cent in 2006 to 3.4 per cent in 2007 and was expected to stabilize at 3.6 per cent in 2008. While still robust by historic standards, there had been a slight slowdown in the global economy in all country groups.

While the growth of the developing countries and economies in transition remained robust, there had also been a slowdown, he said. China and India remained dynamic, keeping growth rates up. Some accounts, including a report of the International Monetary Fund, anticipated a decoupling of growth between the United States economy and that of developing countries. He did not see much of that, however. A strong link still existed between growth in the United States and what happened in the rest of the world.

He noted that the major slowdown in the global economy had been in the United States economy from 3.3 per cent in 2006 to 2.1 per cent in 2007. That weakness was mainly due to the weak housing sector. Overall activity in that sector was down by some 20 per cent. While business investments in the United States had been very weak, a recovery was expected in 2008, pulling up the growth rate projections for 2008. That recovery, however, might be uncertain for a number of reasons.

Japan’s growth remained robust, he added. Its economy was expected to expand by 2.1 per cent in 2007 and slow to 1.9 per cent in 2008, basically because of having reached growth capacity. The outlook in Western Europe was for mild deceleration in 2007-2008, but growth rates would remain above the trends of the past years. Strong growth momentum had been maintained among the new members of European Union.

While there had been a noticeable slowdown among developing countries, growth remained very robust, he said. The good news continued to come from Africa, where growth was expected to remain up at 6 per cent per year in 2007 and 2008, as a result of strong commodity prices, rising mining and hydrocarbon outputs, strong public consumption and increased investment in infrastructure.

Growth in East Asia had accelerated to over 8 per cent in 2006, but there would be some moderation in 2007 and 2008, he said. China had again exceeded expectations in 2006 with 10.7 per cent growth. Other countries in the region had experienced acceleration in 2006. There would, however, be some slowdown in the region in 2007. Growth for China was expected to slow to 10.1 per cent, which was still very high, and slightly below 10 per cent in 2008. Growth in South Asia remained strong in 2006. Growth in India would slow to 8.5 per cent after reaching 9 per cent in 2006.

Growth in Western Asia and Latin America had continued to be stronger than in the past, he said. Despite the decline of oil revenues, the oil-exporting economies in Western Asia would still reach a growth rate of 5.1 per cent in 2007 and 4.9 per cent in 2008. Growth had been stronger than expected in Latin American in 2006, he added.

Turning to the least developed countries, he said growth had been strong on average, but varied among those countries, with strong growth being recorded in the oil exporting countries, including Angola and Equatorial Guinea. Some non-oil economies had performed well, with a strong expansion of public consumption and infrastructure. Several countries had recovered from political conflict and had undergone political and economic reforms. Others had received increased aid, boosting growth rates in such countries as Madagascar, Senegal, United Republic of Tanzania and Zambia. The political situations in other countries had been less favourable, and social tensions continued to limit growth, including in Haiti, Chad and Guinea. “That’s good news, but there is quite a bit of variety among the performance of these countries, particularly among the African countries,” he said.

The robust growth of the world economy was also built on a strong performance in trade, he said. World trade had grown at almost 10 per cent in 2006 and was expected to moderate to some 7 per cent in 2007 and 2008. That was still twice as much as the growth of world output, which meant that the ongoing globalization process continued with world trade increasing as a share of total output.

Trade among the developing countries had been strong, he added. Exports from China and India had increased by more than 20 per cent in terms of volume. Many other countries in Africa and Latin America had had very strong export growth in the double digit range.

Commodity prices remained robust, but seemed to have peaked, he said. Oil prices had reached an unprecedented high of a yearly average of $65 per barrel in 2006, peaking at $80 per barrel in the middle of the year and slowing down to $60 per barrel at the end of the year. Oil prices were expected to remain at $60 in 2007, which would represent a drop of some 8 per cent, and were expected to rise in 2008.

He said metal prices had increased by some 50 per cent in 2006, particularly on strong demand from China and the recovery in Japan and Europe. Some metal prices were expected to slide, moderating in 2007 and 2008. Prices of agricultural commodity prices were a bit diverse in terms of performance. Some products had a stronger performance, particularly corn in the United States, as many farmers had switched from soy beans to maize given the demand for maize for use as biofuel. Other food prices, however, had been on the decline. A diverging pattern was expected in 2007 and 2008.

Financial conditions for developing countries remained favourable, he said. The persistent current account deficit in the United States would likely induce higher benchmark interest rates, pushing up yield spreads for developing country lending.

Favourable conditions had kept up capital flows, although they were expected to be slightly lower in 2007 compared to 2006. Foreign direct investment had continued to increase, but was concentrated in a handful of developing countries. Official development assistance had declined to $103 billion in 2006, which represented a decline in real terms of some 5 per cent from 2005, he said.

The net outward transfer of financial resources from developing countries to developed countries at the end 2006 had reached $658 billion from developing countries and another $125 billion from countries with economies in transition. That trend had been continuing for decades, which raised the question of sustainability. Africa was now showing a negative net transfer of $95 billion for the continent as a whole and $10 billion for sub-Saharan Africa, excluding Nigeria and South Africa.

Responding to questions, he said the outlook for the price of oil was uncertain and depended on geopolitical factors. The market was quite tight, and supply constraints were strong. Any further shift in demand would keep the price of oil up. He expected the price to stay up for that reason. Oil prices could also be volatile because of shocks in the Middle East.

Regarding inflation, he said he saw inflationary pressures in some countries. He was not too worried about inflationary pressures in Europe, however. Inflation was still quite low. He did, however, see emerging inflationary pressure in India. While oil prices were pushing up inflationary pressures in some countries, on average they were quite low.

Asked about the “meltdown” in the United States subprime market, he said he had not seen a spill over of the problem, which had basically been contained.

Regarding differences between DESA’s research and that of the International Monetary Fund, he said the difference was mainly in method and focus. DESA’s focus was on developing countries. It tried to give as broad a picture as possible.

Asked what impact China had on the developing world and the United States economy, he said the United States economy still dominated the global economy.

