Imprenditore batte le banche: nessun interesse se i tassi sono quelli dell'usura

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wheaton80
00mercoledì 24 aprile 2013 02:42
Sentenza innovativa: neppure in caso di mancata restituzione del prestito può essere richiesto un compenso eccessivo

di Giuseppe Pietrobelli

BELLUNO - E adesso le banche tremano. Una sentenza della Corte d’Appello di Venezia, Terza Sezione Civile, ha stabilito che in caso di applicazione di tassi usurari per prestiti ai clienti, questi ultimi non sono tenuti a versare nessun interesse. Il dovere del risarcimento è limitato alla restituzione del capitale. Ovviamente è necessario che sia riconosciuto lo sforamento dei tassi consentiti e l’applicazione di percentuali così onerose da rendere i funzionari in doppiopetto di una banca simili, nella sostanza, ai "cravattari".

La causa ha contrapposto una società bellunese, assistita dall’avvocato Luca Dalle Mule, a una banca nazionale, assistita dall’avvocato Davide Moretto di Bologna. L’imprenditore in primo grado (sezione staccata di Pieve di Cadore) aveva visto riconosciuto che il prestito era assoggettato a tassi usurari di mora nel momento in cui non aveva rispettato il pagamento. Ma il Tribunale bellunese non aveva applicato quello che prevede l’articolo 1815 del Codice Civile, ovvero che "se sono convenuti interessi usurari, la clausola è nulla e non sono dovuti interessi".

È su questo punto che si è avuto lo scontro delle toghe in appello (collegio presieduto da Giuseppe Silvestre). La causa era iniziata con la notifica (avvenuta nel lontanissimo 1996) di un decreto ingiuntivo per 26 milioni e mezzo di lire, di cui 16 milioni e mezzo per sorte capitale e 10 milioni per interessi di mora. Il primo giudice aveva «ritenuta comprovata la natura vessatoria delle clausole» del prestito, visto che esse «definivano nel 36 per cento annuo (3 per cento moltiplicato per 12 mensilità) la misura degli interessi di mora». Aveva così definito il debito residuo in 7.385 euro, applicando sul capitale anche gli interessi al tasso legale. Insomma, nessun esonero nonostante l’usura bancaria.

Ma i giudici d’appello hanno ribaltato tutto, stabilendo «la conversione forzosa del mutuo usurario in mutuo gratuito». E hanno spiegato che tale norma risponde «all’esigenza di maggiore tutela del debitore e ad una visione unitaria della fattispecie, connotata dall’abbandono del presupposto soggettivo dello stato di bisogno del debitore, a favore del limite oggettivo della "soglia"». Scatta l’usura quando si supera il tasso medio per la categoria di operazione aumentato della metà, «nel momento in cui gli interessi sono stati promessi o convenuti, a qualunque titolo».

«Si tratta di una sentenza rivoluzionaria. - spiega Alfredo Belluco di Confedercontribuenti del Veneto - È stata chiarita per la prima volta, con estrema limpidezza, che per commettere l’illecito di usura, sia civile che penale, è sufficiente la semplice contrattazione del compenso usurario che era del 3 per cento mensile. Sia che si tratti di strozzini, che di banche». Gli effetti? «Rilevantissimi, perché interessano potenzialmente tutti coloro che hanno sottoscritto un contratto usurario in banca. Hanno diritto al finanziamento a tasso zero, con la totale restituzione di quanto pagato per interessi, spese, commissioni, indennità di extrafido, anche se poi non c’è stato superamento del tasso "soglia"».

Un caso isolato? «Macché, come documentano i casi che ci arrivano al numero verde gratuito 800814603. - conclude Belluco - C’è un’importante banca veneta che si fa promettere nella fascia di extrafido fino a 5 mila euro un vantaggio usurario minimo del 73 per cento. E nella fascia da 5 mila a 50 mila euro si va dal 18.05 al 180.5 per cento».

Martedì 23 Aprile 2013
www.gazzettino.it/nordest/belluno/imprenditore_batte_le_banche_nessun_interesse_se_i_tassi_sono_quelli_delusura/notizie/2726...
wheaton80
00giovedì 27 giugno 2013 11:10
Importantissima sentenza della Cassazione: mutui, leasing e finanziamenti con tassi usurai possono essere annullati
Il tasso d'usura somma interessi, penali, commissioni, interessi di mora e spese addebitate

Parma, 6 giugno 2013 – Si apre una speranza concreta di rimborso per tutti i risparmiatori vessati dalle Banche. La Corte di Cassazione, con la sentenza del 9 gennaio 2013 n. 350, pubblicata pochi giorni fa, ha sancito due principi importanti e nuovi a favore dei risparmiatori:

1) i mutui con tassi usurai possono essere annullati interamente;
2) il calcolo del tasso di usura si fa sommando tutte le somme addebitate dalla banca e non solo guardando agli interessi pattuiti per contratto.

Pertanto, se le penali, le commissioni, gli interessi di mora, le spese comunque denominate ecc., sommate al tasso degli interessi, sforano la soglia dei tassi ufficiali fissati in base alla legge antiusura n.108 del 1996, il mutuo è invalido. I due principi affermati determinano conseguenze di fondamentale importanza: nel caso di applicazione di interessi di mora, il cui tasso sommato a quello previsto nel piano di ammortamento ordinario sfori il tasso soglia, il consumatore non dovrà pagare neppure un euro a titolo di interessi e tutti quelli già pagati dovranno essere restituiti dalla banca.

I consumatori che stanno subendo una procedura espropriativa da parte di una banca possono chiedere l'annullabilitá del mutuo e questo sará motivo molto forte per bloccare la procedura esecutiva in corso. Confconsumatori mette a disposizione i propri sportelli, per fornire assistenza, con propri consulenti specializzati, a chi abbia stipulato un contratto di finanziamento e voglia verificare se la sua banca ha violato o meno i principi stabiliti dalla Cassazione.

