Massoneria

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
LiviaGloria
00martedì 4 aprile 2006 19:18
Croce e Massoneria
Preferiamo soffermarci, invece, sul significato, davvero "sconcertante", che la Massoneria crede di poter attribuire alla Croce. Seguiremo sempre il Gorel Porciatti, al quale non si può rimproverare di diffondersi poco: "... il Simbolo, nel riferimento astronomico, si richiama alla grande Croce Zodiacale di cui l'asse equinoziale corrisponde al momento in cui il Sole copre dei suoi raggi la costellazione della Vergine - astronomicamente "entra in Vergine" -, dopo di ché cede, per poi risorgere a nuova vita nel successivo solstizio. Da questo ravvicinamento, strettamente connesso alla già cennata "chiave del Nilo" il cui limo è prodigio di nuova vita, si ha ragione di credere sia nato il concetto della Croce Fallica, che, quale simbolo di principio fecondante era dai sacerdoti di Osiride esposto alle feste di Dio, per offrirlo alla venerazione del popolo" (GORGS, 163-164).

Anche la Croce dunque, e purtroppo, è un elemento importantissimo del culto fallico, al quale i Massoni si dedicano senza risparmi di simboli e di parole. Vediamone partitamente i vari significati.

"Tale Croce era costituita da un triplice fallo e si richiamava così ai tre elementi: Terra, Aria, Fuoco, uniti nell'elemento primitivo, l'Acqua, che era considerato quale origine delle cose" (GORGS, 164, nota 18). E ancora: "... il concetto fondamentale di rappresentazione della Vita, attribuito alla Croce, si trova ovunque decisamente affermato, non soltanto nella sua materialità ma pure nella sua forma trascendentale.

Il tratto orizzontale, che richiama il senso di giacere, il principio passivo, è concordemente assegnato, nella metà di destra od in quella di sinistra, all'Acqua, al Caos generante, onde assume decisamente il carattere di Principio Femminile; il tratto verticale esprimerà, per contro, con la sua direzione ascendente, il concetto di virilità, di potere, assumendo così il carattere di Principio Maschile: l'uno di Capacità (produttiva), l'altro il Volere (creativo)" (GORGS, 166).

Per meglio spiegare la "Rosa Croce", il Gorel Porciatti aggiunge: "... la Croce Egizia, la Croce Ansata ... indirettamente, si richiama a quella di questo Grado, attraverso ad un ravvicinamento simbolico con il Loto, sacro simbolo orientale, di cui la Rosa è la delicata paretra (? - N.d.A.) Occidentale. La corolla circolare del Loto si schiude su di uno stelo verticale che attraversa, "fora" il piano orizzontale delle Acque. Nel suo assieme costituisce il geroglifico della Croce Ansata (un'asta verticale cui si posa una orizzontale al cui centro è un cerchietto) che, nell'ermetismo egizio significa "chiave della Vita", spiegando così, con un facile simbolismo vegetale, lo "Ad Rosam per Crucem" cioè il pervenire all'Essenza per mezzo della Croce" (GORGS, 167).

Non meno stupefacente è il significato che viene attribuito alle lettere I.N.R.I.

Il significato di esse, alle estremità dei bracci, "dovrebbe essere Jesus Nazarenus Rex Judaeorum. La scuola filosofica invece la fa corrispondere alle quattro iniziali delle quattro parole ebraiche il cui significato intrinseco si riferisce ai quattro elementi; dalle iniziali trae il bellissimo aforisma: Igne Natura Renovatur Integra" (GORGS, 169- 170).

I significati che si sono voluti attribuire alle quattro lettere (dato che "varie ragioni" consigliano "ad essere estremamente prudenti nell'attribuire ai Vangeli un certo valore storico", come molto spicciativamente (e senza cognizione di causa) dice il Gorel Porciatti (GORGS, 170, nota 23), sono svariati e quindi hanno dato vita a numerosi altri aforismi che egli ripartisce "in tre grandi categorie: mistico-gesuistico-cattolica, ermetico-alchimistica, filosofica" (GORGS, 177, nota 28).

Chi avesse vaghezza di conoscerli tutti, non ha che da consultare il testo appena citato. Noi ci limitiamo ad accennare a perle come queste: IGNATII NATIONUM REGUMQUE INIMICI, cioè gli Ignaziani (i Gesuiti) sono i nemici delle Nazioni e dei Re, oppure: IGNE NITRUM RORIS INVENITUR, cioè con il fuoco si trova il nitro (azoto)!!

