La Deutsche Bank sta seduta su una bomba nucleare innescata: 75.000 miliardi di euro di derivati (100 volte i depositi)

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wheaton80
00lunedì 6 ottobre 2014 21:19

BERLINO - Con 75.000 miliardi di euro, nel 2014 (erano 55.000 nel 2013) il colosso bancario germanico Deutsche Bank è diventato la banca più esposta ai prodotti derivati nel mondo. La banca non potrebbe far fronte a un forte deprezzamento di questi prodotti, perché rappresentano 100 volte il totale dei depositi dei suoi clienti, 150 volte quello dei suoi fondi propri. Finalmente le autorità finanziarie iniziano a preoccuparsi di questa situazione. Ma a preoccuparsi non sono le autorità europee o germaniche, bensì quelle americane. In una lettera indirizzata alla Deutsche Bank, la Federal Reserve di New York denuncia “un importante rischio operativo. I rapporti finanziari della banca riguardanti i prodotti derivati sono di qualità debole, sono imprecisi e inaffidabili. La dimensione degli errori suggerisce fortemente che l’insieme della struttura di reporting regolamentare dell’azienda necessita una profonda revisione”. Un portavoce della Deutsche Bank ha replicato che “abbiamo lavorato diligentemente per rinforzare i nostri sistemi di controllo e ci siamo impegnati ad essere i migliori.” Per gestire l’immensa quantità e controllare la conformità, il rischio e la tecnologia dei prodotti derivati, la banca ha infatti assunto 1.300 collaboratori, di cui 500 lavoreranno negli Stati Uniti. L’abituale risposta delle banche sui prodotti derivati è che le loro diverse posizioni sono compensate e che l’esposizione rappresenta solo qualche miliardo. Ma dove acquistano queste posizioni? Da altre banche. E’ sufficiente che un solo istituto fallisca per causare un devastante effetto domino. E in tal senso, è determinante sapere qual'è nel suo complesso anche l'esposizione delle banche americane, in derivati. Tenetevi forte:

JP Morgan Chase - Attivi: circa 2.500 miliardi di dollari. Esposizione ai prodotti derivati: oltre 67.000 miliardi di dollari

Citibank - Attivi: circa 1.900 miliardi di dollari Esposizione ai prodotti derivati : circa 60.000 miliardi di dollari

Bank Of America - Attivi: circa 2.100 miliardi di dollari Esposizione ai prodotti derivati : circa 54.000 miliardi di dollari

Morgan Stanley - Attivi: 830 miliardi di dollari Esposizione ai prodotti derivati: 44.000 miliardi di dollari

Goldman Sachs - Attivi: 915 miliardi di dollari Esposizione ai prodotti derivati: 54’500 miliardi di dollari

Secondo il New York Times, le banche americane possiedono quasi 280.000 miliardi di dollari di prodotti derivati, anche se la crisi del 2008 ha mostrato a che punto questi prodotti siano pericolosi. Secondo la Banca dei Regolamenti Internazionali di Basilea (la banca centrale delle banche centrali), a livello internazionale le banche possiedono prodotti derivati per circa 710.000 miliardi di dollari.

Fonte notizia: express.be
3 ottobre 2014
www.ilnord.it/c-3588_LA_DEUTSHE_BANK_STA_SEDUTA_SU_UNA_BOMBA_NUCLEARE_INNESCATA_75000_MILIARDI_DI_EURO_DI_DERIVATI_100_VOLTE_I_...
wheaton80
00sabato 31 ottobre 2015 00:58
Deutsche Bank lascia 9 Stati

BERLINO - Dopo la maxi-perdita da 6 miliardi di euro nel terzo trimestre, Deutsche Bank vara un piano di salvataggio con drastici interventi. Deutsche Bank chiude l'attività in diversi Paesi, soprattutto in America Latina. In dettaglio, verranno chiuse tutte le operazioni e le sedi in Argentina, Cile, Messico, Perù, Uruguay, Danimarca, Norvegia, Malta e Nuova Zelanda. Le attività di trading in Brasile verranno trasferite negli hub regionali. Il piano di Deutsche Bank prevede possibili risparmi per 3,8 miliardi di euro entro il 2018, con oneri per la ristrutturazione tra 3 e 3,5 miliardi di cui i due terzi saranno spesati l'anno prossimo. Nel 2018 il livello dei costi totali dovrà essere inferiore a 22 miliardi di euro, pena uno stato di crisi difficilmente superabile. Il piano prevede inoltre che per il 2015 e il 2016 non verrà distribuito dividendo, a differenza di quanto DB ha sempre fatto. Il co-Ceo John Cryan sottolinea che ''abbiamo quattro obiettivi. Diventare più semplici ed efficienti, detenere meno rischi modernizzando la struttura, migliorare la capitalizzazione e infine avere maggiore disciplina''. Tuttavia, queste parole non placano i timori che il colosso bancario tedesco nasconda perdite colossali nel settore derivati che potrebbero emergere a breve.