Chi lo desidera può richiedere alle sedi o scaricare il modello di diffida da inviare alla propria banca, per chiedere il rispetto di quanto sancito dalla Cassazione, l'invito a restituire le somme e l'interruzione della prescrizione.

www.confconsumatori.it/?p=3575
wheaton80
00martedì 10 dicembre 2013 01:03
"Scandaloso che banche si tengano i soldi"

ROMA (WSI) - E' "scandaloso che le banche si tengano i soldi invece di fare il loro mestiere di rimetterli in circolo ed è ancora più vergognoso che, quelle rare volte che li prestano, lo facciano a caro prezzo, con spread assurdi ed ingiustificati, a fronte di un costo del denaro ai minimi storici". E' quanto afferma il Codacons, nel commentare il dato relativo al crollo dei prestiti riportato da Bankitalia. "Alcune banche hanno concesso finanziamenti applicando addirittura tassi usurari. La recente sentenza della Corte di Cassazione n. 305/2013, secondo la quale, nel calcolo ai fini della legge anti-usura n.108/1996, devono essere presi in considerazione tutte le spese e le voci di costo relative all'erogazione di una somma di denaro in prestito, compresi gli interessi di mora, ha aperto la possibilità per migliaia di cittadini di ottenere la restituzione degli interessi non dovuti già versati e corrispondere per il futuro la sola quota capitale". Di conseguenza il Codacons invita "chi è strozzato dalle rate del mutuo o di un prestito a partecipare all'azione legale del Codacons, verificando se ha superato i tassi soglia previsti dalla legge".

09 dicembre 2013
www.wallstreetitalia.com/article/1650652/finanza/scandaloso-che-banche-si-tengano-i-so...
wheaton80
00venerdì 7 febbraio 2014 15:17
“Tassi da usura”. Le otto cause alle banche dell’imprenditore che non si arrende

“Io sono arrabbiatissimo con le banche e non riesco a pensare che centinaia di imprenditori hanno imbracciato un fucile o si sono impiccati nelle loro fabbriche, perché non hanno resistito alla strapotere delle banche. Bisogna dire basta agli istituti di credito che ti tolgono tutto quello che hai ottenuto con tanti sacrifici. Sono giganti di argilla che si possono sconfiggere”. Mario Bortoletto è un imprenditore edile di Vigonza, in provincia di Padova, che ce l’ha fatta a non farsi più fregare dal sistema bancario. Una storia di resistenza personale che ha deciso di raccontare ne “La rivolta del correntista” (edito da Chiarelettere), un libro che svela i meccanismi nascosti con i quali le banche lucrano sui conti correnti. “Il testo non è un mattone nel numero delle pagine, ma ha la potenza del mattone”, spiega subito Bartoletto. “Sto ricevendo decine di telefonate di amici, colleghi, uomini e donne di tutta Italia che l’hanno letto e mi dicono che se lo divorano in 3 ore. Questa – prosegue – è per me la più grande soddisfazione, perché io non sono uno scrittore. Sono un imprenditore che senza tanti giri di parole o l’uso di termini complicati ha cercato di andare dritto al cuore del problema. Bisogna leggere bene i documenti che le banche ci inviano e sottoporli all’attenzione di un commercialista specializzato nel diritto bancario. Da questa perizia ci si renderà conto che i conteggi sono sempre fatti a nostro sfavore”. “Ci sono modi illeciti – prosegue – con cui le banche alzano i tassi d’interesse chiesti ai clienti, arrivando a chiedere tassi usurai. Ecco perché, quando l’ho scoperto a mie spese non ci ho pensato due volte a fare causa. Dal 2008 ne ho collezionate otto contro i colossi più importanti”, dice con un punta di orgoglio. “E – sottolinea – ne ho già vinte due: le banche mi hanno restituito già 450 mila euro”. L’imprenditore ci tiene a dire, e lo ribadisce più volte, che non esiste una magia per sconfiggere le banche: “Serve solo la caparbietà e tutta la forza che ha solo chi si alza presto ogni mattina e non sa quando andrà a dormire per toccare i punti deboli degli istituti bancari. Tutti noi pensiamo di essere debitori nei confronti delle banche, ma in realtà siamo creditori. Questo se le devono mettere tutti bene in testa”. La battaglia di Bortoletto contro la vessazione delle banche è spinta anche da un messaggio chiaro, quasi presente nel Dna degli imprenditori del Nord Est: il lavoro è sacro e guai a chi cerca di levarglielo. E, quando le banche hanno cominciato a mettere il bastone tra le ruote della sua oliatissima attività (“fatturati in crescita come i dipendenti che qui da noi nel Padovano sono come amici e io ne faccio lavorare circa 60”), la rabbia è stata più forte della disperazione che attanaglia le centinaia di imprenditori che, purtroppo, si sono arresi togliendosi la vita. Le umiliazioni subite per mesi dai direttori di banca che gli hanno chiuso i rubinetti del credito, gli hanno chiesto di rientrare dal fido, gli hanno negato gli affidamenti e gli anticipi delle fatture sono stati la molla per lottare. “Il messaggio del mio libro deve essere positivo”, puntualizza Bortoletto che continua: “Vedo ancora troppo spesso miei amici imprenditori che sbadigliano. Non lo può fare un uomo di impresa, perché equivale a dire che c’è uno stato di rimbambimento. La mente è offuscata e non va bene. La crisi per chi la vive non si può descrivere. Quando a me le banche hanno chiesto di tirare fuori una cifra a sei zeri, in fretta per non venire sbranato, sono stato costretto a vendere. Ecco perché bisogna invertire la rotta”. Bortoletto non solo rincuora quanti pensano di non farcela più, ma avvalora la sua lotta con i numeri. “Se nel 2012 – dice con soddisfazione – al tribunale di Milano sono state presentate solo 180 cause contro le banche, nel 2013 queste sono salite a 1.860, anche grazie al lavoro che stiamo facendo con il movimento ‘Il delitto di usura’ di cui sono vicepresidente”. E per far cambiare atteggiamento ai clienti che non devono essere più inermi e impauriti dalle banche ha anche stilato un vademecum con i “dieci comandamenti del correntista”.