“If the United States sneezes, it creates a flu elsewhere,” he said. That was still the case. China was, however, having a growing impact on the global economy. China was an important and growing factor in world economic growth, but still not the main factor driving the global economy’s overall outlook.


www.un.org/News/briefings/docs//2007/070530_Ocampo.doc.htm
-Ocean-
00giovedì 16 agosto 2007 20:28
Tetsuya dove sei!!!!!!!!!!! ci serve la tua sapienza economica.. dite che ci legge ancora?? [SM=x268959]
svegliamoci
00domenica 19 agosto 2007 09:39
Si, qui urge una significativa esperienza economica per valutare la grave situazione creatasi con i recenti crolli delle borse di tutto il mondo. [SM=x268939]
Piertheoriginal
00lunedì 20 agosto 2007 18:26
Mezmerize
Dacci la tua versione....anche tu hai una buona competenza in materia!!!!
LiviaGloria
00martedì 21 agosto 2007 10:07
Re: Mezmerize
Piertheoriginal, 20.08.2007 18:26:

Dacci la tua versione....anche tu hai una buona competenza in materia!!!!



Quoto!!!!

Mezmerize
00martedì 21 agosto 2007 18:55

Mah... la mia opinione è che il sistema è in grossa difficoltà, tanto è vero che sono state fatte- anche oggi- le "famigerate" iniezioni di liquidità... prestiti a tempo brevissimo, solitamente della durata di qualche giorno fino ad anche solo 48 ore; questi prestiti vengono concessi ovviamente ai grandi investitori (altre banche)...
A mio avviso è il prestito di ultima istanza nella versione moderna...

prestitore di ultima istanza= le banche centrali in caso di fallimento di banche commerciali sono prestatori di ultima istanza...

Questa cosa può anche funzionare (per un pò).... il problema non si risolve però in questo modo... inoltre aggiungi un ulteriore danno a lungo termine (...se esisterà il lungo termine....).. ovvero quelle "iniezioni di liquidità" svalutano la moneta in circolazione.. ovverò ce n'è di più ovvero varrà di meno..... (in reltà non ce n'è di più, noi non vedremo mai quel denaro in circolazione ma và comunque ad aumentare la massa monetaria).

Poi ci sono le conseguenze dirette per aziende che hanno perso in questo periodo e devono licenziare... altro circolo non virtuoso.

Infine... quanti politici/economisti in TV in 3 giorni ed in tutto il mondo per rassicurare che il sistema tiene? e qui casca l'asino.... ma allora esiste una certa tensione... sennò che senso ha andare subito in TV a dire che No, i mutui non contageranno tutto il sistema....


Tempo?... non faccio l'indovino ma se questa cosa non si risolve nel giro di 2 mesi(al momento non vedo in che modo).... si fà dura...


Saluti a tutti...
LiviaGloria
00martedì 21 agosto 2007 20:25
Grazie. [SM=g27823]

Adesso ti mando il link di un articolo...senza guardarne la provenienza,come ti sembra?...cioé cosa ritieni vero,falso,possibile....e ...secondo té perché.
Ti ringrazio... [SM=g27823]

http://www.taurillon.org/Verso-la-moneta-mondiale
Mezmerize
00martedì 21 agosto 2007 20:58
Re:
LiviaGloria, 21/08/2007 20.25:

Grazie. [SM=g27823]

Adesso ti mando il link di un articolo...senza guardarne la provenienza,come ti sembra?...cioé cosa ritieni vero,falso,possibile....e ...secondo té perché.
Ti ringrazio... [SM=g27823]

http://www.taurillon.org/Verso-la-moneta-mondiale




Verso la moneta mondiale
Proposte per la riforma delle istituzioni finanziarie internazionali

giovedì 4 gennaio 2007 - Federico Brunelli - 0 message(s)

Dopo essere stati i primi a lanciare l’idea di un sistema monetario europeo di riserve [1] (l’ECU, antesignano della moneta unica europea) Alfonso Iozzo e Antonio Mosconi tornano ai propri amori di gioventù rilanciando un’analoga proposta da attuare però, questa volta, a livello mondiale. In un seminario di dibattitodel Movimento Federalista Europeo, i due autorevoli economisti federalisti hanno infatti presentato un importante contributo, nel quale esaminano in modo rigoroso l’attuale sistema monetario internazionale, ne evidenziano le manchevolezze e propongono una soluzione innovativa.



Secondo i due autori, l’evidente crisi del dollaro e gli enormi deficit gemelli (delle partite correnti e del bilancio federale) americani sono collegati al declino dell’ex potenza egemonica statunitense, che non è più in grado di assicurare da sola un ordine al mondo globalizzato, nel quale da più parti cresce la richiesta di una gestione condivisa della cosa pubblica mondiale.


>>>>>>>>>>>> Non condivido l'opinione degli autori... i deficit indicati dagli autori a mio avviso non sono altro che il risultato che si ottiene stampando carta straccia -non coperta da alcun bene reale!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! si capiva che volevo sottolinearlo?- obbligando i cittadini ad accettarne il valore nominale(il numerello scritto sopra...)
E' il risultato di una truffa ai danni dell'umanità altro che declino....




Gli accordi di Bretton Woodsdel 1944 sancivano la centralità del dollaro (unica moneta convertibile, ad un prezzo fisso, in oro) e degli USA come creatori di liquidità per il mondo intero, o almeno per la parte non compresa nel blocco sovietico. Questo sistema, fino alla sua fine (1971: dichiarazione di inconvertibilità del dollaro in oro), ebbe successo nel favorire lo sviluppo economico post-bellico, pur non essendo democratico ma fondato sull’egemonia del nuovo centro del mondo: gli Stati Uniti.



La situazione di oggi è molto diversa: sono emersi nuovi importanti centri di potere economico e politico, quali Giappone, Europa ed ora Cina ed altri Paesi emergenti. L’UE si è data una moneta unica, che per importanza è già la seconda valuta mondiale, e la Cina ha deciso lo scorso anno di disancorarela sua moneta dalla parità fissa con il dollaro per legarla ad un paniere di valute in cui la moneta americana non dovrebbe pesare più del 25%.
Gli USA non si indebitano più, come avveniva in passato, per attuare investimenti produttivi nel resto del mondo,>>>>>> se, c'era una volta una principessa che cercava il suo principe..narrativa...





bensì per finanziare la propria dissennata domanda interna di beni di consumo, scaricando sulle future generazioni il peso di una condotta di vita insostenibile.>>>>>>> quando hai bisogno di una casa per vivere e ti dicono: comprala con un mutuo da me, non voglio nemmeno garanzie... tu che tieni famiglia e lavori tutto il dì che fai? te la accatti la casuccia o vivi sotto un ponte?
insomma... la casa non è come l'Ipod... che anche se non l'hai non vivi male.....