29 ottobre 2015
www.ilnord.it/i-2151_DEUTSCHE_BANK_LASCIA_9_STATI
wheaton80
00sabato 21 maggio 2016 03:14
Perdite e scandali miliardari, a rischio 9mila dipendenti: la crisi di Deutsche Bank

«Siamo migliori della nostra reputazione. Di gran lunga migliori». Le parole spese ieri a Francoforte dal numero uno di Deutsche Bank, John Cryan, davanti ai 5.000 azionisti presenti all’assemblea annuale, fotografano la parabola di un gruppo che un tempo si profilava con orgoglio come la punta di diamante del sistema finanziario tedesco e che negli scorsi mesi ha subito un tracollo che sembrava impensabile. Le azioni di Deutsche Bank hanno perso metà del loro valore in dodici mesi; l’istituto ha registrato l’anno scorso una perdita-record di 6,8 miliardi di euro, vuole tagliare 9.000 posti e chiudere 200 delle circa 750 filiali in Germania entro il 2017; gli azionisti dovranno rinunciare anche quest’anno ai dividendi, come già nel 2015. Cryan, che con l’annunciata uscita del co-Ceo Jürgen Fitschen resterà da solo al timone, promette costi annuali inferiori (l’obiettivo è tagliarli di cinque miliardi entro fine 2018), meno rischi e una migliore base patrimoniale e si appella a qualità come “zelo” e “onestà”. “E qual’è la sua visione per il futuro?”, gli chiedono gli azionisti, che accolgono sì Cryan con favore, ma non nascondono la loro rabbia nei confronti del resto dei vertici.

I contenziosi

Già: qual è la strategia futura di Deutsche Bank? Una delle incognite più pesanti sono i contenziosi davanti i tribunali di mezzo mondo. Ad oggi Deutsche Bank è coinvolta in 7.800 procedimenti giudiziari, ha ammesso Cryan. In gran parte si tratta di controversie dal valore limitato, ma non mancano i casi spettacolari: in Russia la banca è accusata di aver aiutato i propri clienti a riciclare 10 miliardi di dollari; negli USA affronta svariati procedimenti, tra cui una class action per presunte manipolazioni sul mercato dei cambi; in Italia la procura di Trani ha aperto un’inchiesta per manipolazione del mercato in merito alla vendita di titoli di Stato italiani per 7 miliardi di euro nel primo semestre del 2011; e persino lo scandalo sulla manipolazione del tasso interbancario Libor, per il quale la banca ha già pagato una multa-record di 2,5 miliardi di dollari, non è chiuso, visto che sono ancora pendenti diverse cause civili. Dal 2012 l’istituto ha pagato 1,2 miliardi di euro solo in avvocati. L’anno scorso le spese giuridiche complessive hanno toccato 5,2 miliardi. Al momento Deutsche Bank ha messo da parte 5,4 miliardi per far fronte a nuovi possibili costi e c’è da attendersi nuovi oneri, ha spiegato Cryan, che ha definito gli elevati costi legali «assolutamente inaccettabili».

Difficoltà sul patrimonio
Altro fronte delicato è quello dei requisiti patrimoniali. Il core capital ratio, che a fine 2015 risultava dell’11,1%, è sceso nel primo trimestre dell’anno al 10,7%, lontano dall’obiettivo del 12,25% richiesto dalla BCE all’istituto di Francoforte entro il 2019.

Vertice sotto attacco
Un ulteriore capitolo spinoso è quello del consiglio di sorveglianza. Sotto attacco degli azionisti è finito il suo numero uno, Paul Achleitner, accusato di aver atteso troppo per sostituire l’ex co-Ceo Anshu Jain e di aver contribuito così al tracollo dell’istituto. Diversi azionisti si chiedono se sia ancora l’uomo giusto al posto giusto. A provocare forti polemiche è stato da ultimo lo scontro pubblico scoppiato intorno a Georg Thoma, che guidava una commissione incaricata di far piena luce sui vari scandali del gruppo e che è stato costretto a rassegnare un mese fa le dimissioni dopo essere stato accusato di eccessivo zelo da vari membri del consiglio. Un’uscita di scena che non è piaciuta agli azionisti.

Alessandro Alviani
20/05/2016
www.lastampa.it/2016/05/20/economia/perdite-e-scandali-miliardari-a-rischio-mila-dipendenti-la-crisi-di-deutsche-bank-JK7hQrCsMocxYlvdEB3ooK/pag...
wheaton80
00mercoledì 12 ottobre 2016 19:10
Scandalo BCE di Draghi: trattamento speciale a Deutsche Bank in stress test

Per molti non si tratterà neanche di un vero e proprio scoop, dal momento che è radicata l’idea secondo cui la Germania godrebbe di vari trattamenti di favore dall’Europa in generale, e dall’Unione Europea in particolare. Gli stessi saranno tuttavia sorpresi nell’apprendere, stando almeno a quanto riporta il Financial Times, che stavolta il favoritismo è arrivato dalla BCE di Mario Draghi, e che a essere “graziata” è stata la banca numero uno in Germania, ovvero Deutsche Bank. Altro che tensioni tra la BCE e la Germania. Scrive l’FT:“A Deutsche Bank è stato accordato un trattamento speciale negli stress test dell’estate”. Stress test che sono stati concepiti per “ripristinare la fiducia nelle banche europee, attraverso la valutazione di tutte le finanze (degli istituti), usando lo stesso metodo”. Così, evidentemente, non è stato:“La banca numero uno della Germania – che ha visto il proprio titolo crollare fino a -22% nelle ultime settimane sulla scia dei timori legati alla multa da 14 miliardi di dollari comminata dagli USA – ha presentato i risultati degli stress test di luglio come prova della solidità delle sue finanze. Ma il Financial Times ha appreso che il risultato di Deutsche Bank è stato sostenuto da una concessione speciale che è stata accordata dal suo supervisore, la Banca Centrale Europea”. Esattamente:“I risultati di Deutsche Bank includono ricavi, per un valore di 4 miliardi di dollari, relativi alla vendita della partecipazione nella banca cinese Hua Xia, sebbene l’accordo non fosse stato completato entro la fine del 2015″. Il quotidiano britannico va avanti, sottolineando che la vendita della quota in Hua Xia è relativa a un accordo che è stato raggiunto nel dicembre del 2015. Ma tale transazione non è tuttora completata e, anzi, rischia anche un ulteriore ritardo, in quanto non sono state rispettate tutte le scadenze imposte dalle autorità di regolamentazione. “Il trattamento legato a Hua Xia è stato comunicato attraverso una nota a fondo pagina, nei risultati degli stress test su Deutsche Bank. Nessuna delle altre 50 banche sottoposte a stress test hanno però presentato note simili, nonostante molte di esse avessero raggiunto accordi su transazioni poi non completate alla fine del 2015.