Patrizia De Rubertis
7 febbraio 2014
www.ilfattoquotidiano.it/2014/02/07/tassi-usura-otto-cause-alle-banche-dell-imprenditore-bortoletto...
wheaton80
00venerdì 7 febbraio 2014 15:24
“I dieci comandamenti del correntista”. Ecco il decalogo contro “l’usura bancaria”

Voglio che la mia battaglia diventi la battaglia di altri cittadini onesti vessati dalle banche. A chi mi cerca o mi scrive spiego come fare per difendersi dalle banche e non farsi fregare. Mi chiamano dalla Sicilia, dal Sud in generale, dal Nord e dal Centro Italia. Mi rendo conto che il problema è diffuso ovunque. L’usura bancaria è un fenomeno dilagante. Molte persone mi raccontano che quando entrano in banca cominciano a tremar loro le gambe. Hanno paura dei direttori, dei funzionari, molto spesso temono persino gli impiegati. Ci sono passato anche io, ricordo benissimo quella spiacevole sensazione. Ora, invece, non mi spaventa più nessuno. So che gli istituti attaccano per difendersi, perche sanno che molto spesso hanno torto e dunque giocano d’anticipo. Cambieranno atteggiamento solo quando dall’altra parte i correntisti conosceranno la verità. Io mi batto per questo. Ho iniziato solo per difendere i miei interessi, il mio lavoro e la mia famiglia. Oggi sono vicepresidente nazionale dell’associazione ’Il delitto di usura’, che raccoglie e sostiene senza scopo di lucro le tante vittime dell’usura e dell’estorsione bancaria. Io dico di non scoraggiarsi e di tenere duro. C’e stata Caporetto ma poi e arrivata Vittorio Veneto. Basta un po’ di tenacia e qualche regola da seguire con attenzione”.
(Mario Bortoletto)

Ilfattoquotidiano.it ha realizzato un sunto dei dieci comandamenti pubblicati sul libro “La rivolta del correntista” (ed. Chiarelettere):

Regola numero 1: Conservate sempre tutta la documentazione bancaria, i contratti, gli estratti conto, gli scalari trimestrali o semestrali. Fate attenzione alle cosiddette «variazioni unilaterali»
Quando avviate un rapporto con un istituto di credito ricordatevi di conservare ogni documento, sia il contratto stipulato sia le lettere che ricevete a casa. Fate molta attenzione al contratto, accertatevi che riporti la firma del funzionario responsabile dell’istituto, altrimenti è carta straccia. Se avete buttato via o smarrito la documentazione bancaria non disperate, fatene nuovamente richiesta al vostro istituto che ha l’obbligo di recuperarla con funzione retroattiva fino a dieci anni.

Regola numero 2: Fatevi fare una perizia econometrica. È il vostro tesoretto
Con tutta la documentazione in vostro possesso è possibile fare un’analisi del conto corrente. L’analisi si chiama perizia econometrica e va affidata a professionisti seri e specializzati, altrimenti è solo una perdita di tempo e di denaro. La perizia è l’unica tutela del correntista.

Regola numero 3: Fate attenzione a tutti i costi e a tutte le spese che contribuiscono a determinare il tasso soglia
Il tasso soglia non è altro che il tasso massimo di interesse che un istituto può applicare al correntista. Oltre questo limite la banca è in usura.

Regola numero 4: Se siete in difficoltà valutate con molta attenzione le cosiddette agevolazioni che il vostro istituto vi propone
Molte banche offrono ai clienti in difficoltà quelle che io chiamo ‘agevolazioni pelose’. Ad esempio, se un correntista è esposto per 50.000 euro sul conto corrente e non riesce a rientrare, dalla banca consigliano di trasformare quel debito in un mutuo ipotecario, così da poter dilazionare il pagamento usufruendo di un tasso d’interesse più vantaggioso. Spesso, però, con questa operazione le banche traggono un doppio vantaggio. Il primo è quello di trasformare un proprio credito, che resta invariato, da chirografario, ovvero privo di garanzie, a ipotecario. Il secondo, molto più subdolo, è quello di appropriarsi di somme frutto dell’indebito.

Regola numero 5: Occhio all’anatocismo bancario
L’anatocismo bancario, cioè la capitalizzazione degli interessi passivi, è illegittimo. L’anatocismo fa sì che il correntista sia gravato da un debito via via maggiore, che va a generare un incremento degli interessi passivi, determinando un ostacolo per il cliente a ritornare in attivo. La parola deriva dal greco: ‘anà’, cioé ‘di nuovo’, e ‘tokòs’, che significa ‘interesse’. Per anatocismo s’intende la capitalizzazione degli interessi affinché questi stessi interessi siano produttivi di altri interessi.

Regola numero 6: Tenete sempre sotto controllo le commissioni di massimo scoperto
Altra fregatura per il correntista sono le commissioni di massimo scoperto. Un onere che viene addebitato al cliente in base all’effettivo utilizzo del denaro e che, come tale, incide sul calcolo del costo del denaro stesso.

Regola numero 7: Attenti ai giochi sulle valute

La valuta tecnicamente è il giorno in cui una somma di denaro depositata o prelevata comincia a produrre interessi attivi o passivi. Esiste la valuta effettiva, che corrisponde al momento in cui la banca acquista o perde la disponibilità del denaro, e la valuta bancaria, cioè quella con cui l’istituto di credito concretamente sottrae o aggiunge un certo numero di giorni a quella effettiva. Molto spesso le rimesse effettuate dal correntista vengono contabilizzate come se l’operazione fosse stata effettuata un certo numero di giorni dopo la data effettiva di esecuzione dell’operazione. Le operazioni a debito per il cliente, invece, vengono contabilizzate prima della data di effettiva esecuzione. Nel primo caso, il correntista perde giorni utili per la maturazione degli interessi attivi; nel secondo caso la banca incrementa i giorni utili per la maturazione degli interessi passivi a carico del debitore.

Regola numero 8: Non abbiate paura della Centrale rischi

Essere inserito nel database bancario dei ‘cattivi pagatori’ per un imprenditore equivale alla morte civile: si fa fatica a ottenere credito da altri istituti. Capita che gli istituti segnalino il correntista senza avvisarlo, ma questo comportamento va contro la legge e deve essere contestato.