Già il Luzio, del resto, aveva notato che "i minori gregari ... si gingillano co' simboli interpretati per loro ad usum Delphini". E cita, in nota: "Un esempio per tutti, datoci dal Preuss, cap. III. In alcune Logge di rito scozzese, al grado di Rosacroce si lavora con dinanzi un bel crocifisso e tanto d'INRI sovrapposto. Credete che si debba intender per tutti Jesus Nazarenus Rex Judaeorum? Sarebbe un'ingenuità il supporlo. Il Jesus ecc. serve unicamente pe' goccioloni che avessero scrupoli religioso-cristiani; ma per i più scaltriti c'è l'imbarazzo della scelta tra le interpretazioni eterodosse, putacaso queste: Igne Natura renovatur integra (naturalistica); Igne nitrum roris invenitur (alchimistica); Iustum necare reges impios (tirannicida); o un'altra interpretazione basata sulle iniziali di parole ebraiche, denotanti i 4 elementi" (LMR, I, 55, più nota 1).

Ma il culto fallico massonico non si limita alle irriverenze, per non dire di più, compiute sulla Croce. I Massoni si dedicano ad un vero e proprio culto del fallo, fatto di cose concrete e non di simboli, fino ad ispirare ad esso una vera e propria morale e conformare a questa i propri comportamenti.

Nel giuramento di 1° Grado, quello di Apprendista, è detto, fra l'altro: "Prometto e giuro di non attentare all'onore delle famiglie dei miei Fratelli" (FLR, 68). E per le ... altre? Ecco un commento della Rivista della Massoneria: "La Massoneria, per vivere, per prosperare e per essere utile a sé ed alla umanità per cui lavora, deve sopprimere il prete, insegnare la sana morale, senza disgiungerla dal soddisfacimento dei bisogni della natura, e libera affatto d'ogni ipocrisia larvata, proseguire guardinga ma sicura, il suo corso conquistatore. Potrà esser certa di aver vinto il prete, il giorno in cui sarà padrone della donna, e questo giorno, purtroppo è assai lontano. La donna è del prete e col prete, perché questi la compiange, la perdona, e ne liquida i peccati a un tanto il braccio quando gli si presenta al confessionario. Il prete perdona le scappatelle delle fanciulle; il prete perdona le infedeltà delle maritate; il prete consola le vedove; ed in santa emulazione col frate, ha una parola e un'opera per le attempate e le dimenticate!

Noi invece, mentre desideriamo le mogli degli altri, mentre tendiamo reti alle sorelle ed alle figlie degli altri, vorremmo che le nostre mogli, figlie e sorelle, portassero un cartellino sulla fronte, ove fosse scritto: Guai a chi le tocca. Finché non daremo alle donne tutta la libertà e tutta l'istruzione possibile, finché non accorderemo loro perdono e tolleranza - giacché sono fatte come noi, ossa delle nostre ossa, e carne della nostra carne - le avremo sempre ossequienti e devote al prete, che in questo solo ha saputo seguire l'esempio del Cristo, il quale volle perdonato alla donna adultera ..." (RIMA, 15 febb. 1879, 43 - corsivo nel testo).

LiviaGloria
00domenica 9 aprile 2006 13:31
Chiesa - Massoneria
Durante il pontificato di Giovanni XXIII, si assiste a una proliferazione di approcci da entrambe le parti. Nel 1961 il giurista cattolico Alec Mellor pubblica il libro Nos Frères séparés, les francs-maçons (2). Il libro fa scandalo per le tesi propugnate (la scomunica comminata dalla Chiesa ai massoni non avrebbe alcuna giustificazione teorica e sarebbe pertanto da annullare). Anche da parte massonica c'è chi ridimensiona i tentativi di pacificazione tra Chiesa e Loggia. Scrive su Le Monde l'intellettuale massone Selam-Voize: "Non siamo affatto fratelli separati, noi apparteniamo ad un'altra famiglia... Lo spirito della massoneria non è spirito di sottomissione né a un'antiquata gerarchia né a un'istituzione altrettanto superata". Ma ormai contatti più o meno ufficiali fioriscono un po' dovunque: il cappuccino olandese Wildiers tiene una relazione su Teilhard de Chardin davanti a una loggia di Amsterdam (1962). Negli Stati Uniti sono soprattutto i cardinali Cushing di Boston e Cody di Chicago a prodigarsi per porre fine al conflitto. Nel 1962 si apre il Concilio Vaticano II. In quella sede è il vescovo messicano Sergio Mendez Arceo a perorare più volte la causa della riconciliazione con i massoni: ma la parola "massoneria" non compare in alcun testo conciliare. Che cosa ne pensasse Papa Giovanni XXIII si evidenzia dal fatto che il Sinodo diocesano romano, celebrato sotto la sua direzione poco prima del Concilio, si espresse con parole molto negative verso la Libera Muratoria (3).