In un caso, la banca spagnola Caixabank aveva completato la vendita dei suoi asset stranieri per un valore di 2,65 miliardi di euro, alla sua società madre Criteria Holding a marzo (del 2015). Nonostante ciò, a questo istituto non venne consentito di includere l’impatto di quella vendita nei suoi risultati”. Così al Financial Times Chris Wheeler, analista presso Atlantic Equities:“Il trattamento riservato a Deutsche Bank lascia perplessi. Le circostanze indicano che è inevitabile che gli osservatori di mercato saranno sospettosi e avranno qualche preoccupazione sulla veridicità (e affidabilità) di questi risultati”. Dopo che Deutsche Bank è stata sottoposta agli stress test, è emerso che il Common Equity Tier 1 di capitale era sceso al 7,8% (negli stress test si contemplano scenari peggiori di multe, bassi tassi di interesse, bassa crescita economica). Senza il contributo di Hua Xia, il ratio sarebbe stato pari al 7,4%, comunque sempre al di sopra del minimo stabilito dalle autorità di regolamentazione. Tuttavia, il risultato migliore ha indubbiamente rassicurato gli investitori, sempre più timorosi per l’adeguatezza dei livelli di capitale della banca”. Così Nicolas Véron di Bruegel, il think tank di Bruxelles, ha auspicato che sia la BCE che l’Autorità Bancaria Europea, che ha supervisionato i test, “spieghino e difendano le loro scelte metodologiche”, che dovrebbero, afferma, “essere applicate in modo uniforme e senza trattamenti speciali. Ovviamente questa regola vale per tutte le banche che sono importanti da un punto di vista sistemico, come Deutsche Bank”.

Laura Naka Antonelli
10 ottobre 2016
www.wallstreetitalia.com/scandalo-bce-di-draghi-trattamento-speciale-a-deutsche-bank-in-stre...
wheaton80
00sabato 22 aprile 2017 02:35
Altra tegola su Deutsche Bank: multa di 157 milioni per condotte illecite in USA

Appena uscita da un maxi aumento di capitale da 8,5 miliardi di euro dovuto a costi legali, Deutsche Bank riceve una nuova tegola dalle autorità statunitensi: la FED le ha inflitto una multa da 157 milioni di euro, parte dei quali per la prima applicazione concreta della Volcker Rule, la stretta voluta dall'Amministrazione Obama sulle scommesse rischiose da parte di banche d'investimento che fanno anche le banche commerciali. "Vi sono significative lacune su aspetti chiave del programma di adesione di Deutsche Bank alla Volcker Rule", ha fatto sapere in una nota ieri sera la Federal Reserve, infliggendo una sanzione da 19,7 milioni. Un'altra multa, da 136,9 milioni, è dovuta ai mancati controlli sui trader di valute che 'chattavano' con la concorrenza fino al punto di rivelare le proprie posizioni. "Siamo lieti di risolvere questi problemi di diritto civile", ha detto un portavoce del colosso bancario tedesco. Lieti? Di pagare 157 milioni di euro di multa? Contenti loro...

21 aprile 2017
www.ilnord.it/b10114_ALTRA_TEGOLA_SU_DEUTSCHE_BANK_MULTA_DI_157_MILIONI_PER_CONDOTTE_ILLECIT...
wheaton80
00sabato 10 marzo 2018 19:17
Deutsche Bank chiude il terzo anno di fila con i conti in rosso: niente bonus

I vertici di Deutsche Bank non vedranno alcun bonus per il 2017, chiusosi in perdita per il terzo anno consecutivo. L'Amministratore Delegato della banca tedesca, John Cryan, secondo quanto riporta Die Zeit, ha specificato che i 12 membri del Consiglio di Amministrazione non riceveranno nessuna forma di incentivo, mentre i premi, considerati una sorta di ''investimenti nel futuro'', saranno distribuiti ai dipendenti. La somma complessiva non raggiungerà i 2,4 miliardi concessi per il 2015, ma supererà comunque i 546 milioni di euro pagati per il 2016. Deutsche Bank ha chiuso il 2017 in rosso di quasi mezzo miliardo di euro. Si tratta di un miglioramento dopo la perdita di 1,4 miliardi nel 2016 e di addirittura di 6,8 miliardi nel 2015, che tuttavia non ha potuto ridurre i drastici tagli del personale previsti dal gruppo bancario.