Le ingenti spese militari, derivanti dal tentativo americano di riaffermare con la forza una supremazia ormai in declino, contribuiscono ad aggravare la situazione. La Cina è il principale fornitore di risparmio per gli USA, a maggior ragione quindi la decisione di Pechino è da leggere come un chiaro segnale del declino del dollaro.

Si sente parlare da più parti di aggiustamento: la prospettiva di una svalutazione della moneta americana, che servirà a “guarire” i deficit. Le opinioni divergono allorché si tenta di prevedere quando avverrà e di che portata sarà la svalutazione, e in generale languono le proposte su come gestire in futuro il sistema monetario internazionale.

Iozzo e Mosconi osservano che i problemi non saranno risolti passando ad un nuovo ordine monopolare, chiunque si dovesse trovare a gestirlo.
La globalizzazione dell’economia rende necessario un sistema di governo multilaterale e cooperativo, che dovrebbe fondarsi su un’unità di conto mondiale (world currency unit: wcu) riferita ad un paniere di monete, in cui ogni moneta è pesata su indicatori dei fondamentali economici e di sviluppo umano delle aree che se ne servono.
I mercati finanziari otterrebbero in tal modo un robusto indicatore dei rapporti di cambio tra valute e la volatilità monetaria di conseguenza diminuirebbe fortemente.



I vantaggi ingiustificati (costi per tutti gli altri) di cui godono gli USA per il fatto di emettere la moneta di riferimento delle transazioni mondiali sarebbero azzerati.>>>>>>>>>> questo vale per il petrolio....(... borsa del petrolio in euro, ricordi?)






Gli esempi già esistenti di panieri monetari (l’ecu, antesignano dell’euro, lo yuan, dopo la recente decisione cinese) dimostrano che tutto questo può funzionare. Non solo: il caso della moneta europea dimostra che da un paniere si può giungere alla moneta unica. I federalisti hanno proposto per primi, negli anni ’50, la moneta europea. Ora Iozzo e Mosconi indicano una via per arrivare alla moneta mondiale.

I federalisti hanno proposto per primi, negli anni ’50, la moneta europea. Ora si indica la strada per la moneta mondiale

Il nuovo sistema monetario dovrebbe essere aperto: tutte le monete dovrebbero avere la possibilità di aderirvi, definendo quindi il loro valore in termini di wcu. Le Banche centrali dovrebbero avere la possibilità di convertire le loro riserve in wcu, previo pagamento di una tassa, i cui proventi andrebbero in maniera trasparente a sostenere il sistema e le istituzioni preposte a garantirne il funzionamento, che potrebbero poi ricorrere al mercato per ottenere ulteriori finanziamenti.


>>>>>>>> Insomma... un pò tutto come adesso ma con un altro nome...



Il Fondo Monetario Internazionale viene individuato come l’istituzione che gestirà il nuovo ordine. Anche il FMI dovrebbe però essere riformato per dare rappresentanza democratica a tutte le aree regionali e per assicurare che le decisioni siano assunte a maggioranza qualificata. Il FMI diventerebbe in questa prospettiva il Consiglio dei Ministri dell’economia di un’ONU anch’essa avviata verso la democratizzazione. La Banca Mondiale potrebbe diventare l’agenzia dell’ONU per lo sviluppo umano e la sostenibilità ambientale.



>>>>>> FMI.... brrrr, mi vien freddo solo a pensarci....



L’aggiustamento potrebbe compiersi in questo scenario in modo meno traumatico. Si eviterebbero i forti scompensi, altrimenti ineluttabili in tutto il mondo, legati alla caduta del dollaro. La svalutazione della moneta americana diverrebbe la perdita di valore di una delle monete del paniere mondiale. Si limiterebbero così le perdite sulle attività finanziarie e sulle riserve delle banche centrali prima denominate in dollari. Il calo della domanda interna statunitense potrebbe lasciare spazio ad un reindirizzamento delle risorse del pianeta verso una spesa più sana, diretta allo sviluppo delle zone più arretrate e alla produzione dei beni pubblici globali, di cui oggi c’è estremo bisogno. Anche qui il ruolo delle istituzioni internazionali sarebbe centrale.

View blog reactions
Immagine: dalle banconote dei Paesi del mondo alla banconota mondiale? Fonte:Flickr

[1] A. Iozzo e A. Mosconi, Per un sistema monetario europeo di riserve, Torino, novembre 1970, pubblicato in «Lo spettatore internazionale», Il Mulino, Supplemento n. 5, sett.-ott. 1970, pp. 73-78 e riportato, insieme ad altri saggi sullo stesso tema in A. Mosconi (a cura di), Dalla fine di Bretton Woods alla nascita del sistema monetario europeo, Milano, Franco Angeli, 1980.



No, non mi piace questa cosa...



LiviaGloria
00mercoledì 22 agosto 2007 07:51
Qui c é un altro articolo dello stesso argomento proveniente da lidi diversi...ma che piu o meno dicono la stessa cosa

http://www.comedonchisciotte.net/modules.php?name=News&file=article&sid=953

Da ignorante quale sono ...mi viene in mente dei collegamenti
1 come mai opposti convergono in uguali posizioni?
2 La BBC trovo? dei documenti...???
3 ti ricordi quando parlammo di moneta "unica" nei paesi sud americani?...tu non trovi collegamenti?...insomma...tattiche diverse,opposti politici secondo la maggioranza di un popolo...ma in sostanza che convergono nello stesso punto?

Sono solo semplici domande,forse anche un po puerili per chi di economia ne sá di piu.
LiviaGloria
00mercoledì 22 agosto 2007 09:28
LiviaGloria
00mercoledì 22 agosto 2007 09:34
america latina
Lug 06
26Mercosur: il sogno della moneta unica
Pubblicato da Manilo Masucci alle 22:57 in ECONOMIA


Fra le varie proposte messe sul tavolo del vertice di Cordoba quella maggiormente interessante è senz'altro, secondo la mia opinione, quella di cominciare a operare le transazioni economiche con valute locali. E' un primo passo contro l'egemonia del dollaro statunitense e al contempo l'espressione della volontà comune di cominciare a parlare dell'istituzione di una moneta unica sudamericana. Molta acqua dovrà passare sotto i ponti, certo, ma la prospettiva è senz'altro affascinante.

A discutere del progetto i ministri dell'economia di Argent ina e Brasile, Felisa Miceli e Guido Mantega. Questa decisione - ha spiegato il ministro brasiliano - valorizzerà le monete locali ed è un primo passo verso la moneta unica anche se non si può predirre in quanto anni si possa realizzare il progetto.... non sarà un'operazione facile ma la decisione di dare una priorità a questo tema faciliterà le operazioni e stimolerà il commercio.

http://americalatina.blogosfere.it/economia/

LiviaGloria
00mercoledì 22 agosto 2007 09:38
??????
Mezmerize
00mercoledì 22 agosto 2007 17:31
Re:
LiviaGloria, 22/08/2007 09.38:

??????



