L’IRAN ELUDE LE SANZIONI E PAGA IN ORO

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wheaton80
00lunedì 24 dicembre 2012 19:15

Negli ultimi mesi c’è stata una grossa speculazione sbagliata sul fatto che l’Iran sia stato spinto fuori dal regime di mercato dei petrodollari e che quindi la sua economia imploderà in quanto il paese non avrà più accesso al biglietto verde e non potrà condurre trattative internazionali – questo sarebbe il fattore trainante con cui le sanzioni economiche internazionali cercano di rovesciare il governo locale soffocando l’economia iraniana.E mentre ci sono stati periodi con una rilevante inflazione interna, che il governo è riuscito a controllare frenando la speculazione alimentata dal “mercato grigio”, l’Iran continua a portare avanti piuttosto allegramente i suoi commerci internazionali particolarmente con Cina, Russia e India, i suoi maggiori partner commerciali.

“Come è possibile tutto questo?” si chiederanno tutti quelli che sostengono l’embargo occidentale contro il commercio iraniano. Semplice: ORO.

Perché mentre l’Iran potrebbe incontrare difficoltà a raccogliere dollari, ha ampio accesso all’oro.

Ma questo di per sé non costituisce una novità, è stato già detto in passato che l’Iran ha importato notevoli quantità di oro dalla Turchia, mangrado le categoriche smentite del governo di Istanbul. Oggi, grazie alla Reuters abbiamo capito qual è la Nuova Via della Seta, del 21º secolo e quanto sia stato abile l’Iran ad evitare di essere usato come cavia di laboratorio nell’esperimento dei petrodollari, presentando un nuovo esperimento i “Petro-oro”

Tutto comincia, esattamente al contrario di quello che dichiara il governo turco (1) spiega la Reuters: Ci sono corrieri che trasportano milioni di dollari in lingotti d’oro nei loro bagagli a mano e volano da Istanbul a Dubai, dove l’oro viene inviato verso l’Iran, secondo quanto dice chi conosce il business e le somme in gioco sono enormi.

I dati ufficiali del commercio turco dicono che quasi due miliardi di dollari USA in oro sono già stati inviati a Dubai per conto di compratori iraniani, nel solo mese di agosto. Le spedizioni aiutano Teheran a gestire le sue finanze che devono fronteggiare le sanzioni finanziarie dell’Occidente.

Le sanzioni, imposte per il controverso programma nucleare iraniano, lo hanno in gran parte escluso dal sistema bancario globale, rendendo difficile poter effettuare trasferimenti internazionali di denaro. Con l’uso di oro fisico, l’Iran può continuare a muovere la sua ricchezza oltre le frontiere.

Quindi …. l’oro è denaro sonante ? Certo perché è accettato da tutti.
Si tratta di una riserva di ricchezza, è un mezzo di scambio? Sarebbe bene che qualcuno lo dicesse anche al Presidente (USA). Potrebbe non esserne a conoscenza. Comunque pare proprio che sia un mezzo di scambio almeno per quei paesi che non devono fare i conti tutti i giorni con un milione di miliardi di dollari di derivati che possono, in qualsiasi momento, diventare armi di distruzione immediata di massa.

“Ogni moneta ha una sua identità, ma l’oro è un valore senza identità. L’oro è il valore assoluto, dovunque tu vada”, ha detto un trader di Dubai, uno che conosce bene come funziona il commercio dell’oro tra la Turchia e l’Iran.

Non si sa dove va a finire l’oro quando arriva in Iran, ma vista la mole delle operazioni che passano per Dubai e la loro continua crescita sembra chiaro che il governo iraniano giochi un ruolo importante. Il commerciante di Dubai ed altre fonti parlano alla Reuters in forma anonima, per la sensibilità politica e commerciale della questione.

Ma che ci guadagna la Turchia? Ci guadagna qualcosa che ha l’Iran e di cui la Turchia ha bisogno, naturalmente. L’Iran vende petrolio e gas alla Turchia che però, a causa delle sanzioni europee, non può pagare né in dollari né in euro. Così l’Iran accetta il pagamento in lire turche: le lire hanno un valore molto limitato come valuta da usare sul mercato internazionale ma sono l’ideale per fare uno shopping d’oro nella stessa Turchia.

Così in un mondo dove chiunque rifiuti dollari è considerato un folle, l’Iran e la Turchia in silenzio ed efficacemente hanno trovato la loro scappatoia scambiando risorse naturali con una valuta locale che serve per comprare oro, che serve per comprare qualsiasi cosa, o meglio serve all’Iran per comprare tutto quello di cui ha bisogno da tutti quei paesi che se ne fregano dell’embargo europeo ed americano. Come i paesi dell’Africa per esempio.