10 marzo 2018
www.ilnord.it/b10896_DEUTSCHE_BANK_CHIUDE_IL_TERZO_ANNO_DI_FILA_CON_I_CONTI_IN_ROSSO_NIEN...
wheaton80
00mercoledì 6 giugno 2018 17:48
Deutsche Bank è in crisi negli Stati Uniti

In primo luogo, una filiale statunitense dell’istituto tedesco è stata inserita nell’elenco federale di istituzioni con una debolezza abbastanza grave da minacciare la propria sopravvivenza. È accaduto quasi un anno dopo che la Federal Reserve ha etichettato la banca come "preoccupane", intensificando i controlli sul creditore tedesco, possibile fonte di ansia come di serio rischio sistemico. Il secondo colpo è arrivato dall'agenzia di rating S&P, che ha deciso di ridimensionare il proprio rating a lungo termine su DB abbassando il proprio marchio a BBB+ da A-. Si noti che quei rapporti sono arrivati dopo che la banca ha svelato i piani della scorsa settimana di tagliare oltre 7.000 posti di lavoro come parte di un piano di recupero. L'agenzia di rating degli Stati Uniti ha detto che la sua decisione riflette i timori che la strategia aggiornata di DB prevedesse "una ristrutturazione più profonda" di quanto precedentemente previsto; pertanto il prestatore tedesco deve essere impostato per una "sottoperformance sostenuta". La banca tedesca ha dichiarato che in risposta metterà la sussidiaria statunitense in una lista nera e specifica che "siamo molto concentrati nell'affrontare le debolezze identificate nelle nostre operazioni statunitensi", aggiungendo che la sua controllata bancaria statunitense ha un "bilancio molto robusto". Tenete presente che Deutsche Bank è tra le banche più importanti del mondo, il che significa molto per la stabilità del sistema bancario globale. Il mercato azionario tedesco beneficia dell'aumentata propensione al rischio sulla scia di minori rischi politici italiani.

Fonte: xstation5.xtb.com/
01-06-2018
www.borsainside.com/mercati_europei/67842-deutsche-bank-e-in-crisi-negli-stat...
wheaton80
00mercoledì 4 luglio 2018 19:23
Banche in Germania in crisi ma nessuno ne parla

In Germania il Ministero delle Finanze ha convinto “i regolatori tedeschi a una certa benevola distrazione mentre le banche assumevano rischi sempre più scriteriati”. Così scrive sul Corriere Economia Federico Fubini, che fa riferimento alla ricerca in corso di pubblicazione di un economista tedesco esperto di banche, tale Martin Hellwig, 69 anni, la cui ricerca si intitola “La Germania e la crisi finanziaria 2007-2017”. “Le conclusioni non sono uno scoop solo perché Hellwig non ha disseppellito chissà quali documenti segreti, ha solo messo in ordine informazioni esistenti”, scrive Fubini. In particolare, secondo le stime dell’economista tedesco, riportate dal giornalista italiano, dopo interventi pubblici per oltre 250 miliardi di euro per finanziare dei salvataggi, il costo totale delle crisi bancarie per il contribuente tedesco è di oltre 70 miliardi di euro. Cifra che, fa notare Hellwig, sarebbe più alta se non fossero arrivati i salvataggi indiretti con denaro di altri governi. Quali sono gli altri governi? Quelli dei Paesi in crisi: Grecia (2010), Irlanda (2010) e Spagna (2012), i cui pacchetti di salvataggio UE hanno indirettamente aiutato le banche tedesche nel complesso esposte su quei 3 Paesi per centinaia di miliardi di euro. “Senza l’aiuto pubblico indiretto in queste situazioni, le perdite delle banche, e probabilmente anche l’esigenza di un aiuto diretto da parte dei contribuenti tedeschi, sarebbero stati anche maggiori di quanto sia stato nella realtà”. Così scrive il CorSera. In Germania le crisi bancarie non sono mancate: basta ricordare, oltre a Deutsche Bank, anche i dissesti delle banche pubbliche regionali WestLB, Hsh Nordbank, SachsenLB, Landesbank Baden-Wurttermberg, Hypo Real Estate o di Commerzbank e Dresdner Bank. Ma perché non è mai stata fatta un’indagine? La risposta la dà Fubini sulla base dello studio dell’economista tedesco:“Al governo servivano (e servono) nel Bundesrat i voti dei politici regionali, legati alle banche del loro territorio”.

Alessandra Caparello
4 luglio 2018
www.wallstreetitalia.com/banche-in-germania-in-crisi-ma-nessuno-n...
wheaton80
00giovedì 6 settembre 2018 18:04
Deutsche Bank cola a picco. Tutti zitti e muti