[SM=g27817]

Come mai 2 opposti convergono..... conosci il gioco poliziotto buono e poliziotto cattivo?.... non sono pur sempre colleghi alla fine di tutto?
Mi chiedi di Chavez.... la mia impressione iniziale era che Hughito fosse un rivoluzionario... via via che passa il tempo mi appare sempre più come l'ennesimo fantoccio***... ma aspetto ancora prima di arrivare a conclusioni..[discorso lungo.. nazionalizzare le aziende di base: infrastrutture-energia-sanità-sistema finanziario può essere un buon passo..... o una catastrofe...]

La moneta unica mondiale a mio avviso NON è un male.... anzi...
il problema è come la metti in circolazione....
con una moneta unica mondiale si potrebbe avere un reddito di cittadinanza mondiale...[prova ad immaginare cosa vuol dire: fine della povertà assoluta e fine delle migrazioni forzate---> fine della tensione tra i popoli......] ma qui fermo sennò mi metto a piangere....

La BBC.... certo, quasi tutte le notizie vengono "date".... il più è capire l'avvenimento reale e non la finzione costruita...(o + innocentemente.. la comprensione del fatto da parte dell'osservatore che poi riporta l'accaduto...)


***= Non è possibile conoscere esattamente il "piano" nei minimi dettagli... anche perchè varia in conseguenza del momento ed inoltre il NWO non interviene direttamente con dei suoi uomini col tesserino NWO [SM=g27817] ..... Non esiste una "struttura" reale... tangibile... osservabile... loro agiscono "creando stati d'animo"...
come un diavoletto invisibile che ti sussurra all'orecchio... questa è la funzione ultima della propaganda... "état d'esprit" avrebbe detto qualcuno.. [SM=g27818]

ATTENZIONE: Tutto ciò che è contenuto in questo post è pura fantasia... il mondo è bello e i buoni vincono sempre...

[SM=x268928]


LiviaGloria
00mercoledì 22 agosto 2007 22:20
Re: Re:
Mezmerize, 22.08.2007 17:31:



[SM=g27817]


Come mai 2 opposti convergono..... conosci il gioco poliziotto buono e poliziotto cattivo?.... non sono pur sempre colleghi alla fine di tutto?


... [SM=g27819] ... [SM=g27817]


Mi chiedi di Chavez.... la mia impressione iniziale era che Hughito fosse un rivoluzionario... via via che passa il tempo mi appare sempre più come l'ennesimo fantoccio***... ma aspetto ancora prima di arrivare a conclusioni..[discorso lungo.. nazionalizzare le aziende di base: infrastrutture-energia-sanità-sistema finanziario può essere un buon passo..... o una catastrofe...]


...come dire...tutto puo essere "positivo" o "negativo"...dipende sempre dall uomo...in questo caso dagli uomini.
Comunque io mi sono fatta un idea...molto vaga e semplice e anche fantasiosa...ammettiamo il nwo(complicatissimo labirinto [SM=g27829] )....e ammettiamo che sia giá stato diviso il mondo,cioé gruppo di stati,e che ogni "gruppo" dovrá avere in futuro una sua funzione prestabilita nell interagire o nell utilizzo di esso,con gli altri gruppi...ne consegue che per ogni gruppo di stato viene assegnato una "forza" che puo essere di finanza,di agricoltura,di servizio,eccc....e viene assegnato dei divieti per equilibrare il mondo...ed é logico che un gruppo non potrá avere lo stesso meccanismo-leggi-politica dell altro gruppo....non so se mi spiego...
Faccio un esempio....una fabbrica o un negozio devono avere per forza "leggi" o regole diverse in base a cio che é stabilito nella sua ůproduzione lavorativa...

Ecco che in questo contesto si potrebbe spiegare le varie sfacettature ACCETTATE a livello mondiale...
Es stupido...l america é,appunto,il poliziotto(buono o cattivo?...ma!),la cina é forza lavorativa di popolo a livello "manuale",l europa a livello monetario,paesi latini a livello energetico...

...ed ecco che allora va bene un comunismo sfrenato della cina,un despota americano,un europa giocherellona [SM=g27816] ,ecc

Cosa ne dici....non é una "bella fantasia? [SM=g27828]


La moneta unica mondiale a mio avviso NON è un male.... anzi...
il problema è come la metti in circolazione....
con una moneta unica mondiale si potrebbe avere un reddito di cittadinanza mondiale...[prova ad immaginare cosa vuol dire: fine della povertà assoluta e fine delle migrazioni forzate---> fine della tensione tra i popoli......] ma qui fermo sennò mi metto a piangere....



Sai Memerize...sono d accordo con té...é uguale quando dico che il problema non é un nwo o controllo mondiale,visto ormai che non si puo piu essere scollegati tra stati come in tempi antichi...ma il problema é sempre lo stesso...chi? e perché?...e il fine?
Capisco cosa vuoi dire,ed hai ragione...quello che il tuo cuore anela é un ideale...ma dobbiamo fare i conti con un reale che osserviamo ogni giorno...e allora...chi?perché?...il fine? [SM=g27817]


La BBC.... certo, quasi tutte le notizie vengono "date".... il più è capire l'avvenimento reale e non la finzione costruita...(o + innocentemente.. la comprensione del fatto da parte dell'osservatore che poi riporta l'accaduto...)


***= Non è possibile conoscere esattamente il "piano" nei minimi dettagli... anche perchè varia in conseguenza del momento ed inoltre il NWO non interviene direttamente con dei suoi uomini col tesserino NWO [SM=g27817] ..... Non esiste una "struttura" reale... tangibile... osservabile... loro agiscono "creando stati d'animo"...
come un diavoletto invisibile che ti sussurra all'orecchio... questa è la funzione ultima della propaganda... "état d'esprit" avrebbe detto qualcuno.. [SM=g27818]


Sono perfettamente d accordo....ma se vi é il diavoletto...allora vuol dire che vi é anche l angioletto.... [SM=g27817]

ATTENZIONE: Tutto ciò che è contenuto in questo post è pura fantasia... il mondo è bello e i buoni vincono sempre...