Ma in campo massonico si freme perché la Chiesa riveda il proprio giudizio. Così la Grande Loggia di Haiti si rivolge al Papa, il 26 maggio 1962, con una supplica; lo stesso fa il Gran Maestro della Gran Loggia austriaca, Helmke, che scrive al cardinale di Vienna, Franz König. La "strada della tolleranza" induce due Conferenze episcopali a sancire la possibilità dell'appartenenza alla massoneria per un fedele in pochi casi speciali: nell'ottobre 1966 è l'episcopato scandinavo a decretarla, seguito poco dopo dalla Conferenza episcopale dell'Inghilterra e del Galles.

Nel 1968 inizia in Austria un dialogo fittissimo, che durerà per quindici anni, tra il cardinale viennese Franz König e rappresentanti della Loggia, in particolare Kurt Baresch. Quest'ultimo, nel 1983, ha pubblicato un libro dal titolo Katholische Kirche und Freimaurerei. Il cardinale di Vienna riesce a formare una commissione mista cattolico-massonica, la quale approda, nel 1970, a un documento comune: la famosa Dichiarazione di Lichtenau, che originariamente era destinata ad essere conosciuta solo da Paolo VI e dal cardinale Seper, allora Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. In questo documento si ribadiva la proposta di abolire la condanna della massoneria (4).

Nel 1974 i massoni tedeschi premono per un dialogo diretto con l'episcopato cattolico della Germania, che si svolge dal 1974 al 1980. Il 12 maggio 1980 l'episcopato tedesco dopo un accurato studio durato sei anni, proclama l'inconciliabilità tra Chiesa e massoneria. È la svolta. Il resto è storia recente.