Ciò che preoccupa è che anche Dubai sta cominciando a fare questo gioco e questo andazzo potrebbe diventare un modello da imitare per quei paesi che non hanno paura di ignorare l’embargo dello zio Sam: a marzo di quest’anno, quando le sanzioni bancarie cominciarono a colpire duro, Teheran ha cominciato ad aumentare fortemente i suoi acquisti di lingotti d’oro dalla Turchia, questo secondo dati commerciali del governo turco.

Le esportazioni d’oro dalla Turchia verso l’Iran sono arrivate a 1,8 miliardi di dollari, lo scorso luglio, pari a oltre un quinto di tutto il deficit commerciale della Turchia in quel mese.

Ma qualche mese c’è stato un improvviso crollo delle esportazioni d’oro turche verso l’Iran e questo però ha coinciso con un improvviso balzo delle vendite d’oro verso gli Emirati Arabi.

La Turchia ha esportato un valore totale di 2,3 miliardi di dollari di oro nel mese di agosto, di cui 2,1 miliardi di dollari era in lingotti. Poco più di 1,9 miliardi, circa 36 tonnellate, è andata negli Emirati Arabi Uniti, (dati Ufficio di Statistica della Turchia). Nel mese precedente, a luglio, la Turchia aveva esportato solo 7 milioni di dollari di oro verso gli Emirati Arabi Uniti quando le esportazioni d’oro dirette verso l’Iran avevano oscillato, come ogni mese dallo scorso aprile, tra 1,2 miliardi e 1,8 miliardi di dollari. La spiegazione di questi flussi alternati di spedizioni, la può dare facilmente il trader di Dubai che parla di spedizioni indirette per sviare la pubblicità che comincia a parlare troppo di questa storia.

Commercianti, gioiellieri e analisti di Dubai dicono che la domanda d’oro durante agosto non è aumentata globalmente e che la maggior parte delle spedizioni per gli emirati doveva proseguire per l’Iran. Con che mezzi prosegua verso l’Iran non lo dicono chiaramente, ma sembra che una gran parte venga caricata sui “sanbuchi” che da sempre attraversano il Golfo Persico (largo solo 150 km nel punto più stretto).

Anche un commerciante turco conferma che Teheran ha preferito spedizioni indirette perché la stampa aveva cominciato a parlarne troppo.

Ma che succederebbe se gli USA chiedessero a Dubai di fermare il commercio con l’Iran?

Quasi nulla: un altro paese si offrirebbe di rimpiazzare il ruolo di Dubai nel triangolo d’oro, e poi ce ne sarebbe un altro, e poi un’altra ancora. Dopotutto l’affare è molto buono, praticamente è lo stesso sistema che ogni giorno permette alle banche di lucrare sui flussi di azioni e di obbligazioni .

Che cosa succederebbe se la stessa Turchia chiudesse la porta?

I buyers potrebbero difendere i loro acquisti contro le interferenze del governo turco. Le strette relazioni con l’Iran hanno cominciato ad inasprirsi in quanto i due Stati si trovano in campi opposti rispetto alla guerra civile siriana, con la Turchia che vuole la cacciata del Presidente Bashar al Assad mentre l’Iran resta un fedele alleato di Assad.

Se Bashar dovesse cadere l’Iran dovrebbe semplicemente trovare un altro paese che ha bisogno di greggio, e nella regione ce ne sono molti in giro, poi basterebbe chiedere il pagamento in oro per mantenere a galla il ciclo petro-oro.

Colmo dell’ironia è che, nonostante tutte le palesi ostilità tra l’Iran e la Turchia, sul caso Siria le due nazioni continuano a fare affari facendoci dubitare su quanto possano essere credibili tutte le animosità che esistono in Medio Oriente, tra un paese e l’altro o tra una etnia e l’altra. Non sorprende che l’oro possa appianare immediatamente qualsiasi divergenza, tra qualsiasi paese.

Ma alla fine la verità è che nessuno sta violando le regole. Non c’è nessuna legge che dice che il commercio d’oro stia violando le sanzioni internazionali contro l’Iran. Le sanzioni Onu bandiscono le spedizioni di materiali nucleari e congelano i beni di alcune persone o società iraniane ma non vietano la maggior parte dei commerci.

(omissis)

Uno spedizioniere che lavora all’aeroporto di Istanbul dice che sono partiti molti corrieri su Turkish Airlines e su Emirates portando nei loro bagagli a mano il prezioso metallo per evitare il rischio che il bagaglio si perdesse. Ogni passeggero non può portare più di 50 chili d’oro e in questo modo sembra che parecchie centinaia di passeggeri, nel mese di agosto, abbiano portato l’oro a Dubai per conto dell’Iran.