[SM=x268928]






[SM=g27817] ...tutto dipende che cosa uno intende vittoria o perdita...
...per mé...i buoni vincono sempre....basta aspettare la fine del film...a fiato sospeso!! [SM=g27822]

Mezmerize
00giovedì 23 agosto 2007 15:51
Re: Re: Re:
LiviaGloria, 22/08/2007 22.20:





Si, è una bella fantasia... [SM=g27828] .. sicuramente un'ipotesi tra le " possibili"........
Come dicevo prima, io non credo che si tratti di una vera e propria "spartizione" ma come piuttosto una presenza "incolore", la buca del suggeritore sul palcoscenico.... état d'esprit diceva Guenon e mi pare la "definizione" migliore...

Concordo con te, molto dipende dagli uomini, da NOI TUTTI...
è ridicolo lamentarsi del sistema e di come và il mondo e poi comportarci da "pinches tiranos"....ma tant'è....

Di nuovo concordo con te... se c'è il "diavoletto" c'è anche "l'angioletto"... almeno finche si è prigionieri del principio di dualità... che, a mio avviso, "governa" questo mondo e quindi "governa" noi tutti... mi sà che sono un bel pò offtopic economia così... [SM=g27828]


Ho preso i pop corn per tutti, comincia il 2° tempo... [SM=g27828]



LiviaGloria
00venerdì 24 agosto 2007 08:05
Re: Re: Re: Re:
Mezmerize, 23.08.2007 15:51:





Si, è una bella fantasia... [SM=g27828] .. sicuramente un'ipotesi tra le " possibili"........
Come dicevo prima, io non credo che si tratti di una vera e propria "spartizione" ma come piuttosto una presenza "incolore", la buca del suggeritore sul palcoscenico.... état d'esprit diceva Guenon e mi pare la "definizione" migliore...



Anche io lo "sento" come té...ma in parte anche come "organizzazione" pratica...cioé non che tutto é giá prestabilito e sotto controllo....ma nenache tutto é solo suggerimento...esempio come una valanga di neve...certo puo essere guidata nel punto e nel tempo facendo scivolare il primo blocco,dopo ,nella "corsa" vi sono le "variabili"...
...diciamo che il suggeritore del palcoscenico é incolore,ma reale...


Concordo con te, molto dipende dagli uomini, da NOI TUTTI...
è ridicolo lamentarsi del sistema e di come và il mondo e poi comportarci da "pinches tiranos"....ma tant'è....

Di nuovo concordo con te... se c'è il "diavoletto" c'è anche "l'angioletto"... almeno finche si è prigionieri del principio di dualità... che, a mio avviso, "governa" questo mondo e quindi "governa" noi tutti... mi sà che sono un bel pò offtopic economia così... [SM=g27828]



...secondo té in passato vi era una possibilitá di "ritorno-correzione"...oggi non vi é piu?...io credo di no perché ormai siamo tutti estremamente "legati" l un l altro in questo mondo...
...la dualitá....la dualitá.... [SM=x268941]
...fuori topic...bé sí,in un certo senso sí...ma che i soldi,l economia siano fuori la dualitá? [SM=x268940] [SM=g27828]

Ho preso i pop corn per tutti, comincia il 2° tempo... [SM=g27828]
... [SM=g27828] ...io li vorrei col burro,le diete non le faccio! [SM=g27823]









Mezmerize
00venerdì 24 agosto 2007 15:58
Re: Re: Re: Re: Re:
LiviaGloria, 24/08/2007 08.05:





Non ho capito cosa intendi con:



...secondo té in passato vi era una possibilitá di "ritorno-correzione"...oggi non vi é piu?...io credo di no perché ormai siamo tutti estremamente "legati" l un l altro in questo mondo...




...okkio al burro che non fà tanto bene [SM=g27822]


Mezmerize
00venerdì 24 agosto 2007 18:45
Re: Re: Re: Molto off topic....!!!!
LiviaGloria, 22/08/2007 22.20:



Sono perfettamente d accordo....ma se vi é il diavoletto...allora vuol dire che vi é anche l angioletto....




[SM=g27822]


video.google.it/videoplay?docid=-6068105675164128367&q=Matthew+good+band+Weapon&total=106&start=0&num=10&so=0&type=search&p...


Mezmerize
00sabato 15 settembre 2007 13:51
Davanti alle filiali dell'istituto di credito file di cittadini che vogliono
riprendersi i loro soldi. Ritirato un miliardo di sterline, il 4% dei depositi
Crisi mutui, panico dei correntisti
a rischio la quinta banca inglese
Crisi mutui, panico dei correntisti
a rischio la quinta banca inglese


Correntisti in fila a Londra

LONDRA - Vedere file di correntisti davanti una banca, il sabato mattina, non è scena da tutti i giorni. Eppure le filiali della Northern rock, il quinto istituto creditizio britannico, specializzato nei mutui immobiliari, sono state prese d'assalto dai risparmiatori. La banca è entrata in crisi di liquidità per l'incapacità di rifornirsi sul mercato interbancario. Secondo il Financial Times dalle casse dell'istituto sarebbe stato già ritirato un miliardo di sterline, circa il 4% dei depositi complessivi.

Insomma, non sono bastate le rassicurazioni della Banca d'Inghilterra, intervenuta immediatamente per fornire la liquidità necessaria all'istituto in difficoltà. Le scene sembrano uscite da un film sulla Grande Depressione. Folle di risparmiatori in ansia davanti alle filial, a dimostrazione di quanto rapidamente si possa diffondere il panico finanziario. Il Daily Telegraph mette sotto accusa il primo ministro, Gordon Brown, per un decennio cancelliere dello Scacchiere. "Deve assumersi la responsabilità di questa bolla creditizia", sostiene il quotidiano. "Nei suoi dieci anni al Tesoro è stato felice di beneficiare di un senso di falsa prosperità, basato non sull'aumento della produttività ma sui prezzi delle case, dei prestiti e, per un certo grado, dell'immigrazione".

Secondo The Sun, però, neanche Northern Rock può dirsi innocente. "La banca", dice il tabloid, "ha continuato a concedere ai clienti prestiti sino a cinque volte l'ammontare dei salari e fino al 125% del valore delle case, nonostante tutti gli avvertimenti sull'instabilità economica e il possibile crollo delle quotazioni degli immobili". Un portavoce della banca ha cercato di rassicurare i risparmiatori, affermando che "i depositi sono al sicuro" e che la crisi "non avrà alcun impatto su chi ha già ricevuto un prestito".