Nel 1983 viene promulgato il nuovo Codice di Diritto Canonico, in cui effettivamente la parola "massoneria" scompare, lasciando il posto all'espressione più generale "sette che cospirano contro la Chiesa". Il 26 novembre 1983 appare la chiarificazione finale: la Dichiarazione sulla massoneria, elaborata dalla Congregazione per la dottrina della fede, e approvata dal Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, che spiega che la condanna della massoneria da parte della Chiesa rimane inalterata
LiviaGloria
00martedì 27 febbraio 2007 14:56
MASSONERIA: CONTENUTI
Le Costituzioni di James Anderson, costituiscono il documento più significativo del passaggio dalla Massoneria operativa a quella speculativa. Propongono un’utopia di religione naturale con temi di umanitari­smo, cosmopolitismo e tolleranza. Lo stesso Anderson ne curò una nuova edizione del 1738. In ambedue le redazioni appare manifesta la preoccupazione di rimediare in qualche modo agli effetti della riforma protestante, cercando di stabilire pacifica convivenza sulla base della aconfessionalità e dello spirito di tolleranza. In particolare si nota il tentativo di staccare definitivamente la Massoneria dal cattolicesimo per inserirla nell’anglicanesimo. E’ vero che ambedue le redazioni fanno un richiamo alla Bibbia come norma dottrinale e morale, ma in una forma così vaga e indeterminata da potervi accogliere persone d’ogni setta ed opinione religiosa. Del resto insistere molto sulla Bibbia staccandola dal magistero della Chiesa è già un passo esplicito verso il protestantesimo. Delle quattro parti in cui sono divise le Costituzioni, notevole è la seconda contenente i punti fondamentali della Libera Muratoria, le caratteristiche antropologiche e sociali della Massoneria attuale.
L’ Art. I si riferisce ai doveri dei massoni riguardo a Dio ed alla religione: “Un massone è per sua natura obbligato a seguire la legge morale e se intende rettamente l’Arte non sarà mai un ateo stupido né un libertino irreligioso. Nei tempi antichi i massoni erano obbligati a seguire la religione dominante nel loro Paese, qualunque essa fosse; oggi si ritiene più conveniente vincolarlo unicamente a professare quella religione sulla quale tutti gli uomini concordano, lasciando ciascuno libero delle proprie opinioni, cioè di essere uomini buoni e leali, onesti e probi quali che siano le denominazioni o le persuasioni che le possono distinguere; per cui la Massoneria diventa il Centro di unione e il mezzo per conciliare sincera amicizia tra persone che sarebbero rimaste perpetuamente distanti”
Il II Art. invece descrive l’atteggiamento della Massoneria di fronte allo Stato: “ Il massone deve essere un pacifico suddito dei poteri civili, qualunque sia il luogo ove lavori o risieda, e non deve mai essere coinvolto in complotti o cospirazioni contro la pace e il benessere della nazione, né mancare ai suoi doveri nei confronti dei magistrati inferiori… Se un Fratello si ribella contro lo Stato non lo si deve appoggiare nella sua ribellione”.
Nell’Art. VI si evidenzia l’obiettivo unificatore: “Non bisogna dire né fare nulla che offenda o metta in pericolo la libera conversazione, perché guasterebbe la nostra armonia ed i nostri lodevoli propositi. Pertanto non si promuoveranno dispute né discussioni private nell’ambito della loggia e tanto meno contese sulla religione, nazioni o politica dello Stato, perché in quanto massoni non solo siamo membri della religione universale ma anche di tutte le nazioni , lingue e razze e ci opponiamo ad ogni lotta di parte perché non ha mai contribuito, né mai lo potrà, al benessere delle logge” (4).
Da queste Costituzioni non si può dedurre l’atteggiamento negativo contro la religione, ed il cattolicesimo in particolare, aspetto che si è maggiormente affermato nell’ Ottocento. Tuttavia è possibile riscontrarvi elementi introduttivi che ne hanno aperto la strada.
Il concetto fondamentale su cui poggia lo stato massonico è quello della libertà della religione: ognuno è libero di praticare la religione che preferisce ; lo Stato non può intervenire né mostrare preferenze per una piuttosto che per un’altra. Per lui tutte le religioni sono uguali ed hanno pari diritti. Ad una lettura superficiale può apparire che questi principi siano carichi di equilibrio e rispecchino molto bene il diritto naturale e la dottrina del Concilio Vaticano II. In realtà, ad una riflessione più attenta e matura, questa visione è pregna di ambiguità ed apre la strada al più gretto laicismo. Come poi si è realizzato nella storia, lo Stato che nel diritto si mostra ‘aperto’ verso tutte le religioni, in realtà non ne fa propria nessuna, finisce con il