Regola numero 9: Occhio alle provvidenze pubbliche, possono salvarvi la vita (imprenditoriale)

Nel caso in cui dovessero ravvisarsi fatti di usura o di estorsione, una volta denunciati alla magistratura, la vittima potrebbe accedere alle cosiddette provvidenze premiali. Al fine di far emergere tali gravissimi delitti, infatti, è stato messo a disposizione, presso il Ministero degli Interni, un Fondo di Solidarietà, deputato a far tornare la vittima nell’economia legale.

Regola numero 10: Diffidate dei consulenti
Fate attenzione alle decine di società di consulenza che si propongono come aiuto al correntista. Hanno parcelle che arrivano anche a 25.000 euro, più una percentuale fino al 25-30 per cento su quello che recuperano.

7 febbraio 2014
www.ilfattoquotidiano.it/2014/02/07/i-dieci-comandamenti-del-correntista...
wheaton80
00venerdì 28 marzo 2014 03:02
Ottenere i rimborsi dalle banche per usura nei conti correnti affidati e nei mutui ipotecari

Il Sistema Bancario e tributario presenta un gran numero di anomalie che si trasformano in illeciti ai danni dei correntisti e dei contribuenti (si tratta di reati veri e propri). In questo gioca un ruolo fondamentale lo strapotere delle banche sulla collettività. Infatti solitamente la collettività dei cittadini e la maggioranza degli imprenditori non immagina nemmeno di subire questi soprusi e ancora meno pensano di poter sfuggire a questa morsa, ribellandosi al sistema. Il risultato è che molti di noi, per via di queste anomalie contabili e normative, spendono un sacco di soldi (qualcuno direbbe che gli vengono rubati) senza avere nemmeno la percezione di subire un’ingiustizia, con tutte le conseguenze del caso. Certo il malcontento è palese, ciascuno di noi ne ha testimonianza anche solo parlandone con i propri amici e parenti, ma la sensazione diffusa è che, anche se la banca fa quello che vuole con i nostri conti correnti, non sia possibile contrastare queste ingiustizie. Si tratta di conteggi da esperti del settore (si chiamano ingegneri contabili) e le carte che dovremmo analizzare sono una montagna. È brutto da ammettere, ma la maggior parte di noi (io per primo) non è in grado nemmeno di comprendere esattamente tutte le voci dei costi indicati in una bolletta del gas o della luce, figuriamoci riuscire ad individuare qualche sopruso tra i conti e le spese della banca. E poi, anche ammesso di riuscire ad individuare un errore o un qualunque elemento contestabile, qual è la soluzione?

Fare causa alla banca? Niente di più impensabile nell’immaginario del correntista medio… come la lotta di Davide contro Golia. Sembra difficile infatti immaginare, ad esempio, un imprenditore, che magari ha già le sue difficoltà, mettere in piedi una causa per ottenere il giusto risarcimento dalle banche di tutto quel che gli è stato sottratto indebitamente. La maggior parte di noi non saprebbe da dove partire. Allo stesso tempo, anche grazie a molte azione che partono dal web, come ad esempio il mio sito, sta aumentando la presa di coscienza delle persone riguardo a questo problema e le reali possibilità che ci sono. Sono anche apparsi i servizi in tv di alcune inchieste di trasmissioni come Le iene o Striscia la notizia sull’usura delle banche. Per quel che mi riguarda voglio darti due notizie importanti che vorrei che tu condividessi adesso con i tuoi contatti su facebook o sui social network: certamente contrastare le banche da soli non deve essere una passeggiata, ma c’è chi l’ha fatta diventare un’attività a tempo pieno e ha messo in piedi sistemi collaudati e, soprattutto, che danno risultati certi. Vediamo quali sono le principali anomalie normative e contabili che si possono riscontrare:

- Usura
- Anatocismo
- Indeterminatezza delle condizioni

Tali illeciti possono essere riscontrati attraverso analisi dei conti correnti. Le statistiche parlano chiaro: su un campione di diverse migliaia di conti correnti analizzati è emerso che, nel caso di conti correnti affidati, in oltre il 90% dei casi viene applicata al correntista usura o anatocismo (la maggior parte delle volte entrambe). Tradotto in soldoni questo significa che, su un fido di cassa da 50.000 € aperto da 5 anni, per esempio, non è difficile verificare che la banca debba restituire al cliente cifre intorno ai 50.000 €! Ovviamente le casistiche e le banche sono molte, ma non ci si dovrà stupire di trovare importi anche superiori e in rari casi inferiori.

Sui mutui ipotecari la faccenda si fa ancora più interessante
Su un campione di verifiche effettuate tra giugno e agosto 2013, sui contratti di mutui ipotecari (per l’acquisto di casa, per intenderci) si è riscontrato addirittura che nell’84,6% dei casi era presente usura dall’origine. Questo ha determinato una sentenza della Cassazione senza precedenti, la n. 350 del 2013. Riassumendo in poche parole il pensiero della Suprema Corte, in casi di tassi usurari, rimane valido il contratto di mutuo tra la banca ed il cliente, ma viene di fatto annullata la clausola del contratto relativa alla restituzione degli interessi. Ciò significa che il cliente ha un diritto alla restituzione degli interessi già pagati oltre alla possibilità di ricalcolare il piano di ammortamento per il capitale ancora da restituire, scorporando a questo punto, gli interessi. Si tratta di una notizia straordinaria, una rivoluzione, tanto più che le procedure per ottenere questi rimborsi (sia sui fidi che sui mutui) sono già state “standardizzate” e le tempistiche sono di massimo sei mesi per poter ottenere un risultato concreto (un assegno circolare). Ovviamente queste strade sono percorribili anche da chi, magari non riuscendo a pagare il mutuo o a rientrare del fido, sta subendo una causa da parte della banca. Chiaramente ci sono dei costi da sostenere per poter redigere la perizia econometrica che è, di fatto, lo strumento fondamentale per poter ottenere calcolare l’eventuale illecito posto dalla banca.