“E ‘tutto legale, dichiarano la spedizione in dogana, danno il loro codice fiscale ed è tutto registrato, quindi non c’è nulla di illegale in tutto questo”, ha detto il broker. “Al momento c’è un bel po’ di traffico a Dubai. Come è stato per tutto settembre e ottobre.”

Dati commerciali mostrano che quasi l’intera esportazione d’oro della Turchia verso gli Emirati è stata gestita da un gruppo di società registrate a Smirne. I doganieri dell’aeroporto non hanno divulagato la lista di queste società alla Reuters, perché l’informazione è confidenziale e si vuole evitare il rischio di attrarre una non gradita attenzione delle autorità USA su società che non vogliono essere coinvolte.

E il gioco è fatto: un sistema perfettamente funzionante tra le due parti che effettuano una transazione senza lasciare nessuna traccia alle loro spalle. Ma ancora più importante è che questo balletto è il modello del futuro, per cui sempre più paesi potranno eludere l’assoggettamento al regime dei petrodollari , così onnipresente per tutto il secolo passato, ma che ormai si sta lentamente ma inesorabilmente indebolendo a favore di paesi che non dispongono di dollari ma che non sono insolventi, e che producono molti beni necessari al resto del mondo.

Tyler Durden è uno pseudonimo usato dagli autori di Zero Hedge

Fonte: www.businessinsider.com
Link: www.businessinsider.com/how-iran-evades-oil-sanctions-with-gold...
24.10.2012

Traduzione per ComeDonChisciotte a cura di ERNESTO CELESTINI

Nota:http://in.reuters.com/article/2012/10/23/us-emirates-iran-gold-idINBRE89M0SW20121023?feedType=RSS&feedName=lifestyleMolt&utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed:+reuters/INlifestyle+%28News+/+IN+/+Lifestyle%29

Trattto da Comedonchisciotte.org
www.nexusedizioni.it/geopolitica/liran-elude-le-sanzioni-e-paga...
wheaton80
00lunedì 24 dicembre 2012 19:26
Cina e Russia acquistano oro, sbarazzandosi dei dollari USA

Prof. Michel Chossudovsky, Globalresearch.ca, 11 novembre 2012



Vi sono le prove che le banche centrali di varie regioni del mondo stiano costituendo le loro riserve auree. Ciò che viene pubblicato sono gli acquisti ufficiali. Ma la gran parte degli acquisti di lingotti d’oro delle banche centrali, non vengono resi noti. Vengono effettuati tramite imprese di terze parti contraenti, e con la massima discrezione. I depositi o gli strumenti del debito in dollari statunitensi, vengono in effetti negoziati in oro, mettendo a sua volta sotto pressione il dollaro statunitense. A loro volta la Cina e la Russia hanno aumentato la produzione nazionale di oro, una gran parte della quale è stata acquistata dalle rispettive banche centrali: “Da tempo si ritiene che la Cina stia costituendo di nascosto le sue riserve di oro attraverso l’acquisto della propria produzione locale. La Russia è un altro importante estrattore d’oro, dove la banca centrale acquista l’oro da un altro ente statale, la Gokhran, il braccio del marketing e deposito centrale della produzione di oro del paese. Ora viene riferito da Bloomberg che il direttore della Banca centrale del Venezuela, Jose Khan, ha detto che il paese vuole aumentare le proprie riserve di oro attraverso l’acquisto di più della metà dell’oro prodotto delle miniere d’oro dell’industria mineraria nazionale in rapida crescita. In Russia, per esempio, Gokhran ha venduto circa 30 tonnellate di oro alla Banca Centrale, nell’ambito dell’esercizio contabile interno, alla fine dell’anno scorso. In parte, così si diceva al momento, era stata fatta una vendita diretta, invece di mettere il metallo sul mercato, danneggiando forse il prezzo dell’oro. La Cina è attualmente il più grande produttore mondiale di oro e lo scorso anno ha confermato di aver aumentato le proprie riserve auree della Banca centrale di oltre 450 tonnellate nel corso degli ultimi sei anni.”
www.mineweb.com/mineweb/content/en/minewebgold-news?oid=100263&s...