E mentre l’esercito degli antitaliani che quotidianamente sfogano su Twitter i loro infantili istinti repressi contro il cattivo paese che non li avrebbe sufficientemente gratificati da piccoli, la tedeschissima Deutsche Bank crolla miseramente in borsa con un rischio default che supera quello dello Stato italiano. Oggi il titolo germanico esce persino dall’indice internazionale Eurostoxx 50. Come, non sapete di che si tratta? E’ solo la più grande banca tedesca, anzi, europea: un mostro che presta soldi potenzialmente a 82 milioni di abitanti, capofila di una Nazione che guida la UE e che ci ordina di fare (a noi…) i compiti a casa. Vi sfido a trovare googlando o sui giornali italiani articoli approfonditi e che mettano in giusto risalto l’incredibile situazione di Deutsche Bank. Se una banchetta con 5 sportelli del credito agricolo di Vergate sul Membro in Brianza ne chiude uno, da Bruxelles a Londra tutti si stracciano le vesti e parlano di un Paese fallito, in svendita, sul quale non bisogna investire nemmeno un soldo bucato. Se Deutsche Bank va verso la chiusura, tutti a fare spallucce. Dopo pesanti tagli al personale e trimestri catastrofici sono arrivati gli aumenti di capitale, già bruciati. La banca tedesca sono ben 4 anni che chiude in perdita e la Merkel proverà la fusione con qualche altro colosso tedesco, come Commerzbank, nella speranza di salvare capra e crauti. Perché succede questo? Cosa hanno fatto di così malvagio gli amministratori del maggior istituto europeo per meritarsi questa fine? Semplice: si sono negli anni trasformati da banca commerciale a banca d’investimento speculativo. Abbandonati i grandi investimenti industriali grazie al clima di deregulation, dagli anni '90 Deutsche Bank ha iniziato coi derivati e le solite menate alla Lehman Brothers ed i risultati arrivano oggi, con una crisi di liquidità senza precedenti. Se l’euro crollasse nell’anno del Signore 2018 (cosa assai improbabile), la causa andrebbe cercata nei tedeschi di Deutsche Bank, e niente altro.

Massimo Bordin
04/09/2018
micidial.it/2018/09/deutsche-bank-cola-a-picco-tutti-zitti...
wheaton80
00venerdì 23 novembre 2018 00:02
Deutsche Bank ha ammesso di essere coinvolta nello scandalo di riciclaggio di Danske Bank

La banca tedesca Deutsche Bank ha ammesso di essere coinvolta nello scandalo di Danske Bank, il più grosso scandalo bancario nella storia dell’Unione Europea. A settembre un’indagine indipendente aveva rivelato che Danske Bank, la più importante banca della Danimarca, aveva partecipato al riciclaggio di circa 200 miliardi di euro di denaro russo ed ex-sovietico attraverso la sua divisione estone. Le indagini avevano portato alle dimissioni del CEO della banca, Thomas Borgen. Deutsche Bank ha detto di aver gestito almeno 130 miliardi di euro di denaro “sospetto” proveniente dalla succursale estone di Danske Bank. In quanto banca corrispondente, Deustche Bank ha aiutato i clienti di Danske Bank in Estonia a trasferire denaro nel sistema finanziario degli Stati Uniti. Le rivelazioni di Deutsche Bank arrivano dopo che lunedì l’ex Dirigente di Danske Bank Howard Wilkinson aveva testimoniato davanti al parlamento della Danimarca. Wilkinson, che ha detto che anche due banche statunitensi sono coinvolte nello scandalo di riciclaggio, non ha potuto rivelare il nome della banca europea per via di un accordo di riservatezza firmato con Danske Bank al momento del suo licenziamento.

21 novembre 2018
www.ilpost.it/2018/11/21/deutsche-bank-ha-ammesso-di-essere-coinvolta-nello-scandalo-di-riciclaggio-di-dans...
wheaton80
00lunedì 3 dicembre 2018 14:18
Deutsche Bank, perquisita la sede per indagini su riciclaggio. Il titolo cade

Oltre 170 agenti e inquirenti stanno effettuando una perquisizione nel quartier generale di Deutsche Bank, a Francoforte, e in altre sedi a Eschborn e Gross-Umstadt. Le indagini, partite lo scorso agosto, riguardano l’ipotesi di riciclaggio di denaro, collegato all’inchiesta sui cosiddetti Panama Papers nel periodo 2013-2018. I «Panama Papers» sono milioni di documenti dello studio legale Mossack Fonseca rivelati ai media nell’aprile 2016. Secondo quanto riferisce la Procura in un comunicato, i sospetti si stanno concentrando su due dipendenti di 50 e 46 anni. A quanto riportano le agenzie internazionali, Deutsche Bank avrebbe aiutato i clienti ad aprire conti off-shore, senza riferire all’autorità di casi sospetti di riciclaggio operati attraverso filiali dell’istituto tedesco. La banca ha confermato di essere sotto indagine con un tweet dal suo account ufficiale, dichiarandosi intenzionata a collaborare con le autorità. Solo nel 2016, scrive il quotidiano finanziario Frankfurter Allgemeine Zeitung, oltre 900 clienti, con un volume d’affari da 311 milioni di euro, sarebbero stati assistiti da una sede della società registrata nelle Isole Vergini. Il titolo soffre in Borsa, cedendo fino a quasi il 5% del suo valore; poi ha recuperato nel corso della seduta.

29 novembre 2018
www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2018-11-29/deutsche-bank-perquisita-sede-indagini-riciclaggio-titolo-cade-103703.shtml?uuid=...
wheaton80
00venerdì 14 dicembre 2018 21:08
Deutsche Bank, lo scandalo Danske si allarga a macchia d'olio

Lo scandalo riciclaggio in cui Deutsche Bank è stata tirata da Danske Bank si allarga a macchia d'olio. Oltre ai 150 miliardi di dollari (132 miliardi di euro) che la banca tedesca avrebbe "ripulito" per conto della filiale estone di Danske Bank tra il 2007 e il 2015, sembra siano spuntati fuori altri 31 miliardi di euro. L'indiscrezione è del Financial Times, che ha avuto modo di visionare un documento interno della banca. Questo significa che, in totale, Deutsche Bank avrebbe movimentato quattro quinti dei 200 miliardi di euro che Danske ha indentificato come flusso di denaro proveniente dalla filiale estone e riconducibile a clienti russi o dell'ex Unione Sovietica. Circa 1 milione di transazioni sarebbe stato effettuato nell'arco di tempo in questione.

