Manicheismo

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LiviaGloria
00mercoledì 21 marzo 2007 17:04
Visto che spesso si vuole associare cristianesimo con manicheismo,mi sembra giusto informare su cosa era il manicheismo...cioé in netta contrapposizione con il cristianesimo...





Manicheismo
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Il Manicheismo fu una religione pensata e fondata dal persiano Mani nella seconda metà del III secolo. Nei pensieri del suo ideatore, era la vera sintesi di tutti i sistemi religiosi noti. In realtà univa dualismo zoroastriano, folclore babilonese, etica buddista ed alcuni piccoli e superficiali elementi cristiani. Poiché in questo crogiuolo di idee la teoria di due principi eterni, bene e male, è predominante, il Manicheismo è classificato come una forma di dualismo religioso. Esso si diffuse con straordinaria rapidità sia ad oriente che ad occidente, dove sopravvisse in maniera sparsa e periodica (Africa, Spagna, Francia, Italia settentrionale, Balcani) per un millennio. Tuttavia, attecchì principalmente nella sua terra d'origine (Mesopotamia, Babilonia, Turkestan) e si radicò anche più ad oriente, in India Settentrionale, Cina Occidentale e Tibet, dove, intorno all'anno 1000, la massa della popolazione professava i suoi dogmi e da dove sparì improvvisamente in data incerta. In un certo senso, il manicheismo fu la forma più perfetta dello gnosticismo poiché combinò nella sua forma migliore il dualismo ed il rifiuto del Vecchio Testamento.

Indice [nascondi]
1 Dottrina e disciplina
1.1 Gli Eletti
1.2 Gli Uditori
2 Preghiera e Digiuno
2.1 Riti Cerimonie e Sacramenti
2.2 Organizzazione e Gerarchia
2.3 Elementi comuni con il Cristianesimo
3 Diffusione e Storia del Manicheismo
3.1 Il Manicheismo ad oriente
3.2 Il Manicheismo ad occidente
4 Scrittori antimanichei
5 Mazdakismo
6 Influenza odierna
7 Bibliografia
8 Voci correlate



[modifica] Dottrina e disciplina
Il Manicheismo si basava sulla netta divisione della realtà in due principi opposti in lotta tra loro: il Bene ed il Male, o meglio, la Luce e le Tenebre. All'origine dei tempi il regno delle tenebre invase il regno della luce e, dalla loro commistione, ebbero origine il mondo e gli uomini. I due principi, quindi, coesistono negli uomini, la cui unica possibilità di salvezza consiste nel separarli completamente, in modo da potersi riunire con il "re della luce", simile al Dio gnostico. Da esso emanarono dei messaggeri che dovevano insegnare agli uomini a scoprire la Luce che era in loro. L'ultimo di essi fu Mani, cui avrebbe fatto seguito la conflagrazione purificatrice (eredità stoica) che si sarebbe protratta per 1468 anni. Pertanto, preservare la sostanza luminosa dall'inquinamento della materia era il fine ultimo dell'esistenza di ogni Manicheo.

A differenza dello gnosticismo, che presentava talvolta tendenze antinomiche, il manicheismo presentava una struttura fortemente gerarchizzata; gli uomini erano divisi in tre categorie: coloro che erano legati alla terra (potremmo dire al "divenire"), coloro che percepivano l'esistenza di un Creatore, senza però concepire la separazione tra Luce e Tenebre e quelli che questa separazione comprendevano. Questi ultimi, che erano i fedeli del Manicheismo, si dividevano a loro volta in due grandi categorie: gli eletti e gli uditori.


[modifica] Gli Eletti
Coloro i quali si dedicavano completamente a questa missione erano gli "Eletti" o "Perfetti", i Primates Manichaeorum. Lo stile di vita degli "Eletti" aveva una somiglianza impressionante con quello dei monaci buddisti. L'unica differenza consisteva nel loro divieto di stabilirsi permanentemente in qualunque luogo. La vita di questi asceti doveva essere molto dura. Gli era vietata la proprietà privata, non potevano mangiare carne o bere vino, non dovevano gratificare alcun desiderio sessuale, non potevano prendere parte ad alcuna occupazione servile, gli era vietato l'esercizio del commercio o il possesso di una casa, non potevano praticare magie o qualsiasi altra religione. I loro doveri erano sanciti dai tre signacula:

il sigillo della bocca (oris), che proibiva parole impure e cibi impuri, come la carne o il vino. Erano permesse solo la frutta e la verdura. In particolare, la carne risvegliava il demone dell'oscurità che era all'interno dell'uomo. Fra i vegetali, alcuni, come i meloni e la frutta contenente olio erano specialmente raccomandati, poiché i manichei pensavano che contenessero molte particelle di luce, le quali, una volta consumate dal perfetto si sarebbero liberate;
il sigillo delle mani (manuum), che proibiva qualsiasi lavoro manuale, compresi l'uccisione di animali e la raccolta della frutta;
il sigillo del seno (sinus), che proibiva i pensieri malvagi ed il matrimonio, inteso come procreazione. Per i manichei, infatti, la propagazione della razza umana era un male assoluto, perché impediva alla Luce di svincolarsi dalla materia. Sant'Agostino (specialmente "De Moribus Manichaeorum") inveì fortemente contro il ripudio manicheo del matrimonio, in quanto essi condannavano più la procreazione in se stessa che l'impudicizia.
Dopo la loro morte, costoro potevano raggiungere immediatamente la luce attraverso il Sole e la Luna. La cosa che però più colpisce, è il numero estremamente ridotto dei Perfetti noti alla storia.


[modifica] Gli Uditori
Coloro i quali, per la fragilità umana, erano incapaci di astenersi dalle gioie terrene, sebbene accettassero i dogmi manichei, erano chiamati "Uditori", Auditores, o "Catecumeni". La gran massa dei seguaci di Mani -99%- erano Uditori. Costoro erano vincolati solo dai Dieci Comandamenti di Mani che vietavano l'idolatria, la mendacia, l'avidità l'assassinio, la fornicazione, il furto, l'inganno, la magia, l'ipocrisia (intesa come infedeltà segreta al manicheismo), e l'indifferenza religiosa. Loro primo dovere era il mantenimento e la quasi adorazione degli Eletti. Li rifornivano di cibo e gli rendevano omaggio in ginocchio, implorandone la benedizione. Essi li considerarono esseri superiori e, nella loro collettività, pensavano che costituissero l'eone della rettitudine. Oltre a questi dieci comandamenti ed all'obbligo del mantenimento, i doveri comuni a tutti erano due: preghiera e digiuno. Per la loro salvezza, gli Uditori potevano sperare nella metempsicosi, la trasmigrazione della loro anima in un Perfetto o nel passaggio dalla loro condizione a quella di Eletto, ma tale passaggio non richiedeva solamente un cambiamento radicale nello stile di vita, era possibile solo col beneplacito dei Perfetti, che erano gli unici giudici in merito.


[modifica] Preghiera e Digiuno
La preghiera era obbligatoria quattro volte al giorno: a mezzogiorno, nel tardo pomeriggio, dopo il tramonto e tre ore più tardi. Essa veniva effettuata rivolgendosi al sole o, di notte, alla luna; quando né sole né luna, erano visibili, allora ci si rivolgeva verso nord, la direzione in cui si trovava il trono del re di Luce. Ogni preghiera era preceduta da una purificazione cerimoniale con acqua o, in mancanza di acqua, con altre sostanze al modo maomettano. Esse erano accompagnate da dodici prostrazioni indirizzate alle varie personalità nel reame di luce: il Padre di Maestà, il Primo Uomo, il Legatus Tertius, il Paracleto (Mani), i Cinque Elementi, e così via. Le preghiere consistevano principalmente in una sequenza di epiteti lodatori e contenevano una piccola supplica. I tempi e l'atteggiamento della preghiera erano intimamente legati con i fenomeni astronomici, così era per l'obbligo del digiuno. Tutti digiunavano il primo giorno della settimana in onore del sole; i Perfetti digiunavano anche il secondo giorno in onore della luna. Tutti digiunavano i due giorni successivi ad ogni novilunio; ed una volta l'anno nel plenilunio, ed all'inizio del primo quarto di luna. Inoltre, l'ottavo giorno di ogni mese veniva osservato un digiuno dall'alba al tramonto.


[modifica] Riti Cerimonie e Sacramenti
Dei riti e delle cerimonie manichee si conosce molto poco. Osservavano una grande solennità, quella del Bema, anniversario della morte di Mani. Essa veniva preceduta da una vigilia di preghiera e letture spirituali. Il giorno della festa, poi, veniva posizionata su una piattaforma in rilievo, a cui si ascendeva tramite cinque gradini, una sedia vuota. Non si conoscono ulteriori dettagli. Sant'Agostino, comunque, sosteneva che la loro festa per la commemorazione della morte di Mani superava in solennità quella della Morte e Resurrezione di Cristo.