Ad evitare il peggio ci ha pensato la banca centrale. Come hanno spiegato fonti interne, "l'intervento consentirà a Northern Rock di finanziare le sue operazioni in questo periodo di turbolenza sui mercati finanziari, mentre l'istituto provvederà ad assicurare un'ordinata risoluzione dei suoi attuali problemi di liquidità". Anche la Fsa, l'ente che controlla il settore creditizio in Gran Bretagna, ha lanciato un appello alla calma. "Crediamo che l'istituto sia solvente, che soddisfi tutti i parametri sulla capitalizzazione e che abbia un buona qualità del credito", ha detto il presidente dell'authority, Callum McCarthy. Ragione per cui: "La Fsa rimane fiduciosa riguardo la capacità del comparto di far fronte alle attuali pressioni di mercato".

(15 settembre 2007)

[SM=g27818] [SM=g27818] [SM=g27818]
LiviaGloria
00domenica 16 settembre 2007 22:10
...prove generali??? [SM=g27837]
...o.....????
Mezmerize
00lunedì 17 settembre 2007 19:19
Re:
LiviaGloria, 16/09/2007 22.10:

...prove generali??? [SM=g27837]
...o.....????



O ci siamo e stanno cominciando a ritirare le reti da pesca?

Non sò, non sono un mago [SM=x268950] , però qualsiasi cosa sia successa ha funzionato in pieno:

- se è una prova per vedere se la "tensione" è al punto giusto, ha funzionato

- se è una prova per vedere se la propaganda ha assolto al suo compito, ha funzionato

- se è l'inizio della fine... stà funzionando

Questa è una mia opinione e vale quanto una qualsiasi opinione:

Se [ancora] avete qualche soldo in banca ritiratene una parte [il più possibile] e acquistate oro.. Attenzione: NON certificati di deposito (come ho letto da qualche parte....) ma oro fisico.. andate ad un banco dell'oro e comprate..[inoltre è "abbastanza" facile da trasportare sottoforma di collane etc etc].... è un "pò caro" ora e nel caso che il tutto si risolva potreste perdere in controvalore; ma se crolla tutto- senza che però si instauri il totale caos sociale sennò picche- avere oro certamente non fà male, mantiene il suo valore (non deperisce) e potreste scambiarlo con cibo o altre cose.....[attenzione... valore convenzionale perchè nella realtà sappiamo benissimo che l'unico valore è la vita in tutte le sue forme]

Ma, forse, è meglio cominciare a pregare più forte di quanto non lo si abbia mai fatto prima...... [SM=x268969]




Mezmerize
00mercoledì 19 settembre 2007 18:07

La FED taglia i tassi e le borse si impennanno..
Stò morendo dalle risate...!!!!
Perchè i tassi si stavano alzando? perchè la FED dichiarava che esisteva un rischio inflazione e che questo rischio era maggiore di un possibile peggioramento dell'economia per colpa dei mutui immobiliari.
Ora dicono: abbassiamo i tassi perchè la crisi mutui può intaccare l'economia mentre c'è ancora un rischio inflazione ma non come prima... [e che è successo nel frattempo da giugno ad oggi? sarebbero diminuiti i disoccupati e quindi la domanda terrebbe anche se i prezzi aumentano]
Non c'è più il rischio inflazione... ehehe.. con "gli aumenti della pasta" [il mercato dei cereali] e il petrolio ai massimi storici non c'è un rischio inflazione? cos'è una battuta? perchè io non l'ho capita!!!!
Insomma, ancora una volta salvano i "grandi speculatori" ai danni del popolino.

Però.... da un altro punto di vista ovvero un punto di vista comprensivo di NWO il discorso fila perfettamente... [SM=g27819]


Mezmerize
00giovedì 20 settembre 2007 17:07
Urka!!!!

LA FED taglia i tassi e i creditori USA stavolta non ci stanno..!!!!
Comincia l' Arabia Saudita....



Fears of dollar collapse as Saudis take fright

By Ambrose Evans-Pritchard, International Business Editor
Last Updated: 8:39am BST 20/09/2007

Saudi Arabia has refused to cut interest rates in lockstep with the US Federal Reserve for the first time, signalling that the oil-rich Gulf kingdom is preparing to break the dollar currency peg in a move that risks setting off a stampede out of the dollar across the Middle East.
# China threatens 'nuclear option' of dollar sales

Fears of dollar collapse as Saudis take fright
Ben Bernanke has placed the dollar in a dangerous situation, say analysts

"This is a very dangerous situation for the dollar," said Hans Redeker, currency chief at BNP Paribas.

"Saudi Arabia has $800bn (£400bn) in their future generation fund, and the entire region has $3,500bn under management. They face an inflationary threat and do not want to import an interest rate policy set for the recessionary conditions in the United States," he said.

The Saudi central bank said today that it would take "appropriate measures" to halt huge capital inflows into the country, but analysts say this policy is unsustainable and will inevitably lead to the collapse of the dollar peg.

As a close ally of the US, Riyadh has so far tried to stick to the peg, but the link is now destabilising its own economy.

The Fed's dramatic half point cut to 4.75pc yesterday has already caused a plunge in the world dollar index to a fifteen year low, touching with weakest level ever against the mighty euro at just under $1.40.

There is now a growing danger that global investors will start to shun the US bond markets. The latest US government data on foreign holdings released this week show a collapse in purchases of US bonds from $97bn to just $19bn in July, with outright net sales of US Treasuries.

The danger is that this could now accelerate as the yield gap between the United States and the rest of the world narrows rapidly, leaving America starved of foreign capital flows needed to cover its current account deficit - expected to reach $850bn this year, or 6.5pc of GDP.

Mr Redeker said foreign investors have been gradually pulling out of the long-term US debt markets, leaving the dollar dependent on short-term funding. Foreigners have funded 25pc to 30pc of America's credit and short-term paper markets over the last two years.

"They were willing to provide the money when rates were paying nicely, but why bear the risk in these dramatically changed circumstances? We think that a fall in dollar to $1.50 against the euro is not out of the question at all by the first quarter of 2008," he said.

"This is nothing like the situation in 1998 when the crisis was in Asia, but the US was booming. This time the US itself is the problem," he said.

Mr Redeker said the biggest danger for the dollar is that falling US rates will at some point trigger a reversal yen "carry trade", causing massive flows from the US back to Japan.

Jim Rogers, the commodity king and former partner of George Soros, said the Federal Reserve was playing with fire by cutting rates so aggressively at a time when the dollar was already under pressure.