disconoscere un Dio sopra di lui (Statoagnostico ed ateo), si sente svincolato da una legge morale. Di conseguenza lui si erge a divinità (Stato totalitario – dittatoriale) ed ai propri sudditi lui stesso si pone come inventore e fondamento della norma morale (Stato etico). Inoltre la religione viene ridotta ad un fatto puramente privato. La sua pratica viene presentata come qualcosa che può nuocere all’armonia del genere umano e alla concordia. Salta il principio di un riferimento oggettivo (legge naturale) ma prevale il soggettivismo etico: ognuno può diventare legge di se stesso, ciascuno può formarsi una morale ‘su misura’. Il problema religioso ed i riferimenti morali diventano irrilevanti.Uno Stato non può permettersi di esprimere un suo parere ‘etico’ sulla vita cittadina. Per cui l’ateismo può risultare un fatto positivo. Comportamenti considerati immorali (specialmente in ambito sessuale) vengono a perdere questa connotazione e possono diventare non solo legittimi ma perfino auspicabili (facilitati anche da certe correnti di ambigua interpretazione della psicoanalisi). Non si arriva a negare un Dio trascendente ma lo si emargina dal tessuto sociale. Lo stesso matrimonio e famiglia, che sono alla fase e fondamento della società civile, perdono la loro valenza e riferimento religioso. Per cui si possono avere più tipi di famiglia e forme di vita parallele al matrimonio (convivenze, coppie gay, scambi di coppie…). Potremmo sintetizzare il pensiero massonico nella formula: “Non serviam – Non servirò” a Dio. Dal punto di vista cattolico, inoltre, sminuisce completamente il valore unico della religione cristiana , depositaria dell’unica salvezza operata da Cristo e del contenuto della rivelazione. Non per niente, nella evoluzione della dottrina e prassi massonica, gli strali si sono appuntati maggiormente contro la religione cristiana, specialmente nella forma cattolica, contro il Papa vicario di Cristo e contro la dottrina rivelata. Eliminato dunque il problema religioso e morale, alla luce di una falsa interpretazione della modernità, l’attenzione massonica si pone praticamente al benessere dello Stato. In realtà il problema religioso è accantonato, come si evince dall’intento di opporsi a qualunque formula e pratica religiosa. Riporto un citazione: “Nello stato massonico il problema, almeno apparentemente, non è più per nulla religioso, ma solo politico. Dico ‘apparentemente’ perché, in realtà, sia pure sotto la forma negativa della persecuzione selvaggia e feroce e subdola e corruttrice, la religione resta sempre l’interesse primario; basta pensare alla rivoluzione liberale francese e a quella comunista russa; inoltre, è noto quale rilievo rivestono nell’ambito delle sette massoniche la magia e il culto satanico. In questo clima di politicizzazione, l’uomo moderno viene invitato a scegliere tra formule politiche, ideologiche, partiti; la religione e la morale vengono considerati fatti privati , socialmente e praticamente irrilevanti, così come irrilevanti, di conseguenza appaiono, nelle prospettive della società e del diritto odierni, appunto il bene e il male. Il compito di guidare lo Stato, quindi, viene affidato alle ideologie e ai partiti che le incarnano: ognuno di essi propone la sua ricetta di felicità” (5). Ora si può comprendere perché alcuni partiti hanno considerato inconciliabile l’iscrizione al partito e contemporaneamente alla massoneria . Ripeto:questo non emerge direttamente dalle Costituzioni di Anderson. Lui però ne ha posto le premesse. In seguito questi obiettivi sono emersi con chiarezza nei programmi massonici. E’ sufficiente leggere semplicemente alcune delle 40 conclusioni del Congresso Internazionale di Buenos Aires del 1906:
“n. 3) E’ necessario adottare una morale più ampia e generosa e liberarsi da quella vacua, imbecille morale ecclesiastica;
n. 4) Si deve stabilire il divorzio;
n. 7) L’insegnamento pubblico deve essere laico;
n. 8) L’insegnamento dogmatico e le pratiche religiose costituiscono un ostacolo epr il recupero dei reclusi; pertanto devono essere bandite dal regime penitenziario;
n. 15) I conventi femminili devono essere aboliti;
n. 17) La scuola laica è l’unica che risponda agli interessi della società moderna;
n. 18) E’ necessario impedire la fondazione di nuovi conventi;
n. 20) Bisogna dare maggior spazio all’istruzione laica dello Stato ed esercitare il più severo controllo sull’istruzione data dai privati;
n. 22) Gli ordini religiosi devono essere aboliti;
n. 27) Si riconosce la necessità di creare a Roma un giornale combatta il Vaticano;
n. 33) Le processioni pubbliche devono essere abolite in quanto pericolose per la pubblica tranquillità” (6).