I Manichei dovettero anche possedere un qualche genere di battesimo e di eucaristia. L'epistola sul battesimo, che faceva parte della letteratura sacra dei manichei, sfortunatamente è andata persa, comunque le fonti cristiane immaginano l'esistenza di ambedue questi riti. Di importanza maggiore del battesimo era il Consolamentum o "Consolazione", un'imposizione delle mani effettuata da un Eletto dal quale un Uditore era ricevuto.


[modifica] Organizzazione e Gerarchia
La gerarchia dei Manichei e le sue regole sono ancora oscure. Mani, dal canto suo, sicuramente intendeva essere il capo supremo della moltitudine dei suoi seguaci. Decise, anche, che il suo successore in questa dignità avrebbe dovuto risiedere a Babilonia. Questo alto ministero, nelle fonti arabe, è noto come Imamato; ad oriente sembra avesse posseduto almeno un'importanza temporanea, mentre ad occidente probabilmente non fu mai conosciuto o riconosciuto. In ogni caso non è giunto fino a noi alcun elenco di questi supremi pontefici del manicheismo. Sui doveri e diritti dell'Imamato oggi non esistono informazioni.

Secondo fonti occidentali ed orientali la Chiesa Manichea era divisa in cinque classi gerarchiche; Sant'Agostino li chiamava Magistri, Episcopi, Presbyteri, Electi, ed Auditores; nel linguaggio mistico manicheo questi termini cristianizzati rappresentavano i figli della mitezza, della ragione, della conoscenza, del mistero e della comprensione. Questa gerarchizzazione della sua Chiesa, o regno della luce sulla terra, fu sicuramente suggerita dalle predilezioni astrologiche di Mani per il numero cinque, così evidenti nella sua cosmogonia. Magistri ed Episcopi corrispondono, probabilmente, ad un adattamento dei Legontes e dei Drontes dei misteri greci e babilonesi, mentre il termine Presbyteri, probabilmente, deriva dal Sabian Kura.


[modifica] Elementi comuni con il Cristianesimo
Qualche volta è stato affermato che alcuni collegamenti con il cristianesimo furono introdotti quando il manicheismo iniziò a rapportarsi con l'occidente, in realtà essi furono intessuti fin dall'inizio dallo stesso Mani, poiché il cristianesimo era, probabilmente, la religione più diffusa in tutta la Mesopotamia. Mani, il cui scopo era fondare un sistema comprensivo di tutte le religioni note, non poteva non tentare di incorporare il cristianesimo. Tanté che nelle prime parole della sua proclamazione nel giorno dell'incoronazione di Sapor I, egli parlò di Gesù che era venuto ai paesi occidentali.
Il collegamento era, tuttavia, puramente esterno ed artificiale. Il nocciolo del manicheismo era composto da astrologia e folclore caldei miscelati in un rigido schema dualistico; se il cristianesimo fu inserito, fu solamente per la circostanza storica che non poteva essere ignorato. Di conseguenza
Mani si proclamò il Paracleto promesso da Gesù; rifiutò l'intero Vecchio Testamento, ma ammise le parti del Nuovo che gli andavano bene; in particolare rifiutò gli Atti degli Apostoli, perché parlavano della discesa dello Spirito Santo al passato. I manichei modificarono molte parti dei vangeli, ma dove un testo sembrava favorirli, essi seppero usarlo. Per rendersi conto dell'estrema ingegnosità con la quale i manichei selezionavano e manipolavano i testi delle sacre scritture, si devono leggere gli scritti antimanichei di Sant'Agostino. Sebbene Mani si proclamasse il Paracleto, egli non si definì mai una divinità, ma con grande umiltà si faceva chiamare "Apostolo di Gesù Cristo per la provvidenza di Dio Padre".

Gesù Cristo era per Mani un semplice eone o personificazione persistente di Luce nel mondo. Il Gesù di Nazareth storico fu completamente ripudiato e definito come "il figlio di una povera vedova" (Maria), "il Messia ebreo che gli ebrei crocifissero", "un diavolo che fu giustamente punito per aver interferito nel lavoro dell'Eone Gesù". Tale era, secondo Mani, il Cristo che i cristiani adoravano come Dio. La Cristologia manichea era puramente docetica, il suo Cristo sembrava essere un uomo, sembrò vivere, soffrire, e morire solo per simboleggiare la sofferenza della luce in questo mondo.
Sebbene Mani usasse il termine "Vangelo" per il suo messaggio, il suo Vangelo chiaramente non era nel senso Cristiano. Egli, inoltre, ingannava gli avventati con l'uso di termini evidentemente cristiani, come Padre, Figlio, e Spirito Santo per designare le personalità divine, ma un sguardo alla sua cosmogonia dimostra come questo travestimento fosse fragile. Ciononostante, parlò così cautamente, esortando semplicemente la fede in Dio, nella Sua luce, nel Suo potere, e nella Sua saggezza, che ne ingannò molti.

