L'evoluzione dell'uomo è laica e relativista ma si deve vibecere le paure

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BAGAVAN
00sabato 13 gennaio 2007 02:30
vediamo cosa è questo benedetto relativismo prima di condannare coloro che lo professano.

Parto dall'impronta ideologica che Benedetto XVI ha preconfezionato prima di essere papa, quimdi certo di divenirlo e in sintonia con il pontificato politico del suo precedessore di cui Hans kung ne ha criticato l'impronta ideologica ontologicamente fondamentalista e preconciliare.

parentesi di un pontificato politico

( E’ davvero il relativismo il campo principale nelle strategie del nuovo pontificato? E’ presto per affermarlo. Il cardinale Ratzinger, nel suo discorso d’investitura, alla vigilia del Conclave, non ebbe difficoltà ad usare espressioni di articolare durezza, quasi a mettersi in parallelo con il Karol Wojtyla dei momenti più aspri della battaglia contro i regimi comunisti. Da Papa, almeno il linguaggio pare destinato a stemperarsi. Non la sostanza. Nella Basilica di San Giovanni, Benedetto XVI è parso voler rassicurare un po’ tutti: “ Il potere conferito da Cristo a Pietro e ai suoi successori è un mandato per servire. Il Papa non è un sovrano assoluto, il cui pensare e volere sono legge. Egli non deve proclamare le proprie idee”. Ma l’accentuazione molto forte dell’“inviolabilità dell’essere umano dal concepimento fino alla morte naturale”, proprio per la delicatezza e l’attualità dei temi, non sembra del tutto estranea alla vicenda politica in svolgimento attorno ai referendum di giugno. Fonti vaticane fanno sapere che il Papa rivolgerà un “importante discorso” ai vescovi italiani il 30 maggio prossimo. Del resto la Chiesa italiana è già chiaramente schierata per il “non voto”, obiettivo quorum mancato e
fallimento dei referendum, secondo le richieste del cardinale Ruini. Il quale ha voluto in qualche misura anticipare lo spessore e le coloriture più ampie del Pontificato )

Ora vediamo come filosoficamente si giustifica il relativismo liberandolo dagli attributi ambigui che il fondamentalismo gli appciccicato addosso.

"La Verità con la V maiuscola che mai vuol dire? Quid est Veritas. Bisogna aver il coraggio di affermare con mente aperta "Tutto è relativo, ecco il solo principio ragionevole su cui costruire il dialogo", poiché l’abbiamo fatta finita con il positivismo classico, è vero, ma il fatto è che noi viviamo nel mondo moderno e della globalizzazione.

attenzione!!!! una possibile intepretazione:

- Si tratta del relativismo, struttura portante del cosiddetto "pensiero debole", che la "modernità" ha inflitto alla civiltà diffondendolo a dimensione planetaria sotto morfologie cangianti, come indifferentismo, nichilismo, mobilismo, pirronismo, soggettivismo, individualismo, ecc., in campo ontologico, gnoseologico, culturale, etico, terminologico, ...

Attenzione ai termini con cui la critica cattolica fa del relativismo, perchè capirete che lo stesso NWO ha promosso il Relativismo ma a livello massonico mentre invece la chiesa lo tollera tra i suoi più emenenti teologi e cardinali che sappiamo essersi divisi in preconcilairi e conciliari, populisti e conservatori.

esamino il concetto in modo accademico:

Il relativismo ha radici millenarie, che arrivano a toccare l’humus speculativo della Sofistica del V secolo a.C., quella sorta di "Illuminismo greco", che aveva come sua insegna l’uso libero e spregiudicato della ragione in tutti i campi. Il primo e più importante Sofista, esponente di un relativismo conoscitivo e morale, fu Protagora, famoso per il suo principio: "L’uomo è misura di tutte le cose"13. Commenta Platone, riferendosi ad esso, nel suo Teeteto: "Quali le singole cose appaiono a me, tali sono per me e quali appaiono a te, tali sono per te: giacché uomo sei tu e uomo sono io"14. Tramite la frantumazione della realtà in una miriade di interpretazioni soggettive, il relativismo protagoreo minava alla base il concetto stesso di "verità" e di "ricerca". Il relativismo dei valori era poi il nucleo fondamentale di tale dottrina. Infatti il riconoscimento della disparità dei valori che presiedono alle diverse civiltà umane portava inesorabilmente a quello che oggi viene chiamato relativismo culturale: "se qualcuno ordinasse a tutti gli uomini di radunare in un sol luogo tutte le leggi che si credono brutte e di scegliere poi quelle che ciascuno crede belle, neppure una ne resterebbe, ma tutti si ripartirebbero tutto"15. Tutto ciò conduceva ad "un’equivalenza di principio" delle opinioni; con le parole di Protagora, al "tutto è vero". Tuttavia egli, nel vuoto di verità "forti", ammetteva un "principio debole" come criterio di scelta e di legittimazione: quello dell’utilità.

Ebbene ora lo intepreto in modo molto più illuminato:
parto dall'esperienza di Buddha quando si trovò a rispondere positivamente alle obiezioni dei suoi primi 5 discepoli:

le obiezioni erano centrate sull'ordine delle discipline come punto irrinunciabile per ottenere l'illuminazione.

Il buddha rispose che la Via di mezzo era quella che camminava tra opposti estremi degli ordini e delle discipline, trovandosi l'uomo per sua natura a esondare da un opposto all'altro in ogni ordine e disciplina e finendo per divenire preda del dogmatismo irrinunciabile a motivo della paura del relativismo che proponeva molti altri aspetti inesploirati della Verità su se stessi e sull'universo, un modo per dire: lasciate che il vento dell'illuminazione muti e migliori il vostro punto di vista e non consideratelo mai come assoluto traguardo.

ecco che la mia nalisi corretta è che l'illuminazione è figlia del Relativismo e che trae da esso un insegnamento universale:

Liberati dal dogma e guarda a 360° come l'Universo ti illumina con tutte le sue miriadi di sfaccettature in infinite combinazioni. Ecco la filosofia del diamante e in un certo senso molto chiara, infatti si impara da essa ha vedere l'insieme del panorama e non solo qualche angolino mediovale in cui vivere sicuri dagli altri punti di vista più aperti o più disinibiti.

Io difendo il relativismo e vi prego di non attribuirgli giudizi o pregiudizi in base alle paure della mente dogmatica di perdersi nelle miriadi di differenze in infinite combinazioni, perchè è la stessa evoluzione dell'umanità che promuove il relativismo.

l'evoluzione del relativismo è una forza della natura, se coloro che accettano il dualismo (anche i cattolici) la contestassero, sarebbero condannati a rimanere nella preistoria dell'uomo.

allora si accetti almeno di riflettere sulla Via della Liberazione: la libertà della mente dalle certezze assolute e dai principi dogmatici che inibiscono la ricerca della verità su se stessi e ciò è contro natura perchè è proprio del progetto di Dio che l'Uomo lo conosca intimamente come conoscenzaq di se stesso.

Il dogma è idolatria mentale della Verità di cui la psiche ne gusta l'ebbrezza divina ma è all'oscuro della chiave esoterica con cui solo il Se divino può capire, proprio perchè è amico di Dio e non servo obbediente delle autorità che presumono di parlare in nome di Dio e poi impediscono a molti di entrare nel Regno dei Cieli ( la conoscenza di se stessi come Dio ci conosce)

l'idolatria mentale che crea il dogma e la certezza assoluta a livello neurologico è contraria alla ricerca onesta della verità su se stessi, ma quando questa verità è stata trovata non si fissa nei neuroni per poi essere adorata, ma appartiene a Dio che ne conosce il vero ruolo e funzione in ognuno di noi che ha trasceso la pedagogia dottrinaria e ha finalmente inaugurato in se stesso la vera consapevolezza, che non è dogma mentale ma visione a 360° di ogni sfaccettatura dell'universo e ne comprende l'immanenza di Dio.
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