Tuttavia, se il rapporto di conto corrente è relativo a somme medio-alte, l’investimento è decisamente contenuto e minimo rispetto alle opportunità che offre. Esiste peraltro la possibilità di stipulare una polizza a garanzia della spesa per tutelarsi da eventuali perdite. In pratica in questo modo, se si ha intenzione di far valere i propri diritti con le banche in tema di usura, oggi è possibile vincere o almeno non perdere. Lo scenario sta cambiando, le forze in campo si riequilibrano e, forse perché mi sento chiamato in causa, questa credo sia un’ottima notizia per tutti quei bravi imprenditori vessati e che da anni erano costretti a subire senza minimamente capire da che parte iniziare per rialzare la testa. Oltre ai rimborsi, come detto, queste perizie possono avere un notevole valore strumentale sia, ad esempio per chiudere un fido con un saldo e stralcio (anche a zero), sia per interrompere le azioni di recupero della banca. Tutto ciò che serve è solo la volontà di reagire, di mettersi in gioco, con la convinzione di poter ottenere un risultato soddisfacente dopo anni di soprusi. Sul mio sito ho messo a disposizione delle mini guide gratuite, in cui spiego “passo per passo” tutto quel che c’è da fare per poter richiedere un’analisi delle proprie posizioni bancarie (nota importante: le pre analisi sono gratuite).

Trovi qui le guide: bit.ly/CNP-guide-usura

Antonino Fabio Ciaccio, ComeNonPagare.com
9 settembre 2013
www.laleggepertutti.it/35972_ottenere-i-rimborsi-dalle-banche-per-usura-nei-conti-correnti-affidati-e-nei-mutui-i...
wheaton80
00mercoledì 6 agosto 2014 15:44
Negozianti vincono la causa, pignorati 230mila euro alla banca

SASSARI - Dopo otto ore di trattative non andate a buon fine, le casse della Banca di credito sardo di viale Bonaria, a Cagliari, sono state pignorate alla presenza dell’avvocato Vittorio Delogu – che tutela due commercianti nuoresi – e dell’ufficiale giudiziario. Duecentotrentamila euro in contanti ora si trovano custoditi in una cassetta di sicurezza. Oggi verranno “trasferiti” in tribunale e il giudice deciderà la nuova destinazione.

La storia
«A noi, piccoli commercianti disperati, sembrava impossibile attaccare un colosso come le banche. Ma per difenderci dall’usura non avevamo altra scelta». Così i coniugi Mura, titolari di una gioielleria e di un bar a Nuoro, quattro anni fa spiegavano la scelta che li aveva portati a rivolgersi a un avvocato perché ascoltasse la loro storia e li assistesse nel percorso giudiziario – civile e penale – che erano decisi a voler portare avanti. Una storia cominciata nel 1985 con la richiesta di un fido di cento milioni delle vecchie lire all’allora Banco di Napoli (diventato poi Banca di credito sardo) e proseguita due anni dopo con l’accensione di un credito di altri cento milioni alla Banca popolare di Sassari. Per riuscire a coprire il fido la coppia aveva chiesto un mutuo ipotecario alla Banca Cariplo. «Abbiamo pagato regolarmente per circa quattro anni e siamo riusciti a estinguere il debito con entrambe le banche», avevano raccontato all’epoca. Ma l’attività non andava bene, i soldi erano finiti, l’ansia per la pressione degli istituti di credito toglieva loro il sonno e come se non bastasse era arrivato anche l’ufficiale giudiziario. «Ci hanno pignorato i nostri beni (bar e gioielleria ndc) che erano stati ipotecati per poter ottenere il mutuo dalla Cariplo ed è stata fissata la vendita all’incanto». È stato allora che i commercianti Isabella Gungui e Antonino Mura, con coraggio, hanno deciso di mettersi in salvo.

L’iter giudiziario

Sotto il profilo penale l’inchiesta per usura è stata archiviata. La causa civile invece è andata avanti. Dal 2010 a oggi c’è stata una sentenza di primo grado che ha condannato la banca per anatocismo imponendo il pagamento di 192mila euro dovuti ai commercianti. Lo scorso 14 marzo è arrivata anche quella della corte d’appello che ha confermato il primo verdetto. Da marzo fino a ieri mattina l’avvocato Delogu ha aspettato che l’istituto pagasse quanto dovuto, senza forzature. Ma è stata un’attesa vana e a quel punto è arrivato il provvedimento di pignoramento di 230mila euro (cifra che comprende tutte le spese). Tutti in banconote di piccolo e medio taglio.

Il “blitz” nella sede di Cagliari

Ieri mattina il legale si è presentato nell’istituto di credito di viale Bonaria accompagnato dall’ufficiale giudiziario. La trattativa con i vertici della Banca di credito sardo è andata avanti per buona parte della giornata. Ma non si è arrivati a un accordo. Ossia al pagamento, così come disposto dalla sentenza dei giudici d’appello. Il passo successivo è stato quindi “bloccare” i contanti contenuti nelle casse. Comprensibilmente c’è stato qualche attimo di tensione soprattutto perché a quell’ora la banca era in piena attività. Per questo si è deciso, per evitare di creare disagi agli incolpevoli utenti, di aspettare l’orario di chiusura. Solo allora l’ufficiale giudiziario ha messo da parte la cifra esatta che è stata riposta in una cassetta di sicurezza: oggi, scortato da una pattuglia di carabinieri, porterà i 230mila euro in tribunale e poi ci sarà la decisione del giudice.

Il destino dei beni pignorati
Intanto, però, i beni dei due commercianti sono all’asta. E la vendita è prevista a breve. Il bar e la gioielleria, che si trovavano in via Deffenu, erano stati ipotecati quando i due avevano avuto necessità di accendere un mutuo con Cariplo. I Mura a un certo punto non erano più riusciti a pagare e, attraverso l’Italfondiario, le due attività erano state pignorate e messe in vendita all’asta. Le sentenze del tribunale civile, per il momento, danno loro ragione. È una vittoria parziale.