Francesco Colamartino
06 dicembre 2018
citywire.it/news/deutsche-bank-lo-scandalo-danske-si-allarga-a-macchia-dolio/a1183240?ref=international-italy-most-popu...
wheaton80
00giovedì 25 aprile 2019 13:16
Ora è ufficiale, saltata la fusione Deutsche e Commerzbank

Ora è ufficiale: niente fusione! Con un comunicato ufficiale viene affossato il progetto di creare una grande Player che, secondo i desideri del governo tedesco, avrebbe dovuto rappresentare il sistema creditizio nel mondo. Una fusione fra due grandi debolezze che non avrebbe creato una grande forza, ma una debolezza ancora più grande. Postiamo ora il comunicato ufficiale di DB:“Frankfurt am Main, April 25, 2019 – After careful analysis, the Management Board of Deutsche Bank has concluded today that a combination with Commerzbank would not have created sufficient benefits to offset the additional execution risks, restructuring costs and capital requirements associated with such a large-scale integration. As a result, the two banks have decided to discontinue discussions. Deutsche Bank will continue to review all alternatives to improve long-term profitability and shareholder returns”. “Dopo attente analisi il consiglio di amministrazione di DB ha concluso che la fusione con Commerzbank non avrebbe generato vantaggi sufficienti a superare i rischi operativi, quelli collegati alla ristrutturazione, e le richieste di capitalizzazione associate ad un’integrazione così grande. Conseguentemente le due banche hanno deciso di interrompere i colloqui. DB continuerà a considerare ogni alternativa per migliorare la profittabilitá di lungo periodo ed i ritorni per gli azionisti”. Sic Transit Gloria Mundi si sarebbe detto un tempo ed il grande sconfitto non sono DB o CB, ma il governo tedesco, che così tanto aveva puntato su questo progetto per liberarsi di una grana colossale. Ora le due banche restano due mine vaganti soprattutto per il colossale cumulo di derivati DB e per gli NPL Commerz. DB ha già valutato, come abbiamo scritto negli scorsi giorni, l’opzione Bad Bank, ma chi pagherà per le perdite derivanti dalle chiusure dei rami d’azienda o dalla loro cessione in perdita? Chiederanno altri soldi agli azionisti o alla fine Berlino dovrà aprire il portafoglio, visto che la Bundesbank ha le mani legate nell’eventuale salvataggio?

Fabio Lugano
25 aprile 2019
scenarieconomici.it/ora-e-ufficiale-saltata-la-fusione-deutsche-e-comm...
wheaton80
00lunedì 9 marzo 2020 23:16
La crisi delle borse affossa Deutsche Bank

L’Italia non è la sola Nazione a subire contraccolpi devastanti dalla riapertura delle borse nell’ora più buia dell’epidemia di coronavirus nel continente europeo, a cui si è aggiunto nelle ultime ore lo shock della guerra sui prezzi del petrolio tra Arabia Saudita e Russia. Tutto il Vecchio Continente è sommerso dalla marea dei ribassi borsistici e dell’instabilità finanziaria. La sovrapposizione tra l’incertezza per la risoluzione della crisi, l’emersione dell’instabilità del sistema finanziario odierno, alimentato dalla liquidità facile delle banche centrali, e il rallentamento dell’economia globale ha colpito, tra gli altri, pure la Germania, che dal blocco del mercato globale rischia di subire duri contraccolpi al suo modello economico-commerciale fondato sull’export industriale. Nel momento in cui scriviamo, la seduta odierna del Dax di Francoforte, principale listino tedesco, appare consolidata su un trend ribassista segnato da un profondo passivo, ampiamente superiore all’8%. E a contribuire al profondo rosso della borsa di Francoforte contribuisce in maniera particolare Deutsche Bank, il “malato” dell’Europa bancaria, che in poche ore vede vanificati i guadagni di capitalizzazione conseguiti negli ultimi mesi. Si aggira attorno al 14% la perdita della quotazione del titolo di Deutsche Bank, che a metà febbraio aveva superato quota 10 dollari di valore dopo oltre un anno e mezzo sulla scia della manovra “lacrime e sangue” della banca, ridottasi a cercare valore nei tagli lineari all’organico e nella promessa di una transizione forzata alle operazioni digitali. Tutto annullato dalla tempesta finanziaria degli ultimi giorni: laddove emerge una crisi sistemica, infatti, Deutsche Bank non può ripararsi dietro le manovre contabili, i ripiegamenti tattici e le strategie di rilancio basate unicamente sulla disponibilità di denaro a basso costo.