da www.mariaconsolatrice.it per leggere tutto
LiviaGloria
00martedì 27 febbraio 2007 16:06
Norberto Bobbio accusa i cattolici “revisionisti”
di essere di destra. Ma la verità è un’altra
“Patrioti” e massoni, uniti contro la Chiesa
di Angela Pellicciari

“La Stampa” del 2 dicembre pubblica il testo dell’intervento inviato da Norberto Bobbio al convegno “Il cosiddetto revisionismo” promosso a Roma dalla Fondazione Nenni. Dopo aver distinto fra “revisione” (necessaria “per uno storico serio”) e “revisionismo” (tipo di “ideologia” con funzione “eminentemente pratica”), Bobbio accenna ad uno degli ultimi esempi di riscrittura ideologica della storia, quella del Risorgimento, proposta “con grande strepito” da parte di “gruppi cattolici militanti”. Si tratta, secondo Bobbio, di «una interpretazione che non esiterei a chiamare di destra, secondo cui il Risorgimento è stato un movimento guidato da élites anticlericali, per non dire addirittura massoniche, il cui scopo ultimo era l’abbattimento del potere temporale dei Papi».
Per giudicare del coinvolgimento massonico nel processo risorgimentale conviene partire dalle affermazioni dei diretti interessati. Nel 1988 il Gran Maestro Armando Corona, tirando le conclusioni del convegno organizzato sul tema La liberazione d’Italia nell’opera della massoneria, afferma: «La liberazione d’Italia – opera eminentemente massonica – fu sorretta, in ogni suo passaggio fondamentale, dalla iniziativa delle Comunioni massoniche d’oltralpe». La Massoneria «fu il vero ispiratore e motore» del Risorgimento, «perché sua era l’idea guida della liberazione dei popoli». Sulla paternità massonica dell’unificazione italiana non hanno dubbi né i vertici del Grande Oriente d’Italia di palazzo Giustiniani, né quelli di Piazza del Gesù, vale a dire le due più rappresentative comunioni massoniche italiane. Ecco cosa scrive nell’ottobre del 1977 «Il libero muratore» (rivista di Piazza del Gesù) commemorando i 107 anni della presa di Roma: «Accadimento voluto dalle forze massoniche». La rivista riporta poi una citazione di Giuseppe Mazzoni, Gran Maestro dell’epoca: «La falange massonica, oggi, dopo essere stata ispiratrice ed iniziatrice dei movimenti che resero la Patria libera ed una, si colloca da Roma alla custodia dei diritti rivendicati». Per venire a giorni più recenti, il massone dichiarato Augusto Comba scrive in Valdesi e Massoneria di recente pubblicazione: «va detto che dopo aver contribuito con la partecipazione attiva dei suoi uomini, primo fra tutti Garibaldi, al Risorgimento come realtà, dagli anni 1880 in poi la massoneria contribuì a costruirne il mito, quel mito che è simboleggiato dal tricolore. E ciò non solo con i discorsi di Crispi, le poesie di Carducci e Pascoli, i racconti di De Amicis, le statue di Ettore Ferrari, ma anche localmente la toponomastica, la museografia, la monetazione ecc., insomma i minuti accorgimenti che quel mito hanno stampato durevolmente nella mente degli italiani». L’abbattimento del potere temporale dei papi, cui accenna Bobbio, non è certo il principale obiettivo dell’élite risorgimentale: a leggere quello che le fonti del secolo scorso scrivono (sia di parte massonica che cattolica), il Risorgimento mira alla pura e semplice scomparsa del cattolicesimo. I liberali sono convinti che per far crollare il potere spirituale dei papi sia sufficiente la scomparsa del papa re: per controllare la veridicità di questa affermazione basta leggere, da parte cattolica, l’intero magistero dei papi spettatori del Risorgimento (Pio IX e Leone XIII che, non a caso, definisce il risorgimento “risorgimento del paganesimo”), e, da parte liberale, la quasi totalità della letteratura risorgimentale a cominciare dal Bollettino del Grande Oriente. Alcuni esempi, fra i più significativi. E’ del 1818 un interessantissimo documento noto col nome di Istruzione permanente; l’Alta Vendita della carboneria scrive: «Il nostro scopo finale è quello di Voltaire e della Rivoluzione Francese: cioè l’annichilimento completo del cattolicesimo e perfino dell’idea cristiana». Nel 1832 Mazzini così si rivolge Ai lettori italiani: «Il papato starà finché non lo rovesci dal seggio ov’ei dorme l’Italia rinata. In Italia sta dunque il nodo della questione europea». «Da Roma sola –continua Mazzini- può muovere per la terza volta la parola dell’unità moderna, perché da Roma sola può partire la distruzione assoluta della vecchia unità». Sulla stessa linea, nel 1865, il Bollettino del Grande Oriente Italiano scrive: «le nazioni riconoscevano nell’Italia il diritto di esistere come nazione in quanto che le affidavano l’altissimo ufficio di liberarle dal giogo di Roma cattolica. Non si tratta di forme di governo; non si tratta di maggior larghezza di libertà; si tratta appunto del fine che la Massoneria si propone; al quale da secoli lavora». Che (in nome della libertà e della costituzione) il Risorgimento realizzi la più grande persecuzione dopo Costantino (e che quindi l’élite liberale non sia anticlericale ma anticattolica) è scritto nei fatti. Lo Statuto albertino dichiara, nell’articolo primo, la «religione cattolica unica religione di stato»? Subito dopo la sua approvazione, il Parlamento decide la soppressione dei gesuiti e degli ordini definiti “gesuitanti”, nonché l’incameramento di tutti i loro beni. In nome della libertà e dello Statuto i liberali sopprimono uno dopo l’altro tutti gli ordini religiosi della chiesa di stato buttando sulla strada 57.492 persone (i membri degli ordini religiosi) ed appropriandosi per due lire del loro patrimonio (archivi, biblioteche e oggetti d’arte compresi). L’1% della popolazione diventa anche proprietario di circa due milioni e mezzo di ettari di terra (le proprietà della chiesa unite a quelle demaniali), come documenta Emilio Sereni, storico di sinistra doc. Siamo sicuri che la riscrittura delRisorgimento sia una interpretazione “di destra”, e cioè di parte?
Ghergon
00sabato 3 novembre 2007 14:15

