Leonardo Di Caprio attacca le multinazionali delle fossili:“Lasciate petrolio, carbone e gas sottoterra”

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wheaton80
00sabato 23 gennaio 2016 20:35

Dopo aver dedicato il Golden Globe alle popolazioni indigene, Leonardo Di Caprio è tornato a far parlare di sé. A Davos, in Svizzera, durante il Forum Mondiale dell'Economia, l'attore americano, da tempo impegnato sul fronte della tutela dell'ambiente, ha lanciato un'invettiva contro le multinazionali delle fossili, invitandole a lasciare sottoterra petrolio, carbone e gas. Di Caprio non finirà mai di stupirci. Donazioni milionarie, campagne per la difesa degli animali in via d'estinzione non bastano all'attore, che non perde occasione per puntare il dito contro chi, in barba alle questioni ambientali, pensa solo ad arricchirsi. “Non possiamo permettere che l'avidità delle industrie del carbone, del petrolio e del gas possa determinare il futuro dell'umanità”, ha detto sul palco di Davos, dove ha denunciato senza giri di parole le società che privilegiano i profitti sull'ambiente. Ma non solo. Ha puntato il dito non solo contro le multinazionali ma anche contro i governi che hanno chiuso un occhio per non pestare i piedi ai colossi dell'energia a livello mondiale:“Gli enti che hanno un interesse finanziario nel preservare questo sistema distruttivo hanno negato e anche coperto l'evidenza del nostro clima che cambia”. Secondo l'attore, il nostro pianeta non può essere salvato se non lasciamo i combustibili fossili alla terra a cui appartengono. “Vent'anni fa, abbiamo descritto il problema come una dipendenza. Oggi possediamo i mezzi per porre fine a tutto questo”, ha detto.



L'attore, durante il suo discorso, ha annunciato che la sua fondazione donerà 15 milioni di dollari destinati a finanziamenti per sostenere progetti di sostenibilità in tutto il mondo. I cinque progetti si impegnano a controllare la pesca commerciale, proteggere la foresta pluviale indonesiana, sostenere le popolazioni indigene in Ecuador, proteggere le barriere alle Seychelles e promuovere le energie rinnovabili negli Stati Uniti.

Francesca Mancuso
22 gennaio, 2016
www.greenme.it/informarsi/ambiente/19003-leonardo-di-caprio...
wheaton80
00domenica 1 marzo 2020 03:33
Vittoria! Equinor ferma le trivelle nella Grande Baia Australiana: salve balene ed ecosistema marino

La società norvegese Equinor, produttore di combustibili fossili, abbandona i piani di trivellazione alla ricerca di petrolio nella Great Australian Bight. Una grande vittoria per comunità costiere, tribù indigene, imprese locali e ambientalisti. La National Offshore Petroleum Safety and Environmental Management Authority (NOPSEMA), aveva di recente accettato il piano ambientale di Equinor per la trivellazione petrolifera esplorativa nella zona. Ma adesso arriva la buona notizia: Equinor dichiara che il suo piano di esplorazione ‘non è commercialmente’ competitivo, mentre il governo federale appare alquanto deluso. Chi festeggia invece sono gli ambientalisti, che avevano ampiamente criticato le trivellazioni sostenendo un impatto devastante su un ambiente marino unico al mondo, popolato da esemplari di balena franco australe (Eubalaena australis), specie in via di estinzione. L’unico modo per proteggere le comunità costiere e la singolare vita marina della Great Australian Bight è quello di escludere la perforazione in modo permanente”, ha affermato David Ritter, CEO di Greenpeace Australia Pacific.

Equinor voleva in principio trivellare circa 372 chilometri di costa australiana. La concessione era stata rilasciata a dicembre scorso e prevedeva una piattaforma mobile di trivellazione supportata da tre navi e due elicotteri. Prima di Equinor, avevano abbandonato l’idea di perforazione BP e Chevron. La motivazione, ribadita dalla direttrice dell’azienda, Jone Stangeland è che l’impresa è troppo costosa. Abbiamo ricevuto offerte per l’impianto di perforazione, gli elicotteri, la base di approvvigionamento; il costo di queste attività è troppo alto e troppo costoso per andare avanti e perforare”, ha detto. Nel mese scorso, The Wilderness Society aveva avviato un’azione legale contro la National Offshore Petroleum Safety and Environmental Management Authority, dopo che questa aveva approvato la concessione alla compagnia petrolifera norvegese Equinor per trivellare. L’accusa era quella che la società non aveva consultato le parti rilevanti nella presentazione del proprio progetto, requisito necessario per ottenere la licenza. E anche la Great Australian Bight Alliance, un gruppo di organizzazioni ambientaliste insieme agli indigeni Mirning, aveva mosso le stesse accuse. Fortunatamente le cose sono cambiate, ma purtroppo la Baia fa gola a tanti.

Fonti

- www.youtube.com/watch?v=3ahUNKqSmbY
- www.greenpeace.org.au/what-we-do/ending-the-oil-age/happen-oil-spill-great-australia...

Dominella Trunfio
25 febbraio 2020
www.greenme.it/informarsi/ambiente/equinor-stop-trivelle-au...
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