Vengono a galla le contraddizioni di una banca che ha i bilanci stracolmi di derivati tossici, fattore di instabilità in una crisi sistemica, e la sostanziale sfiducia del mercato per un istituto travolto negli ultimi anni da scandali e richieste di risarcimento, che hanno avuto il loro picco nell’affare di riciclaggio legato alla filiale estone di Danske Bank. E proprio dall’estate 2019, in cui l’ondata di scandali sul gruppo si era estesa, il titolo di Deutsche Bank non precipitava sotto la soglia dei 6 dollari ad azione. Da gennaio 2018 ad oggi, Deutsche Bank ha più che dimezzato la sua capitalizzazione, passata da 40 a circa 15 miliardi di dollari. Le ultime settimane l’avevano portata nuovamente sopra quota 20, prima della picchiata delle ultime settimane: un’instabilità difficile da sopportare per un istituto che gestisce oltre 1,6 trilioni di dollari di asset. L’infezione economica da coronavirus aumenta notevolmente la febbre del “malato d’Europa”, che sbanda paurosamente. Nelle prossime settimane e nelle sedute a venire la condizione di Deutsche Bank dovrà essere valutata molto da vicino, in quanto per la debolezza e la problematica leva tra asset maneggiati e capitale disponibile l’istituto è tra i più papabili candidati a miccia d’innesco di un collasso bancario in Europa. A livello europeo rischia di aprirsi una nuova stagione di tensione sulle banche. E viene da chiedersi dove fossero regolatori e supervisori, in passato così solerti sui crediti deteriorati delle banche italiane, mentre in passato tra mala gestio, investimenti speculativi e sbandate in borsa, Deutsche Bank si trasformava in una minaccia sistemica per la finanza europea.

Andrea Muratore
09 marzo 2020
it.insideover.com/economia/la-crisi-delle-borse-affossa-deutsche-bank.html?utm_source=ilGiornale&utm_medium=article&utm_campaign=article_redirect&fbclid=IwAR3Z1Si6H3Gu9EgbZFV94lgBHRP-sbWaTVDbVhsM2H6Bjj3Qqt2...
wheaton80
00venerdì 24 aprile 2020 18:54
Un fallimento da Singapore minaccia HSBC, ABN Ambro e Deutsche Bank

Il crollo dei prezzi del petrolio inizia a farsi sentire, anche se in modo indiretto, sulle banche europee, ed iniziamo con una botta da 3,85 miliardi di dollari. Hin Leong Trading (HLT), del notissimo imprenditore e trader petrolifero Hin Leong di Singapore, è fallita circa una settimana fa, dopo che è stato scoperto che, per anni, aveva provveduto a nascondere perdite progressive per 1,15 miliardi. Non solo, ma il figlio ha ammesso che una serie di carichi di petrolio trasportati sulle sue petroliere ed utilizzati come garanzie reali a fronte di prestiti bancari sono stati in realtà già venduti, per cui le banche sono effettivamente completamente scoperte. Hin Leong era una vera e propria leggenda ed ancora l’ultimo ottobre dichiarava utili per 79,8 milioni di dollari USA, in realtà completamente inesistenti, in quanto si è scoperto che la società già da alcuni anni non faceva utili, ma perdite. Il colpo di grazia lo ha dato una perdita da 800 milioni sui future. In totale le esposizioni verso il sistema bancario sono pari a 3,3 miliardi di dollari verso 23 banche. Naturalmente le prime a farsi avanti sono state quelle di Singapore ed Hong Kong, con la HSBC che pare essere la più esposta in materia, ma anche i due colossi ABN Ambro e Deutsche Bank sono fra quelli che si sono fatti avanti per reclamare le spoglie rimaste. La società fallita aveva diversi asset, fra petroliere, depositi e terminal petroliferi. Nello stesso tempo le posizioni delle banche sono piuttosto complesse, perché comprendono lettere di credito, soprattutto per ABN Ambro, che ha ancora delle lettere di credito verso terzi irrevocabili, documenti che non possono essere cancellati se non con l’accordo di tutte le parti. Questo è solo il primo dei possibili, e probabili, prossimi fallimenti del settore petrolifero. Per ora le banche sono state solo sfiorate, ma con gli sbalzi nel settore dell’energia da far paura ed una crisi in vista è facile prevedere che Hin Leong sarà stato solo il primo caso.

Giuseppina Perlasca
24 aprile 2020
scenarieconomici.it/un-fallimento-da-singapore-minaccia-hsbc-abn-ambro-e-deutsche-bank/?fbclid=IwAR1zROwyPQ-np7SUel7-EoV7m4pZyTAocXQCV8qcr_pnUaZM7sd...
wheaton80
00martedì 19 gennaio 2021 19:10
Deutsche Bank deve pagare una multa di 125 milioni per casi di corruzione…. fra cui un giudice in Italia

Venerdì scorso la Deutsche Bank ha concordato con le autorità federali americane una sanzione per 125 milioni di dollari a seguito della scoperta di diversi casi di corruzione, nascosti sotto forma di “Referral Fees”, “Commissioni Informative”, che coprono diverse aree del mondo, dall’Arabia Saudita, alla Cina e all’Italia. Tutto questo è stato riferito dal New York Times. L’indagine del Dipartimento di Giustizia USA e della SEC ha appurato che queste commissioni erano in realtà delle mazzette destinate a personaggi importanti del mondo politico. Le indagini hanno appurato che la Deutsche Bank ha effettuato circa 7 milioni di dollari in pagamenti impropri a mediatori stranieri tra il 2009 e il 2016, guadagnando circa 35 milioni di dollari dagli accordi che ne sono derivati. La banca ha accettato le proprie responsabilità evitando così di essere sottoposta ad una indagine di carattere penale, ma anche accettando di pagare una pesantissima sanzione amministrativa che, come abbiamo detto, è stata fissata a 125 milioni di euro. I casi coinvolgono:

- Una famiglia saudita, nella quale la Banca ha pagato una “Mediazione” alla moglie del titolare della grande impresa famigliare per poter entrare nei suoi business

- La Cina, dova la banca voleva creare un fondo d’investimento nel settore energetico, si è avvalsa della consulenza di una persona con stretti contatti con un personaggio del governo

- L'Italia, dove la banca ha “sviluppato una relazione d’affari” con un giudice italiano

Chi è questo giudice? Il CSM ne è informato? Come mai una banca viene multata in America per un caso di “Bribe”, “mazzette”, in Italia e qui non se ne sa nulla? Misteri della nostra giustizia.