The risk is that flight from US bonds could push up the long-term yields that form the base price of credit for most mortgages, the driving the property market into even deeper crisis.

"If Ben Bernanke starts running those printing presses even faster than he's already doing, we are going to have a serious recession. The dollar's going to collapse, the bond market's going to collapse. There's going to be a lot of problems," he said.

The Federal Reserve, however, clearly calculates the risk of a sudden downturn is now so great that the it outweighs dangers of a dollar slide.

Former Fed chief Alan Greenspan said this week that house prices may fall by "double digits" as the subprime crisis bites harder, prompting households to cut back sharply on spending.

For Saudi Arabia, the dollar peg has clearly become a liability. Inflation has risen to 4pc and the M3 broad money supply is surging at 22pc.

The pressures are even worse in other parts of the Gulf. The United Arab Emirates now faces inflation of 9.3pc, a 20-year high. In Qatar it has reached 13pc.

Kuwait became the first of the oil sheikhdoms to break its dollar peg in May, a move that has begun to rein in rampant money supply growth.


www.telegraph.co.uk/money/main.jhtml?xml=/money/2007/09/19/bcnsaud...



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Dollar fears as Saudi refuses interest cut
by Lynne Roberts and Reuters on Thursday, 20 September 2007


Saudi Arabia, which pegs its currency to the dollar, said on Wednesday it will hold back from matching a US interest rate cut as the world's largest oil exporter seeks to tackle inflation at a seven-year high.

"After reviewing the situation of liquidity and the economic situation we feel there is no need for a change," Central Bank Governor Hamad Saud al-Sayyari told Reuters in the Saudi capital, Riyadh.

"Once we notice something, we will take the appropriate measures," he said, declining to be more specific. The benchmark repo rate is 5.5%.

[continua]

www.arabianbusiness.com/500637-dollar-fears-as-saudi-refuses-inte...



"It does not come as a surprise," said John Sfakianakis, chief economist at Saudi Arabia's SABB bank, an affiliate of HSBC Holdings Plc. "The primary concern for SAMA is to control inflation ... reducing rates would have complicated things."




[SM=x268951] [SM=x268951] [SM=x268951]
Mezmerize
00venerdì 21 settembre 2007 15:35
www.fattisentire.net/modules.php?name=News&file=article&...

La più grave crisi del sistema finanziario da 80 anni ad oggi
Postato il Mercoledì, 19 settembre @ 15:43:26 CEST di Peppone

Dal mondo

I mutui “subprime” annunciano la più grande crisi finanziaria dopo il ‘29

Secondo studiosi americani il volume di titoli privi di valore si aggira sui 20 mila miliardi di dollari. Le banche ormai hanno paura a finanziarsi a vicenda perché non conoscono i reali livelli reciproci di insolvenze. Si è arrivati al punto che sul mercato interbancario di Londra non ci si arrischia a prestare denaro oltre il termine di un giorno. Pochi i contraccolpi sull’Asia. A rischio chiusura diverse banche americane ed europee. La curiosa notizia della nuova moneta nordamericana: l’Amero.