Nadia Cossu
05 agosto 2014
lanuovasardegna.gelocal.it/regione/2014/08/05/news/negozianti-vincono-la-causa-pignorati-230mila-euro-alla-banca-1...
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00giovedì 22 gennaio 2015 14:20
Per la prima volta respinta un' asta bancaria per usura sul mutuo. Intervista all' Avv. Rosa Chiericati

www.youtube.com/watch?v=nVnhFkjX6aY&x-yt-cl=84411374&x-yt-ts=14...
wheaton80
00sabato 8 agosto 2015 01:42
Foggia: pignorata la Banca Popolare di Puglia e Basilicata

Un pignoramento di 300mila euro compiuto nei confronti della filiale della Banca Popolare di Puglia e Basilicata di via Matteotti, a Foggia. Lo comunica lo studio legale dell’avv. Vincenzo Rocco, in merito alla lunga vicenda che riguarda un giovane imprenditore foggiano, il quale – precisa l’avvocato – nel corso di questi 15 anni ha visto la sua azienda andare in rovina e la sua vita quotidiana e la sua salute fortemente danneggiati. La banca – stando a quanto riferito dall’avvocato Rocco – si sarebbe rifiutata di adempiere in maniera spontanea un provvedimento esecutivo del Tribunale di Foggia, che ha autorizzato la provvisoria esecuzione di un decreto ingiuntivo emesso in favore di un cliente dello studio. Non avendo provveduto al pagamento, la banca ha subìto un pignoramento, ma “non perché insolvibile o impossibilitata ad effettuare il pagamento, ma per sfruttare a proprio vantaggio i tempi lunghi che detta opzione impone a carico del correntista”, precisa l’avvocato. I 300mila euro saranno custoditi presso la Cancelleria delle esecuzioni mobiliari del Tribunale di Foggia, mentre lo studio legale farà istanza per ottenerne l’assegnazione.

Va sottolineato però che il tempo che intercorrerà tra l’istanza e l’udienza in cui il Tribunale si pronuncerà sulla richiesta d’assegnazione, essendo lungo, comporterà altri costi:“E’ pertanto evidente ed inconfutabile che la Banca si è assunta la responsabilità dei tempi della procedura, studiandoli metodicamente per giovarsene”, sostiene Vincenzo Rocco. Nel caso di specie non si tratta di somme dovute dalla banca al cliente a titolo risarcitorio, ma della restituzione di somme di sua esclusiva proprietà che la banca si sarebbe rifiutata di restituire. “Il diritto del nostro cliente è sancito da una sentenza di primo grado, una sentenza di appello e da un decreto ingiuntivo ottenuto dal mio studio, che ha conferito efficacia esecutiva alle sentenze”, sottolinea l’avvocato Rocco, che aggiunge:“A fronte di molteplici provvedimenti giurisdizionali, la banca ha assunto una posizione di forza che la espone oggettivamente a commenti e valutazioni da parte del tessuto sociale in cui opera”. Conclude l’avv. Vincenzo Rocco:“La condotta della banca non è solo improntata all’odierno rifiuto di pagare, ma anche a molteplici opposizioni proposte innanzi al Tribunale di Foggia e alla Corte di Appello di Bari, nelle quali di fatto ha utilizzato sempre le medesime argomentazioni, che sono al vaglio dei giudici, ma che non hanno impedito l’odierno pignoramento”.

8 luglio 2015
www.foggiatoday.it/cronaca/pignoramento-banca-foggia-vincenzo-ro...
wheaton80
00venerdì 16 ottobre 2015 20:50
Banche, l’atto di accusa dell’ex dirigente:“Così aumentano guadagni e riducono rischi ricattando i clienti”



Un atto d’accusa durissimo nei confronti dell’intero sistema bancario. Che non solo ha abdicato al proprio ruolo di supporto all’economia reale ma addirittura, con la crisi e la metamorfosi degli ultimi anni, la massacra. Esercitando anche forme di concorrenza sleale in molti settori. Gli sportelli sembrano sempre meno sportelli bancari e sempre più centri commerciali, agenzie immobiliari, centri di servizio, con una differenza sostanziale però: per raggiungere gli obiettivi di vendita imposti dalla direzione, i commessi-bancari hanno a disposizione la leva formidabile rappresentata dal potere di ricatto nella concessione del credito. Ed ecco così che un cliente entrato in banca per chiedere un prestito esce con un televisore, un tablet e un abbonamento alla palestra. Vincenzo Imperatore, ex dirigente bancario pentito e autore di “Io so e ho le prove”, nel suo nuovo libro “Io vi accuso” in uscita il 15 ottobre per i tipi di Chiarelettere, svela i nuovi stratagemmi adottati dalle banche per ottenere profitti a discapito dei malcapitati clienti che dopo anni di crisi si trovano sempre più nel ruolo di polli da spennare. Emblematico da questo punto di vista il racconto di come le banche siano diventate “delle agenzie immobiliari capaci di far svendere le abitazioni dei clienti sul lastrico per far guadagnare anche i ricchi speculatori immobiliari già loro correntisti. Senza pietà, sballando il mercato e alterando le normali procedure della compravendita. Gli istituti stanno favorendo il dislivello sociale e consentono spesso abusi per i quali non pagano mai”, scrive Imperatore. I numeri del business sono impressionanti:“Su un fido la banca ha mediamente un margine di guadagno finanziario netto di circa l’8 per cento a fronte di un fattore di rischio altissimo: quei soldi potrebbero anche andare perduti nel caso in cui il cliente fosse insolvente. Il televisore, invece, è a ‘rischio zero’, non c’è nulla da perdere per l’istituto e, inoltre, ha un rendimento di almeno il 20 per cento sul prezzo a cui viene venduto al correntista”.