[modifica] Diffusione e Storia del Manicheismo
La diffusione del manicheismo fu caratterizzata dalla presenza di missionari che cercarono di propagandare il loro credo non solo in Siria ed in Palestina, ma anche in Africa, Europa e Cina. In alcune regioni, la loro opera di proselitismo creò un serio pericolo per il giovane cristianesimo. Caratteristica del manicheismo fu la loro suddivisione in piccoli gruppi. Tale suddivisione gli permetteva una più ampia diffusione geografica e gli garantiva, in caso di persecuzioni, maggiori possibilità di sopravvivenza.


[modifica] Il Manicheismo ad oriente
Il manicheismo nacque sotto il segno delle persecuzioni, da quella che portò alla morte il suo fondatore, a quelle successive, durissime, dei Sassanidi, così come dagli imperatori a Roma. Nonostante ciò, il manicheismo si diffuse molto rapidamente. Il suo più grande successo si esplicò nei paesi ad est della Persia, tanto che, nell'anno 1000 lo storico arabo Al-Beruni scrisse: "La maggioranza dei turchi orientali, gli abitanti della Cina e del Tibet ed un certo numero in India professano la religione di Mani". Una generazione dopo la morte di Mani i suoi seguaci si erano stabiliti sulla Costa di Malabar e gli avevano dato il nome di Minigrama, ovvero "Insediamento di Mani". Le iscrizioni cinesi di Kara Belgassum, che una volta si pensava fossero riferite ad un gruppo di Nestoriani, indubbiamente si riferiscono all'esistenza di una setta Manichea che probabilmente sopravvisse fino al XVII secolo. La grande tribù turca dei Tuguzguz , nel 930, minacciò rappresaglie sui musulmani in suo potere, se i manichei di Samarcanda fossero stati molestati dal Principe di Chorazan, nei cui domini erano molto numerosi. Addiritura gli Uigùri, una tribù del Turkmenistan adottò il manicheismo come religione ufficiale nel 763 e lo mantenne fino al XV secolo. Comunque, informazioni particolareggiate sui gruppi manichei dell'estremo oriente ancora non esistono. In Persia ed in Babilonia, il manicheismo non sembra mai essere stato la religione predominante, ma i manichei vi goderono di grande prosperità e tolleranza sotto il dominio musulmano. Alcuni califfi erano, in realtà, favorevoli al manicheismo, che poteva anche contare su un certo numero di simpatizzanti segreti in tutto l'Islam. Sebbene a Baghdad non fossero molto numerosi, essi erano sparsi in tutti i villaggi dell'Iraq. La loro prosperità e intimità con i non manichei risvegliò, però, fra i seguaci di Mani, l'indignazione del partito puritano, e questo condusse alla formazione dell'eresia di Miklas, un asceta persiano dell'VIII secolo.

Poiché il manicheismo adottò come testi sacri anche tre apocrifi cristiani, il Vangelo di Tommaso, gli Insegnamenti di Addas ed il Pastore di Hermas, presto si formò la leggenda che Tommaso, Addas, ed Hermas fossero stati i primi grandi apostoli del sistema di Mani. Si supponeva che Addas avesse predicato ad oriente (ta tes anatoles), Tommaso in Siria, ed Hermas in Egitto. In ogni caso, prima della morte di Mani, il manicheismo era sicuramente conosciuto in Giudea, dove fu portato da Akouas ad Eleutheropolis nel 274 (Epifanio, Haereses, LXVI, I). Sant'Efrem il Siriano (378) si lagnava che nessun paese era più corrotto dal manicheismo della Mesopotamia dei suoi giorni dove, ad Edessa fu praticato fino al 450. Il fatto che fu contrastato da Eusebio di Emeso, Giorgio di Laodicea, Apollinare di Laodicea, Diodoro di Tarso, Giovanni (Crisostomo) di Antiochia, Epifanio di Salamis, e Tito di Bostra, dimostra come il pericolo manicheo fosse percepito dai cristiani come onnipresente e mortale. Intorno al 404, Giulia una nobile donna antiochena, tentò con la sua ricchezza e la sua cultura di convertire la città di Gaza al manicheismo, ma senza successo. A Gerusalemme, San Cirillo ebbe molti convertiti manichei fra i suoi catecumeni e confutò a lungo i loro errori. San Nilo era a conoscenza di sette segrete manichee nel Sinai fino al 430.