Milano (AsiaNews) - La vicenda della montagna di mutui fuori parametro (subprime) concessa dalle società di credito fondiario in America, di per sé è già dirompente e sta mettendo in crisi non poche banche. Negli Stati Uniti i gruppi più esposti sono giganti come Citigroup e Bank of America, a causa soprattutto delle proprie controllate specializzate in intermediazione titoli. In Europa, secondo voci di mercato, si parla di possibili difficoltà - o addirittura di crollo – per banche del calibro di Deutsche Bank, Barclays, BNP Paribas oltre a grandi finanziarie, assicurazioni (si parla di Axa) e fondi pensioni.
Ma tutto ciò è solo la parte emersa del problema. Secondo Mike Whitney[1], un analista finanziario americano, il totale di titoli circolanti emessi nei mercati non regolamentati e privi di patrimonialità reale, è di 20 mila miliardi di dollari[2]. A quanto pare, finora né il grande pubblico, né i professionisti di Wall Street si erano accorti del “buco”. Questi 20 mila miliardi di dollari di titoli sono privi di mercato e quindi privi di valore. Anche se la Fed dovesse rendere molto più indulgenti le regole sulle riserve, l’attuale sistema finanziario è destinato ad affrontare la più grave crisi da 80 anni ad oggi, perché non è un problema di liquidità, ma di solvibilità. Le banche ormai hanno paura a finanziarsi a vicenda perché non conoscono i reali livelli reciproci di insolvenze. Si è arrivati al punto che sul mercato interbancario di Londra non ci si arrischia a prestare denaro oltre il termine di un giorno.
Greenspan e la finanza speculativa
Il problema si è andato originando negli Usa, a partire dal 1987, quando con pressioni della lobby bancaria – mediante “elargizioni” costate 300 milioni di dollari – si è riusciti ad ottenere passo passo l’abolizione della legge Glass-Steagall, approvata dal parlamento americano dopo la crisi del ’29. La completa abolizione della legge è stata ottenuta nel 1999 grazie al presidente Bill Clinton. A suo tempo, la legge era stata approvata per evitare il conflitto d’interessi tra banche e società che sottoscrivono obbligazioni ed azioni. Principale fautore di questa liberalizzazione finanziaria è stato il precedente presidente della Fed, Alan Greenspan. Questi, divenuto governatore nel 1987, prima di tale nomina era stato membro del consiglio d’amministrazione della J.P. Morgan, la prima banca ad usufruire della liberalizzazione.
Nei 18 anni di governatorato di Greenspan si è avuta la più grande espansione della finanza speculativa della storia mondiale. Adesso il problema sta emergendo lentamente, ma è come un treno che, una volta in moto, nessuno, nemmeno la Fed, può più arrestare ed è lanciato su dei binari di scadenze improrogabili.
Se le cifre riportate nell’articolo di Mike Whitney sono corrette, un crollo di borsa come quello del ’29-’30 sarebbe più che imminente; forse anche di dimensioni maggiori, perchè la crisi avrebbe dimensioni planetarie.
In questo ultimo periodo, i grandi gruppi finanziari e bancari americani si sono premuniti piazzando i titoli spazzatura sia in Europa che in Asia. In Asia è noto che il patrimonio delle maggiori istituzioni bancarie e finanziarie è costituito - quasi di norma - da titoli statunitensi, espressi in dollari. Essi sono valutati AA o addirittura AAA dalle agenzie, cosiddette indipendenti, di valutazione dei valori mobiliari, come Standard & Poors, Moody’s e Fitch. Come per indiscussa convenzione di tesoreria tali titoli stimati primari sono – ma forse è meglio dire “erano” – considerati virtualmente privi di rischio.
Ad essere esposte in prima linea dovrebbero esserci teoricamente i fondi pensione, le assicurazioni e le grandi fondazioni americane, come pure i maggiori gruppi finanziari e bancari statunitensi, che sono all’origine dell’emissione incontrollata di titoli atipici di questi lunghi decenni. Eppure c’è da dubitare che chi ha le chiavi del potere finanziario e monetario sia chiamato a rispondere dei propri misfatti.
Alla radice del problema, infatti, ci sono le banche centrali ed in primo luogo la Fed, che da tempo aveva un chiaro quadro della situazione. Chi controlla la Fed, sa dunque che non può fornire la soluzione nell’ambito stesso della Fed.
Amero, la nuova moneta del Nord America
In questo scenario di imminente crisi bancaria è emersa una curiosa notizia: gli Stati Uniti si preparano, insieme a Canada e Messico, a lanciare una moneta unica, detta “Amero”. In altri termini dopo l’esplosione cruenta della bolla monetaria da tempo covata, la soluzione proposta sarebbe l’abolizione del dollaro, sostituito dalla valuta dell’Unione del Nord America, l’Amero appunto. A tale unione monetaria, oltre agli Stati Uniti, verrebbero costretti a farne parte il Messico, cui l’idea in linea di principio potrebbe non dispiacere, ed il Canada che non gradisce nemmeno un po’ l’idea di perdere la propria sovranità monetaria, ma che non vi si può sottrarre, pena la minaccia di perdere la cospicua fetta del proprio patrimonio espressa in dollari statunitensi, che diverrebbero privi di valore.
Dell’Unione del Nord America se ne era parlato a Waco nel Texas nel marzo 2005 tra Bush, il presidente messicano Fox ed il primo ministro canadese Martin. Il progetto era stato poi ripreso nel corso dello stesso anno da un rapporto del Consiglio Relazioni Estere (Council on Foreign Relations – CFR), lo stesso potente gruppo di potere da cui sono stati espressi quasi tutti i presidenti statunitensi sia democratici e che repubblicani e da un gruppo di lavoro interministeriale dei tre paesi.
Su Wikipedia.com alla voce “Amero” sono già riprodotte delle foto di coniazioni, definite “prototipi”. Su “Youtube”[3] è disponibile un filmato in cui ridiscute dell’Amero alla televisione commerciale americana CNBC.
Di recente il sito www.halturnershow.com/AmeroCoinArrives.html, ha mostrato delle foto con tali coniazioni, ma con in più una piccola “D” stampigliata nella moneta da 20 Amero. La “D” starebbe ad indicare che tale moneta proverrebbe dalla zecca di Denver. Curiosamente[4], la zecca di Denver è chiusa alle visite al pubblico per lavori di ristrutturazione fino al 28 settembre. AsiaNews non è in grado di stabilire se tutto ciò è realmente fondato. Certo è che il progetto sembrerebbe ben articolato[5]. L’Unione Nordamericana avrebbe una popolazione simile a quella dell’Unione Europea, e sarebbe la risposta adeguata all’attuale crisi bancaria destinata fatalmente a risolversi in crisi monetaria.
Di fatto, più che un’unione monetaria, questa operazione sarebbe l’inglobamento di metà del continente americano negli Stati Uniti. Per l’Asia più che gli aspetti politici – tutta l’area è da tempo il cortile di casa degli Stati Uniti – sono interessanti le conseguenze economiche. In primo luogo l’Amero sarebbe decisamente meno forte del dollaro, a causa della presenza del peso messicano, protagonista di una non lontana insolvenza. In tal modo il valore dell’Amero rispetto alle altre valute mondiali si deprezzerebbe in modo rapido, costringendo la Cina e tutta l’Asia ad una rapida rivalutazione di fatto delle proprie monete che di propria sponte non hanno mai dato mostra di aver realmente intenzione di attuare. In secondo luogo la conversione dei dollari circolanti fuori dagli Stati Uniti sarebbe sottoposta a logiche misure anti-riciclaggio e di legittimità di possesso. In Asia ed in molti altri paesi del mondo, il pagamento in contanti ed in dollari è più diffuso di quanto non si pensi. Anche in questo caso gli effetti non mancherebbero e non sarebbero di poco conto.
NOTE
[1] Vedi: onlinejournal.com/artman/publish/article_2396.shtml .
[2] Secondo informazioni che AsiaNews ha tratto dalla BRI, la Banca dei Regolamenti Internazionali, includendo i derivati ed i contratti atipici, il totale della finanza non convenzionale è molto di più, quasi cinquanta volte il Pil mondiale.
[3] Vedi: www.youtube.com/watch?v=6hiPrsc9g98
[4] Vedi: www.usmint.gov/mint_tours/index.cfm?action=StartReservation
[5] Vedi: en.wikipedia.org/wiki/Independent_Task_Force_on_North_America .

di Maurizio d'Orlando
AsiaNews 19/09/2007 13:20
Mezmerize
00lunedì 15 ottobre 2007 18:41
Re:
LiviaGloria, 16/09/2007 22.10:

...prove generali??? [SM=g27837]
...o.....????





15:30:07 SUBPRIME: BANCHE USA VARANO FONDO DI EMERGENZA DA 80-100 MLD $

(ASCA) - Roma, 15 ott - Un fondo che assicuri la necessaria liquidita' per gli strumenti finanziari strutturati ad alto rating, finiti nella bufera della crisi dei mutui subprime. E' quanto stanno preparando tre delle piu' grandi banche americane, Bank of America, Citigroup e JP Morgan Chase insieme ad altre istituzioni finanziarie. Il fondo, messo a punto in collaborazione con il Dipartimento del Tesoro Usa, si chiamera' Master Liquidity Enhancement Conduit (M-LEC) e potra' essere operativo nel giro di tre mesi. Obiettivo ''aumentare la liquidita' nel mercato per gli asset-backed commercial paper e strumenti a medio termine'' emessi dai cosiddetti SIV (structured investment vehicles). Una volta operativo, il fondo accettera' di comprare dai SIV, per un certo periodo di tempo, asset ad alto rating finanziandosi a sua volta emettendo strumenti a breve termine. Non e' stato ancora definito l'ammontare a disposizione del fondo, ma si parla di un importo tra gli 80 e i 100 miliardi di dollari. fgl/mcc/alf

Visto come si diventa padroni di tutto?
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