Giuseppina Perlasca
18 gennaio 2021
scenarieconomici.it/deutsche-bank-deve-pagare-una-multa-di-125-milioni-per-casi-di-corruzione-fra-cui-un-giudice-in...
wheaton80
00domenica 17 aprile 2022 19:03
Crollano due banche tedesche: la “febbre” che minaccia l’Europa e l’Italia

Un crollo che ha sorpreso un pò tutti, quello delle banche tedesche Deutsche Bank e Commerzbank. E stando alle prime analisi sarebbe il frutto delle scelte di un investitore anonimo, che avrebbe venduto pacchetti di azioni mandando in crisi due tra i più importanti istituti di credito della Germania. Secondo la Reuters, tra i responsabili potrebbe esserci Capital Group, società americana che da novembre dello scorso anno possiede il 5,20% di Deutsche Bank. Altra indiziata è Blackrock, che invece ne possiede un 5,23%, secondo quanto riporta una rilevazione del 2020. Come sottolineato dal Giornale, infatti, le stesse società possiedono più o meno le stesse quote, ovvero oltre il 5%, anche in Commerzbank, con il socio di maggioranza che comunque resta la Repubblica Federale Tedesca con il 15% delle azioni. Possibile anche che il crollo sia figlio delle azioni di uno dei soci minori spuntati negli ultimi anni. Nella Deutsche Bank il 3,18% delle azioni, dal 2020, ad esempio è riconducibile a Douglas Braunstein (Hudson Executive Capital). In Commerzbank, ha un ruolo primario il fondo di investimento Wellington, con oltre il 3% delle azioni totali. Tanti, quindi, gli indiziati in un giallo che ha avuto inizio l’11 aprile, quando un anonimo ha venduto 116 milioni di azioni della Deutsche Bank e 72,5 milioni di titoli di Commerzbank. Si tratta di quote di capitale superiori al 5%, per un’operazione dal valore di circa 1,75 miliardi di euro. Gli esperti si interrogano sui prezzi dell’affare, visto che il venditore si sarebbe tolto le azioni a 10,68, ovvero con uno sconto dell’8% rispetto alla precedente chiusura di Borsa. A breve, comunque, la normativa imporrà a chi ha partecipazioni di comunicarlo, rendendo nota l’identità di chi ha scelto di mettere in difficoltà due istituti in cui i tedeschi hanno i loro risparmi nel bel mezzo di una guerra. La paura è che un’operazione del genere possa sottolineare un generale crollo di interesse verso le banche europee, italiane comprese. Anche perché le nostre Unicredit e Intesa Sanpaolo, per esempio, sono fortemente esposte in Russia.

13 aprile 2022
www.ilparagone.it/banche-mercati/crollano-due-banche-tedesche-la-febbre-che-minaccia-leuropa-e-...
wheaton80
00giovedì 9 giugno 2022 19:26
Scandalo Deutsche Bank: il CEO della sua controllata DWS si dimette per le accuse di greenwashing

Oggi Asoka Woehrman, Amministratore Delegato del gestore patrimoniale di Deutsche Asset & Wealth Management (DWS), ha presentato le sue dimissioni, in scia alle accuse di greenwashing che sono state rivolte nelle ultime ore alla società, che è controllata quasi all’80% da Deutsche Bank.

Aspetti principali
A partire dal 10 giugno, sarà Stefan Hoops ad assumersi la responsabilità dell’asset management a livello di gruppo Deutsche Bank e diventerà Amministratore Delegato di DWS. La decisione di Woehrman è arrivata in seguito alla perquisizione di ieri mattina della polizia tedesca negli uffici di Deutsche Bank (che controlla quasi l’80% della società) e della stessa DWS. Dopo aver ceduto il 5,5% nella giornata di ieri, oggi DWS sta perdendo in Borsa poco più dell’8%, scambiando a 31,10 euro per azione. Secondo il giornale tedesco Handelsblatt, l’autorità sta indagando sull’ipotesi di frode sugli investimenti di capitale. Nello specifico, l’accusa contro DWS è di greenwashing. In quanto l’asset manager è sospettato di aver sopravvalutato il modo in cui ha utilizzato criteri di investimento sostenibili per gestire gli investimenti. Rendendo e commercializzando i sui “prodotti finanziari green” (prodotti ESG) “più green” o “più sostenibili” di quanto non siano in realtà. Nella nota ufficiale diffusa da Deutsche Bank, Christian Sewing, CEO della banca, si limita a ringraziare Asoka Woehrman del suo lavoro. “Voglio anche ringraziare Asoka per il suo straordinario lavoro e le sue prestazioni per DWS e Deutsche Bank. L’Asset Management è e rimane una parte importante del nostro modello di business. Siamo convinti che DWS continuerà la sua storia di successo sotto la guida di Stefan Hoops”

L’inizio delle indagini contro DWS

In base a quanto riportato da Handelsblatt, le indagini contro DWS sarebbero iniziate nell’agosto del 2021. Quando la sua ex responsabile della sostenibilità, Desiree Fixler, ha pubblicamente accusato di greenwashing la società, contattando anche la US Securities and Exchange Commission (SEC) e la polizia federale americana, l’FBI.

Massimiliano Carrà
01/06/2022
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