Nell'impero romano d'oriente il manicheismo raggiunse lo zenit tra il 375 e il 400, ma poi declinò rapidamente per rispuntare fuori alla metà del VI secolo. L'Imperatore Giustiniano stesso disputò la loro dottrina; Fotino il manicheo disputò pubblicamente con Paolo il Persiano. Il manicheismo, comunque, fece proseliti fra le classi più alte della società. Ma questa sua recrudescenza fu presto soppressa. Tuttavia, dopo essere rimasti nascosti per un certo periodo in territorio musulmano, invasero di nuovo l'Impero Bizantino con il nome di Pauliciani o Bogomili.

I seguenti sono gli editti Imperiali che furono emessi contro il manicheismo:

Diocleziano (Alessandria, 31 marzo 296) comandò al Proconsole d'Africa di perseguitarli, definendoli setta sordida ed impura recentemente venuta dalla Persia, da distruggere fin dalla radice (stirpitus amputari). I suoi capi e propagatori avrebbero dovuto essere bruciati insieme ai loro libri; la massa dei fedeli decapitata, e le persone che simpatizzavano per loro condannate alle miniere; tutti i loro beni avrebbero dovuto essere confiscati. * Costantino, l'editto rimase, almeno nominalmente, in vigore.
Costanzio, l'editto rimase, almeno nominalmente, in vigore.
Giuliano l'Apostata, il manicheismo sembrò essere tollerato.
Valentiniano I, sebbene tollerante verso altre sette, fece eccezione per i manichei.
Graziano, sebbene tollerante verso altre sette, fece eccezione per i manichei.
Teodosio I, con un editto del 381 privò i manichei dei diritti civili e li dichiarò incapaci di disposizioni testamentarie. L'anno seguente li condannò a morte con il nome di Encratiti, Saccoforesi, e Acquarini.
Valentiniano II confiscò i loro beni, annullò i loro testamenti, e li esiliò.
Onorio, nel 405, reiterò gli editti dei suoi predecessori, multò tutti i governatori di città o province che si dimostravano negligenti nell'eseguire i suoi ordini, invalidò tutti i loro contratti, li dichiarò banditi e criminali pubblici.
Valentiniano III, nel 445, reiterò gli editti dei suoi predecessori.
Anastasio condannò a morte ogni manicheo.
Giustino e Giustiniano decretarono la pena di morte, non solo contro i manichei che persistevano nella loro eresia, ma anche contro i convertiti dal manicheismo che rimanevano in contatto con i loro precedenti correligionari, o che non li denunciavano immediatamente ai magistrati. Pesanti sanzioni penali furono similmente decretate contro tutti gli ufficiali dello Stato che non denunciavano i loro colleghi, se erano manichei, e contro tutti quelli che possedevano libri manichei. Fu una guerra di sterminio che all'interno dei confini dell'Impero Bizantino, ebbe apparentemente successo.

[modifica] Il Manicheismo ad occidente
Ad occidente la culla del manicheismo fu l'Africa Proconsolare, dove sembra avesse avuto un secondo apostolo inferiore solo a Mani, un'ulteriore incarnazione del Paracleto, Adimantus. Prima del 296 il Proconsole Giuliano aveva scritto all'imperatore che i manichei minavano la pace della popolazione e provocavano danno alle città. Diocleziano rispose con un editto di persecuzione e non se ne seppe più nulla fino ai giorni di Sant'Agostino d'Ippona, che aderì alla setta per ben nove anni prima di convertirsi al cristianesimo. Comunque, l'esponente più famoso del manicheismo africano fu Fausto di Milevi, che Agostino confutò in un'opera di 33 libri. Il 28 e 29 agosto 392, Sant'Agostino confutò anche un certo Fortunato in una discussione pubblica tenuta nei Bagni di Sossio. Successivamente, il 7 Dicembre 404, Sant'Agostino disputò con Felice, un presbyterus manicheo. Lo convinse dell'errore della sua via e gli fece scagliare l'Anatema su Mani. Negli ultimi 25 anni della sua vita Agostino non scrisse contro il manicheismo, per questo si pensa che in quel periodo l'importanza della setta decrebbe in una certa misura. Quando i Vandali ariani conquistarono l'Africa, i manichei pensarono di sopraffare il clero ariano entrando segretamente nelle loro file, ma Unerico (477-484), Re dei Vandali, rendendosi conto del pericolo, bruciò molti di loro e scacciò gli altri. Ancora, alla fine del VI secolo, Gregorio Magno vedeva l'Africa come un covo di manichei. Lo stesso avvertimento fu ripetuto da Papa Gregorio II (701), e Papa Nicola II (1061).