Una fonte che Imperatore cita nel libro spiega che oggi alla base della gestione della clientela ci sono “i corsi di formazione per diventare piazzista e incontri sulle tecniche di vendita per prodotti di largo consumo”, mentre i prodotti “si possono pagare in un’unica soluzione o con finanziamento che fa crescere la rata mensile del mutuo o di qualsiasi altro tipo di prestito”. Un altro sistema per fare profitti a scapito dei clienti, in particolare delle piccole imprese, è quello delle assicurazioni sui crediti. “Oltre all’esosa polizza, – scrive Imperatore – ci sono gli interessi applicati sul fido per anticipo fatture, ovvero i ricavi ottenuti prestando all’impresa quegli stessi soldi assicurati. L’azienda, infatti, in attesa che il cliente paghi, ha comunque le spese correnti da sostenere quotidianamente e per farlo si deve far anticipare il denaro dalla banca. E ancora, altro paradosso, l’istituto trae profitto con interessi, commissioni e quant’altro su un rischio (e il fido lo è) che non è più tale perché annullato da una polizza assicurativa venduta dalla stessa banca che ci guadagna il 24 per cento. Gli istituti in questo caso sono riusciti a infrangere le leggi dell’economia e a trovare la formula per loro più conveniente: meno rischio e più guadagno.

Tanto paga sempre la piccola impresa”. Io vi accuso non si limita però a svelare questi meccanismi e a puntare il dito sulle fiduciarie e sui clienti privilegiati delle banche, come il clero o gli imprenditori (i cinesi, sottolinea Imperatore) che lavorano solo per contanti e nei cui confronti nessuno fa mai le pur obbligatorie segnalazioni di operazioni sospette. Ci sono l’usura (documentata) ai danni dei clienti, l’estorsione, la violenza privata, l’intimidazione attraverso la minaccia di segnalazione alla Centrale rischi. “I delitti commessi dalle banche sono numerosi, gravi, spesso non sanzionati”, scrive Imperatore. “Finché non si metterà mano al codice per invertire questa tendenza, il loro strapotere non si attenuerà. Le banche, in particolare i loro dirigenti, hanno mai realmente pagato penalmente per qualcosa? No. Anche quando colti in castagna, al massimo gli istituti sono stati costretti a risarcire la vittima”. Come se ne esce? Imperatore invita a denunciare i soprusi delle banche e a farlo bene, indicando i nomi e i cognomi, portando testimoni e prove, tante prove. Ma soprattutto l’autore invita a non scoraggiarsi, perché si può vivere e lavorare anche senza avere a che fare con le banche. La seconda parte di “Io vi accuso” passa in rassegna i circuiti alternativi del credito che negli anni della crisi si sono rafforzati diventando per molte piccole imprese una risorsa imprescindibile e abbastanza facile da utilizzare grazie anche a Internet e alle nuove tecnologie.

Dalle piattaforme di crowdfunding alla supply chain e al commercio delle fatture, passando per il peer to peer, i minibond e il corporate barter (baratto aziendale). Naturalmente ciò non basta e anche la piccola impresa – vera ossatura del sistema produttivo italiano – deve ripensare se stessa, professionalizzarsi per presentarsi sul mercato del credito (anche quello alternativo) con idee, progetti, business plan coerenti e conti chiari e trasparenti, perché un’impresa è un’impresa e non il salvadanaio della famiglia, come invece spesso è stato in passato. “Io vi accuso” rilancia anche con forza il grave ritardo dell’Italia nel dotarsi di una legge a tutela dei whistleblower. La modifica al Testo Unico Bancario ha introdotto delle importanti novità in questo senso, sottolinea Imperatore, ma la distanza resta abissale se si pensa che grazie alla tutela del whistleblowing gli Stati Uniti riescono a recuperare circa l’85% delle somme frutto delle frodi. Se lo stesso accadesse nel nostro Paese i vantaggi per l’economia sarebbero enormi:“L’obiettivo che si deve porre l’Italia deve essere quindi quello di recuperare decine di miliardi di euro all’anno, riducendo drasticamente il numero di reati quali la frode fiscale, il riciclaggio, l’usura e la corruzione”.

Paolo Fior
15 ottobre 2015
www.ilfattoquotidiano.it/2015/10/15/banche-cosi-aumentano-guadagni-e-riducono-rischi-ricattando-i-clienti/...
wheaton80
00mercoledì 27 aprile 2016 18:34
Mutuo in usura, eclatante sentenza a Reggio Emilia



Il gruppo D.E.C.I.B.A. continua con i suoi grandi successi; l’associazione, in collaborazione con l’Avv. Rosa Chiericati e la società Management Italia SRL, provoca sentenze uniche in Italia. Dopo il grande successo del Tribunale di Padova, dove il Giudice Santinello ha sospeso l’asta per Mutuo in Usura, arriva un’altra eclatante ordinanza dal Tribunale di Reggio Emilia. In esclusiva il nostro sito pubblica l’ordinanza di Reggio Emilia; televisioni, giornali e radio non si permettono di diffondere la notizia; l’unica nostra salvezza è la diffusione via web. Aiutaci, condividi nel tuo profilo e con qualsiasi mezzo tu abbia: l’unione fa la forza.

Tribunale di Reggio Emilia, 7 Agosto 2014 – Ordinanza: DOC250814-002 (http://www.movimentorevolution.it/wp-content/uploads/2014/08/DOC250814-002.pdf)

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Il Tasso Soglia di Usura è fissato solo per legge ed è unico sia per il tasso corrispettivo, sia per il tasso di mora. Nessuna maggiorazione del tasso soglia è consentita per il confronto con il tasso di mora. Smentita la Banca d’Italia e la sua circolare del 3/7/13.

Il provvedimento

Con un’ordinanza che non consta ancora di precedenti, il Tribunale di Reggio Emilia ha sospeso l’asta della casa di abitazione di due coniugi, promossa dalla Banca che aveva erogato il mutuo. Da un lato, confermando l’indirizzo della Cassazione (sent. 350/13) ed applicando la legge (Legge 108/96 e 24/01), statuisce che anche il tasso di mora soggiace al limite del Tasso Soglia di Usura fissato trimestralmente dalle tabelle ministeriali emanate dalla Banca d’Italia in esecuzione della legge 108/96 e dall’altro lato che il Tasso Soglia di Usura può essere fissato solo per legge e non anche da altri organismi, nella specie la Banca d’Italia. Il Tribunale di Reggio Emilia, ha pertanto escluso (è la prima pronuncia che si annovera sul problema specifico) che sia ammissibile un Tasso Soglia di Usura per il Tasso di Mora diverso da quello previsto per la categoria di credito nella Tabella Ministeriale.