1730-1740

IN EMINENTI



Lettera Apostolica In eminenti, di Papa Clemente Vescovo, servo dei servi di Dio



A tutti i fedeli, salute e Apostolica Benedizione.



Posti per volere della Clemenza Divina, benché indegni, nell’eminente Sede dell’Apostolato, onde adempiere al debito della Pastorale provvidenza affidato a Noi, con assidua diligenza e con premura, per quanto Ci è concesso dal Cielo, abbiamo rivolto il pensiero a quelle cose per mezzo delle quali — chiuso l’adito agli errori ed ai vizi — si conservi principalmente l’integrità della Religione Ortodossa, e in questi tempi difficilissimi vengano allontanati da tutto il mondo Cattolico i pericoli dei disordini.

Già per la stessa pubblica fama Ci è noto che si estendono in ogni direzione, e di giorno in giorno si avvalorano, alcune Società, Unioni, Riunioni, Adunanze, Conventicole o Aggregazioni comunemente chiamate dei Liberi muratori o des Francs Maçons, o con altre denominazioni chiamate a seconda della varietà delle lingue, nelle quali con stretta e segreta alleanza, secondo loro Leggi e Statuti, si uniscono tra di loro uomini di qualunque religione e setta, contenti di una certa affettata apparenza di naturale onestà. Tali Società, con stretto giuramento preso sulle Sacre Scritture, e con esagerazione di gravi pene, sono obbligate a mantenere un inviolabile silenzio intorno alle cose che esse compiono segretamente.

Ma essendo natura del delitto manifestarsi da se stesso e generare il rumore che lo denuncia, ne deriva che le predette Società o Conventicole hanno prodotto tale sospetto nelle menti dei fedeli, secondo il quale per gli uomini onesti e prudenti l’iscriversi a quelle Aggregazioni è lo stesso che macchiarsi dell’infamia di malvagità e di perversione: se non operassero iniquamente, non odierebbero tanto decisamente la luce. Tale fama è cresciuta in modo così considerevole, che dette Società sono già state proscritte dai Prìncipi secolari in molti Paesi come nemiche dei Regni, e sono state provvidamente eliminate.