L'espansione del manicheismo in Spagna e Gallia è avvolto dall'oscurità per l'incertezza sul vero insegnamento di Priscilliano.

È ben noto come Sant'Agostino (383) trovasse rifugio a Roma nella comunità manichea, che doveva essere considerevole. Secondo il Liber Pontificalis, già Papa Milziade (311-314) aveva scoperto aderenti alla setta nella città. L'editto di Valentiniano (372), indirizzato al prefetto della città, fu chiaramente emesso in primo luogo contro i manichei romani. Negli anni dal 384 al 388 si sviluppò a Roma una setta particolare di manichei chiamata dei Martari, che, sostenuti dal capo del cenobio romano, un ricco uomo di nome Costanzio, tentò di creare una sorta di monastero per gli Eletti. Ma tutto ciò era in contraddizione con il comando di Mani secondo il quale gli Eletti avrebbero dovuto solcare il mondo per predicare il Vangelo Manicheo. Infatti, la nuova setta trovò durissima opposizione fra i suoi correligionari. A Roma, comunque, sembra che i manichei avessero fatto uno sforzo straordinario per mimetizzarsi e conformarsi quasi completamente ai costumi cristiani. Dalla metà del VI secolo in poi, tuttavia, il manicheismo sembrò scomparire dall'occidente. Comunque quando i Pauliciani ed i Bogomili dalla Bulgaria entrarono in contatto con l'occidente nell'XI secolo, e i missionari orientali guidati dagli imperatori Bizantini insegnarono dottrine dualiste in Italia settentrionale e in Francia meridionale, essi trovarono ancora il lievito del manicheismo e furono in grado di farlo fermentare nella formidabile eresia catara, che fu repressa nel sangue dalla Chiesa di Roma.


[modifica] Scrittori antimanichei
Sant'Efrem il Siriano (306-373), scrisse un trattato contro i manichei.
Egemonio, a detta di Eracleone di Calcedonia, fu l'autore degli Acta disputationis Archelai episcopi Mesopotamiae et Manetis haeresiarchae. Questo importante lavoro sul manicheismo, scritto originalmente in greco o forse in siriaco, tra il 300 e il 350, ci è giunto solamente in una traduzione latino. Esso contiene una disputa immaginaria tra Archelao, vescovo di Charcar, e Mani stesso. La disputa altro non è che un espediente letterario, ma l'opera è sicuramente una fonte di studio inestimabile sul manicheismo.
Alessandro di Licopoli pubblicò un breve trattato contro il manicheismo.
Serapione di Thmuis (circa 350) è accreditato da San Girolamo di un eccellente opera contro i manichei.
Tito di Bostra (374) pubblicò quattro libri contro i manichei, due contenenti argomenti concernenti la ragione e due argomentazioni provenienti dalle Sacre scritture e dalla teologia contro l'eresia. Essi ci sono giunti completi solamente in una versione in siriaco
Sant'Epifanio di Salamis dedicò il suo grande lavoro Adversus Haereses (scritto intorno al 374) principalmente alla confutazione del manicheismo. Le altre eresie, infatti, non vi ricevono altro che brevi notizie ed anche l'arianesimo sembra avervi minima importanza.
Teodorete di Cipro (458), nel De haereticorum fabulis, opera in quattro libri (P.G. LXXXIII), fornisce un'esposizione del manicheismo.
Didimo il Cieco, presidente della scuola catechetica di Alessandria (345-395), scrisse un trattato in diciotto capitoli contro i manichei.
San Giovanni Damasceno (circa 750) scrisse un "Dialogo contro i Manichei" (P.G. XCIV), ed una più breve "Discussione di Giovanni l'Ortodosso con un Manicheo" (P.G. XCVI).
Fozio (891) scrisse quattro libri contro i manichei, ed è un testimone prezioso della fase Pauliciana del Manicheismo.
Sant'Agostino d'Ippona scrisse: De utilitate credendi; De moribus Manichaeorum; De duabus animabus; Contra Fortunatum; De actis cum Felice; De Natura Boni; Contra Secundinum, Contra Adversarium Legis et Prophetarum.

[modifica] Mazdakismo
Il filosofo Mazdak, di origine iraniana, seguace del Manicheismo, darà poi origine a quel movimento politico religioso che sorgerà in Persia intorno al 500 d.C. chiamato Mazdakismo. Questi vedeva la fede come un anelito alla fratellanza ed all'amore, che doveva portare anche alla comunione dei beni in maniera equa. Questa visione si scontrò presto con la società sassanide aristocratica, che forzò il re affinché rinunciasse a favorire questa religione, a tal punto che questi arrivò a far uccidere a tradimento Mazdak e tutti i suoi fedeli.