Il dato sulle 450 tonnellate corrisponde all’aumento delle riserve auree della banca centrale da 600 tonnellate nel 2003, alle 1054 tonnellate nel 2009. Se ci basiamo sulle dichiarazioni ufficiali, le riserve cinesi di oro aumentano di circa il 10 per cento all’anno. La Cina è divenuta la nazione con la più grande produzione d’oro in tutto il mondo, con circa 270 tonnellate. L’importo dell’acquisto da parte del governo appariva inizialmente di 90 tonnellate all’anno, o poco meno, 2 tonnellate a settimana. Prima del 2003, la banca centrale cinese annunciava che le riserve d’oro erano raddoppiate a 600 tonnellate, come indicato per gli acquisti corrispondenti prima di tale data. Perché un importo così piccolo, ci si può chiedere? Pensiamo che le questioni locali e nazionali offuscano la visione della banca centrale, mentre il governo acquista oro dal 2003, e che ora ha messo a bilancio della banca centrale. Quindi possiamo concludere che il governo centrale si è garantito che la banca continui ad acquistare l’oro.
www.financialsensearchive.com/editorials/phillip/2009/0...

Russia
La banca centrale della Russia ne detiene oltre 20 milioni di once (gennaio 2010)





Le riserve della Banca Centrale della Russia sono aumentate notevolmente negli ultimi anni. La BCR ha riferito, nel maggio 2010, l’acquisto di 34,2 tonnellate di oro in un solo mese.
thedailygold.com/russian-central-bank-gold-purchases-soar-in-may-ch...

Lo schema seguente mostra un aumento significativo degli acquisti mensili da parte della RCB dal giugno 2009.



Le Banche centrali del Medio Oriente stanno costituendosi le loro riserve auree, riducendo al contempo il possesso di depositi in dollari. Le riserve auree degli stati del GCC sono inferiori al 5 per cento: “Gli economisti del Dubai International Financial Authority Center hanno pubblicato un rapporto che chiede agli Stati locali di costituire riserve d’oro”, secondo The National. Nonostante l’elevato interesse nell’oro, gli Stati del GCC controllano meno del 5 per cento delle riserve totali in oro. Rispetto alla BCE, che detiene il 25 per cento delle riserve in oro, vi è molto spazio per una crescita.
www.businessinsider.com/gcc-boost-gold-holdings-2010-12

I Paesi del GCC dovrebbero aumentare le loro riserve di oro per aiutare a proteggere i loro miliardi di dollari di attività dalle turbolenze nei mercati valutari globali, dicono gli economisti della Dubai International Financial Centre Authority (DIFCA). Diversificare le loro riserve in dollari USA con il metallo giallo, potrebbe contribuire ad offrire alle banche centrali i rendimenti d’investimento più elevati della regione, dicono il dottor Nasser Saidi, capo economista della DIFCA, e il dottor Fabio Scacciavillani, direttore per la macroeconomia e statistica presso la stessa autorità. “Quando si ha a che fare con una grande incertezza economica, passare agli asset di carta, qualunque essi siano – azioni, obbligazioni, altri tipi di capitali – non è attraente“, ha detto il dottor Saidi. “Questo rende l’oro più attraente.” Il calo del dollaro negli ultimi mesi, ha intaccato il valore dei proventi del petrolio del GCC, prevalentemente ponderati con il biglietto verde.
www.thenational.ae/business/economy/gcc-urged-to-boost-gold-...

Secondo quanto riporta il Quotidiano del Popolo; “Le ultime classifiche delle riserve auree mostrano che, a partire da metà dicembre, gli Stati Uniti rimangono al vertice mentre la Cina continentale è al sesto posto, con 1054 tonnellate di riserve, come ha annunciato di recente il World Gold Council. La Russia è salita all’ottavo posto perché le sue riserve auree sono aumentate di 167,5 tonnellate dal dicembre 2009. La top ten del 2010 rimane la stessa, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ma l’Arabia Saudita è uscita dai primi 20. Paesi e regioni in via di sviluppo, tra cui l’Arabia Saudita e il Sud Africa, sono diventati l’elemento principale che trascina l’incremento delle riserve auree. …. Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e la Banca centrale europea sono i venditori d’oro più importanti, e le riserve auree del FMI sono diminuite di 158,6 tonnellate”.
english.peopledaily.com.cn/90001/90776/90883/7233224.html

Si dovrebbe comprendere che gli acquisti effettivi di oro fisico non sono l’unico fattore per spiegare l’andamento dei prezzi dell’oro. Il mercato dell’oro è segnato dalla speculazione organizzata dalle grandi istituzioni finanziarie. Il mercato dell’oro è caratterizzato da numerosi strumenti cartacei, fondi indicizzati dell’oro, certificati sull’oro, derivati OTC sull’oro (comprese opzioni, swap e forward), che svolgono un ruolo importante, in particolare nel breve termine, sull’andamento dei prezzi dell’oro. Il recente aumento e il successivo calo dei prezzi dell’oro, sono il risultato di una manipolazione da parte di potenti attori finanziari.

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
aurorasito.wordpress.com/2012/11/12/cina-e-russia-acquistano-oro-sbarazzandosi-dei-doll...
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