Noi pertanto, meditando sui gravissimi danni che per lo più tali Società o Conventicole recano non solo alla tranquillità della temporale Repubblica, ma anche alla salute spirituale delle anime, in quanto non si accordano in alcun modo né con le Leggi Civili né con quelle Canoniche; ammaestrati dalle Divine parole di vigilare giorno e notte, come servo fedele e prudente preposto alla famiglia del Signore, affinché questa razza di uomini non saccheggi la casa come ladri, né come le volpi rovini la Vigna; affinché, cioè, non corrompa i cuori dei semplici né ferisca occultamente gl’innocenti; allo scopo di chiudere la strada che, se aperta, potrebbe impunemente consentire dei delitti; per altri giusti e razionali motivi a Noi noti, con il consiglio di alcuni Venerabili Nostri Fratelli Cardinali della Santa Romana Chiesa, a ancora motu proprio, con sicura scienza, matura deliberazione e con la pienezza della Nostra Apostolica potestà, decretiamo doversi condannare e proibire, come con la presente Nostra Costituzione, da valere in perpetuo, condanniamo e proibiamo le predette Società, Unioni, Riunioni, Adunanze, Aggregazioni o Conventicole dei Liberi Muratori o des Francs Maçons, o con qualunque altro nome chiamate. Pertanto, severamente, ed in virtù di santa obbedienza, comandiamo a tutti ed ai singoli fedeli di qualunque stato, grado, condizione, ordine, dignità o preminenza, sia Laici, sia Chierici, tanto Secolari quanto Regolari, ancorché degni di speciale ed individuale menzione e citazione, che nessuno ardisca o presuma sotto qualunque pretesto o apparenza di istituire, propagare o favorire le predette Società dei Liberi Muratori o Francs Maçons o altrimenti denominate; di ospitarle o nasconderle nelle proprie case o altrove; di iscriversi ed aggregarsi ad esse; di procurare loro mezzi, facoltà o possibilità di convocarsi in qualche luogo; di somministrare loro qualche cosa od anche di prestare in qualunque modo consiglio, aiuto o favore, palesemente o in segreto, direttamente o indirettamente, in proprio o per altri, nonché di esortare, indurre, provocare o persuadere altri ad iscriversi o ad intervenire a simili Società, Unioni, Riunioni, Adunanze, Aggregazioni o Conventicole, sotto pena di scomunica per tutti i contravventori, come sopra, da incorrersi ipso facto, e senza alcuna dichiarazione, dalla quale nessuno possa essere assolto, se non in punto di morte, da altri all’infuori del Romano Pontefice pro tempore.

Vogliamo inoltre e comandiamo che tanto i Vescovi, i Prelati Superiori e gli altri Ordinari dei luoghi, quanto gl’Inquisitori dell’eretica malvagità deputati in qualsiasi luogo, procedano e facciano inquisizione contro i trasgressori di qualunque stato, grado, condizione, ordine dignità o preminenza, e che reprimano e puniscano i medesimi con le stesse pene con le quali colpiscono i sospetti di eresia. Pertanto concediamo e attribuiamo libera facoltà ad essi, e a ciascuno di essi, di procedere e di inquisire contro i suddetti trasgressori, e di imprigionarli e punirli con le debite pene, invocando anche, se sarà necessario, l’aiuto del braccio secolare.

Vogliamo poi che alle copie della presente, ancorché stampate, sottoscritte di mano di qualche pubblico Notaio e munite di sigillo di persona costituita in dignità Ecclesiastica, sia prestata la stessa fede che si presterebbe alla Lettera se fosse esibita o mostrata nell’originale.

A nessuno dunque, assolutamente, sia permesso violare, o con temerario ardimento contraddire questa pagina della Nostra dichiarazione, condanna, comandamento, proibizione ed interdizione. Se qualcuno osasse tanto, sappia che incorrerà nello sdegno di Dio Onnipotente e dei Santi Apostoli Pietro e Paolo.

Clemente P.P. XII


***

Traduzione del testo integralmente trascritto da Papa Benedetto XIV nella bolla Providas Romanorum, del 18-3-1751, in Tutte le encicliche e i principali documenti pontifici emanati dal 1740. 250 anni di storia visti dalla Santa Sede, vol. I, Benedetto XIV (1740-1758), a cura di Ugo Bellocchi, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1993, pp. 289-291.
Ghergon
00sabato 3 novembre 2007 14:19

Ecco tutte le encicliche nelle quali viene condannata e spiegata l'azione della massoneria e i suoi temibili errori


1738 Papa
Clemente XII scrive:
In eminenti


1751 Papa
Benedetto XIV scrive:
Providas Romanorum


1821 – Papa Pio VII scrive: Ecclesiam
a Jesu


1825 – Papa Leone XII scrive: Quo
graviora


1829 – Papa Pio VIII scrive: Traditi
humilitati


1843 – Papa Gregorio XVI scrive:
Ad gravissimas


1865 – Papa Pio IX scrive: Multiplices
inter


1884 – Papa Leone XIII scrive: Humanum
genus


1983 Joseph
Card. Ratzinger (oggi
Papa) scrive: Dichiarazione sulla
massoneria


1984 La
Congregazione per la Dottrina
della Fede, scrive: Inconciliabilità
tra fede cristiana e massoneria




Per i testi consultare
www.totustuus.biz/users/magistero/
Ghergon
00sabato 27 dicembre 2008 16:48
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 16:43.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com