Marea nera, 12 Paesi aiutano gli Usa E nel Golfo arriva l'uragano Alex

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00mercoledì 30 giugno 2010 19:15
Obama accetta le offerte di collaborare a risolvere il disastro causato dalla Bp
WASHINGTON
Gli Stati Uniti accetteranno aiuti da 12 Paesi per la lotta contro la marea nera causata dall’incidente alla piattaforma petrolifera della Bp nel Golfo del Messico. Il Dipartimento di Stato informa che, per far fronte al peggior disastro ambientale della storia americana, gli Stati Uniti accetteranno un totale di 22 offerte di assistenza da 12 paesi e da alcune organizzazioni internazionali. Sul Golfo del MMessico martoriato dal disastro piomba intanto un altro guaio. E' Alex, un uragano i cui venti soffiano a 120 chilometri l'ora creando onde alte 4 metri.

Tra i 27 paesi che avevano offerto assistenza figura anche l’Italia. Ma il Dipartimento di Stato non ha fornito dettagli sugli aiuti che sono stati richiesti. Viene solo fatto sapere che tra gli aiuti saranno inclusi due skimmers ad alta velocità offerti dal Giappone. L’Italia aveva offerto alcune navi e del personale tecnico.

L’annuncio da Washington è venuto mentre peggiorano le condizioni meteorologiche nel Golfo del Messico con l’avvicinamento dell'uragano Alex. La Guardia Costiera americana ha reso noto che a causa delle cattive condizioni meteorologiche i tecnici che nel Golfo del Messico operano nella zona dell’incidente sono stati costretti a sospendere alcune delle attività di contenimento del petrolio. Le operazioni riguardanti la bruciatura del greggio, oppure i voli previsti per spargere sulla marea nera sostanze chimiche capaci di sciogliere il petrolio non riprenderanno fino a quando le condizioni del tempo non miglioreranno.

Continuano invece quelle in profondità che hanno a che fare con il "coperchio" posto dalla British Petroleum per contenere il greggio, così come quelle riguardanti il nuovo pozzo che i tecnici della stessa Bp stanno ultimando nelle vicinanze del pozzo originario da cui esce il petrolio. I meteorologi escludono che Alex colpisca direttamente la zona del disastro. Dovrebbe raggiungere terra al confine tra Texas e Messico domani sera o all’alba di giovedì.

Fonte: La Stampa
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