Il caso
Due coniugi avevano stipulato un mutuo per l’acquisto della casa di abitazione nel marzo del 2006. Ad un certo punto non erano più riusciti a pagare le rate del mutuo e la Banca aveva notificato il precetto e il pignoramento. Dopo tre aste andate deserte, i due coniugi si sono rivolti all’associazione antiusura D.E.C.I.B.A. (Dipartimento di Controllo degli Illeciti Bancari) i cui periti rilevavano immediatamente che il tasso di mora pattuito in contratto al momento del rogito era superiore al tasso soglia di usura. Ricontabilizzati i pagamenti effettuati sul solo capitale, data la gratuità del mutuo, si scopriva che, non solo la Banca non aveva diritto di mandare all’asta la casa, ma anche che i due coniugi avevano già pagato le rate fino al 2017. Si ricorreva, pertanto, al Giudice dell’esecuzione, il quale affidava ad un ausiliario CTU la verifica del superamento della soglia di usura. L’esito della verifica, tuttavia, era inaspettatamente negativo per i due coniugi poiché il professionista incaricato dal Tribunale, nel proprio elaborato, applicava i principi emanati dalla Banca d’Italia in data 03/07/13 con una circolare nella quale l’Organo di Vigilanza forniva un metodo di calcolo diverso, rispetto alla regola, per la verifica del superamento della soglia con riferimento al tasso di mora. Secondo la Banca d’Italia, infatti, poiché il tasso di mora non entra nelle rilevazioni statistiche trimestrali sulle quali vengono fissati, per decreto, trimestralmente, i tassi medi per le varie categorie di credito che fungono da base di calcolo per i rispettivi Tassi Soglia di Usura, allora sarebbe scorretto confrontare il tasso di mora con il tasso soglia a cui appartiene la categoria di credito, in quanto si tratterebbe di confrontare tra loro dati disomogenei.

La Banca d’Italia, nella propria circolare, aggiunge anche che, poiché dal Decreto Ministeriale del 25/03/03 sono iniziate le rilevazioni statistiche delle maggiorazioni di mora, che è sempre stata mediamente di 2,1 punti percentuali in più del tasso corrispettivo, per determinare il Tasso Soglia di Usura per la Mora sarebbe necessario aggiungere la maggiorazione del 2,1 al correlativo tasso corrispettivo e poi moltiplicare tale somma per 1,50 (fino al 2° trim. 2011), così ottenendo un Tasso Soglia diverso e molto maggiore rispetto a quello ricavabile dal calcolo previsto per legge (tegm + 50% fino al 2° trim. 2011). Grazie alle conclusioni di questo consulente tecnico d’ufficio il quale, anziché applicare la legge, ha applicato le indicazioni della Banca d’Italia, il Giudice dell’esecuzione aveva rigettato l’istanza di sospensione. La difesa dei due coniugi tuttavia non si è data per vinta ed ha proposto immediatamente reclamo, affermando che la Banca d’Italia non aveva alcuna delega legislativa per poter emanare un nuovo tasso soglia rispetto a quello indicato per legge e che la legge distingue solo tra categorie di credito, non tra tipi di interesse all’interno della medesima categoria e che il metodo di calcolo per la determinazione del Tasso Soglia di Usura è uno e unico. I tre giudici riuniti in collegio hanno accolto totalmente il reclamo, sospendendo l’asta, affermando che:“Tale tesi (quella della maggiorazione del tasso soglia per la mora di 2,1 punti), sostenuta dal ceto bancario, appare oggettivamente di difficile compatibilità con la norma legislativa, la quale ha individuato un unico criterio di determinazione del tasso soglia, come riconosciuto dalla sentenza della Suprema Corte del 9 gennaio 2013 n. 350….”. Il provvedimento in commento toglie di mezzo qualunque dubbio ingenerato dalla Banca d’Italia con la nota circolare del 03/07/13, a più livelli in dottrina, con conseguente spreco di fiumi di articoli e commenti oltre che migliaia di ore di conferenze in tutto il Paese.



Esiste una sola ed unica fonte alla quale attingere per sapere quale sia la soglia di usura: LA LEGGE. Tutto il resto è fantasia.

Questo il video dove spiega perfettamente come visionare il proprio Mutuo:



Presidente D.E.C.I.B.A. Gaetano Vilnò, Avv. Rosa Chiericati
25 agosto 2014
www.movimentorevolution.it/?p=2238
wheaton80
00domenica 23 settembre 2018 16:51
Banche e Milleproroghe, ok all’emendamento sui rimborsi

Potranno accedere alla procedura accelerata per ottenere il rimborso anche i truffati delle banche fallite negli scorsi anni i cui ricorsi “saranno decisi con pronuncia favorevole entro il 30 novembre 2018 dall’Arbitro per le controversie finanziarie”. È la novità contenuta in una nuova formulazione dell’emendamento dei relatori al DL Milleproroghe, sui rimborsi ai risparmiatori truffati, approvato nelle commissioni Bilancio e Affari Costituzionali della Camera. Confermato quanto già previsto dalla precedente formulazione dell’emendamento. Dunque ok alla procedura accelerata per ottenere i rimborsi anche per i truffati che hanno già ottenuto pronuncia favorevole adottata dall’Arbitro per le controversie finanziarie. Tutti dovranno presentare istanza alla CONSOB per ottenere “tempestivamente” l’erogazione, pari al 30% o nel limite massimo di 100mila euro, dell’importo liquidato. Con la stessa proposta di modifica si prorogano i termini per l’adozione del DPCM per stabilire requisiti, modalità e condizioni necessarie all’attuazione del rimborso. Per il decreto, in base all’emendamento, ci sarà tempo fino al 31 gennaio 2019.

10 settembre 2018
www.publicpolicy.it/banche-milleproroghe-emendamento-accelerare-rimborsi-81...
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