[modifica] Influenza odierna
Il valore che questa religione ha assunto, nonostante tutto, nel pensiero umano è grande, tanto che ancora oggi si sente parlare spesso di "manicheo"; infatti la forte risposta che il Manicheismo da all'interrogativo arduo dell'origine del male e dell'esistenza di un altro principio coeterno a quello divino ma malvagio ha segnato la nostra cultura, con questa forte ricerca di spiritualità, che poi ha dato i suoi frutti nel pensiero medioevale, a scapito della materialità. Inoltre anche l'idea della dicotomia Bene-Male è profondamente connaturata nel nostro pensiero, tanto da costituire un grande ostacolo per molte riflessioni, dal momento che la cultura occidentale non è stata salda come quella orientale a fondere questi due principi (Yin e Yang) in un'unità che non deve essere separata, ma si è concentrata nell'esaltare ed osannare il principio positivo del divino e quindi dell'anima a scapito del corpo. Insomma, malgrado si sia perso l'aspetto soteriologico e molti dei caratteri eclettici derivati da religioni orientali e medio-orientali come Buddismo e Zoroastrismo, un germe del pensiero manicheo è rimasto nel pensiero occidentale moderno a spezzare la realtà in due metà nette, senza spazio per le vie di mezzo.


[modifica] Bibliografia
M. Tardieu, Etudes manichéennes, Bibliographie critique 1977-1986, (Abstracta Iranica, vol. hors-s‚rie 4, Téhéran-Paris 1988;
G. Widengren, Il manicheismo, Milano, Il Saggiatore 1964 (orig. 1961);
K. Rudolph, Il Manicheismo in G. Castellani (a cura di), Storia delle religioni, vol IV, Torino, Utet 1971, pp. 773-797;
F. Decret, Mani et la tradition manichéenne (Maïtres spirituels 40), Paris 1974;
M. Tardieu, Il Manicheismo, Cosenza, Giordano Editore 1988 (orig. 1981);
L. Cirillo, Elchasai e gli Elchasaiti. Un contributo alla storia delle comunità giudeo-cristiane, Cosenza, Marra Editore 1984;
S.N.C. Lieu, Manichaeism in the later Roman Empire and Medieval China, Manchester 1985.
A. Adam, Texte zum Manichäismus (Kleine Texte für Vorlesungen und šbungen 175), Berlin 1969;
A. Böhlig, Die Gnosis. Dritter Band. Der Manichäismus (unter mitwirkung von J.P. Asmussen), Zürich-München 1980;
L. Cirillo (a cura di), Codex manichaicus coloniensis. Atti del Simposio Internazionale, Cosenza, Marra 1986.
=Foxtrott=
00mercoledì 21 marzo 2007 20:41
infatti.. anche secondo me bagavan sta facendo un po' di confusione [SM=g27818]
BAGAVAN
00giovedì 22 marzo 2007 00:25
Re:
il manicheismo è stato tollerato dalla chiesa fino ad oggi, ma voi lo reinterpretate fuori dal contesto catolico e lo estrapolate da altre tradizioni simili a quelle del monachsimo crisirnao che ha fra l'altro ereditato proprio nel III secolo dopo Cristo l'abitudine manichea melle discilline ascetiche.

siete in errore, ho studiato anche io queste discipline e non mi fate fesso, e poi tu caro Foxtrott non eri più propenso alel cose mistiche piuttosto che le cose difattiche? come mai adesso issi a sproposito la bandiera delle spiegazioni storiche che in fondo al tuo cuore non può imprtartene di meno?

mi sa che vi siete come coalizzati a estraplare dagli atomi solo gli elettroni, ma dimenticate che al massmo gli elettroni si scndono dall'atomo solo con un reattore nucleare, ma voi non avete una bomba atomica come dite d avere nel cristianesimo, altrimenti mi spiego il fatto che siate corsi anche voi alla gara degli armamenti pur di vincere la guerra santa.

volete ora in modo ignorante dare giudizi sui miei post che non avete ancora capito e lo avete anche detto voi?

ma che autorità avete dal cielo per affermare con certezza che avete ragione voi e gli altri torto? sempre se la vostra ragione sia libera e non succube della vostra ede mentale.


Scritto da: =Foxtrott= 21/03/2007 20.41
infatti.. anche secondo me bagavan sta facendo un po' di confusione [SM=g27818]

=Foxtrott=
00giovedì 22 marzo 2007 18:45
secondo me bagavan stai tentando di definire la Chiesa Cattolica in
una categoria nella quale non si rispecchia del tutto.
Non voglio offenderti riguardo la tua cultura nel campo filosofico,
ma mi pare che la Chiesa non dica che non esistono vie di mezzo, anzi. Ogni uomo dentro di sè è soggetto al peccato, ma con la sua volontà e anche all'intervento divino può purificarsi ed accedere alla santità. Sarebbe tragico se invece noi ci giudicassimo tutti o cattivi o buoni, se questo che intendi. Ma non voglio farti
della filosofia spicciola. Mi sembra di aver capito che le tue critiche verso la dottrina Cattolica sono atte a dipingere essa come una forma negativa, mentre dipingi in tutt'altro modo il buddismo e la filosofia orientale. Non fai delle critiche costruttive, nelle quali lasci spazio per il nostro pensiero, perchè per te è tutto sbagliato.
Sono sicuro che, se andassi a vivere in tibet, o in un monastero buddista, dopo qualche tempo troveresti da dire anche su di loro, perchè quello che tu vuoi è la libertà, mentre invece vivere in
quei luoghi richiede una certa disciplina.
Esiste il bene ed esiste il male nell'aldilà ma il bene non si mischierà mai con il male. Solo nell'uomo è possibile e questo noi lo sappiamo. Quindi ti invito a cambiare discorsi in futuro
cercando di capire che non stai parlando con dei buddisti o filosofi anti cattolici.

[Modificato da =Foxtrott= 22/03/2007 18.46]

BAGAVAN
00venerdì 23 marzo 2007 01:02
Re:
non esiste il bene e il male ma interpretzioni diversse della realtà nuda e cruda a noi avversa o favorevole, per cui si dice ogni tanto anche tra i cattolici: ma non mi merito quato o quest'altro.... ma cosa ho mai fatto di male? Dio non mi ascolta..... o mi sembra che ci sia la gelosia o l'invidia di altri.... e così avanti con il vedere il male intorno a noi o il bene solo in noi, ma ritengo che questi ragionamenti vengono dalla mente che aveva fede, finché le cose andavano bene, ma poi le cose sono avverse ed allora anche i cristiani imprecano.

vedete che la mia analisi psicologica della vostra fede mentale riscuote interesse almeno per il fatto che la stessa mente è oggetto estrapolato di intepretazioni dottrinarie per salvarla con i sacramenti o per scomunicarla?

ma la si scarica spesso nel corpo uman nudo e crudo, bello o brutto, malato o invalido se le dottrine e i dogma non hanno più mordente e riscontro nella realtà di tutti i giorni anche di quei poveri cristi che si servono dei sacramenti ma non ottengono sempre attenzione dalle autorità religiose che alla gente si limitano a predicare la messa in latico e il divieto di accostarsi ai sacramenti se divorziati ecc..ec...

non c'è contatto con la realtà umana di diffcile soluzione sociale, anzi la si vuole religiosamente controllare e fare in modo che lo stato debba dipendere ancora dalle valutazioni morali del vaticano, come nel sacro romano impero.



Scritto da: =Foxtrott= 22/03/2007 18.45
secondo me bagavan stai tentando di definire la Chiesa Cattolica in
una categoria nella quale non si rispecchia del tutto.
Non voglio offenderti riguardo la tua cultura nel campo filosofico,
ma mi pare che la Chiesa non dica che non esistono vie di mezzo, anzi. Ogni uomo dentro di sè è soggetto al peccato, ma con la sua volontà e anche all'intervento divino può purificarsi ed accedere alla santità. Sarebbe tragico se invece noi ci giudicassimo tutti o cattivi o buoni, se questo che intendi. Ma non voglio farti
della filosofia spicciola. Mi sembra di aver capito che le tue critiche verso la dottrina Cattolica sono atte a dipingere essa come una forma negativa, mentre dipingi in tutt'altro modo il buddismo e la filosofia orientale. Non fai delle critiche costruttive, nelle quali lasci spazio per il nostro pensiero, perchè per te è tutto sbagliato.
Sono sicuro che, se andassi a vivere in tibet, o in un monastero buddista, dopo qualche tempo troveresti da dire anche su di loro, perchè quello che tu vuoi è la libertà, mentre invece vivere in
quei luoghi richiede una certa disciplina.
Esiste il bene ed esiste il male nell'aldilà ma il bene non si mischierà mai con il male. Solo nell'uomo è possibile e questo noi lo sappiamo. Quindi ti invito a cambiare discorsi in futuro
cercando di capire che non stai parlando con dei buddisti o filosofi anti cattolici.

[Modificato da =Foxtrott= 22/03/2007 18.46]


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